la Fiera Letteraria - XV - n. 22 - 29 maggio 1960
Domenica 29 maggio 1960 LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 J:L LIBRO DI CUI SI Pli.RLX * Un ritratto di donna * di FERDI.1.A.IDO l'IRDIA tempo della sua solitudine e della sua superiorità mo– rale, la superiorità femmi– nile che nasce dall'intima consapevolezza di una don– na che si tro,·a indifesa di front.e alla ,·ita, una con– sapevolezza interamente e lucidamente soffe:-ta carne esperienza fondamentale e irripetibile. per questo meno univer– sale. Forse tal,·olta ella ha ecceduto nel romanzesco (i frequenti temporali, un tentativo di ,·iolenza da parte dell'autista del ma– rito, inutile neJl·economia del romanzo l'amica Olga che vede e troppo e troppo bene. i cam·egni di Elena ed Ennio nei quali spesso ritornano parole e situa– ~ioni già dette). ~la si è rive.lata narratrice vera nell'acuta penetrazione dei contrappunti p5icolo· gici che animano dal di dentro il dramma dei suoi personaggi. nel sicuro rit– mo che ha impresso a tut– ta la storia. FERDL'lA..,TDO VIRDlA Eliano Fantunl: e Raill%3 romana• Quasi sempre i romanzi scritti da donne hanno per protagonista un personclg– gio femminHe che non è soltant-O una creatura della fantasia, ma il personaggio emblematico d1 un dram– ma particolare della con– dizione femminile, sarei per dire un campione del– la condizione femminile. Ogni scrittrice - anche al di Cuori di ogni diretta e indJretta prospetth·a auto– biografica - centra nel personaggio femminile. una controprova di se stessa. aUìda a esso un suo vero e proprio messaggio per le sue simili e per ll mondo dell'altro sesso, reterna po– lemica che è nella stessa dedizione della donna. nel– la sua estrema difficoltà di difendersi dai sentimen– ti, dalle abitudini, dalla struttura della società. e :forse per quento i perso– naggi femminili dei ro– manzi scritti da donne fi– niscono con l'apparirci talvolta come personaggi pressoché inc0mpleti. o al– meno unilaterali. troppo carichi in un senso. cioe nel senso della polemica. ma non di rado privi di altre dimensioni, quella della società, per esempio, o anche quella della razio– nalità, e non di rado, alla fine. si scopre che il ,·ero protagonista. o almeno il personaggio più riuscito, non è l'eroina che si di– batte nelle spire della sua passione o che affronta po– lemicamente il suo o i suoi antagonisti maschili. ma ,proprio questi ultimi, che appunto dal riverbero del dramma femmin* acqui· stario unità e coerenza. E' un"altra l'esperienza che Elena ,·h·e veramente. ed è la morte dello zio Xanni, cioè dell"uomo che rappresenta non soltanto l'unico legame vero e pro· fondo di comprensione di affetto tra se stessa e la famiglia del marito. ma è una sorta di affinità istin– tiva ed elettiva. quasi un'arcana e persino quasi morbosa .paternità. Quando lo zio Xanni muore. la vita di Elena sarà svuotata di tutto, Ja sua stessa rela– zione con Ennio ne viene cancellata, ma ·viene can· ceUata nel tempo stesso ogni possibilità per essa di continuare a restare ac– canto al marito. Si inizia da questo momento la sua ,·era disponibilità di esse– re umano, un perfetto equilibrio della sua vita. una sua assoluta libertà morale. ~ in che cOSa consiste da questo momen– to la sua disponibilità? Elena è sola, è libera dalle sue ossessioni. Tutto le può a'ccadere, ma Elena non sarà più l'essere con– dizionato da una realtà non sua. Il fatto che lo zio Xanni l'abbia lasciata ere– de delle sue sostanze non incide sulla sua determi– nazione, è la morte di lui che ha rotto l'impossibile ma reale equilibrio della sua ,·ita e solo da questo momento è finito ogni suo conflitto di donna con la sua stessa ,·ita. RECENTI STUDI SULL' ESISTEIYZIALIS.