La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 25 - 18 giugno 1961

Domenica 18 giugno 1961 L A F' I E Il A I li I ·1 I•: I< A IA Pa2. 3 UNO SCRITTORE CATTOLICO DEL NOSTRO TEMPO * IL PENSATORE SEMPREDISPOSTO A IMPARARE, NON JMPORTA DACHI,COME DOVE * Tutto Lisi A colloquio conArnold J. Toyn oltre. l'angoscia * ,ti f.,OllE1l'ZO l)EL Se a\'etc frc1ta non è proprio « quadri ,. cosl carichi di sim- rare l'angoscia del dramma che il caso di la~ciar. i prendere a bolismo rcliiioso, anzi, come in perpetuamente si svolge ncl- r."~c~i~o. ,i·:,o N~r 1 :t~~~ g:~ i!f~~~· :;r~u;a c~i!ur~~~~c/ :;a~~~. ~d~i~duY:cr~ 1 l~~~~o e~ lm. ~kgho ,ar!t fingere di non cio e l'azione. una irenica e rosea visione dcl- ;,~~~10dir~fl~c~~~r\o~t~3~~~1;: l'À~: 1 ,~~ c19ff} 1 i e;i~~~~~~ (:::: ~1e"t~sfSl10~ 1 ~i 3 rf~~ n! 1 !~~:~ Pcrc~é_ Lil::ii è uno di quegli sonaggio che tiene le fila del dircttamcn1c nell'arte fini apo– uom1m - la gente comune li racconto) s'introduce fin dalle logctici (è una ben deprecabile c~iam::1poeti. anche se di poc- prime ballute con la richiesta reliquia di un romanticismo sie r:ion ne scri\'Ono - che di fiducia per e poter parlare deteriore e malin1eso, questo h_abisogno per \'ia di fermar- -,ubito insieme :i>. E attra,•crso voler trovare dappertutto, nei si ~gni pochino per raccon- il peregrinare di questo vian- poeti cristiani, uo intento mo– tan11 .una ~toriella che gli dante (figura cosl cara alla ralistico! i poeti, anche se ere– salto m mente, o per forvi lantasia di Lisi e che tanto denti, lasctamoli cantare) si osservare il fitto ballicuore di spc~so s'incontra nelle sue può essere certi che nei suoi una luccrtoln che s'affaccia alla • visioni 1t) il dialogo si va svol- personaggi la lotta col male, f1;ssura d'un muricciolo; e ~e gcndo per 1utto il lavoro e si se non si avverte nella sua nprende a camminare lento, stabilisce di volta in volta crudezza è perché già nell'in1i– con 11: mani intrecciale dietro sempre con nuovi personaggi, mo dell'anima è stata scontala. la schiena, eccotelo di Il a poco che fanno da coro alla ,,era La misura più alla di questa arrestarsi di nuo,·o per a..,col- ed apparen1emen1e muta pro- superiore serenità dello spirito tare due vecchi che dbcorrono !agonista: l'acqua. Protagonista ci viene forse data nei due dei lcmpi andati o per fan·i mula, diciamo, solo in appa- libri del Lisi meno conosciuti: seguire, a capo all'insù tra rcn7..a,poiché per tutto il sue- Amore e desolazione e Lo. via il viavai della genie, il \·eleg- cedersi delle scene sacl sempre della Croce (1953). f~~a l~~~~ge1~un: eh~'~~ ~~ ~~J~crr::n~~cq~~~~ 1 1~:::~ 11 ~~ ri~l~~"ed~ 1 ~ri~~az~oo~isi:~~ ~?\~ec:~1~·ic~~n~~1s~~n7~.;1,' ~r: ~~~ ~~~~ss~i~n°ott~uTnedi 10 Jadeio~~; ~;~~eJ~ ct~~ce"dc:t1:i~d~1d~ Nicola LISI ~~i~~~e ci~~~ndimento, per le ~;:i~t~~. ~~~Oo"f~~a i! ~:irrf~ciJ:: f.~!~ecfi~ss~~~:os1~~~eni7; 44 ~e/~ ~~1~:f ~If,r:;;;1~~? s~~~~idc~ ~~~o~g d'~~v~~~~rc~aufari~~~~ LaAnf.~:ci~ul~~Ì ~ 1 t;~r/ci,Jsit~ ;a 1 !e~~~n~~~sl~l~u~e~~n~a~~!) ~~n~~l~fto~i~enit~iint~in~~~~~ ~~~~~e ced~ !p&!og}~cc~aal~~U! i:~·~~o~~~j~~ii~i ~~~ 1 3_ i';~~ era tu1~0 cosl. da.ll' nvvio fino a su~gerire via via le battute il prezzo dj sofferenza interiore terra :i>, il Lisi ci dà la misura si conduce a perfezione :i>. ~i~~~ 10fà11 ~ 0 dT ~a1~f ::srr;i~ dei: 1 fi~i~ il dialogo tra crea- chAt~;~!~i~O a non lasciarsi ~ci~~~~~r:~:~~ 11 Z:~d~~~!:1n~~ n L'angoscia es:;itenziale del di .ferm~linc ~o.eguali. di tra- t~re. inferiol"} ed u.mane !3-Veva sfug~ire. nessuno di 9uegli ii:n,- fin 7:1ellepiò .scgrele pieghe del- d~slq~es!~mg~uil~b~~ r~~gerat.~ salimenti poct1c1. nch1esto l'am10 d1 un m1er- pulsi d1 amore e d1 umamt!t l'anima e nporlando alla su- siat . 1 1, . 1 1 . nqu, Del resto è il primo lui ad prete, di un lraduttore (i ma- che pur nella violenza dell'odio perficie della coscienza, con sci~e a;trad~f5° umi_e ncoryo– avvertirlo il leqorc che. se rinai, il rabdomande, il prevo- talvolta fioriscono, Nicola Lisi trasparente lucidità, nelle mini- enza 0 i e~ a pro1>_nacontm: vuole accompagnarglisi, abbia sto); nelle Favole (1933) esso è capace di farci, sl, odiare il me sfumature, le passioni, gli ~ppoggi~ c~!u~ eb~ognosa gi un P?' di pa7icnza. e lo seg~a \'iene a rl'!ancare: .la s_ua pre- male, 1:1a compatire al tempo affe11i, le de~olczze della sua nella viÙoria iJìrc f crz cr~ j e ordinatamente. di passo m senza è dl\ 1 cntata mutile, per- stesso 11 peccatore, che talora e gente semplice :i>. Ma anche bene· ciò eh d J° e e passo, verso il pro~ressivo al- ché gli animali e le cose par- egli sorprende nei suoi mo- nell'acutezza della sua analisi pur J°aboriosaca~fcn \ a noS t ra ~eJ:g~~":i~"\ 0 a11;~1ccd~N~~~~o~i ~re~ d; si~~nnom~i~ c~~ 1 a:t~i -~~~!