La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 24 - 11 giugno 1961

LA FIERA LETTERARI Anno XVI . N. 24 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELLE ART/ E DELLE SCIENZE Domenica 11 giugno 1961 SI PUBBLICA LA DOME ICA ,,._ Fondato da UMBERTO FRACCHIA * Diretto eia DIEGO FABBRI Q ESTO NUMERO L. 100 DIREZIONE. A'.\1 1\'llNISTRAZIONE: Roma · Via del Corso. 303 · Tel. 687645 · Amministrazione Tel. 673015 . PUBBLJCITA': Amministrazione e LA FIERA LETTERARIA n . Via del Corso 303 H.oma · TAR!t'E'.l\ L. 150 al m1U1metro - ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 - Semestre lire 2.150 - Trimestre lire 1.100 - Ec;tero: Annuo lirP 7.000 . c 9 pta arretrata lire 150 • S~rilzinnp ,0 conto corrente 0011tale {Gruoon r I) • Conio corrente ooctale numero l/31426 A CJI.N())UE ANNI DAJLJLA SUA SCO~JPAJRSA * JIOS'l'IU) O'AHTE IN )'.l'Al,L\. * Attualità di Al varo Realtà della scultura Ricorre in questi giorni il quinto anruversario della morte di Corrado Alvaro, .nroncat.o da un m.ale in– curabile /'11 giugno 1956. nella sua casa roma11a. Il male che lo uccideva .sembrò dnrgli. dopo tanto spasimo. alcune ore di tre– gua. Parlò a lungo. con me– ravigliosa fhdditci. e $i spc11u serenaml'nre dopo che per fltlta la notte esti· va avevano cantaro gli usiguoli di Trinità dei Monti. Da allora ad oggi sono apparsi ,wmerosi libri ine– diti. da Belmoro o L'ultimo diario. ed altri sono in pre– para.zione nella collana di Bo,npio,ii dedicora apptrnro alle « Opere di Corrado Al– varo 11, nelle tre direzioni fondamentali alla sua at1i– vi1à. eh<' sono la 11arrati';n, la saggistica e lt1 diaristicn. apparvero (quasi tutti in questo dopoguerra) siti giornqli dove egli collabo– rQ, da La Stampu al Cor· nere del)a Sera 11. ed ora sono qui ripubblicati con le modificazioni clic lo scrit– tore vi portò con la sua minuziosa grafia. Abbiamo scelto. fra quelli messi a nostra dhposizione dalla si– g11ora Laurt1 Bobini Alvaro, amorosa ordinatrice delle carte del marito, gli arti– coli dai quali più evidenti bal::.ino fuori l'originalità e l'a,walità di Alvaro mo· ralista. giudice di costume, denunciatore accoraro della situazione italiana. inter– prete sotlile e ltrngimira11- 1e della crisi contempo– ra11e. nosciuto e riconosciuto pro– prio come scriltore di capi– toli tra narrativa e saggi– stica, tra confessione e de– nuncia. nei quali seni-a li– miti di bella scrittura e con la lucidità apassiona– ra che lo distingueva. egli hn restimoniato la sua pre– senza nl travaglio del do– pogtterra. ma assai di pili,. Ili dramma <leH'uomo con– temporaneo. Non c·e argomento. 11011 c·e punto dolente. che Al– varo nori abbia approfon– dito. cui non abbia tentato di dare una risposta e tilla chiarificazione. Cli el.::eviri che compo11- ga110 le pagine I. 3 e 4 d1 questo numero voglio110 valere. speciatmente ai let– tori pii~ giovani e agli stranieri. come un invito alla rilettu-ra di Alvaro, scrittore ge1111inamenre im– pegnato. tcstimo11c dram– matico e .