la Fiera Letteraria - XV - n. 39 - 25 settembre 1960
Domenica 25 settembre 1960 ùNO SCRITTORE EUROPEO * "La rossa" di Andersch omaggioall'Italia * di ITALO .4. (IIIUSAì\'O E' uscito di recente, in una flessibile edizione in ante– prima, l'ultimo romanzo di Alfred Andersch, D1e. Rote. (e La rossa•), che farà la su~ regolare comparsa, in c1uione rilegata, in questo stesso autunno. per uscire poi anche in ves1e i1aliana. Alfred Andersch dicarsi, uccidendolo. Venuta in contatto con Krame.r, Franziska gli rivela di cono– scere la sua identità, e da quel momento sa che la sua vita è in pericolo: Kramer, che non cura quel piccolo isterico irlandese, sa im·ece benissimo che Franziska, donn3. decisa e senza umori, appena tomata in Gennania, denuncerà la sua scoperta alle autorità locali, facendolo arrestare ed estradare. Ve– nezia, la splendida Venezia di Andcrsch, vista con occhi vergini, in pieno gennaio, dimenticando tulti i cliché consueti ddl'ltalia turistica, è diventata come una gran trappola, dalla quale non si può uscire, sorvegliati a ogni passo da Krarner e dai suoi uomini. Tutt'a un tratto il colpo di scena: Kramer croUa come un birillo, avve– lenato, nonostante tutto, dal– l'abulico irlandese, e la via sarebbe libera per la fuga in yacht. Ma Franziska sente di non poter fuggire con un assassino, .torna a terra e, ridotta a una povera creatu– ra sperduta, chiede soccorso a un uomo che ha visto una sola volta, ma che il lettore conosceva già, grazie ai suoi monologhi intercalati fin dal principio del libro alle parti dedicate alla e rossa•: Fa– bio Crepaz, un violinista del teatro La Fenice, ex comuni– sta e partigiano, ora disgu– stato dalla piega di assolu– tismo che ba preso la lotta (ancora una volta, l'autobio– grafismo anderschiano}. E' un'ispirazione felice: Fabio salverà Franziska dalla mor– LA FIERA LETTERARIA ANCOOA DA MEDITARE LA LEZIONIJJ SPIRITUALE DELLA "ROSA DLL~CA,, TEDESCA * Significato e valore della Resistènza I R!apnamo oggi quel libri– cino ... La Rosa' Bianca ~. pubblicato per le edizioni .. La Nuova Italia .. e nobil– mente presentato da Ferruc– cio Parri. onde rimeditarne la lezione. Come tutti sanno sono le poche pagine che Inge Scholl ba dedicato alla memoria del suoi due fratel– li Hans e Sophie che pro– mossero. nel 1942-43. il mo– vimento clandestino detto della ., Rosa Bi.anca•. Oppo– nendosi. con a1cunl altri studenti di Monaco. alla menz.ogna e all'Infamia del regime hitleriano. questo manipolo di giovani univer– sitari aveva osato scrivere: .. Il nome della Germania resterà macchiato per sem– pre se la gloventil tedesca non si solleverà finalmente e non vendicherà ed espierà nel tempo stesso. distn.iggen– do l suoi torturatori e fa– cendo sorgere una nuova Europa spirituale ... Soli. inermi. unicamente armati di un coraggio e di un ardore (ma si dovrebbe dire alttesl di un candore) senz.a precedenti nella. storia del natismo tedesco Hans e Sophie Scholl confermarono. con la morte, questa loro testimonianza; espiarono per rintero popolo tedesco. •on erano che due ragazzi, pieni di entusiasmo e di vita. affa– scinali. in un primo tempo. da ..quelle colonne compatte di giovani che marciavano con le bandiere al vento. fra il nùlo dei tamburi. cantando ... Fanno la loro en– trata nel ranghi della .. gio– ventù hitleriana .. creduli e ignari. Ma a poco a poco I loro occhi si aprono. l loro cuori generosi si ribellano. le loro coscienze si destano: ., Voglio vedervi entrar nel– la vita diritti e liberi ... - a,•eva loro detto il babbo. e aveva soggiunto: ..Anche se sarà difficile ... Quale fosse la difficoltà deu· impresa in quella Germania murata - ...una caserma e un bavaglio - dice Parri - come l'Ita– lia non aveva conosciuti .. - lo compresero subito. non ebbero bisogno di andare lontano. Hans aveva colle– zionato delle canzoni che cantava accompagnandosi con la chitarra. e trascinan– do con se nel canto i suoi compagni: gli furono proibi– te perché non erano canzo– ni hitleriane. Fu la prima scossa. Ma altre vennero. ben piò terribili, come quan– do quel giovane maestro scomparve misteriosamente. per essere inghiottito da un campo di concentramento. Cosa aveva fatto? Nulla: non si era semplicemente sentito