La Fiera Letteraria - anno XVI - n. 3 - 15 gennaio 1961
Domenica 15 gennaio 1961 LA FIERA LETTERARIA Narrativa: opere prime * KOTERELLE ULL"ULTDIO FA CICOLO DI « ULI E» * Il gesuitaperietto Dove 1Ja la poesia di lJJIBERTO .1IARJ!ARDI L'ultimo fascicolo mono– grafico di • Ulisse• si inti– tola Dq\·e va la poesia e con– tiene quanto basta, al pro– fano. per collezionare una lista di nomi e di sugge– stioni che forse più span~n.– tano che invitino all'aggior– namento personale; quanto in\"COC basta a chi un po' se ne intenda per deprecare simili minestroni saggistici, con quel sapore di raccogli– ticcio e partigiano che cor– rompe il gusto degli scritti anche più sani, più naturali. che per avYcntura ,i sia– no compresi. * tanto sottile l.1,·orio, dopo i bombardamenti, le sàagure naziooaJ.i, e la ru,erra civile. noo sia rimasto un oeJ niente• Quanto nccc:ssarie sarebbe– ro opere di narrati,-a che pancndo da una assoluta ur– genza religiosa mostrassero l1nsanabilc contrasto e b e esiste tra ,-ocarionc e con– formismo, ~ inutile affermar– lo, pcrchl!: da questa dialetti– ca sooo nate gran parte delle iU\-etth-e deUa Dfrina Com– "!~ia e, si potrebbe dire, ad– dirittura / promessi sposi, se questo romanzo non con– tcncssc molto di più. . Un 'opera. per esempio, che nproponcssc d3 uo punto d.l ,i.Jta non documentario la funzionalità degli ordini reli– giosi nella cstrcm3 compli– catezza dena moderna ,;ta mec.canica, sarebbe, mi sem– bra, una chiarificazione ri– guardo i mezzi personali da scegliere per 1'~tiC3, entro la unh-crsa.Je salute della ~~~-~~~i~~Q~~ romanzo di Furio Monicclli, Il gesuita pe.rfello - Ed. Lon– gancsi -, ope ra prima di un gio\'ane c.hc, in quanto tale, pote..-a gene rosamente senti– re tutta la spontanea neces– sità di un assunto cosi diffi– cile e, diciamo pure, ardho. Ma la lettura del ,-olume mi ba convinto che né di ro– manzo si tratta, né, unto mmo, di romanzo a ispira– zione religiosa. Kon romanzo, perché. )a resa delle esperienze auto– biografiche non assurge mru a libero impegno narrati\'o, legato com'è ad un interesse che. nel corso del racconto si palesa scopertamente psi• cologico e intellettualistico msieme. Ed accennerò a questa esposiz:iooe cliaristica per di· mostrare la sua inesistenza narrati,·a. Andrea, un gia. \'ane non meglio precisato, ma che dal riS\-olto di cope.r• tina è dichiaralo es.sere l'au• tore, fugge di casa per fars-i gesuita. A Galloro, • sede del noYiziato religioso•. perduta quella pan"CnZa di fede che l'a,'C\-a spin10 a lasciare il mondo, Ira le delusioni d i • u n ' amicizi:i intelle1tua.le • per fratel Znnna e della sim· patia per (raie.I Lodovici, • mossa da un sentimento Sttgolato del suo cuore• (p. -U), Andl"C3,cominto che la Ratio gesuitica è in per• fe110 con1ras10 con il suo temperamento, m:i sicuro che e lo spirilo di cmulaz.ione, l"ambizio ne, il suo freddo orgoil.io, dissimul:tti come orm:: ii egli sapc,>a tenerli, lo a\"rebbero certamente son-et• to • (p. 183). accetta i ,-oti ed entra a far parte della Compa~ia di Gesù. Eili è di\"cnuto cosi un pufe.Jto gesuita - Wciamo, piu11osto, un perfetto ip,ocrita -, tesi che dal.13 prima parola del rom3.0%0 all'ultima, l'autore tende: a dimostrare, poiché, a generalizzare. ci penserà poi l'in1elligeoza del colto cd inclito lettore. Comunque, non si capisce perché, ai gior• ni nostri, un giovane prcsu• m.ibilmentc maggiorenne, lkb– b:l fuggire dj casa per farsi frate senza ,-ocazione, ren– dendosene conto con nn'an:i– Jisi tanto acuta e, soprat· tutto, disprezzando il meta. do pedagogico cd ascetico dell'ordine religioso libera– mente sc:cJto, impqµiandosi con la propria coscienza a sopportare rutta una viu di rinunzie alle normali gioie del mondo per accollarsi al· te responsabilità che non scn• te, rendendosi pti~oniero di un atteKKi.amento falso, cste• rio re e superficiale: e In quel reclusorio che egli stesso 3\''C• ,-a ,-olontariameote clcuo_ • (p. 136). Ma chi glie l'ha fulto fa– re! ,"iene da chiedersi ad ogni pagin..3. di questa diaJettiC3 temperamentale, contorta e ,isibilmente raziocinata. Nessun.a spontaneità lirica, dunque, ma piuttosto, un as• sunto negatl\"amcnte morali: stico che W\'cnta un 3ttO di accusa, assolutame:atc gra• tuito, ,-c:rso un ordine rcli· gioso il quale lascia liberi i suoi no,izi dj entrarne cd uscirne; assunto che, quin– di, con facilità si colora di e,,identi ma i:e:neriche sru– mature e politiche•, indub- f~rt~ furoCo~~~cb~ Gesù fosse una speciale ar· ma dell'eser cito, no n sarebbe improprio peosa.rc che fra. tello Andrc3, l asciandol3, fosse dichiarato disertore e perseguito come tale; ma poiché l'obbedienza pui.nde ac cadm-er, data e non con– cessa la stretta realtà peda– gogica della lettera. è va!