~rraorcli11ariameu– lt? comttnicariuo della crisi del nostro mondo. lo scrit– tore italiano forse pitì. att· tenrico e originale dell'ul· timo rrentennio. Per ricordarlo oggi sit La Fiera Letteraria abbiamo scelto. non auvenraramenie. la formula della pubblica– zioric d'1rn gruppo d'e/::.e· viri varii di dota e di co11· te111ao rnccolri da Alunrn in voll1mi11nse cnrt<'ll<'già pro11((' od i11 via di appron· ramrnro. è /r>ciro supporre. per la stnmJ)a. Tali el:?eviri La scelta di questi ri– zeviri gici pubblicati, an– ziché degli atltimi inediti conservari nei ca.,setti del– la sua villa di VallcrC1no, per comporre un Omagf;io a/lo Scrittore scompar.,o. ci e parsa giustificata i11fi1w per due chillri motiv{: l) che quegli ultimi inediti ,0110 solo sbo:?zati o frar1- 111c111arii e dtmq1tc ~ugge– .,tivi più che rappresenrnri– t::i; 2) che Alvaro aucnrle. a 11ostroavviso. d'essere co- Oltre agli articoli. pub· blicltiamo un inedito di poe– sia rinvenuto trn le sue cartr, dafaro 1941. L'eroe del nostro tempo Uno dei d1batt11i più frequenti oggi è quel– lo sulla lc1te1·:11u1a n,ura1i,a, cd e d'ogni mmonc, d'o5ini partito politico, d'ogni con– fcs31onc religiosa. Si può ricordare in Italia la richiesta del vecchio, regime di fornire ndln lc11eraturn protagoni!>ti po!>iti\'i, e quel– la di alcuni inlelle11uali caltolici d'oggi, i qunti clich1arano che la leueratura contem– poranea non può essere che dccaden1e. Tale dibattito ,erte solitamente l)UI protagonist:1 del nostro tempo. ,\lo. h~ il nostro tempo un protagonista? A considerare il film, !>Cmbrercbbe di l)i. Il lilm al)~ume un qualunque rapprC!>entante d'una determinata categoria sociale, lo clc,·a a "imbolo e lo la agire trionfontc o scon– fillo atlra\'crso una ,iccnda gremita di dil– tit:011.i. Il prolagomsla del lilm è in gener~ un g10,•anc prc:,tantc e non sposato. puo .sposar:-.i alla fine della , iccnda. Può anche invecchiare nel corso del film. E' una con- ~~~t!~~~ ~~~~~~iccit~i~~iYi~t~t~n!~W J~•b~~ a,crc aperte tulle le porte dctl'avvemrc e della for1una, tutte le possibilità sentimcn– rnli. Es,cre gio\'ani è nel film uno s1ato .so– ciale. Se il pro1agoms1a de\'e a,crc uno .stato .sociale, deve essere d'una cena condl7ionc. In un solo ca~o può non a,•ere condizione sociale: quanto egli sia un irregolare,, un bandi10, un avvcntuncro. Qucs1a matematica del film è as:.ai più rigida che la mntcmatica dclln narrath•a, poichè il film ,;i ri\'Olgc .-d un puhblico assai largo, con primordiali pro– blemi d1 conqu,sta pnuica, e ha preso il posto del roman,o romanzescodel secolo J.cor~o o del roman1.o d1 ca\·alleria del me– ciio c,o. Il film è un roman1.o per .s;!mplid spcllatori dispos1ì ad ammirare e ad eva– dere in un mondo ideale e con,·enzionalc: la narratha scritta i! un simbolo pcr !cuori disposti a cono'Sccrsi e a conoscere il mec– caniismo dell'animo e delle azioni umane, un 1ra11,110e un ,aggio in forme dilcuosc e dì fa,ola Il lilm :1mn1ettc un·e,a.s1onc, una tuga dalla condi1ionc quotidiana, form,;cc un pro. rn11oni~ta che ;1g1scc per noi e che arri,a fa do,·c noi non arri,-cremo mai. Il lilm e un ,·iavitO, il film conl)ena molto della Jet'. tcra1ura cso11ca che fu uno dei tanti aspetti del ~ecolo ~cor,o La narrat1,·a ci fornisce il nostro <:.te:.'So perl)onagg10, parla di noi quali siamo e non quali ,orremmo es<:.erc. La ri– prova è che, ,o!cndo adallare un rom::in,o o un racconto lei tcrario alle esigcn,c del film, si riducono allo con,en7ione del film, e ciol: al rasigiunaimcnto di uno l)COpocol minimo sforzo. Nella fortun:l della narr:Hi\'a ha importanw de1erminanle la diflcren,iazionc della socict:'I 111odcrnt1,la :,pccializzaz1one dc.Ila cu_lt~ra. il profondo distacco delle ca1egonc l)0C13h.qg– gi un uomo colto è lontano da un uomo m– .;olto a!