\10 * Il romanzo della Di Fal– co è torse uno dei migliori che siano stati scritti in questi ultimi anni da mano femminile, anche per il coraggio con il quale la scrittriee ba affrontato il problema dei sentimenti e delle passioni, soprattutto quello della dignità inti– ma. profonda. essenziale della donna di fronte ad una società borghese nella qua· Je la !a.miglia è divenuta. un puro e sempl:ce sche- Dalla solitudine aflacattedra di A.l'GELO .1·_-tRDIJCCI In qUC$ti ultimi tempi è da segnalare una ripresa de– gli studi in Italia sull'esisten– zialismo: dal ,'Olume che Santucci ha pubblicato per le edizioni del Mulino, sul piano dell'analisi e della ri– cerca, all'interessante .. Esse– re gli altri• (Ed. Tavlor} di Vedaldi, sul piano più stret– tamente speculath·o alla ri– pubblicazione di e Aut aut • ~~1J1~~e 1t~~ nd ;ig~icaa1I~ ~o~e Sd:ta 1 3il~hie~; ~:: to un rifiorire di interessi non contingenti che ,-anno attentamente ,.ilutati anche sul più generale piano della culrur:i. della letteratura e della poe;;ia in modo parti– colare (cfr. l'ultimo Heideg– ger). Quel che rimane, in ogni modo, sempre di estremo in– teresse, al di là delle esem– plificazioni e della ricerca sistematica, è il pensiero ,;– ,-o dei .. filosofi dell'esi– stenza•· Tra essi, in prima fila, So– ren Kierkegaard. E' per– fettamente inutile ricordare ~l ~n~~~ t~~~~~n~ timamente legata all'altro) del solitario pastore danese: ma gioverà sottolineare la sua irriducibile (spesso pa– ndossale) difesa del .. singo– lo .. contro tutti i tentati\'i di classificare ed etichettare la ,;ta e l'esperienza (anche concettuale) dell'uomo. Le spaYcntosc alien:u:iooi dell'uomo moderno, gli er– rori della ,;1a di massa, ban– no troYato. ormai è un se– colo, in Kierkegaard l'ina– scoltato profeta: ma se la e Kicrkegaarde reinassance • favori - pur con tutti gli ine,;l3bili estremismi - una radicale presa di coscienza de I l'uomo contemporaneo e un rifiorire d'interessi re- ~fn~i a 100 do~;:o- ~~iriode; l'Archivio di filosofia da En– rico Castelli sul tema: e La diaristica filosofica• (edi– zioni Ccdam, Pado\'3), Come dice il titolo ,il ro– lumc in questione esamina i rapporti tra filosofia e auto– biografia (è questo. appun– to, il titolo del saggio di Ca– stelli che apre la raccoha ), alla ricerca delle necessarie implicazioni tra esistenza e pensiero, tra indagine con– cettuale della \·erità e pos– sesso esistenziale, umano, della ,'Crità stessa. Oltre il saggio di Castelli già citato (,·cramente esem– plare per chfare:z:za e pas– sione - due doti che diffi– cilmente \"anno insieme), il \'Olume raccoglie scritti di Goubier (Pascal e Maine de Biran), Bu~elin (Rouso;e:m), Prini (Kierkepard), Pucci (Nietzsche), Klein (Rim– baud) ,5emerari (Berdjaev) e Lombanli. Marce.I, Guinon, Paci e Grassi hanno affidato al rolume in questi~ne ampi stralci dei loro • diari filo– sofici •· Nella sua impegnatissima (e non molto se.rena) e con– futazione,. dell'esistenziali– smo Guido Oc Ruggero par– la,'3 con particolare \"ecmen– za dei ..professori tedeschi• che, con i loro ponderosi tomi e con la smania siste– matica caratteristica della filosofia tradizionale germa– nica (la stessa cosa non si può dire, di un Nietzsche nonostante le sue origini li– bresche e filologiche) non di altro si preoccapa,'3no se non di seppellire, sotto mas– sicce piramidi para-logiche, all'insegna della fenomenolo– gia bus.serliana o gi.