~. dJi ~1~:~~Co'1~fo~~Pt ~W~'~:~ ia si~i~e~nzJ~!~f • aspettare in pa;; :i>. errena un ori1.zonti, fra un crescendo di viene a dimenticare la loro speranza per la nostra salvez- che troppo spesso è non solo --- ~empre più ferma luce•· funzione di simboli in una rap- za - leggiamo in Amore e de- voluta, ma volulluosamente cer- (1) Maria Sticco: Il Romanzo A una prima lettura, questa presenlazione allegorica. sola<,ione - è sentire 1alora, al cata e in.!teguita fino alla nau- Italiano Contemvoraneo, ed. Vi- frammentaric1à ci an.·\ a fallo 1\ncom, è vero, non siamo pensiero delle pene che gra,•:rno sea. Lisi guarda alla realtà ta e Pensiero, AWano 1952, p. 73. b~~s~reu~~efo~~~esd~v;,~~~~~~!~ ~~~ pr::::ad~rP~n1,~,~en931) 1 a: 1 d ~ , lt~ "l~n~~d:1'.' i~an~p:~= ram;:~'\a s~~r,e s~~~~ 0 d·f~~rr~s(~h~ 1.1 2 -J.;:ta Fi:1~~;:~t~ tit1~a,·: lui stesso ci aveva schcrLosa- Concerto IJomenicale o del fondimento del cuore come al gi~ s'avver1iva nelle Favole) 1954. mcn1C annuncialo, • un libro Diario di 1m Parroco di cam- formarsi di un gorgo, che pare con la quale a volte bonaria- (S) cfr. 1A Civilth. Catlolica, 2 ~r~ i:::a s~~~~ 1 l,~nedi; f:vo7tLd~ ~i~~~ Jlt~ 4 ~~pa~rdi nae,~~~~i~~ ~o:iio, i~J"t1~~!l :.d essere im- ~e~t~rt~~ti~;II~ ;i~iitàan!~~r~ J?,SJ;a,~~i 311:rr:C~~c~etN~~:~i; aforismi, di maliziosi diverti- il pa-.i.:1ggio d:i.llc cose visibili Un'eco dei sentimen1i che in na, non è mai disgiunta da cento //alia110,Val/ecciti, Firen– menti e le rapide noumeni di a quelle invi~ibili; ma unn quei giorni ogni fiorenlino in una ferma fiducia nella finale ze, 1950, p. 391. ca~i:ChJefid~nJii~:'l~o"uvbo~~= St~ulydel!j f/f~~~l;y (~h~a ~~ comparendo da anni in Italia sotto il titolo genera.le / pa– norami della storù1 ) abbia– mo avuto il piacere di incon• trare personalmente l'autore. Arnold J. Toynbcc, che con– ta fra i pensa1ori più influen– ti e discus~, del nostro 1em- Ya0' st\~a~~~sa~toe 1: ~i; ~~~~ incorniciata di capelli bian– chi si imprime dure\"Olmentc nella memoria per l'esP.rc~– sione di profonda gcnt1lcua che irradia dalla fronte spa- 1iosa, dagli occhi serenamente , ivaci, dalla bocca ben dise– gnala. I modi armonizzano con l'espressione; '-Ono i modi di un uomo estremamente ci– \'ile, allento, umile senza fal– sa. modes1ia perché pronto ad accogliere OJ,:"ni seria doman– da od obiezione, sicuro senza nrroganza; si sente in lui la presenza cosiante dello spi- 1ito indagatore, sostenuia da una rara capacità di conlcm– plazione. E, manco a dirlo, in quest'uomo che le accademie di mezzo mondo si contendo– no cerchereste invano la me– noma traccia di sussiego pro– fessionale: è il pcni.atorc sem– pre disposto a imparare, non imporla da chi. non importa come e do\·e e quando. Avendo speso ,, ari a nni a tradurre i primi i.ci \'Olumi della sua massilm:1 opera, nonché il nervoso \'Olm11e110 Il mondo e l'Occicltntc, che nelle circostdnzc presenti di crii.i post-coloniale aumenta giornalmcn1e di attualità, ab– biamo gioi10 dell'incontro co– me di una rara fortuna per– sonnlc giunta a suggellare un'amicizia di natura profes– sionale, tanto più che l'illu– ~tre studioso ha accondisce– M> •• farsi interrogare per un'ora dai noslri studenti nel -=eminario di lelleratura mo– derna comparala. Ma non è -.1ata In nostra amicizia a portarlo qui nel Michigan. li 12 magi;:io (una delle prime i:iOrnate di sole quest'anno), alla prcsc1ua del corpo inse– gnante, del Senato accade– mico e di una folla di stu– denti. l'Uni\'ersità del Michi- ~~;n~~ c,~nfl~~t~aa~d A,~i~~~ rem in legge, e a noi è toccalo il più modesto onore di lcg- un diario. Ma una pili allenta \'Olla p1cpamti dalle Favole a sé dolorosamcnle sperimcnlò, e calma meditazione ce ne ri- <.-cntirccome nnturalissime ccr- ritorna a dis1an7.,adi anni poe– vela il ,,ero valore di puma te situnzioni irreali, non ci si ticamente trascrillo in una fermo. di autoritratto, ~e cosi ~lupisce più quando prendono delle pagine della Faccia della si può dire, che ci da la piena pane all'umana conversazione, terra sotto il titolo di e Libero misura di lui e c'in\'oglia a imcce degli esseri inferiori, dolore I> nell'episodio della ra- Rassegna delle Riviste italiane ~le~~e~!n~il~j l~~r~~· ef~s~\~ g\;1~j~ 1 \ac~~7tc'tie di quei pae- :gr:~a~;i:~ivl~ c~fsf~tl~~:cd~I duo ripensamento. s:iggi, dcscri11i con un rigore Ponte a S. Trinità. A facilitarcene la lettura viene di s1ile cd unn essenzinlit!t Nella Via della Croce (illu– a proposito questa. raccolla dei lirica ecce;,ionale, e '=osl sottile stra1a _da Giaco'?