>.saipiù di qunnto non lo fosse nel Medioc,o e nel Rim1scimento. Oifa111, nei Paesi d'Europa la lcltcralllra narrati\ a h:1 conosciuto un declino del suo merca,to ap– pena la crisi economica ha colpito la clasl)c colta ,. ro\'lna1a la cln~ m..::dia. Il tihn non fa in ~nere che mosti are tutte le :-ere alle categorie sociali più lontane e di– verse e d1s1accate, come vive un'altra e dine– r..::ntc cateaoria ,ociale, e le sue abitudini, gli oggclli di cui sì scr.c, gli ambienti che e!>sa lrequcn1::i. E' noto l'insuccesso dei film che prc,cniano ambienti comuni, quotidiani, po,-cri. Un'umanità cducat:1 d:ii film, qu:ilc e il film oggi, e quale C!>!>O non può che essere ')Cn,a tradire la !>Uaorigine e il ~uo scopo, :,:irà un'umanit. di spctlatori che ,,cdono agire per conio loro simbolici protagoni!>li, limitandosi alla parte di coro. Le donne !>PCl– tatrici imiteranno i modi delle donne aurici le quali sono i modelli e gl'idoli visibili di una l)ociclh in\"isibilc. L'um:in1tà si e enor– memente allargata e infoltita, la folla non ha pili contatti con la cl.1l)!>Cmodello, la clas~e dominante, mentre il popolo un tem– po li ave,·a coi suoi re e signori e artisti. Si deve probabilmente all'av\'cnto di nlcu• ne forme :..ucccdanec dell'arte !>enel nostro Nelle pag~- 3 e 4, Elzeviri diAlvaro tempo i generi lc1terari hanno conosciuto così protonde trastormazioni. Se la poesia è di\cnuta in alcuni casi estremi una sciarada, ..:: l)C la narrali\'a si è tanto av\'icinata al l)aggio. La ste:,,3,1 e\'Olll7ionc hanno l)Ubito la mul)ica e la pittura. Bisogna rirarsi alle origini delle lctterarnre moderne per trovar forme U(l:ualmen1c ini7.iatichc e a!>truse, die– tro a cm si cc!a,•ano le scuc ereticali e gli ini,iati a qunlche mO\'imen10 dis:.idcnte e segreto. Mentre la socielà si infolt1scc, men– tre la cultura <,j diflondc, mentre leggere è potrimonio ormai comune, le forme lette- Cornuto Alvaro sul tcrra7.7.o dclln sun casa pros1,iclcn1c la Scalinala di Trlnl1à del Monti rnrie, e in ~encrc le arti, diH:ntano meno e, idcnti, palc11i, ri\'clabili. . Il succc,,;o del film dipende dal t:1110 che c..,so .rispande agli ideali pratici e di con– quista di miho'ni di uomini; eS!>Od~ anche i,uggerimenti di contegno, di buona cduc..,– ;,ionc, prcc:cth di moda e di bcllea.a. Esiste una lcllcraturn afli'ne che compie la medc– ,ima opera. Uno dei romanzi a grande suc– CCS!>O in questi anni dovetlc la .!.ua fortuna al fallo di contcne!'c molte e molte pagine sulla foggia degli abili della protagonista. La dif– ferenza tra il pubblico odierno dei film e il lcuore cli .storie dì ca,nlicri del mediOe\'O non e co:-.\ gr,111de: lUlli e due ch\edono la mcdc:.ima co:..a: un tipo ideale da amnurai;c, un:t norma, un co:.tumc, un'cstcUca, una con\'enzionc di vita. on chiedono di cono– !