La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 16 - 16 aprile 1961

Pag. 4 LA FIERA LETTERARIA Domenica 16 aprile 1961 Mostre d'arte romane ;t /itm d,ti; ,ettimana ~'1:ti~o :1e:1~~io·dt;.P,~';: t~: ~'.or:; ~I\~~~~ ~~i.,:~~ L assassi Il o Il QUA DO LA SAGGISTICA È U r ROMANZO * gran rifiuto « La Nuovn Pesa ,, ha ll patia. di togliere nl cubismo ogni ~e:1~~e d~1!~% ~~;%~r;~~-enl~ 00~~1;1:i~n:n, ~!ahriN~,~~ \ st ~{t':ne~1 ;~fvoco~h! g~~dg~~~"°r:~fì-e e~~;; }~n~~~ 1iredell:ro~{i~· d;a ii= ~ 11 !W~~j 8! 1 ~t~ 8 t1 dA.~f1~~lC- gallerle - a salvare la di- chetU - indubbia testlmo- Vincenzo I>.1nrnno ha ·uu 11 cinema italiano. or– mai. sembra prevalente– mente interessato dal e fat– to di cronaca>: ma con gnità del gnllerismo romano manza d'un sia pur piccolo gusto istintivo degli accordi {!~~~~~ p~=~ 1;. tat~~;{~ ~~:~~ 0 pr~o~~cl~ad~~~~g: ~~-n~i~i-o~1fu. 81 t:ib~~;~! mostra di Renato Guttuso nusccre gradita a coloro che la sua. sicurezza. Ma, in que- e di Giacomo Mnnzù. per gli non pappngallegglano se- sto siciliano. non c'è anco- orgamzzatorl. dovrebbe es- g1,1~ndo In moda ma cl1e pre. ru una vera e propria scelta sere la principale della st.n- feriscono avere una loro mi- stilistica: ha qunlità. dunque. intenzioni. in genere. quasi esclusivamente psicologi che. pur restando fermo. in chi lo affronta. il con– cetto di intrigo e giallo> o. comunque, poliziesco. (Da adoperare, tuttavia. in funzione indiretta. come pretesto per una documen– tazione di caratteri e cli ambienti). f~{!;~i}~~to l ~~-otoch~1~~f11~ !~~:t.t~;.~ ~iu~ f~ge~~ per ~:;u~~?'~\~~p~l~tu~·~!e~et~~ tato uno dei più noti retori. ROSCIOLI no ancora decantare. E per- il quale se l'è cavata <com·e La Gnllerla Russo questa. tu1Ho è un pittore. suo costume) parlando SO· volta t.oma al genere com- Marcello_ Bazzom è un prattutto di sé. merciaie con una per30nale b!anco-nensta sapiente. che Di Guttu~ sono In mo- del pittore Bruno Roscloll. sa comporre. con assoluta ~~:i11 a!~~~d1!~~ 1 'sc~~~~n~l ~~~~/e~~~ft~fl~r~e~~;ur: ~res~rari::zz;o:t:t~r 1 ~·n·~l~= ma cli quelli costruiti, e al- soluziom più O meno scon- gnnte efflc-acrn rappresenta- cune nature morte Inserite tate. qumdl divenute ovvie. tlva m paesaggi. Nature mane In assenzn d'un verace im• che generahnente ripetono la pulso fantastico il Roscioli si rappresenrnzione di oggetti auardn, Infatti. a rifare cer- non da ora cari all'artista t,i motivi propri ai quadri dl (tazze, cnHettiere. barattoli, via Nazionale O di p 18 z;,,a fiaschi impagllati. cestini. della Rotoi~da; e ciò. spes- martelll. tenaglie. peperoni. so. con un impegno che tra- cce.); ma adesso accordati SC€nde la modestia di un con paesaggi d'ampio respi- dipingere decisa.mente ma- ro (fughe di strade o di tet- merato. ti e certi cieli caratte:-istlca- Il Roscloli. della cui buona. mente meridionali). La mo- fede non dub!Uamo. quando stra di Gut.tuso non ha pre- riesce a far qualcosa fuori tese di organicità; documen- della genericità. non sa n. ta alcuni aspetti del più re- berarsl dell'ingombrante pre• cente lavoro dell'artista e te• senza di Dc Plsis. tanto in sWmonla della sua inesausta alcw1l pnesaggl quanto Jn carica fantastica che lo por- alcune nature morte. Ed è ta a osare. senza mal sosta- perciò che la mostra di que- re dalla sua appassionata e sto artista non cl sembra ab• appassionante 0pera di crea- bastanza slgnlflcat.Ivn. - R=U= Mnnzù. accanto a. disegni MAR.ANO che non sono Ll'a I più lm- BAZZOFFI pegnativi tqualcuno ha ad• Alla Galier!a del Vantag- dlrittura origine p1casslanu) glo. una volta tant.o. tre glo• espone alet:n! bronzi fra cui vanlsslml: Cloty Ricci ardi Pittore con modella. La pat• con alcuni olil di un post- tinat,.ice. Busto di. Ir.~,e (sen- cubismo che si avvale del za dubbio un capol;woro). SABATINI FRAt."VCESCHINI FABRIZI Al «Carni.no» espongono rre pittori con cl•ca 18 qua– d1; ciascuno: Renato Saba– lini ch_c ha. del paesas-gi es– senz1al1. dl una cromia lncer– t-1 e con qualche accordo riuscito: Arturo Francesch!. ni. il quale cl sembra. meno mosso del precedente. legato :l un inge..' 1.uo manierismo; Pietro Fnbr!zi 11 cui pur pia– cevole geometrlsmo astratto è senza dt:bbìo di sec.