-ida, se mai, altro J'3Cle:ettazJOne ,'Olont:aria della rcaola. non è molto facile dimostrare c::be. a eh.i come ad Andrea, non riUSOCDdo gradita. non se ne fosse potuto a.ltrettan· 10 volontariamente andare, e, per il contrario. che, a,-en– dola a.cccuau in tali c ondi· zioni, potesse poi di,-- ent:a.rc il gesuita perlctto. D D uo è troppo personale perché possa essere esteso. se non gratuitamente. a tutta una cat.egOria di uomini e di ~ si possa. tare problema spi· rituale e soprattutto religio– ro. Anche perché di religio– so non c'é che una certa no– DlCDdatura in questo sf<>10 :rutobioe;rafico e magari qual– che errore di dottrina e di teologi.a.. che si ~bbe per-– donato volentieri allo .scrit– tore se fosse stato un au– tentico poeta. La vocar.ionc religiosa di Anch-e3 ~ documeDUbile dal primo all'ultimo capitolo as· sa.i facilmente: e Si confessò e rimase in preghiera per po– co tempo. !\on c'era una stilla di commozione in JuL • Uscito da.I tempio, si re· cò in una trattoria della piazza e consumò un pasto ~tanrioso > (p. 9): • Quel che gli manca,--a era lo spi· rito di ( e.dc• (p. 90); e_ gli occhi dj An drea erano ugual• mente pri,i di (cdc monda– na e di (ede religiosa. (p. 113). Mancando la fede. m3Jlca la ,-oc.azione.. Anche dal pun– to di ,ista psicologico, il dramma interiore \"iene a scadere su di un sottofondo temperamentale che l'autore, non solo non ha cercato d1 oc:cuJt.are. ma, anzi dì tar emergere dalle penombre di un subconsci.o assai più di– screto di lui: e Da quella contaminazione dell3 scn.sua• lità con lo spi.rito na.stt\-a una forma oc:culta e irrime– diabile di corruzione da cui Andrca si lasciava a,-..·olgcre con una sorta di \'Oluttà > (p. 16); e_ il desiderio che lo spingc\,-a a cercare e guar• dare a lungo l'altro confra• tello dcri,-a,-a da un senti– mento sregolato del suo cua. re> (p. H); • Il fondo anar• cltico e SOV\'CJ'si,-odella sua indole torna,-a a galla_ Non a,·C\-a abbandono, non UIIUJ– tà di spirito• ( p. 106); ..-A mano a mano e.be pfO\-ava un disgusto sempre più pra. fondo per forme cui era co– stretto a soggia c.cre, ,;eppiù si attacca,"'3. ad es.se. con una osse:n'3.DZ3, persino nelle più piccole cose, cosi JeneraJe, precisa, .scn'Ue. che- qualun– que aJu-a con sideraz ione spa– ri,-a ai suoi < XX.bi d avanti al· la più piccola formalità• (p. Hl); • Sotto la sua conce– zione meccanica e atomisti– ca della (ede, non serpcggia– ,-a più quello slancio misti· co che era il fondamento di ogni fede_• (p. 1.50). Escluso quindi il momen• to religioso, dal punto di ,·i• sta lirico sarebbero potute sopra,·vh-ei-e le immagini fan. t.astiche inncn-ate, sl. da una psicologia. scnsualistica e fredda allo stesso tempo, ma sempre emblemi di un sentimento di aperta spiri· tualità. Ebbene, basterà rilegg<!re le prccrd~ti citazioni per ac• corgcrci che né di immagini si tr:ltta, né dj alcuna aper– tura spiritu ale del s cntimen· to. Resta scope.no soltanto un temperamento c he, nega· to entro un ipocrita confor-– mismo clericale, abusato e di maniera, non ha onnai più nessuna ragione di es.sere, in quanto, appena deciso in una delineatura netta, il racconto finisce e cade conlcmpora-– ncam~te con esso 13 fiKUra del protaconista.. E la capziosità del ra,xon– to è confermata proprio da tutta un'3pparentc \'Crità del– l'analisi psicologiC3, da una sofisticatissima dialettica dei sentimenti che tende a reo• ~~1li~l (~~~cx:~ . 1 ~1 g~~ tro i mali e le imperfezioni promesse da Dio_ •· Ma il su~to, sia pure dub– bioso. che Ja fede possa es– .sere un gioco di illusioru .soggett.i\"e, chiara conu-addi– zione in termini, resta e sci-– ,-ola nel n1oto stomaco del lettore. cosl come l'errore teologico dei mali e delle imperfezioni promesse da Dio; il quale, se mai, non le promette, Jc dà, ma non cosi fiue da intcrcss:une tutta una vita, e sempre, però, co– me giusta conseguenza del peccato originale. Ma t.ant'è. ormai 13 prospettiva è S\i– sata e lo squilibrio spiritua– le fomentato. Si agita, per esempio, il problema della fcnuaz:ione della personalità: e si amo al– l'aborrita obbedienza puin.de ac cadaver, che, se presa alla Jeucra, potrebbe sembrare la nqazione dj ogni liòertà e quindi di ogni possi"bile per– sonalità. Ebbene, ecco una dimostra:zio ne cbe p otrebbe sembrare magnifica.re il si· stema ges u itico, me ntre in realtà non fa che da sfondo negati,-o alle delineaturc, e del temperamento di Andrea, runa morbida sensualità po– teru::iata di un scn.