>Cersi e di eono.scerc · le• raa1oni della \'ila; ,ogliono un'immagine bella e falla della vita, chiedono apertamente una finzione. e un'il• lusione. Essi credono ih quella società quale ~~~~c"i~h/ re~~,~~~o dc~~!e~~c/;/{>dotti alle Generahnentc, quando parliamo di narra– ti,a, noi trascuriamo di ricordare una di– !>IÌJWionc,quella tra narratori che potremmo definire di corte, e narratori realistici. La ,cconda non ha bisogno di spiegazioni. Quan– to alla prima, parrà strano che nell'anno corren1c ~i parli di narratori di corte. Ep– pure C!!!>iesistono tuttora come esistettero nella narra1h 1 0 del medioc\"O e tino a molto iardi. Alcuni drammi di Shakespeare non ,ono altro che !>Chemidi narrazioni di corte, doè della -.;.ocietàpiù libera da bisogni, 1ra– ,fcnti in un altro clima e guardati con occhi realistici e di poeta. E' la narrativa più accclla al grande pubblico, il quale cerca un racconto di protaaonisti posti nelle migliori condizioni di successo, che ,·ivono .passioni rare, sublimi, o passioni comuni in forma sqmsit.1, sempre fortunati, sempre vincenti. pro1ngoni~1i di c,•nsiom che in na- 1ura non csi,;tono. ma che 1rasferiscono il lettore in un:1 vita ideale. Potremmo chia- marli a.ncora narratori di corte perché pro– ,·cngono direttamente dai cantori di corte, dai narratori e ro,nan1icri di corte, dalla cavalleria all'av,·ento del romanzo moderno. JI primo rof"anzo moderno l: nicn~e altro che una specie di l!rrore del romantp d1 co1·1e, un romanzo di corte che si ~rve di un nuovo metodo di indagine, il realismo': è La Prin– c,ve:,Sa de CMve. L'antichità non aveva co– nosciuto il narralore di corte !>enon in al– cuni lip1 di poemi celebrativi. Ma la nar– ratiYa latina, Pclronio o Apuleio, cm.no nar– ralori realistici. Essi arrivano i n u n t empo di crisi religiosa e di crisi dei poteri e rivol– gono la loro attenzione su l'uomo. 8 difatti scelgono a pro1agonis1a il tipo del vaga– bondo, dell'irrcgolnre, dell'uomo che, colpito da un incidente grave in seguito a una colpa, sconta la sua colpa e arriva alla finale puri– ficazione, E' questo il tipo di protagonista della nuova letteratura quando rinascerà, e sarà il picaro spagnuolo. il cavaliere errante non più sempre fortunato, ma che anzi fini– ~cç al burlesco, che san\ dei poemi it;iliani come l'Orfarrdo, e poi di quelli più aperta– mente satirici e anticonvenzionali, e poi l'eroe mostruoso di Rabelais e il D011 Chisciotte. La narrativa moderna s'annunzia quindi coma un'epica di irregolari, e tale rimarrà il suo carattere, che è quello classico. La lettera– tura di corre ha un'origine più recente; essa nasce in un tempo di catastrofo della società, nel Medioc,·o, quando l'uomo, a!lraverso gli orrori delle guerre e delle invasioni che distruggono la vtta antica e associala, non ebbe più che Dio e il suo re. Nacque allora la narrativa dei personaggi ideali, del per– fetto cavaliere, del perfetto amante, della donna perfetta. Nacque anche allora il leg– gendario dei santi, altrettanti eroi perfetti della carità e della fede? Nacque allora il concello della regalità, della fede giurata al ,ignorc, e il concetto della donna sublime, CORRADO ALVARO (contln~ i,ag. 2) ~O'JL'IEJ: ~l[JJL 'JL'hnR: 1'11.A\<G1~111L'<'IICII VOJl,\(J1'Jlll DEJI, 81()0 TJG:A\'IL'JH(.O 'f italiana d'oggi * di C:.:ILsa<;ppf<j SCIOR'l'IXO