~ Manz~. nel- ~~~1 ~t~1~~i"3~~~~!f• fau ? j: ~a 1 'r~~i 0 ~~~recldecl 1 ~uft~'~i~ !~ifF!bbn) cid:~~i:m!ein~~~ lecchi. Tranne Il Santo d'oro male la ri\'clnzione di misle- di fronte al dramma della Cro- ~~\~rFaar:'fi~~ ~. 0 ;rim~~ s~~= d~s~otd~~r 7 :d ~~~~~~!~;e~os~ ~~~:si~n:éct~~to p!~~i;~z~:~ conti che avevamo già lc110 dico per \'era, eh~ tale lo è al dolore umano del Cnsto, da sul Primo Frontespizio, facc- per l'uomo. ~i fede., ma come farci. spontan~amen1e condivi- ;ii~f 8931) ~e~;Ai:nc~~~o 8 D~= ~~~!~ q~~t•;;~ni~ ~ 1 i:seei;:i.'\rede:~:rd~: :;~i'~ 1 :e~ 0 !~n~r~1 ~~n: menicale (1941). Ma cosl decan- gli angeli buoni quanto per dali con lui, fattosi D(?SlrO fra- ~~~te al~~~,~~teacqti~1a~~m~o~ qusl'è ~~~u~~i~~o d!:1'~:~e~ra- ~~~on:e, ~~~~~~•uoi~ 1 ne~~f~~ sapore di novità. Un semplice zione, per la narra1iva del Lisi, del suo e del tuo dolore. Sa– confronto, d'altra parie, tra la il luogo comune ?ell'angel.ismo ~mo,. cinscun.a, in te ansiose prima stesura sul Frontespizio e del gus10 per 11demoniaco; d1 Lui. In lacnme procederemo, e la presentazione definitiva, ci crediamo invece sia molto più in lacrime silenziose. Senza che può dar la misura di come la esatto parlare di fede vissuta mai un grido la nostra soffe– prosa, per un raffinato lavorio in una evangelica semplici1à di renza disperda :i>. di lima sia resa più limpida cuore (non di mente, intendia- Ma se guardiamo bene, an– più pura, (basti pensare al n: moci bene, chè la sua stessa che l'ingenuità che ci sembra nale di Un Gallo, cosl mac- prosa no n di rado tradisce una eccessiva delle monache e dei chiaiolo nella prima versione) raffinate7.za di formazione Jet- romiti della sua Nuova Tebaide fino a raggiungere, nella sua t eraria oltr e che di gusto); ahro non è, nella visione tra– costante aderenza a un dimesso fede saldamente posseduta, che sfigurata del poeta, se non la mondo reale, vertici di alla sa comunicare anche aa:\i altri fede umile che si dfugin nella po~:i:~tore o poeta, Nicola bcn~d dt L~~c~~!sti!ni 0 ; 0 po~~~ ~i~~h~~~ si \rrid! 1 ·~~!i°nsee~~ri~ Lisi? Difficile dirlo. Di fronte - quel ~c!1so dt. cert~zza_ nella c1tà. dt c':1orc a!la protezione a lui anche la critica rimane realtà sptntuale in em noi pure degh essen celesu. perplessa, nel tentativo d'io- siamo, .si po1~bbe dire, torni- D'allra parte si doyrà rico– casellarlo con altri sotto una men~e .1mmers1. nascere .che, almeno m quc.lln comune etichetta. Gh ~1 è mOS;i(!talora. da par- P!1,rentes~ ~e -potremmo d!re Inserire, _come si, è. fauo{J la :~ 0~~asft;~~ 01 d~i J 1 ~~j~a 1 'J'{~:~ ~~u dciai~s1 \\';3 ec;f~ac ;:r~~~t~~o: Un saggio che Francesco Flora scrisso nel 1953 è ri– pubblicato ora su Letterature .Moderne per ricordare le relazioni che corsero tra il pensiero di F. Dc Santis e quello di Benedetto Croce. Flora traccia sommariamente Je concezioni di Croce sul– l'arte e sulla storia riportnn– do ciò che alcuni illu6tri cri– tici. da D'Annunzio a Car– ducci, scrissero sull'opera di De Santis. In una sua nota il Croce scrisse che De San– Hs, nella sua storia della let– teratura italian a. tracciò "una storia civile e fltosofl.c a, dise– gnando su questa tram a la personalità degli artisti". Per– tanto FlOTa dichiara che non CGl.steuna tradizione cultu– rale in cui Il De Santi6 pos– sa essere inteso se non nello storicismo di Croce; e che anche quando la nostra cul– tura partiva da atteggiamen– ti in cui predominava il gu– sto del !uturlsmo e del dc– candentismo cssn si svolse accanto e non contro Croce. G. Canglottl esamlna un particolare upetto della poc– t1la di G. Lorca: la concezio– ne lirica della morte che è concepita non come una ne– gazione della vlta ma come superamento. L'ang06cia del– la vita in Lorca non è che un ''corre-re alla morte''. mentre l'uomo, nella sua- solitudine. non rie,sce ad avere realmente ciò che desidera, rimanendo sempre deluso nel raggiungi– mento del suo ideale. Poesia dunque, sostiene Cangtottl. ti– picamente esistenziale-. A volte. anche so la critica sembra che abbia detto lut– to su alcuni autori. tuttavia SPCS60 vengono riprop()6te nuove interpretazioni di al– cune opere ed artisti illustri. Questa volta è Il caso di Cor– neillc e delle. sue ultime cin– que tragedie esaminate da Annarosa Poli. La Poli ripor– ta soprattutto ciò che già scri6sero illustri critici. da Boileau a Voltnlro che non risparmiò cc-rto critiche al ,grande trageda; da Salnt-Beu– vc che affermava che Cor– nellle ''aveva la mania di mi– schiare l'amore con tutto·•. al Dc Santts a cui Corneille sembrava tceo verso ''la criel de~li affetti ln collisione''. Moltn parte della critica contemporanea e non. ha ri– cercato nell'opera di Corneil– le un atteggiamento di con– flitto e di rivolta, perdendo di vista quell'afflato di poesia che è indubbiamente la cosa più notevole della sua opera. Non capita spesso. anche nelle riviste più complete, leggere di letteratura svede– se. pur essendo questa. per ricchezza e varietà delle ope– re. di estremo intc-res;;e. P. Caetrone traccia un di6egno della letteratura contempora– nea: dal premio Nobel Par Laji!:herkvist n Strindberg, ed a Hjalmar BergmRn. Su La. situa.:io11c s'lnsi6te nncora a parlare dell'Ulisse e della Noia, i due avveni– menti foree più Importanti della. stagione letternrla ma non sufficienti a g\usUHeare una •·rossillzzazlone,. di di– scussione sugli argomenti che investono lo stile e le tesi del romanzo contemporaneo. Intcrcseante si rivela lo 6hl– dlo di M. Gugllelmetti su Saba Postumo ove si fa rile– vare l'ln6einnmento morale e poetico del poeta trlC6tl– no e la sua posizione di pri– mo poeta antl-dam;tunziano del novecento. Una lodevole intenzione della rivista è quella di pre– sentare di volta In volta la nuova poesia straniera. In questo numero cinque poeti jugoslavi sono presentati da L. Morandlnl. Si nota in que– sti autori come la loro 6en– sibilità poetica 6la ormai li– bera da Influenze politiche, pur rimanendo testimone di una meditazione sul mondo e sulle esi,2enze della 60cietà contemporanea. CIAl\1FRANCO MEZ7..ASOMA sua ~arrallv~ nell e s ig~o 1 0 - parroco di campagt1a, di Amore per l'assenza dì persone ange– ne d un r<:ahsmo magi~o alla e desolazione (1946) e della liche (quelle diaboliche, in r.::~d~ur.e~\ 1 •p~I~ :i~~;~oo :~~ Nuova Tebaide (1950). di igno- compenso, non mancano mai) tuito; o perlomeno bisogna ri-,--------------------------------------------------– conoscere che assai lievi e su– perficiali sono i motivi anche di un semplice accoslamento. Né di maggior peso sarebbero le ragioni per collocarlo nella linea del surrealismo, sia pure e asperso candidamente :i> di cristianesimo (I). Più agevole sarebbe se mai, non senza friir::~ ~~ Y~~~/l. ~~~~:~~ tante moderni là :i> (2) con cui sa cogliere e cerlc distorsioni segrete dello spirito del per– sonaggio :i>, (3) riallacciarlo ali~ e tradizione tulla toscana de! mis1ici del '300 :i> (4); o, se s1 vuole a. quella universale ~ei favoli'sti, dai più antichi. ai re– centi. A voler essere smcei:3-– mente obbiettivi, però, dobbia– mo dire che la narrativa del Lisi sfugge più forse di q~ella d'altri suoi contemporanei ad ~i~~/a~lei 1 sc~eii~•odi p~~~\~~j~ ci pare sia dovuto propno a questi dive~i. punti d! contatto con la trad1z1one antica e COf! ~e,r;ù na~~~3vi:t~on~~~~~~~!'. Il segreto d1:H_a l>C:rsonalità ar– tistica del Lm ns1e<;teapl?unt<? in questa sua felice smtest raggiunta tra f-an1asia e realtà; tra un maa:ico lirismo e un~ rappresentazione di fatti e <;11 r:ars~"df:i~g~c~~e~~e u u~~~~: E proprio nel di~logo, lettera– riamenle cosl stnngato ed es– senziale, eppure cos1 spontaneo e vivace da parer colto a volo dalla fresca parlala 10scan~, tale sintesi viene a .op erarsi. Esso costituisce infa1t1 lo str.et- 10 legame, il tessuto connet.t1vo !ra 11•:J:~1:;~a ~il~a c;i~~~ 1 ::su realtà quo1idiane, colte m un a11imo di poe1icità o, se \'O– gliamo - e m questo caso i.cnza esagerare - di santità Si noti a questo proposi.I<? come la prima opera del L1s1 (e anche la penultima, Aspe!– tare m Pace ( 1957) sul m<;':rll– rio dei santi Cosma e Oam1an.o ispirata da un'amorosa e ~ss1- dua con1emplazione d~vant1 a)– le ta\'ole dell'Angelico) s1a proprio un lavo":) teati:3]e, m una forma che s1 ravv1cma a quella delle sacre rappresen– tazioni del medioevo e_ dov~ domina, oc! succedersi dei PER SALVARE IL MATERIALE CRITICO SPARSO SU GIORNALI E RIVISTE )f. Invito alla bibliogra,fia Nessuna bibliografia è forse più difficoltosa di quella concernente i poeti italiani del Novecento. Parrebbe che dovesse ve– rificarsi il contrario, ma ogni nuova occasione sem– bra predisposta per con– fermare ch'è più facile raccogliere una bibliogra– fia critica esauriente so– pra un Antico che non so– pra un Moderno. Le ra– gioni sono tante, ma prin– cipalissime risultano quel– le del più copioso tratta– mento al quale un Mo– derno vien sottoposto, e in un numero infinitamen– te maggiore di pubblica– zioni. Si pensi ai giornali e ai periodici e ci si ras– segni a dover ammettere