-o raziona– lismo, e di quello di fratti Zanna tutta infatuazione ra– zionalistica di una po\"era cd astratta SCllSl"bilità. E proprio fratel Zanna, che per Ja sua assenza di profondità rcligia. sa, dcJ resto assai più coe– rentemente, lascerà l'Ordine, dice: e La personal.ità, aJ con– trario, viene ad essere potcn· ziata dall'obbedienza, la qua– le rutti i talenti indirizza ad un unico scopo, senza inutili dispersioni, con unità di me• lodo. La miglior pro,-a di ciò si ha nel fatto che la Compagnia ha espresso dal proprio seno, malgrado o grazie all'obbedienza. perso– nalità gigantesche ed eroiche non soltanto nella santità, ma nella ,-olontà, nel cuore, nclla dotlrina_ • (p. 122). Ma se si vanno a raddriz– zare le situazioni per ,--ede– re giusto, frate.I Zanna è proprio l'eranKC)ico seme ca• duto sul suolo sassoso e su· bito gennogliato e seccalo, Andrea il seme soffocato ben pres10 dalle spine, mentre l'impostazione del racconto esalta il coraggio della liber– tà nel noelle gesto dell'uno e il sacrificio della personali– tà ne 11' ipocrita perfezione dell'altro. Cosl che, la ,-erità obbicttl\'a d ella prcoedcnte enuncia:z.ione sc.n-c per la su.1 negaz ione al la luce di UD3. SOi,i'elti\"a attività esist.cn.zia– le. E se una qualche ,-crità c·~. ,·iene sempre subordinata ad una situaùooc di -latto che la minimizzn, la nega, la irride. Siamo dunque, ripeto, sul piano di una esperienza spi– rituale che ha ro,-esciato i rapporti tra sensibilità e ra– gione, costruendo proprio quell3 ~ibilità che, come. dice,.-o coo le stesse parole dell'autore, deriva assai ge– nerica.mente, ma dircltamen– tc, e da un sentimento sre– golato del suo cuore•· L'interesse diciamo gene– rale s'acocntra. sui panorami di alcune poesie forestiere contemporanee, l3 francese l'inglese l'americana la rus– sa la. tedesca e l'ispana. amcrican:i, trattate rispetti– \'amente c!a Doro.inique Fer– nandez, Giorgio Manganelli, Claudio Gorlier, A. Maria Ripcllino, Aloisio ReoW e Rodolfo Wilcock con minore o maggiore competenza e obiettività: l'insieme costi– tuisce un.a lenura non nua. \'3, neppure troppo origina– le ma. considerato il dcma. cratico gusto corrente del e molto in poco spazio», probabilmente interessante. Resta da sapere, e fone non lo si saprà mai, perché dall'Approdo sia qui passa-– lo il saggio di Natalino Sa– pegno su e ProspettiYC della storiografia lcttc.raria.-. Spae– sato anche mi pare quello che può essere pure definito il t estamento dj Leo Spit– z.er, • Lo S\iluppo di un me– todo •· Il saggio :.i Oj!lli mo– do contiene alle ultime ri-– ghc qualcosa che i critici. tutti l critici senza eoc:e:zia. ne, dovrebbero mand:.irc a mente. Ecx:o il brano: • Per qualunque strada ci si 3\"• ,icini all'opera, sia quella della storia delle idee , del– la stilistica struttura.le. me– trica, psicoloii-a, soci ologia, si anivera a nuo,'1 risultati purché il critico non si al– lontani troppo dal testo c legga, come tuui i lettori do\'TCbbero fare, il testo con atttn:ione • (le- sottolin ea• ture sono di Spitzer). C.on . ~~~o~c~fo ~• ~é ~ ton:: comune per una iiu• sta lettura. Ouest:i r-ci;ola potrebbe, di angelica come appare, W,·cnire .satanica, se ~~~ a::~g~hno~g; • leggere il testo con atten– zione•• questa coda: • di• ment:icando o trascura.Ddo il nome del poeta cui dobbia-– mo quel lesto, leggendolo dunque come un prodotto anonimo dello spirito>, Ca– pisco pero che. o,·e la re– gola fosse applicat:i con la coda proposta, ogni critico di buona \'Olontà di\'"ClT'Cb– be un dinamitardo, l'ordine costituito \'errcbbe son-erti• to, nessun poeta potrebbe più dormire m pace. Per ca• nei. chiudiamo subito la diabolica parentesi: lasciamo al Tempo il suo compito, non pretendiamo che il cri– tico W pocsfa w,~nti un mon3CO: e passiamo oltre. Anzi, ricominciamo da.I prin– cipio del fascicolo, dal cor– si\'O di spiegazione e di in• t.roduzionc che pana l3 fir. ma de lla dir ettrice, Maria Luisa Ast:J.ldJ. di PIETRO CDU ..TTI tutti gli uomini di buona \"Olontà. affinché tenga.no presente che li 1ent at i,o di rinno,.uoento poetico ope– rato da Pasolini è ruttora il solo buono e \'alido. Per coocludere. la buona signa. ra addita la sola strada ri· ma.sta alla pocsta per ri• guadagnare .a popolariLl perduta, per ridare agli ua. mini il cxmforto che ~i m altri secoli offri: la , i3 è quell:i dj e un tot31c rinn~ '"amento del discorso poeti– co>, ~ e l'abbandono di quella koinl che ormai rcn• dc tutti i poeti dell'Occiden-– te intercambiabili •. è • b panccipazione agli e,~nri del mondo che non importi Classi.ci italiani •ella Biblioteca di classki italiani, diretta da Carlo Mu– so:tta, per l3 Unh>ersale eco– nomica dell'editore Feltri.ne.Ili, sono usciti recentemente due ,-olumi molto attesi da un \'asto pubblico di lellori. Per la