-onda mano. Quindi I tre pittori non hanno qualità o maturità tali da giustificare la mostra. So– no. più o meno. sul plano del diletto: e non e neces• sarlo aver doti profetiche per dire che si rammnrlche– ranno assni presto di aver mostrato opere che denun– ciano solo un incerto speri– mentalismo. VICE Questa volta c"è un g10- ,·anot to prelevato in casa sua. all'alba. dalla polizia perché la sua amante (una donna meno giovane di lui che .l!li ha favorito e con– tinua a favorirgli la pro– fessione d'antiquario) e stata trovata ucci5a. Katu– ralmente lo sospettano di omicidio e lo sottopong:ono alla lun_ga ed estenuante serie de g I i interro,ratori. dei ·sopralluoghi. dei con– fronti. nel corso dei qu.ili il presunto assassino ha ampio modo di rievocare a se stesso la propria vita. i propri torti. i molti. troppi aspetti negativi cfel suo ca– rattere. Bambina che giaca e una di– scutlblle Sedia con frutta. Non è neanche Manzù pre– sente con una "'personale ..; si tratta soltanto di oc alcw1I pezzi». Del peui che cl con– sentono di ammirare li gran– de artista bergamasco fuo– ri di ogni veleno della po– lemica. nella sua purezza, modellatore eccezionale d'U· na realtà che spesso è solo memoria. ma che all'artista. serve come pw1to di appog– gio per muoversi entro I limiti cii una scultura leggi– bile e profondamente umana. UN RITRATTO DEL PRETE MODERNO * Alla fine il vero colpe– vole C scoperto e lui è ri– lasciato: sulle prime sem– bra che quel!' esperienza sconcertante _e-li abbia fat– to bene. ma poi i I suo ca– rattere le.(f_gero ed egoista torna a _galla. E quella pa– _gina orribile resterà solo un ricordo da scherzarci Non vediamo quali affinità possano esserci fra Il neo– realismo di Gut.tuso e. di– ciamo put e. n neoclassici– smo d! Mnnzll: a meno che non si vogliano escogitare morivi fittizi e superficiali. Tultavia un punto In co– mune fra i due c'è: la ripu– g111u1zn per le brlllnntl llnbc– cillit.à di cui si nutre molta della odierna. cosldet t.a arte d'avanguardia. LUCHETTI La persor.ale di Romeo Lu– chetu a.li' « Albatro,, è com– posta di pochi quadri daJ fe– stosi colori distesi a spatola per comporre paesaggi sem– pre solari. Non si 1,raua d'una. pittu– ra di grande Impegno. flltrn- 111; ma. dell'attuazione di lm– maglnl che a.vran dato gioia all'artista net fissarle e che procurano aJ visitatore una. piacevole emozione estetica. Luchetti. immerso com'è In una. briosa figuratività. non ha i 'soliti "problemi.. e non è schiavo di pregiudizi: di– pinge con quella spontanei– tà che è prezioso dono di quru1tl non vogUono darla. a I peccati sopra. La suspense c·e. perciò. dato che il pubblico - come in certi film ameri• del curato cani - non può a meno cli trepidare sulla sorte del protagonista. aspettandosi sempre. da un momento all'altro, un colpo di sce– na, ma non è a questo che ha soprattutto mirato ,li Nel panorama della mo– derna lctteralura europea gli autori che trattano con rigore nei loro romanzi 1 problemi etici del pticc.110, del rimorso e della rcdcn• zionc sono sopratutto Fra11- ço1s Maurlac. Julien Grecn e il compianto Gcorges Her– nanos, in Francia, e Gr:iham Grccne m lngh1lterra. In Italia accanto agli abruue:--.1 Mario Pomilio e Ignazio S1- lone campeggia solitaJ"io l' drammatico per una -~Ja raggiunta perfezione art1st1- ca e.di contenuto Bonaven– tura Tccch1. 0ra si deve proprio alla penna di Bonaventura '!'ce– chi la presentazione affct· tuosamente critica del li– bro, testé apparso per i tipi dell'Istituto di Propa– ganda Libraria d1 Milano, di Carlo Cremona, frate agos11aniano, dal 111010 "'I peccati del curato•. Diciamo subito che il pre– gio maggiore del libro con– siste nel mettere a fuoco i problemi fondamentali - e lo si ritiene scritto pro– * dunque m tcnnini n<'ttamcn• Elio Petri. uno scenegg;a- te dramm:iiici: ;;e un prC'te tore passato con questo vacilla. ecco che' si è aperta film alla regia. La sua al- una breccia nella cìtrndclla d1 tenzione e i suoi interessi Dio. sono in primo luo_go per Esce da questo libro il ri- quel personaggio centrale. tratto s!nceriS6uno, umile e le .sfumature spesso s,e:ra- ~~~~ar:1nc~;rn~~llrJ;:1t~1osti~ 1~~0!~ ~e/!