che specialmente la biblio– grafia critica di un Con– temporaneo sarà sempre lacunosa. a parte gli al– tri inevitabili difetti di tendenziosità. riscontrabi– li, a volte nello stesso aiu– to fornito dagli autori (dai rari in grado di darlo, ché i più buttano via tutto o tutto lasciano disperdere). con esclusioni personali– stiche. Ma questo è un al– tro inconveniente ed esi– ~e un altro discorso: con la giunta che a dimostrar– si tendenziosi sono spesso gli stessi critici che meno dovrebbero esserlo. quan– do non dipende da scarsa informazione. Si immagini, dunque, quanto le difficoltà debba– no moltiplicarsi e compli- * di J!)NRICO FAL(lUI cars1 per i poeti stranieri del Novecento; e si com– prenda e condivida quin– di il nostro rallegramento sempre che ci imbattia– mo in una buona biblio– grafia sulla fortuna. o sfortuna che sia, di un poe– ta straniero moderno in Italia. E va subito pre– cisato che la prevalenza, a tutt'oggi, spetta ai fran– cesi. Nel solo giro degli ultimi tre anni abbiamo annoverato le rassegne bibliografiche sul Verlai– ne (A. Fongano: Institut français, Firenze, '57), sul Mallarmé (L. De Nardis: Soc. edit. Dante Alighieri, Città di Castello. '57), sul– l'Apollinaire (P. A. Janni– ni: 1st. edit. cisalpino, Va– rese. '59), cui ora si ag– giun~e quella sul Rim– baud, a cura di Franco Petralia (Institut français. Firenze. '60). mentre si aspetta l'altra sul Perse di Romeo Lucchese (Le– rici, Milano, 1961 ). Diligente fino allo scru– polo .il Petralla non s'è trattenuto, per giusta pre– cauzione, dall'enumerare le difficoltà che hanno re– so malagevole il suo lavo– ro di ricerca e che, sic– come permangono e rie– scono d'intralcio ad ogni altro studioso non dispo– sto a rinunziare al sussi- dio bibliografico, ritenia– mo opportuno segnalare, nella speranza che qual– che volenteroso istituto, sull'esempio di quello francese di Firenze, uni– tamente con qualche fidu– cioso editore. sull'esempio di Sansoni in Firenze, t!'o– vino modo di porre rime– dio all'inconveniente con appropriate e regolari pub– blicazioni. Di quali strumenti bi– bliografici, sufficienti alla bisogna, disponiamo al presente? Gli stranieri so– no estremamente difettosi per quanto riguarda gli studi nostrani; e gli ita– liani, pur validi per il re– perimento e per la cono– scenza degli studi in vo– lume, non tengono bastan– te conto dei saggi e de– gli articoli che appaiono in oeriodici e in giornali, quando non li trascurano od ignorano del tutto. e C'est ici que l'absence de bons instruments de recherche se fait le plus sentir>. Qualcosa si ritrova nei bollettini bibliografici del– la Camera dei Deputati e del Senato; ma è di na– tura prevalentemente sto– rico;politica od economi– co-sociale, e risulta hmi– tata ai periodici ricevuti e conservati nelle rispet– tive emeroteche parlamen- tari. e Il faut donc con– sulter Jes collections des revues, hebdomadaires et journaux possédées,. dal– le altre biblioteche, con tutte le alee che Si corro– no in simili ricerche. Sen– za contare che molte del– le nostre riviste lettera– rie non arrivano neppure d'ufficio nelle maggiori bi– blioteche, né sempre, quel– le che arrivano, vengono raccolte e schedate. Meno male, perciò. che da qualche anno la rasse– gna bibliografica mensile Libri e riviste d'Italia, re– d~tta ed edita dall'appo– sito Ufficio della Proprie– tà letteraria artistica e scientifica, in funzione nel– la Presidenza del Consi– glio dei Ministri, elfettua e registra alacremente gli scopi di un buon numero di riviste. Ma converrebbe aumentarli, ed integrarli con quelli dei giornali. Nel settore storico-artisti– co-letterario, l'apporto cul• turale della e terza pagi– na >. a scorno dei profeti di sciagura, risulta sem– pre meritevole, se ben scelto, di registrazione. Si osservi, ad esempio, quanto buon materiale cri– tico sul Rimbaud ba sa– puto rinvenirvi U solerte Petralia, salvandolo cosi dall'abbandono e dalla di– menticanza. Ma altro an- cora avrebbe potuto ri– trovarvene. se a suo tem– po fosse stato puntual– menle registrato da qual– che rassegna critico-biblio– grafica generale. E noi stessi potremmo indicar– glielo. sulla scorta delle nostre modeste personali curiosità: articoli di Cec– chi in Omnibus, di Bon– fanti e di Galvano nella Gazzetta del popolo. di Za,::::hi in Set.tegior11i. Ma chi non ha qualche giunta da proporre anche nella più gremita biblio– grafia? Tutto sta che non si tratti di e pezzi,. im– portanti. E questo non succede col Petralia, che nella introduzione al suo contributo bibliografico rimbaldmo Si