prima ,-alt.a abbiamo 13 possibilità di ICfiCJ"C in edizione popolare. integral– mente commentale e rigoro– samente curate ne.I testo. le opere di Nicx::olòMachi:l,·clli. con introduzione di Giuliano Pl"OC3.cci e note di Sergio BcrtellL D primo ,-oiwne. cui ne seguiranno a.Itri sette, comprende.. II Prùtcipe. I di· scorsi sopra la prima deca di Tito Livio. L'altra opera, in due ,-olumi, è in\'CCC costi· ruita dalla rist3mpa delle Co,rfessioni di un i1aliano, di Ippolito Nic,·o. presentate da Goffredo BelJooci. necessariamente l'e.ngagemen1 su questa o quella pm.i.z.i~ DC' politica•· L3 signora non $1 accor– ge, dici3J'Dolo con la corte– sia che spct ta al gentil ses– so, di star bussando a una porta bene aperta.. Certe sue espressioni ci riporta– no con noslallia agli anni di fuoco del primo dopogu<:r– ra, riassumono i contenuti csploshi dei • manifesti • di allora: ora, sanno di cenere. Ma più ancora: giunte cosi fuori tempo, se nel comptes• so sono tanto commo,~cDli, tanto s>3tetica.mcnte inutili. nei panicolari sono qua sciocche e a. blasfeme. Sciocche e blasfeme quando parlano di abbandono delb koinè che farebbe ioten:am– biabili tutti i poeti ddl'Oc– cident.c: II13 d1 quali poeti parµ, come li ha letti, la si· ~nra, e li ha mai Jetti, e S3 di che p:irl:t. con t.anta. 1~ rezz.a? Sono espressioni ancora sciocche quelle. più sopra, 'Che ritengono e definiscono che • gran ::o1- J>3- del graduale estrania-– mento dei lettori- risalga. a quelle esperienze cnn~ti· che dj rui taluni addiriuu– ra si Ycrgog.nano e si di· scolpano come di peccati di gio,;ne:zza: esperienze che incisero gra\"CDlente anch<: sulla critica, la quale :i un ceno punto dimenticò la sua funzione tradizionale, e !.i ridusse :i esercitazioni gero– glifiche su.I testo, ogni cri· tico adoperando una len·c d'ina_randimento coU:i qua.le ~~sci~-ancl~d!~!dnt~ J:: imoletti, .soltanto il proprio isolamento culturale•· e C'~ da confortarsi (seguita im• pert.crrita la signora) che di Oreoc.hiati, come si ~te e ~n~Ù~i Ùr~~~rig~~ te e passaticida, la siinora s'è lasciata prendere la mano e ha commesso nel calore l:i grossa gafle di butta– re alle ortiche UD p:J.liatO, una critica di poesia del passato cui appartiene com<: nome W pnma gran~e:u.a quel Carlo Bo cui 13. sqµ,o– ra, in altra pane della sfor• tunat.a introduzione. dima. stra 1anu stima re,,·crcote. quello stesso Carlo Bo .::..li la signora ha chiesto (ed o.a 011enuto) di aprire questo rascicolo, con la bella p:i- 2ina. malinconica e falli– mentare, intilolau • L3 r::oc• sia e·~-- •· Non solo: ma .1 quello stesso passato, che la signora c:osi ispiratament:: ripudia a nome del suo fu– turo dj engagement non troppo spmto, appartiene lo stesso critico Giacinto Spa– gnoletti, comunque aWorna· to e riverniciato, dal quale pure ella prende spunto, esempi e prcdilctioni per orizzontarsi in una g~a cosl ins olita per lei! Mi ,; e.ne mpronisamen– tc un dubbio: che abbia ,....,. luto dh-e.rtirs.i un po', con ambigua crudeltà, alle spalle dei suoi critici, dei suoi ami· ci? Eppure il tono non è questo; e J3 gaffe sembra autentica.. Ma noo si sa mai, con le signore. Il fascicolo di •Ulisse• e.be s::ircbbe st.ato bene in– titola re e do,·e dovrebbe an– dare la poesia •• più CODSOnO allo spirito, aUc idee che lo hanno ispirato, si presta ad altre utili osser\'aziom, P'"'J' la parte risen-ata alla poe• sia italiana, e ad esso biso– gnerà proprio ritornare. Rassegna delle riviste t desche D:Tetto da Ernst Jùnger e .Mircea Ehcde, esce p ruso l'editore Emn Kleu dt sr.oc- – carda une nuore inteTesscnte r I o 1 s E e letterano-cuuurnt.e. ehe merita di essere legnala• ta. aJ pubblico itohcno. Jf Il· tolo del ptriodfco b1rne-n.11te AntaJos (Anr.eoJ i forse C'O• gomenl~ .nmboHco, ed accen– no cl programma ehc 1 due direttori i n.tendono wotgeTe. Se questa . suppo.ri. :ione i giu• lta. si pot Te bbe pnuare olle presente Weltanschauung fùn• gericno: un immanentumo fondato .sopra uic,enu r;;i.:-.o• nalistlche le quali .riano pur sempu tT~ide din.o:n..'""i al m1-– .rt.ero eh.e oiroolc,e 14 dioinitd. Ciò ruulta da con/eaion1 del· lo staso scrittore. Ecco. in pTOJ)OSito. aJcu-ne signtficant:e pTOpOli...