La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 18 - 30 aprile 1961

LAFIERA LETTERARI Anno XVI - . 18 SETTIMANA.LE DELLE LETTERE DELLE ARTI E DELLE SCIENZE Domenica 30 aprile 1961 SI PUBBLICA LA DOME 'ICA * Fondato da UM8EHTO FHACCHIA * Diretto da DIEGO FA88Hl QUESTO NU IEHO L. 100 DIREZIONE. AMMINISTRAZIONE: Roma - Via del Corso. 303 - Tel. 687645 • Amministrazione Te!. 673015 - PUBBLICITA': Amministrazione •_LA 5 peFdt~ 1 _RA 000 L 1 E 0 'TTcE 0 RA 010 RlcAor•,e-nteVl•po~.,• 8 1 1 eCo(rGsoru. p3po03 - 11 R)om_ •c 0 • 010 TARco'r;re·;' 0 A 1 • t..po,1 18 50 1 • a!oumrruerU 0 im 1 • 1 • 3 • 0 1 , 2 • 6 ABBONAMENTI: Annuo lire 4.000 - Semestre Jire 2.150 - Trimestre lire 1.100 - Estero: Annuo ,lire 7.000 ,. Copia arretrata lire 150 fzi " ., Dialogo degli esempi * UtvA BIENNALE DA ~o~ RIPETERE * E' un'arte il cinefila? Gli artistintervengono PARIGI. apri.le e: Un'arte? Il cinema e un'arte?,; e E' una domanda. que– sta. davvero impertinente. E che altro sarebbe il ci– nema se non un'arte?> e Un'industria, perbacco. e una delle più impor– tanti del nostro tempo. Come potrebbe il vostrcr cineasta. ammesso che ab– bia un animo d'artista. va– .i:heggiare liberamente la !perfezione. la bellezza. quando il film più insigni– ficante richiede centinaia di milioni. quando il pro– duttore. padrone assoluto della borsa. ha sempre la ultima 'Parola e, di conse– guenza. bisogna attirare in qualsiasi modo il gran 'Pubblico? , Tutti gli artisti hanno biso~no del pubblico. Cre– dete che si possa mettere in scena una commedia senza denaro e senza spet– tatori? Anche sul palco– scenico. registi e produt– tori hanno la loro da dire. Ed è una parola risoluti– va. Se vogliono tre perso– na.e-~i e una sola scena. lo autore dovrà adattarsi a quest'ordine di idee. D'al– tra parte è una verità di sempre. Shakespeare e ?,,folière tenevano conto delle necessità economiche del loro tempo. che. se differivano dalle nostre. erano altrettanto incalzan– ti. Quanto ai pittori. è difficile supporre che avrebbero potuto dipinge– re vaste tele se non ci fossero stati A'rflndi palaz– zi In cui appenderle, o im– ponenti affreschi se non avessero avuto a disposi– zione i?randj pareti ,. Confronto con il teatro <" Le arti tradizionali e il cinema non hanno nien– te in comune. Naturalmen– te un lavoro teatrale sup– pone un pubblico, mn quando le spese sono mo– deste (e lo sono se attori e registi si dimostrnno disinteressati). e sufficien– te un numero ristretto di spettatori. Ricordale\'i dei mirl),coli ottenuti un tem– po al Vicux-Colombicr con il sostc~no di poche cen– ~inaia di fedeli. Una CJilc a\.'eva indicato la strada. la folla venne dopo. Nìen– tc di tutto ciò è concepi– bile al cinema. Il film di minor conto costa cento o duecento milioni. Il pro– duttore non può ripren– dersi i suoi capitali se non comprando la mnssn, e in !retta. li risultato e che i migliori ree:isti sono co– stretti a tenere d'occhio lo specchio degli incassi. Se rifiutano la volgarità. do\'ranno cercare altri mezzi: erotismo. violenza. esae:erazione. grandiosità,. , Non sono d'accordo e la raJ?,ione e questa: il film. assai più del teatro. si rivolge, di là del pub– blico nazionale. a un pub– blico mondiale,. , Pcrchl? "più del tea– tro''? Le commedie si traducono,. , In piccola parte. e an– cora bisogna che trO\'ino all'estero un