dimostra buon conoscitore e buon giudice della poesia e del– la critica novecentesca, non certo afflitto da quel provincialesco complesso d'inferiorità, che, come ha ben osservato il De Mi– chelis ( Leggere, febbraio ·51). porta, in lavori del genere, a denunziare un plagio in ogni eco. Inoltre la introduzione del Petralla è cosi solleci– tante da voler essere esa– minata partitamente insie– me con le ulteriori argo– mentazioni svolte da Gui– da Saba (O.!servatorc po– litico letterario, febbraio '61) intorno al problema sempre aperto, della da– tazione delle Illumina– tions. * <li GLAlJCO CA.IIRO,I' India, un collega oxfordiano lo a11accò aspramente per non aver posto l'Jmpcro britan– nico al cen1ro della propna disamina storica: e ora diver– ~i rabbini ed esponenti ebrai– ci d'America gli rimprovera– no di esscn;i pronunciato con– tro il sionismo e di aver in– dicato nella liberafa7azione dei matrimoni fra israehti e Gentili l'unica maniera di av- gcre la motivazione relativa. per ell'oc~i~k,1;~, fo~~~~cia~~ ribadi10 i concetti fondamen– tali della sua opera di sto– rico e studioso di politica in– ternazionale, specie quelli a cui si informa l'opuscolo in– titola10 II mo11do e l'Occi– tle11te, dove la situazione con– temporanea e "ista in termi– ni di reazione delle socielà ~l~IT,;si;i~t~f :cfcilc~~~f~ni~~~ da alcuni secoli le è anelate im·cstendo e, gr.uic al suo prestigio tecnologico. occiden– talizzando. li suo conterraneo Rudvard Kipling, all'apogeo della. po1cn1a britannica. par– lava di e fardello dell'uomo bianco :i>, di destino imperia– le; Toynbce ripudia recisa– mente queste idee. che per lui cquh·algono alla ln 1 bris della tragedia greca, all'arro- 1?anza colpe\"ole dell'eroe o del popolo accecati dalla pro– pria fortuna. Alla hybris, nei drammi di Eschilo, segue la 11eml!Sis: To, nbec prospetta essenzialmente in termini analoghi il ciclo che cidscu– n~ ci,•iltà percorre, ma senza ombra di fatalismo. K"elcaso dell'Occidente moderno. Tovn– bec vede senz'altro una -possi– bilità di evitare l'estrema ne– mesi, ma a palio di accet– tare la si1uazione ,cnutasi a determinare col ri~\·cglio dei popoli coloniali o tccnologi– came11te arretrali sotto l'im– pulso dell'egemonia occiden– tale. Tale egemonia infatti. profilalasi col Rinascimento e maturata nei tre secoli e mezzo successh•i, è stata di natura dccish•a, ma non po– le\1a durare per sempre; il gioco della stolia è fa110 di alternanze, non di pri\·ilc(:!i statici. La perdita del prima– to politico e 1ccnoloeico. che oggi si delinea chiaramente, è la lol!"icaconseillen7a dello straordinario successo ripor– tato dall'Occ1dcn1c n<'ll'imoor– rc i suoi moduli cullurali al rci.10 del mondo. A,·endo or– mai occidcntali7Jato il globo intero, \'Occidente dc\"e ras– segnarsi a tra1tare da pari a pari (nel mi(:!liore dei casi) con le socie1à d\'ali che. dal punto di vi..in cullurale, so– no le sue figlie adollh·e, o anche soltan10 figliai.tre Dietro la compcti;ion~ tec– nologica e le tensioni politi– che si fa ,·alcre come mo1h·o di fondo il conflillo ideologi– co, che spiega la grande at– tra11iva cscrcilata dal pro– gramma comunista sulle na- 7iOni ex-coloniali. Il comu– nismo è per Toynbcc un'cre– ~ia occidentale, e quindi lo odierno scontro fra i due blocchi ri\·ali non è altro che unn giganle!'tcn lite in fnmi– glia, una di\ bionc intema del mondo che, sollo vari nspct– ti C!<>~enziali, è unificato di fatto se non di diti Ilo. TI c~rattcrc idcoloa-ico del con– fiuto, nonché la minaccia apocalittica delle nuo\'e armi che il progresso scientifico ci ha messo purlroppo a di– sposi1ione, fanno del nostro tempo un'epoca nuova nella storia. L'l sfida è interna. non gi!l esterna; la risposta alla sfida ',lorica decidcrit del no– <;trodcslino. ma Tovnbcc. che non crede nella prcdcstina– ;,ione, si rifiuta di fare pro– fezie limitandosi a consta– inrc i lineame11ti c,;scnziali della situazione qu:i.Ji emer– gono da un esame particola– regs:iato e da una serie di conrronli con altre situazioni ormai da tempo risolte. Il concetto dt!lla civiltà co– me modus \1ivcndi che \'ie– ne a determinarsi in una ~~ict~fid~m~~~ta:; cÌ:'lÌf·~~~ bicnte naturale, e in un se– condo tempo dall'ambiente umano stesso (giacché la na– tura della sfida mula ad ogni fase), fornisce lo spunto per un'interpretazione contingcn- 1is1a della s1oria, cioè per una visione che contempera ncccssit!l e libertà, c, 1 itando in pari tempo uno spirituali– :,:mo astrailo ç un determini– smo fatalista o terragno. Le forLe con cui l'uomo si mi– sura nella storia