ù di n, le intuizioni e 13 dolorante esperienza, umana prima che concettuale, di KierkCjlaard o, per l'appunto, di Xietz– sche. scnziale dell"inessenriale, te– stimonia di un intereMC che, se alt"ro,-e non riuscirà a li– berarsi da una nozione intel– lettualistica e agnostica della trascendenza. tro,-a qui una sua compiutezza religiosa, anche se a Jaspers n3tural– mente sfugge - per le sue origini protestantiche - il senso profondo della dh;– nità di Cristo e quindi il si– gnificalo della Chiesa e quin– di le possibilità di autentica sah-c:zza legate alla realtà di Cristo e della Chiesa. Ma un yero interesse religioso c'è e sarà proprio per que– sto che l'opera di Jaspe.rs poLr.l dare buoni frutti ed essere, in una certa misura, significante del nostro tem– po e dei problemi di sempre. Xon a caso, per esempio, Alberto Caraccioto. uno de– gli studiosi italiani più sen– sibili e attenti di Jaspers, nel suo ,-olume e Studi ja– spersiani • edit o da Manora– ti (e ad es.so rimandiamo il lettore che ,-oglia tro,-are una trattazione vh-a e non cattedratica, approfondita e originale di alcuni fra i temi più interessanti del filosofo tedesco) si chiede c ome mai e la stanchezza di ìntercs.sc che ... si è fatta e,;d ente nei riguardi dell'esistenzialismo, non io\·este la figura di Ja– spers •· La sua risposta è - i m>arte - quelb suga:erita anche da noi: e una fonissi– ma esigenza religiosa • . E.~ contrasta, però, aV\ -e.ne Ca– racciolo, con l'altra esige nza ~~rse e 1!of~~tJ~ti- ,-a•· E' da\s.ero ingiusto e inesatto dire (pur se in contraddizione aperta con Ja– spers) che la visione del mondo inteso come scena di un irrimediabile naufragio è necessariamente legata a tutti i tentati,; di umanesi– mo laico, a tutte le ,-elleità ,-olontaristiche e attivistiche sganciate da1la realtà di Dio? ANGELO NARDUCCl I1V1'1TO AL CHIARI,l1E1,"TO DELLA POESIA COSTE.UPORAì\"EA * Una lettera diOreste ~lacrì Cari.s.nmo Aecrocca, dispensami. ti prego, dal– l'intervenire sulla recente poesia. specialmente dopo aver assistilo a un con,·e– gno di giovani ri,•iste qui a Firenz.e. Dovrei essere ancor più severo che in Caraueri e fi– gure. Ho notato, è vero, un primo assestamento, la autoliquidazione di cor:-entì e movimenti clie furono in voga; bo sentito discorrere perfino di solitudine e del– la poesia come profezia, prediletto motivo dell'er metismo: c'è stato un ap– pello alla scienza, all'uma– no. Quel che è mancato, quel che manca - nono– stante l'eccezione parz.iale di alcuni valorosi giovani di Quartiere, Situa...-i.one, Ptesen..za - è la vocazione e la volontà simbolico-me– la!is!ca che è anima e struttura di ogni poesia oc– dde.'ltale, condizione con– dlzionante, libertà e neces· sità del canto. GiO\•ani che ancora identificano deca– dentismo e simbolismo, poesia pura e poesia erme– tica, poesia e scienza. poe– sia e storia, poesia e realtà. sono condannati al sempli– ei.smo tautologico delle mi• nori implicazioni ne!Ia stessa problematica esteti– ca che si illudono di com– battere. Noi cosiddetti ermetici abbiamo insegnato che co– sa è la poesia categoriale ed eroica. il suo posto nel mondo contemporaneo, la sua voce incoercibile di ve– rità; abbiamo offerto g!i esempi indigeni e stranieri del canto asso!:uto e inte– res:sato: abbiamo mostrato in quale maniera e in qua– le senso la poesia italiana si sia inserita nel 900 eu– ropeo e planetario. Le no– stre carte sono lampanti. Le ge.rierazloni postbelli– che banno creduto esaurita la nostra lezione. Ad ascol– tare quei giovani a pochi metri di distanza ho pro– vato l'orribile im?ressione di stare disteso in una ba– ra, di non aver voce._ Era la mia morte o la loro mor– te che gene:ra"-a la mia, se da morte può venir morte? E in:fatti hanno ucciso se stessi, a pochi anni di di– stanz.a, come neorealisti e sperimentalisti; s! escludo– no a vicenda. si stupi– scemo di sentirsi diversi nel giro di pochi mesi. Ciò è tutne arbitrio. va– nità insoddisfatta, acuta scillerenza ahimé sterile nei migliori. ~!i !anno tra- 6eCOlare le loro accuse alla società contemporanea di· stratta in alL.