produttore di talento e interpreti ade– ,c:uati. Il fìJm invece espor– ta i propri attori. Un dop– piaggio. facile a farsi. lo rende comprensibile dap– pertutto. Anche se si rh·ol– ize ad una élite. è una éli– te internazionale. E cre– dete .,che non sia possibile trovare. in tutto il .mon– do. un numero di intelli– ~enti appassionati sam– ciente a sostenere un film di qualità? Eh, via: i fatti vi danno torto. I film di Cocteau, Orfeo, e Il sangue del poeta>, non sono faci– li eppure li proiettano da anni in America. in Ger– mania, in Giappone.' Un altro esempio: nee:li Stati Vniti. in cui il mercato sembrava dominato dalle superproduzioni dispen– diose e pretenziose un pro– duttore indipendente ha portato al trionfo film molto semplici. di basso costo. senza attori di grido_. senza chiasso ne scandali (Marty, La notte dello sca• polo). 11 ,Jtenio: al cine– ma come altro\·e. si libera dalle schiavitù ,. e E\'itiamo i paroloni Genio! Come correte! D'al– tronde, le cause econo- * * di A.\DRE' i'UAUROIS ,li ti,JIJSEl'l'E SCIORTl1\ O miche non sono le sole che mi fanno dubitare del valore estetico del cinema. Anche il suo aspetto mec– canico mi turba. li ci– neasta deve maneggiare una macchina da presa. una .. giraffa .. per il so– noro. un'intera orTicina. come potrebbe conserva– re. tra le squadre di tec– nici. in mezzo al frastuo– no. una freschezza di pen– sieri e di impressioni?, I soldati di Kipling mento a un angolo del creato dal momento che quest'angolo egli lo !oto– J?,"rafacosi com'è?> sici. J?li assassinii avveni– vano tra le quinte. e poi venivano raccontati. Cre– do che fosse un buon si– stema. Ma al cinema ogni azione ò pr~sente. L'azio– ne torna sempre in primo piano. Guardate una bella attrice che si contorce dal piacere. non costituisce un'emozione estetica,. Il delitto tra le quinte e Sotto questo aspetto. capisco di più le vostre riserve. Acconsentite tut– tavia che io cerchi di ri– spondervi. E' vero che Quei corpi in movimento (Conlln~ pag. ?) Uno d~I cavallini di Clo,•nnola (vedi articolo a pagina 6) A più di un anno dalla XXXI, Biennale di Vene– zia. in prossimità della no– mina di quanti dovrnnno prepararla. abbiamo avuto i pl'imi due interventi: una lettera al Presidente pro– fessor Siciliano firmata da Ardengo Soffici. Francesco Messina. Giorgio De Chi– rico, Primo Conti, Carlo Carrà. Domenico Cantato~ re. Pericle Fazzinl. Achille Funi e Antonio Donghi. i quuli - giustamente preoc– cupati del modo balordo come sono andate le cose nel 1960 - chiedono «. un tempestivo chiarimento cir– ca i criteri che informe– ranno la prossima XX.XI mostra». limitandosi a esprimere la certezza (cerp 1ezza in verità ancora mol– to incerta) che « la chiara comprensione della reale situazione dell'arte contem– poranea e del ruolo sempre valido tenuto dalle tenden– ze figurative)> farà sì che il pror. Sic!Jiano si atterrà « alla giusta valutazione di quellii tradizione artistica italiana che è stnta total– mente respinta nelle prece– denti Biennali )J. e Questo nuovo argo– mento non mi sembra che valga di più del primo. La macchina da presa e i motori sono mezzi al ser– vizio di un pensiero. Non avviene lo stesso ,per il teatro·! Anche là l'autore, il registn. è circondalo da macchinisti. da elettrici– sti. La Comedie-Française e un'officina come lo C uno studio cinematografico. Se