la Fiera Letteraria - XV - n. 26 - 26 giugno 1960
Pag. 4 ESTETICHETIE PRO\'INCIALl * L'·involuzione inatto * di GUIDO SEBORGA Un mondo di conoscenza e di fantasia., che sem– pre forma la segreta. e interna strutture del ro– manzo. prima ancora che esso si scateni in azione e si viol1?1lti in personaggi che devono diventare uo– mini viventi e reali, non si lascia certo facilmente cogliere, come risulta df1 certi articoli pubblicati sul.la narrativa. ed in modo particolare sul realismo; non si lascia certo facilmente cogliere da q1oon.ti . monco.no d'ogni vita, vorrebbero in dieci cartelline darsi l.e arie del grande sistematore. senza sentire quanta ridicola presunzione provincial.e c'è in simile atteggiamento. Ed abbiamo notato come una ge-. 11.erìca estetichetta dt tipo ancora idealista ed hege– lUmo formi il jondo di queste vìt-time del mammi– smo e del matriarcato, che con. parole in.volute e saccenti confondono su nomi e movimenti intellet– tuali, peT riportare tutto ad una scolastica e pietosa valutazione corrotta nuovamente dal solito anacro– nistico classicismo amarchico. E come sempre nella lettura v-iene dimenticato il risultato del testo, del 1 'oman.zo , dei personaggi-uomini, e si finisce i-n. mi– se,-i spe,-imenti di lingua o linguaggio, dove ap– punto gli spe"rimentalismi più meccanici e gratuiti dall'americano, dal francese, dal dialetto, lasciano a bocca aperta questi figli di famiglia, professori di scuole medie in. genere. che immaginano d'esse,-e cosl informati, d'aver rotto il clima di provincia che Li ha generati. L'involuzione in atto, aUudo ai vari Barberi Squarotti, non fa. che riproporci u.na. letteratura. di ca.sa cla.ssicheggia.-nte pompieTiStica, che mancando d'ogni vita come d'ogni 1'ivolta si esaurisce nella. jormale analisi di poche parole, di pochi linguaggi., cotne dimostra-no anche certi pie– tosi versetti qua e l<ida costoro pubblicati, che SO!lO appunto il segno rivelatore di quesr.a involuzione con.venziona1e dogmatica e assolutistico, che sui so– liti dieci scrittori stranieri (sia pure note1•oli) creano fisse poetiche, eh.e tutti dovrebbe,-o segui-re per es– sere validi narratori, poetiche e linguaggi che non han-no radici ndla nostra vita nella nostra tradi– zione narrativa migliore (Nievo Verga Alvaro), ma che eludendo a.Ila nascita di mondi rea.li e nuovi, riducono la narrativa ad un piccolo esperimento provinciale, dove la forza stessa delle nostre Tegio– ni e deUa nostra stOTia, scientificamente capita nel– la sua più estrema dialettica, viene as:solutamente umiliata. Noi invece da vent'anni abbiamo tagliato il cordone ombelicale, che appunto andava taglia– to con azioni di vita e di libe-rtà, in quanto la li~ bertà non é una metafora per letteratucoli ma è un atto di vita per uomini, né altrimenti pot,,-ebbe -na– sce-Te quella visione della vita scientificamente dia- ~e:ti:gl~~~!~~;::o=!~~ !~:~~~ ~~e r!~z~1:;~~ cont1'o cerri gratuiti neorealismi più o meno sem– pre dialetta.J:i per moUezza di pensie,-o e contro an– che la moda intrisa di un deteriore pariginismo che conduce al romanzo convenzionale, privo di perso– naggi, di uomini, ma svolto come un piccolo saggio senza lacera..?'ione, senza vrofondo dramma umano da esprimere, appunto un nuovo giocheUo di stile ~~~,~~~~~~: 1 :oen ::rò ,:::i:::em~fe~tTe vittime Perchè sia chiaro non si tratta di voleT ritornare ad un'estetica, come fanno costoro, l'analisi scienti– fica che noi abbiamo portato nella -naTTativa, noi. in quanto rea.listi, che solo certi grossolani e mas– sicci cervelli possono scambiare pe,- neorealista, la analiSi scientifica esclude ogni riiprno all'estetica. gioia sempre dei nostri professOTetti in fregola di sistemazioni e classifiche, e porta tutta l'attenzione aUo sviluppo narrativo del testo, alla sua azione, alla formazione degli uomini che in esso dramma– ticamente vivono e respiro-no e muoiono in una d,\alettica mai esaurita, come non ha termine mai la :4~r%d!