-e faccende, alla mostnlosa dittatura editoriale-industriale, alla mancanza di maestri che stendano una mano, ecc. Cile cosa avremmo dovuto dire noi tra il 1930 e il 1943? Dunque, cri.si di poesia? Penso piùtt oslo a una crisi d1 intelligenza critica, da taluno di essi avvertita. ma in maniera femminea. pas– siva (nessuno d guarda. nessuno d legge). Si diva– ga negli allettamenti dello spitzerismo. del pretismo, della dialettologia. Nessuno, dico nessuno dei giovani (!orse appena un Costanzo) ba afferrato il quesito centrale, sintetico, qualitativo. dt natura ge,– manctca., da risolversi con spirito fraterno, sollda:e con una detenni.nata tra– dizione. con il lento in– dugio della fedeltà incon– cussa. lio pensato anche a un·indfgestione di demo– crazia populista ed anar– chica, che è la specie stra– namente penetrata in que– sti ambienti giovanili: poe– sia per tutti e incapacità di crearsi del maestri. I Fortini, C31vino, Paso- Penso che uno de.i motivi primi, se non addirittura ti primissinw del di.sagw in cu.1 si dibattono i poeli del se– condo dopoguerra, sia stato indù.-id uato in , ,umiera mollo tersa e preci.sa dall'america– na .\lar ,a \lann es, in un di– stico che a n:ò di ritornello concl11de le strofe di una delle sue p1mge:nti piuure di \'ila contemporanea. Il t:om– ponimento t una vivace esortazione ai raga:.zi d'in– gegno ~rchl. indiriuinc que• s to loro ingefnO soltanto , ·er.so le .~cien;:e e le tecni– c he. L o dice il distico a cui allude-..-o prima, che contie– ne ed esprime lUttO ti succo di u11a situa::ione: There's ah,-:lys a job for– un engincer - But nobody wantS a poet. (e C'è sempre ta,•oro ~r un inge gnere, n:a nessuno vuole w1 poe.ta •J. Nessuno \'uole un poe.1a, perché nessuno ne sente tl bisogno (il ,·erbo inglese to want ha infatti entrambi questi significali}. U due co– se, in pratica, sono una sola.· il risul1ato non cambia, co– me r.011cambia la domanda cro ciale che il poeta si pone nell 'esuciz.io del suo la-..-oro: A c hi interes sa. <>iii ascoltare i poeti? A chi al di fuori di pochi specialisti nella Stt!.S$_a arte, ddla cui atte:n;jorie {di– strattissima anch'essa, del re.sto, il più delle volte, o pura.mente professionale) egli non può assolutamente ac– co11te11tarsi?Perchi, se ~a significa qualcosa, deve si– gnificare un rne.ssauio rivol– to a tuJti gli uomini, ca~e di toccare fibre profonde e d'illuminare ,·erità impartan– ti per CUlSCWJo di essi, sz,pe· rando le barriere delle spe– cializ.zJ1Zioni esistenti, e non già erigmdone una n«O\'a. Ora, il poeta ha la netta sensadon.e di essere rifiuta– to dalla società in cui vive. Au;:i, nemmm rifiutato - perché un rifiuto impliche– rebbe alme,w una considera– ::ione preliminare, una presa di posi:.ione, e darebbe, a chi ne è oggetto, se no,1 altro la sensa.:Jon.e di esistere; è sempliceme11te non perup1to, ignoralo i11buona fede e non lini sono accettati sol– tanto nei loro elem~ntl in– feriori, programmatici e funzionali, lnsen..ibili per· ché esterni alla passione centrale della nuova g10- ventù. Giacch~ e da dire che nei singoli (un Plgnot– ti, un Salvi, un Ramat) ta– le pass:o~e