la Fiera Letteraria - XV - n. 46 - 13 novembre 1960

Iìome"lica 13 novembre 1960 LA FIERA LETTERARIA Breve antolog--ia poetica Credo poetico 11 sentimento pensa, ed il pensiero sente; abbiano i tuoi canti il nido sopra la terra, e, se a volo s 1 innalzano verso l'alto dei cieli, non oltrepassin le nubi. Occorre peso ai versi, e sia più greve nelle ali; la lieve nube di fumo svanisce ,tutta intera; musica e poesia sono cose diverse: sol ciò che ha peso, dura. E tieni per sicuro che il pensare è sentire. Ma è puro sentimento? Colui che questo crede, non potè mai conoscere la fonte del sentire nella sua vena viva. Non curarli in eccesso di vesti e di drappeggi: è arte di scultore non di sarto, la tua; e non dimenticare che più bella risplende quando è nuda, l'idea. Non chi sa nella carne un'anima incarnare, non chi dà forma all'idea, può chiamarsi poeta, ma chi sotto la carne un'anima ritrova e sotto la forma, l'idea. Simili a opachi involucri, le formule si prestano alla scienza maldestra per occultarci il vero: la tua mano le strappi, ed i tuoi occhi godranno la sua bellezza intera. Ricerca linee schiette di nudità. Chè, se pure ci volessi confondere nel vago di nebbie im– [precise hanno linee le nebbie ed anch'esse si plasmano. Dun()ue, attento: non perderle. E siano canti scolpiti i canti che tu creerai; siano ancorati alla terra pur se in alto si elevano; il linguaggio è, anzitutto ed ognora, pensiero: la sua bellezza è pensata. Vincoliamo entro salde certezze dello spirito le palpitanti vÌSC<'.redelle forme fuggenti e che l'idea sovrana domini in ogni cosa ... Dunque, scolpiamo la -nebbia. Ofelia di Danimarca Rosa di nube di carne, Ofelia di Danimarca, il tuo sguardo, sogni o dorma, e della Sfinge lo sguardo. Nell'abisso delle pupille tue celesti - tutto o nulla, e esser, non essere> - l'anima è spuma, o limo di vita? Non farti monaca, aspettami cantando vecchie ballate, sognami mentre io ti sognoi colmami l'ora che manca. E, se svaniscono i sogni, - e il resto è silenzio > - mi sia guanciale il tuo grembo, o vergine Ofelia di Danimarca. Notiziebiografiche Migue.l de Unamuno nacque nell'operosa cittt} di Bilbao, capoluogo della Provincia Basca, Il 19 seuembre 1~. U trascorse gli anni dell'infanzia e delfadolescenza, che .rrevocp più tardi nelle pagine commosse dr cr Recr,erdos de in/ancia y mocedad ., e v, comp) gli studi. fino al 1880, quando si trasfer) a Madrid, ove, quattro anm dopo, otte,ine l'! lau~ea in filosofia e lettere. Tornato a Bilbao nel 1884, sr dedicò all'insegnamento nelle scuole private, mentre s'unpeguava '! fondo in quello studio sistematico e perseverante 'r1 virtu del quale il. suo pensiero e r meu.r dr espressione s 1rrobw stirano ed affinarono, preparm1do_si alle ,lotte future. Quest'! vigilia d'armi di Unamuno, che g,d (!n _dallora d1most,:ava. Il dibu!e'~h;''::~t~o /ioc;:,°zs,:r~a %~;v1;~~:~~,/c:_ ,~~.~~1~~~,~~ prolungò per ben sette anni, con la parentesi d1 un Iu,1go ,•iaggio attraverso la Francra e l'Italia, compu,to ne_l /889. Nel /891, il giovane studioso, dopo dfrersi alln co!1cor.s1risul– tati infruttuosi, vinse quello per la cattedra d, greco del– l'Umversitd di alamanct1, avendo a Cf)mpetitore Angel Gannivet il d1plomat1co scrittore, a CUI ti b1lbamo runase legato dd profonda amicizia per tutta la vita, e che, assieme a Pérez. Galdds e allo stesso Unamuno, integra la made de, rappresentanti massi,f!I d1 quella .