rortista e valente. domi– nerà tutto ciò. Meglio an– 'COra. se ne servirà , . e ~on lo fotografa co– me è. ma sceglie nella na– tura le immagini. i parti– colari che corrispondono a ciò che ha in mente. o me– }?.'lio ancora li crea. Dal momento in cui distribui– sce le parti, eJ?,li modella le sue statue. Sceglie quel dato attore perche sa che il volto di lui è capace di assumere l'espressione di nobiltà che egli stesso de– sidera e suggerisce. An· che gli oggetti. nel film. non sono quello che sono. ma diventano simboli. Una mano contratta so– stituisce un lungo discor– so. No. il cineasta non fo– tografa il mondo com'è. ma piuttosto suggerisce come egli lo n1ole. La partenza di un treno sarà rappresentata con il pas– sa,e:gio sulla banchina di ombre che interpreteremo come carrozze fcrroviilrie: un paesa.e-gio sarà intra– \'isto, cleformato. nel pa– rabrezza o nel parofnngo di un'auto. Tutte queste scelte insieme costituiran– no quel cS<'sznodi un tem– peramento·• che conside– rate. con ragione. come il carattere ,essenziale del– l'opera d'arte,. SIA!UO Sl~PP.tJ;LL11.'I SOTTO \ 1 .\1, • :V HF. DI C.\ll'l'.\. * Un altro intervento è do– vuto ai professori Carena. Ceselli e Torres dell'Acca– demia di BB.AA . di Vene– zia, intervento che nvreb– be dovuto allineare docenti forse pili autorevoli, fra i non astrattisti. Codesti esimi professori chiedono Il ritorno della gestione della Biennule al comune di Ve– nezia perché la manifesta– zione sia posta nelle « mnni di pochissime persone,, ccc. e che Il padiglione ita– liano (unica richiesta. a nostro parere, da prende– re in una certa considera– zione) sia dato metà ai figurativi e metà airli astratti. e Se l'artista è valente ... Date sempre il problema come risolto e ritenete pacifico che il cineasta sia un artista. Ed e proprio questo che nego,. Aspetti allarmanti dell'inflazione e Sia. Torniamo dacca– po. Dite che il cinema non è un'arte. Mo che coso e l'arte? E' la crea– zione di un mondo diver– so dal mondo reale e re– J!Olato dn uno spirito umano. E' srnto detto: "Un angolo del creato visto attraverso un tem– peramento" e la clefinizio· ne è abbastanza buono se ag,1.[iunRinmo: .. e regola– to dallo spirito··. Notate che non oppongo !'orte alla n"atura. L'artista si serve di elementi naturali. e talvolta si trovrmo nella natura frnmmcnti di ope– re cl'nrtc. Ma sono felici occasioni. L'opera d'arte e tutta costruita. E\'oca ln nnturn. non la copia. L'ar– te ci distoj?lic dnl mondo dell'azione anc;he quando In descri\•e. Kiplin.l( narra di soldati. di amministra– tori. ma le,1.!:li!.endolo.non dobbiamo combattere le loro battaglie. ne risol\'C· re i lol'o problemi. Li os· seryiamo, On ciò un mì– scu,c:lio. sconosciuto nella vita, cli contemplazione e di azione. che costituisce propriamente il sentimen– to estetico,. e \"i ascolto con interes– se e con pincere poichè portate acqua al mio mu– lino. Un nnp;olo del creato visto attraverso un tem– peramento Come Potrà il nostro cineasta imporre il se,2:no del suo tempera- Lo atile di Chaplin e E sia. Pensondoci me– ,e:llo. ammetto che un fìlm possa portare il segno di un temperamento artisti– co. Oopo tutto. Charlie Chaplin. Renè Claire. Au– tnnt-Lara. Marce! CamC. Ophuls. Rossellini. \Vil– liam \Vyler, e tanti altri hanno tutti avuto uno sti– le proprio che io stesso. profnno. riconosco. E