esiste. ma non si amalgama. non !uoresce'" in un fatto concreto e visi– bile di poetica eivtltà. La poesia impegna !a sua pri– ma lotta con se stessa. \'er· so una tavola di valori. con accanimento e. ove occor– ra. con crudeltà. Prima della carica mo:-· tale, occorre misurarsi ad uno ad uno. dire chi vale e chi non vale. proseguire tmperterr!ti: è l'estro eroi· co della poesia che fonda se stessa e non tende la mano per mendicare; non per partito preso, come se la poesia fosse l'anello magico che ci rende invisibili ai compagni del nostro \.'i.aggio ,~rresrr e. II mondo odierno non , :e.de il poeta ~rclrt ,:on Io pr evede, non ha w1 posto pu la sua \-OCa::.ione. Citi ha altre ,'OC4Zioni - W scien:;,ia10 od il ta:nico, o l"ingeg:nere dei saggi ed amari consigli deJI,a Manne.s - può seguirle sen:.a pro\.'are 11e.s– SW1 deprimente complesso, sicuro della fiducia e dell'ap– paggio morale della societd. Lo SCt·entiato e il tecnico ar– rfreranno fin dove anfreran– no, riusciranno o falliranno. ma sentono un"atmosfera di incoraggiamento e di stima intorno ai loro esperimenti, sentono che la scienza e la tecnica sono acceuate in pie– no dal mondo d'oggi. Un cat– lÌ\'O scie.n::.iato o un ca.lli\'O ttt:nico verranno rifiutati in– dfridualmente, sen.:a pt!r questo diminuire il prestigio com1esso con la loro alli,·ità, an;:i indirettamente confer– mandolo. E' proprio questo senso dr fondamentale acce1ta:;io11edel proprio la,·oro da parte de– gli altri, quello che manca al poe.la . Costui, semmai, si se nte acc e.uato a titolo per– sonale. Quando ha vinto un grosso premio o è stato molto esaltato dalla critica può ac– cadergli di entrare neu·orbi– ta visuale del p11bblico. Ma quello clte vi entra è il suo nome, non la sua opera, che continua ad es.sue ignorata, o riceve, al massimo, qual- altrimenti si comportarono !a generazJone spagnola del '25. la nostra del '36- 42. lti cerchia di George. la Parigi di Apollinaire. la Roma barocca de.I 1930. Ove qua1C058 di struttu– rale sia ora cambiato nel– la condizione e nel destino degli uomini, la qualità della poesia non può non essere Identica: son prova i mutamenti di 6trutwra nel passato. e alcuni ben più sostanziali e profondi che non il presente, ingi– gantito da prassi e ordigni affatto estranei e aedden– tali. ~esruno e nu!la riu~ sci:-à a intimidirci. Caro Elio. mi sono ac– cono di aver superato il primo cenno di rifiuto. Se queste povere e contuse note U possono servire, adopera!e pUre. Tuo ORESTE MACRl' che an,uuati11a perplessa. (.\li domande se allo stesso Quosimodo, dopo ù recente Nobel, sarà tocuto molto di più}. Ora. il fatto stesso di pro– cedere in una via scrcdaaza comporta una teruio,u. e Wl dispendio dt energie. psichiche molto ma,aiore di qUQndo ci si sente sorretti e come por– tali da un'onda di favore - non verso di noi pusonal• mente, come. ho spie.iato pri– ma, ma ,•erso il nostro la– ,·oro, che è pai il nostro e noi• pzù autentico, quello in cui p,u interamerite ci ri- 1·ersiamo. Xon fa eccezione a que– sta regola (e occorre ag– giungere che nella maggior parte dei casi essa non in– cide sostanzialmente sulla riuscita di un romanzo anzi quasi sempre ne e la cau– sa) il secondo romanzo di Laura Di Falco, dì recente ap~o nella collezione di letteratura e Aretusa,. di– retta da Arnaldo Bocel– li ,per l'editore Sah-atore Sciascia, Una donna dispo– nibile. Titolo già di per se stesso se non proprio po– )emico, certo indicativo di uno stato d'animo tutto femminile, quello di una estrema difficoltà per. la Ponna di scoprire una stra– da per la propria liberla. di trova.re in se stessa la for za di s uperare Ja soli– tudine. l'aridità e la mec– canicità del legami col pro– prio ambiente. Elena, la protagonista del romanzo, una bella donna che si a\.