la Fiera Letteraria - XV - n. 27 - 3 luglio 1960

Pag. <i Giovanni Battaglini L'aspcllo più appariscente della produzione poetica con– temporanea è costituito dal fenomeno della massa dei poeti. Immane e disperato sarebbe il compito di chi in– tenda seguire tutti i ,olumt e ,-olumeui che ,cngono pub– blicati un po' ovunque. F>!– nomeno, questo, no,n del tut– to nuovo; già Papini, all'ini– zio del secolo, mìnaccfa\·a la folla dei Poeti. Ma esso oggi ha assunto proporzioni ben maggiori: legioni di poeti sono schierate anche nelle varie antologie trattanli del– la poesia del dopoguerra. Ognuna di queste risponde a particolari esigenze da cul– turn, ma resta. come ~petto comune, il fenomeno della massa. Eppure, fra tanla , a– rictà, sorge il bisogno di chiedersi se csist;;. una poe– sia contemporanea. Si a,·ver– lt": infatti qualcosa di insta– bile, di fallace. Forse :.i tr.ltt.3. solo di disorientamen– to, forse di qualcosa di più nqatfro. A noi che andiamo leggendo con l'intento, quasi scrriano. di cogliere la pura poesia, sono rimasti nell'ani– mo alcuni ,·ersi che ci sono apparsi particolarmente in– tensi. E con questi si sono venute delineando alcune si– tuazioni poetiche, limitate ma profondamente ,·issutc. Ricordiamo alcuni nomi, ca– ri nella memoria, per U-0\'3- rc qualche intima connessio– ne, qualche appiglio per un discorso sul clima di cultu– ra. sui c:irattcri dell'attuale poesia: Guglielmi, Sangui– neti. Turoldo, Pasolini, Ac- crocca ... L'anno la gra:.ia il domini impauito: basta un \'crso e possiamo cogliere come la personale visione dell'esisten– za di Guglielmi si concreti in ritmo lacerante. Leggendo il suo Essere e n on avere, an-ertiamo il t.ra ,•aglio di uba nuo"a ricerc a te cnica. un tenuti,·o di tro\'are nuo\'C forme, nuo\'e strutture, nuo– vi acoordi funzionali. Inte•tti simili appaiono nel Labori11- tu.s di Sanguineti, o,·c la pa– rol3. si dilata oltre i limiti imposti dalle regole foneti– che, e sintattiche di un de– terminato linguaggio. Ricor– diamo gli accenti di Turoldo carichi di disperato affetto. di allucinante desiderio di cose vietate: io non /ro ma– ni I clte mi accare:.z.i1101l ,·olio. Ed ecco Scotellaro dal canto aperto e dolorante, spesso senza sper.mz.a, pie– no di immagini di luce e di miseria: Tu non ci fai dor– mire, / cuculo disperato, I ricordo dei c:4,n.mini a ritro– so; ecco Pasolini con Le ce– neri di Gramsci. In altra di– rezione ancora, Elio Filippo Accrocca ,·a alla ricerca di qualcosa di vero e di eter– no, oltre' l'awiccndarsi ckllc stagioni, in intimo colloquio con la terra madre. E così ricordiamo tanti altri ,-ersi che r::i.cchiudono e danno ,,j. 1:1, nella fitt::i. trama delle analogie, ad immagini di pe– na o di gioia. Abbiamo cilato solo alcu– ni esempi, indicati\'i nella loro di\'ersit.3. Si suol dire che la poesia moderna sia orientata \'Crso [orme più aperte, oltre l'ermetismo. Certo ci SODO chiari segni di questa maggiore apertura. Ma, accanto ad una poesia socialmente impegnata, non possiamo dimenticare la poe– sia in re di una certa Linea lombarda e altri tcntati\'i. E' quindi opportuno parlare di ricerca di forme nuo,·e e non di forme più aperte. E' nell'aria tale esigenza di rin– no,·amento: c:tigcnza che si riflette in questa o quella ~:,pcric.nza poe1ica, in questo o quel ,-crso. Manca, a nostro a,•yiso, il poeta \'era.mente 111,01-0: colui che significhi il nostro tempo, che lo chiari– sca con la potcnu intuiti\'a dell'arte. Nell'ambito della poesia ritro\'iamo rincerla e contradctittoria situazione eh'~ in tutti i campi della scienza e della , ita. Si t.a il senso di essere in un'epoca di tran– :,izione. di ancsa. inLapa~~~,a~ rets~~~ic~ europeo, si riflette pure nella poesia: crisi ch'è mancanza di coerenza sistematica. fal– limento di ideali, agnostici– smo nell'ambito dei valori; crisi negati\'a ma positiva ad un te mpo, perché, negan– do, es.sa suscita nuo,; inte– res si ed a pre nuo\'i orill.Onti, ~~~~'i::n i~ e ci~~~iti~i~ senza barriere dogmatiche. Tale situazione storica cd esi– stenziale perdura ormai d:1 anni. Da più parti si av\'erte ora la necessità di coordi– nare gli sforzi per tro\'are, interpretare, risol\'ere gli ele– menti cd i problemi della crisi. Certi poeti sono legati a \'icende troppo personali ed intimamente compiaciute; certi critici si dilettano in illusori giochi ,·erbati. limi– tati in un ambito puramente lellerario. E' necessario un maggior scambio tra i vari campi della