la Fiera Letteraria - XV - n. 29 - 17 luglio 1960
Giorncile 1948: (Con1tn1.a dal numcrt scora.l) Ogni ide~ scade. Sen– th·o da un marciapiedi. l'altro ieri. un pianoforte: e mi stupivo. tanto ne ero dimentico. La poesia. la poesia. la musica. le lun– ghe riflessioni. Je opere faticate. le ispirazioni im– pro\.-vise. esistono? Il mio cuore non trema più or– mai che di paura e d'a!– fan!lo. Mattina. 15 noi·embre Riodo i tocchi della chie– sa paesana per la fw1Zio– ne del vespro. e. chino sot– to la lampada, oltre le per– siane chiuse. mi è facile immaginare il buio so– praggiunto del cielo, le fi– gure velate delle donne che \'anno alla chiesa. :\la non ho a,·uto il cuo– re d'entrare nella chiesa. Ho fatto una rapida visi– ta appena tornato: ma poi. nella via, quando ho sen- tito i primi tocchi. non sono entrato tanto mi a\·rebbero punto .i ricordi e le nostalgie. 16 novembre Ho pianto leggendo il di– scorso di Benedetto Croce al congresso dei partili a Bari. e Siamo giunti a de– siderare la sconfitta della patria ..... >. Ho pianto di dolore e di umiliazione. come quella mattina di settembre, il capo sul ta– \'Olo. quando do•:etti met– tere in ruga i miei solda• ti. accattoni nelle campa– gne. e io stesso trave– stirmi. Cara Italia. in questi mo– menti mi accorgo di amar– ti. )la non posso far altro che dirlo: come una scioc• ca ragazza. lii quasi brusco: - li signor C.? - Adesso viene; sj è al- lontanato un momento; si sieda. -:- No, grazie. - E attesi, senza rivolgerti eltra paro– la. senza nemmeno guar-– darti. Tuo padre venne di li e poco, e io gli andai in– contro e mi presentai. Egli si rl\·olse a te e ti disse qualcosa, e allora tu mi di– cesti: - Venga. prego. - E ti avviasti. Io ti seguivo. col mio soldato. La porte dello ingresso era chiusa e, pre– gandomi di aspettare. gira– sti dalla cucine. svelta. - Vuole una tazza di latte? - No. grazie. - risposi. Potevo dar l'impressione di ruvidezza, quasi di maledu– Casa rano, J dicembre. cazione; ma. al solito. non Entrai, con tono deciso, \•i badavo, anzi non me ne ---------------------! ~:;igf;c:,,a=~~~h;;.; LA CULTURA ITALIA.!\'A DEL '900 ac:compa<nasse nella mia stanza. Salii e poi ml con- * !1~~- ~~fi ì-:;;::~s~1;~ 1 ~~ l1e Riviste fiorentine §~:I~f;5~~f~;fi~ * di REX.-tTO JllJl'CI lntomo al 1942 rm edi1ore. di buona volonlà, la Casa Editrice de.I Libro ltalituto in Roma, prese l'iniziativa ' di stampare~ sotto il titolo ge– nerale dr Ragguagli Biblio– grafici, gli Indici di alcune fra le più importami riviste let– lerarie dc.I N0\'ecento, cioè la rac~0lt!l,.dei titolt di tutti gli artrcolr ut esse pubblicati con i nomi dei loro rispe.ttivi au– tori. Era questo il minimo che si poie,•a fare per salrnre dal– l'oblio tanta opera dell'i11ge– g110, la quale altrimenti sa– rebbe andata di.spersa a cau– sa della di.stru:.ione onnai fa– tale nelle mani inesorabili del lempo. Così, anche noi che scriviamo questa nota, aiutati da una intelligente e solerte bibliotecaria, la signora Pan– filia Orti Smeriglio, compi– lammo gli indici delle e Cro– nache d'Attualità, alla sua epoca la più estrosa, la più originale rassegna, e/re, di• retta da Anton Giulio Bra– gaglia, vide la luce dal 1916 al 1911, sotto tre dfrerse ve– sti editoriali e comò colla– boratori di prim'ordine. E giacchè l'occasione ce ,1e por– ta a parlare, dobbiamo pur soggiungere che ignoriamo la ragione per cui, ogui volta e/re sono stati ricordati lavori bibliografici del genere, delle geniali e battagli.ere e Crona– clie d'Attualità• si è sempre evitato di fare anche il mini– mo cenno. Misteri della ca– bala! Dopo la seconda guerra mondiale, si volle fare un passo avauti nel safrazaggio dall'oblio, dall'opera di– struurice del tempo ai quali son deslinati anche le n– vi.ste e i fot;li lelterari.. L'idea di ripubblicare con crilerio aJltologico i piiì. rilevanti sag– gi ed articoli in essi apparsi venne iu mente ad un poeta di graude valore e di larga coltura, Girolamo Comi, che proprio a noi, in Lucugna- 110, manifestò il proposito di reoli:.zarla secondo un dise– gno talmente vasto, da farci restare perplessi. Comi, in– fatli, inlendeva estendere la iniziativa anche ai più signi– ficanti periodici letlerori francesi, non esclusi quelli luttoi-a in vita, come il e Mercure de France • e la • N. Nouvelle Re\>ue Françai– se •. che couta110 non sappia– mo più quanti mini. Romano, e corre il rischio di affogan1i.si. Ma, ciò nonostante, i meri– ti dell"una e dell'altro ,·mmc wu'altro che sottovalutati in quanto sia la Fn·gessi cl,; il Romano dimostrano rma competenza della materia completa in esteusione e u; pro/ondilà, n'rtù 110n facile da riscontrarsi per il fatto che i periodici in questione trat- :,~~0a:id:~ s;//u!