que– sto per quanto ri,1?.uarda il temperamento. ì\Ja ave· te anche detto. parlando dell'arte. che il sentimen– to estetico e suscitnto dal miscup:Jio di contempla- 1.ione e di azione. Non vorrete almeno ammette– re che la contemplazione è assai meno oura quando ,irunrdate un film cli qunn– clo le,t(,c:ctc un libro? Il libro è un racconto di a\·– "enimenti trt1~corsi, e, quindi. prh·i di punte acute. Non c'c niente di più bello in Balzac di que– J?li attacchi del racconto quando. fortemente anco– rati nel presente, :dl'im– prov,;iso ci chiniamo. al richiamo elci narratore. su un passato vivo e nello stesso tempo morto. An– che a teatro assistiamo poco agli a\'venimenti violenti e penosi. Nei clas- :i.lesi addietro, neJ pre– sentare La semino 11ello bufera (Ceschina. Milano, 1960). raccolta postuma comprendente alcune tra le più compiute e operet– te> inedite cli Nino Sa– varese. ci augurammo che la pubblicazione giovasse finalmente all'autore qu.el maggiore riconoscimento al quale ha diritto da un pcr~o. come il Gargiulo (cfr. Galleria, dicembre IQ55) ebbe a dichiarare fin dal 1930. Poco prima. qualcosa dl non molto dissimile ci eravamo ugualmente au– gurali che fosse per acca– dere in favore di Lino Pictravalle allorché. nel• l'occasione cli riprcsentnrc, scelta e riunita in un solo volume (Erbe amare: Cc– schina, Milano. 1960). una cinquantina dei più bei racconti appartenenti alle sue prime quattro opere (I racco11ti della terra: 1924: H fatterello: 1928; Storie di paese: 1930; Mar– cia nuziale: 1932), rite– nemmo inopportuno farlo precedere da un qualche nostro scritto che. doven– done sottolineare il slgni• ficato e il valore anche in rapporto all'anzianità elci dati cronologici. avrebbe potuto. contrariamente ad ogni nostra intenzione. ri– sultare imbonitorio. ì\Ia le nostre illusioni erano destinale a risultar fallaci. Tulla. di quanto speravamo e di quanto era pur lecito aspettarsi. si e verificato. Appena qualche * di E',l'lll('Q l''.--11,Qlll lusinghiero ma sbrigati\·o cenno qua e là. mn niente che dcnot~sse. o che la– sciasse indovinare, come probabile, una effettiva ri• presa d'interesse critico, dnl cui rivendicativo mi– raggio ci eravamo invece lasciati attrarre. Né e le cose , debbono essere. piu o meno. ,:mdat~ divcr::;a mente con Scoperta del tempo (Ccschina, Milano, 1960). dove pur sono radu– nati tredici. fra inediti ed editi. dei romanzi brevi d1 Mario Puccini. E al ma– linconico elenco si potreb– be raggiungere anche il ca– so di Malaparte. per quan– to ha riguardo all'atten– zione, cioè alla ingiusta e malevola disottenzionC'. dcll.1 critica (ma senza tuttavin rntra\ciare l'an– damento de 11 a vendita. che procede favorevolmen– te per proprio conto. da• to il persistente interesse suscitato dall'autore). Una raccolta come l'Inglese in paradiso (Vallecchi, Firen– ze, 1960) quantunque me– ritevole di essere annove– rata tra le più acutamen– te estrose di quell'intra– prendentissimo autore. sta passando sotto silenzio. se non quasi inosservata. Né sorte migliore. sempre ai 0ni critici. ò toccata ad altre precedenti stampe e ristampe malapartiane. Ciò, a differenza di quel che sarebbe accaduto se fosse stato vivo l'autore. ì\la non soltanto perchc questi avrebbe, allora. ben saputo come , lanciare, un proprio libro: né per la saturaLionc che puo :wer lasciato di