– vicina ai quarant'anni, spo– sata a un avvocato famo– so. tipico esemplare fem– minile della media borghe– sia italiana. meridionale per .giunta, il cèto nel qua– le assai spesso dopo alcuni anni di matrimoni o, c ala tra i coniugi un ve.lo di estraneità, di ind ifferenz a e persino di insofferenza e di avversione. Laura DI Falco ciò che K.ierkegaard stesso più temeva: e l'imbotqglia– mento,. della sua espcncnza e del suo pensiero. Il filoso– fo che più combattè !e de– formazioni si9tematiche e i sistemi stessi, intesi come tradimento e morte del sin– aolo. è preda dei e professori di filosofia • che, su espe– rienze dolorosamente ,issu– te e sofferte, che a null'altro a.spira,"3llo se non a testi– moniare d'un •singolo•• co– st'rui.scono astr:ltte pirami– di concettuali, che, sulla ne– gazione del sistema, innal– zano nuo,; sistemi. Il \"ero tradimento di Kier-kegaard non fu il silenzio cui lo condannò l'ipocrita società protestante danese, il \~ro tradimento comincia ora. Non si può certo dire che a,·esse tono: è uscita ad esempio in questi giorni nel– le librerie parigine la e Cri– tica della ragion dialettica ,. in cui Sartre definisce (o tenta di definire) la pronria teoria della conoscenza. Tor– neremo prima o poi su que– sta monumentale .. summa,. sartriana (7-- pagine) - che l'autore in omaggio al pro– prio sottofondo esistenziale ha dedicato a Simo Dc Bea– YOir - ma ci sembra utile, in riferimento alle conside– razioni precedenti - rile,;are la sua ambizione. diciamo co– sl, kantiana che apenamen– te contraddice le fondamen– tali intuizioni kierkegaardia– ne (l'irrepetibilità dell'esi– stenza, la riduzione della ,-c– rità a pos.scsso soggcuh·o e incomunicabile ,eccetera), rinnegando, al tempo stesso il senso positivo dell'espe– rienza esistenziale, la neces– sità cioè che la filosofia (ma come è improprio questo tumine!) scavi nel rapporto teandrico, l'unico che con– ti in definiti,<l giacché se si può ,;,•ere da filosofi (o da artisti o da scienizati) è da uomini che si muore. l!il'A RACCOLTA DI STlJDI DI 11/TO FAZIO ALLJIA"J'ER Il poeta o,ai awerte in· 1onw a si solo la pressione (ù1 senso atnwsfenco) di ton11e.Jlate e tonnellate d'in– di/feren:.a. Essendo tale la situa:ion.e della sua arte, egli spesso si chie,u sin.cuamen– te se vcùia la pena di prati– carla. Non da wt punto di ,'i.sta concreto (a risoh·ere la sua silua:;ione concreta m altri modi e.ili è ~d prepara– to ,t! del resto non è di oggi l'adagio e cannina non dant panem •I: ma dal punto di vista della cosden:ta, del de– siderio e della 1-olontd di sentirsi in armonia col suo tempo, di sDttirsi utile agli altri ed inserito nel loro stes– so cammino, non in un vi– colo laJera.h e senza sbocco. Il sospetto che la poesia sia diventata qualcosa di gratui– to, un innocente hobby che nessuno tli potrà rimpove– rare, ma di cui nessuno si sentirà neanche graJo verso di lui, lo demorali.:.::a. Pro– prio pe.rchi la sua natura e il Stlo impulso - se è da,·– \·ero un Poeta - lo porta,w a ricercare sempre quello che è e.ssen.dale, vitale, eili non sopport a l'ide a ddla gralui– tà.. Se arri.va a con\.-ince.rsi di questa, abban dona. la poesia e si dedica ad alJre attività - saranno sopra.ttuJIO for– me di rjon.e immediata - con cui a:li sembra di sal– dare rrualio il SllO debito ,·crso il tempo cd il prossi– mo. E purtroppa le tentavo– ni a considerare 1ra1uita la poesia si moltiplicano. Oltre clte tu2.lfe.sterno, ne v engono dall'inumo stesso del poe.ta. Qui egn trova un sen so, pe.r cosl dire, di colpa originaria della poesia moderna, per quei miti d'i.solamento e di • torri d'a-..