• Jenera:.~one del :J8 • che investi con la sua critica, demolitrice e ncostrullrtce nello_ stesso tempo, fl'istituti, la »!entalità e i costwm decrep1t1 della Spagna ridotta alla rovina estrema della sua pote11za, preparando il risorgimento della cultura e delta vita navonale. Da allora, Unamuno s, stab,n, con la moglie e i figli, a Salamanca, considerando questa veccJna e gloriosa cittd uni– versitaria patria vera del suo ~pmto; n s,_ diede a una fcn1ida attivitd di insegnante, dr filosofo, d1 filologo e dt scrittore, che ben presto fecero della sua, la_voce viva della Spagna, voce che dalla clttd pensosa e ro11 ~ttast ~1flondeva. fin nei luoghi più appartati del Paese, su.sc ,tando_vz c~mse~s~ e centrasti, e, soprattutto, seminando feco nde inqmetudun Aldebaràn Sulla fronte di Dio rubino ardente, Aldebaràn, lumiera di mistero, perla dt luce in sangue, quanti giorni di Dio ruotò la terré. (tu la vedesti!) polverosa zolla per gli abissi del cielo? Sbocciar vedesti il sole appena nato? E ti apparve, chissà, diamante in fuoco, mentre si distaccava dall'anello che fu già questo coro di pianeti oggi danzanti in cerchio intorno a lui protetti dal suo raggio, come alla vista della madre giocano, dai suoi occhi pendenti, fiduciosi i figli? Di Dio sei, forse, una pupilla in veglia, - benché il Signore non si addorma mai una pupilla che in eterno scruta fra le tenebre, intenta a numerare i mondi del suo gregge? E ne manca qualcuno? N'è nato, forse. un nuovo? E, ancora, oltre i confini del visibile, cosa mai fluttua nell'immenso spazio? Che resta, Aldebaràn, di là dell'infinito? Dove hanno fine i mondi? senza adunarsi mai: tutti si guardano attraverso il cielo e vanno, vanno, ognuno solitario in suo sentiero? Tu non aneli di riunirti a Sirio e di baciarlo in fronte? Ed avverrà che, un giorno, Dio vorrà unire tutte in un ovile le stelle dei suoi cieli? Non farà di esse tutte una rosa di luce pel suo petto? Quali amori _impossibili custcxiisce l'abisso? Quali segni di aneliti di secoli trasmetton le comete? Vi sentite fratelli? Ed a te duole, dimmi, il dolor di Sirio, Aldebaràn? Correte tutti insieme a un punto solo? Odi tu il sole? Odi tu me? Conosci il mio alitare e il mio soffrire su questa terra, zolla polverosa, tu, gemma accesa sulla fronte a Dio, Aldebaràn? Se ciò che col tuo lume splende, è un'anima, è fatta, essa, di amore? La tua vita è un mistero? O splendi e non hai senso, sulla fronte del tenebroso Dio, e non sei che ornamento a quella fronte. incastonato solo per diletto? Sempre solingo, sperso nello spazio, Aldebaràn, perduto nell'immensa moltitudine dei solitari ... sei senza fratelli? O siete una famiglia che s'intende 'e negli occhi si guarda con uno scambio di pensieri e affetti nell'infinito? I E siete uniti da comune brama? E, quando il tuo splendore giunge a noi, stella dolce e paurosa, è dell'anima tua, esso il respiro, Aldebaràn? Aldebaràn, Aldebaràn ardente, il petto dello spazio, dimmi, è un vortice vivo, vortice palpitante di mistero? Tu le Pleiadi ins<egui, da secoli infiniti, Aldebaràn; ma resta sempre uguale la distanza! Questi stessi fulgenti geroglifici che la mano di Dio tracciò nel cielo, il primo uomo li vide ma ancora indecifrabili ruotano intorno a questa wn.ile