scienza e so– prattutto occorre un m::.g– giore impegno, da parte dei letterati, nella ricerca este– tica e mosofica in genere. Una pro,-a di qu:into siano feconde Q\lCSte collaborazio– ni ci è offerta dall:1 lettera– tura francese contempora– nea, sia col romanzo meta– fisico, sia con le nuo\'e for– me narrati\'e di Butor, Bcc– .kett, Robbe-Grillet, nelle cui opere si ri"elano chiari gli innussi della rincssione psi– cologica e filosofica di Mer– leau- Ponty e di altri. Poetare è difficile massi– mamente oggi, dopo che l'er– metismo ba portato la parola poetica al massimo grado di tensione, mentre tanti fatto– ri, anche politici, fa\'oriscono la persistenza dello stato di assoluta incertezza e di scetticismo. Non certo gio· \'ano la creazione di fittiz.l elisi, la poesia-manifesto po– htico, l'inutile lamento sulla indifferenza del pubblico, sul– l'ingordigia degli editori, sul– la parzalità dei giudici det \'ari premi lette.rari. l rifles– si della presente età non possono non apparire, come appaiono, nella produzione poetica: ma attendiamo qual– cosa di più. Non siamo e non vogliamo essere categorici: disunzioni nelle tra poesia e non poe– sia per noi non hanno senso. Accettiamo certi spunti, cer– ti motivi, certe immagini della poesia contemporanea: dalla poesia in re. dall'opera di trasformazione e di S\rilup– po interna all'ermetismo, alle forme più aperte, al canto della memoria, alla parola fremente di sdci[lo sociale cd umano. ContinWamo a resta– re in :ittesa, in tutti i cam– pi della no stra esistenza. For– se sia.mo condannati all'at– tesa . Ques ta nostra c.ondizio– ne tutuvia non significhi ri– nuncia ma continua ricerca, assoluto impegno, per la co– scienza del ,•uoto che ci at– tornia. GIOVANNI BATIAGLL'll Fausto Curi Non direi che a trovarsi in una situazione di .. disagio. siano oggi soltanto i poeti. in particolare i giovani poeti. Un disagio non minore è quello che travaglia i narra– tori, i sa~gisti. E disagio C an– che quello In cui si dibattono i lettori, i critici. c.b1amati quasi quotidianamente a una scelta. a un giudizio. tutti sanno quanto age\'oli nelle condizioni in cui si trova la letteratura. La scelta. il gi:.i– dizio. s'impongono. è chiaro. anche a poeti e narratori. ma si tratta di gesti convergen– ti verso un unico punto. la fruizione crilico•poetica dei materiali forniti dalle inter– ferenze cui quegli scrltto:-1 si offrono. gesti limitati ad un ambito soggettivo e utilitario. Poeti e narratori. insomma. 1n quanto tali, sono c.biàmaU a un Ja\'oro a senso unico. p er alto che esso possa esse.re e denso di suggestioni operan ti poi in sensi diversi: tutto è per loro in funzione del– l'adempimento di se stessL Quanto al critico. se~za una coscienza problemalica del lavoro culturale. la sua pre– senza è og~i addirittura_ im– pensabile. Ora tale coscienza. importa un sentimento in– quietissimo della pl~ra_lltà delle direzioni e dei p1an1 in cui quel lavoro si SY0lge. una disponibilità estremamente aperta. un permanente state di ubiquità: e insieme una pronta e3pacilà di scelta. un termo ngore. Egli non puo negarsi a nulla, la sua l_ettura coinvolge gli aspetti più di• versi della vita dello spmt.~. senza. quPstO è quello che p1u merita di essere meditato. 11:1 utile personale. una meta cn~ Jo riguardi individualmente. li poeta o il narratore alla fine dj ogni esperienza trova semprP se stesso. ll cn~co troYa sempre qualcosa d il– tro da sé. qualcosa che lo r,. manda nuoYamente a qualco• s·aJuo. Chi, se no n il cri tico. ha il seoso della cultu.ra co– me divenire? Com e non p en– sare dunque. a una sua in– quief.udine. a un suo disagio, nell"inquietudine e nel disa– gio di tutti? Certo. non gl'i~– combe l'enorme responsabili– tà del creare; ma è difficile credere oggi che di tale re– sponsabilità e~i in qualche modo non partecipi. Biso~ma riconoscPre che le sue scelte vanno spesso al di là del sem– plice giudizio. indicano o sot– tintendono un modo d'inter– vento. Tornando ai poeti. è molto probabile che il loro disagio sia più acuto di quello degli altri scrittori. R1prendendo un·osser...