-orio • che in un primo tempo, qualche eene– ra;joni fa, essasct1u volon– tariantutte. Viste le cose su <lii pia– no puramente sociologico. Elena corrisponde perfet– tamente a uno se.bema ben noto, e in realtà assai va– lido, della società italiana d'oggi. Ma Laura Di Falco non si è aceontentata. giu– stamente, di questo schema, e ha saputo guardue nel fondo di questa sua crea– tura, e non soltanto nella sua avversione per il ma– rito tutto preso dal suo in– sulso egotismo. facile ber– saglio di tacitiane i_ron!e da parte di un veccltlo zio erudito, ~anni, ricchissimo e strambo ormai su11·or10 deUa tomba, che abita nel– -la loro stessa villa 13rotetto dall'affetto e dalla pietà di Elena stessa, ma altresi nell'amara consapevolezza di una sua impossibilita a costruire attorno a se stes– sa un mondo suo. ,·ero. senza intermediari e senza formalismi anche familia– ri. llanca alla sua ,·ita no~ soltanto la pieoezz.a degh affetti ma anche la neces– sita degli affetti: anche s~o figlio le è estraneo, non rie– sce a coprire j} ,-uoto che separa Elena da un mon– do di veri affetti. E' forse questa la ragione che c01;1- duce Elena tra le braccia del giova.ne Ennio ftg~io dell'ir .regolare (per nascita e ,per modo di v h·ere. un angoscioso , se.gr ~to,. _della famigUa del mant o) Adal– gisa. sorella dello zio ~an: ni. ~la quanti sono i se~U della famiglia del mant~ di Elena? Elena non h conosce tutti, ma. ne ap– prende solo alcuni. ~opo quindici anni di matn~o– nj. quasi per caso e pe!5mO contro la sua volonta. In Ennio ella trova un amante quasi coetaneo di s uo f iglio e probabilmente et.la h_a per lui solo una disp osi– zione materna. )fa cOn En· nio. Elena non ha in fondo che un'a"""entura che la aiuta a scoprire se stessa. a comprendere la realtà a;:nara e consolante a un ma sociologico. Elena non fugge, come l' ibseniana :-iora, non si abbandona alla réoerie, ai sensi. ai puri sentimenti. come mol– te eroine romanticM. non è né 1.01a Bo,·ar-y. ne un"Anna Karenina: non c'è nulla in lei di inconsape– vole e di irrazionale, ella va avanti pienamente con– scia di se stessa, senza illu– sioni: tutta la sua rela– zione con Ennio è segnata d a) 1a consapevolezza di fatalità e dalla sua stessa volontà di distacco. ).la il romanzo vero di Elena è nella camera dello zio ~anni, questo personaggio escluso dalla vita eppure cosi ricco all'interno di se stesso, di vita. Assai più di Elena, ma quasi in fun– zione di alter ego di Elena stessa. zio Xanni è l'espres– sione della solitudine uma– na e nello stesso tempa di una incorri.sposta ma ine– sauribile passione per la ~~1:i;diprom~~ 'r::nn'Ju~s~~ ci sarà più, Elena sentirà pienamente l"esigenza della saa disponibilità. ).fa 1a Di Falco ba saputo g:ocare tutte le carte che i suoi personaggi e B loro am– biente suggerivano. ogget· th·andoli pienamente nella loro storia particolare, p0- nendoli a raffronto gH uni con gli altri. immedesi– mandoLi con la re altà. Tra E}lena, • lan.ni, Ennio. Ermanno (il m arito di Ele– na). Adalgisa si a\·,·e:te un ininterrotto rapporto dia– lettico pressoché in ogni pagina del romanzo: e non è certo piccolo merito per la scrittrice a,·er saputo guidare con tanta Jibe!1à ed anche con tanta paettca chiarezza l'intricato con– trappunto che lega gli u~i agli altri i suoi personaggi. e di averci dato il ritrat– to sincero di un mondo fa· miliare