sono con– crclc, e la dimensione cco– nomicn è basilare; ma se il dilemma umano comincia nel– l'economia, ncll'economin non finisce. C'è una dialcuica del bisogno che incalza l'Homo oe:co11omicus scm:a dargli re- ~~i~ f~aJi~~~i ~f\~~n i5~~'l\~ nella società ideale. La sto– ria è dunque per To, nbce, come per Vico, un'avv,.mturn ideale eterna. sempre rit~n– ta1a ad onta di ogni falli– mento; suo termine intrin– seco è il Regno dello Spirito che e[Zli concepisce metafisi: camenlc. e• chiaro che il suo pen– siero si differenzia nc1tamen– te dr1_quello del suo prede– cessore Oswald Spengler. no– noslnnte la comunanza di tanti motivi. I cicli slorici di Spengler sono determinati a. p~on dalla .11:ggeorganica di ciascuna c1v11tà, concepi– ta come ente assoluto e irre– ducibile che de\'e percorrere il suo tracciato ideale dalla nascita all'estinzione; i cicli storici di Tovnbec sono chiu– si e determ"ina1i soltanto a posteriori quando le scelte cniciali offerte a ciascuna civilt!l siano state fatte; e in lal senso possiamo dire che Toynbee si avvicini allo stori– ~ismo di Croce. per il quale 11passato è necessario men– Ire il presente e il futuro non sono necessitati. Eppure non (':;i~ttndoh~o ff i p:~~~i~i 10 ~~~ bee1ano su ql.iesto punto; di recente è capitato a uno dei r~ùs~tfi~~~g~liridcl f~~e~tag~i erba un fascio assimilando la morfologia storica del Toyn– ~ee a quella dello Spcng:lcr, e m sede locale abbiamo visto commettere lo stesso errore o ingiustizia che dir si vo~ ,~~~1tà 1 3tc:r-a 0 ria~evr p~~}~ sor Slosson. Altri studiosi. come Han- nah Arend1, hanno attaccato Toynbce per la metafisica spi– ri1ualista con la quale tende a coronarsi la sua Wcltan– '-Chauung storica, e c'è chi ha in antipatia la sua ten– denza a considerare necessa– ria una situ.v-ione di crisi per l'esplicarsi delle for7e creative nell'umanità; ma questa obie– ;,ione non tiene conto del di– namismo dialeuico che av- ~~in:1111 Kio~~ifi! 0 t~~~:1e~1i~ di un Kicrkei:raard. cosi at– tuale nelle circostan;,,e odier– ne. L'America ha so,enle ospi– tato lo storico britannico, al– tra,·erso a-li anni; tcmpa fa. quando gli scri\"cmmo la no– \1 ra prima le1tcra ocr chic– derg:li conto di quelle che a noi parc, 1anc. incc;a11cz7.cdi dct1ag:lio e domandargli chia– rimenti ,·ari. egli tC'ne,·a cor– si all'Uni\·crsità di Princeton, mentre qucs1'anno sia per terminare un ciclo di le7.ioni nll'Unh•ersil\· of Pcnnsvh"a– nia, in Filadclfia. E in Ame– rica appun10 il suo pensiC'ro ha avulo, e continua ad a\·c– re, risonanza particolare; Cu atlraverso gli articoli da lui pubblicati nel Neu }'ork Ti– mes Magazine, nella Salllrdav Re1•icw e altro,c, nonchc d3 quanlo si anda\'a scri,·endo contro o inlomo a lui, che \'enimmo a sapere della sua prci.cnza in questo Pae,e c 1~l~a A~bo~~ 0 i 11 as~~ \'~::rL:,~ i-ul problema dei rapporti fra America del Nord e il resto del mondo, che da\ a risalto al pericolo incorso dagli Sia– li Uniti. con tutte le loro buo– ne intenzioni. quando si fan– no rappresentare all'estero da ~ente che rifiuta di con– dividere o anche soltanto ca– pire vita, id!!e e usanze degli allri popoli. e che si 1rincera nella superiori1à del proprio benessere economico , encndo cosi a erigere un'invisibile barriera isolazionisla che tor– na a tullo s,,antaggio politico !!~ 1 Ò ~;1~~~b~c~:tf~ 1 ~ 1 cl· K,1;;~ l'ork Times acerbe reazioni pa1rio11ardc di certi lellori a cui la vcri1à suona\'a sgra– dita. 0,;;car llalccki, eminente i.1orico polacco, difende il Tovnbee dalla s1an1ia accu,;;a che molli accademìci ali ri– ,olgono, d'a\·er cioè tratto ìndebite generalizzazioni da una congerie di fatti insuffi– cicnlemente vagliali; Il suo i.aggio fa parte di un simpo– sio sull'opera toynbeeiana tc– i.1é pubblicalo dalla Lovola Unh 1 crsity Prcss di Chièago a cura di Edward Gargan col titolo The /11tem o/ Toynbee's lliHory. 1\-lai risentimenti ac– cademici degli specialisti non ,;ono l'unica spina nel fianco del geniale scrillore. Qualche anno fa, mentre si trova\ 1 a in ~~~rinea iln~robf!~:V°J~II'~ trito cul1urale fra ebrei e cn 1iani. Come si vede, la definizio– ne di e controversia!• che da ~~Y ~~~~~~ aènn~~rit!~~~pc~= \.·aandic deHo che, lun5ii dal– l'irrigidirsi su po$i1ioni doa:– malichc. egli si moc;tr a sem – pre .ipcrto ~Ila di\cuo;sic.ne e al riesame ... Riesame • ( Re – con.siderations) è infatti il .:..otto1i1olo del ,·olume 1cs1é dato alle stampe; e fra le re\"isioni apportate alle pro– prie idee si annovera appun- 10 quella rela1i,·a all'inter– pretazione del fenomeno ebraico, che in precedem.a To\.