la Fiera Letteraria - XV - n. 49 - 4 dicembre 1960
9omenica 4 dicembre 1960 LA SAGGISTICA DI PASOLINI * Ideologia passionale * di PIETRO Cl,JIATTI Con Passione e ideologia (GananU) Pasolini augu– ra il buon compimento di anno ai suoi patiti, che vanno dal prof. Debene– detti ai capocellula cultu– ralizzati, passando per i sa– lotti della noia borghese. E' stato un anno pieno di avvenimenti. per lui. una conferma del suo ruolo di énfant prodige convenien– temente gaté. Non importa ora se questa raccolta di saggi non farà cartello: la febbre di Pasolini ba biso– gno di quarantene. l'am– biente ha bi.sogno ctl ripo– sarsi di lui. Joyce è il di– vano di turno: se ne par– lerà a luogo. se ne godrà a lungo; UJia.se è il Jibro della domenica che mette– rà tutti in festa. rischierà persino di fare de 11 a « Noia » un avvenimento da lunedi. Panione e ideologia è il florilegio del Pasolini cri– tico. Una Nota dell'autore al volume, spiegando le ra– gioni del titolo, finisce con il consiglio al lettore di leggere: Passione, ma poi ideologia, assegnando dun– que ai due sostantivi astrat– ti un valore scalare meno netto. men o esiblto. Ma con la sua aria di pren– dere precauzion1, anzi di offrirne una già confezio– nata, la nota non sfuma l'impressione complessiva scaturita dalla lettura, in– duce solo a quaJche con– siderazione supplementare: ed è questa, che Pasoli– ni non è, o non è an– cora, intero nella sua po– sizione; che il compiac.i– _mento. il gusto de.i con– trasti violenti trascina con sé una insoddisfazione la– tente. una paura; che. in– somma, un esame caratte– rologico del personaggio deve tener conto di molte sfasature se non proprio di contraddizioni di fondo. la di nodi personali al pettine di scioglimento ideologico della società fu– tura. quella che in un cer– to senso è la giustificazio– ne della posizione attuale di Pasolini, la convalida a priori, .in un futuro «presentato». della sua ca– tena di giudizi negativi sul– le società del passato e del presente. Ma c'è anche un ~arcisismo fazioso, per il quale sembra non sia poesia. nello ieri. se non quel che prepara. intravve– de e facilita la poesia– poetica dello sperimentali– smo di Pasolini e congiunti ( il grosso del volume è in– titolato significativamente: « Dal Pascoli ai nei-speri· mentali»). Non si salva in– fine se non ciò che Paso– lini salva per assunzione nel suo schema intricato. e talora confuso. di passione e ideologia Tutto questo sarebbe niente, risponde– rebbe all'esigenza naturale dei temperamenti intro\·er– titi, centripeti. se la tesi non f o s se sostenuta con sfarzo di atteggiamento obiettivo. storico, defini– torio. Il fango bo,•gltese Il giudizio di condanna portato da Pasolini alla so– cietà borghese aggira i suoi poeti, li isola. li limita: la loro poesia nasce in una solitudine esistenziale e re– sistenziale aperta solo al futuro. è una perla nel fango d\10 mondo borghese. d'un mondo che a perdita d'occhi è solo fango, da qui indietro tino. sembra. alla nascita di Cristo. A partire da tale constatazione è compito del saggista saiva– re le perle, sta al rappre-– sentante della ideologia operare chiare scelte, scin– dere caduco da essenzla– le, passato da futuro, ac– codare le individualità lungo una catena di mon– taggio critico dal com– plicato linguaggio fiorito di tecnicismi. di « ism.1 », ti– rannici e ossessivi nell'in– seguire il poeta per defi– nirlo, inquadrarlo. ideolo– gizzarlo.. Quel tecnicismo terminologico che può in– fatti sembrare un compia– cimento d'esperto filologo Pasolini critico è chiuso. il suo valore di ricerca non è costruttivo. Se in questa raccolta. che parte da anni lontani. ci sono ancora dei cadeau e.xtra ideologici, a Pascoli o Ungaretti. degli ammor– bidiment.i lirici che risen– tono dell'intimo contrasto di fin.i e mezzi tra educa– zione e volontà. le conclu– sioni sono una precipita· zlone incontro all'ideolo– gia, con qualcosa di pa– teticamente fanatico. Re– stano in lui delle indeci– sioni