~ :uai 1 ~:\~~l~;~~ ::~~e~ ~~o:~~~nhnc°'m~i~~f~,~= gretto. avido. incapace di ::~-;;d~:~~~~;•~,,~ ';f~~~~!tt~ ~ !f,sfr:i~ ~~!t•!~::~~~~c~'. pennellate ,•i_goros(' e den.sc ci con gli altri (l'oppor– d1 colori, ora ;;:balzato come tunismo con l'amante. la un altori!i('VO marmoreo. E disinvolta ,·olgarità con la talvolta il curato si accnr:cia pseudo fidanzata, l'arida al suolo implorando gli uo- indifferenza verso la ma- mini. Dio. talvolta In piedi dre): in .!<econdo luogo so- si c~prim~. con slanci impe- no per l'ingranaggio da tuosi - si Jegg_a ,:1. pag. 1~ 3 autentica Machi.11e i11fer– e l~l -:-. con m~tici f~ron. 11ale in cui. dal momento A. critico d_ispiace. di fro!t• 1 in cui lo sospettano. ,·ien :~:r!:~~a c~d/\~,~~~rt 1 ; 1 ~~: 1 :: ~r7so ad opera di 1 :ma.po • mente."". rativ:i non sempre hz1a che .- pur 1t.ahana l('J;!a con la part(', interval- ed nutcnt1ca. pur mqua– lnta e sempre ricorrente, del- 'drata nelle romane mura le sohtane meditazioni. di San Vitale - sembra ----------1 prio con tale intento - del– * sempre uscire da un libro di Kafka per quel senso di fatale e misterioso. te. nebroso e oscuramente ostile che svela nel suo star sempre in agguato per scoprire la verità. la col– pa. !"omicida. (Un ingra. naggio che. nonostante il suo realismo. vi ricorda proprio Il processo). I due temi sono narra– tivamente fusi insieme con sicura perizia (giova al Petri il suo recente passnto cli sceneggiatore) e ad essi si innestano. senza infa– stidire con le loro inter– ruzioni. le rievocazioni del passato del protagonista ri– solte spesso. anche visiva– mente con Ulll-l tecnica espressiva particolarmente felice. anche se non ogni volta proprio originale (certi passaggi e in luogo>, senza apparente muta– mento dì tempo ci son già in .Morte d',m com– messo viaggiatore). !\g. giungeteci una particolare abilità. non solo nel lin– g-uaggio delle immagini (quasi sempre prezioso. perspicuo. mai facile ed ovvio. incline ai primi pia– ni. ;i.i dettagli molto stu– diati. alle inquadrature di effetto). ma anche. in mo– do più generale. nella rie– vocazione di ambienti e climi d'ogni giorno: via dei Coronari, ad esempio. e le sue botteghe d'anti. quariato. l'nntiquariato piu nobile attorno a piazza di Spagna, oltre a certi scorci più umili, più modesti sen– titi ~empre con ,genuina ispirazione (la sequenzn della madre a Rom,1, ad esempio. con l'impaccio egoistico di lui, la rasse– gnata tristezza di lei. quel– la partenza con la corriern, la piazza grigia. l'addio frettoloso). Anche se il racconto. co!-ì. denuncia Qua e là certe pause prolisse in cui la tensione drammatica si insabbia favorendo mono– tonia e lacune. il film me• rita una particolare stimn e ci consente di salutare nel suo esordiente autore una promessa felice per il nostro cinema. Gli interpreti sono ì\lar– ccllo Mastroianni. dav\'e– ro efficace nell'esprimere, senza calcare la mnno, g:li aspetti negativi del suo personaggio e. nello stesso tempo, il suo legittimo tor– mento, le sue paure. i suoi scatti. Michelin Presle. unn vittima di degno rilievo. Salvo Randone. un com• missario abilmente sor– nione e svagato. Di effetto sicuro le nm– siche intense e non cli rado sinistre di Piero Pie- ciani. Nella proflm ic pubblicistica e unii sorpre~r1, oggi, aprire un saggio recante un titolo aniico e m1stedo~o e poterne scorrere le duecento p,1i::.inc col medesimo impegno con cui ,i legge un rncconto fa– scinoso. • Il gran rifiulo di GiO\an– ni lannucci. giunlo dopo soli due anni alla seconda edizio• ne (Ed. ..Lumen Vitae,. - 1%1 - Tip. Tontodona1i, Via Trcn10 . Pescara) ha questo pregio pur ::,cn7a essere un roman7o 1 L'A., come as,criscc nell'in– troduzione, fin da gio,ane è assillato • da un bi::,ogno ine– luttabile» di risoherc un'in– tcdorc inquietudine ~ollcci– tata da un'errata, illogica e partigianesca incriminazione, che suole indicare la persona di Cclcs1ino V ne • ...l'ombra di col11i - che per 1•iltade fece il gran ri• (11110 •. La pubblicazione si esai;iita per dimostrare che l'ombra \ bta e conosduia da Dan1c nel girone dcll'Antinfcmo ap– partiene a Ponzio Piltllo e non a Pictro di Angdcrio da Isernia. onde dei diciotto ca– pitoli ben dicias,cllc puntano sull:i riabilita,:ionc di Celesti– no V. e rullimo :-.ulla con• * di UENA'l'O BONO danna di Pon,:io Pilato. L'originalità dell'A. non sta né nell'argomento, né nella teoria, ma nel metodo dell'in– dagine escgc1ica, che pur ,c– i-!Ucndo la scia pascoliani,, spcs::,o ·1asupera in chiarcaa. Ln fonle e quasi esclusiva– mente allinta dalla • Divina Commedia •: i personaggi cd i termini essenziali (ombra, alcun. colui. ,·idi e conobbi, ccc.) sono studiati e ponde– rati con fine acume filologico, fonetico, i,irammaticale, sto• rico, religioso e psicologico col confrooto dei medesimi ricorrenti 10 altri luoghi del· le tre cantiche. Muovendo, poi, dalla consi– derazione che « in Dante non c'è mai contraddizione di ter– mini• in quanto !"A. , i rico– nosce un saldo e costante cquilib1·io, induce la climo– s1ru:.io11e principe così ragio• n.mdo: se Virgilio comanda a Dante di non occuparsi di quelle ombre d'igml\ i, ma di accon1entarsi di guardarle e di andare oltre. come mai nel « scj:!:rcto colloquio» pone 11 • ...pero ~on d11e le chiavi - 1 i,e il mio :intcccssor 11011 thbe care,. 1n cui non c'c ironia (e lo dimostr.:1). ma cloiio? Orbe• ne. ~e Celestino V è nomi– nato, sia pure con una cir- i:onlocuzionc, non sarà certo uno dcS,lli « 1m1omi11ob1li • 1gna\"i: Dante non si con– traddice! Con particolare cura l'A. analiva la terzina (VV. 58/60 lnf. TI!): • Poçcio ch'io ebbi olc11,i ri– co11osciu10, - vidi e. conobbi !"ombra di colui - che. /e.ce . per vi/lode il gran rifiuto•· Il ,·crw 58 non comporta dillìcoltà di Jc-,:ionc: chiara appare la ricognizione di con– temporanei dell'Alighieri. li commenlò del \'erso 59 occu- ~Ìla d~~~~l~s{:;"ng~n~h~ Jil~on~~ bra :i> appartiene ad uno lon– tano nel tempo, perciò non può essere di Celestino V, che mori nel 1296. Finalmen– te col verso 60 l"A. arri\"a al secondo capo della difesa del– l'Anacoreta del Morronc: esa– mina minu;,iosamcntc i \·ari significati di « viltadc • nei numerosi luoghi della Dh ina Commedia e \'cdc che asso– lutamenle non possono ri– j?uardare Celes1ino V, che se fu, da monaco e da papa, ùmilissimo, non ,j mostrò mai codardo. come appare dal testo dell'Abdicazione e da \ ari diplomi raccolti dal 1\luratori che afferma « mu\la feci! (Coclcstinus V) dc pie- ARNOLDO CIARROCCI-II: Testa di donna ni1udine potesta~is ... _e! (a_lia) dc plenitudine s1mphc1talls ~- Resta ora da sciogliere il nodo gordiano dc e il gra!') rifiuto» che \·uol c<;c-,erc 11 ~~rdr~ll~elp~btfl~a7~0~:. il ti- Giustamente il Iannucci po– ne in evidenza la precisa de– terminazione in1rodotta dal– l'articolo e rl :i> e non dall'in– determinato «un•: onde la abdicazione non puO essere e il gran rifiuto~- perch~ già prima di Cclcs11~0 V n fu– rono quattro casi (Cfr. Fol– chillo « Inferno• pag. 82} e altri dopo (Gregorio XH): queste sono e rinunce :i> e c-,e si vuole anche e rifiuti •, ma non saranno mai e i/ gran rifiuto I> che per apparire tale. dev'essere • 11nico, irrepelibi– le. impareggiabile, mconfo,r• dibile :i> il cui autore essendo :1nno,·crato Ira gl'igna\"i non ootra assolutamen1e ,·enire nominato in parte alcuna del– le tre cantiche. conforme il comando di Virgilio. 01b.!ne tra tanti personaggi di OFni tempo, di _ogni sta– lura religioc-,a, politica, ,;o– dale. cd umana, a Dante non potc,·a assolutamente. sfup-– girne uno, che nella \·icenda storico•religiosa occupa un posto e unico•: eppure l'Ali– ghieri lo nomina ,;olo una \ o I t a, ma indirellamente, quasi per ricordare al lettore che non 1".,adimenticato: • '.,-::g,o il nuO\"O Pilato .d crudele I> con diretto rifenmcnto a Fi· lippo IV, il Bello. L'A., come già il Pascoli. ncll"ombra che per \'illade fece il S,lr.:lnrifiuto, rawisa Pomio Pilato, che pur affer– mando di essere innocente del sanS,iucd1 Gesu (M1. c. 27) per e vi1!liacclreria - rifiu1ò di liberarlo e commi,e in tal modo l'unico e ,;toricamcntc irrcnclibilc rifiuto. Que.sta è la dimostrazione cui il Ian– nucci \'UOI giunj?ere con una logica quasi sempre con\'in– centc (anche se a prima let– tura certi capitoli appaiono frammentari e isolati) e con una e ,·cr...-c • nonnalmcnle brio.,., e fc-licc Nel complesso il ,aggio ,;i muO\e serrato come un:i ,;in– fonia in cui il momo melo– dico ricorrente è e la san1ità, e perciò la 11011 i,zna,,ira di Celestino V•· Unaserata futurista (Co111lnu~a pag. 3) molla. In quella un fruscia. tore frusciò come gonne di seta d'inverno, come foghe novelle d'aprile, come mare squarciato d·estate. IJ C<'nl• positore frenetico si avven. tò sul piano per cercare di lro,·are quell'onomateoi)ei– co suono prodi,gioso. ma in– vano provò tutti i semitoni con le sue dita avide. m<"n• tre il b:illerino muoveva 11? gambe del :'.nestiere. L'UOMO ELAMACCHINA * \'ccclesia: la santità dei preti; i preti operai; i preti davanti ai comunisti; lo amore di Dio per gli uo– mmi e degli uomini per 010; la perfezione di Dio e \'1mpcrfezione degli uom1111; la rcsponsabilitU reciproca, e reversibile, tra uomo sin– golo e soc1ct:ì: la compren– sione mtcsa come amore e l'amore inteso come per– dono. OSSERVAZIONI SU "-CECILIA O DELLA DISAITENZIONE", ROMANZO A TESI Quei signori rimasero in• cantati e dichiararono i nun. vissimi strumenti la più oriiinale scoperta orche- * strt1le. Diaghilew faceva: Ah-ah. Una conferenza diLuigi Gedda l l n1tisterioso Eléinire Zolle, n1i-n11. come una qua,elrn. Era Quella l'espressione più ~ha c\cll11 sua approvazione. il ballerino. muovendo le ~ambe voleva sipnificare c-he la strana sinfonia era balla. L'uomo 110n è fario per tanta poten:a. ln questa frase di Russe! può trovar– si la spiegazione delle nu– merose sciagure stradali che causano nel mondo tante vittime quante una vera e propria guerra. Gli organi sensoriali dell'uomo, con i noti tempi di rea– zione. non riescono infatti a controllare in ogni oc· casione la forza del moto– re. Presi da una ferrea aritmetica giornaliera chie– diamo all'auto di guada– gnare tempo. (e quindi spa– zio). ?-la la ,·elocità solle– citata è spesso sproporz.io – nala alle possibilità umane di controllo. Capita cosi che l'uomo moderno è per molte ore della giornata in balia del caso. Ed il <1 rag– gio della morte ,1. per al– cuni fattori ambientali co– me l'agglomerazione. tra– volge non soltanto l'opera– tore delr incidente. L' epi– centro di questo nuovo fla– gello subito dall'umanità è nelruomQ e nelle sue fa– coltà psichiche e morali. E' nell'uomo quindi che deve essere curato. Questa casualità dell'in– cidente non è assoluta. Gli imprevisti non sono total– mente imprevedibili. Sfor– zandosi di razionalizzare anche quello che è diven– tato -routine quotidi'ana lo uomo può evitare molte probabilità di sciagure. cu– stodendo con maggiore ocu– latezza i valori della vita sua ed altrui. I concetti riportati sono stati desunti da una dotta conferenza tenuta dal pro!. Luigi Gedda nell'aula ma– gna dell'Ateneo romano per la celebrazione della « gior– nata,, indetta daU" OMS. la organizzazione sanitaria delle Nazioni Unite. per la prevenzione degli inciden– ti. I lctlorì troveranno in questo libro le risposte a tutti i dubbi che possano assillare le loro menti, le loro anime. Libro sollo tale aspctlo da sorseggiare come acqua puriss1mn d1 fonte. Scntto da un tecnico dei problemi dell'nninrn, e per giunta da un frate agosti– niano che si rifà di continuo alla grande lezione del mae– s1ro, 11 libro s1 presenta con il suggello della massima garanzia spirituale. Libro dunque che manca,·a, ne- , cessar10. D'altra parte questo libro s1 presenta come opera narra11,•a dalla ardita tra– ma, che sunteggiamo. Il curato d1 una chiesa d1 città apprende, dalla cronaca nera di un quoti· diano, che un parroco ha ucciso la donna con la quale ha avuto relazione e dalla quale sta per a~re un fi– glio, e prima d1 uccidere la battezza e l'assolve r1prist1- nando nella colpa 11suo mi– nistero. Con gesto d1 corag– giosa riparazione tutto il clero, con il vescovo a capo. s1 ofTre ad espiare la colpa singola davanti a tutti per· chè la cancrena di un arto rende dolente. e bisognoso di cura, tutto il ·corpo. Fm qui la cronaca. Comin– cia allora nella mente del curato. nel prosieguo dei gior– ni. un'opera tormentosa di re\'isionamento e d1 rendi– conto spirituale: le pa,ssate azioni gli ritornano alla men– te. rivede e analizza I per– sonaggi - anche le donne - che si sono affollati nella 6ua ,·1ta. Nessun peccato ha of– fuscato la sua vita sacerdo– tale. ma deficienze di pre– chiera. queste si. vi sono sta– te e avrebbe potuto mostra– re ai suoi fedeli un mag!?1or ~rado di ,;;antità. Il bene e do,•w1que o, al– meno. può essere sviluppato in chiunque: e per difender– ci dal male ,si ha bisogno l'uno dell'altro. Anche i pre– ti sono deboli, ma più biso– gnevoli deffaltrui S06tegno spirllualc in quanto la via dd loro perfezionamento spi– rituale è d1fficile. travagliata; il problema. della saldezza spirituale del prete si pone I libri di Elemirc Zolla sono misteriosi: mostri intellet– tuali che affascinano e respingono, che non si riducono a una definizione: impo~sibile catturarli nella rete d'una rc– ccmiione dhulgativa; così zeppi di temi, di suggestioni, di chiarezze e oscurit!l, di problemi, da stordire e quasi mettere in accu::,a la nostra sianchcaa di lettori, e cosl zeppi di me– moria da s\C.1,?liarc le wne piu lontane e represse della noslra memoria, a~dcbita:1doci yistosc mancanze di esperienza, so- bi1b1\~:~~~ ~\c;p;;~n~~ll 1 ~b;;!':chiEdi 1 acs';c~~~~l:ieZ~l~dfzi~~~ originale. Gli è ~tranea - cd è il marchio dello snob di classe - la compiacenza: la sua semplicità è dotta e complessa, ela– boratissima. Ch~ usi dei semplicismi, delle espressioni cor– renti, significa solo l'intento eh dimostr.irc la loro irrecupe– rabile banalità. La sua scienza e una sorta (da lui stcs::,o definita, ,edi l'EcliHi dell'imellettuale) di antropologia ne– gativa, il cui tessuto è un misto ben ordinato di citazioni e di affcnnazioni categoriche, assolutamente non compia• ccnti. Questa saggistica impulsiva, eversiva, rimane ::.ino ad ora il suo tratto più vistosamente caraueristico, ma anche più proprio, piu geniale: chi ha tanto assediato e incalzato l'uomo moderno, chi l'ha tanto accusato e compianto? In attea:giamcnto di narratore, la descrizione di Zolla ruota più lenta, più circospetta. indifferente alla comune esigen;,.a d'un ritino narrativo, attorno a un oggello o uno stato d'ani– mo, lo bersaglia di lontano. lo aggredisce per gradi insensi– bili con un fraseggiare composto, ;ompiaciuto, trattatistico, curato e attardato in ogni particolare, con la fredda pazien– za dell'analis1a. Il tessuto stilistico non dimostra una sma– gliatura, la macchina mentale non perde un colpo. Nulla è banale per chi è nemico della banalità, per chi come Zolla dimostra non solo di avere molto di suo da dire, da but– tare come guanto di sfida sulla faccia del lettore, ma di ,olerlo dire tutto a suo modo, quasi stesse inventando un linguaggio. Si può sfuggire al peccato del luogo comune o salvandosi con immaginose, poetiche perifrasi, oppure, ed è questo il modo di Zolla, cost.ruendo frasi e concetti a un livello irraggiungibile, rarefatto, in un linguaggio che rifiuta di essere riportato all'abitudine, dicendo qualcosa cbe di– strugge e ricrea l'esperienza comune, ne fa un'esperienza misteriosa. C'è in ques10, evidentemente, dell'ossessione: per quanto lo stile è l'uomo, Zolla è un maniaco. Molto di lui può comprendersi solo a partire dall'idea che egli reagisce. si difende, sta in guardia contro ogni contagio dell'umano troppo umano. Ciò mi fa pensare a chi, per evitare contagi e bacilli, si impedisce di comunicare coi suoi simili, di toccare ciò che è stato toccalo, e finisce per vivere rinchiuso, coi guanli sterili:u.ati e una maschera di garza sulla bocca. Ma sarebbe errato e \'o]gare pensare che egli si faccia diverso. E' diverso. Scrive in lingua 11aliana, intanto, ma con l'applicazione e il distacco d'uno che non abbia naturale, e direi quasi amaro, l'italiano: sembri pur questo paradossale. Zolla distilla in laboratorio il • suo :i> italiano, una lingua scientifica, an– tigraziosa, quasi antiitaliana nel suono, nella massa sintattica. li suo caratteristico humour nero non è, del resto, mediter– raneo. Quindi, scri,•e romanzi (dopo Minue.lto all'inferno, Premio Strega Opera Prima del 19.56. è ora uscito Cecilia, o de.Ilo disalleni.ione., Garzanti) che non sono romanzi. Quando infatti il lettore è chiamato ad assistere - come gli SlUdenti dei primi anni di medicina assis1ono alle operazioni chirur– giche da dietro uno spesso cristallo - al minuzioso e quasi sadico s,·olgersi d'un processo di vivisezione di personagszi immobili, emblematici, costretti a dimostrare una tesi, per– sonaggi cui è impedito di di\'entarc \'Cri personaggi (veri * di PIE'l'ICO (;l.lJA'lvrI significa impre,edibili, signilica liberi), quando 1/ lettore è chiamato a questo non si 1ratta piu d'un romanzo hcns1 di una esibizione intclle11ualc, d'un gioco di lusso che non impegna il cuore e i sensi ma solo l'in1clligcnza e quasi il ,,izio dell'intelligenza. Con questo, Cecilia già calartlita I allcnzionc, è un libro o!J~ligato. La_ nemica dichiaraia di Zolla, l'industria cullurale, s1 e appropnata de!Ja sua sprezzante condanna, ne ha rica– vato i termini d'una snobbcria di massa! Egli è, lo \'Oglla o _no, 1:inquisi1orc di moda: tutti parlano e scrivono, suggc– st1onat1, dell'uomo massa, usando i ::,uoi argomenti e in tal modo, egli direbbe, :,i esentano dal riconoscere in se stessi i segni della massa. La sua lesi e terminologia rivoluzionarie non sono arrivali, o quasi, al luogo comune, il suo distacco schifato non è argomcn10 di • impegno•? Non e del resto nuova la constatazione che tutta una leva di snobs é in ansia oggi di fissarsi e riconoscersi in una e loro• letteratura per impadronirsi ma~ari solo di fatui slogans. E Zolla par~ offrire il repertorio più sofisticato. pili snob. ':Jna sottile e senz'altro pericolosa questione d1 somiglianze e d1 date induce a credere che il giovane saggista dell'Eclissi abbia suggestionato persino il malÌ.Jro, arrivato romanziere della Noia. La loro amicizia è ben nota. E la Cecilia di Zolla è nata nel lontano '57, anche se pubblicata ora, secondo la datazione posta in coda al volume. Certo, magari eccitati dall"ic.!entità del nome della protagonista, sembra dì poter propno scorgere tra l'una e l'ahra Cecilia delle somiglianze pur nella diversità estrema degli autori. e infine delle vicende'. Una ,,oJta accostate queste due gelide creature, diviene quasi facile (o troppo facile) concludere che. nella sua Cecilia Moravia sembra registrare, rnmanzare e volgarizzare la dan: nazione. l'assenza, la e dìsauenziooe :i>, della Cecilia di Zolla. Quella noia può sembrare un effetto della • disa11enz1onc :i> (causa) che preoccupa Zolla come scorbutico scienziato della crisi contemporanea, meòtre Moravia ne apparirebbe il divul– gatore al livello del gran pubblico, naturalmente per \'ie tulle sue e non dimenticando di essere un romanziere, un • crc~l.l~re•· Zolla piuttosto distrugge, esotico e sa1anico, puntiglioso e ossessivo come un tedesco. ?ia però chiaro che l'accostamento, e la suggesti\'a 1po– tcs1 della l?arentela, con suggerita precedenza zolliana, sono una fantasia del recensore, sal\'c alcune indiscutibili somi– glianze di fondo. . Venendo infine a Cecilia, o della disattenzione, il romanzo :1sen1e pesantemente del 1cmpo in cui f J scntto, un tempo- 11:11ernoal processo di critica psichiatrico-sociologica che si condensò né! fortunato libro di saggi. Cecilia è un perso– naggio d'eclissi, è massa, e così il suo mondo (una Torino industriale alla quale pure sor:o risen.atc le pagine forse più dolci del romanzo, pili accorate: sollo l'inquisitore impie– toso rifà sangue la memoria dell"infanzia solitaria, si ricordi Mùwe110 oll'infemo, in pane trascorsa appunlo a Torino) e cosi il suo mondo e i personaggi di contorno sono mondo e figure alienate, ghermite e spogliate dal processo di mas– sificazione. Sono personaggi immobili e trasparenti, congegnati per dimostrare una tesi che li umilia e li nega, si diceva sopra: ma Zolla parte proprio dalla consta1azionc che essi non ono più •veri>, non sono più unici, pili reali. Una nega– zione precede il loro presentarsi sulla scena del romanzo. Il romanziere non può essere ormai più che uno psichiatra da~na'"!tc, ap~calitt~co. Gesti,. pal'Ole,. sentimenti, giungono ~!\~·. s-;~~s~~~~ull~i~h:~I~: ~~W•l,l~~op;;:i:/fr':,~~ 1 e~ae~sias/"~~~~t;~~/c~ailanfib:r~~a;~~~~ rinetti. più che Filippo Tom. su. r1cc1rn. ~\nchc quando ~~mbra~o i?iu ~oli. anche quando maso. era Felice. come Ca. paiono reagire, ~ono succubi e gu1dat1. Si scambiano parole vallotti. dopo a,·er battuto ma non comunicano .. Giocano all'amore ma non ::,i incon- l'avversario alla spada: ch1n. /~;~~;s~~~~~~ ~~~i~~~~nin; v1~~ 1 :~~~a c;~~Pt~:~i~~~~U !,f~st~~ ~~or'f_erB~~~lo~f· Ji~~~ca es~~: i; 11 ~~~c!