~a::;,iaia'\;:i~~ta d!':9~:~vac:e i~=';enu; comunica. E' -nel testo che l'analisi va fatta e non net Hn.guaggio asl-ratto dalla sua 1'eale efficienza e adeTenza con quanto il romanziere deve esprimere inventare comunica1'e. Le leggi delta dialettica della. civilt<i e della storia annull.ano i superficiali e gene– rici culturismi a basso livello autarchico; dentTo la vita e la civiltà. nascono i mezzi peT sviluppa.Te e decidere il p-roprio mondo, senza tornare a nuove metafisiche più o meno mitiche, che da noi non sono altro che una mancanza di preparazione scientifica, u-n.abbandono ancoTO a vecchie formule ai più stuc– chevoli lu01}hi comuni dell'es-tetichetta. più o meno idealista, che segue la moda di certi scrittori d'eva– sione. Cercare di evadere, ritorrui1'e ad evade-Te, la beHezza dell'evasione, queste sono le più sprecate inclinazionj alle quali oggi e sempre abbiamo as– .ti.ttito. Il neorealismo appunto è un'evasione sia che sf esprima ln Tozzo o meccanico dialetto, sia che si esprima in lingua - gli manca ogni ripresa sostan– ziale di pensiero, sL esaurisce in u-na. fattologìa. em– pirica, deL tutto priva di TeaU possibUitd di rinnova– mento di cogliere gli uomini attuali che vivono l.a vita ài oggi, la nostra epoca., come U populismo ripie– ga su figuTin.e popolaresche, che già esistevano venti anni fa, nulla di attuale o estremo nei personaggi- burattini di questi testi. · Un illuminismo favolistico, privo di radici nella storia italiana di oggi, insieme con il vecchio n.eo – classicis-mo sta aUa nascita di cer-ti nuovi testi, che non potevano -non sed1,rre, tanti esponenti provin– ciali. o cosmopoliti della più gratuita e stanca let– te-ratuTa, felice di ritòrnare a.i suoi motivi più astrai: ti e decadenti, di aver nuovamente abohto le: piu estreme necessita e responsabilità: umane; siamo nuovamente, conte non. pote-va non essere alla indifferenza. alla ,-e-torica abusata e sprecata deUa culturetta. di casa o internazionalizzante, alle ma– lattie d'ambiente piccolo borghese, che sognano il comodo rifugio degli oggetti e del.la casa. Mentre U pariginismo più stanco ed abulico et porta la scuola dello sguardo, dov~ si proced! cOn molta disinvoltura alla tornante riscoperta di ml– ti e di mistiche, con la seg-reta e conti-nua paura del.la morte ad ogni passo, di una morte che soJ– foca l.a. nostra vita, e ci dovrebbe !asciare morti e stremati prima del tem.po . Appu~o il tempo non è mai stato i-nJra-ntoe sca_r: dinato, e le vecchie nozion_i da mai:i~ie. le ~lU abusate filosofie fanno -patetico superficiale retonco ritorn-0· e proprio in un'epoca scientifica che du,-a– mente 'ha distrutto tempo e spazio, per trovare le misUTe e dismisure dell'uomo nuovo, dinamic~ sfno alla crudeltà, ma vivo nella sua forz~ e~ ~J.Strug– ge ogni categoria com.e ogni_ dogma Jn vir!u. ~!I-la sua profonda e contra.dditona diale~ticG;_scientifica. che ha violentato ogni tesi come ogni cnsi, nata a1i- co~a df:; ;:;;:o~ la coe-renza, ~esso anche infedele, del ,-ealismo è inv~e pr~o s_empre ~Ua sua analisi quotidiana, nulla pe-rc~ò di ~-tiC? o di definitivo ma una continua ncerca in ettt s~ trova e ci si s~i!uppa appunto per virtù di una probZe: matica insistita sino alla realtà integ_rale•. e cosi dalt'an.tico nasce il moderno. dalla prei.storia nasce la storia. E per questo spesso i J?eTS0!1°ggi de~ Tealismo appaTtengono alla preistona.,_ i autOTe h conduce verso la storia, verso la loro PtÙ _estre1_71a e dilaniata consapevolezza, che su.pera ogni lJeT1S1110, come ogni nawralismo, come ogni neorea.Hsmo. ~ presa di conoscenza è u_n da~o inalteral? per noi. fondamentale. E non ci rmunciamo; perche e s~tan– to in eSS4 che l'uomo moderno trova la sua rivolta la sua fantasia, la sua vita. _La_ sua vita contro la morte dei nuovi ridicoli prezion, ~he ~roppo. spesso Ci vogliono giudicare, e ai quali oggi abb&amo nsposto. GUIDO SEBORGA [~ FTERA LETTERARI~ Domenica 26 l(iugno 1960 Invito al chfaurnmento deHa poesia contemporairnea L'interesse per I'« in– chiesta • promossa dal no– stro giornale tra quanti in Italia (non son certo pochi) si interessano d1 poesia, direttamente o in– direttamente, a u men t a ogni settimana. ll reperi– mento delle segrete « ragio– ni di d1sagio • sveglia tante intelligenze e sensibilità che saremo costretti nei pros– simi numeri ad allargare considerevolmente lo spazio di questa rubrica. Seguitiamo intanto ad in– vitare noti e ignoti, saggisti e poeti, critici ed editori, a dire la loro sull'argomento in disputa: dal complesso degli interventi sarà possi– bile, a conclusione, sentire quale è la temperatura del– la poesia contemporanea italiana, come batte il suo polso. PubblicbJamo stavolta gli interventi d1 due poeti, già