~dii~~J/z~ lirica, di sociologia, e i due curatori si ri,·elauo prepara– tissimi ad analiz:.arne le correnti con sagacia di sto– rici e di cn'tici. i due protagonisti di e Leo– nardo• in pre1·aler1zafiloso– fico, furono, com'è 11010,Pa– pini (Gian Falco) e Pre:,zoli– ni (Giuliauo il Sofista); di e Rennes •, di Gitiseppe An– tortio Borgese; del «Regno•• in prevalenza politico, Enrico Corradini; della e Voce•• che ebbe tre incamazioni, Giu– seppe Pre:..::.olini, Giovanni Papi.ni e Giuseppe De Rober– lis. Di tal fioritura noi allora gion'ncelli facemmo in tempo a cogliere gli ultimi prodotti, con un entusiasmo che natu– ralmente con l'andar degli an– ni diminuì. Oggi 1·etfiamo quella /ion·tura piultosro li· mitata, come oggi ,·ediamo angusta l'autostrada Roma– Ostia, apparsaci enonne nei primi anni di erercido. Le ,·an·e correnti di pen– siero che tro,·arono, specie nel e Leonardo •, il loro al- 1·eo più idoneo, furon tulle o quasi tutte tributari.e del– l'estero. L'auività Uberq del– l'io, creatore del mondo, pro- 1·enfra per li rami da Ficltte; l'individualismo del superuo· mo, da Nieu,scl1e; il pragma– tismo, dagli americani; l'in– tui:.ioni.smo, da Bergson; la filosofia dell'azione, da B1011- del. E via di Questo passo. Creata in massima parte da Papini e da Prez:.olini, resta comunque, nelle loro rasse– gne e in quelle dei loro ami– ci, l'immagine, com'è stato ben detto, dell'intellettuale militante che tende a rea– li~z,are, mediante il dibattito culturale, il proprio inseri– mento organico nella vita del Paese, e l'immagine di un ce– lo intellettuale che ,·uol farsi strada; ciò, 11011osta11tedi– vergenze, divisioni, contrasti, contraddizioni, attraverso le quali si va wttavia formando la storia delle classi dirigenti italiane. RENATO MUCCI necessità di un tresren– mento di un reparto di cento uomini. E. stando co– si. mi jt,unse smorzato il SUOTIOdt un planotortP. e C'è un oianotorte ln {"~– sa>, mi dissi. e n'ebbi oiA- cere. L11 sera. ouando m'invi– tarono a sedermi nel giar– dino al fre5co. chiesi chi sapeva suonare. Tua nonn·• ti nomtnb. - F.' andata ad Arezzo proprio ogj?i: non si muove mai: ma tra POCOsarà qui. Fu! invogliato a cono– ~cerU. ~ a tesi trattenendo– mi a conversare con gli ::1ltri. C"era la mamma. tua i:orella minore. Parlando c-nn tua sorella. la $COnsi– .R'liavi di leggere certi Ji– hretti. le pubblicazioni dei film con le. fotografie sulla copert1n;,,. r.om1ndammo allora a parlare di letteratura: di D'Annunzio: non ti piace– va. Parlavi con tono deciso, categonco, quasj seccato, pur mantenendoti gentile. - Pure, io dissi sorri– dendo - ha delle poesie belle. Sono sicuro che lei, come molti che dicono co– si, non conoscono D"An– nunrlo. - !\fi guardastj ma– le. Ma io. imperturbabile, ti citai titoli e versi. Infatti te n'eri fatta un'immagine grossolana, inesatto. - Conosce e Consolazio– ne•· Ja poesia alla mamma? - E te la incominciai a d'– re. Notai subito comP ascoltavi, come mi guarJ .- v!: la tua sensibilità. il tuo spirito critico. < ... E ancor non \·edo ar– gento sul tuo capo I e la ri– ga è ancor sottile •· E' D'Annunzio questo? - ml chiedesti meraVigliata. - Se permette, domani le porterò qualche libro e le indicherò le poesie mi– gliori. E la sera seguente leg– gemmo Alcyone e il Poema paradisiaco. Poi leggemmo Foscolo, Leopardi e Ver– laine. Tu, dopo mille reti– cenze, suonasti il piano. Ti scoprivo attente. sen– sibile, riflessiva; la tua ri· di Rodolfo Doni servatezza mi piaceva; a sera, quando giungevo, ti vedevo arrossire ... Cosi ti conobbi in pochi giorni quale sei, pura e for– te, di una tenerezza chiu– sa, segreta, spontanea. In queste sere, prima di prender sonno, sempre, an– che quando gli occhi si chiudono dalla stanchezza, o quando sono in camera ·i compagni che conversano; quando anche molte altre noie, gli insetti, il letto sporco, mi irritano, l'ulti– mo mio pensiero è per te. Come ffii son tivolto a Dio nelle solite orazioni - alle quali ne ho aggiunta una - allora vengo a te e mi trattengo. E' dolce e dolo– roso questo appassionato ricordo, questa speranza che mi segue dovunque. E anche se ho passato un giorno disperato, il tuo pensiero mi dà conforto. Oh quando verrà quel giorno che rientrerò nella tua ca– sa e staremo di fronte! RODOLFO DONI (continua) Domenica 17 luglio 1960 Lulgi Bartolinl: e Ponte Maggiore• Qualche sera dopo, sul punto di congedarci, mi di– cestf che avresti desiderato conoscere una mia opinio– ne; e, con un certo disagio. mi domandasti se anch'io credevo, come tuo padre. alla moglie-massaia. Io sor– risi e ti risposi che no. Ma poi capii che era una do– manda importante per te che avevi incontrato in fa– migI:e degli ostacoli per studiare. 