sC. 8 nep– pure per la differente pie– ga presa dal successivo svolgimento letterario, Ce1·tc diITere111.e sono sempre esistite. ma non hanno impedito che i , re– sponsabili, venissero prc• si in considerazione a cau– sa della toro presenzp.. La ragione del disinteresse, persino da parte degli zc– lnnti lettori di proress10- nc. sarà dunque da ad– debitare alla persuasione che. criticamente. su que– sti autori non c'è più nul– la da dire, dopo quanto ne è stato detto? Eh. no: abbiamo ricordato l'antica insoddisfazione del Gar– giulo per l'insuffìciente ri– conoscimento ottenuto dal Sovorese, in contrasto con molte gratuite sopravva– lulm:ioni: abbiamo lamen– tato l'ingiusta di menti• canza cui vengono fatti segno da anni la Pietra– valle e Il Puccini, fino a lasciarli ritenere bell'e li– quidati: abbiamo segnala– to come il giudizio sul Ma– laparte esiga d'essere ri preso e reintegrato dopo le ulteriori acquisizio- ni. ecc .. ecc. La triste verità. per dir• la con le parole di un11 J, l PF~OSA ODl~Sl!:A DF:L PADlll<J DI ·• Ul_,ISSE,, * L'ultin1a casa di Joyce a Trieste L'appartamento. e spe– ci:tlmente la stanza in cui ,·ive uno scrittore scavan– te in profondità. com·e il caso di James Joyce, va senz'altro annoverato pel materiale delle esperien– ze vissute. F:i parte quin– di. di quegli elementi che stanno nell'ombra del sin– ,Eolo individuo. e dai qua– li tratto tratto ogni scrit– tore coglie una ru.e-ace e ma~ari ina\·vertita sensa– zione e la passa nella sua narrativa. Fu appunto per raccogliere frammenti di possibili associazioni fra l'uomo e la sua opera. che la Hutchins ritenne e ,·a– lesse la pena di conoscere il quartiere, abitato dai Jo\'ce a Pari!?i. :\la nulla. o ·quasi nulla. si è fatto sinora per quanto riguar– da il decennale so,l?J?,iorno del Joyce a Trieste. Dal suo copioso episto– lario si conosce l'ubica– zione di tutti gli edifici in cui abitò: ma nessuno dei biografi pensò di descri– vere l'aspetto di uno dei tanti appartamenti che lo ospit.Jrono. Fatto strano. poiché contrariamente a ciò che gli accadde a Pa· rigi. dove si emancipò dal– l'inse~namento. a Trieste fu sempre costretto a im– partii'!! lezioni private di * di DAU IO UE 'l'UO~I in,Elese. non solo recandosi dagli allievi. ma anche in casa propria. Dei suoi al– lievi più giovani ve ne devono quindi essere an– cora di vi\'i. di rintraccia– bili e interpellabili. Co– munque, - questa conside– razione vale anche ,per il suo ultimo appartamento di vi:i Donato Bramante n. 4. ch'io conobbi molto bene e nel quale procu– ravano di convivere alla meno peggio. in pochi vani. cinque perso11e: i due coniu,l?i, i due figli, e la sorella dello scrittore. Prima di traslocarsi co– là. come risulta da una cartolina ancora inedita. e in mio possesso. essi abitavano in via Barriera Vecchia n. 32, l'attuale via Garibaldi. e vi resta– rono fino all'agosto 1913. In via Bramante invece. rimasero dal 24 agosto di quell'anno, alla fine di giugno del 1915. Il 24 ago– sto era allora la data tipi– ca dei traslochi cittadini. In quel J?iorno Trieste pre· sentava il singolare spet– tacolo di una vera baraon– da. attraversata com' err1 per lungo e largo da tutte le specie di carri traboc- canti di masserizie, e trai– nati a fatica da trafelate pariglie di cavalli. L'indicazione se~nata al- i' fficio Anagrafico di Trieste che i coniugi