terra. La loro fissità che resta indenne fra il mutare dei secoli funesto, vincolo è a noi di fede: essa è catena di una durata augusta, spirituali fra i giovani delle nuove generazioni. <;ominciarono ad apparire le prime opere: • En torno al casr,cumo • (1895), ·,f$o){~ b~ !:ie~~s-- '/f:lJ.: VId': le :;~~ab°u~}:t~ ;p{~~~~~-= (1905), a cui seguirono poi t~tte le altre; e 1 _suo, libri, .f!a che l'autore si occupasse di lf:tteratura (? • d1 filosofia, s,'! che scrivesse di eritrea o semplrcemente d, 1mpress1om e d1 curiosità, si rivelarono subito per quello che e!ano sostan– zialmente: libri di vita, nel senso che la med11az1one e lo studio vi rimango,10 sempre legati • e'!tra,iableme'!te • alla_ vita reale e all'azione idealistica detTrstanlt e d1 tutti 1 1:s'f~f}~z:~',e'::,:'J:in:l7~1iBr~~slpa~::h!1 '~'~,r~r;:ns:::!~ ala s::'a~ manca, allontanandosene solo per qualche viaggio allraverso la Spagna e il Portogallo, o per compiere sparad,camente 'i9~1ftr! 0 ~~,~~~~~"/et':~~~i ::zlJe;;~~r~i!~ra~a_ d:r: 1 :~~t·d:;1, fu destituito dalla carica per ragion, politiche, pur nma– nendo a disimpegnare le funi.ioni inerenti all'u(ficro. Venm di uuovo in Italia durante la Grande Guerra, ml J9n, ~n 11 n gruppo di pubblicisti invitati a visitare i nostri campi dJ bat~1fi~i:~ento della pnmo. dittatura 111 Spagna ( 1923), Una– muno si d1clnarò apertamente avversar10 del generale Prt– mo de Rivera e, l'anno successivo, fu. confinato nelle Cana– rie nell'erma isola di Fuerteventura, il cu, paesaggio squal– lid~ e scarno riportava il suo pensiero a quello leopardiano di cr La Ginestra •• da lui tradotta in castigliano. molti. an,u prima. Dopo un '!11nod~ esilio, nel 1925, pott f!'ggire ! nparò ~~rof:a~t:· ;::r~a~~:~ ~o;°:i!fY~gJ!,re:,~90 inf~7:ta:~~ cadde. Tornato in patna, riebbe la cattedra e fu nominato rettore a vita; poco dopo ( /931), istaurata in Spagna la Re– pubblica, fu elevato alla canea d1 Presr~ente del, Cons,gfro della Pubblica Istruzione. Ma la sua esr.stenza eh era stata una lunga perpetua battaglia, non. era destinata ~ !pegners, nella seremtd: gl'incendi della rovinosa Guerra Civile, scop· piata nel /936, ne illuminarono sinistramente iJ tramonto. Unamuno morl il 31 dicembre di quell'anno stesso. r. s. di Mi;:11el de Una01uno simbolo dell'an~lo senza fine, della sete del vero mai placata. E da voi, geroglifici del cielo in cui l'enigma universale è chiuso, pendono nel fluir lento dei secoli i secolari sogni; Pensiero esentim discendono da voi miti e leggende cinti di nebbie. astrali, che come fibre occulte all'uomo cavemario ci collegano. Questi, in notti di fame e di bufera, ti mirò 1 o impassibile rubino, Aldebaràn, e talora con occhio insanguinato, pazzo, ti vide nel suo istante estremo. o insanguinata pupilla del cielo, occhio di Dio, Aldebaràn! E quando, tu, morrai? Quando, alfine, il tuo lume si scioglierà per sempre nelle tenebre? Quando gelido e oscuro nello spazi~sudario inutilmente ruoterai per sempre? Questo notturno tetto della terra ricamato di enigmi, questa tela stellata della meschina tenda che ci copre, è la stessa che un di vide la polvere su cui le nostre piante, ora, onne stampano plasmare occhi viventi sopra le fronti umane? Ecco: in turbine si alza, se la flagella l'aria, essa che un giorno fu petto spirante! E, così, questa polvere di stelle, questo