~~~aN~e~ 11 ;on~a~.t!rn~~o ~~s~~z~~-SN~~ ~!s~~~e tiior tovoce a Carrà: e Gli osp1t1 ma mili, ~loçan~, a~it~din_i automatiche. E le loro rcazion; son fregati>. DalmaZ?o, s~no evas1om, \'!Coli c1cch1, le tentino per Ja ,,ia dcll'intel- guardando un Budda da hgenza o per quella dei sensi. v:vono insieme e sono soli· maiolica: e Ma sai che non sempre cicalando sono sordi e muti. · lo credevo>... L'unico che qu~!~ilifo~ca~\;:taoc~~~lit~~~c~~: di~~i~:~n 7 J~~~ • n tt~i~~c~~~ non s-i commosse era pro- uscne dal, ~ogno, per nspondcre finalmente allu realtà: ma p~·io, l"!1we!1tore: si man<'~· ne~suno _Iaiuta, n~rn la famiglia dalla quale la divide un g1;l\a 11 pizzetto e obietti. ri;:fs~a~l 1 a~~m~~,t;~~i ~f;~~g~i~~o /adtri~~~o "~~ocr~a~~~~itl~ ~I~~ -;n~!~~·.' .. P:~e~~e~-~a1~~~ d u:1a smessa rcc1.ta della retorica e i figli d'una nuovissima I essere altro che modifica. ~~~tfia~~~I'~';;~~~~~· c!·~;~: ~~;~ili ~~~~ 1 ~ 1 ;~~:~ili!lrol~n u~ t_i. - _Buzzi stav.a per d1~e pc~onag~~o che ha la unidimensionalità dei pcrson~ggi lihre- i che. gl_i strume~tt anclavf!nn 5t:h1.Ccc1ha è_ s~la, contusa, non sa 3e abortire O no: e cerca benis,imo. ma 11 fi:atello d1 d1 parlare, d1 imporre questa realtà, quasi di nascere con Russola lo avverti m un la sua creatura. Ma l'ambiente sfugge alla pro,•a, si rinchiude orecchio: e Per cantà non lo impaurito, n~n \'Uolc ess.crc mol<:stato .n~lla sua ignavia, contraddite». Allora il poe.~ nclln sua, no•~- Parole. d1 ca~zom, lll~llv11 ossessi\'i, fatui ta lombardo disse a voce ~~ong;i~~:n7~ccfah~ni ~u~~~~~o~~llaco~~~~teJ!P~h~ti si~cJi;lit alta: e N!i s_on. ciel suo pa. ;~~1~'.e7d_à ~a~~1:~.n~.;~~~~g~7j~On~~rr~s:~~~c.f~1~:t\nn~~~~ib\lf r: r~~:1·a t;: ~ 10 ~!~b:~~o f ab~s~~ assurdi, Cecilia tenta di svegliarsi e non ci riesce: ma I~ gna farli da capo!>, vo_leva. Il romanzo .(che ha_ lo spazi? ~i una giornata) si Dopo il tè. Strawinskv e ~!~rodnce sd·~~a n~:l!n~~i~ant~o,ci:n~i!~~t/' r~~sthi~S/u~~l1~o~f,\t quel canut~ pi~ni!-ta chc-;an. s~} m_ondo: .Per questi spettri la \'ita continua, ma non è novenne_ es~~utrono a quat. p1u v_1ta,ghigna Zolla. Non sono più uomini ma automi !ro r:ian1 L o,seau de feu - bruch1. L'aborto. e sarà senz'altro aborto, rimcllcrà in ordinC 11 primo come un ossesso, il I<:cose: .è siata una minaccia di poco conto, un animo di secondo, invece. calmissimo, g~~ii::n~~onn~io ~mc~~~h;~ p~g~ 0 i1r ri~;~!ic~·c èl~ ~~n~~r~~i~ t~~~~!.tico più del maestro ~~~t~•oj~;~it~a~!r1~a ~~~P~f 0 ci:i~c~~. Cc1~~:~rl.-i~n E°r~u;là Eppure, m_algrado \'eb1ez- dannata. za. la frenesia. l'acrobatismo Quel che si J?Ot! dire, dopo ia lettura dell°Ec/is~i. \'aie della composizione. Pratel– a:1cora: Z_olla. ~1 e a~s~nto la funzi?"!C di avvocato del la, affondato in una poltro– t~~~oda d! ~~~a~oic~~m~~crou~el~~mc~~1~tà _cont~mporanea. na come in un semicupio, quando?) la verità dell'uomg, e carica sulta~~t~ie.o t~1~~oaliisembrava ;iscoltare,. ricon– mal~, !Utt~ la ~enzogna, Sembra compia una vendetta O c~ntrate le facoltà intellet– ~cariclu un ?Sscss1.onc, tanto è incalzante. impietoso, crudele, tive sotto le palpebre_ soc. msegue~do il ramificarsi e ma_nifcs1arsi dell'alicn:izione. \!spo· chiuse. Senonché. a] fnrnle. ncn~o I uomo m~ssa alla berlma e alla condanna, scorgendo un urlo bestiale dei due for. nel! uorn_o esclus1vam,cntc l'uon~o massa. . midabili esecutori, all"um. Ji~aLb~lc~ 1 ;nzao~~l:':~~~t~~~t: ; ~~ilo~~~f~ ~u~~~~m\ i;~~ sco~10.. con un accordo sto. d1stantt: pare gn._1~1h a dimostrare come li ha capiti ; fondo, natissimo, lo fece sob.balza– come ci_ ha cap1t1 !-i fondo, e come non ci sia prnprio più re sgomento: se~no evidente nulla d1 recuperabile. I suoi prece11i di salvezza, seppure che aveva dormito fino allo– ne acc~nna. valgo~o solo sul!a ca;ta, sono cos1nizioni in'tel- r,:a.e _forse so,e:nato un oi:itto lcttuah che non ngua~da~o 1.suoi personaggi. Zolla non ha cli triglie, onde i! suo vin~– !~ st?ffa del profeta: 1111!11pianto lo soffoc~. La sua rcqui- p:io, più bello cli quello di Sllona moral~n suggensce vere altcrnat1,·e, ,ere sortite. none, da Lugo a Livorno. (Continua a pag. 5) FRANCESCO CANGIULLO

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