estreme. che giusto ieri (sulla Nuova Antolo– gia) ne hanno !atto un di– sperato cantore della rosa: su di quelle il discorso re– sta aperto, su di quelle e sull'artista che le testimo– nia. Il resto è porta chiusa. Ancora, e per conclude· re: oltre al tatto che la sua ricerca non esce dall'àm– bito d"una serrata polemi– ca anticulturale. costruita su negaz.ioni. L'Unitd stessa del 16 novembre, in un ar– ticolo dedkato al saggista di Passione e ideologia per la penna di :M.ichele Rago, l'accusa di non essere arri· arrivato « ai motivi più ur– genti del tempo, dalla ra– gione estetica alla ragione morale e intellettuale ». in pratica di non aver fatto opera di chiarezza, di ri– mozione del miti. di accer– tamento dei valori: possia– mo aggiungere che anzi Pa– solini ha giocato nel torbi– do d'una situazione confu– sa. ha dribblato l'ostacolo d'un impegno costruttivo. elargendo benemerenze e puntellando miti sovente antitetici, riuniti solo da una voga ambientale cui Pasolinl no.o ha resistito. cui ha messo a servizio la sua calda penna. Essere o non essere in questa anto– logia non prova nulla, alla iine: neppure ideologica• mente. LA FIERA LETTERARIA Pa1t. 3 AdrianoGuerrini * 'Ai poeti nuovi Come potete voi. come possiamo. non ricordare i fiumi nella sera e le torri dei borghi, dove i monti aprano valli azzurre alla pianura? Non vogliate accusare, se la sera d1 borghi antich1, se parole d'acque e di pianure, delicatamente ci seducono l1anima. Lasciate che andiamo ancora. senza più memoria, a immergerci nei secoli; lasciate che ci perdiamo dove Plnfinito ha solo pioppi e sera al suo confine. Torneremo domani per parlare con voi (ma dentro a noi. voi ci seguite già ora. come sempre). e torneremo migliorj, anche per voL Dunque. lasciate. AlbertoMoriconi * Alti muri di Napoli Alza il trofeo degl'impeti gioiosi, al sole, oggi, d'incanto, la madre - e un grappolo di figli già la stringe - e ride bianca e li respinge da quella tronfia sua maternità. Povera di riposi morde avida i suoi giorni e le sue notti: i tempestosi amori, liti ard~nti. pei vicoli ventosi, i canti e gli sconforti collettivi ... E pendono giulivi frutti - gracili e mori - da vuote poppe su fangose soglie. Ma fuggono ecco, quasi morte foglie a un vento, per un lungo ,mtunno, fuori degli abituri, s'espandono pei selci come f iori di campo, al piedi d 'altissi.mi muri. (Poi saliranno come borraccin a sale il salnitro, a un sogno di terrazze rivolte alla marina). Le capriole pazze, d'oggi - i grovigli di cenci e d'amore! furor di gioia avventato alle piazze! I figH, i giunchi, che s'intreccia un vicolo ... Ginestre che in un impeto sparpaglia (e nutre, io so) la lava sottratta al monte, di queste vie fonde (che la miseria scava, annera, sbava). Fuchi ch'hanno in sé porpora: di pozza ... Polline polline di pena e amore, ch'alitano folate dal vietato mare dentro le tane. in quegli esausti ventri. inebriando. E a quando a quando nuova incinta appare su un uscio al coro dei suoi figli, muta. faccia sparuta, occhi' giulivi. E svampano i cattivi vuoti alterchi, i canti e gli sconforti collettivi. e Sii benedetta per quel che ci porti sotto quest'alti muri; il Signore è con te, e con noi >. Ché poi cresceranno, cosl: qui, cresceranno,_ E saliranno come borraccina su quel salnitro a un sogno di terrazze aperte alla marina. IL NUOVO COLEDOCO * L'odore dell'ambiente * di GAETA.NO ARCANGELI Caro Cimattl, il'averti scritto, a un certo momento, con l'inviarti una lettera che avevo, dopo il primo impulso, riposta nel cassetto, dove è rimasta per àlcunl mesi, è &i un fatto del tutto privato, ma è pure anche il ri!lesso del trava· glio d1 ragioni a cui non sfugge la mia coscienza (anche se troppe volte vorrei non ascoltarne gli alti lamenti) e che rispondono agli stimoli a cui essa viene sottoposta nel confronto con vicende e personaggi deJ mondo lette– rario attuale. In me, con il passare del tempo, sempre più si viene confermando l'idea che tali ragioni e talt lamenti, se