di andare con loro. I ragazzi chiedono al padre cos'è un campo di concentramento: « Questa è .guerra - egli ri– sponde -. guerra tra il pro– prio popolo. guerra contro il singolo inerme. guerra di– chiarata alla felicità e liber– tà del propri figli. E· un de– litto orribile"'· Il terrore di un potere sinistro sta per coprirli con la sua ombra Non ne hanno più. dubbi quando vengono a sapere che dei malati ricoverati da tempo. e !orse inguaribl.11. venl:!ono condotti via con la forza. per ordine di Berlino. mentre i parenti. dopo qual- che tempo. ricevono comuni– cazione del loro decessi. Da un altro ospedale di bambi– ni. egualmente malati dl mente, i camion nert delle SS deportavano in massa i piccoli dementi per gettarli nelle camere a gas. Una dot– trina sp3.ventosa. che vuole glustiflcare l'assassinio ,-cr.!o creature innocenti giudicate indegne di vivere, stava dunque profilandosi all'oriz– zonte: e tutti sappiamo quali ne !urono i terribili !rutti ... No. non vi sono più dubbi per Hans e I suol giovani amici. Occorre agire: quella canzone gio,,anile. cara al loro cuore. suona ora come un monito: .. Tu non lo gua– risci {il rumore del tempo) e non hai sah-ezza - fin quando il tuo cuore non si offre ... ll primo che si but– ta è Hans: organizza il mo– "imento clandestino della ...Rosa Bianca•. l primi ma– nifestini (dei povcr:i fogliet– ti ciclostilati che circolano per rUniV('rsità) dicono: .. Nulla è più indegno di un popolo civile che lasciarsi governa– re. senza opporre resistenza. dalle mene irresponsabili ed oscure di una cricca di ti– ranni. Fate resi.sten..za pa.s– si.va . resistenza dovunque._ ... Bisogna rileggerli. questi manifestini scritti da xagaz– zi poco più che ,•entennL 1n un alt.ro si enumerano i cri– mini del nazionalsocialismo. a cominciare dai massacri di trecentomila ebrei. per fini– re con la deportazione. in Norvegia. delle ragazze di nobili famiglie tedesche nel bardelli delle SS. .,Tutti vo– gliono scagiornarsl delle loro responsabilità ... Il popolo te– desco continua a dormire il suo stupido. ottuso sonno. Non ci si pu() assolve.re tut– tavia, ché ognuno è colpevo– le, colpevole. colpevole•, gridano queste Intatte co– scienze. E concludono; .. Una fine terribile è ancor sempre preferibile a un terrore sen– za fine ,._ Questa fine verrà ben presto: Sophie lei. si era anch·essa schierata accanto al fratello; trascinati dall'au– dacia degli studenti di Mo– naco altri studenti di Fribur– go si erano decisi ad agire, anche Amburgo aveva accol– to gli inflammati manifestini: le cellule avrebbero dovuto e– stendersi. pensava Ham1.nelle grandi città. chiamare la Ji!io,•entù tedesca alla riscos– sa... E quale pagina di storia sarebbe stata scritta se que– sto movjmento avesse potuto allargarsi e potenziarsi, se la Germania avesse avuto. co– me la Francia. come l'Italia, 1a sua Resistenza armata. Ancor oggi, dinanzi all'eroi– co esempio. alla !orza mora– le di questi giovani si ,resta sorpresi nel constatare che questo grido non ha a,-uto le sue leggendarie risonanze neu·mtera massa del popolo tedesco. La risposta ci è da– ta dall'esempio dei regimi totalitari che ancor sussisto– no. e che ci dimostrano co– me la polizia sia cosl vigile. cosi potente. che ogni mi.ol – mo movimento insurreziona– le è soffocato sul nascere è inesorabilmente stroncato prima che abbia alcuna pos– sibilità di sviluppo. La Ger– mania di Hitler. con la sua onnipossente Gestapo. è esattamente paragonabile al- di \"ALERIA LUPO la Russia dl Stalin e seguaci: il che cl !a comprendere co– me Hans e Sopble abbiano bensl potuto espiare. ma non abbiano potuto trascinare il loro popolo verso la sua li– berazione. Come suonano gravi, ancor oggi. le parole di questi due giovani con– dannati alla decapitazione: « Il nome della Germania resterà macchiato per sem– pre se la gioventù tedesca non si solleverà finalmen– te... ,._ E come ha ragione Ferruccio Parri di esclama– re: ..Come sarebbe piò sere– na la storia dell'Europa oc– cidentale se la ~rmanla a"esse avuto una intera In– surrezione liberatrice!». Per questo non si comprende co– me la nuova .generazione te– desca sia -ancora tenuta al– l"oscuro d1 questo recente terribile passato. non sig educata