editi e sufficientemente noti, Andrea Rivler e Fran– cesco dJ Pilla (un giovanis– simo lanciato da Flora), e d'una professoressa di let– tere nostra abbonata, la cui dlagnosi ci. pare contenga particolari motivi di inte– resse. Francesco Di Pilla Il pericolo delle nuove poe– sie sta nel precipitare da un polo soverchiamente quali– tativo che aveva cominciato a din,nire maniera e Arc;idia a quello opposto di una in– dillerenziata apertura verso la quantità, in nome di una esigenza realistica sostan– zialmen1c e storicamente ne– cessaria. L'in1ento è lodevole. la di– rezione probabilmenle fiu– sta; ma solo una sorvei!ha1a e medi1ata coscienza dei va– lori tradizionali potrà sal– ,·are da una facile anarchia contenutistica e formale, e dal dilagare degli esperimen– ti; i cui sospe11i bengala la– sciano il lempo che trovano. E la ragione è nota, che cioè l'cs1ensione orizzontale è solo entro ceti limiti compatibile con la natura stessa della poesia; il cui moto tipica– mente ,,erticale nulla ha a che vedere con indiscrimina– te articolazioni eteronome. E ciò non vuol dire, ovviamen– te, che ogni specie d'idea in– teresse moth·o non siano di per se stessi suscettibili di dare frutto di poesia, ma vuole ribadire che solo a un rigoroso limite di congeniJ.– lità è possibile felicità d"inne– sti col • dato naturale,._ Come d'altronde la teno- menologia e l'analisi del lin– gua~gio hanno avuto ed han– no ti grosso merilo di aver s~ogmatizzato l'identificazio– ne del nuoyo idealismo. e però forse soltanto una ri– medi1azione di - questo farà ad esse apparire chiara la necessità di una riconsìdera– zione ontologica (da cui non J)OSSOno del tutto prescindere se non vogliono andare com– pletamente alla deriva), cosl e parallelamente la strana babele che si annunzia la nuova poesia avrà un freno solo con un rinnovato e se– \'ero impegno di memoria. Che non J)Orti più, no, alla paralisi della volontà espres– sh-a che drammaticamente Mallarmé affermava postula– to dell'opera pura, ma invece si arresti a una concreta quan1i1à che abbia insieme la massima tensione interna. Insomma, un realismo inte– riore. Il quale è al tempo stesso sanguinosa ri\•olta a che è infine della prosa cul– turale e scientifica aborrita da secoli come la morte stes– sa della poesia, e incompati– bile con quella che io credo pur sempre, per il giudizio di un testo, il più esatto crite– rio: un criterio d'intensità. FRANCESCO DI PILL\ Ada Donati E' uu dato di fatto clte la poesia co11temporauea si muova in tm clima di disa– gio: i motivi che lo deter,ni- 11a110 sono molti, tutlavia, per quella fo11damelllale istan:;;a di unità della mente uma,ra, ho tentato di ricondurli ad un'unica radice. Un poeta americano l 'ave.va ben i11di- 11idua1a,quando scrisse quel– l'ingegnoso passaggio intito– lato • Dal Sublime al Meti– coloso in quattro stadi,.: I) DANTE: noi fummo i poeti di Dio. ZJ BURNS: noi fummo i poeti del popolo. 3) MALL4.RME': noi fum– mo i poeti del poeta. 4) L'OGGI: ah, ma uoi siamo i poeti del critico. Se questo è ,,ero oggi in America, non mi pare meno vero iti Italia. Troppo pochi leggono direttamente i testi poetici, mentre la maggior parte si rivolge all'analisi critica, che si può dire sia divemata la ragione prima per cui un'opera d'arte esisle. Ma questo può rappresen– tare un motivo di disagio se– condario, di frome a que– st'altra disastrosa conseguen– za dello spirito critico. Un'epoca di critica è essen– :;;ialmettteun'epoca di disso– ciazione, e quella in cui vi– viamo ce ne offre esempi a 11011 f ini.re: l'individuo è iso– lato dalla socie1à, il pensie– ro dall'azione, la materia dal– lo .spirito, i mez;zi dai fini e, cinese, oltre alla conoscen:;a di località, personaggi più o meno famosi, ~enti storici. Davvero, usando un bril– lante gioco di parole di Ran– dall )arre.Il, si può dire che sono troppi Ogfi i pQe.ti oscu– rame.,ae famost, o chiaramen– te sconose,iutr. Essi dovreb- Andrea bero accostarsi di pill alla realtà della condi:;;ioneuma– na, ricordare l'appello di Au– den: • Scompagina i modi impeccabili del cuore gelato, coslringilo ad essere ancora una "'Ollagoffo e vivo•· Ada Donati Falconara Rivier infine, il linguaggio soprat– lldlo poe.tico dalla realtà. La civillà occidentale non è che m1 susseguirsi di frantuma– :;;iotti,come in una rea:;;ione atomica a catena, né se ne vede una fine. Il pQe.ta 11011 poteva 11011 riRetterc questa condhione: e.gli è in/atti il portato di una società in cui i~ rapporto tra me:;;:;;i e fina– lllà, arte e vita è irrimedia– bilme,rte compromesso. Cre– do che nessm10 meglio di ::::~a ~~~eviu~r:,::.