di giorno in giorno non cessano di rinnovare il loro travaglio e di riprendere voce, bisognerà pure che si– gnifichino un modo non del tutto comune dl reagire alla scena del mondo, e che, arlicolato e dlcbia:rato con orga– nica esposizione, potrebbe conlribuìre singolarmente a dare voce a qualche zona della coscienza anche di altri di quanti, sentendo e pensando, non siano tuttavia Incli– ni o avvezzi ad esprimersi pubblicamente, o almeno ad ogni prima occasione; anche se è ormal supponibile che rimuginatori solitari. sofieritori muti di quanto accade sul proscenio &e ne diano sempre più rari, e Ione sol• tanto in Wla categoria di maniaci e di falliti per costi• tuzlone. - Zone della coscienza che, a parte i casi sin– goli restino presumibilmente più in ombra, perché nes– suna via è loro iniztalmente aperta, in quanto tali rea– zioni non possono inquadrarsi, coordinarsi e sostenersi in seno ad alcuna corrente e ad a!cuoa tendenza del costume e dell'opinione, salvo di quelle, ripeto, che si alimentino soltanto nel privato, nell'inedito, nel perso– nale. Siamo felici d1 usare queste vecchie romantiche parole per contraddire a tutti i loro negatori, e sono ormai i più, polemicamente consapevoli, o spontanea– mente conformati a contraddirle. Una loro rlalferma– zlone vittoriosa è ormai impossibile; d'altra parte il trionfo di ciò che è loro contrario è troppo facile nella sua riuscita, e il clamore, l'eco che ne risuona è o.tfen– sivo e minaccioso per ogni coscienza ancora libera. Da quanti anni, ormai, osservo ed ascolto! Mi pare di essere un filtro, che !accia sedimentare la fluida mate-– ria della cronaca, e la linea del costwne. Sarà ora dun– que di ricavarne qualche cosa da utilizzare pubblica– mente, e di dare parola soprattutto a un pensiero e ad una esperienza che, proprio perché situati al margine dei fatti e dello spazio entro il quale si muovono e si agitano i personaggi della scena, potranno giovarsi della l:berlà visiva e riflessiva che consente l'apparlarsl; ma un'appartarsi non oltre il limite al quale giungono gli echi del pubblico discorso o le ombre di chi passa sot– to le luci del pubblico passeggio. Discorso e passeggio sullo sfondo dei quali oon sono riuscito ad inquadrare la tua persona, che mi pareva non appoggiarsi a nulla e a nessuno; non me ne giungeva in alcun modo, cosi, quel– lo che chiamerei l'odore dell'ambiente; un odore difficil– mente detiniblle, eppure riconoscibile senza possibilità di equivoco, anche a distanza. Odore at quale io credo di essere sensibilissimo, e in misura tale che nessuno po– trebbe vantarsi cli superarmi nel percepirlo. Sono arrivato al punto di perdere quasi definitiva– mente ogni rapporto con persona che pure stimavo co– me poche &1tre, ma che aveva per me il torto di avere rappreso addosso l'odore di quelli che non mi piace– v.ano, e delle loro idee, dal consenso e dalla dimestichez– za dei quali si era invece costituita una sua autorità e ri– nomanza, tuttora vigenti, net campo della poesia. Ma sono riuscito a mantenere intatte e distinte alcune mie ragioni di stima durevole e fondata nei suoi riguardi, vin– cend? _l'eccesso della inclinazione polemica, e della su– scettibilità ~morale. Inclinazione e suscettibfHtà che pos· sono tuttavia spremere un loro succo acre, perché cadco di una sostanza che è della vita in un suo macerarsi, per una forma di partecipazione sofferta, che ad un certo momento è come si caricasse del peso di quanto accade, più 1n superficie e come trascorrendo nello spa• zio del proscenio; e invece ricondotto a ragioni. a do– mande., a ripulse drammaticamente motivate, o anche ad adesioni più piene, più vibranti di autentico consenso, nel fondo della inquieta e mai soddisfatta coscienza.. Av-evo iniziato questo mio • Colèdoco • cinque anni fa, sul e Caffè• di Vicari; ma dopo alcune puntate, desi– stetti; la sede non mi pareva adatta; troppe voci si leva– vano, come dire, dai tavoli di quel non troppo meta– forico caffè. la cui atmosfera