Joyce dimorarono ne·lla città dal 1906 (,Tia Boc– caccio n. 1) sino al 1919, e che l'ultimo loro indi– rizzo e in via Sanità n. 2. C molto lacunosa e im– precisa. Non tiene in evi– denza. perché non notifi– cate. le varie e frequenti permute di domicilio; e quanto alla via Sanità. lo stesso Joyce in una lettera La casa di Joyce a Trlcs1c, In Via D. Bramante, 4 (1• p.) spedita da Pari~i a Italo Svevo. il 5 gennaio 1921, dichiara: e c·e a Trieste. nel quartiere di mio co– J?,nato. l'immobile segnato col numero politico e ta– volare di via Sanità 2. e. precisamente situato al ter· zo piano del suddetto im– mobile nella camera da letto occupata da mio fratello>, e via. Si tratta perciò dell'ap– partamento del cognato in cui, partendo per Zurigo. aveva collocato provviso· riamente, nel ,giugno 1915, le mobilia, pensando. co– m'era infatti sua inten– zione, di ristabilirsi a guerra finita a Trieste. L'ultimo vero apparta– mento fu quindi quello di via Donato Bramante. in una casa al cui fianco sale una scalinata: edificio di una certa pretesa. costrui– to nel primo decennio del secolo. a ridosso di una breve erta che culmina in un castelluccio turrito, ca– pricciosa costruzione del– la seconda metà del secolo scorso. il cui destino fu di scomparire dietro l'alto .sipario delle case sorte tanto in via Bramante che sull'area di quello che fu (Continua a pag. 2) canzone. è che ormni e le cose,, in lettera turo. si sono messe in modo che chi ha avuto, ha avuto. E chi, non avendo avuto. aspetto ancora? Altro causo - non cer– to tra le minori - dell'ac– Cl'escersi delle difllcoltò nel procedere n determinate revisioni e riparazioni, noi In riscontrinmo nella esor– bitante produzione eclito– l'ialc, al cui fabbisogno nulla più risulta bastevo– le. Da un \alo viene :icca- 1>arrato quello che, doven– do essere ancoro scritto. rappresenta una Incogni– ta; dall'nltro viene rimes– so In circolazione alla scelta quello che sarebbe consigliabile lasciare un po' in deposit9, nffinché cominciasse a sfrondarsi e a riassettarsi da solo. Ma Cl sembra. però. che 1,ell'insicme la 11 profferta 11 svii la questione. tendendo a portnre la discussione sul pinna delle quisquilie, del blzantlni~mi e delle va– nità personnll. Più produ· cente senza dubbio la pri– ma lettera; essa documen– ta la rivolta morale d\111 gruppo di artisti di primo piano, i quali non hanno ormai velleità personali. che non hanno In proprio nullo da chiedere a.llit Biennale e che interven– gono per cercare di ridar prestigio n una lstituzlone italiana di carattere alta– mente Jntcrnazlonalc. Quando ancora gli arti– sti tacevano (nella speran– za di non subire l'ostraci– smo o 0duclosl di quel che ~~:~~!: a1f•~~~cnz1~~~o~tl~~~ !.-----------; pcdiscc il riesnme di mol- I mercoledi te pur auspicate e riordi- nate ristampe è la neccs• sità di dovere. nel conlcm- della F1·e1·a po, tener dietro alla nuo- va produzione, per cosi dire. giornaliera. La qun– le è tanta e poi tanta, con– siderote lé sempre più equivoche improvvisazioni e concessioni, da spingere alla rovina il censore scru– poloso che non rinunzi n tenersi informato e che voglia farlo con provala cognizione di causa, anzi che con una imbroglione– sca sfogliatina di pagine. Noi abbiamo sempre ri– tenuto che alla , professio– ne , del lettore debba an• dare unita anche la evo– cazione,: cosi come non riusciamo a immaginare un e saper leggere, di– stinto da un e saper giu– dicare>. Ma oggi ci sono momenti, quando il posti– no scarica sul tavolo ca– taste di pacchi di carta stampata. in cui si è presi dallo sgomento e vien la voglia di alzarsi e buttar tutto all'aria. Professio– ne e vocazione subiscono snervanti affronti anche nei lettori infaticabili. Ci si vuol costringere a tirar via, limitando ogni còm– pito all'informazione sbri– gativa? Ridurremo la ru– brica critica a un elenco editoriale? Ecco qua: per rimanere nel solo settore delle e novità > tra le e ri– stampe, di autori italia– ni contemporanei. anziani o trapassati, intorno alle quali sarebbe doveroso in– trattenersi seriamente, ci stanno di fronte: il VI ed ultimo volume di Tutte Le opere di Luigi Pirandello (pp. 1357, a cu– ra di Lo Vecchio-Musti, da aggiungere alle precedenti 6640 a cura di Alvaro e di D'Amico. nella stessa se– rie mondadoriana): il rv (Testimonianze e polemiche religiose) dei primi volumi di Tutte le opere di Giovanni Papini (pagine 920, da aggiunge– re alle precedenti 4148 del. la stessa serie mondado– riana, senza trascurare le 200 del florilegio fiorenti– no allestito dalla figlia Viola: Cittd felicitd ed edi– to daJ Vallecchi); il lii dei primi volumi delle Opere di Ardengo (Continua a paa. l) Da mercoledi 26 corr., ore 18, presso la Libreria • Al Dloseurl. - Snln dtll'i\rco (Via del Corso, 300), • La Fiera Lellcrnrla • hn Inizia– to I suol • Mercoledl "· Il primo sarà dedicato al volume • Teatro Tragico Jtallnno" di Federico Doallo. Presente l'autore, pttndc– ranno pnrtc al dibattito A. Fiocco, V. Pandolrl, R. Radice, lntrodoltl da DlciO Fabbri. avrebbe stabilito una com– missione in cui c'erano Wl Brandi. un Ciardo. un Ma– scherini: i due ultimi tra– volti dal salto della quaglia fatto dal primo). la stampa più qualificata ha preso posizione contro la Bien– nale; fra i crllici d'arte militanti - se si escludo– no i pochi settariamente .istrattlsti - si creò spon– taneamente un fronte uni– co. che il prof. Venturi cer– cò di svalutare asserendo ingiustamente, che i suoi membri erano d'idee anti– quate e che lui (collocato come professore a riposo per raggiunti limiti di età) era l'aJ0ere della giovinez– za che avani.a, Il prode Orlando della situazione. Se. dunque, il Presiden– te Siciliano vuole docu– mentarsi sul come sono an– date le cose della trascorsa Biennale e vuol conoscere le reazioni spesso violente da essa suscitate non ha che da chiedere al suo ar– chivlsta la stampa - tutta la stampa - riguardante la Biennale predetta. Avrà da sollazzarsi per qualche settimana; ma alla fine non potrà non rendersi conto che la XXX Bienna– le ha suscitato un coro di proteste. è stata giudicata una manifestazione assur– damente settarla ed ha In– ciso sul prestigio dell'lstl• tuzione. Senza aver la certezza di un sicuro totale rad– drizzamento. siamo convin– ti che - anche nel caso In cui le giuste richieste della critica e degli artisti non astratti dovessero non esser prese nella dovuta considerazione - sarà 1m– possibile ripetere la pas~ sata Biennale. Gli astrat– tisti hanno avuto tutto quello che hanno voluto. si sono impadroniti - pur– troppo aiutati dal mini~ stro 1\Iedici che. nel suol discorsi. cominciò a ragio– nare come Argan - della Biennale e di altre mani– festazioni