cerchio di arene a cui d'intorno l 1 oceano delle tenebre si attorce, non ebbe forma di corpo sovrano? non fu sede di un'anima, Aldebaràn? Non lo è ancor oggi, o Aldebaràn ardente? E, in esso, sei. o stella di mistero, goccia di sangue vivo nelle vene di Dio? Non è il suo corpo il tenebroso spazio? E quando tu morrai cosa farà di te il divino corpo? Ove mai Dio, per la salute sua, ti dovrà segregare, stella morta, Aldebaràn? In quale orrendo carnaio di mondi? Sulla mia tomba, Aldebaràn, aspergi la tua luce di sangue, e se alla Terra torneremo un giorno, che io ti ritrovi, Aldebaràn immoto tacito nel tuo lume rinserrando dell'eterno mistero la parola! Se la Suprema Verità ci fosse svelata, torneremmo tutti al nulla! Di eternità ci è pegno il tuo silenzio, Aldebaràn. Verde puro Verde puro, senza azzurro, e senza giallo: senza cielo o terra, solo verde nativo, verde dell'erba che sogna, semplice verde, verde di coscienza umana sopra una strada senza fondo, sponda 1 o termine, verde svuotato, verde d,i verdezza effimera, di quercia altera, per i miei occhi assetati abisso mistico! Che silenzio sotto la terra ! Che silenzio sotto la terra, al pie' del nero cipresso! Il pianto assiduo delle onde rendeva muto il silenzio. E l'erba rabbrividiva, oh, la verde nudità! e di rugiada marina si velava l'azzurrità. La pace con le ali morte di nuovo il mondo copriva. Ombre, ricordi si andavano liquefacendo ... La scoperta di Unamuno poeta, che fu tardiua nella .stessa Spagna e che da noi è cosa d1 que.stl ultimi anni, è stat.a la seoperta di tutto Unamuno, del vero Unamu– no. Conosciulo e omm,rato nell'Europa intera e nella A menca Latina, Jtn dal prin– cipio del secolo, come .rag– gi.sta, morah.rta, norratOTe, filologo ed efficaci.s.umo mae– .1tro delle nuove generazi oni, .si rivelo scrittore di ver.ri .1010 nel 1907, all'età di quo– ranf.atrè anni, con lo pub– blicazione d1 una silloge ap– par.1a col titolo generico di ~ Poea{a.1,. (contra.stante con lo modo dei titoli ricercati e olluaivi allora in auge), che non aggiunse nulla alla .wa fama: né il .rucce.r.rivo ap– ponre di altre raccolte, co– me ,., Ro.rario de soneto.r Iiri– cos •, • El Ctuto de Veldz– quez •, • TeTesa •, ecc., mo– dificò in modo nolevole la prima valutazione della poe.ria unamunaono, che fu coruider ota come una delle diver.re fo.cee della peno– nohuì poliedrica dello scrit– tore, e i suoi libri di versi furono apprezzati soprat– tutto per 11 chioTimento che da eui venivo ol significato delle altre opeTe. Diversi nella forma, nei tem,, nei toni e nei ritm1, da quelli a cui erano auuefa1t1 1 con– temporanei di Unamuno, modellati .secondo una poe– tico in antitesi netta con i nuovi orientamenti che sor– sero e dominarono durante la primo metd di questo se– colo, costellati e a volte pullulanti di porodo.rsi, di capovolgimenti e contrappo– sizioni di termini che sem– brano gratuiti giochi di pa– TOle, • agudezas •, • ingenio– sidade.r • ( e sono ben altra co.1a), quei libri TISultorono o.1tici olla maggior paTte del IE'ttori comuni, e furono ade– guatamente valutati dai pri– mi .studiosi. E da questo, ,or.re ,enza dubbio, l'impe– dimen to maggioTe olla com– prensione immediata della importanza supremo del fat– tore poetico nello genesi e nella essenza pro/onda di un'opera di unità ouoluto e d1 coesione totale, come