-azìone fatta da Mo– ra,·ia a proposito degli arti– sti in generale, si potrà notarr che a patire in modo più la– cerante l'attrito con la domi– nante civU1à industriale non può non es.sere la poesia. E ag2iungere - ma su un ter– reno di ipotesi. giacché ci soc– corre un·a.ssai poco espPrt..t coscienza e non crediamo, per di più, sia possibile trovare sul pia·no teorico a problemi cosl complessi soluzioni nette ed esaurienti. o anche 901- tanto soddis!acenti - cbe in un mondo dove tutto è adul– tPrato e mistificato, la poesia de,·e necessariamente dibat– tersi fra gravi difficoltà. Si andrebbe molto lontano dal vero affermando che il poeta. per natura vocato all'etrabili– tà e alla parola. si trova oggi il più delle volte immerso in un mondo lnttrabtle, sigillato In un silenzio'! ll nwnero qua..q inverosimlle di poeti che si pubblicano oggljtìorno potrebbe non contraddire a questa ipotesi: la maggioran– za di essi ha rotto il silenUo ma non ha tro\'ato la parola. Ecco. comunque, una prima indicazione: in un"esistenz.a che non ba più nulla di au– tentico la poesia ehP riuscirà a nascere sarà. o almeno do– vrebbe essere. preferibilmen– te nutrita dl ironia. di sarca– smo. di cinismo, di ln\·ettive. O. adottando procedimenti si– mili a quelli di lonesco. di BPCkctt e di Adamov. do,•reb– bc tendere a pro\'ocare nel lettore il scru,o dcll"as.surdità di quel.resistenza. Qualcuno dei neospcrimentallsti. se non sbaglio. si muo,·e appunto in questP d1rczlonl. Ma il dlsa– ~io e le difficoltà che 3.ngu– stiano i gio\'ani poeti credo abbiano anche altre, ragtonL Non si traUa. per essi. di rin– no,•arsi soltanto rispetto alla recente tradlzJonc ermetica. bcnsl di rinnovarsi anche ri– spetto alla tradiz.ton"' petTar– che!Ca. dalla lirica ermetica a!-SimiJata e rilanciata. La ...evasi\'ità,. petrarchesca dl cui parla Contini. la Utote dominante nel Can.:oniere come modo di conoscenza e di uprenionc appunto .. C\'a– siVO... hanno. se cosl si può dire. condizionato tutto lo t\'ilupp0 della nostra Urica O– no a Ungaretti. a Montale e adi ermetici. in un certo sen• so. e non solo per deliberata scelta. più ., evasivi,. ancora del Petrarca. Uno dcccli aspet-" ti fondamentali dt"l problema è !one questo: conoscere cd esprimere la realtà per litote non è plù J)OS!"lbile.Occorre sopprimere l'"evasività ... sta– blllre U."l rapporto diretto e preciso con il mondo, sceglie– re un modo di nominare le cose adeguato a tale nuovo rapporto. La pan denruem di questo la\·oro rorse è già sta– ta compiuta. anche se non da lutti e non con la necessaria dr-cislone e consapevolezza. Ma come procedere aUa parte coslrutti,•a di esso? Una solu– zione naturalistica si profila come la più age\'ole. ma sa– rebbe troppo ovvia. grezz.a e pericolosa. Dio ci guardi da un neofuturismo o da un neo• impressionismo. che scatene– rebbero tmmancabilmente do– po alcuni anni una reazio– ne neoclassicistica. Saremmo daccapo. Come. d·a1tro canto. stabilfre un Tapporto auten– tico con la realtà. i,e tutto sfu:::ge e ciò che non è inqui– nato è incerto? FAUSTO CURI Nelo Risi Per qtu::into un poeta cerchi di definirsi va sempre più in Id, o .sta sempre più in qua, del richie.sto. Quel che deve dire, re.s.senziale e ìl super– fluo, i già tutto nei ,uoi veni. Chi .scrive stabih,cc un contatto, un • cortoc1rcu1- ro • iecondo la felice imma– gine di M1chaux. Que.sio i critici lo .sanno, e lo sanno 1 poeri. Tuttat·1a ci si inter– roga o si continua a interro– gare nel tentalwo di chiarire il gili espresso, aia perchè la poe:.sia richiede un commen– to, .sia per stabilire a po– .s1eriori le inciden=e e le ri– .sultonze del proce,uo crea– tivo. Allora entrano in ballo i problemi di .stile, le valu– iazioni di genere, le ri/fe.s– .sioni di estetica da parie dei pro/es.s ori di lettere e di /i– lo.so/io , e di J)Oetica da parie degh a utori. Il gioco. impe– gnarioo, consiste nell'affer– mare in un certo modo uno cerio veri1d, e nel farla cal– zare in un'altra verità di ordine generale. Esempio: .spulciando l'opera di un poeta (naturalmente conlem– poraneoJ si noleni la fre– quente immi.s.sione di voca– boli gergali o traiti di µes~ da un dialetto; .si dedurra che il linguaggio di quel poeta è in crisi, e che la crisi investe la lingua na– zionale, lo quale a sua volra risente della crisi della 10- c1e1à altuale.