complessiva mi sembrava, per giunta, intonata ad ottimismo u!!iciale ne.i riguardi della letteratura contemporanea; sopratutto giovanile ed io non mi sentivo tanto autorevole da 11ludermi che quel mio discorso, nella migliore delle Ipotesi. risultasse peree.pibile distintamente e utilmente, al fine df rag– giungere un effetto qualsiasi. Ebbi l'impressione, invece, che dovesse riuscire una spec!e di borbottio; e tutti l borbottii, anche se blaslerml, non possono non riuscire innocui. perché ridotti inevitabilmente al soliloquio. Da allora, non credo di essere cresciuto In prestigio; ma in codesta sede de e La Fiera Letteraria a lo spazio è più rarefatto, le voci vi si possono distingue-re con più rilievo, e se la metafora fieristica dovesse ancora ins!nuare qualche suggestione. bisognerà pure ammettere che. da tanto che è at1estata, codesta fiera non echeggia ormai più di alcun clamore, di alcun bando, di alcun imboni– mento di merci vistose e sgargianti di colore, e solleti– canti curiosità sofisticate ma dovrebbe e potrebbe rap– presentare una specie di mercato centrale atto a soddl– sfare i bisogni più universali e più comuni; dal quali non riuscirei tuttavia a concepire assente anche una certa esigenza del polemico, una certa curiosità di vedere riflessa l'ufficialità letteraria in un più mobile specch..io di umori e di estri, In una più sciolta e più Immediata argomentazione, o diciamo articolazione. La sensibilità dell'appartato Insomma, io che. come appartato (per situa.z.!one e per temperamento), credo di essere estremamente sensibile alla percezione dei bisogni Inespressi, dei bisogni che non trovano facile e pronta la strada per dichiararsi e !arsi a~coltare, credo di intuire dlffusa, ma tacita, la richiesta d1 vedere le pubbliche faccende della letteratura, fatU opere persona~ costumi, diversamente propor"Zlonati, e messi in reoproca connessione secondo un rapporto che non corrisponda propriamente a quello secondo cui vengono prospettati dalle posizioni uff!clali., o, vorrei ~~• 1 ~:f~~irezione • del movimento complessivo della ro:::01~t= craerenodnelta u~t:!~ c~fo~~:;it';'c!~ti~a~i portato a ritenere corra qualche cosa di Incompatibile ira l'odore dell'ambiente e, diciamo pure, l'odore della Romagna. Non posso non pensare alla regione da cui anch'io, se pure bolognese di nascita, provengo per l'origine pa– terna, se non come a una terra percorsa da un soffio che vorre.l definire di anarchia lwninosa ed aperta, senza cupezze ·segrete; una terra generatrice di spiriti in cui si tTamandi un culto potente e genuino del senso e della pro.porzione naturali, un ctùto spontaneo, incorruttibile e 1nattaccabile da cristallizzazioni lntenettualistlche e conformistiche, specie da quelle che produce appunto una coltura che rifletta tendenze di gruppi ed ambientL L'impressione camplessi– va è dunque che Pasolini ha seri t to. a capitoli. fruendo di esterne occasio– ni. ma legandole con una sola corda. una storia del– la poesia italiana in chia– ve tutta marxista, quali che siano il titolo e la po– stilla al utolo. La conce– zione è marxista. al cui servizio il filologo dispone armi scaltrite; Spitzer è al servizio di Gramsci. I par– ticolari possono essere ap– passionati o passionali, lo insieme è ideologia. =:::e ~d::io~:a ~ea n': ,--------------------------------------------------- Sarei portato a riassumere U meglio del tempera– mento romagnolo in una complessa - pur sotto appa– renze di semplicità - armonizzazione di impulsi scon– trosi e di impulsi cordiali, di solitudine e di socialità. Non pretendo, tuttavi,a, di generalizzare tale materia di defi– nizione, e sono certo che • romagnoli tornati in bastar– di•, _secondo ebbe a denunciarli Dante, se ne potranno ravvisare. e forse non pochi, dentro e fuori d\?i confini della Romagna_ odie~a. Ma intendo riferirmi 8 quanti di loro possano, m vana misura, essere accomunati da una qualità che - ne sono proprio convinto - non potrà risultare sostanzialmente diversa