- :-8';:rri L'incertezza e l'equi\'OCO, tica? l segni sono discordi liuçuaggio manca di re'2ltà anzi la temporanea impossi- e gl'indici molteplici e con– prrmaria, del nesso Ira cosa bilità di un discorso cbiarifi- traddi11ori. Che direzione sce· e parola. Ne deriva una poe- cativo della paesia contem- gliere? Per la poesia, come r;:o~: 1 1!a ~!di:,:i:r~!::;:~:~~ Fc~::{ii~cW>~~I~~~~ :r J~~~~;n~. ~~re,~gra ~1:= ~ser':'Z:fr~:i~~d"~ai~co~~ ~f 1 ~1"ribl:~i; ~ ~~ ~!~~~ ~!~ti~~ h~~~héan~::i ~~~ rata nel linguaggio. I poeti mo, che è quello del suo belle e inutili poesie da fare, si sono sottraili alla loro spe- awenire, della sua sorte cou- e i loro critici, tanto da dfica responsabilità, che è creta. Un \'ero e proprio im- chiacchierarne. Poeste e cri– molto semplicemeHle la real- passe, donde le scienze nel- tiche che non interessano tà dell'esperienza umana•· le loro alluali condizioni di nessuno, salvo le coppie de- Compiro del poeta 11011 è separazione, di specializza- gl'interessati. separate come quello di proporre un.a reallà zione ad oltranza, di • con- sono dai problemi vitali di presupposta; l'arte non è co- cretizz.azione mal posta ,. per tolti. Ed ecco perché il rime– Slru.:;iom:solitaria dell'artisla, dirla nei cosl felici termini dio non può essere che nel– ma deve piullosto reali:;;::.arsi · Whiteheadirmi, dawero non l'opera, sia pure con inccr– nel dialogo, nel caso speci{i- si mostrano in grado di ti- tezza, con rischio. Per il resto co, nel rapporto tra l'artista rarci fuori. giudicherà il tempo. L'inter– e il pubblico a cui si rivolge. Non parliamo, poi. di quel- rogativo più sennato, forse, A_llorasolranlo ci sarà espres- le scienze letterarie, cosi che oggi ci si possa porre, s1011e,termine clte, ri(}'?rtato pronte, oggi come e più di è quanto sia utile quello che al suo significato primitivo di sempre nonostante le prole- si dice e si fa per la rico- ~~f;{;:;::0df•111;'J'~'ea11t~he~i !'e i~vrirf~. aa r~:nr;;J~~: struzione di un rapporto si- definisce man mano che vie- Prima di tutto. Che Jinguag- !n~~ia,t_e e unilario tra vita ne proposta ( e non presup- gio, che discorso appare le- A~TDREA RJVIER C F e L'alunno• ~:ftJ; e 0 ;,~, ~;":s~~:::t~e ~= ~~~~~i~n~?°ll~'ire; à!lfa e~: 1 ____________ ""_• ____ = ___ 1 _ 1 iP_P_ 1 ' ________ _ tica, deve attuarsi nel rap- sia non può prescindere, è porto dialogico tra poeta e ovvio, da un'idea della cul– lettore, e soltanto nel mo- tura e deli3 storia. Ma quali mento dell'iucomro nascerà ne sono i termini validi? E una realtà che prima non e.si - per essere intesi come e da steva. Ed ecco il pu11to: oggi chi. in una simile confusione la poesia manca di contenmo ideologica, in un ambiente e.x-pressivo, come del resto do,·e elementi addirittura gran parte della piuura e la çreiestorici, primitivi, sono musica dodecafonica. assurc.iamente mescolati con Oggi il poeta Ira interrotto le im·enzioni più nuove e ri– il dialogo isolandosi irz zmo \'Oluz.ionarie? sterile monologo: ha cercato Ma forse è proprio di qui metafore oscure, è ricorso ad che può scaturire il germe di '::!~~:~ 0 :li,i!oi'r:t~errichi~: ~~!p7i~!~siuc~~ti~!~t:! mi culturali troppo al di fuo- ris-posta, beninteso, prowi– ri della portala del l~tore sona, come tutto oggi. Certe medio; Io lta escluso sollopo- nuovissime dimensioni dei nendogli u11a reallà presu~ presuppasti economico-esi- ra:~~•mJ~sihane~f.j~~;!~nespj:;= :!~~%al~'unn~r:nini~ra{;t 0 g~::i~ trospettiva, si è immerso in zionc forme nuo,·c. e certo w1a problematica egoistica, più « integrate•, della poe– in una tematica di caratlere. sia. C'è una frattura, un in– strellamellle ir1dividua!e.. A terregno. Questo mi pare cvi– questo proposito si è parlato dente. Come pure mi sembra di solipsismo. lo direi piut- chiaro che la crisi non è della tosto che si tratta di narci- poesia, bensl di quella poe– sismo. Certo, non imendo so- sia che non risponde più alle stenere una poetica di carat- nosLrC condizioni e intenzio- ~~~ _.IX;1f,~~;,e:,,~o"cz ~J 1 ~f p~/;, ni vitali. Sarebbe errore di tener dietro con un vocabo- f:~1~at~!?cn\t ms~~Jilk1::; ~';:?, i::~n::,!