potenziando In sé quella ... capacità morale di condanna ... come bene dice Farri, che cl darebbe modo di .. poter credere incondi– zionatamente nel popolo te– desco•. Si deplora che l'e- t1emplo di questi glovanl non divenga una specie di ves– sillo per 1a nuova gioventù tedesca. la quale si trovereb– be CO$l ben più cosciente– mente schierata accanto a tutti gli altri popoli occiden– tali per far sorgere la « nuo– va Europa spirituale'"· Per– ché non saranno certo I soli accordi economici. e neppu– re quelli politici. che potran– no generare la riscossa del– l'occidente. e quella nuova grande unità detta di .,Euro– pa libera•. Essa sorgerà, gettando radice nell'autenti• ca coscienza umana del po– poli, il giorno in cui l'Euro– pa tutta farà Il suo serio esame di coscienza chleden– dos.1quale pac-e reale si po– trà mai costruire. dando Io avvio a una nuo,,a vera uni– tà solrituale. fintanto che si verificheranno fatti come quello occorso ancora pochi mesi or i;ono In Ungheria. dove centocinquanta giovani furono g-iustizlatl - esatta– mente come Hans e Sophie - per aver Inneggiato alla libertà del loro popolo. Sono morti grandi e sere– ni Hans e Sophle: e con loro è morto Chrlstl un altro giovane noblle tedesco. già padre di due bambini. Non hanno tradito gli amici: ..Benché non fossero in co– munlc3.z.!one - racconta la sorella - c'era un accordo solenne. radioso tra dl essi: assumere tutta la colpa. tut– to. tutto. per scagionare gli altri ... Al sommario e rapi– dissimo processo I tre Impu– tati sedevano dlnanti ai giu– dici in toghe rosse .,eretti, silenziosi e molto solitari-. Hans aveva scritto sul mu– ro della sua prigione le pa– role di Goethe che suo padre ripeteva spesso: - Conser– varsi ad onta di qualsiasi violenza!-. Sophle. che par– lò pochissimo. ebbe tuttavia il coraggio di proclamare: ..Molti pensano quello <.'he noi abbiamo detto e scritto. solo non osano esprimerlo a parole•. n loro contegno era cosi nobile che sogll.logb la massa degU spettatori. La condanna !u Immediata. Hans e Sophlc poterono dare un addio al loro geni– tori: .. Haru fu il primo ad es!lere condotto alla loro presenza. Portava abiti da detenuto. n suo volto appa– riva pallido e consunto. co– me dopo una lotta estenuan– te. Splendeva però e raggia– va tutto ... Le s~ ultime pa– role furono: - Non c'è odio in me. Ho ia.,ciato tutto. tut– to dietro le spalle ... Sophie acc-ettò t dolci della mamma. ..Era divenuta più sottile - testimonia la sorella -. ma il suo ,•olto aveva una mera– \'lgllosa espressione di trion– fo ..... Penserai a Gesù. ve– ro. Sophle? "'· le disse sua madre: "'Sl. ma anche tu .. essa rispose. Se ne andb libera. senza paura. pacata. e con Il volto atteggiato a un sorriso. Quando vennero condotti al supplirlo fu la prima ad appoggiare I.I capo sul ceppo. Andò senza bat– ter ciglio. Nessuno crede\·a al propri occhi. Il boia disse poi di non aver mal visto nes...cunomorire cosl. Hans la segul poco dopo e morl. alla sua volta gridando: .. VI.va la 11.bertà!... (Continua) BIBLIOTECA STRANIERA. DI * Plll:'1'110 CUIA'l''l'I Un polacco in Italia Col rcrnanzo di Stanislaw Dyget Il viaggio (ed. Fel– trinelli) è come se il sipa– rio psicologico tra le due Ew·ope tosse bruscamente elzato: è una Polonia se– greta. disfatta e delusa che ci viene offerta, in questa opera che è Insieme ro– manzo e confessione, av– ventura e diario. Dygat, cineasta e giorna· lista satirico, conobbe ù successo nel l'immedlalo dopoguerra con un primo romanzo, Il lago di Co– staru:a: da allora è taciuto, o meglio ha risposto col silenz:. all'imposizione po– litica del • romanzo socia· lista ». L'allentamento del– le briglie all'indomeni del– la rivolta polacca lo ha trovato pronto a ricomin– ciare da capo, e nel '58 è uscito Il viaggio, decretato e premiato come il miglior romanzo dell'anno. Le camtteristiche stili– stiche del romanzo ne fan– no il prodotto d'Una avan– guardia letterarie che è contemporanee.mente po– lacca ed europea, ditno– strando che le idee, la for– za oscura del tempi non conoscono barriere politi– che, che ormai il mondo è uno e le migliori intel– ligenze ne spartiscono la coscienza e la responsabi– lità, artlslice e morale. Dygat è uno scrittore