da quella che ho tentato di definire più sopra. Cosi stenterei a riconoscere per romagnolo autentico chi s1 mostrasse costituito secondo le inclinazioni più tipiche di un gergo intellettualistico, o di una particolare amblentalltà; quella per cui cerll prodotti nuovi del costume letterario ed artistico ri– stùtano, di colpo, perfettamente combacianti con certe ll~ee e misure ohe l'ambiente sa o!trire (là pronte, con ngorosa esclusione di ogni esperienza di personale travaglio e di ardua responsabilità nel punto più sensi• bile e delicato del rapporto dello scrittore con la pubbllca verifica dei valori in campo. perdona le singolarità. che definisce anche l'inde!ini– bile - almeno lo tenta. I INTERVISTE IMMAGINARIE I Le personalità artistiche esaminate sono legate a uno svolgimento. ad una situazione storica che le condiziona e le comprime. quasi forza contraria al lo– ro sviluppo. Per continui richiami e allusioni si proietta sul rovescio bian– co di queste monografie il !ilm storico della società italiana. de 11 e condizioni storiche. meglio. secondo gli in.flussi che ogi\i per– sonalità d'artista ha dovuto sentire e subire. E siamo qui al nodo della posizione ideologica-dì Pasolini: que– gli inUussi sono dati impla– cabilmente negativi. P. in– siste sul potere negativo della società borghese e. dietro ad essa. della società italiana quale di tempo in tempo si è costituita u!fj– ciale: nel suo discorrere per fissioni poeta·tempo il martello batte sullo stesso chiodo. ossessivo. Critica letteraria di scoperta e cri– tica sociale di negazione vanno affiancati: non è po– sitivo se non ciò che è sta– to dimentkato o ha dimen– ticato e superato la società borghese: non è positivo se non il popolare. il pre– civile. e ciò che s'è con· trapposto alla società bor– ghese. che ha resistito ad ufficializzarsi. o si ufficia– lizza tuttora in posizlone negativa. ribelle; se non quel che ha previsto e intuJto la « società tu tu– ra ». in!ine: e qui l'ideo– logia richiude il cerchio. vengono a questo punto le dichiarazioni di un lea– lismo ormai obbligato, il « Perché non possiamo non essere marxisti ». C'è del fanatismo serpeggiante nel volume, che rimanda la fol- Insomma. Pasolini porta nello svolgim ento dell'ulti– ma ctùtu.ra italiana, e po– trebb e farlo con qualun– que altra cultura, un pre-– cetto utopico, una preven– zione ideologica che non gli permette sorprese interio– ri. che lo lega a una pos· sibilità e ad un gusto ri– spetto ai quali gli sgarri della passione, pur sempre possibili. sono condannati al cilicio ideologico. I poe– ti da lui recensiti stanno soli e nudi in una società finita. negata. fantosa. Sa– rei per credere che se P. non fosse poeta in proprio, la sua analisi critica sa– rebbe ancora più secca e faziosa. negativa quanto la analisi che ora porta alle radici della società bor– ghese. Ma P. è poeta. e di non dimenticata e non rin– negata ascendenza borghe• se: cosl. sulla negazione del mo.odo egli pone in mare l'arca della poesia e salva alcuni esemplari di quel mondo. prima che il dilu– vio" sommerga tutto. J!isita a Egopaticos Passione e ideologia sve--– glia questi ragionamenti. Soffermarsi di caso in ca– so, sui singoli poeti tratta– ti. sui temi svolti secondo passione o ideologia. in sintesi secondo una ideolo– gia passionale, non fareb– be che smarrire il proble-– ma su un platonko terre– no di disputa intellettuale. Ma P. è un marxista prima che un intellettuale. sia pure che. nella sua ideolo– gia. vi sia un oscuro tim– bro narcisistico, vagamente anarchico: e la sua saggi• stica non vale una disputa intellettuale obiettiva. Non avremmo nulla da impara– re. un accordo da cercare. uno scambio da attuare: Libero De Libero IL GUANTONERO Illustrato da Fabri::.io Clerici PREMIO MESTRE LEONILDE CASTELLANI SETTEMBRINI 1960 SODALIZIO DEL LIBRO 744 San Marco • Venezia Da varie e svariate setti– mane mi ero scoperto incline alle escursioni sulle vette eternamente ghiacciate della metafisica. Stanco