- Ad aruomentazioni criti– che sottili e interminabili corrisponde una po esia .scn– :-'argini, fluviale, ma.e.sto.sa nella sua monoton ia. .sta– gnante, falsamente naf'1'ati– va. E si tratta.s-se di una noia esistenziale! Ma è una noia dettata dalle e.s-igc~e di una moda; l'oscurità de– oli epigoni del puro lirismo ha fauo luogo al delirio se– mantico, al ra.zionalismo vi– sivo o didascalico o :sociolo– gico, o semplicemente reto– rico e sperimentale. Manca la affermazione personale, ruui sono lornali a scuola. E tuui, secondo la moda corrente, si .specializ.zaho. Diciamolo pure: la poesia ilaliana degli ultimi quindi– ci anni è .sorda, grigia, pro– li11a, inconsistente. Gli im– branacarte non si contano più, e la 2ensazione che si ricava dalle lelture parallele e dai confronti inevitabili è che alla poeiia oggi difeui il .suo vero centro. Si scrive intorno all'uomo ma non dell'uomo. I troppi interro– gativi che vanno per rario non riescono a sviscerare un solo problema vitale. Le de– st:ri.tioni non raggiungono che raramente inci.sioitd e pure=za nei conlorni, stem– perate come .sono nel e ba- 1·arda ge • e nel •verbillage• de-Ila pro.sa ritmala a orec~ chio. Non c'è intensità dt 1!'.Spre.uione, e non c"è rigore di stile. Soprattutto manca la forza di un pensiero au- 1onom o: non u n vero con– celto, e.spre.s.so nella farra– gine dei ver.si , che suoni 1ale tradou o in limpida pro– sa o che ri chied a, per essere espresso, I 'u.so della forma poetica. Di uno poesia come ricer ca continuo di sé. at– lrav ,er.so il variare dello lin– gua che vuole adeguarsi con sempre nuove forme alle esperienze di vita piti. au– tentiche, le .sole che valga la pena di comunicare:. N'ELO RISI Luciano Erba Annoierei me steuo pnma ancora di quoldi~ lettore tra i più in.iere.ssanti, .se parlan.– do di poesia andaui a fare certi nomi .,.inflali ...e predi– letti dai nostri dilettanti di ideologia; si sa che la noia. per questi ultimi. è un t:1:10 bo111h.ese: il prov,arla, s'in– tende. poich.é quanto a pro– t:ocarla nes.tuno li batte. Ma cenia mo al d unque. Fra i molti con.sen.si che salutarono. anni fa. un·anto log10 di. Ance– .schi di poetl lombardi. vi fu,. Tono anche le nurve di cni non approuaoo quel cntcno di scelta - regionale,.. quan– d'a nche non - regionoli.st1co •· A diir.on .:a crenni mi .sembra ch e un'an tologia lombarda. o fiorentino. o venet a ab bia. tulio .sommato. più. .sen.so che mai. Propno perché conun uo a credere eh.e il lin guaggio .na in poe.sia la co.sa più in– diSJ)ensabile. c redo all'am– biente di cui oani hnguagg10 .si nutre, ambiente che in Ita– lia muta profondamente da città a cittd, da contrada a contrada.. Non vedo come s1 possa dire che in Italia en– ste. in poesia. una koioé: al ptù delle mode, eStst ono. che dilagano 1mproov1.se . s1 dt• sperdono in tanti rivo h e n– voletti, diventano presto trn– cono.scibili. Non esiste una koiné. e non e.si. .steun poeta. .salvo /orse z an.:ou o. del qua– le si po$$a dire con buona certe:::a: qui non c'è moda. ma c·è poesia e C'è l"Itoha. Zan.:-otto: non so. i suoi mo- menti migliori sono trcmen– damen:e veneti, qtuJdri del Gtorgione. ma se nemmeno 11 è l'!taha. dove ,ani mai? nel– la sciocca retorica di tante lt– riche , meditef'1'anee ... ! nel popu.li$ 1T10 falso e impudico del do poguerra? oppure, sa– lendo di lavello. nell"Arcaa1a di Parma. nei giardini di .n– 'f'en=e, negli aranceti del sua? Quanto alla poesia d·1dee. senza entrare nel merito poe– tico, io d'Italia non. vedo nem– meno l'ombra: k Ceneri di Gramsci potrebbero eS3ere le Ceneri di Bela K un, in tradu,. =ione ungh.ere.se. di Lunaciar– ski. i n traduzio ne ru.tsa. di Jaurès. in traduzione france– se, e così via. Se penso po, a quella che ci .siamo abttuatl a ch.ìamare - poesia da tradu– zioni ... il gioco diviene f ac1h.s– .s1mo: ., ntraduetamo,. que.su testi in inglese o in spa gnolo. spacciamoli per inediti di Eliot o di Lorca. ,n.anaiamcr.-= alla rivista X '1 prepanamoc, a leggerli nel numero estrno._ L'obiezione è che la poe.fla. in assoluto. non ha bi.sogno di aggettivi. Ch.e imporlanza l1a che sia o non sia ., italiana ~ dal momento che è poesia? ahimé. questi discorsi .sono un po· semplici. è il Croce spte– pato al popolo. Quasi in ogni tempo vi C .stato un poeta a destra dello schieramento. che giu.stificava. propno per ques10, le rivolte. le dev1a.::10- ni. le correnti., Qli ., ism, .... le mode d·oltr'al~: un poeta magari avveno, ma rispetta- Enrico Accatlno: Studio per • Gli anncgaù • ro. qua.si la cosc1en=o incar– nat a della tradi:ione, dell'or– dine, del popolo se non della na...-ione.Og,g1 a deJtra non c'è niente. niente che valga. quantomeno: come alla Ca– mera del reilo. Si vit-e in ter– ra di tutti e di neuuno. Pro– t·oie a li!ggere la g10L·anepoe– sio dei francesi o degli spa– gnoh o dei:,h ingle:s1: non sa– ni ni ente di che. ma Jc fran– ce.se non fard pcn.sare a Lor– ca ni a Etiot . .se spagnola non verrd: in mente Ap0Jlina1re o Rilke, ecc. ecc. Cè molla buo• Edoardo Dal celebre interYento di Maer\ intorno alla • quarta generazione•• che contribui non poco a produrre un'at– tenzione ,·eramcntc •critica• intorno al problema della poesia nuo,-a (e dei • J)Oet.ae novi •). sette anni sono or– mai tra.scorsi, e molte cose sono d a,•...