importanti; ma. ad onta d'una presuatuosa orchestrazione propagandi– stica non hanno potulo conquistare l'opinione pub– blica. E pertanto il loro sfogo ha concluso una si– tuazione altrove ormai su– perata. balcanizzando la parte più Ingenua o più furbastra del nostri pittori e scultori. Fuori di oJni clan astrattista. gli artisti più consapevoli. poiché non avevano rinunciato ad esprimersi per Immagini comprensibili, sono stati, console Pallucchinl. ogni biennio sempre più com– pressi: e lo scorso anno, console Dell'Acqua e pro– console Apollonia. quasi del tutto defenestrati. Ma s.l tratta di forze vive. forse le uniche \·e– rnmenie vive. dell'arte Ita– liana contemporanea. df'– stlnate a porsi come gli elementi artisticamente po– sitivi della nostra epoca. Cacciate dalla finestra. ora esse ritornano ovviamente nlla carica per entrare dal– la porta. Sapplnmo che la protesta si allarga, sinto– mo di un'insotreren-za sem– pre più acuta; quindi è nostro dovere ammonire 1 rc~ponsnhlli di quel che accadrebbe domani di una Blcm\ale di nuovo ricettri– colo dell'astrattismo e sue sottospecie. e metterli in guardia contro gli schia– mazzi che saranno Indub– biamente fatti (I' ultimn Qundricnnnle Insegni) prr Imporre i vari astratlii-mi ancora una volta. rlcor· rendo alla solita superfi– ciale e falsa afTerma'Llone: che l'arte viva di oggi è. solamente quella astratta. E allora? Allora non do– vrebbe essere dlff\cile al prof. Siciliano nominare la Commissione e la Sotto– commissione con oculatez– za. determinarne. a prio– ri. i compiti. precisando che nclJa Biennale 'Pros– sima dovranno trovar po– sto gli artisti più validi di tutte le tendenze. senza de– bolezze per alcune di esse. Agli ostrattlstl. In tutti i casi. non potrà essere as– segnato uno spazio maggio– re di un quarto di quello disponibile; evitando che tra I 0gurativl astutamen– te s'invitino i meno rap– presentativi: com'è stato fatto nel pènultlmo Mar– zotto (l'ultimo abbiamo preferito non vederlo). Come arrivare a deter– minare una situazione di giustizia è prerogativa del Presidente prof. Siciliano; 1101 abbiamo solo voluto, a chiare lettere. sottolinea– re l'Immoralità della si– tuazione venutasi a creare a Venezia ed affermare che essa non può e non deve ancora continuare. La Biennale non potrà di– ventare monopolio di una setta; deve ancora essere. se non vuol decadere, 11 luogo d'Incontro del mi– tliori artisti di tutte le ten– denze. l'ambito premio di quel giovani che nel blen– nio precedente abbiano la– vorato con ottimi e;iti • sempre a prescindere d;ill~ tendenze più o meno pre.– scnti nelle loro npere. Se si ammettono gli ~cn– plazzatorl di un Mondrlan o di un Pollock. a mag~ior ragione si dovrebbero am· mettere gli Imitato:·! di un De Plsls o di un Casoratl. Ma noi pensiamo che, In una Biennale fatta come s1 deve. dovrebbero essere eliminati gli uni e fi.!\I al:ri, dando posto a quel gio– vani che hanno un mon– do proprio e mezzi schlrt– tamente pers-.Jn<1ll per e– sprimerlo. La camorra a Napoli e la mano In Sicilia: non trapiantlamole deflnltlva– mente sulla Laguna. E per– sundlamocl che di quanto è accaduto e accadrà alla Biennale sliimo tutti soli– dalmente responsabili: Pre– sidente dell'Ente, Commls• slone e Sottocommissione. artisti e critici d'arte.

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