quella dt Unamuno, nel cu, cosmo spirituale l'elemento lirico, onnipresente, è la veTa forza .ru.rc11atrice di oita 1 e ne è la universale gravita– zione che anima, ordina, unifica. La lunga incomprensione Ogg,i, questo costatazione e il concetto che ne deriva immediatamente, cioè che Unamuno .s'intende solo se, in tutte e in ciascuna deUe sue pagine, lo si con.sidera pen.1atore-poela in un nesso eh.e non può e.ssere tcbso, sono divento.ti • te.r commu– ni.1 • , e e1 n m eraviglia dello. lungo incompren11one d1 questa veritd euenziale; spec,a!menre ,e si con.tidera che lo scrittore, ben lontano dal volersi avvolgere di veli ermetici, aveva offerto lui stesso (come Dante nella fo– mosis.rima terzina del XXIV del • PuTgatorio •) la for– mulo che spiego la sosto.nzo. dello. s-ua opera intera: il concetto della comunione in– dutruttibile del p~siero e del sentimento. A.rpro e gre– ve, .rpe.rso orhjlc1osa e pTo- 1aica è la lunga sequenza del • Credo Poetico • di Unamuno; mo 11 sono inca– atonate le parole i1lum1- nant1: P1ep..sa el ,entimiento, sienta [el pen.samiento. io p;n.r~d~ ~s: n~ l~ dude;, [lo sentido. iSentimiento puro7 Qu1én (elio crea De la fuente del .re-ntir {nunca ha lleaado e la. viva li lhonda veno.. Stabilito il concetto dell'u– nitd organica e deU'origme usenz1olmente poetico del– l'intera. opero di Unamuno, si pu(} ti.salire senz'altro al– l'elemento germinale (idea– untimento) dell'opera .stes– sa. E qui non ci •1 oppongo– no ostacoli, tortuosi1d, o m1- 11en di neuuna. .specie: ooni pagina, ogni strofa degh scritti, come ogni gesto della vita vis.ruta di Don Mtguel, ce lo rivelano a chiare no– te: è fin.saziata sete d'im– moTtohtd che domiM per– petuamente lo spirito dello scrittore e che, pur essendo sete di gloria nel .senso del Unanonima c ricatura di Miguel deGnamuno Bibliografia POE~IA: Pocs(as (1907); Rosa.rio de sonetos Hricos (1911); El Cnsto de VclAzqucz (1920); Rimas de dentro (1923); Teresa C.1924); De Fuerteventura a Parfs (1925); Romanccro del dcs11crro (1927): Antologia Poética, por L F. Vivanco (1942); Cancioncro. Diario Poético (1953). SAGGISTICA: En torno al casticismo (1895); Paz en la ra~r~ (1897); Trcs en~yos (1900); Amor y pedagogia (1902); Sa~sca~~s (\~~)/ ~u~;dg 5af~e(l:~~ ~id~~d~~n (~~~tcM} {li\~t~ 6':t~ 5 cs~~sf~~J~?i~ 0 )/I9fz~~ 10 8 1i 0:C%1i:~~~:;s~~~~i~ dc la vtda (1913); Ensayos (1916, '17, '18); Andanzas y visiones espafiolas (1922); El porvenir de Espaòa in collaboraz. con A. Ganivct (1912); La agonfa del Cristiariismo (1925); C6mo Ob~ccscl~~s no~. (1927): Obras completas (1951-'52); NARRATIVA: Niebla (1914); Abel Slincbcz (1917): Trcs novcl3.s eJemplares y un pr6logo (1920); La Tfa Tuia (1921); San Manuel Bueno, m~rtir_. y tres historias m4..s (1930); La novela de Don Sandabo, Jugador de ajedrcz (1930). TEATRO: La venda. Dona I.ambra (1913); La difunta; La csfinge; Fedra (1924); El pasado quc vuclvc· Raquel· Todo un bombre; Soledad; Sombras del suedo (1930): El otro (1932); El hermano Juan (1934); Medea (1954{ Unamuno in italiano Traduz.ionJ d1 poesie di Unamuno sono state pubblt– cete da G.M. Bertlnl, Carlo Bo, Antonio FerraU, Oreste Macrf. Il e Cristo de Velàzquez > è stato tradotto inte– gralmente da A. Gesparetti. (Ed. La Morcelliane, Brescia). * di IIAFl<'AEl,E s.