~e,n~n1; •~ad~~~; cristianesimo o marxismo o nell'eccesso opposto, e l'arte tecniche produtti\'isliche o è diventata tanto aristocrati- ~ro~t~n J!f ~tiS}~J'~i ~a ::CAfsC.:;e}itiJf~!:t 1 e8 !~:~ suo concreto divenire. Intimo pensare. alla produ:;;ione poe- conflitto tra memoria, sa– lica più significath•a di que- rebbe a dire il compiuto, lo sti ultimi anni: i Pisan Can- storicamente concluso e feti– tos di Ezra Po,md. Per com- cizz.ato, e imenz.ione, ossia prenderli, se è lecito parlare l'urgere profondo del seni.i– di comprensione iu queslo mento ancora integro e ina– caso, si richiede al lettore la lienato, la concreta formati– co,roscen::a del franase, del vità estetica dell'uomo nel provenzale, del tedesco, del suo produrre vitale. greco, del latino e perfino del Afa come giudicare in pra- L'OPERA PRIMA Dl UN GIOVANE NARRATORE * Lospecchionero di Sampoli cli CJJJBERTO Jl,IRl',IRDI A lettura te.-minata. si rimane sconcertati e avvi– liti. se Lo specchio nero, che Furio Sampoli ha pub– blicato per VaUecchi. vuo– le essere il r:iCesso di una situazione spirituale della civiltà che vivJ.amo. Poiché la vita di Matteo, protagonista di questo ro– manzo, oscilla tra l'omici– dio e il suicidio, delitti che fan.no giustamente jnorri– dire e sembrano !"indice di una inconsueta violenza ca.male dell'uomo di oggi. intesa come ribellione ad un ordine costituito che non è tan-to di una mora– lità di benpensanti, quan– to quello di Dio. E non una ribellione matta e irrazio– nale. ma ragionata e me– todica. come quella che spinse Agostino a rubare le famose pere nell'orto del suo confinante. non per mangiarsele, ma per godersi l'atto del rubarle: • non l'oggetto per cui mancavo, ma il mio stesso mancamento amai •· come di sé confessa il Santo. Più o meno complicata, più o meno :i-n®n!ondibil– mente •personale, è sempre ~ la stessa suggestione. lo stesso impulso al quale ob– bedì Adamo e di cui si la– menta Paolo di Tarso, quando dice: • non il be– ne che ,-og!io faccio. ma il male che non ,·oglio pratico•· Se non che. in questo ro– manzo. sono da rov-escia..-e i termini della propos!zio– ne paoHna. perché Matteo. non il bene che non vuo– le fa. ma il male che vuo– le pratica, perché il male gli serva da reagente nel– lo scoprire dialetticamente Dfo. Ed anzi. questa con– dizione 5embra a ::\iatteo che lo stesso .~ostino giu– st.ifichi. quando legge nel– le sue EnaTTa.liones in ps,almos: e l\Iost:rami un amore privo di contenuto e che non operi affatto. I de– litti. gli adultéri. le em– pietà. gli omicidi. tutte le zione dell'uomo poeta di quella realtà che DE<a poesia ha purificato da <>t,"Tl-i macchia originale. Lo specchio nero del Sampoli ha un carattere netto che è l'indice della reazione cntartiea allo stesso reale eticamente confet.~to: l'assenza del compiacimento psicologico nell"immagine. il tono. di– rei, più doloroso che ama– ro del ritmo stilistico dJ tutto il romanzo. ---------------------------------------------------, lussurie non provengono E' questo carattere di moralità intrinseca che de– ve interessare il lettore. il quale. nel male narrato deve vede.re la confessio– ne, nel suicidio de,·e sen– tire la punizione che Mat– teo si dà per avere tenta– to Dio nel cercare Cristo deatTO la risch-iosa espe– rienza di un estremo limi– te metafisico. Esperienza rischiosa e quindi non re– petibile. ma che simboleg– gia un reale spirituale che. confessato. evaso è già su– perato. Ed esperienza di una spietata sincerità che non ha gli eqUlvoei sotto– fondi psicologici. accettati e goduti. l'aperia manife– stazione della violenza per la ,iolenza di un Pasoli– ni. tanto per fa:-e un no– me; poiché lo stesso suici– dio è. e sembra assurdo. la figura simbolica di una condanna spirituale per una impossibile ribellione a Dio. UNA DISPUTA ALL'ACCADEMIA DEI LINCEI dall'amore? >. Manierismo, barocco, 1--ococò Ma il suicidio appare, evidentemente. conclusio– ne troppo negativa di una condizione dialettica co– mune a tuti:i gli uomini per essere accettata. se non sapessimo che questa opera non è un sistema fi– losofì<.:o e. naturalmente, nemmeno uno scritto dello stesso Matteo dopo la sua morte. Infatti. non si pen– sa certo di arrivare a co– si sballate e contenutisti– che conclusioni critiche, appunto perché il roman– zo del Sampo~ indica una condii..ione spirituale i cui simboli rappresent.ali\.i hanno un valore soltanto come concretezza d'imma– gini espressive di un da– to stato d'animo. A che punto siamo con la· e disputa del Barocco•? Sem– bra proprio che, convocando nelle proprie austere e, insie– me, familiari stanze, poche, ma espertissime, personalità a discutere, in riservato e sereno colloquio, su • Manie- ~~~lti ~a=i -~ 1·=~: mia dei Lincei abbia voluto richiamarsi aUe lontane di– scussioni di Pontigny, e chie– dersi, infine, a quale punto, dopo tanti anni, dal 1931 al 1960, si sia giunti nell'esame di una questione che ha frui– to di uno straordinario mo– vimento e approfondimento, e che evidentemente è assai seducen1e per gli studiosi con1emporanei. Pare dan·ero che il momento sia stato scel– to con opportunil.à, e di fatto il termine ha subito pres– sioni ideologiche e teoriche e sollecitazioni estetiche e cri– tiche da tante parti che or– mai vive in una rete cosi flua di ipotesi, intenzioni e significati da assumere va– lori di,·ersissimi, e anche op– posti. Mettere ordine in una materia così complessa e ag– gro\ligliata vuol dire prima di tutto vederci chiaro, e cioe, stabilire quali risultati siano indiscutibili, lasciar cadere le scorie, e riordinare i risul– tati sicuri nel quadro teori– co e storiografico generale in cui solo possono \-;vere e valere. E' stato, dunque, ec– cellente il proposito di esa– minare il problema - soprat– tutto per il lato della sua disponibilità storiografica - da vari angoli (letteratura, arti figurative, musica, sto– ria) oltre che dall'angolo del– la terminologia critica e del– la storia della Lingua. ILBAROCCO • lizia traduca il termine dal– l'Encyclopédie Méthodique di Quatremère de Quincy, Mi– gliarini ha stretto la dimo– strazione io un solido e coe– iente sistema di prove. Per– tanto, la proposta un tempo tanto discussa, e perfino vi– tuperata, trovava qui una inattesa, confortante, e con– vincente c.onferma, e s'inte– grava con quelJa tradizionale del Migliorini stesso nel suo Promuario etimologico [pag. 59) così presentata: • pro– babilmente dal tenninc mne– monico scolastico baroco ri– ferito ad una forma di sil– logismo .... ILBAROCCO NELLA LETTERATURA In séguito. i contributi di Raymond, Praz, Vincenti. Getto, Macrl diedero un qua– dro completo dell'uso del ter– mine e barocco • nelle storie leuerarie delle diverse na– zioni europee. In ogni caso. tutti accettarono per sconta– ta la convenienza di servir– si di questo termine come in– dicazione del periodo storico che sta tra il Rinascimento e l'lllumjnismo, anche se con diversi accenti e limiti se– condo le di,·erse prospettive nazionali e secondo diversi modi di vedere la questione. Comunque, per la Francia, Raymond fece da par suo la storia della difficile vita del termine in una cultura in cui il termine • classico • e •classicismo• per lungo tem– po si identificò con gli splen– dori del XVII secolo e con le strutture stesse del gusto nazionale. do aperta la sua attenzione a tutti i paesi di lingua germa· nica e all'Olanda, dall'altro infonnando intorno agli stu– di più recenti. Macrl ha trac– ciato il piano suggestivo di una storia della questione del Barocco in Ispagna, e ha indicato insieme una pro– blematica ideale e cronologi– ca che non solo vuol tener conto della presenza di una attenzione vivissima al pro– blema da parte di poeti co– me Eliot, Ungaretti, Hoff– mannsthal, e gli spagnolidel– la generazione del venticin– que ... ma anche vuol liberare la letteratura del tempo dalla ipoteca mortificante della stanca poetica aristotelica. Getto, che ha tanti meriti nell'ordine di questi studi, ha, infine, esaminando vari aspet– ti della letteratura barocca nel nostro paese, definito la •visione- barocca come orga– nica, polimorfa, • polipro– spettica • di contro alla vi– sione intellettualistica del Rinascimento. Egli ha anche mostrato come l'uso in que– sto senso della nozione giovi a J)Cnetrare nella compren– sione vh·a delle opere del se– colo, e la nozione possa quin– di mostrarsi efficace anche in senso euristico. ARTIFIGURATIVE ILMANIERISMO E ILROCOCO' Ma il problema del Barocco ha richiamato anche l'atten– zione su due altre nozioni storico-estetiche: il l-,·lanieri– smo e il Rococò. Quanto al manierismo, con molta dot– trina, e in ottima lingua i1a- 1iana, il