e nausc3to della vita alquanto banale che mortificava il mio soggiorno fra i mortali, e anche perchè sentivo un irresistibile desi– derio di ari3 rarefatta, decisi di condurre, da solo, tutta 13 mia persona. compreso il pensiero, dal maestro dei maestri: E~paticos, il gros– sista d'inquietudine e cli rag- fil ~gt1J~iaf1° eqdiel e~~~~ crisi private, o clandestine, come le chiamavano i parti– giani deUa ricerca metalogi– ca, nella nostra penisola, il pensiero si era quasi fulmi– nato a causa dell"cAtto Pu– ro•. che aveva un po' troppo insistito sulla purezza e po– chissimo sull'atto. ~ 0 J!f c't~:i~~ePe~:i:: era dUesa da pochissimi pro– di, quasi tutti impazziti dal fatto che, in Italia, a tutto si pensava fuorché all'c Atto Puro•· Gli atleti della rifles– sione a doppia resa affronta– rono il duro periodo della quaresima e, quasi tutti, fini– rono coll'aderire alla co~– te, del resto redditizia, del– ! 'Es.sere, svelato per sempre attra\.-Crso i Generi Sommi, che sono poi i e Generi Ali– mentari• della filosofia uffi– ciale. Soltanto una sparut.3. minoranza optò per il non Essere; e qui i Generi Ali– mentari, se non scarseggia– rono, furono distribuiti con parsimonia, tanto per salva– re il buon uso della filantro– pia, considerata come un es~ente per bloccare la cnsi del pensiero ormai di- ~~~~~s si era schierato dalla parte dei ricercatori ad oltranza di cib che è e, nello stesso tempo, non è. Ave\"O sentito parlare di lui soprat– tutto fra gl'interstizi della cultura sem.iclandestina. 1'-1.i dicev3no quasi tutti: e Ego– paticos è l'iniziato dei tempi neri. Egli è il superatore di SF en!a~~~o ~: ri~~a di questa vita con furore. eroi– co, cercando di affermare questa sua idea- madre: e Quando non mi cerco, mi tro\'O. Se invece mi cerco, trovo sempre un altro al po– sto mio•· Fui perciò incorag• giato dall"abissale e problema– ticità• di questa epiif'3.[e e Supcrdelfica • e mossi. con L.-------------------JI tutto mc stesso, verso l'Olim- po dove Egopaticos stilava i suoi filosofemi intorno al reale. Evidentemente, allo studio cli Egopaticos anh-b prima il mio pensiero: poi arrivò il mio corpo, reso onnai obe-– so dalle scorpacciate di filo– sofia teoretica. Trovai la por– ta aperta. Egopaticos mi vide e disse: • L'aspettavo. E' qui. da circa due minuti, n suo pensiero•· Beato lui, risposi con un po' di 3mare:zza ad Egopaticos, il quale mi fece entrare nel suo pensatoio e mi fece accomodare su una poltrona scomodissima. e Sà come chiamo quella poltro– na? • mi disse il Maestro ri– volgendosi a me con un lie- ~~od~~~1~C~~ 1:~!:~ mente spostalo a sinistra. e La ~~~o m~~f:Ìèi "F~ra~ nelle braccia, anzi fra i brac– ciuoli di Santippe, che per me rappresenta la volgarità che opprime la ricerca•· E quel tavolo pieno di uccelli imbalsamati come lo chiama? dissi io a Egopaticos, convin– to che anche quel tavolo, cosl decorato, avesse un nome e un sign.i6cato metaforico. e Quel tavolone è l'Iperura- :~·o ?e!l!m~id~. t~~tll osserva bene, quegli uccelli sono delle cocorite. Quando mi siedo al centro del ta– volo, non le nascondo che mi sento qualche volta Platone. Ma è un'abitudine che ho or– mai superato da più lustri e rotti. Tengo molto, invece, a questo seggiolone: lo chia– mo Atto Puro. E' qui che passo ore e ore a cercarmi •. Lei dunque si cerca sem– pre, maestro, dissi io, preso dal Ousso di pensiero che emanava ormai dallo spirito di Egopaticos. e Sempre I • mi rispose il maestro. E si è tro– vato qualche volta? e Rara– mente. Lei deve sapere e, se vuole, anche ooo sapere, che oiD,i qualvolta si cerca qual– cosa non la si trova mai. Si cerca la verità? Si trova 1'er– rorc. Si cerca se stesso? Si trova un altro al posto no– stro. Si cerca l'Essere, s'in· contra sempre il non Essere. Se qualche volta afferriamo il lembo di un 'idea e la sco-– priamo tale da denudarla. ci accorgiamo che l'idea, come idea nuda, è superata. E al– lora occorre rimettersi a ri- ~=o~ = fa~m~~ pa attenzione a quel che so– no. Penso mealio. Delle volte, invece, mi metto Wetro una idea e stò ll fermo per delle ore. Mi dico: voglio proprio vedere dove va a finire il mio pensiero. Da quando su– perai la prima crisi, e fu una crisi salutare perché mi co– strinse a non pensare, e a non cercarmi s'intende, per tutto un intero semestre, mi servo quasi sempre di un re~~~t~~t~:%°P~~~~ per me è ormai diventato atto solitario a. e Allora, maestro, il suo pensiero è solo?