Dopo un anno dalla Raisse– gna Nazionale di Pi 1tura - che ebbe il merito di P.re,en– tarc un panorama cq u11 ibra10 e quindi <:.ignificati,·o, più di quanto non fo<,-.cQuello par– tigiano della Biennale di Vc– nctia - al Palano della Per. manente di Milano è stata inauJn.Jrala la mossi ra • Scul- tura e disegno di artisli ita– liani con1emporanci •. Tale mostra confenng, l'in– tento di cquidi,1an1a - che è proprio della Societ:ì dì Belle Arti, prcsicdu1:i. da Franco 1\lalinotti - fra le OPPO'-te tendenze, cioè una profonda fede nell'arte in concre10 e non nelle poc1ichc più o meno brillanli o ccr• ,•cllotiche Da so1101incare che la le- 7ionc di bnon,;cn~o ci viene da Milano, cioè eia unn cillà aperta alle piit rischiose esperienze. dove , i\'Ono i mav.giori collc7ionis1i e dove un quadro o una scultura di autore contemporaneo ,i tro– \'ano in tutte le famigli.:=. ,\li– lano, i milnne'ìi. che con la loro ricchl!na e la loro ben notn apc11u1·a mentale con– sentono l'odierna fioritura artistica nazionale, senlono il bi,ogno d'un po' di ordine e danno una lc7ionc a cerio collc,ioni,mo provinciale. Venturi di~ che in questa mo,tra gli unici !.cultori ,·r– ,·enti nella contcmpr)r,ineitJ. <,ono, p('r cspmrio, Bc11agnin e llenevclli: i milanc,i dicono, sempre per esempio, che Man7Ì.I e Greco sono più ncl- 1~ contcmnornneit:I elci due am.idc11i. E ci \'Uol p oco a capire che, fr:1 l'indu, tria.lc che ,i occupà d'arte nei ri - lap:li di tcmno, (.' I' ,•-;imio critico i11tcrmuir)nalc1.1yi;mlc la. •·::••ior 1.1 d:-- 1 1.i oan1.· d,~i primo. Nella mostra di cui ci oc– cupiamo dobbiamo, pu11rop– po, rejiiSlrare uno ,quilibrio Ira gl'm,•111 e le prc,cn,c; e<l e un pcccaw che ,cultori Qli.tli Fanlni. Gallo, \linp:up- ! r.:~vft 1 ~\"' 0 cO~~~ia;t ,~~~~~~~~~ chiamo dcll'a,;;scnn, fr.1 i hianconcristi. di Cnmpil?li, Casora1i, Ca-.sinari, Cor..1, Oc Chirico. Guidi, Guuu,o, Mac– cari, Map-nolato, Mcn,io, Mo– randi, J\lorlnlli, Omiccioli. Paolucci, Punhcat(l, Semcglu– ni, Tamburi e Ve!:>pignani, che a\'rehbcro indubhiaml'n– tc contribuito a rendere piu " reale• il panoramn dell'arte itnli:mn di 0~1,1:i. Tonto piu, poi. che le li11,ure ,;ccondadc invitntc haòno tulle aderito, appesantendo ln con,;;i-,1en7,1 della manifcsta,ionz. Tutta,1ia un ,il!nilicnto non lra!>curnbile Cl)~a lo ha; in c,sn oonveraono arti:,,ti che :.i e:,,audscono nel , :ighc$!gia– mento esteriore della fonnn, a1·1i:-.li che tendono nel nt– tua7ioni plastiche d'impegno schicuamentc csletico cd ar– tisti che, rinumiando alla for– ma per l'intorme, ,01·rchbcro darci un'cmo7ionc materie., del nostro tempo. « r~': ng~~,?;~s~itJ!\~0'' 0 j~~i~1~ no Alloati che, nelle teste mo– dellale piuttosto accademica– mente. ha lasciato i chiodi della fusione; Gio\"anni Pa– J!'.amn che affida Oini dktto a una superficie b1ton:olu1n; Carlo RtlS',O che, perduto il poetico candore d'un t.:mpo, • si C arenato in Un.\ deforma- 710ne gro11c-_scamentc p,eu– do1n1cllct1ua\17.zata; Vit1ono Ta,crnari che modella una tc,ta alla Wotrubo; Ivo ~li che lendc a figurazioni picac;– s1anc. Oltre alla fanta.,i~ macd– bra di Floriano Bodini, ri– corderemo Alik Cavaliere e \lbano eguri per la loro fon:a immaginati,a che tra– sforma le figure in mo-.1ri d'incubo, Sandro Cherchi. al \Olito, si affida a uno s1rano cmrifo; Venanzio Croceui, irretito dal psicologismo, in– ~i~tc !