prof. Weise ha mo– strato il significato origina– rio e la• delimitazione crono– logica del termine manieri– smo nelle arti figunnire, dichiarandone tutto lo s,·ol– gimen10 storico nel passag– gio dal senso negativo primi– tivo al senso positivo (Frie– dl:inder, O\'orak) e nel suo sempre più netto distinguer– si dal Barocco. Ezio Raimon– di ha poi ri\ 1 endicato con grande sensibilità culturale la autonomia del Manierismo rispetto al Barocco, e ne ha chiarito le possibilità di ap– plicazione alla letteratura, al– la storiografia letteraria: pervenuta tardi in tale sto– riografia, la nozione di ma- ~s~'&° o\~~~·erna~i. e : tius, Sypher, Hansen, Hoc– ke ...) giunge a significare se stessa come • struttura orien– tativa• adatta a penetrare in quella situazione di •-affi– nità mentale o sensibilità comune che lega tra loro gli spiriti della seconda metà del cinquecento in un tempo di inquietudine, a tratti dispe– rata, che resta al di qua del– la grande avventura della • scienza nuova• e della vi– sione poliprospettica del mondo, cioè del Barocco. Meno indagata e teorizzata finora di Barocco e di Ma– nierismo, anche se sollecitata argutamente, l'idea di Ro– cocò ba dato frutti meno 1er– tili: con grande piacere ascoltammo il Ronga nelle sue sottili variazioni sullo « stile galante• e Sedlmayer nel procedere ad una descri– zione minuta del Rococò nel– le sue forme diverse e nel suo interno movimento, teo– rizzando del Rococò come metastile, o Binni con le sue fertili perplessità metodolo– giche. RISULTATI AJ1reJin~ia1f~ !p~~o V~~ te a chiarire le ragioni di una cosi larga attenzione dei p()(!– ti del Novecento ali.a poesia barocca; e forse qualcuno avrebbe potuto utilmente chiarire in generale il singo– lare interesse che la nostra cultura pona alle ragioni del Barocco, e mettere in luce non tanto generiche affinità o simpatie, ma i fatti precisi di questa attenzione e il lo– ro significato; infine, forse sarebbe anche gio,•ato l'in– ten·ento di un filosofo o di un esteta capace di esamina– re i motivi del variare del significato della nozione di BarocC'O nelle sue infinite accezioni semantiche, e di de– finire alla luce di Un cri– terio dottrinale e storico, i limiti di legittimità di que– ste variazioni e oscillazioni. Per altro, preparato con ma– no felicissima ed awcduta, e nei limiti che si è propo– sto, il Com·cgno ha raggiunto i risultati utili di una pre– cisazione storiografica c di un aggiornamento necessa– rio al proseguimento degli studi, e cioè: 1) ha stabilito la storia e l'etimo della pa- Tra i tanti significati dell'arte, c'è anche da con– siderarne uno. innegabil– men:e. d'evasione che può essere di hberazione e quindi di confessione di quella realtà da cui l'ar– tista si libera. da cui eva– de e che contemporanea– mente confessa. Tanto che ogni realtà liTica è una fu– ga del poeta uomo dal rea– le empirico per una ricrea- Anzi. vo!'!'emmo dire, che se quesia foga cata:-ti– ca che spuy,ga l'animo con la necessità di una se– quenza matemati<:a. perva– de di tragicità tutta la vi– cenda (ricercare senza tro– ,·a.1 ~ per abbandonarsi a ciò che non si è t.."'0\clto) è però ancora cosl impre– gnata di una sua nativi– tà psicologica. gronda an– cora cosi sangue e lagrime da non riuscire a farsi perfetta catarsi lirica nella necessaria unità stilistica tra jmpulso e parola, per cui è come se le immagi– ni non fosse.r-o a tutto ton– do. non si movessero nel pieno colore dell'autonoma luce fantastica del senti– mento. UMBERTO MARVARDI ~~~-o~3iffl~ ~osf~1~ !e~;,--------------------- ormai universalmente si faccia uso del termine • ba– rocco• in tutte le ar1i e nel– la letteratura come nozione storiografica che indica il periodo che sta tra il Rina– scimento e l'Jlluminismo, e ne ha messo in luce tutti i concreti problemi: 3) ha precisato lo staio della ricer– ca nelle singole storiografie. d::I: fe~!