-ioni eh.e deduco dal -ro!um.e Lrradiuioni: - Per poter credere in Dio. io deb– bo pnma spiegarmi ~r 01a d1mostn2tit1a lo Sua Ulstett=a.. In al:-re parole. debbo /are o ntrc>s o I.o stusc .stTodo nilla qua.le Lo ho abbandonato •. che ~ tTcseendenn.stlche nello ateuo tempo. In reolEd Ant-alos d occupa. tra raJtro. d1 q1.1estioni reli– giose. oeculhstlche muuiao• giche. ccce1era.. E ciò /orse anche per l'apporto che alle ntnsta dd uno dei condiretto– ri. Mircea Ehode. eh.e in que:• slo campo ha uno speciale: eompetenza. Di origin~ n1me• no. egli nacque nel 1907 o 8.Jt– earest. dooe iniziò i suoi sl-U· di di SCNcrito e fiJ0$0/la In• diana., perfezionandoli in se– guito o Calcutta.. Dopo ti I9JJ Mircea Eliodc in.sepn6 steri.a delle religioni e filosofia in• diana nella capitale rumeno. Trcsrorso un periodo a Pan– o, e lntrapre,-i di ld molti oiagai culturali in dh:ierri p,oe:n. ec,11 i nato chiamato nel 1956 all'Unice:rsitd di Chi– cago. dooc sralge, a.nche c1- tualmen1e, lo sua amuitd di· da1uro-sefent:1jica. A propo.silo di Antai03 ho quf dinncn=i il primo e il u– condo numero del çolume se• condo ce nei riguardi delle: cecch1e C:hiese sdniowiche e: oudd1• st1che, e: un mot:imenlO Stn• cretUtico chi!' mire a fondere 11cri.stianesimo eon oltre con• /ession.i. stone e della carota •• per cui il lettore che do\Tebbe rimanere cominto da.i ret– ti ammonimenti che i pa• dri superiori n,-olgono ad Andrea, resta in\"ttc persua– so dai suoi dubbi speciosi, dalla sua dommatica laici• sta, dalla sua aridità illan• ~dita e inumidita dalla raf– fmatezza di una se.nsible.rie che deri,·a • da un sentimm• to sregolato del suo cuore•· Cosi. per esempio, quando l'autore dkc di Andrea che • lotta\'a disperatamente con• tro certe suggestioni ma C3· pita,-a sempre un momento in cui J3 fede appari\'a un gioco d'illusioni soa_gctth-c• (p. 106), l'afferm.azionc può sembrare sincera. t.anlo più che egli la sul.fraaa con que– sta indubbia confessione: • n fondo anarchico e SO\"• ,·ersi,-o della sua indole tor– Da\'3 a galla e si ergC\-a con• E mi sembra che questo Gesuita perfetto sia la mani– festazione di quella tipica. in,-crsione spirituale c:os\ fre– quente nelle opere dei lette– rati contcmporane.i, che sta pe.r dh-cnlarc la nuo,-a re– gola del comporta.rnenlo di certa intelligenza moderna. Poiché non si pub certamen– te DCgilireche questo librv non sia. letterariamente scrit• 10 bene. Anzi..Un altro autcn· tic:o letterato, dunque, entra a far parte della repubblica delle nostre lettere.. n cc.lo- re allu.sit:o del lltOlO ri c omp rende pc-mando ad Antt:o, il mitico a{gante. fi· La signora se la ca,-a bel· olio d i Posddone e Gea. 1I l~enle, nel compito dj pre- qua.le rimase imbotttbde fin- Nel primo .spiccano due art.scoli: uno dell'autore ru– mnio intitolato Considerazlo-– nl sopra la simbolica rell)!io– sa. l"altro di Em.st Bni: s-u.l· le - Nuoce religioni,. in G1ap-– pone. Da. qul!'sto aoggio fl ap• prende: che dopo la capstoto• =ione del I9f5 e: la s~TOZio– ne dello Chiem dallo Stato, parecchi milioni di fedeli giapponesi .sono con{Zwli m una - Unione di nuoce tth• pioni .... doi::e: a-i nota:na uno sp1cco-ta tendenza ri/onnGtn· Nel secondo numero, oe• can.1O cd un SO'7QIO df Mir– cea Eliade ,u Alchimia ~ tem• poralità e ad un altro di Korl I. Narr intorno elio Plastica sìmbollea femminUe dell'ero arcaica della pietra. .spiccano le pagin.e di un lu.ngo - dia· rio.,.. di Ernn Jllnocr dal ti• t.olo: Matthio ad Antibes. In questo nJeconto sf mucolono e.rtTommnsu le onnota.:sonf più ocrie (descrizioni di fe:– nome-n.1nctuTolf. ensni •torl– o. eon.ndeTG....-foni filosojlch.e, .sociologiche, crchN>log,che, cunos1Ed /aldoris11chc, os.ttr• vat:ton1 ru particolan a.rpet:1 della faun.c e flora delle t,er– te che csreondcno Antibea, e:c– cetercJ, annoni:::ondosi 1n un.e di quelle sinc,olcn - pro. se,.. ;unc,eriane le quoh .spie• cano per la loro metolhca lu.-. ce-ntez-..astllist.ico che su.sesta cmmfncfonl!'. anche se non riesce a commuooerd a cau– sa d1 quella slaccata e fredde brcoura ,ecnico che semtrro aspiri solo al virtuommo. (Contlnu~ pag. 4) PARROCO: Che posso f-are d'altro! Ai ra· aaz:zi bo già detto e dirò il fatto loro_ da lei, debbo in,-ocare qualcosa di meglio del risentimento. M AURI: Siamo in parecchi al mondo, a pen.sa. .--e che il sistema del bastone e degli schia ffi potrebbe a\'cre anche oggi effetti straordinari. PARROCO: Lei non ha fiili- quindi, non ha colpe, e non può caplI"C. Quel sistema po1e,,-a andar bene finché i figli credettero all'dfcttfra superiorità dei ~tori. Oggi, sanno, ,-e.dono, indovinano troppe oose,_ MAURI: Bene! .\1cttiamola cosll oon ho moglie, non ho figi.i, non bo rimpro,~ri da farmi_ come me, il Professore. lo e lui, dunque_ PROFESSORE (s«:a>): P,rli per sé. MAURI (befl.ardo): I.ci ha figli? PROFESSORE: ~o. nemmeno s:qrcti._ ma non giudico la nosu-a una condizione di K~-il~-al~~~Ìt 0 ~e ~irip=o~o~ J capiSCC- MAURl: Spero che non cambi opinione =~ ~glidi a3=; eso~: rcnni, caro Professore!_ Si rivolge al Parroco. _ Re\"crendo; non mi creda una zitel.la osti· nata e ,·endicath--a. .