-1,IELl,I Il cortile dell'UnJvenltà di :;a lamanca dove Unamuno lnse– gnò e ,Use pe.r 30 anni • non mor iar • oraziano, non s'idenh /i.co con l'a.sp1ra.z1one oll'im morto litd che, ch1ame– umo storicistica, dell'1deo– lismo moderno; mo fu uno autentica, tormentosis.r1mo, on.sia di non morire e di du– Tare veramente, in persona, di Id dell'en. stenza naturale secondo il .sen.so delro cri– stiana Eucare. rtia e della Te– .surrezione della carne. Tutti gli altri intere.sai dello .spirito unamuniano e i rnoi tra.vagli interiori, che furono molti e fra i quali primegoiò quello del suo • dolor de Espalla •, passano in second'ordine Ti.spetto alla preoccupazione per il pro– blema primordiale dell'uo– mo e del suo rapporto con la Forza che rende immor– tali, Dio; .si che tutta. l'ope– ra di Unamuno no.ice da. un affanno e si nutre dì un hu• mu..r, eh.e sono ben quelli della gente a cu1 lo scnt– tore appartiene e che si e.sprimono con un termine .1010: lo religiosità. ltfouo da que.rto anelito e partito primieromenf.e da p01izioni pTagmatiste affini a. quelle ;ome,ione della •volonf.d di credere., il pen– siero unamuniono reagisce con violenza alla razionohtd astratta dei positivisti, .si– stemando.si in una teoria che consideTa non g1d la Tagìone mo la volontd, funzione prt– mario dello .spirito, ed onun– cia che • è vero tuao quel– lo che, movendoci all'azione, ei fa raggiungere il no1 1,o scopo; e, per ciò stes.so , è l'azione Lii creatric e de llo veritd ... •. Co.si, fin dal suo primo determ1n0Tsi completo nella , Vida de Don Qui;ote ~1e~~n~r 0 riv!f~tn~:~e:t:~= mente k1erkegaaTdinano e Unamuno appare - come fu notato da Ro.rario A.rsunto - • pen.sotore sog,gett1vo, os– sia esiitente, il quale nei suoi ìntereni e in certi latt della mo tematica, anticipò quella voga esi.1tenzialist1ca dì cui oggi poniamo parlare come di un prologo all'odier– no tenta.tivo veuo la meta– firica. onsietd di propotTe sul metro di coscienza e non .su mero impegno accademico. i più ardui interrogativi del pensiero""· Ora, è, per l'appunto, • ne– cessità di cos-c1enzo • del pen.1otore .1pognolo, quell'an– sia. d'immortolitd do lui in– tesa, come gid .si è detto, come un vero, carnale, • non morire •; ed il tuo spirito ne cerca l'appagamento nel " crearsi una fede • attra– verso un proce.sso di pen– siero che ne fa eminente– mente (per lo sua propna natura e per i1 fine a. cui tende) una creazione poeti– co.. in queU'outenhco testo di meditazione religio.1a. ch 0 è il volume • Del .rentimiento trdgico de la vida • (1913), saturo di citazioni bibliche e di richiami teologici (co– me sarà., più tardi, la poena d1 •El Cristo de Veldzquez•J, vediamo l'unomuniana .. vo– lontd di credere • incornarai tn una fede vera e Tiscopri– re il concetto e il senso so– prannaturale di Dio e del Cristo: • E' la fede - egli :~ce è ~u!or:tfi:i~llaqu~~f~nt:i creare. La fede, in qualche modo, crea. il suo pTOpTÌo og– getto. E lo fede in Dio con– siste nel creare Dio; e poi– ché è Dio che ci dd la fede in Lui, è anche Dio che con– tinuamente crea se stesso 1n noi. Come dine Sant'Agostt– no: • Ti cercherò, SignoTe, innocondofi, e T'invocherò credendo in Tè •. Mito e .simbolo di quuta fede che assegno all'uomo un destino immortale e gli addita un fine soprannatura– le, è Don Chi.sciatte, nel cut spirito e nella cui azione la neritd tangibile si velo, s1 confonde e •va.nisce dinanzi alla reaftd ideale che gli .