1\'li raccontasti al· lora dello stratta.gemma usato per comprare il pia– noforte. Mi rae<."t>ntasti,do– po ,anche certe offerte di fidanzamento, i tuoi ripetu– ti rifiuti ... mi dicevi della tua disistima concepita pe~ gli uomini; del tuo ritiNrli in solitudine. Ma questo molti giorni dopo. In quel– le prime sere si parlava di letteratura e non ci stan– cava: tu avevi trovato un discreto lettore, e io un'a– scoltatrice attentissima. Invito al chiarimento delloi poesia contemporanea Durante quei primi tre o quattro giorni non mi do– mandavo se eri bella o brutte, se mi piacevi o no; o almeno non me lo doman– davo distintamente. Solo cominciavo a rientrare più presto la sera, e tutti e due cominciammo ad andare a letto più tardi. Una domenica eri sedu· ta in giardino con tuo pa– dre; io perlavo con lui dei soliti argomenti: la guerre, la sconfitta, i bombarda– menti... Ascoltandomi, tu mi guardavi fissa, a capo leggermente chino. E fu al– lora che vidi i tuoi occhi... E cosi cominciai ad accor– germi che mi piacevi... E da lì. repidamente nacque lo amore. Le sere divennero tutte nostTe ,intere. E anche al mattino venivo spesso a trovarli. Era il luglio sere– no e caldo. Le ragazze e i giovanotti cominciavano ad osservarci e a commentare. Anche i miei soldati sor– ridevano. ?\la erano contenti anche loro; perchè tutto procedeva in ordine nel nostro distaccamento. lo andavo ad Arezzo per le necessita più urgenti, ma ritornavo subito ... Erano giorni. di cui. og– gi, quaggiù. non posso ri– cordare i felici particolari. Così come non si può ri– cord.are una spiga veduta in un campo nel mere del– le spighe ... Quella settima– na nella mia memoria è come un fiume lucente di sole. 4 dicembre Ieri sempre vederti, par– larti, camminare con le, avere i tuoi pensieri, darti i miei pensieri, raocoglier– mi nelle tue impressioni; e ora nemmeno più una let– tera che ogni settimana mi testimoni di te, mi dica che sei 13, che e.nche tu non puoi vh·ere; oon la quale io ti assicuri che devo torna– re, che vivo di questa spe– ranza ... io immagino il tuo dolo– re. Lo dissi alla mamme quando partii, e le aggiunsi che sarei stato in pena per questo. Io mi figuro come hai toccato, le. prima sera, i nostri libn, come ti sei seduta nelle nostra stanza dove ci siamo conosciuti e emati ... lnisero Cremaschi Penso, e temo. che arri\'e– remo presto all'oggettivizza• zione integrale anche in poe– sia. Una sorta di e école du regard > più o meno in ritar– do, e più o meno assurda. Cah•ino, sul Menabò 1, lan– cia il primo (primo per modo di dire) grido d'allarme. In· lanto c'è già chi propone una poesia costruibile e verifica· bile scientificamente, ,;te per Yite, come dire parola per parola, con acume razioci– nante e previsione, col mini– mo di scarto, del risultato finale (abbiamo degli esem– pi sullo stesso Meu.abò 2}. C'è già chi prende un quoti– diano, vi cerca le notizie di e nera,. e si mette alla mac– china: qualche distorsione linguistica, accorciamenti di frase, un brivido sintattico, a capo ogni tanto. Anche questo, come si dice, sar.ì un segno dei tempi. Che cosa resterà da fare per chi non si accontenta della tra– scrizione meccanica della spicciola fenomenologia quo– tidiana? E chi non si accon• tenta di sperimentare le Pos– sibilità (infinite) del e Pafaz– zi • e relativi sinonimi? Chi pensa che la poesia sia una arte maggiorenne, e non più sotto la tutela di altre di– scipline? E chi non crede che la poesia sia così decrepita. e cacbettica da poter cammi– nare soltanto col bastone del– la politica, della pubblicistica, della cronaca, della filosofia o della psicotecnica aziendale? Assistiamo a una meta– morfosi di carattere alchimi– stico: le sollecitazioni auten– ticamente ,;tali, ed eticamen– te sconrnlgenti, dei poeti dell'immediato dopoguerra, la famosa • ricerca impetuosa. dell'uomo• vaticinata da Ouasirnodo, che finisce, sez.io– nata e analizzata, sul taYolo di marmo. Non fosse per il auaio che ormai quasi nessuno ascoha le ossen>arioni di chi ha vh-i interessi e speranze per una poesia-poesia (e che essa \'O– glia essere realistica, lirica, epica, didascalica, ironica o grottesca, non è proprio qui il punto. purché sia poesia di scoperta e non di estenua• zioni ripetitfre) ,-arrebbe la pena di fare un lungo di– scorso. lntendiamoci: per poesia– poesia non si intende poésie pure; anche noi ci siamo stan– cati del Bello e del Sublime a tutti i costi, anche noi ab– biamo capito. e non da ieri, che non si possono più can– tare i trasalimenti emoti,·i di qualche e anima bella •· Ma da