\li sp~ le r aa:ioni per cui sono perseguitato da questi_ che– rubini tra, 1 iati. Ali faccia capire_ come si dice, dottor Perrott.3? Lci che se ne in· tende... come si dice?_ PERROTTA (gdidoJ: D mo\'ente. ~L\URI: Ecco: il mO\"CDte. Risponda anc:be al dottor Perrott.:a, che si domandava: perc:J-.E perchO .Ma lei, n::Ycren:do, spalanca le braccia e Wcc: e Lasciate che i teddy· boys ,-enpno a me•- Ebbene, in cambio, vuol darmi almeno un mo•;•cntc delle mi· naccc e dei ricatti che dobbiamo subire? PARROCO (sfor..tmdosi di essere umile e semplic.e): ll mm·ente d.d ragazzo Gigli è chiaro. E' geloso e disgustato. Crede_ (con angoscia) mio Dio!_ pensa di di– fendere se stesso e il fratello- (ribdlan· dosi airindeunza dd raoconlo ). Sc:ri\"e due lettere- orribile quella alla madre; om"bile ma per noi: lui non sa. Gli negb~ le attenuanti?_ Gli nC'ihercmo che ci sia stata pro\'ocazione? violazione dei suoi diritti? Absol\'atu.r! C:0::1'::JO s: :r:a:segno di comprensiom-, MAURI: E uno! scntarc il \"Olurne, limitan• ché non lo lhlccorono della dosi a riassumere il sagiio Te-TTO., sua onmnce. Eracle dj Giacinto Spagnolctti. che nuscl od uccide-rio. lOlo .sol- ritro,·cremo a pag. i7, d:l ~e:i:n~~~: an'!':se~;!:°n1i cui prende in prestito lo suolo. Di qui il probabil~ spunto, gli esempi e le sc:o- giuoeo simbolico o. C"Ui pUO perte predilezioni; ad esso dare luogo il mito di Anteo aggiunte di suo un com.mo- con le sue moltepl.td c.11us10- ,·cntc, patetico appello a ni e conce::i;oni immanentutl· Adunanza di condominio Il Parroco xmbra cona:ntrani. In realtà, si fa coraggio. Dtl!e toccare argommti ddi· :!i riso5fut~•C:,/:p{:,.~u ;r:;;;t: ~t~ confronli dei ragaz:ti. PARROCO: Il ragazzo FontanaL anche lui non ha madre_ tutti e tre non hanno madre. Al ragano Fontana hanno detto: tu viri con il padre per colpa della mam· ma. E cosl egli qonce:ntra in una sola per– SOD:l rutta la sua stima e il suo slancio d'amore. Poi, pe.r caso, mentre lui e gli ~,;ihPo~ocano con una macchina_ questa Indica il registratore. _ scopre che il padre..; Che cosa pub fare? Imitarlo? No, oon è quello il padre che ama. Condannarlo? No, pc:rché lo a.ma_ FOl--ìANA (senr'ira): Noo le pare una spie– gazione troppo ottimistica? PARROCO: Forse. m3 l'anima ~ tanto com– plicata.. D'aJtronde. so. FO!\'TA:.'-iA: Da quando? PARROCO: Soltanto da ogai, purtroppo. Fos– si potuto intcn·enirc prima I lopr oul.e il ract:t:m10, con il tono W wava prima d.dl' inlerru:ione. _ Era disperato. Chi sa che cosa nrebbe fauo da solo. A\'essc scoperto da solo, quello che a lui parc\"3- (è imbarauaio)_ =~~be~~~ ri: r.:~J)C ~ ~ comune. Erano tutti insieme. Con &li a.miei. - il ragan.o Perrotta, il rapzzo Gigli, - ha potuto discutere. sfogarsi. Insieme han· no cercato un rimedio_ (a Fontana) ma non sarebbero mai &iunti agli esU'Cml contenuti nella minaccia._ Foniana, con W1 filo di sper~ nella \."OCie. FO!\1TA:''i.A: L'ha detto- 1urr--- PARROCO: Lui e_ il movm.te. L'idea di ricorrere a quei mezzi l'hanno forse tro– ,-at.:a negli esempi offerti loro dalia vita. dalle letrurc. da&].i speu:acolL ma il mo – ,-e:nte J'hanno dentro. Non ,-o&J_i a dubita.mc, si20or FonLana: in questo caso almeno, è,; J'affct10. ~ 7 Fontana sau:,te t·ristonente il capo. PARROCO (incalzando): Non mi crede? Glieoe do la pnn,a. Il quadro di Van Dore:n è stato sottratto e sostiruito da suo figlio. MAURI (prorompendo): Come!_ comel_ PARROCO: Si ca.Imi! L' origina.le è g:ià al suo posto. MAURl: In casa mia? Insomma, ,iolazionc di domicilio, per la seconda ,·alta I PROFESSORE: Vole\'a che alielo rimandas· scro per posta? !-.tAURl: E quel rebus?_ quella beffa?_ PARROCO: L'idea è stata forse tro,'3ta in una rubrica enigmistica. L'esecuzione ~ di un alunno del Ucco artistico, un :unico di Luciano_ è lo sfOiO di un figurath-o che crede di a,~r detto il fatto loro agli astra.,– t.lsti-. ma, si rassicuri, quel rapzzo non sa, non è stato informato del \'Cro uso che si ,-olC'\--a fare del suo dipinto. ~i.AURI (effettn"ameJtle r~pirando): Meno male! FO!'\'TANA: Ed io_ che c'entro? Dov'è l'at• tetto, in questa prodezza? PARROC O: Le ri.s ponderb coo un esempio: un tale, scope.ne certe magagne del padre, architettò indiz i di colpa per wtto un paese._ FOSTANA: Perché? PARROCO: Per rimettere il padre nella nor-– ma_ almeno ai propri occhi ATTIMO DI SII.E."121O. PERROITA {faticosam.ente): Posso capire gli alt ri ragazzi... concedo loro le atte• nuan.ti invocate da lei, J"C\"Ct'CDdo-ma il mio non lo C3pisco. lo so_ sono ceno di non avergli dato un solo pretesto di ri,-oJta_ PARROCO: Come possiamo saperlo? Guardi rne. Che cosa faccio io, per quei iim'aW? U accolgo nella JXUTOCChia cerco di farli divenire.- poi. approfitto della loro pre-– scm:a, per sfogare la mia sete di predica– zione_ E: sospeso, perplesso: utdaga in se mede– simo. Il Professore. quasi per pie.Id, po venirgli in aiwo: PROFESSORE: So che i suoi discorsi_ mi scusi:- le sne prediche, pi.acciooo molto ai rapzti... PARROCO (pensi.eroso): Sl, certo_ certo– e parrà che non debba rimpro,-cran:ni nulla, se parlo di Dio, di onestà, di vita morale_ ma forse, quando parlo del bene, non sono c:os\ efficace come quando parlo del male... Troppe ,-oltc scaglio anatemi, condanno. Vede quanto le somiglio, dotto1 Perrotta? ma io non bo giustificazjonL Lei li Reiset.l5tcbucb ~ MoUino cd Antibes., pubblicala la prima volta in Anta.Jos. esee in quuti giorni, sempre pru• so il Kltrt Ve:rlag di Stoccar– da, nel soproecit<Jto vol IV deJl"Open omnia. G N deve far ri.spc,ttarc il Codice, io do,'T"Ci far amare Gesù. Come se avesse terminata la propri.a con• fessiom, si ritTOVa: torna ad ~re il soltile .avvocato dei ragaui. PARROCO (a Maun): Lei parlava di tcddr· boys_ ma non \"O gliamo domandarci per• ché ~e il !> e.ne sia cosl stn,-agant.c nei nostn ragazzz? Douor Pcrrotta da secoli io e lei non in\"entiamo più null3, perché la leage celeste e quella terTCna innamo– rino J3 fantasia dei iiovanL ,\L\URI (più amaro che acre, cominciando ad ammorbidirsi): Amen I con tuHo iJ rispetto: amen! Ma nel fraltcmpo, mentre studierete il modo di appazare la fantasia dei gio\'ani maligni e di quelli benie,11., che a quanto sembra non sono meno pe-– ricolosi; nel frattempo, diCC\'O, come d difenderemo daJJe loro mac:cltinazioni dia– boliche? PROFESSORE (infastidito): Afa lasci stare il dia,•olo. l\on si accorge che il più ~ aV\'C:Dutoper caso? Non capisce che sa– rebbe bastato un nulla? che lei non f osse andato a PariP- che il banditore a\" CS.SC \'isto il quadro_ E' un caso, cbc rutto s ia andato per quel \'erso. !\!AURI: Non è un caso. che abbiano spe-– rato di suscitare Jo scandalo intorno a una pittura sottile, difficile, discussa.. Non un caso, che confidassero neUa dabbenaa· gioe lkl pubblico. PROFESSORE: Perché._ lei si comporta di– \'crsa.mentc? Ai.AURI: Basta! basta! .\U lasci almeno ca• pire a modo mio. Dd ta1'occhiala in ~ro. Gli rispondono oc-– chiate ansiose. PROFESSORE: Cbe cosa dobbiamo fare? PARROCO (subito): lmmaiino che dobbiate concludere l'adunanza con una ,-otazionc. Non si usa cost in un condominio? Mauri tenta ta1 principio di ribellione, ma è. subilo sopraf/aJto dal Parroco. PARROCO (a tutti): Vi do la mia parola che i ragazzi sono turbati e pronti a rac– cogliere il meglio della loro esperienza.. (A Mauri) Mauri, la sua decisione conta più di tutte. Lei è l'unico da cui i ragazzJ ~ aspettarsi poW.ce \.."eTSO. Che cosa PAUSA MAURJ (scattando, senùra): Che wole che decida_ diavolo d'un prete! br':a~ :_e ,!!s/,~;(p 'J,'j /iJ'";;uf':''inn~~: MUSICA. FJ NE Pag. 5 RAS EG.VA DI LETTERATURA TEDE CA * Ernst J iinger * di GIOV,t,\·,11 ,1'"-CCO Emst Jiinger, uno dei più discussi scrittori ,"1- ,.-enti della Germania. no– to anche in I talla per il romanzo Sulle scoaLiere di marmo (~ondadori) e soprattutto per il Diario (come è stato intitolato il \'Olume Strahlungen: Ir– radiazioni. uscito presso l'F.ditore Longanesi e C.), ba pubblicato in queste ul– time settimane un ,·olu– metto Lo Staio unicersale (Der Weltstaat). li sa~– gio che. un p0· iperboli· C'amente, e stato parago– nato aUe celebri opere di Spengler e di Einstein: Il CTepuscolo dell'Oceiden· te e La reoria penerale della relarioito. era già apparso. in forma abbre– viata. in un volume sulla presente situazione mon– diale. al q-.Jale a,·e,·ano collaborato. tra gli altri. ROpke, Spranger. Buber. Toynbee. Plcard. Schweit– zer. Jaspers e Thiess. Lo Stato mondiale di Jiinger è stato pubblicato dalla Casa Editrice Klett di Stoccarda. che sta cu· rando J'Ope-ra Omnia del· dlcani in una cert,o,zz.a su· perfore a quella che può dare lo Stato con le sue scuole e le sue università ·• Con ciò egil trapassa - sia pu~ in modo ancora molto vago e incerto - dalla terrea Wehan.scha.u· ung di un nazionalismo ri– voluzionario e di uno spie– tato e inesorabile militari· smo alla visiooe di un mondo cristiano. Eglj rien– :ra i.o quella che Allred Andersch. uomo di mol:.e– plici esperienze anche po-– iitiche. c.t.iiama clçil:d o rultura ntlantica. Ecco 1e ;,aro le che questo roman • 2.iere e !