·nbce considera,·a un caso di soprawivt-nza della ch-il– ta siriaca allo s1a10 fossile. e ora im·ecc riconO!iCC come contribu10 \·h·o anche duran– te i millenni della D1&'ipora, ,uccedu1i all'epopea biblica. D'altra parte, in un memora– bile capilolo che l'Obsen:er ha riprodotto in un suo nu– mero recen1e, Toynbee si di– <;hiara con1rario all'idea di un • popolo eletto•. da qua– lunque parte "eng:.i, perché ritiene che tale idea fomt– 'ica spunti pericolosi a tan– te forme d1 fana1ismo na7io– nalc. Educato alla scuola del– l'ellenismo e del Rinascimen– to italiano. di cui si confessa fiJiliOideale. lo s1orico britan– mco afferma pure di a\·er ere– ditato dalla propria tradizio– ne protestante, e cioè dalla "e n a più specifi.::atamcnte ebraica della sua cultura, un'a,"·ersione congenita alle idolatrie, poli1iche o cultura– li che siano. Londinese di na– ,cita e di cos1umi. egli idenli– fica questo suo a11eggiamcn– to di radicalismo liberale con lo sbarazzino spirilo • cock– ney :i> che non cessò mai di ~~!~~e~~~ lu~frhn~~::Si~1 di Yondra. Per ques1e sue doti di fles– sibilit!l, di comprensione e di erudizione a,•yi,·ata da gran– di poteri intuiti\'i, Tovnbce esercita un fascino partico– lare sug:li uomini di lettere; in America ricorderemo Ri– chard Chase e Francis Fer– gusson fra i critici che si ri– chiamano in parte alle sue idee. Noi italiani abbiamo ra– gione di compiacerci in modo particolare del tributo che finalmente, dopo sollecitazio– ni nostre e di Enzo Paci, Ar– nold Toynbee ha reso in que– st'ultimo libro al suo massi– mo precursore: Giambattista Vico. I,'~;unor4 LETTER4RIA c1111111.11cifl l'uscito dei due volumi della COLLA1,A. CULOSSt,0 TUTTA L'EUROPA di G. B. ANCIOLETII PONGO LA MA"'0 SOBRE ESPAN A di J. LOPEZ PACHECO ln tutte le edicole e librerie il N. 8 di L"EUROPA LETTERARIA Sommario: _'l'l,S'J'I Giancarlo Vigorelli, l'.- altro fascismo•.' ovvero i papi– mam e i ma11zo111a11i: Juan G. Hortelano, lsabel; Eug:emo Montale - Robcrt Lowell, The cl1e.ssplayer e altre .- 1mtta– ;;io11i I> (con una nota di Alfredo Rizzardi); Paolo Chiarim, Brecht, il realismo e l'ava11guard1a; Jestls L. Pacheco, Es11a,u1ttcmbln e11 f1ebre ae e:.vera,rza; Evg:heni1 Evtu– scenko, Non sono nato tardi/ (Traduzione di Vittorio Strada); Italo Calvino, Quaderno americano; Lorenzo Calogero, Le poesie di • Villa Nuccia• (con una nota di Leonardo Sinisealli e Giuseppe Tedeschi); Alcxandar \fuco, Il catalogo dei vivi; Davide Lajolo, Gramsci, Pa vese, Malavarte; Alexei Surkov, Poesie italiane; Matcom Lowry, Una profezia, un allarme, una scritta sw muri; Domenico Javaronc, Lo. legge della Ma:t. l'il TTI I, I l)IH:." Scnu, .,,, .,.,n, h r:1;scm1dali permanenti, rriadu, Lettera da Barcellona sulla letteratura catalnna · Mau– rJac, tJ011la prima, ma l'ul111na; Baconski, Pro e' co,itro ~,!;;~•s;u~r::t'[; 1 1;~~f 11 T~~h:n~,~.d~s~tu1:ce~~~:'~e/~~II~~= narro 41 ~cevcenko; X., Per la rrslampa di .. 1\lle11zog11a e sort1leg10 :i>; V., Spezzare ti silenzw intorno a don Mnzzolari; Mladenovic, In memoria di uu poeta s111c1da · Zve1ere~ich, A. Tv ardovskii il premio Lt!.nm; Bcvilacqua', Lett~ra in verst .a w.10.SC' "}-llore; Pau1asso, u,1'ed11caz1o11e s~11t1me11tale; v.1t to nm, P10\'ene, Moravia., Ferrata, Qua– s1modo, Arnaud1, Rago, Dopo Cuba; X., fuve111ario euro– peo: Sagan, Le i11som1ie del secolo; Servadio, H.isposla su Freud a u!' saggista .sovietico; Jcr.ty-Lec, Noterelle polacche; Beyhn, la poesia e la • democrazia della cul– tura .:i>; Acc:.oc~a. L'uom~ .nasce di 11uovo: G!igoric, Prot1c, Muz1~ev1c, 7:re opmwni di critici jugoslavi; X., la. strada dt Qua sm1odo; V., Andri Chamson e il suo ultmio ro,,. 1an.zo; Ramous. Arte e polemica di Miroslav Krl~zt:-: y1 rd 1~, . Tutto d'Aria; X., la conferenza d, Par~1;1 e .lammstta per gli antifrancltisti; X., Tibor Dery e I iranaello; X., Il e terrore ideologico•, alle porte della l.,t't ,,,,1111• nru1·1•1~orra L'EUROPA ARTISTICA 7'1-;STI Uf!i bro. A pollo!Jio,. Velazquez e la modernitd; Renzo Vcsp1~ n.am, Storte m terza persona; Lorenza Trucchi Scvçruu: m ezzo secolo di rapporti e di autononue: Samucl Beckett, Il e fallimento• di Bram van Velde: Palma Bucarclli, Giacomet1i: o del prigioniero. ' 6 ,1 /,, /,, I!.'Il I 11 . Scritti di: Yigorelli, Per la mostra romana: e Opposi– z1011e al .nazismo 1>,' Penrose, Ara:an, e Ora zero. di Capogross1: Malaparte, Una lettera inedita per Raffaele f/stello; .Trucchi, Saluto a Baltlms; Mendes, Frl!naud r;:,fsi:~~ 11ofte:c/:.::~c{e~a11china; Bernari, De Grada, Du~

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