un'ipotesi di poesia storicamenle impegnata, co– me si chiede, ad una poesia puramente razionale, tecnica e calibrata, ci corre. ·on si nega il dato \'Olontaristico; ma le norme e le ricette ~no buone in cucina e in offici– na: la formula del linguaggio .. parlato> (ma parlato dO\'C, e da chi?) è forse poco più di un para,·ento dietro cui si nasconde la rinuncia alla creazione di un autentico, OUO\'Olinguaggio poetico. La poesia è, comunque, qualcosa di più di una ricerca lingui– stica e di una manipolazione letterarul. E la prc,·edibilità di una poesia scientifica non è meno stucc.he \·olc del Bello e del Sublime. Del resto, ancora sul ,\fena– bò 2, abbiamo in Franco For– tini l'esempio di una critka già scientificizzata. Strumento di :i.natisi oggetti\'e, impar• ziali e strumentali come pin– ze, il saggio fortiniano ri– fiuta il carattere antologioo Gilda e Esistono uomini di,·ersi e, di conseguenza, poeti diver– si • direi con una perfeua espressione di Enrico Falqui. Ma il minimo comun deno– minatore, o per lo meno ano dei caratteri più e,·identi di un settore della poesia di questi ultimi quattro, cinque anni, mi sembra l'algebra; l'algebra con le sue formu– le inopinabili che s 'impara.no a memoria (e a \"Olte si im– parano a orecchio) e s'inseri– scono al posto e al momento giusti. Eppure c'è confusio– ne: il e concretismo >, l'c in– forme}•, l'antifiguratirn pare godano buona fama anche presso i poe1i: (effetto delle traduzioni recenti da Pound?) pare, oggi, che sia sufficien- ~~ras~,;~a~ro~1ac!:n~:gfa~ poesia realista, quello dello articolo di fondo per far poe– sia politica. usando, come mezzi tecnici, capo,·olgimen– ti, folgorazioni sintauiche, inserti, citazioni le più ete– rogenee, cioè mezzi pura– mente volontaristici e spesso forzati. Ma se due più due fa sempre quattro nell'arit– metica tradizionale (non è neppure necessario parlare di algebra in ques10 caso) non credo sia Ja stessa cosa per la poesia. Si de,·e parlare di una ,-e– ra e propria im·oluzione, nei contenuti e nelle forme, di quel realismo ehe s'impc:,sc nel dopo guerra, contrappo– nendosi all'ermetismo. quan– do, sotto la spinta di eventi straordinari - la guerra, la prigionia, la Resistenza, la bomba atomica e poi la pro– blematica e le lotte sociali - l'esperienza indi,•iduale si ri– solse in un atteggiamento di ~~~:bi~~fia a~t~~ 1 à3a'.m~n~ e. ipostaticamente, l'errore personalistico. Ma quali sia– no gli strumenti scientifici della ricerca, noo è dato a sapere: siamo ancora nell'en– timema anapodittico, quando, come e campioni • della poe– sia di questi anni, si porta il discorso su Giorgio Bas· sani e non su Elio Filippo Ace.rocca, su Margherita Gui– dacci e non su Mario Cer– roni, su Elio Pagliarani e non su Alcide Paolini, su Vittorio Clemente (?) e non su Bar– tolo Cattafi. C'è, a parer mio. una presa di posizione ina• zionale, antiscientifica, pro– prio nel ricorso al raclii.sme, al co.smopolitismo, allo spe• rimentale, che figurano come ta\'Ole di naufraghi poi che la na,·e è stata ingoiata dalle onde. E sarà poi «scientifica• la poesia dell'oggettività? Kon sarà soltanto tecnica, qual– cosa di simile alle schede perforate della rB.\1? INlSERO CRE.\lASCHI ~fusa quanto mai sincero e genero– so, anche nella polemica, se pur non pri1·0 di pericoli: ma i risullati di un Accrocca, o di uno Scotellaro, o di un Cerroni resta.no indiscutibili e documenti• di precise ca– ratterizzazioni morali. emoti– \"e e storiche della realtà ua– liana. Affie,·olitosi i1 contenuto di rinno,·amcnto, e sopraffatto il_realismo e da quella dispo· s1zione a fare che si chiamò neorealismo > che non e che e un modo ambizioso e falso di \'aRheggiare la realta, men– Ire il realismo l'affronta • (Ro,·ersi, N1101•a Corrente. 16) e1;?e!1temente la poesia, neoreahsucamente concepita, perde,·a tulio quel morden– le e quella carica iniziale che avrebbe dO\'UlO procedere anche ,·erso un affinamento degli strumenti, 1·crso una ,·isione più tipiciu.ata e e creativa• della rappresen– tazione (non dell'imitazione o della pura denuncia della realtà). E si giunse, sulla fal– sa strada del neorealismo, a quel formalismo sperimentale che tutto è (cronaca, discor– so fra due amici meglio se ignari della lingua italiana, ~!azione, informazione, sag– gio) tranne che rappresen– tazione di uomini, o di pro– blemi, o di sentimenti. Si finge di dimenlicare le pa– role di Picasso: e Je com– prends qu'on emploie Ics poils dcs moustaches pour faire un oeil, mait si \"Ous mcuez les moustaches "rais à. la \"raie piace des mous– taches oo tombe dans le Musée Gré\lin •· =:a ~J~~~~·ai~· ~a~imn~ grado alla massificazione, al lh·ellamento, al riformismo le11erario, ben sicuri che la poesia è tuttora l'ultimo campo della libertà .so~gel– ti,·a e intersoggetth-a: « ... il linii:uaggio scientifico• ha scritto Zagarrio in Quartie– re • appare generalmente anonimo e impersonale là do,e quello poetico è signi- ficanlc di una persona, che e una. anche .se più o. meno condizionale dagli altn tut– ti ,.; per concludere con lo aforisma: e il poeta cono– sce per favole: lo scienzia– to per protocolli •· Qualcuno dimostri il con~ trari o. Risponderemo che di protocolli, nella ,it_a con– temporanea, ce n'è g1a qual– cuno di troppo. GILDA MUSA Sabino d'Acanto Un chiarimento della poe– sia contemporanea presup– porrebbe una indagine appro· fondila, addirillura in chia– ,e di e inchicsla •• sulle con– dizioni panicolari in cui si SYOlgeoggigiorno la \;ta in• tellenuale e culwrale. Ho usato il termine rigoroso è freddo di e inchiesta• - e non quello di critica - per– ché w1a inchiesta può porta– re ad un chiarimento, sia pu– re negati\ o, mentre la cri– tica - specialmente con i si– stemi in uso al giorno d'og– gì - sen·irebbe tutt'al l)iù a confondere ancor meglio le idee. La poesia è incontro - ed anche scontro - tra l'impe– gno culturale da una parte (e quindi tradizione, espe– rienze, mezzi e tecnica di espressione, ecc.) e la ,·isio– ne - dall'altra - della realtà che si ,·h"e giorno per giorno con tutte le sue inc\itabili crisi di struttura. Se il pub– blico non si accosta pii.1 ai poeti non è perché abbia per– duto il gusto alla poesia ma perché oggigiorno - sah"o poche eccez.ioni - si gabel– la per poesia o un comples– so di oscure elucubrazioni o, peggio anco~. un'accozzaglia di sciatterie le più melense e malate. Ké la critica (che. quando non è pura e scm- raliceP~l~~~:l~onfn~u~i~r: cocij quelli insignificanti e la cate– gorica esclusione di alcuni che ,arrebbe la pena far co- ~~fn~~nèteni~ni:r~~ t~r; ~~~ ismi o che altro si 1·oglia, e dall'altra c'e la critica eh~ non è esente anch'essa da pecche. Dall'incontro - o scontro? - di queste due for– ze operanti nella cultura po– trà scaturire la ,·erità a pat– to che sia l'una che l'altra rispondano - soprattutto nei confronti di chi legge - a quei do1·eri di chiarezza e d1 onestà indispensabili per in– tendersi. E non sembri - questa - una facile scopena perché occorrerebbe prima stabilire - o,·e ne ,-a.lesse la pena - se la poesia è sempre poesia e se la critica assoh·e sempre con onestà al suo compito. Ora ci si lamenta che il pubblico si è allonta– nato dalla poesia. Di chi la colpa? Ci si perde anche in accuse reciproche e gratuite .. Ma non ci dice proprio nulla l'esperienza dei Trebbi di Co· mcllo e Della Monica? A che si de,·e, dunque, il successo di questi due e cirenei• dell.1 poesia? Ed allora è propdo esatto affermare - come fa la stimatissima Ma Ti!:be ri t a Guidacci (la cui e i\lone del ricco> dal sottoscritto letta in pubblico ba suscitato il plauso che quen'opcra meli– ta\a e merita) - che il poeta è ignorato dalla società? O non è più probabile che pro– prio la poesia non tro\; sem– pre il ,-eicolo adatto per giungere al pubblico per que– sta o quella ragione? E' \·ero, sissignori, che di libri di poesia se ne ,·codono pochi (ma fino ad un certo ~nJ:~~-e~a ton.C:~ !i c~~ff~~= ma. d'altro canto, che com– prare un libro di poesia rap– presenta una delusione ad on1a di certa critica osan– nante. La critica! Tal,'Olta si riduce ad un rebus tanto il linguaggio di\·enta astruso e logorante anche per gli spe– cialisti della materia: sareb– be come dire che essi - i cri– tici - se la cantano cd essi se la suonano. Ed a chi gio– va? Oggi come oggi il pub– blico non conosce i suoi poe– ti o Li conosce - quelli or– mai notissimi - solo di no– me. Nelle scuole - ed è tut– to dire! - ci si ferma a D'Annunzio anche se, poi - ridicola e insieme triste co– sa - agli esami di Sl3to si propongono temi su poesie di Marino Uoretti e Giu• seppe Unga.retti! Intanto apparvero, come già è stato ricordalo su que– ste colonne, uua antologia critica della e Ronda•• rm'al– tra di e Salan·a •, finchè. nel 1957 Comi fece pubblicare una anlologia critica del e Leo- I nardo• ed un'altra del e 900 • presso la sua casa editrice dell'Albero. Consapevole dell'utilità che nel campo degli sludi hanno co1este riappari;.ioni, Giulio Einaudi ha assorbito le spo– radiche o rapsodie/te ini:.ia– tive ediloriali di cui s'è fatta menzione e, con criterio si– stematico, Ira tracciato il piano di una momunentale riei•ocaz.ione della cultura italiana del '900 altra,·erso le rivisle, rappresentato da un primo volume dedicato a e Leonardo•• « Hermes •• e Il Regno •; wi secondo a « 11 Rinnovamento•• e Nova et Vetera •, e L'Anima•; un ter– :;o a e La l'ace•; un quarto a e Lacerba • e ancora a e La Voce»; wr quinto a « L'Uni– tà• e a e La l'oce Politica•· La stregoneria dal Talmudagli ''arrabbiati" Eppure il fenomeno. ben– ché "istoso, è circoscri,•i– bilc. lntanto La Siwa:.ione C?ntinua a ricercare l'csprcs– s1one umana della coscien– za. proprio nel senso indi– cato da Calvino sul Alena– b_ò 2; Quarriere, se gira il timone \·erso il suo primo intcndimen10, può continuare a rompere le uo,·a nel pa• niere ai cultori del chiac• chiericcio da caffè do\'e fra una partita e l'allra, si 'con– ,·ersa. anche della condizio– n~ or<:~a; e alcuni gio\'a– m cn11et sul filo di un'istan• za contemporaneamente e– stetica, storica e - perché no? - .politica, la\'Orano, sia pure m eccessi,·o silenzio nella determinazione del!~ ta marginale), né la critica - dice,·o - nella maniera come oggi è attuata può as– solvere una funzione di orien– tamento: molte ,·olle è nien– te pii.1che un fatto persona– le che si perde in una pe– dantesca sequenT.a di cose fritte e rifritte con l'inC\;ta– bile cil3.Zlone (amabile sfog• {!io di cultura!) di questo o quel e grande• o e minimo• morto e sepolto ed al quale - giuro! - l'autore che csa• mina non ha mai pensato e forse ignora anche che è esistito. Ma ,·'è di più: cl.– pita non di rado che. se– guendo appunto una rubrica di critica, anche su riviste qualificate, si \'enga. in,·oglia– ti a spendere delle Lire - ~ualche ,·olta tante! - per hbri di poesia che lasciano quanlo meno perplessi; alla cui lettura, cioè, c1 si chiede: e ma sono dtYentato scemo io o lo è chi ha scritto e chi ha a\ alla10 queste cose? •. Ora la poesia, a me pare, sia soprattu110 un atto di fe– de che impegna l'uomo e mene il e poeta• di .fronte alla condizione umana al di là di ogni cquh-oco. Fino a che punto la poesia - al di là di ogni \'Clleità leuera– ria - assoh·e oggigiorno a questo suo compito? Questo è il punto. Siamo in un cam– po minato di incertezze; c'è in tutlo questo qualche cosa che ricorda quell'ambiguità kierkei!:aardiana dello uomo che r.ell'innoccnza non è ani– male e non è tanto più uomo ... Poeti e critici (gli editori e gli antologisti non hanno molto peso: non è una sig]a editoriale o l'inclusione in un clan che può determinare un successo) tengano presente che è il pubblico che in defi– niti\'a de\·e raccogliere i loro frulli: si mella, quindi, il pubblico nelle migliori condi– zioni per far ciò e il chiari– mento ,errà da sé. E parlo per esperienza personale. esperienT.a che mi dà giomo per giorno la e pro,;ocia • nella quale per fortuna vl\'o. E la mia provincia è uguale a tutte le province di questo mondo. Qui i Betocchi, gli Ungaretti. i Montale. i Quasi· modo, i Gauo, i Luzi. i Ca– proni e ftno ai più giovani Accrocca, Guidacci, Cimat1i, Gcrola, Grillandi ecc.. ora hanno un loro pubblico che prima non se li sogna\':'! nem– meno. E i ragazzi, anche del– le elementari, studiano e re– citano PoeSie di autori con– temporanei (una poesia di Carlo Betocchi scritta pro– prio qui al mio paese, a Iser– nia,. è suila bocca di tutti: la npete il professionista al e circolo dei galantuomini • - per r;ipetere una espressione dello stesso Betocchi - e la sento dal mio lattaio che si compiace nel fannela ascol– tare ....): questo significa che la poesia esercita ancora il suo fascino sul pubblico e Ja iente qualunque sa anche fa– re da sé quello che la critica spesso non fa o fa a mo· do suo. * di JJASSIJIO GRILLA,IIDI Di tali \'Olumi è già uscito il primo e il ter:.o, l'uno a cura di Delia Frigessi, l'altro a cu– ra di Angelo Romano, entram– bi costituiti da un indice de– gli articoli presulti, da una introdu:;ione, dai testi degli articoli prescelti, dall'indice completo di rntti i titoli degli scn·ui ccmtenuti in dasetm numero della rassegna e al loro fi011co i nomi dei rispet– tivi autori, da ,1otiz.ie bio-bi– bliogra/iche e infine da un indice dei nomi. Da quando Giunone ucc-ise a Lamia i figli e la madre infelice ottenne, come con– tropartita, di potersi tra– sfonnare a suo piacere, per perseguitare i lattanti e le madri che li tene,-ano aJ seno, si può dire che magìa, streghe e sortilegi non ab– biano smesso un istante, in seno figurato e reale, di per– seguitare gli uomini. Apuleio e Luciano parlano di maghe Tes– sale, il Talmud accenna a una proten·a Lilìth. Nella Bibbia si discorre di indemoniati; i Santi Vangeli citano ripe– tutamente possessioni diabo· fiche. Ora è Matteo, ora è Marco, ora è Luca. Gesù stesso diede ai suoi discepo– U il potere di cacciare i de..– moni. I libri riportano set– te casi di possessioni guari• te e forse, dietro ad esse, at– tiva e proten-a era l'opera dei maghi. degli stregooi. Lo indemonia'\o di Cafarnao la– sciò indenne la Sinagoga; il possedutç, di Ge~ n~n eb-; be più bisogno d1 ceppi o d1 Se dovessimo muovere un cai.ene e i porci, nei quali appun.10 a cosl insigne im- Cristo fece entrare gli spi.riti presa editoriale, osserverem- maligni, si precipitarono in mo l'estensione forse ecces• mare; il fanciullo lunatico siva delle i11trodu:.ior1i, le si dibaueva ed urlava, ma quali, come tali, a~rebbero I fu sal\'O. dovuto, a nostro avviso, star Lo straordinario della reli– cointenute in tennini più ri- ,ione Cattolica è che essa è strelti e limitarsi a tracciare dotata di un polere ìmmen– una breve storia delle rivi- so contro le forze del male, ste di cui trattasi. Il lettore, siano esse streghe o demo– il quale non vuole •saltare.• ni. I re e i loro eserciti ne..ssw10 pagiua, pur nell'ifn• sconfitti ~a un demone; tuti.! sia di giungere al n10tenale i demoru vengono debellat1 pre.sce.Ito che soprattutto gli I da un esorcjsta., ·La st:re~ne– interessa, si sperde nel n!a- ria, Ja magta, il demorusmo te magmun delle 74 pa~me non ~no. però .soltanto. fe– della Fri~essi, delle del nomem dei tempi passau. Se nel ton·o Cinquecento o nel Seicento barocco erano i sabba, i crocicchi deserti, le querce, i castelli disabitati, le grolte ad ospitare gli al– lievi del Maligno, oggi $1:10 parie delle schiere residue dell'esercito satanico si è ri– fugiat;1 in molta carta stam– pata., in parecchia celluloide, in sollecitazioni edonistiche di va.rio genere, che \-anno dalla musica al canto, dalla pittura ai giochi d'azzardo. Intanto appare ormai defi– nitivamente tramontato il tempo in cui il positivismo, l'illuminismo, la scienza me· dica degna di tal nome ri– pudia, -a.no a priori la stre– goneria e la possessione dia– bolica. E' certo che al di là dei confini della teologia, della medicina. e della filoso– fia esiste un tetro e nero f:.d~v~ 0 ~~~lt~e;o~~i~ pensarci le mappe, le coordi– nate, i paralleli di tale terra esacranda possiamo già scor– gerli, solo che si abbia la pa– zienza e il coraggio di guar· dare dentro di noi. Non è ancora nato eh.i scri\•erà una nuova e Disquisitiones ma– giae • e forse non nascerà più, ma gli appunti tuttavia ci sono. basterebbe ordinar– li in capoversi, in capitoli. li libro del Dc.brio che, come osscn·a il Manzoni, cagionò più lutti delle guerre di Alessandro il Grande è nuo– \"amente, in altra forma, al– la portata di tutti. La ricetta deUa. nuova ma– gia non è più quella ormai classica di « prender rospi. lucertole, serpi e lumache, scorticarli coi denti, metter– li in una caldaia con ossa di morti, cen·elli di cada\·eri, grasso di infanti ,tolti alla sepoltura, e far bollire il tutto fino alla perfetta fusio– ne e all'assenso diabolico•· Le nuOYe formule ormai par– lano di sesso, di pcn·ersioni, di eversioni sociali, gridano il crucifige ad ogni costru• zione sana della mente e del cuore. Gli stregoni e le stre– ghe d'oggi hanno l'ingenua presunzione del demonio Bé– hérit che a,·eva promesso di solJe\-are pubblica.mente la calottina del buon monsigno– re Lambardemont, inviato dal Re di Francia per istrui– re .nel 1634, il processo d'Ur– ban Grandier, sospetto di magia nera. Si ,ride poi che si trattava., in fondo, di uno scherzo, basato su un filo sottile e un amo che cala\la– no sulla testa del prelato. Oggi le macchinazioni dia– boliche, gli scherzi da go– liardi malvagi di certa parte della cultura, presa in senso lato. hanno ben altra sotti– gliezza, una maggiore perfi– dia. Non vi sono né untori, né ,·ecchie che, a notte, ca– \-alcano la scopa \·erso stra– ni banchetti, o,·e si ingoiano ignobili bevande e si dan– zano furlane pazzesche, ma le penne, i pennelli, le lin– gue. gli obbiettivi dei nuovi e clercs > sono intinti nel peggior unto stregonesco che si possa immaginare: un mi– sto di malafede e di volontà di distruggere le ultime or-– d.inate cittadelle della sa~– gezza, per istaurare il caos nel quale tutto è possibile, perfino il Sabba in chia,·e astrattistica. E' per questo che mai, co– me in questi ultimi dicci an– ni si è notato un rifiori.re di opere sulla demologia. sulla stregoneria e su argomenti consimili. La bibliografia, a chi vuol farci mente, è ster– minata. Si va da e I proces– si stregOneschi > del Belloni a e Jncanl3tion et magie,. del CastigUoni; da e Satana, lo a\T\'ersario • del Cortè a e Exorcisme • del Bonnaert; da « L'ennemi de l'bomme • del Goetz a e Demoni, stre– ghe e guaritori • del Pa.zzi– ni. L'anno scorso Corra.do Balducci col suo e Gli inde– moniati • ci off ti una specie di e summa• di tale scon– certante materia. Entro i cardini da noi esposti sono ~~~!~ s~~tii~aigu~~ ~~i anni. Certo lo spirito e la sostanza dei nuovi scrittori parte da visioni opposte, spesso conrtastanti coo i jlrandi autori del passato. Ma la linea ideale è quella. Si ricollega al Tartarotti del e Congresso notturno delle Iammie •• alla e Demonolo~ gia • del Bodin, al e Dc pra.e– stigis daemonorum • del We– ver al e De hereticis et sor-– i-ilegis>, dell'antenato Paulus Grillandus, al e Problemata de daemonibus • del Dura– stantes. Se allora si \"OIC\-acolpire :arit~co~tre si e Vllhl 1 di= Rabelais pretendeva. che la Francia a,·esse im·cntato al– meno ~ttaata \ arietà di zup- pa, noi oe.s;i possiamo, a cuor leggero, presumere che buona parte di certa cultura del No\'ecen10 abbia creato i presupposti per un numero almeno uguale di storture non meno dannose della s.trc– neria e della magia e più sottili di essa, perché in,·ece di corrompere i corpi, disin– tegrano i!li animi e le co– scienze. Tanta parte delle nuO\'e espressioni artistiche ha per fine principale quello che Richelieu riconosceva al– le streghe: va.le a dire la ostentazione e il delitto. Ba– sta leggere, per farsene una idea, qualcosa dal e Manife– sto degli arrabbiati• a suo tempo pubblicato da Del Duca. « Premi Salenlo » L'Amministrazione Provin– ciale di Lecce bandisce per l'autunno 1960 i scguenii pre– mi: a) Premio di L JJll).COO per ~n'opera narrati,·a, edita tra ti b agosto 1959 ed il 15 agosto 1960, con preferenza a que11a che dia un apporto alla conoscenza del Mezzo– giorno; b) Premio e Unfrer– sità Salentina• di L 500.00) per un'opera fondata su ri– cerche originali a carattere fi!olog.ico, filosofico o pedago– Dice. Osborne in e Ricorda gico, edita tra il 15 agosto con rabbia•: e Se la gran 1957 ed il 15 agosto 1960; cagnara avrà luogo e noi e) Premio ciornalistico di tutti ci rimetteremo la pel- L 200.COO per un scn•izio che le, non sarà certo in nome di illustri problemi cd aspetti di certi grandi ideali ormai sor- Terra d'Otrao10, pubblicato in passati, ma solo in nome Italia o all'es1ero tra il 1. geo– dell'impavido • nulla di nuo- naio ed il 30 settembre 1960. \'O, grazie>. Come dire la Le opere partecipanti al stessa sensibilità della moglie Premio per la narra.th -a e del poliziotto che, ncll'ap- Premio e Unh,ersità • do\Tf'ail– prendere la notizia della mor-- no pen·enire in numero di te del marito, accoltellato da otto copie alla Segreleria del un teddy boy, si limita. do- e Premio Salento. presso la po un istante di silenzio. a Amministrazione ProvUlciale dire: e ~ti ~i,. de,·o siste- di Lecce, entro le ore U del m~ ~1.;est:1fion •· _Da que- 31 agosto 1960. sn ~~ e. solforosi confini I concorrenti al Premio commcia di n~O\"O la terra giornalistico dovranno fare delle streghC-; C1.vorrebbe un pen·cnirc alla medesima Se– nuovo lnst1tons col suo greteria, entro le ore 12 del e Malleus mal~fica~. > a ~s- 1 15 settembre 1960, numero sarc la genesi, gh svtluppt e quattro copie della Rivista o le perre per_la nuova, profon· del Giornale, edito in Italia da aberr..lZlone. o all'estero, su cui soao ap- MASS[l\.1O GRILLANDI parsi i se.nrizi g,iomalistici. Sarebbe proprio il caso di approfondire gli interessanti interventi fino a questo punto pubblicali sulla e Fiera Let– tera.ria ,.: in modo speciale quelli di Sergio Salvi, di Gi– no Gerola, di Margherita Cui– dacci e più ancora quello del· la prof. Ada Donati che - per iJ fatto stesso di non esse.re parte in causa (una studiosa. cioè, che - se Dio vuole - non scri\·e \'CI"Si ma giudica chi li scri\-e) - ha detto delle cose veramente serie e degne di essere meditate. Perché siamo tutti d'accordo sulle idee-recriminazioni esposte - e cos\ egregiamente - sino a questo punto ma siamo ancora, con esse, lontani da un ..chiarimento•· Fin qui si è parlato di tutto e di tutti: f:1~ilL~1raci~~~~riba a;:::: lalo del personaggio pnnci– pale. deJ più autorevole cri– tico, un critico speciale che per esprimere ·il suo giudizio non ricc\·e gratis il volume ma lo paga, e come lo paga! Dico: il pubblico, la mas– sa dei lettori. Se qualcuno lo ha ricordato è stato solo per mortificarlo accusandolo di essersi allontanato dalla poesia. D'accordo: da una parte d è la poesia nelle sue varie - troppe - correnli, scuole, Se un chiarimento quindi ci de,·e essere questo deve pre– supPorrc quel rapporto dia– logico - necessario. indi· spensabile - tra poeta e let– tore dal quale nasce quella realtà che si definisce a ma– no a mano che viene propo– sta e di cui scrive - e otti– mamente - la prof. Ada Do– nati sulla e Fiera Letteraria ,. del 26 giugno scorso. SABl'.:O o· \Ct"~Ta
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