eu– ropeo, un uomo libero in un mondo asservito, Inti· midito. Le amplificazioni simbolistiche e barocche della sua storia sono le forme estreme di eviden· ziazionc dell'dssurdo che !I mondo sta vivendo, al punto di ma.sslma tensione e già di incrinatura della condizione umana. Più ooggista che roman– ziere, e più poeta ancol'8. che saggista (poeta di vena tutta particolare, grottesca e drammatica insieme) Dy– gat testimonia di quella che è stata detta la • alie– nazione», il sentimento per cui l'uomo si sente escluso; una parete di ve– tro infrangibile sta tra lui e la vita che vorrebbe vi– vere; si sente impotente, sconfitto senza combattere, per una fa.talità irreversi– bile: e i suoi gesti, le sue voliz.ioni si trasformano, sembra per mano dlaboll– ce, In errori, in colpe. La vita è. un inferno; e l'eva– sione è Impossibile. Giorno per giorno si sente e smo– bilitare», il rimpianto e la tristezza prendono il so– pravvento, ne !anno un rassegnato, un vinto. I per– sonaggi di Dygat « stanno ella finestra », pensano o quel che si erano ripro– messi nella e bells gioven– tù», e El ciò che la vita ha loro negato». Pensano a queste cose, e senza ama– rezza e senza collera, pur- troppo, perché l'amarezza e la collera. sono sentimenti catelizzatori, galvanlu.ato– ri, che spingono ella rivol– ta, all'azione. Ma eh( sta alla finestra pensa elle sue delusioni e ne prova solo rimpianto e tristezza (...) sentimenti che inducono a rassegnarsi a.Ile situazione esistetite, che conferiscono alle rassegnazione un po– tere addirittura poliziesco e costringono la speranza ad agire nelle più rigorosa clandestinità». annichilimento, che ormai la vite decreta e Impone. C'è solo, per ognuno. un passato da rimpiangere, e un futuro nero da tentare, buttandovisi con gli occhi ciechi, cercando di ottene– re da esso un po' di pre- 3ente. Henry tenta questa. estrema esperienza. rincor– re con disperazlone e le donna ideale e unica » la cuf estenuo.nte attesa, scri– ve Dyget, resta tra e I sen– timenti più vivi e sinceri che d ... secoli e secoli as– sillano l'uomo». Fuggire la vita • politic .. ,., h.. ntare la vite umana: Henry si get– ta a capofitto in un'avven– tura tra romantica e squal– lida, In una Capri surreale e allucinante, cerca il suo e presente», cerca di con· cretizze.re almeno per un attimo il valore e le aspi– razioni più naturali delle sua vita. :e anche il pre– sente gli sfugge: tn un finale bellissimo, che ha la magia dell'ultimo possibile romanlklsmo, acre e lace– rante, e lo struggimento dell'eterno. guerra dell'uo– mo con la felicità, Henry rincorre la donna dl stra– da che per lui s'era tra– sformata in angelo dolcis– simo, e la smarrisce, e sa che è stato solo un'ulUma illusione, la più tremenda. Il colpo di mazza del de– stino. L'autore, nato a Monaco di Ba\'icra dc.I 1914 e che da qualche anno è uno degli esponenti più validi e uni– \'ersalmente noti della nar– rativa tedesca, ha un pas– sato politico di note\·ole im– pegno. Figlio di un urficialc di stam'po ancora guglielmi– no, a 18 anni era già uno dei dirigenti della gioventu comunista bavarese, e nel 1933 trascorreva alcuni terri– bili mesi nel famigerato campo di Dachau. Rilasciato, Ja,·orò nell'industria e, co– stretto più tardi a prender parte a una guerra che de– tcsta\'a, disertò, sul fronte di ·euuno, consegnandosi prigioniero agli americani. Tutta quest'esperienza, vissu– ta e narrata con un'intensitti sanguinante, che spesso si fa poesia, è il contenuto del suo primo libro, Die Kirs– clzen der Freiheir, una rela– zione autobiografica tradotta anche da noi col titolo Le ciliegie della libertà (Milano, 1958; trad. E. Pocar). Toma– to in Germania, si dedicò esclusivamente alla letteratu– ra, divenendo, ollrc che un autore, uno dei propulsori e ispiratori culturali più pre– ziosi di questi ultimi anni: e basli ricordare la sua Posi– zione in seno al famoso e Grupl)O 4; .., l'imporlanza delle n,,istc da lui dirette - e Ocr Ruf,. e, speciahnenle, e Tex1e und Zeichen • - nonchè il carattere squisita– mente culturale (fino alle soglie della snobistica raffi– natezza) ch'egli impresse a dctenninati programmi ra– diofonici da lui diretti. Ma la sua prima pienissima pro\/a di autore la diede nel 1957, col romanzo Sansibar oder der letz.te Gnmd tra– dolto dal sottoscritto: Zan– ::.ibarovvero l'ultimo perchè, Milano 1959), diffuso ormai in una dozzina di lingue e più volte premiato. Si tratta di u.n libro indimenticabile, pregno di atmosfera, con personaggi a tre dimensioni e un linguaggio insieme esperto ed elementare, una opera. insomma in cui i più di"erSi pregi di un narratore nato sono giunti a perfetta fusione. E' la storia di alcu– ne tentate C\'asioni, che si incontrano tutte, come su una tragica ribalta, in una cittadina costiera del Mare del Nord, Rerik. all'ombra di alcune rosse umanissime torri. Siamo in piena ditta– tura nazista, e alla persecu– zione e ai pericoli di quella Germania depravata vorreb– bero sfuggire, nel giro di pochissime ore utili, alcune creature assai significati"c: una ragazza ebrea la cui ma– dre si è uccisa il giorno pri– ma; un giovane istruttore comunista che (e qui An– dersch confessa la sua stessa crisi interiore, che l'ha stac– cato dalle posizioni della sua giovinezza.) ha perso la fede nel partito e vuole re.star solo con se stesso; un ra– gazzo che, al di là di ogni impellenza politica, sogna le esotiche lontananze d1 Zanzi– bar; e, infine, un essere di leiTIO, la statua di un no,•1- zio che legge. giudicata e pe– ricolosa• dagli uomini di Hitler e perciò destinata alla requisizione. Tra coloro che fa\'oriscono o ritardano fo. fuga dei quattro, fanno spic– co un pastore pro1estan1e. crisliano ba11agliero in bron– cio con Dio per il suo tropPo trascendente distacco dalle miserie del mondo, e un pe– SC3tore limitato e 1estardo. comunista anch'egli in crisi. ti gocciare tragico delle ore. l'apparire e lo spalire del!e singole occasioni di fuga. ,·1a da frustrate, la fuga final– mente messa in allo, tra continue trepidazioni, -e final– mente riuscita. ma non i>4:r tutti. sono resi con una ~•:– cureu.a assoluta. con tutti 1 trucchi e gli espedienti di un consumato artigiano della narrativa e insieme tutte le aperture. le illuminazion_i, le inesorabili impeon;itc d1 un ,·ero poeta. Subito d_opo cose. La città partenopea gli si 1ivela come su un palco– scenico di opera in musica, nei suoi mille tipi umani e nelle sue mille nascos1e mi– serie e bclJczze, cantata in espansi monologhi lirico– musicali, ed è tale il con– forto e l'arric<.'himento inte– riore che gli viene da quella esperienza, che l'arresto e la estrad.iz.ione alle autorità bri– tanniche perdono ogni valo– re, per lui, che onnai ha capito il vero nucleo, gioioso e dolente, dcli' umanità. Se– gul una raccolta di no,·clle, Geister mid Leute (• Uomini e fantasmi•, 1958), dall'arco molto esteso, che va dal rea– lismo più o meno tradizio– nale alla satira lievemente surreale e alla fantasticheria romantica o quasi: unico elemento uniformante, lo stile, sempre di primissima forza, di virtuosistico smal– to, di continua inventiva. Da segnalare, a nostro avviso, Vollkommeue Reue (« Con– trizione perfetta•), acuta in– trospezione di un prete tur– bato, mentre dice Messa, dal ricordo di un poveretto che non riesce a perdonarsi per aver schiaffeggiato la propria bambina, e Mir dem Chef nach Chenonceau.x ( e Col ca.– po a Cbenonceaux •), sorpren– dente inno d'amore, sotto apparenze disincantate, al– l'Europa di ieri e alle sue civilissime vestigia; ma so– pratutto importante In der Nacht der Giraffe (in italia– no: lA notte della giratfq, Milano 1960), vivace e agi– tato quadro della notle del 29 maggio 1958, a Parigi, quando si decise, in un mo– mento di caos pressochè to– tale, l'avvento di Dc Gaulle al potere. Il protagonista del racconto, un giovane utopista democratico, Pierre Grange, sa che la stringe, la farà abi- 1----------------------------------------– IA lunga citazione è in· dispensebile per centrare lo stato psicologico dei personaggi di Dygat. so– prattutto del protagonista, Henry, il caratterista di una situazione non soltan– to polacca e non soltanto europea, il tipo limite del– l'uomo che non sogna più niente, che arriva anche a tentare evasioni ma pagan– dole al prezzo altissimo di sentirle inutili, giunte e troppo tardi », fuori della speranza, già nel territorio bianco della dlsperaz.ione. Henry si concede un'eva– sione dalla fQJTliglie e dal grigio lavoro venendo tn Italia; ma già durante il viaggio, si può dire appena lasciata Varsavia, si ac– corge di andere soltanto e sconfiggere gli ultimi so– gni giovanili. e Vengo dal nulla e vado verso il nul– la ,., pensa. E solo U ren– dersi conto che esiste, ft– sicsmente, materl:ùmente, gli dà un po' di serenità. Dentro, però, è uno sface– lo. Il mondo è falso, egll stesso si sente falso: tutti i sentimenti, le speranze e le aspiraz.ionl, le !ed.i e gli amori • sono come medici– nali ll cui termine di ge– mnzla. sia scaduto da un pezzo•· Si può farne uso, ma senza alcun effetto. Nel mondo non c'è più nulla di nuovo da scoprire. di buono e bello da amare. Le città del sogno giova– nile che attraversa non hanno più attrazione: • Vienna è lo scenario de· serto di uno spettacolo che non avrà più luogo• L'Italia gli sembra un mu– seo; e i musei sono mistl– ftcazioni. L'uomo bruciato non vede intorno a sè che r:mmagine disperante di se stesso; vlaggie con la proprie disperazione ma già sa, pertendo, che nulla lo attende. che U presente è Inafferrabile. Seppure tent.Q di dire che e clescu– no ha la sorte che si me– rita "• per un recupero di dignità umana anche nel– la sconfitta delle aspira– zioni, non può impedirsi nello stesso tempo di pen– sare che • qualcosa non va ,. e.l di sopra delle sin– gole determinazioni, di pensare che c'è nel destino dell'uomo moderno una ce.– rlce mortale dl anntchlll– mento. Ed è una colpa es– sere dei deboli. o meglio non essere forti? Ma è questo U tempo dei forti, degli lnflessiblll. dei duri e degli insensibili: le ani– tne più delicate sono de– stinate al !allimento. Il viaggio è finito: Henry deve tornare al lavoro gri~ gio, alle eterne dispute In famiglia. Sarà un altro personaggio (il narretore) e concludere la vicende con la frase: • E anche la Vita è pl«cevole. Beste. conside– rarle. con un tantino di benevolenza ». Per Henry c·è solo il ritorno e. una Polonia dove nulle mai succede. ..Siete polacco e non sapete niente della Polonia?», gli aveva chie– sto qualcuno in t.reno, ed Henry aveva risposto: • Appunto. Forse questa è una cose speciale, che ac– cade solo in Polonia». ( 1957) Andcrsch pan'e npo– ~ar-i, di\'enirsi un po', dan– doci un lungo racconto, . Piazza San Gaetano, eh~ non ayeva <.'erto la fon.a e 11 ful- gore di Zan:.ibar. 1;1a .. <'h~ rfrela,·a. una Yolta d1 pm, )I suo virtum.i,;mo fonnale. 11 suo dono di us3re delle pa– role e dei rc,zistri °'cm:a la rninima apparenza di sfor?o. Operetta corale, auesta stra– na noYella ci pre<enta un <.'a<sicre inszlcse dc. do.,o c<ser;i aoorooriato dei rlc– nari affidati2li. f1,e~c a N;– noli in cerca della • poc•aa na,;costa,. nel cuore delle t11f11111111111111111111111111111111111 .:;: << ritratti su misura di ~ ~ scrittori Italiani a ~ ~ cura di elio fiHppo _ accrocca - notlzlc ; ti biografiche - con- i< fossiont - blblfo- !;:: grafie di poeti,~~ narratori e cri t lei O ~ ~~ ~ do SODALIZIODEL LIBRO i Ì5 , ________ .... , ~~~P~~~ic~hc 1 :i t~':rd::! do contro la Repubblica, si aggira per Parigi, tentando im•ano di convincere un giornale o l'altro a pubbli– care il suo segreto, finchè. appostato da un sicario alge– rino mandatogli contro dai suoi nemici, scampa per mi– racolo alla morte ma non alla resa definith•a di fronte all'intimidazione. Anche qui, un quadro corale, reso con maestria di mezzi e perfetta saturazione di atmosfera, con la maturità di un artista che non ha più timidezze. Ed ec– co. finalmente, l'ultima delle sue opere, quella Rossa di cui dicc,,amo all'inizio. In questo romanzo Andersch ci riporta un'altra volta in Ita– lia. al seguito di Franziska Lukas. una donna ted.cs <'a <.'he ha di poco superato la trentina, rossa di capelli (donde il ti1olo). interprc1e di professione e sposata a un uomo correuo e noioso. Hcrbcrt. I due sposi sono a Milano al Caffè Biffi. quan– do a 'un tratto Fnmziska sente di non poter più vi– ,•ere <.'Onsuo marito c. sen1.a bagaglio e con pochiss~mo danaro s'imbarca sul pnmo treno i'n partenza da Milano e raggiunge Venezia. Assi– stiamo allora. calati dentro !"anima intelligente cd estre– mamente femminile di Fran– ziska. alla lotta disperata e accanita di quest'ultima per trovare una via d'uscita alla sua situazione. prima che il danaro le finisca o il marito la raggiunga. La situa~ione è più appassionante di un ~iallo, e Andersch sa ten– derla e insaponarla con un 12'.iuoco espertissimo. Tn reali~ Franziska si trova ben pre– sto coim·olta in un dramma assai più peri<'oloso del st~o: fatta conoscenza con un g10- vane ricchissimo irlandese. il cui panfilo ha geltato l'~nco– ra nella Laguna. essa n<.'cvc da lui la confidenza che un certo Kramer, massiccio e ,,orace albino tedesco <.'he vive Il a Venezia da aualche anno, è un criminale di gucr:– ra nazista. che durante !I <.'Onflitto aveva obblig~t? 1~1. l'irlandese, caduto pn_jOome– ro dei tedeschi in un'azione di spiona9gio, a tra~ire .un a2ente segreto bntam:uco. L'irlandese, da allora, gh dà Ja caccia. e adesso chE: l'ha tro\'ato. pur fingendo d1 non portargli rancore. non _aspet– ta che il momento di \'en- tare nella sua casa a Mestre, con sua madre e sua sorella, le procurerà la\'Oro in una fabbrica di sapone, ed essa, che intanto ba scoperto di essere incinta di Herbert, il marito abbandonato, potrà pensare con serenità a di• ventar madre nel paese che l'ha ospitata e salvata, l'Italia. Non torniamo a insistere sui pregi dello stile, sulla sicurezza dell'impianto 1 sulla vitalità dei personaggi, non certo inferiori a Zanzibar. Notiamo piuttosto qualche caratteristica ricorrente del :~\i 0 :C/s~i;;:t~~s~ 1 ~ f.5 i non restano che poche ore, di solito in terra straniera. per risol\'ere la loro situa– zione e in qualche modo, • sah'arsi • (i quattro di Zanzibar, l'inglese di Piaz.za San Gaetano, il democratico della Giraffa, la Franziska di quest'ultimo rom3.nzo); il parlar d'ane, di politi~, di musica con una densità e una raffinatezza che non fanno sentire affatto la di– gressione. ma rendono anzi queste parti tra le più vive cd essenziali dei suoi libri (nella Rossa, ad esempio, si dicono, su Montc\'erdi, su Brahms, su Giorgionc. su Ve– nezia, sul neorealismo cine– matografico italiano, sulle al– temath-e politiche nel mondo d'oggi, cose di radiosa intel– ligenza}, un segno di più che l'avvento del romanzo-sag– gio, della fusione tra narra– tiva e critica auspicati da Thomas Mano diventano sempre più una realtà di fatto; infine, l'europeismo profondo della sua ispira– zione, assolutamente avulsa da ogni greve attaccamento a moduli, mentalità e con– suetudini esclusivamente te– deschi, e portata anzi a tra– sferirsi in climi alieni. a vi– vere idealmente in casa al– trui: pro,,a massima, a no– stro avviso, quest'ultimo li– bro, che brucia anche le ultime scorie di oleografi– smo ancora reperibili della Napoli di Piaz.:.a San Gaeta– no per darci un'lt~li_a in cui non sentiamo la m1mma sto– natura o estrane.ilà. un'Italia fatta di PìazZa San Marco ma anche delle sirene della Montecatini, del Caffè Biffi ma anche dei saponifici di Mestre. di gondolieri e por– tieri d'albergo ma anche di giovanotti in blue-jeans e di pescatori silenziosi. Un pre– gio tanto più notc,•ole quan– to più raro: e, per n~i ita~ ~~!i~n~~eu~n :oo~~~o :: gratitudine. Un poema di Conrad Aiken * Mattinata di Senlin E" giorno. dice Senlin, ed al mattino quando dalle persiane la luce cade come rugiada, Mi alzo e guar,do il sole che si leva. E faccio le cose che i miei antenati impararono a [fare. Nel tramonto viola, le stelle sui tetti, ImpaJLidiscono in una nebbia di zafferano, sem• [brano morire, Ed io stesso, fermo su d'un pianeta che s'incanta Di fronte allo specchio mi lego la cravatta. Le foglie del vigneto toccano la mia finestra, Gocce di rugiada cantano alle pietre del giardino. Nell'albero di bacca cinese cinguetta il pettirosso Ripetendo tre limpide note. E' giorno, rimango di fronte allo specchio legandomi di nuovo la cravatta, Mentre l'onde lontane in un tramonto rosa Si frangono sulla sponda di sabbia bianca. Di fronte alJo specchio mi pettino i capelli: - Com'è piccola e bianea la mia faccia! - La verde terra s'incanta nella sfera d'aria Immergendosi in un vortice di fiamme. Vi sono case che pendono sopra le stelle, e stelle che pendono nel mare ... e un sole lontano in una conchiglia chiusa Sulle mura disegna cerchi per me ... E' gior.n.0 1 dice Senlin, ed al mattino, Nella luce dovrei forse fe.nnarmi e pensare a Dio? Ma rimango fermo su d'una stella instabile. Immenso e solo, come una nube, è Lui... Quest'attimo di fronte allo specchio a Lui dedi- [cherò. A Lui unicamente, per Lui m'aggiusterò i capelli. O silenziosa nube. accetta queste umili offerte! E quando scendo le scale, a te penserò. Le foglie del vigneto toccano la mia finestra, Onne di conchiglie brillano suJle pietre. Gocce di rugiada luccicano sull'albero di bacca [cinese Ripetendo due limpide note. E 1 giorno, mi sono svegliato da un letto di silenzio. Mi levo stordito dalle acque morte del sonno. Le mura intorno mi son mute come di sera, Io sono lo stesso e porto lo stesso nome. Con me il mon,do gira, senza che si muova. Le stelle impallidiscono in un cielo di corallo. Incurante, nel vuoto che sibila, resto allo specchio a legarmi la cravatta. Sui colli lontani vi sono c3valli che nitriscono Scrollando le criniere bianche. Le montagne brillano nell'oscurità bianco-rosa, Con le spalle nere di pioggia. E' giorno. Io sono allo specchio, Il mio spirito sorprendo ancora. Oltre il soffitto si muove un'aria azzurra e sotto a questo piano vi sono dei soli. ...E' giorno, dice Senlin, io salgo dall 1 oscuro E volo coi venti dello spazio non saprei dove, Ho caricato il mio orologio; in tasca ho una chiave. E mentre scendo le scale, il cielo diventa scuro. Sulle finestre vi sono ombre, nuvole in cielo, e tra le stelle un Dio; e me ne vado Pensando a Lui come pensassi all'alba Canticchiando un motivo conosciuto ... Le foglie del vigneto toccano la mia finestra, Gocce di rugiada cantano sulle pietre del giardino. Dall'albero di bacca cinese cinguetta il pettirosso Ripetendo tre limpide note. (traduzione di Dora M. Pettinella) Courad_ Aike11 è nato in Savannah, Georgia, nel 1889 Era bambino quando perdette r ge111ton, e fu allevato da cma vecclua z.1a a Concord, Massachusetts, dove frequentò le scuole elcme11tan e secondane Continuò gli scudi a Harvard Uuìversity dove fu nominato presidente e ~ta della sua classe e direttore del giornale universitario, dal quale si dimi.se presto per venire in Italia. Nel 1915, influenzato dagli Jmagi.sri, andò a vivere a Bosto,1, Mass, per essere vicino a Johu Gould Fletcher amico e mentore. Ma presto si allontanò da questo realismo esteriore per dedicarsi alla pura poesia. ' E' ~;~,o 19 n1~1i,~:,eomi~~t':te~,: ì:u~a p~~a e iibr:~! 11 jei Mé~~! 1 so~w,;;d~c~:fo '3:ar~i ~01:r::rgdr:!~i. F=~~1:::ìp~ romanz.l Un suo racconto «nero• è recentemente apparso nell'antolotia « Racconti del te"ore » dell'editore Suiar. Henry ha tutta la vita Dopo l'ecdtaztone della avventure itallana glJ re· ste.no disgusto., e noia. e la coscienz.e. ~ll'lnutiUtà di tentare ancora qualcosa, perché tutte le strade sono bloccate. Le donne non sono più fette per l'uomo, perché l'uomo è debole e come Intimamente lmpaz– z.ito. non è più fatto nep– pure per se stesso. senza più fede né speranza. 11 gio&o lo richiama. di lontano, la monotonie del levoro (Dygat fQ dell'lm– plege.to Il tipo estremo del represso, del vinto) e la tristezza d'un matrimonio sbaglteto: ma non rimane, di sicuro, che ii giogo, A questo arriva il dram– .nattco realismo di Dyget. che si ampli.fica e si gon– fia di illuminanti, crude– lissime me. sempre acute annotazioni psicologiche. per dimostrare dove sta la realtà: dentro, nell'uomo, nella sue anima to:-men– tata, lnerldita, soffocata. Più che mal oggl. E Dio è una parola perduta. invidiato suo fratello, un ' 111 ''" 11111 " 111111 ""'"'''"''"" forte, un duro calcolatore, O THOUAS BUIUCE LEMANI DI Mr. OTTERMOLE ~ ~ che è fuggito dalla Polo- lt nia riuscendo e. fe.rsi una m vita e una fortuna in Ila- ~ .! lia: è quel suo fratello Je ~ misura della sua sconfitta, ..a~ In un certo senso la mlsu- W , m del tempo. Poi Henry C 8 viene In Italia e scopre la 0 : ... \I lucido narn.re, aoc- ~ ~ vera personalità del fra.- _ ,<I! cor50 eh.Ila felice esat- ~ < tel10: in lui C. forte c'è ~ j cezu. •. volte addirlttun f5 ~~~b!fca~o~~ l~:~~~i;t: ..I ; reomctnca._ o (I) to. Dunque nulla ,si Mllva, ~ ,.. ~; nessuno può vincere il li- o SODALTZIO Dn LIBRO :.i i mite. fatale di sventura, di u, ,_______ _.: ~
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