-cro mutate: non dire.mo forse che oggi si possa ( o si debba) rispondere con una serie di documenti di certificato \'alore a quel- la perentoria richiest3. ma di fronte all'oscura confusione di allora si è \'Cnuto deli– neando ,di fatto, un nuO\'O e assai nitido panorama di forze. Fu scritto in quei giorni, e non da una par- te soltanto, che il '4S non era staio una data letteraria: e in certo senso è \'ero (è an– cora ,-ero); e noi aggiunge– remo subito: tanto peggio (e ne sappiamo qualcosa, e non soltanto in letteratura); ma se non segnò l'immediato allargarsi di un nuo,-o oriz– zonte di nuo\'e scritture, fu comunque un termine e un limite, almeno in senso n~– li\'O, perché scanò pure la fi– ne. per amore o per forza, di una determinata idea del- 13 lirica. e pose in qualun– que modo, nella coscienza dei poeti, l'esigenza (ancora con– fusa certo a principio) di un radicale rinno,,amento. no poe.sla ogq{. in giro per l'llalia. a li.veUo reg1ond1e o mapari europeo. ma a livello italiano no. non nuco a t:t– deme. E allora mi chitdo se tulto dò non dipenda dal fot– to che non ri sia né capitllle né na.:1<>ne. Ma c'I Zan.:O':to: cosl veneto. cori arciducale, co.sl italiano forse_, Se pro– vaufm o a p1U:sare lutti l'Ad· do, come l'aituto Rtn.:o. Vtr– so la vera copilale, Ventua. not re mère à tous! LUCI.ANO ERBA Sanguineti proprio di .. no\'issimi •· Se la ~oluzione neoterica che oggi si propone con i fatti ha un qualche merito, è precisa– mente quello, ormai manife– sto per altro, di assumere sino in fondo la coscicoui e il peso della condizione prç– scnte, puntando ancora, cn– ticamcntc, sopra l'idea di cri– si. sopra il suo carattere estremo. e proprio con la cri– tica cosciCDZ3 del suo pre– ciso limite storico. cioè della possibile no\"ità ultima a noi storicamente offerta. raturalmcntc ,anche. • fu– rono strani •· Anche • canto– res Euphorionis •= il che può (e deve} spiacere a tutti i Ci– ceroni. che di questi tempi, poi, come è naturale. contin– genza politica aiutando. spuntano come i funghi (e più. pre,·ediamo, ahimè, spunteranno). Ma la ripeti– zione critica dell'a,•anguardia (se cos\ si potesse tradurre la formula) de,·e proprio essere una delle glorie dei • canto- ~ ••,~i~:;i, J{~:=h~~rc~e~~ oggi né domani. il • Dc con– sularu meo •· E gli e Anna– Ics • .si capisce che dob· biamo sperarlo. • la."<asscom– bris saepe dabun1 tunicas •· Ne.ssuno può dire. final– mente ,se 1a situazione neo– terica an'à il suo Catullo. Ma è già qualcosa, ci sembra. non essere un Volusio. Per me, moderntamentc, ho scel– to la parte di Le,·io. E gli • Erotopae~ia • stanno a compro,-arlo, fin dal titolo. EDOARDO SAKGUlNETl Domenica 3 lul!lio 1960 Enrico Accatino: •Figure• Il concetto di • neospcri– men1alismo •· a\tanzato dal Pasolini. corresse poi i ter– mini del problema. e fu un primo e recondo abbozzo di definizione. Vole, a certo spiegare troppe cose e ab– braccia,-a un'arca troppo ge– nerosa.mente dilatata, con un forte e ine\'itabile effetto di li\'ellamento, ma offrl pure una direzione di indagine e stimolò una più discriminata ricerca. Barberi Squaroui. oggi, ci sembra che abbia fatto il punto. al riguardo, con molta correttezza, seri– ,-cndo che questa • a,-anguar– dia che nega se stessa nel– l'attim o stesso di sperimen– ta.re le forme più clamorose ed e ccezionali, che compie la critica degli strumenti speri– mentali nel punto stesso in cui li usa •• conduce a una son·qlianza e a un calcolo un po' astratti. • di caratte– re, appunto ,critico, lontani dal furore decadente della dell'avanguardia europea fra le due guerre •· Andrea Zanzotto sane, quartierali, casamerztali, oppartamemali, camerare.sche, (cui. del resto la poesia Ila saputo finora opporre una robusta re.sister1:.aper la sua stessa natura}. li St sen·ono di armi • .:on– ,·cn:.io11ali • pe.rcl,i delle ,·e– re non possono far uso, e dunque esse non ci sono, •sono• 1tnicamente nelle al– tre, allra,·erso le altre. Appare ormai costiluita, con grande precisione, un::i situazione fortemente e neote– rica •• che ha r'O\'CSCiatoor– mai. in essenza, non soltan– to il problema e neorealisti– co • del '45, ma anche il pro– blema • neosperimcnt3lc • di dicci anni dopo. Proprio l'a.r– ticolo di Barberi Sq_uarotti è sintomatico a1 riguardo, per la lotta interna che ,-i si S\·ol– gc, pateticamente. tra la re3l– tà e il simbolo, fra una con– dizione di fatto e una deno– minazione che non la riOette più adeguatamente, se non a prezzo di essere violentata (felicemente) nella sua indo- · le originaria. Non ,·orrcmmo peccare di egocentrismo, ma quando, tre anni or sono, in • Una polemica in prosa •. scrh·emmo contro Pasolini che si tratt3\-a di e fare del– l'avanguardia un'arte da mu– seo•• a nostro modo prende– ,-amo coscien1.a pubblicamen– te della situazione ,e ne a.s– sume\'aJnO. in certo modo, la responsabilità. Si può anche pre,·edcre. al– meno in parte, la confutazio– ne: che non si tratta di • neo– teroi •, ma di • no\'elli •· Si tratta di peggio, vorrei ri– spondere: pcrchè si tratta Forse è propn·o dei poveri e di citi ha soltanto• la semi· cittadin011:.a• chiedersi •qua– le libro 11011 letto, quale cosa non detta?• o pensare clte e ,·ano ingegnarsi a uscire dal– le sabbie mobili tirandosi per i capelli. E tuttavia t • quasi • vero che l'uomo ~ sempre costretto a tentar di trarsi d'impaecio proprio uz questo modo, e costretto an– cltc a cliiamar novità quanto si sarebbe potuto ,·erifi.care per ,,eccJ,io solo con w,a cer– ta auem:.ione. Dobbiamo dun– que sempre essere mi po' Milncl1au.se11:ma sarà altret– tanto legittimo rifiutarsi ad esserlo del tucto. Nell'attuale siwa:.ione; nei e destbii generali• di oggi, si è però toccato qualche cosa che somiglia a 1111 fondo, o ad ,m plafond: e 110n pare d sia m olto pericolo d'essere deri.si, in w1 domarti più o meno prossimo, per tale af– fenna.:.ione. E' da dubitare che vi sia posto per ,ma qua– lwrque ri.solu:;.ione, per ,m qualsiasi atteggiamento deci– so. anche solo affettfro, sia del singolo ,·crso di sè, sia dell'altro all'altro: scarsa ironia, scarsa pietd, scarsa solidarietà. Eppure nel mas– simo bi.sogno di tutto questo. Vedia,no dw1que il nuo,·o (ancora tremendamente triste e. vecchissimo): in li,iee, fi– gure, sembian:.c clte hanno perduto quasi senso a forz.a d'esser guardate, affiorano altri n·ctus, o, se si vuole, fe– rite, e persino, e scommet– tiamo, prtam11mci d'una -tra– sfigura:.ìone•. Soltanto, bi.so – gna 11011 cadere in mir aggi, ricordare quanto so110 ,·asti, di solito, i deserti. Vi sono molte ,•arie.Id del d~ensus A,·enio, esso pre– senta davvero w1'infinitd, rie- cl1issima, awenturosa facili– tà. la ,·orietà più pericolosa è quella clte porta a credere di esser già fuori. E' sempre più difficile guardare i~1 fa.c– cia la realtd, sempre pm drf– ficile ammectere la e,iormi– td del labor e dell'opus ne– cessari a risalire: anche se nell'incubo ili cui si è fago– citati. è pos sibile che questi ci si pre.se ,1tirto più fati.cosi del , •ero. Ma clii oserà affer– mare che a far n•anire la mi.stifica:.ione oggi bastereb– bero le limpide parole di un bambino, come nella favola di Andersen? Non ce ne sono troppi, forse, di questi bam– bitii, non ce m~ sono stati troppi anche nel passato: e che poi }UlJ1JtO d0\!uto ritira– re la parola? Di bambini si– mili ne vengono uno al gior– no e forse ne siamo stanchi. Sì d'accordo, a morte la mor– te, gue"a alla guerra ecc. Ma bi.sogna riconoscere cbe finora l'ammalata sra tentan– do d·alleviare il suo dolore unicamente • con dar ,-olta •• rigirandosi sul suo letto, sen– .::.arompere, liberarsi: e non e solo colpa sua. Turto sommato, si polrà ammettere elle i vecchi dolori esi.sten::.ialisti, non scompar– si anche se diversamente de– nominati, contrappongano a se. stessi una qualcl1e spera,1- za fantasma, una spe.ran:.a magari nella scien z.a-fanta– scitrr:.a, be11i11te.so a nche del– l'c e.spac e du dedan s • (Ro– stand, Grey Walter, Wiener, ma anche \ficlrau.x... J: non foss'allro. ~alltrà fuori qual• che possibilità di allargamen– to, di sviluppo lessicale e se– mantico, in senso interlingui• stico, nel senso del futuro e non in quello, certamente re– gressfro, delle microlingu.e regionali, cittadinesche, pae- Vale la pena di correre :I pencolo .di ,•eder (to_rire, ui questo clima, odi al signor di ;~~<;:i~g~i::So_';~~ii /:,'~~i~!:.~ che un • /unto a lesb1a C,– donio •... Cio,·erà poco, im:cce, affa– sttllare insieme Marx e l'Au– tore del • Rapporto segreto di Km.sciov •• o, nel campo religioso, re.stare ùterli tra messaggio e miro; oppure strabiliare a certi ritorni (neo– positfri.smo, neo-fenonumolo– gismo) puel1é non si usci– rebbe affatto dalle rotaie at– tuali, non si farebbe clu. n– perco"erle in senso opposto. Ma qui si parla di tropp:. cose: e la poesia, la parola da cui e sanabitur anima mea •? Quella el1e era in principio, sarà in fine ( alme– no per noi che faccia,uo o leggiamo, soprattutto, .,.er– si ...)? E la paesi.a, pura o non pura cl,e fosse, fuori o den– tro dello e stero•• ma i,r ogni caso • conda,mata • a tttna– ni::;:;are, sempre, rutto, anche quando pltr essa pretende1·a di mostrarsi, iu qualche mo– do, a-umana? E la parola, maiuscola o minu scola, di.e era una gara ,iz.ia sempre in atto, la banco nota elte sotti,1- tende,·a l'oro? O bella Musa ove sei tu? Sembra che ora se ne stia come lo11t011a, come confusa, come perduta e nei ,•apori d'un bar• di periferia. E in– tanto, noi wtti di oggi sia– mo pure lontani e con/usi: e magari fossimo semblables, frère.s, in questo. St111irsi com·en:.ionali an– clte quando si bruci.a, sen– tirsi com:en:.ionali ri.spetro ad un altro bruciare clte •1011 può pii,, non de1·e p1u, non merita più di essere dello: ma cl1e c't. Tutti oggi so110 co,wen::ionisti proprio in quanto ,-ogliano puntare, pa• ritr, restare a ogni costo m gioco, anclte se mancano , gerroni. E forse, se è vero clte l'ipocrisia è un omaggio del vi:.io alla t'irtù, puo anche esser ,·ero e/re la co,n'en:.io· ne sia un omaggio de.I C4os alla e norma•: oggi, partico– lamzente, una care11:.a clte indica e attende, un vi:.io da pc-donare, dunque. an:.i da accettare_ Questa morale provvisoria– pere,11oria re.sta,anche in poe– sia; è il massimo cl,e possia– mo a,·ere: auguriamoci elle .sia il primo anello di qual– cosa, un indizio. An::.i, non •auguriamoci•, non sarem– mo più com·en:ioni.sti, dicia– mo che lo è: w1 termimu a quo, un'ovocellula. Elio Pagliarani Cerchiamo almeno di ricor– darla come ci era apparsa, apparsa anche nella sua fase più astratta; cerchia,no di at– tingerne l'ùnmagine di ,ma ricostru:.io,i.e • come potreb– be anche verificarsi•· Ci tro- 1·eremo ad e.ssere conven_zio– nisti, seu:.a lanciare candidi ma11ife.sti e nemmeno tenta– re cataloghi o rilievi con questo metro. Del resto un com·~n:;ioni.smo non può, per esure tale, proporsi, autoin– dicar.si . Taccia, e gli basti quel p aradosso che o,;:gi lo confonde al suo co,urano, al– l'antenticità: anche i genera- Potremo cosl leggere ton maggior pa:.ien:.a i ,•ari ar• rabbiati e battuti, el1e pro– prio da infami s'arrabbiano e battono e si f01mo battere (e ,·antano a nostra salute nien– temeno che il buddismo :.en, già caro agli E vola e simili); o veditori e guardatori, e/re si nebuli::;:;ano in parole 1uù di quanto non guardino, e continuano, très naifs, a -.1ire • cane • e • casa • sen:.a re– stame atterriti (çQ,nc .suc– cedeva, almeno al buon Ril– ke!): o Spt!rimentatori instan– cabili nello sfondare porte aperte e nell'aggirarsi in la– birinti. spiegando al ,~nto bandiere con la scritta • neo •· Ma per q11esto ultimo caso ptn.s,amo clte il ,-ocaOO!o •sperimentare• indica spesso u.n.icamtnte il •re.spirare•• ù • bor,ger • di citi in qualche modo esiste, e dunque bru– lica, brancica, tasta, o, co11- 1·e:nzionalmente, addirittura tenta. E chi non potrebbe set,.sare un• trto-TENTER DE VIVRE? •· Bi.sogna sperare, a.spellare sen:.a impa:ien:.a una risposta clre non può non venire. Che buona parte delrinte– r~sse di que.sli anni stia nel /auo che molto. e onche troppo. è rime.s.so in gioco. è indubbio; che ci ò ob1e1n– vamente favorisca confusione e ambiguità. anche; ma., come quindici anni fa la poesia co– stituiva delle /onne cultura– li più in ritardo. sono con– vinto che da qualche anno ('S.Sa per impo.stazione e n– sul!at1 sic alr avanguardia nella nostra cultur4. Secondo que.sto parere è dunque fittt .. -ia parte delta confusione. ambiguitd, nebbia in cui si uuole avvolto il pa– norama dello poesia contem– poranea: tanto è vero che so– no giunte a m atura.?ione, e in qualche ca.so hanno già la ri.solu=ione del tempo, que– stioni fondamentali come 7uella del hnQtulggio (pri– maria e pregiudiziale, que.s1a ha .su scitato salutare scon– quas.so anche, e più aoveru– bilmente in narratti:a: ma è stata prima impostata in se– de di poesia, dooe viene più. compiutamente e pa...