•. • Solo e sempre inquieto; instabile, problematico! E' e non è. Si cerca e non si cerc3. Trova e non trova. Sta un po' dentro e un po' fuori di sé a pren– der aria. JJn giorno lo trovo nel mio io più segreto, un altro giorno invece lo trovo tullo sbracato alla luc.c del sole, in pubblico. Non so da che verso prenderlo. Seguo comunque il suo capriccio. Appena penso a qualcosa di serio e ho la convinzione di avere trovato quel che cerca– vo, il pensiero si a:ira verso di me e sembra sghignazza~: "Cib che hai trov3tO è stato superato tre minuti fa. Ri– mettiti a pensare". E' una \·era condanna, amico mio. Sono l'ergastolano della ri– cerca continua. Il pensiero sembra dirmi, dall'alto della sua purezza: "Chi si ferma è perduto!"•· Sicché lei non si arresta un solo istante di pensare. e Mai 1 dico mail • mormora Egopaucos con ,ma infinita e tragica amarezza. e Mi metto di sbieco nella realtà; mi colloco supino al centro delle cose che \'Oglio conoscere o misconoscere e trovo che tutte le posiziOni sono scomode o superate. Provo a pensare stando cori– cato dalla parte del cuore con la speranza di supera~ l'insonnia, ma mi addormen– t!) e rifaccio il sonno dogm:i– t1co. 01;1ando mi sveglio, mi tocca npensare a me stesso da capo. Devo bruciare 1e tappe per non perdermi•. • Maestro, dico io a bru– ciapelo: che pensa dell'Esi• stenzialismo ateo?•· e Secon– do mc non è l'uomo che non crede nell'esistenza di Dio ma è Dio che non crede nel: l'esistenza dell'uomo. La po– sizione dell'Esistenzialismo quindi, è superata•· ' e Che pensa, allora, del nuo- ~-oc ~;;''°fc!ijj~~? Ìi vero pro– ~ffu~~~~~ ~e~ofi!i~~ E siccome il non essere è as– sente, assente e superato è anche l'Ontologismo•· Per-– letto! e B qual'è la sua ultima parola sul Marxismo?•· e Come filosofia, il marxi– smo non esiste. Esso rinnega il_ pensiero, m_a il pensiero, gi.ustamente, nnnega e con– sidera superato anche il marxismo. Provi a pensare qualcosa che rinneghi il pen– siero e poi vedrà che il pen– siero si vendica subito, di– mostrando che quella cosa non esiste. Non c'è scampo. Chi non è con il pensiero è contro il pensiero; e tutto ciò che si mette contro il pensiero è destinato a perire. Il marxismo crede soltanto nella "Speculazione" che ta– luni uomini fanno in Borsa: non crede alla speculazione pura. Secondo Marx sarebbe l'essere sociale a produrre il pensiero e non quest'ultimo a produrre, quasi delirando cib che chiamiamo società 1a'. quale non pub esistere sé è poi destinata a farsi superare proprio dal pensiero. Non si vuol capire che il pensiero precorre tutto appunto per– ch~ non si arresta mai e an- tlle perché, in realtà, non de– ve pensare a nulla. Fa so1- ~1~1:io~ ~~rc~ai~ sul serio, nessuno mi giudi• cherebbe filosofo. Mi convie– ne quindi far finta di pensare e dire che tutto è superato•· e Maestro, mi dica aJlora qual'è il suo giudizio provvi– sorio sul Neopositivismo?•· e Tutte ciance di velleitari pie.colo-borghesi che non han- :ìn:t~i. f;'~~!iì'gi~r dclÌa 50 J~ cerca. Non sanno che un pro– blema è affascinante soltanto quando non si pub risoh-erc in nessun modo. lo sono an– dato oltre lo scetticismo. Per me non è filosoficamente va· lido nemmeno il dubbio, so,, prattutto, poi, quello Carte– siano. Ha mai provato a du· bitare di qualcosa? Provi e poi vedrà che il pensiero mette in dubbio se stesso, il dubbio e l'uomo dubitante. Ci sarebbe un rimedio a tut– to questo, ma non potrò mai suggerirlo: sarebbe la fine della filosofia_ teoretica, la quale, come lei certamente non sa, risolve bene i pro– blemi della