-u forme scontate (idem Enrico Manfrini); Agenore Fabbri ,i compiace sempre più formalisticamcnte delle Il numero 26 deLA FIERA LETTERARIA saràdedicalo al RISORGIMENTO Hanno già aderito all'ini. ziativa: Paolo Alatri Dino Del Bo Fcrdinand Boyc1· Fenlinando di Lauro Enrico Falqul Jacqucs Godechot Maurlcl Grlndrod raul Gulchonnet OenJs Mack Smith l-loward R. Mar-raro Ruggero Moscati Massimo Petrocchi Alberlo Plncherlc Giuseppe Prer.ollnl Niccolò Rodollco Giovanni Spadollnl Franco Valsecchl Roberl Van Nuffel Gioacchino Volpe Inoltre scritti i11cd1t1 di: Antonio Bruers Walter Maturi :-.l1cim·cn7iOm ormai di ma– niera; Giu-;cppc Ma.aullo ha una E.\ltlle (legno) che sem– bra appena emcn:ictrc dall,1 natm;i; Ettore Cal\·clli dma– nc rcdclc alle .sue :itiliu.atl! mcda~lic. Dietro lo slancio costrulli– ,·o, c'è un'immagine nelle :-.culture di Ernc:,to Ornali; poco cspresSi\'a è questa vol– ta la silll:u,azione di Carlo Pa~;mini: Augu:-.to Perc7. è fermo a una tematica espre:-.– so.1 in figura1.ioni che, per la materia e per le rollurc, sem– brano .sah aie da un incen dio; legp:cri e pieni di grn1.ia ,;;ono i • giochi,. di Ennio P elle- ~fi! 1,~· li ~;i~~~ ':tmBi:~ Guidi fra le -.culture ovvie cilert"mo quelle di Carlo Conte. Gli '(Cultori astratti o infor– mali sono rappre~ntati con l2rghezza. Fra di essi citere– mo Roberto Bcnagnin che muo, e la materia in §CTJCO ori7..70ntale, il c;olito Lucio Fontana che l'amal~ama in -.cnso circolare e Mario Ro– handi che radopra in scn<o ,·enicale. Ma nec;suno dei tre, a no<:.tro parere, si propone di allinl{e:e la chiara bellez- 73 dell'imry,agine Vi\'cnte di Ì~~ Far::'t~a ~.èal~an ~~S:in~ Ira <:.<.'molicit.'I e inespres."id- 1~1. Mcizlio, alloni, l'elegan7.a decorali\'a delle piccole in– , cn1ioni di Carmelo Cappello. La prcsema di Anuro Mar– tìni. del auale è particolar– ·mente bella Donna al sole, è quac;i <:.imbolica; mentre b rt'trospclliva del leccese Giacomo Ma.selli, che ha un sun commo"5o e vibrante mo– dellare ( ricorderemo il suo conterraneo \fartincz, che meritercbhc di essere megli:> cono<.eiuto). ripropone la ri• ,aluta7ione d'uno ,;cultore di i~tin10. Poco rappresentato è, inoltre. Giacomo Manzù, an– che ..-e ha una simi:olare Bnmhinn che t: ioca; più im– pc5,?na1i,·a è la pre.SC' l7.3 di Emilio Greco con la G rande. hn1ma11te, che ebbe il primo premio alla penuhima Bien– nale di VenC"lia, e con Testa di ,;:io,•ane donna c he tcsti– monin la pcn,;nsa 1cncrc7.za delle mi$!1iori opere d el no– .Siro, Anllelo Biancini esnonc alcuni hron7i di una forte drammaticità (v. Il figliol f'mdi:n ,:: Cnsto morto l: \lare-elio \laschc1ini. infine, ha no, e sculture fra le più Jmmiratc, che servonv 3 ca• nu ICIÌ77.arcnella ,;ua inlcrc7- 7a di raffinato slili!-.ta lo ~cul– tore \'Cncto. Fra i piuori prc-.cnti con opere di binnco e nero cilerc– mo: le inci.,ioni. i rii segni e le lito di Rarbaro, Bartolini. Biasion, Borsaio, Brancac– cio, Ciarde, Com·cr-ano, Crip– pa, Fiume, Gentilini, Guerrc– ~chi, Miele, -\.loncta (che ri– corda Fan1uni l, Picinni. Sprinp:olo e Zi,·eri. Una bella -.chicra di arti,ti che contri– hm-.cono a dare un ,·oho, e.,tclicamentc \'alido, alla nostra epoca. La mos1ra alla Permanente, che assolve un compito di primo piano, rimarrà aperla ,;ino al prossimo ise11cmbrc: un b,on _\a,so_ rii tempo per– ché molti italumi e stranieri po,<:.ano visitarla e fare.i una iiusra idea dei lra\-agli e delle aspirazioni dei nostri ar1isti. Dei nostri artisti di tutte le 1cnden7e, sena scri– teria1c preclusioni. Sliakespea1ree tutto per flOl SPn.rn minimamente- nl te,itarc1 dr rub"re il me st11•rr ne ur,li ~pec,al,~t, d, lelleratura inglese ,u.• aph specinl1sti di lettcrnt11ra teatrale, e a11cora mPno noli spec-ir1l1~t, cli lellera t.ura scr.sprriano. 1•orrcm– mo c-orrc•r la tlf'IIIIJr(I d, scrwere q11n1tro rir,J1e, ria semplici ll•Hvri. sopr11 1111 argomento altrimenti per noi proibit(). com·e 1111e/Jn della pubblicoz1m1,• in tr~ mapnifi.c1 volumi d, 111110 il teatro di Sliakes/lean• nella trarl11zH111e rli Ce.o:11re Vico /.odo111c1 f Einaudi. Torino), µr<'cecllira dn al– cune note di Bori, Paster– nàk •wflo ~tile e )'ul nono scespiriano e tllustrala. dl<'tro mallet·adorw d<'I l"Argan, con d1pi11t; e di se(Jflt e ram, ~cespir1ani dr Henry Fuseli. Son-0 tremasctte fra tra– gedie e commedie. che vanno in ordine cronolo– p,co. dall'Enrico \"I r 1590) oll'Ennco VIII (16121 e che hanno tenuto seria– mente impegnato il tra- du11ore pel"' 1111a quinrlici- 11a d"anni. E, d1C"inmosu– bito che, trattandosi d1 un tradull~re adusato, come uomo di lettere e come 110nm di 1ea1ro. a tener fe– de al valore della parola ~en:n calpestare le es1gen– ;:e rll'lla scena. sarebbe .:.talo. a purer nostro. rut– (a/rro e/te inopportuno e 111fr11tt11oso daTpli morlo di esporre il criterio da lui '>eguito. senz'altra colfabo– raz1one, nell'accudire alla eccr>zMnale impresa. salra– guardando le differenze Ira opera ed opera. ma nel colnarizzamento di or,nuna segnando a buon diritto la propria firmo. Una espe– rienza del genere merita– ru. e m('r1ta. di non rima– ,iere affidata unicamente al suo risultato artistico quale ce lo documenta e sottopone il testo della traduzione; meritava, e merita. di essere clHarita anche nei suoi presuppo– si, tenne, ,, criuci. oltre che ne, suoi intenti lclle– rari. E il Lodovici. avreb• di be saputo farlo con. discre– zione e precisione. stando alla fermezza con la quale i! venuto sostenendo e pro– seguendo il gravoso e te– merario lavoro (tno al completamento, senza la– sciarsi distrarre, ma nep– pure i,11timorire dai tanti precedenti esempi di tra– duzlOni scespiriane T011ti, se la serie comirL-– ciò nel 1756 çol Giulio Ce– sare di tal Valenfini e se eia allora furono in molti (Bazzoni, Leoni, Nicolini, Soncmi, Sormani. Valletta, eccetera) a sostenere il ci– mento. Ma per aver la tra– duzione dell'inlero corpus bisognò arrivare a quefla, i11 prosa, del Rusconi, nel 1839. Poi fu la votta del Coreano, che la venne ap– prontando. in verso, dal 1839 al 1882. Quindi, dal 1911 nl 1934. toccò a Dtt?