-iente– mente sperimentata}, dei contenuti, det genen. della metrica, del I' integrazione, della verifica. della traduci– bilità. ecce.era. Che co,a poi si intenda per .sperimentali– smo, la questione è contro– ver:sa solo in pane: per quanto mi riguarda mi per– metto di rimandare all'anto– logia , GU sperimentali ... , che pubblicherò entro ranno, in eui spero di unire i testi, le prose. in un corpus .s-ut,icien– temente orpanico e chianfi– catore. Credo anche che non sia vero eh.e manchi a una cer– ta genera..""ione di auton la corri.1:pondente genera..~one di criHci (alla lunga poi ogni autore ha i critici che si me– rita_): è comunque evidente che abbiamo gid una nuova leva di critici assai agQuer– riti e di valore E non man– ca. nemmeno cht. fra i più accreditati e resporuab1h critici e letterati delle gene– razioni o noi immediotamen~ te precedenti, ha soolto e svolge u.n Lmo.stitulbile: la• i:oro di alta media=ionc cul– turale. (Cè anche 11 rores~io della medaglia . .si sa; ma da qualche anno ciò non costi– tuisce più un freno ob1em– vo. ml pare: .se c'è gente eh,. vuole escluderli da .sola, eb– bene, .si accomodi). Infine. po 1 ché redo .sulla Fiera del 29 maggio un in– tervento in cui si accenna ai lirici .spagnoli. a Rilke ecce– tera. sard bene dire che non cono.sciamo autore più noio– so dL Lorca. più falso di Ril– ke, più sciupato di Essenin; ir11omma. che dei due filoni del nostro .secolo. quello li– rico che aros.so modo po.ssi.a– mo defin ire la tino. da una parte, e quello epico e dram– mattc0 che possiamo definire anglo.sassone. e on Eliot., Pound. Auden, dall'altra. ci interessa con grande preva– lenza il secondo. e Brecht e Ma;akow.skl,' (e Apollinaire. e \V.C. William.s e magon SandburgJ. Co.si.. per quanto nguarda gli autori della nostra lin– gua, si sta nleggendo cntica– mente Pa.scoh, Carducci. Leo– pardi. 1 futurisli. i vociani eccetera. E' dunque eccessivo defint– re equit:od 1 nostri onenta– th-entl e le no.sire .s-celte. Par– te poi deU' ambiguìtd è nel nostro tempo: .si deve com– baUerla cenis.stmament.e sen– =a stancar:si di farlo, e nem– meno di dirlo (alla Vlrtù al– meno l'omaggio); ma fra la pericolo.sa e ruO'iancsca com– piacenza di chi dice: mi li– mito a regl.!trarl4. e chi pro– clama di .saperla evitare o superare indenne, l' 1poc rHa più scandaloso è que.st ' u.1- timo. ELIO PAGLJARANI ANDREA ZANZOITO Ennio Scolari c~~! 1 ~e~nt:~omic r~1to A~ chiarimento della poesi:1 con– temporanea• propone,•a di coinrnlgere nel medesimo fa~ra~ilh~~:rn~~ril~~~ tro e tutte le altre arti. li •disagio• della poesia è infatti il disagio della cultu– ra italiana, il diffuso ostraci- :1~t: p 1 ~>J1::t~~e afa~i~: condano (si è giunti persino a parlare di morte del genere poetico) in,·cstono parimenti tutti i modi cd i generi in cui vi\'e si alimenta. ed oper.t .,..la cultura. Un invito al chiarimen10 della situazione nazionale quindi e ad un rilie\'O di ~ri~ Ì~ru~t~~ft~Ja:a ij~ un orizzonte europeo e di renderla cosciente e panec.i– pc del \'asto e complesso mo,;mento di significati\'c esperienze tese a forgiare gli strumenti cd i mezzi con cui si potrà superare l'inquietudi– ne dell'uomo contemporaneo. restio ad adeliZlJarsi al nuo– \'O ambiente che si è \'cnuto creando. Ed è prcprio la ,·olontà di determinare un processo di trasformazione atto a supe– rare la perplessità, l'indeci– sione e la suncbezza morale. che paiono a\'er colto le co– se della nostra letteratura. a rendere tanto efficace e siJiti· ficativa l'azione del gruppi dc • li Verri• diretto da Lucia– no Anceschi. Un intcr\'ento quello del •Verri• deciso e tutta,;a di– screto che non implica più iJ gusto plateale della grande ribellione, ma che \'Ì\'e ed opera quotidianamente nella consape,·olezza della situazio• ne di crisi della ch;Jtà euro– pea che non si vuole ceno negare né sottovalutare, ma ~:fa~~ p~si~:~cn~~~~1i': ~~~ n~n ~~~r';~~n3J~ re:~: rienza della negathità: cos\ la crisi non potrà essere su– perata se non partendo dal suo i,tterno attraverso uno studio costante ed una com– prensione totale delle sue produzioni artis1iche che nel loro ,iolento rifiuto del tin- ~~ag,~~li~~~t~~~ale dclf.~:~ contemporaneo. E le scelte del • Verri •. sempre operate secondo una particolare problematica es1e- ~~ Ìnr~~~~~~a~ati~~~ rati,-o, ,'Ogliono soddisfare al– la duplice esigenza. di con– tribuire concretamente alla soluzione della crisi e di ra– ,·orire il processo di rinno– ,·amenlo della situazione ita– liana. ENNIO SCOLARI (Il seguilo dell'intervento di Emtio Scolari e qu.dlo di A11lo11ioPona sono rinviati al prossimo munero).

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