filosofia pratica cli noi professori, pagati dallo Stato per disorientare, nella continua ricerca - che è poi la beata e comoda ricerca dell'errore - le giovani leve della filosofia, che dovrà es– sere superata, s'intende •· Mentre Egopaticos m'illu– minava con tutte queste idee concentriche, mi venne incon– tro un'idea che tenevo na- ~t~n n:!n~i~tlii~i ~JÌ~ si: e E di lei, maestro, cosa pensa in questo minuto? a. e Benissimo, la aspettavo proprio questa domanda. Ve– de, io, in questo attimo, che è già fuggito, sono e mi con– sidero la terra di nessuno del– la filosofia contemporanea. Se r=tù~ q~~~ ;o~:~. °i1! dire.i che io non penso. E se non penso, vuol dire che non sono ancora. Come vede, se mi metto a correre col tempo, scompaio: mi supero, mi dis• solvo nel non Essere. Altro che suicidio cosmico •· Mi al– lontanai da Egopaticos con le meningi mortificate. Provai a palp3rntl per assicurarmi che ero io e non un altro che camminavo nel buio della notte: un buio fitto che mi fece pensare a Dio come ad 1.U!alu..:ciola sospesa sopra il DUO capo. IPPOGRIFO . Se tuttavia qualcuno concepisse il sospetto che lo dietro la suggestione di un rinnovato mito della Roma~ gna, fossi già fino da ora disposto ad accettare e avalla– re per buoni tutti i tuoi gesti e i tuoi atteggiamenti, lo rassicurerò subito; quella libertà e naturalezza che ho creduto di riconoscere in te, attraverso un buon numero dì tuoi scritti su e La Fiera Letteraria •, non ml è sem– brata tuttavia esente da squilibri ed eccessi (ricorderei a q~esto proposito, in particolare, la tua recensione alla r:i.nnovata antologia della poesia contemporanea It aliana di . Spagnolettl; dove, tra tanti spunti di buona cri.ti ~ nu stupi non poco la sommarietà con cu.i presu mevì , ~enza una argomentazione adeguata a rilievo dì tanto lmpegno, d1 potere sbrigare li panorama di quella poes.Ia• in questo non ?~erenzlandotl. salvo che per una ~ ticolere aggressività nei riguardi delle stngole persone dei componenti il quadro utflc.lale dalle altre recensioni di critici giovani alla stessa antol~gla. Ma chiudo la pa• rentest, avendo qui toccato un punto che non mancherà ~lc~~~ta°'!~fèd~ou.)~ futura puntata di questo rruo Giovani sovrastrutturali A me importava prima di tutto che squillbrl ed eccessi foss~o, ~ definitiva, dJ altra natura da quelli riscon– trati e rtSContrabili in altri giovani., che m1 sembrano Privi di generosità e libertà mentale, e sovrastrutturati da troppe cose che alterano il ritmo del loro respiro che appesantiscono U giuoco delle loro argomentaz.ionJ. ~ che ho preteso dl definire, In una certa mia e Canzoneha • di recente apparsa su codesto foglio, sotto l'lmmagJne di quei • ped~ti - male ideologizzanti•; dei quali ml sembra che l Italia oggi sia satura, con un peso di presenza che ml .sembra s~no non abbia ancora SUScitato reazioni. addirittura caricaturali. del genere d1 quelle che ai pe– d~nti ~~I~ l'aureo e solldo nostro Cinquecento Mi P!~ce \.lJ dire questo a te, perché una delle cose che ho p1u appr~ato nella tua polemica è stata la spontaneità con cui se.1Portat_o a con.trontare valori passa ti e p resen– ti in _un _libero circolo, senza avere dovuto !iuta.re in te int~daz10~ di provenienza cardarelllana e rmetica (ov– veros!a em.b1entale) o di altra origlne ancora Per conclu~ere, ':-'0nfesserò dunque che vado cercando la presenza di individui vivi, liberi e aperti anche a prezzo di qualche eccesso, che quella Ubertà e apertura ~~o poi coérregger~;, e, requisito primo, che non mi wscano, n da v1c1no né da lontano uell eh sopra ho cb:lam.ato • l'odore dell'ambiente>. ' q O e Con il p1ù s:ncero e caldo augurio che tu riesca n iù possibile a smentire, con estro e coraggio (aneh P di essere giusto dove sia phl difficile esserlo) eh e quello è smentibile l'aspetto di un'ItaBa dominata d: ~n~ pedantl, non sia altrettanto vero che sussista t.e.n PP ~~:a~:::.ltalia che non varia• - Italia della e Ff:;:
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