~~~ :t~~fl:~: ti nelle diverse nazioni; inol– tre, 4) mentre ha chianto la situazione so1to tutti que– sti aspetti, ha mostrato anche tutto l'aprirsi· di una nuova problematica nei rapporti t:ra manierismo (una nozione che onnai sembra giunta al punto di maturità nella sua interpretazione critica e sto– riografica) barocco, e rococò, e ha individuato cosl le nuo– ve aperture, le nuo,·e prospet– tive di una ricerca che, al– meno per le questioni di pe– riodizzamento storiografico, sembra giunta ormai al suo momento di definizione. Pre– sieduto da V. Arangio Ruiz, e ordinato da un comitato di– retto da Alfredo Schiaffini (sempre presente e attento a tutto nella sua sensibile e mi– surata cordialità) e costitui– to da Chabod, Migliarini, Praz, Ronga, Salmi (che nella sua relazione ha offer– to alcune precisazioni docu– mentatissime sulla cronolo– gia e ideologia del Barocco anistico) e Sàntoli. il Con\'e– gno si è concluso con una gita a luoghi manieristici e barocchi nella campagna ro– mana, e a Viterbo. T 1. 'l ' li problema fondamentale del Con\'egno fu quello del Barocco; e, pertanto, intor– no a questo tema si svolse la discussione più fervida. Mi– gliarini si era assunto il de– licato e difficile còmpito di ricostruire la storia della pa– rola, e diciamo sùbito che certamente i suoi risultati sono stati preziosi: dopa aver liberato il campo dalle in– terpretazioni scientificamen– te non accettabili o fantasiose o slra\•aganti, comunque in ogni caso infondate, il Mi– gliorini ha seguito la diffu– sione del termine dal Porto– gallo e dalla Spagna alla Francia alla Germania e al– l'Italia, e ha dimostrata. in modo ineccepibile come il centro di diffusione della no– zione quale termine critico negativo sia stata la Francia del XVIII secolo, a cui essa parola per altro giungeva dalla Spagna e dal Portogal– lo, e in particolare dal ter– mine portoghese barrueco, perla scaramazza, irregola- L--------------------' re. Mostrando poi come il lo.ti- Per la Francia egli ne mo– strò l'uso più appropriato nell'indicazione del rilie\'O cbe il barocco è nella nazio– ne una lotta continua con intenzioni avverse con cui si oppone e con cui si compone secondo diverse dosi e diver– si rapporti nelle di\'erse si– tuazioni, luoghi, personalità. Dato poi uno sguardo a tutta la questione per rapporto al– la storia letteraria francese, Raymond ba magistralmen– te riassunto i risultati di una ricerca prolungata e fnmuo– sa. li Praz ba parlato del barocco a proposito dellà let– teratura inglese, ed è argo– mento che quanto mai gli è proprio e consono; con pro– spettive originali lungamen– te meditate egli ~ha criticato talune tendenze correnti nel– la critica anglosassone ed ha aggiornato la nostra cono– scenza sugli ultimi risultati della critica e della storio– grafia specifica. Cosl, se Vincenti (con una relazione applauditissima) ba offeno un aggiornamento tanto ele– gante quanto convincente ai suoi primi (e cosi utili) studi sulla letteratura barocca in Germania, da un lato tenen- Sarebbe certo utile (e an– che piacevole) fermarci sui risultati di un uomo come Diurne a proposito del Ba– rocco musicale in cui una esperienza tecnica diretta e sicura dell'arte musicale del seicento s'accorda con una conoscenza diretta dei tratta– tisti musicali e con i criteri intellettuali di uno spirito critico molto corretto, o di Wittkower cos[ netto nel ri– fiuto della nozione • resllit– tiva • (o diremmo povera e incolta) del Barocco, ed an– che tanto cordialmente rilut– tante, da buon anglosassone. ad ogni amplificazione meta· fisica del termine. O su quanto ha detto Argan, come sempre pronto a muoversi tra una meditata e profonda esperienza particolare e con– creta e le questioni gene– rali, dando in tal modo uti– lissime prospettive per pc,ne– trare in un mondo tanto difficile e chiuso. Difatti, ot– tenendo molt.a attenzione, egli è risalito dallo studio del– l'urbanistica francese del XVll secolo a quei modi ge– nerali di interpretazione so– ciologica del Barocco che gli son propri, congeniali, e in cui egli sembra anche aver contribuito all'indagine di una questione estetica diffi– cilissima (i rapporti tra arte e società) senza pregiudizio delle reciproche autonomie dei due termini. Per altro qui basti l'accenno. torio Saotoli che posero con chiarezza ed e\tidenza i temi e problemi su cui fruttuosa– mente si discusse. Alla di– scussione intervennero, o fu– rono presenti, oltre ai relato– ri, Tapié (che fece un in– teressante inten·ento sul ba– rocco nei paesi slavi) Maver, Simone, Spini, Anceschi... Forse sarebbe stato utile che un poeta come Eliot capace di esporre criticamente i motivi delle sue necessarie esperienze fosse stato presen- P. VERDI Cesare Fillppi: • Maternità •
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy