La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 6 - 5 febbraio 1961
Domenica 5 febbraio 1961 L~ FTERA LETTERART~ Psi,. 3 I .\' .Il E .Il Q R I A D E /., L Q S C Il I '11, T (J R E * Un romanzieredrammatico Un racconto di Pietro Solari * di JJARIA I ASTA D.-tZ'LI 1Jna don,ia fedele * caI;:,:~:~dia ne;ui~ic:a1!eJ: Ricor!e in Qtle5l0 SCf]rcio dtl ~~~~ i: 0 ;:~~o.a 1;:; anno Il qwnt.o ~n~tl'ersario in Jtalfa ncm l mai stato t-r~– del~a scomparsa d1 Ptetro So- dotto . .ri è affermato fra t pul {ari! avve,u,ta '!1 Bonn, donde -personali narratori ispano- 111111a~•a. al Com~re della Sera americanl Ma in questi ulti• quolldta!1-e Cf!Trtspoudenze. mi anni. con , TOmanzi El poe.sla nf"lla sobrittd e la consumata bravura nella co~ cuione. Il ,ucce,so delle due Tf!Ceniusfme tradu...--ioni ita– liane (una preceduta da pa– gine critiche di Carlo Bo> inuoglia la Ca,a Longantst a farci conoscere anche il nuo– co romanzo El AcO!IO. che porta a ptrfe-zf.ont Je doli fondame-ntah dell'aru di Alejo Carpent:er. darci come fa Carpt'ntitr in un apparente gioco magico la pre1l!nza. d1 ciò che appor– tiene a tutta la ttona e alla stena ;,re-istoria. ti s,- n.so della reale- contemporanrltl\ dei tl!mpi. la loro coesulenza ne.gli uomini e neflt> cote-, la uri.tua che ciò che- oe-ra– mente ha ,enso umano. ptr– mane e CO$tìtubce una unitd indiuolubill! fra il pnmo uo– mo apparso .-ulla terra e l'ultimo supnst1te della pt~ co11 ..umata Cttrilt.d.. na. presentata nelle 1ue ca– ratt,-,udch, reali e insieme magiche. coJ ,uo colore ba– TOCro, la sua singolare ar– chuettura. la ,ua atmo1Jert1 di mi.n,ro e , suoi larghi 1110- li di colon11e matau. L'ese– cuziorte d eU-Eroi na di Bee• thoven i tntnn.se- comente le• gato al dramffl4. E queuo ri 1mpo-n.e fin dall'int-~ con una to11alft.ddi ten.swne enremo. che non i raagiunta per gra– di ma abdmente modulata e ,ottenuta intatta fino alla fi– ne. Tre soli i personagigt, e acco,r.at1 occo.siOnalmente. Uno di en, ., dehne.a come pro– tagoni.st< r in quel mon ologo interiore. che a..uume tia.lo– re e potenza corale. Vi u rla tn/atti tutta una generazto– ne che-, sarta tperanzo,a ed eroica ne, giorni della lotta contro tl dittatore Mach.odo. deluso e de-moraltuata poi dai m.aneg,gi ooltud. non ha altro scampo te non la Dita pericolosa • .st"nZa più purezza di ideali o eoncut,ua di 1n– lt'nt1 duraturi. pronta al de– litto. Dramma che. ha puT– troppo molti riscontri nello vita odierna. Pene1ope prese il ricamo e sedette sulla soglia di casa. fingendo di la\'orare: aveva visto all'a?l-'l'.olo della strada la solita compagnia dei Proci tutti in ghingheri. chi col bastoncino di bambù. chi coi sandali di pelle di coccodrillo (l'ultima moda egiziana) ~i con la tu– nica e il mantello di seta. Ogni gjo:-no ne studia– vano una. - Si$flora Penelope - dis.....~un"ancella accorrendo dalla stanza di sopra do\''era stata in finestra a civet– tare coi garzoni dei bottegai e gli schiavi della casa dirimpetto - signora Penelope. eccoli! - Voi impiacciate,·i dei fatti vostri. pettegola. Passami lo specchio. Nono sono spettinata qui dietro? Xon sono spettinata qui dietro? - No. signora. no. - E adesso va a preparare il pa5tone per il cane. Lo sai Ulisse il bene che gli vuole. Se toma e Kine non ha mangiato, lo senti: ci fa una tesla cosi. Kine, Kine. to! qua! - Kine era un bel cane da caccia. nominalo in tutta Itaca per la sua bravura; e veramente per le lepri non c'era nell'isola un altro cane che ce la po– tesse. Per le quaglie valeva assai meno. Kine si venne a sdraiare, lungo quant'era sulla soglia, tenendo il muso sui piedi della padrona. Da quando, per la assenza del padrone. non s'andava più a caccia. questo era il più gran piacere della bestia. Passava qualche spiritoso. - Chi è il più fedele di voi due'? Oppure: - Padrona. che li mangia i debiti? Penelope arriccia,·a il naso (udiva quelle facezie dieci volte Il giorno. da ,·ent'anni) e senza rispondere si voltava dalPaltra parte. - Oh. la vita in provincia! massime per una gio– vine civile allevata in città: e quella furia dei suoi di maritarla presto presto col primo che s'era accorto di lei. Le avevano intronato la testa. Ulisse? Un partito d'oro! Al · suo paese è il primo in tutto (bella !orza, il primo in un isolotto di trecento pescatori). Ci mancava questa. che fosse il secondo. Mezza isola è la sua (una cava di pietre) e ca5e e vigne e barche .... (Due cata– pecchie. tre o quattro sterpaie. qualche trabiccolettac– cio tutto sdruci e toppe). E poi una testa fina. un par– latore. Senza contare che ha studiato. E al giorno d'oggi uno che abbia studiato ... Ha qualche annetto più di te. è vero (qualche annetto! Vent'anni tondi) ma in quan– to a questo, quando il cuore è giovine... (Quando il cuore è giovine! O Afrodite di Pa!o, aiutaci!). I Proci passarono al largo, s-alutarono. iiraron di lungo. - Vedili da quando è tornato il castigamatti con:e si tengon distanti. Vigliacconi. Ma d"una donna i::ola chi non vorrebbe profittare? E nemmeno tornano. Sc..-om– metto c~e vanno in piazza. Ulisse a quesFora cl deve essere anche luJ: è l'ora che gli si raccoglie attorno un monte d1 beoti e lui, faccia fresca, in mezzo a raccontar panzane, che se le bevono come vino melato. Purché qualche oo~abrone non gli vada a sussurrare d1 quei ragazzi... Basta. Benché Ulisse fosse tornato da una luna e mezzo, ancora veniva gen!e a rallegrarsi. specie con la sposa. Vi.iite di riguardo, più poche. in genere forestieri. E a tutti bere: in quarantacinque giorni se n 1 erano andate venti e passa anfore grandi. Qualcuno anche scriveva: con quelli almeno. due righe di risposta e uno stava in pace. Ma le visite. le congratulazioni e mi rallegro! Tutti la medesima zuppa. - Fortunata voi! Vent'anni. eh? Rkederlo dopo vent"anni! E carico di gloria. Per tutta. la Grecia non si parla che di lui. assai più dell'altra volta. quando tornò dalla guerra. - Non me ne parlate. Anche quella volta, addio. mia bel1a. addio. !roran sei mesi, sarà un anno. ma vincitore ritornerò. cl vollero dieei anni buoni. - Ma la gloria. la gloria. signora Penelope, pensi un po' alla gloria! M'hanno detto persino che un can– tastorie. un cieco cli Tebe. Umoro. Umero. o come Er– cole si chiama. gli sta facendo la poesia ... - Pannicelli caldi. per una che ha patito quello che ho patito lo. C'è voluta la pazienza mia. aspettarlo vent"annl filali e non darmi mai vinta. quando a forza mi volevan persuadere che fosse morto. chi diceva in Libia, chi diceva al monte Circeo. per le art.i di quella m31afemmina, sapete di chi parlo (svergognata, come c;:e non i::apesse che era ammogliato e padre di figli) e chi di là dalle colonne d'Ercole. E io dura. e io a non dar retta. e io a ricamare. come ge dicessero al muro. L\I gentç dicç che di notte disfacessi quel che race,·o di giorno. Giusto son lo quella che spreca cosi 1~ roba. Sapete quanti ne ho ricamati di questi tovai:liolml con l'orlo a giorno? Con questo sono settem1lanovecento,·en– tisette. Ne ho di sopra no·ve arche piene. E si può dire ogni to,·agliollno una p:-oposta di matrimonio ... - Eh. I mosconi sanno do,·e si trova il miele. - Dite piuttosto il fiele. dite. Lo sapete che ieri mi 90no tro,·ato un capello bianco'? - Ma lui! Canuto m'è ritornato. Sessant'anni non o;;onoun giorno. specie con quella vita di strapazz.i e di pericoli. l\li ritorna. dico. a quell"età, dopo quattro lu– stri di buriana e ml dice: - ~1oglie mia. rieccomi a te. - Oh. faccia detretà di bronzo! In ,·ent'anni m'a\'es– se mandato un rigo. Dice: • Sono stato in capo al mon– do. a seguitar la virtù e la conoscenza•· La virtù un corno. La virtù. chi sa dove sta di casa. è di starsene con la fami3lìa. a b3dare agli interessi dell'azienda. al fattori ladri. agli schia,•i fannulloni e mangiaufo. alle barche. o.Ile dgne. alle pecore. a sostenere e difendere la moglie da questi svergognati cacciagonnelle. che lo– ro sì non c'è colonne d'Ercole capaci d'arrestarli: ci vo· leva giusto la mia costanza. presso che non dissi la mia ctabbenaggine, e badare un po' all'educazione del figli ète v·engono su comé l'erba cattiva e il più piccolo. da quando ha sentito dal padre Pavventura con Polifemo Ciclope. a chi gli domanda: • E tu maschietto. di chi !"<eÌ figlio? • JuJ risponde tutto orgo1lioso: - Sono !iglio di Nessuno. Ah. svergognato, e per chi ha! preso tua madre ? Candida. del tutto disarmata. col SOTT1$oaute-ntico di chi non conosce lt' 1 human relation., ,., è venuta a cercormt .~ul I posto di locoro 1. S, present<r:. Gio~pte-ra Marteaanf .'ft parla deUe conferenze e letture d1 poesia contemporanea che- gid do quartra stagioni, e ora ini..--ia lo ~uinta.. Mana \'aUati. sua e nostra am,ca. organi.:=a a M1lano con la colJabora..--ione dell·Aneuorato deJl·Educa..,one del Comune. Durante il breviuimo colloquio (faccio appena m tempo a indicarle con chi dece- parlare) ,copro che Giampiero è del tutto ignara df"I groua problnm, grossi almeno all'op– pare-nza, dello .soci.eta letteraria milanese che. come oani tanto qualcuno scopre, non e.si.sie. Né sa nulla del pauroso di.stacco fra 11 lavoro dello ,crittoTe e la confusa ma ,am– bureggiante vita della citt.d. Non so.s-peno. e ,e so.s-petta non ruol credere, che lo acnttore. e soprattutto il poeta. -vire :n una specie di confino dove rappresenta solo. se ateuo, comparsa neppure notata. c1mua fr<:J, le macchine inut1h della sua moralità e della sua intelhge-n.:o. Non s-a_che- la maggior parte dtgli ·organum, culturah.. l!.S1stent1 sono . trumento df can1tà. di prestigio. d1 .. buo na cosCten:a .. D'altra paiu. con cht' cuore po.s.so de~int-arlt l'altra feccia della qunttone: e cioè che ah aulon di gue-m1ad1 · ul tema del ·di.stocco.. na.s~ondo~o un che d1 1n.,mcero. ~Tchl sono bt-n con.sci dt n/enrs1 alla figura dello sc nt– :ore tradizionale. quella umanr.stico-1dealis-t1~-romant.tt"O– n.sorgime-ntale. incollata alla scap{Dltaturo plu catfe ttien– mca e procindale, oggi a..uurda? Per sua fortuna, ignora. Ed è o;,nf!l'?ta c_he lo poesia contl'ffl.poranea dtbba richiamare m1ghata. dt a.scoltatori– !fpettatori nella sala dtl Grechetto. alla Biblioteca comunal~. 0 nei •aloni de-Uo Gallena d'Arte contt:npo:,anea di Via Palt-!rtro. S1 me-rat.'1gha de-Ilo mio 1ncreduhta. Non i vero .. m 1 dice. '"la poesia intne-uo. alla gente· L'ammiro. come ho sempre amm1ra!o Maria Vailat1, 1 deatrice, animatnce. o~gani.z.:atnce e lei steua ~onfere-n– :iera del Centro dt pou1a contemporanea. Le a.m~aro anche quando _ smaliziato più di quel che. non vorrei apparire _ !fCOpro fn loro l'ingenuttd e la slancio delle. persone- one– ,a ·e fi110 in fondo Lascialo almeno dire a me che per marito avevo qual– cuno e qualcùno che sapeva bene il !atto suo e il mio e ora m·è ritornato Nessono. ma nessuno proprlamen– ~e - basta. non mi fate dire spropositi... Ma che dice basta? Bastasse. Sapete che va dicendo? Dice che tn casa sua non lo capiscono. e che già questo è il destino di tutti loro grandi uomini. La moglie. io. non capirlo. Così ,·olesse Zeus. Cosi non avessi capito a chi Afrodite e la mia disgrazia m'hanno legata. I compagni. quella be1la ciurma di sciagurati compagni suoi, trincatori, dissipatori. trappoloni e rifiuti di tutti i porti della Grecia, m'hanno raccontato che il primo a voler andar rempre Innanzi. sempre più lontano: sempre incontro alle imprese più rischiose e balorde era lui. Se gli di– cevano che In capo al mondo c'è l'asino che vola. cor– riamo. andiamo a yedere! E chi non ci stava. legnate; perché lui dice che lo zelo è figHo del bastone. E in– tanto io sola in questa casa a struggermi e a pensare: - Poveretto, avrà fatto nau!raeio sugli infami scogl1 Acroceraunl. starà riattando la barca per tornare. - Meschino. sarà prigioniero dei Daci o degli Sciti. o di qual altro mai popolo feroce. Sapete dove sta\·a? Con quella Circe a fare il ca– sc3morto: benché lui giuri il contrarlo: come Se io fossi cosi dolce di sale da credere i compagni tutti porci e lui tortorella. E un monte d'altre panzane; e che il suo nome vivrà eterno. e che la sua gloria arri– \'erà più alta del monte Olimpo._ Io per me d'una cosa sola mi pento: di non aver dato retta a uno di quei ct"– tali. :\la ora è tardi: e già son rassegnata a vivere. questi quattro giorni che mi restano. col cuore in gola ~mpre in apprensione e timore che me ne combini qualchedun'altra delle sue. - Signora Penelope, signora Penelope! - Per Zeus. che accade ? - Correte che vostro marito sta ammazzando Procl .... De.I fW~altsta ---: fu re.dat.- reino de este mundo e Los tore, innato_ specia le. corn- pa.sos perdidos questo gran– spondente, <!- zre.tt?' '-.~d anclre de ,mttore cubano _ oggi fondatore di _pertC?_1tci - eb~~ Te.ridente ne-l Venuuda - ltllt~ le qualità_ put alle _e pm ha Taggiunto la piena matu– rar~. _paf!rrman::.ade.lit; _lmgue: ritd della •ua arte narratira. assrmtlaZ:_tone.dello splrtt(J dei Entrambe Je operr~ non aol– pa~ dt. Eur'?pa, Amenca e tanto otunnero critica entu– (}.ner:te., ~ntmz.,one delle situa- siastico nella lingua origina• .. 1_ot pol111ch_eecono"!tche so- le. ma le numerose. tradUZ1o– c,a t _citlturah. senso dt re.sP(!n_- ni in inglese. in francese e– sa~tlttà . ': del dove!'• e.,qmh- ora in italiano, ne hanno br,o. ab1l11dne.I c~gliue I occa- ampliato l'orbita di e span– sione. l?er fa_re • 11 grosso col- slone e di co-n.. sen.so. Df lui. "°i,,j/f,fs':);/i': 1 ;~':r .. ricordare clre in Francia: _u~o de-i più au- Solari al giornalismo pervem,e torevoli CTltlct fra coloro che dalla letterawra. Laureatosi in scds_ero Los pa.sos_perdldos Lettere all'tlnil·ersild di Roma pe-_r 1l premio pa:'gino al _mi– con una tesi su Rabelais (au- gltor libro at-raniero deU an– tore che ri'7tase sempre vicino no . .scr'.vl! 1.nLes Tempes Mo– al suo cuore). si ,iutrl di clas- dernes. Mi hanno ,~alordito sici italiani e stranieri; del loro tanta grat1a ne-.llo S!de, tanta ~enio rimase indelebile traccia crude-z:-a nell ironia. tanta in ogni suo scritto, anclre rie.gli articoli di giornale., redatti in fo~;,:/~~:::1~ 1 • 1 e~llaborò alle} principali ri111ste,partecipò trai i primi al mo,•imtmto 11O,•e.– centi.sla vicino a Massimo 80,1- temp-elli, estese l'atti\•ità di scrittore aricJ1e alle .scene Per commemorare degname-n. te la doloroça ricorrm:.a). pub– blic.l1iamo del nostro iridimen– ticabile a11uco un gu.s!O.SOrac– conto. che dà la mrsura del suo stile personale e del suo garbato umorismo. Figlio di madre runa e di padre france-se. ambedut di accentuata personalud. dopo la prima educazione- in terra spagnuola di atmoafeTa ame– ricana • .sogaiomò a lungo a Parigi studiandovi Ira l'al– tro archltetiura e musica, e porteeipò tnlfne in Europa all'ultima auerra. Tuttl tle-– menti chi! indst>ro sulla tua natura dotata. portandolo a una compara.z1one cnttca delle diverse dviltd e a quel– la atienh.ulma ouerva.z1one dei prodotti di tali c1v1ltd che n, scopre rlnterloritd piit remota e recondito. Gid solo per questo egli d è po– sto su ur. piano le-turano mondiale. Le s-ue ratfinote quaht.d d1 arti.sta, il controllatiuimo equilibrio con cui ,a fondere la cultura con la Jan1asu1 dtl maaico e del fia~•co. ci danno una ,ua trasfigura--io– ne della re-altll, e- in eua oi– aono gli e-urn.ziali valon umani. l'uomo gen,nno e-uni– versale ripulito dalle sovra– strutture dd , divtrao • d,Jle varie civilld e de-Ile varie epoche. Nessun altro romanziere della nostra epoca ha saputo Altr rtta11to puldo. n-0'1 ne-I ,, n.so d1 le-uicolmenre poaero e se mplice, i il suo stile. l'l– TOnla i diretia e leale. la tin• tt''1 mf!ntal, concretata tn concist.one e ,obneid che ha tutta la forza e la 1ap1enza dtlla poeua_ Con "El Acoso.. il Carpen– tier affronta u no delle p roae più d1Ufeih per qual.no.si scnt– tore: il dramma um ano ot– sto 1n rifle-uo. nel di.sordane– de-llo spinto che lo ,ubf.sce, nel •uo monologo inU-riore– controppuntato dal palpito e dal s-u.ssulto della carne ,pa– ventata. L'azione TOpida e brutale si lt:'Olgl! in me-no d'un ora. tn un auditorium de L"At:'a- ~ARR.\TIVA OPERE PRBIE: cli lJ.11/JER'l'Q UARIIAflDI * rnapagina infiammat diAlejo Carpentier e E ora vogliono anche sapere con chi, una, si arrangia per campare •. La notte dei '',n ascheri,, e la ,norte in ban.ca La strana espressione gli ricordò a un tratto i tetti e gli androni del suo paese chiuso fra le montagne. Lassù, dove le dracène stormi– scono nel vento, dove le foglie membranose, le orchidee selvatiche, le piante dalle foglie a coltello e a freccia si intrecciano in umidi gro– vigli sempre coperti di rugiada da alba ad alba - lassù fra le guglie dei faraglioni, sole– vano protendere il muso, di notte, le lupe, nate dalle <lagne che secoli prima avevano disertato dai branchi selvaggi. E quel muso implorando la copula, teso nell'urlo con tutto il corpo pal– pitante, lanciava appelli tali che a valle i cani drizzavano il capo e gemevano senza osare di uscire dai limiti del cortile. Allora, esaspe– rate dall'attesa, le femmine scendevano nei dintorni dei villaggi, e spandevano nell'aria notturna l'odore della loro bramosia perché essi venissero a spezzarle - avvilite, morsicate, lapidate - fino alla fuga nell'alba verso i covi montani dei loro parti. Un volumetto dell'agile Universale Feltrinelli, 1960 è l'opera prima cli Camilla Salvago Raggi, che ha rac– colto otto racconti sotto il titolo dell'iniziale, La not– te dei «mascheri,., E non so se cl ha pensato la giovane scrittrice, ma questo suo Utolo è veramente emble– matico dei suoi migliori momenU narrativi, perché Il suo modo d I vedere il mondo. tende a penetrare la notte essenziale e le ma– schere dell'esistenza. Infatti, mi è sembrato di cogliere, nei suoi più riu– sciti racconti: La notte dei «mascheri• e La padrona giovane, un sottofondo sen– timentale quasi eluso dalla esterna consistenza delle con ti, la tristezze di ciò che è passato, nella nostal• gia di un tempo che non è più possib1le riconquistare, ma che, come tristezza e come nostalgia, è la sostan• z.iale realtà, non tanto di un tempo perduto, effimero e Ingannevole per se stesso, ma di una sua più profon• de dimensione che s'intra– vede come eternità. Naturalmente, nel due cl– tau racontl della Salvago Raggi, questa situazione è più subila che voluta; e ce ne tanno fede i racconti successivi che non hanno lo 'stesso significato; se non che, quell'avere subito non è stato certamente casuale, se mai, il rispondere alla più Intima e profonda voce della sua natura. Banalizzando in pura og– gettività il moto delle im– magini narrative, steccan– dole da una loro sorgente lirica più profonda della stessa fantasia, si hanno tutti glt altri racconti meno uno, Annetta e ~ stagio-– -nt che, fin nel t.ltolo, de-– nuncla la suo ispirazione all'articolarsi del tempo nelle momentanee figura– zioni dell'esistenza. Se non che, mentre negli altri due racconti. e soprattutto nel primo, la sinteticità narra– tiva vivificava le 6ingole manifestazioni d'immoginl In un rapido ef!icace mo– vimento d'unità, in Annetta la descrizione prende un poco la mano a chi scrive; e, francamente. le descri– zioni riescono sempre noio– se. I restanti racconti sono fmplanlaU con uguale scal– trita tecnica, me si concre– tano In immagini che ap– partengono più aJ mondo del di!uori che non a quel• lo interno ad una profonda congenialità Urica., di quel– la Upica della Salvago Rag– gi: olmeno per cl6 che cri– ticamente si può auardare su di un'opera prima. E ml auguro che un prossimo vo– lume possa dire più glo– balmente at lettort della su.a maturità Urica. immagini che invece svol- ---------------------- Altro autore di opere pri• gono l'tmpulso più sotter- ma è GlusepPe PonUggla raneo del discorso narrati· con Lo morte in banca, Ru- vo; anzi, più che eluso, ne· sconl e Paolazzi, Milano '59. gato da certo apparente CJnque racconti e un ro- agnosUcismo che mi è tnve- manzo breve che fanno ~!~~~r:~~ lad,;g~~~!: spicco nella giovane narra- delle immagini stesse per Uva d'oggi per doti pro!on- un r!scontro dialettico al damente personali. Né c'tn- sollo!ondo del subconscio. gannl che dopo QV@r letto, Poiché, tanto ne Lo notte venga spontaneo un racco-- come ne Lo padrona, la 61.amento con Cecov: per ----- ~--~- siste tutta in quel trascor- puntualmente e paradossal- ::re d~~:t~.n~e C:r~S:~~ mente - stavo per dire, sé, d'agnosticismo Cenarne- 6Urrealmente - la vita, per nologico, ma proprio in ciò quella sua Ironia tonale ma che rimane fermo, in ciò a volte di un rilievo pun- che fa da sostrato a quel gente, per quella sue mo- fluire che denuncia la sua ralilà intima all'immagine labilità. la sua irrjduciblle ma pure tanto sapientemen- caducità. Un sottofondo cbe te distaccata; modi che si ~:~t'~'7ut~~~~p;:l~~~ ritrovano in Pontlggia, non sua personalità narrativa, come calchi culturali. ma proprio per non avere a ri- come spontaneità d1 visua- petere poi con la sua g,io- le ·interiore, espressa in uno vane padrona: «...tutta la stile nervoso e scattante. mie ,•1ta è stata uno sba- A parte il dono più eml- gUo, dal giorno che son na- nente di questo narratore, ta.• {p. 39). che dimostra une pura im- Contro la fugacità di una mediatezza lirica. Non vo- esistenza superficiale, lega- gllo dire però che I -raccon- ta fenomenolog!camente al- ti e il roma.n.i.o breve ven- ie sensazioni. resta, nei per· gano su da una realtà tutta sonagg! di questi due rac- s. Marino: • Figura • fantasllca e non invece da LETTERA DA MILA O * Martedì: poesia * cli l.lJSERQ CREJIASCJII .Ua, che diavolo. anch 0 1O sono one-sto. E poi. non pouo negart' che. le concersa.:1oni dt Maria Va1~a11,e de, suoi cotlaboraton. siano srote seguire da m1gha1a di persone paganti (-la teuera annua di socio ordinano è di 1.250 lire, 11udenh e opera, meia prezzo). E allora. batta con gh eceeui d1 prudenza. Diventa olZio. E .ttiamo al gioco. on--i, al !acoro So che Gilda Musa ha accettato per una ·'con– rersa..-ione,. .rullo poesia tedesca del dopoguerra, e- l"am1co Roberio Sane.n su Dulon Thomas: fanno sul serio, non ,ono ci.Uime della d1ffeden.:a. Geno uno sguardo sull'elegante dlpliant che. Giamp-1.era ml porge: il prot,amma pe·r la stagione. è g1d definito. Trooo Maria Vailati impegnata per seue conferenze-: Rkhard \Vnght e ··iJ messaggio tùlla por.ria negra attuale"; 'la crm de-Ila aolitudtne e l'e.ngenza della poe11a-cofloqu10 m Cle– mente Rebora··; lirica sovie-tica del '900 (qui dev·e.asere una sei.sta: d1 qucle altro secolo può essere la Urica 1ov1ehca?); Attila Jò:3ef e .. ,a nuooa hnco ungherese ..; Na.Ztm H1kmet; pol!h grect contemporanei; _"avanguardie del passato (da Cecco Ang1olieri a Giambattista Vico)". Trovo Ettore Maz– .:ah con , Contlnutt.d della tradizione ottocentesca nella co.ttdetta "rottura.. dei p rimi autori decade-nti •: Mario De M1cheh con 1 21 poe.lt bulgari /ucflatt,; A. (?) Faccio con ..pol!ti spagnoli della reri.sten.:-a ,; Franco Forttni con , z;ecchio e nuovo in tre poeti france,i .... Chi affolle-r4 lo sala delle conferenze? Soprattutto stu– denti. n Centro, nato come I tributo alla figura del poeta Spartaco AaeiampreneT ... , è ormai adulto e collaudato come l'unica iniziativa italiana del genere. ed è in giovani e buone mani. Possiamo ltDare hincora. Le preofste di.sCtLS– .sioni dopo le. conferenze (e dopo la lettura tùi testi. affi– data apli attori Anna Proclemer. Raffaele Giangrande, Da– vide MontemuTTi, Marisa Puzardi, Fernando Cajati, Paola Boccardo. Frttnco Sangermano, .Mari.fa Fabbri, per la Tegia di Alberto Caoallone) le dl.s-cu..ssioni,diceeo, non manch-e– ranno. Ho il dtritto di fare il processo oll'fmposta=ione critica. al valore culturale dell'iniziativa e alla ma più o meno positiva incidtn=a ne.I "vuoto,. culturale milan.ese? Forse d., ma non adesso. Adeuo pilucco con lo sguardo due versi di Pound da.I brano del I Canto LXXXI,, stampato m bella uuto sul I programma•: L'errore è tutto nel non aver !atto - nella diffidenza che fece esitare. Va bene, non esi– tiamo. Segu iremo. il pnmo e l"ultimo martedì del mue, il corso di que.st anno che vuole I dimostrare come o gni poeta. anche il pi ù isolato. no in.sento tn un ombi.en~ e in un'epoca al punio di euerne sempre, uolontaruticamente. o no, il portaooce e ouole nello .steuo tempo chiarire eh.e la grandezza di un risultato aTti.sdco non si ml.tuTa St.1Uo parteC1pOZ1one a -particolari problemi della pTopria società o adesioni a particolari 1cu.ole le-tterana, ma su.Ua indivi– duale intuizione deU'univeno da parte di ogni autore•. Sard proprio cosi? Non faccio contutazioni alla signorina Martegani che ora m1 ac cenna anche alla pubbhca.none di un Bolleuino del Cl! nl.ro, in cui apporird il testo della con– ferenza, e delle poesie le-ne., le notizie delle ~Te di poesia usciti! durante U mese, oltre all'Indicazione delle tiane mani• Inta.noni di poeria. li Comune d1 Milano è d'accordo. n pubblico è d'ac. cordo. Se anche gh editori di poesia (Mondadori, Feltn.– nelli. Vallecchl. ecc.) ,ono d'accordo nel collaborare oui– vament.e col Centro. che altro possiamo aggiunge-Te, ,e non gli augun, per una volta tanto l'inceri? un'esperienza esistenziale patita anche se quosl sem– pre risolta in poesia, poi– ché quello che interessa Il critico, che non è mal un biogrelo, è soltanto la ri– soluzione lirica dell'espe– rienza; perch6, infatti, le trame dJ una sia pure &e0n– tala vita empirica si fanno scorgere soprattutto nel ro– manzo breve. Il quale, per quanto breve, è molto più lungo degli altri racconU che per brevità sono guiz– zanti: e questa lunghezza breve del romanzo porla lo scrittore ad un tessuto nar– rativo più allargato e me-– no teso, con la fatale emer– sione dJ uno schema diari– stico a radici biografiche molto più evidenti. Ma questa opera prima del Pontlggia è narTGUva– mente più che notevole e fa pensare a future fatiche In cui la magia della tra– sparente vlslvità Urica. la intelligenza degli Interessi esistenziali e l'efficace sem– plicità dello stile s1 slnte-– Uzzino in una narrazione ~i più malura soslànzla!UA. e Vengono ad arrangiarsi per campare>, di• cevano i ragazzi del paese, quando udivano il latrato delle bestie bramose, ansimanti nei sentieri vicini, al limite delle prime lampade, prostrate sul ventre nella polvere: • Vengono ad arrangiarsi per campare >. e E adesso - diceva la donna - vogliono sapere perfino con chi, una, si arrangia per campare•. Da • El Acoso • di imminente pubbl. Longanesi e C., Traduzione di Maria Vastadazzi. LERICI MILANO VIA SANTA TECLA 5 ROLAND BARTHES ILGRADOZERODELLASCRITTURA Un saggio fondamentale sul linguaggio letterario. ANTONIO SECCARECCIA LE ISOLANE ullo sfondo della guerra in Grecia, quattro indimen– menticabili figure di donna. GIORGIO ORELLI UN GIORNODELLAVITA Uno dei narratori più genuini che 5i po5wno leggere oggi. i\lARK TWAI l GLIINNOCENTI ALL'ESTERO la prima tradu=ione italiana di un capol.avoro del grande umorista americano. JUA GOYTISOLO GIOCHIDI MANI Il più avvincente roman:o del noto scrittore 5pagnolo. L. 800 L. 1200 L. 1000 L. 1500 L. 1500
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