– yo Anr,e/f piau(lrsi tPIZO con, un non glorioso nfa- * Eì\"IUCO FA.l,QUI cimento in verso. Quarto, ma d, nuovo in prosa, ar– rivò Praz, sopraintenden– do all'impresa clal 1943 al 1947 e partecipandovi con studiosi vari. Sovrabbon– dano, 11el contempo, le traduzioni alla spicciolata, cosi In prosa come in ver– so, dove, tra le più recen– ti. sono da notare quelle del ,'\!uccioli. del Montale, dell'Errante. del Quasimo. do, del Baldini Jr., dei,.. !'Orbetello, della O1erti, de! Détrore. de! De Stefa– ni, e di clii sa quant.i al• tri. l\la ad enumerarle ed esaminarle tutte, e a mi– surar così la valentia e la fortuna delle traduzioni di Sllakespeare in Italia. oc– correrebbero bibliografie e rassegne di cui invece manchiamo e che sarebbe utile s'addentrassero nello r>8aml' stihsricn ..,; dr, P<'I'· 1:,•u,r" ""'' fo1ula1,,zza ad una valutazione estetica dell'immane lavorlo in corso da oltre due secolt, rintracciando le differenti tendenze e costanti, pre– valse e succedutesi di pe– riodo in periodo: Shake– spera essendo uno di quei sommi autori con i quali ogni generazione deve fa– re i conti. Facile immaginare quan– to, al riguardo, giovereb. be quindi poter disporre di dichiarazioni e confes– sioni. da parte dei tradut– tori avventuratisi, in una gara di. tanto rischio. Ga– ra che riesce meglio ai poeri: 1 Per fedeltà o per beltà? Si pensi al divario di versificazione intercor• rente dal Càrcano at Qua– sìmodo e riassuntivo di cento altre diÌferenze, co– si. nella pagina come nei,.. la recitazione. Ora su ccede che, nella. grandi.ss- ima maggioranza, t t raduttori st sono accin- • ti al Lavoro auendo di. mira la destinazione tea– t.rale, e quindi sottostando ad esigenze particolari. fi– no a ritenersi autorizzati ad interventi e adattamen– ti. spesso troppo arbitrari, rispetto alla integrità ar– tistica del testo originale. 11 quale è u.n testo che impone al trad uttore pro– blemi stilisti.ci non comu– ni col suo passare, oc! osciUarc. dal verso alla pro sa. se nza che tra l'uno e L' alt.ra e vt sia alcuna so– stanziate differenza> giac– ché in definitiva verso e prosa vi e sono trattati come due tonalità di. colo– re, due alternanze di rit– mo, non come due alter– native di. registro e di al– tezza>. E siccome di fronte qua– si ad ogni battuta di tanto testo il Lodor,isi si è tro– vato a dover risolvere complicati grovigti di sti– le e .!i è studiato di riu. scirvi adattando dt volta in voLta iL proprio Lin– guaggio ali.a immediatez~ za scenica, senza in nutla sminuire l'elevatezza del testo, non sarebbe stato giusto invitarlo ad espor– re Le difficoltà. mperate? Lodovici si è sempre ri– cordato - come ebbe a dire; m1 giorno - che She– kespeare seri veva per gli nttori: e che H segreto era dunque queHo di trovare un linguaggio per i no– Sl ri attori, corrispondente, in portata, a quel linguag– gio altissimo, ma parlnto, dt cui Shakesperare ebbe it genio e che si falsa so– vrapponendogli i toni pa– ludati di. un seice11tismo che non era tale nel '600 elisabettiano in genere e scespiriano in particolare. Da questo punto di vi– sta i> importante che la sua cosciente fatica d'uomo dt lettere e d'uomo di tea– tro ci abbia fornit o un volgarizzamento del teat.ro di Shakespeare provvisto di molti numeri per collo– carsi tra i più buoni, alla lettura e atl'a.scolto, del presente Novecen.to 1 ANGELO BIANCINI: « li fìg!Jol prodli;o• (bron~o). (Mostra d1 arthll coolcmporanei .. i\Ulono)

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