-aggista scrig.e nel suo saggio: Lette-ratura te– de,-ea nella ,-çolla decisi'DO. ( HM8): e La recente opera di Tbomas ?.tann. come quella di Herman Besse e di Hermann Broch. ba se– guito tutte le tendenze della radiz.ione umanisti· ca. dando un: prova con– creta che la Germania si ins-erisce. per usare una espressione di Malraux. nH!a cultura atlantica. La essenza di questa cultura è nella comprensione aper- Erwt Jilnzer lo scrittore di Heidelberg. Tali opere complete usci· ranno in 10 \'Olumi dei quali hanno finora visto la luce. il quinto: BetTach· tungen zur Zeir (Conside– razioni sulle questioni at· tuali). il nono: Er:.iihlende Scriften (Scritti narrativi) e il quarto: Rei.setagebU– cher (Note diaristiche di viaggio. Emst Jùnger - da non confondersi e o l fratello Friedrich Georg Jilnger, pure scrittore - è famoso per una serie di scritti che rh·elano il progressivo au· tosuperamento di una per– sonalità che si raffina man mano, trapassando dal bel– licismo e dal pangerma· nismo ad una Wehan· schauung umanistico· cri– stiana. Lo scrittore di Heidel– berg, come è not('I, scrisse, dopc, la prima guerra mondiale, alcune opere: In Slahlgeu.itrern: Tra uragani di acciaio (1920). Der Kampf alt inneres Erlebnis: La lotta come esperienza interiore (1922), Feuer umi Blu1: Fuoco e sangue (1930), eccetera. in cui era sostenuta Ja seguente tesi: per rinno· varsi. l'umanità de,,e su– bire periodiche guerre t~ tali. passando di tanto in tanto attraverso uragani di ferro e di fuoco, para– gonabili ai violenti cata· clismi che scuotono di quando in quando il cosmo. Gli orrori e le distru· zioni della seconda guer-– ra mondiale (a cui Ernst Jiinger partecipò pure) suscitarono in lui dubbi e irrequietudini che si ri· solsero in una profonda crisi. Proprio a tale crisi risale l'impulso ispirati· \'O di una seconda se– rie di scritti jiingeriani (Der Friede: La pace: Slrahlungen: Irradiazioni 1953, ecc.), che rappresen– tano il superamento deUa concezione nfchiUstica di ineluttabili periodici con· ftHti e bagni di sangue calartici. Nello scritto 1.,a Pace il molto discusso scrit'tore d1 Heidelberg pensa ana necessità che sorga una ouova hum ani– r~. la cui sorte s.ia a!fi· data. in suprema ist anza. a forze trascendentl Lo zelo di Jiinger va tant'ol· tre. che non si perita di accennare • al vasto cam· Po non ancora dissodato dl una nuova teologia. consi– derata come prima scienza. e come conoscenza d1 quei principi più profondl e or– dinatamente più sublimi. secondo i quali !u creato il mondo•. Secondo lo Jilnger • la educazione che porta alla piene:z:z.a della vita e alla umanità in deve ra· ta e nello sforzo .,perse,·e– rante di elevarsi e rimedi– tare dl continuo la vera natura dell'uomo. è nel suo obbligo di esercitare Ja ca· rità. questo dinamico nu– cleo de.I cristianesimo •· L'adesione della migliore letteratura tedesca cootem· poranea alla cosiddetta cul– tura atlantica. vale a dr.e occidentale. av,,.iene, secon· do lo Anderscb. sorto il segno dJ uo umarili"mo cri– stiano che. in certo qual modo, SUG:gella il tr!onfo della German1a sopra le prepotenti (orze che l'at· traggono ,·erso la barbarie odinica. Una cl\~iltà che troVi O suo fulcro in que– sto umanlsmo cristiano si sorregge sul concetto d~a libenà e dell'autodecisione. Nel suo libro DeT g,ordiache Knoten (il nodo gordfano. 1953) Ernst Jùnger osserva « In questa libertà si na– sconde il grande tema del mondo occidentale: la U– bertà è la p!etra di para. gone per gli uomini e gli Stati. La libertà de- ve essere presupposta allo spazio e al domi– nio in cui si configura e si delimita. Essa crea una quantità di rapporti deli– cati e !rngill Noi cl im· batt13mo in essa come in una primaria realtà che so– Jo si presagisce. quantun• que essa circonscriva l"Eu· ropa meglio e più stabil– mente delle mootagne. dei mari e delle fortezze. lo un mondo siffatto si rls pet· ta nell'uomo un qu.id che sta fuori dell'uomo e de-– term.1na la sua cilgnità. Do– ,·e non si percepiscono que– sti limiti. dove non s.i av– verte neppure più la loro mancanza. li ineomlncia H dispotismo•· Questo • quid ehe sta fuori dell'uomo• allude evidentemente a ter– ze che trascendono la sfera dell'umano troppo umano. e conferiscono presti&Jo e validità unjversaJe alle co– se del mondo. La soluz.lone del difficile problema riguardante la umanità lo JOnger crede di averla trovata con l'imma– ginoso rogno di uno Slato unioenale. Nella nuova opera egli tenta dJ proiet· tare su un plano metafl· slco·utopìstlco la visione di questo Stato che non se– gue le consuete strutture storiche. Se-condo l'autore di Heidelberg nello Stato unf\'ersale saranno elimi– nate tutte le antinonje Im– plicite nelle !orme orga– nizzath·e tradlzfonall della società umana.. Le linee ge-– ner-all del saggio jO.Ogeria– no (certamente destinato a sollevare vivaci discus– sioni) le ho espaste Jn un elzeviro uscito nel quoti• diano dl Roma Il T~Po il 30 dicembre del 196"
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