-folgoro nel cuore. E ne è simbolo e mito lo .reuo Unamuno, quale lo vediamo nei versi d1 Antonio Ma– chodo: Este donquijotesco Don Maguel df! Unamuno, [fuerte va..tco, llevo el ornés grotesco 1,1 el 1rrisono casco del buen manchego. Don Mi– I guel com1na, ;inete de quimérica montura, met1endo espuela de OTO a. [su locura ... L·onsia, le meditazioni, i .sogni e i mlii o cui sì è ac– cennato, formano lo realld che vive nello pro.sa una– muniana, offrendo fru tti di pensiero ammiTevoli per la or1ginolitd, lo profonditd, la aTguria e lo luce che .1e ne sprigiona; di Il spargono a tutti i venti .remi d'inquie– tudine che fruttiJlcheranno in ogni campo della. vila in– dividuale e collettivo; ti me- 1colono olle passioni, agli .1degni, agli amori e olle opere della vita dello steuo Unamuno, alimenlandoli e rice vendo ne rilimento. E so– no es.si stesri, magma. incan– desc f!nte e tumultuante, queli'.i che, calati nella poe– sia, 11 trasftpurano e si con– formano in cristalli di duTa– ta eterna. attraverso la de• coniazione poetica, dando vita a. un cerro numeT"o di di componimenti (• Aldeba– ràn •• alcune .sequenze di • El Criato •• non pochi brani di • Tereso • e di • In-– cidentc.r domé1t1cos •...) che vanno collocati fra le espre•– siont più alte della poesia euTopea contemporanea, poi– ché in essi Unamuno e re– cupera a«enti di primavera lirica. obliati da secoh • (0. Mocri.J. Poesia e precettistica Naturalmente, la potenza poeuca d, Unamuno non si manifesto sempre e in mi– suro uguale nello. conoeru~ vasti.tsima dei componimenti USClll dallo ,ua penna {nel solo •Canc1onero-Diario Poé– tico •· pubblicato nel 1953 a Bueno.r Aire.I'-. se ne con– tano bf'n 1755); anzi, di oran lunga preponderante è il nu– mero di quelli ai quali, ,otto l'ospello dell'arte, è impo1- .s1bile ollribuire alcun valo– Te, dato che, in moltisumi, il lirumo creatore resto sof– focalo ,nteromenle .1otto 1l peso dt una precettistica. quanto ma, rigoroso, che .si caratterizza per l'opposizio– ne deliberata a. tutti i pro– ced1men11, gli orientamenti e le forme de!le poetiche post-ro"!:antiche, pe_r un co– stante unpegno d1 fedeltà vtr.ro la gronde tradizione poetic a. rìno.rc1rnentale, per l'uso e l'abu•o dei procedi– menti tecnici e stdi.stici del. barocchismo di Gòngora e d, Quevedo (me.rsi in evi– denza recentemente da J. ChichaTro de Leòn, in • Cuo– dernos de la cdtedra M. de Unamuno • X. 1960 J e, so– prattutto, per lo preoccupa– zione di esprimersi quanto più è possibile in forma con– creto.. _Ma, n.onostante l'influuo d1 que sti fattor i negativi, i quoh .1p1ega.no , anche .re non giustifi ca.no d el tutto la qualifico d i • poeta pn~o d1 forma, duro e inabile• che in altri tempi .1i attribui allo •crittore ba.reo, questi, nei momenti d, orazio in cui l'a_ffla,o li~1co travolge que– g}, ost_acoh e /onde ogni sco– na, giunge a realizzare in pieno il ,tuo ideale di dare oi veTst • atgo su..stancial, mds sullo li md.! hondo que lo.r misrryo, hechos •, si che • lo sptrtto resti prigioniero in forme permanenti •. E al– lora, la. potenza creatrice di Unamuno appare rea.lmente cori come lo vede Jo.r è Ma– ria de Coufo: , te.le che for.re , non se ne tro va l' UQua~ le ne lle lettere tpagnote do– po Quevedo •.

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