della nostra bor– ghesia meridionale osser– ,·andolo nella crisi profon– da dei suoi sentimenti in una 9 ro,spetti,·a squisita– mente femminile ma non Ma, dalla congerie di studi su I l'esistenzialismo kierke– gaardiano, va senz'altro sal– \":ltO il ,-oJumetto edito, nel– la collana delle Silerchie. dal Sauiatore: .. S. K.: Bre,·ia– rio • ,a cura di Ma..'t Bcnse. nella traduzione di Tarino e Panzicri. Ma \'3 salmto, diciamolo ~bito ,non per la scelta dei brani delle opere di Kierke– gaard di cui è composto (na– turalmente discutibile e ov– viamente lacunosa) quanto per la sensibile prefazione di Bense ,il quale s'è fatto premura di sottolineare il carattere stret'tamente auto– biografico di runa l'opera kierkcgaardiana, senza e.e– dere alla troppo diffusa ten– tazione di schematizzare e di ridurre a -;istema l'ìnidu– cibile per definizione, mo– strando anzi. con acume e discemimemo. i continui nessi e le necessarie impli– cazioni tra la vita e gli scritti di K.ierkegaard. Sulla scelta di brani c'è naturalmente da fare mol– le ossen-azioni: si pensi, ad esempio, anche alla sola f!lO– le fisica degli scritti di Kicr– kegaard (migliaia e migliaia di pagine) e si com·errà che è assurdo ridurli in nemme– no no,-anta fogli, per quan– to esemplari e significati\!}. Non ~ ceno, quindi, possi– bile affidarsi solo al ,-olu– metto in questione per co– noscere K.ierkegaard: esso. tutt;l\;3, può costituire una non inutile (per quanto pre– caria) propedeutica allo stu– dio deU'opera kicrkcgaardia– na ,31 cli là delle troppp fa– cili ed erTOnee divulgazioni. Jn questa occasione ci sembra giusto segnalary: (an– che se il ,-olume mcntercb– be un discorso ben più ap: profoodito) la raccolta di saggi e di scritti curata per a:Cb~ isa~!=~ 3 d~iÌ!° P~ rigi della Ri,~ gauche rimet– tano gli orologi al passaggio di Sartre, come già quelli di KOnisbcrg quando ,-edevano Kant; ma è certo che pri– \<lta del mordente religioso. fenomenolog:icizzata, ridotta ad arida pur se lucida siste– matica ,resa confusa da im– plicazioni marxiste e pram– matiste, quella che fu la ri– \"Oltu:ionaria filosofia dell'esi– stenz:i, può ben aspirare a cattedre a!Ja Sorbona e a Tu– binga ,ad essere immaa:az:zi– nata nei testi di storia della filosofia. Chi al pensiero e all'esperienza. umana. con– cettuale e non, chiede altro, sapr.i sempre dove trovare una copia di e Aut-aut• o le incandescenti pa~ne dell'atto d'accusa al cristtanesimo uf– ficiale di Danimarca e al ,·esco,"O Martensen. Tornando ai .. professori • tedeschi non ci sembra del tuuo giusto includere fr:i es– si K.arl Jaspers (o almeno: non quanto Heidegger e i suoi discepoli). Se il proble– ma vero delJ'esistenzialismo ~ (come è) quello reli1ioso. la polemica (o il dialogo) Bult:mann-Jaspers. ad esem– pio .sulla demitizzazione d~l cristianesimo, sulla necesst– ù cioè di sfrond.lrc il Ke– ri2Jlla dal mitico. riconduci– bile secondo Bultmano alla letteratura apocalittica giu– dak:a e al mito gnostico del– la redenzione, per trarre l'es- Ecco finalmente riapparire un'opera sullo Hegel matu– ro dopo tutte quelle dedicate allo Hegcl giovine, tante da far credere ad un fenomeno d'inflazione! L'opera di cui intendiamo parlare non è però nU0\'3, trattandosi di una raccolta di studi pubblicati daJ com– pianto Vito Fazio Allmaycr in tempi diversi, alami assai remoti, curata e prefazionata da Giuseppe Saitta, edito dal– la G. C. Sansoni di Firenze, sotto il titolo: Riurche M– geliane. li nome di Fa.tio c.omin– ciammo a conoscere sin dal– l'epoca della prez:z:oliniana e Voce .., in special modo della seconda, ancor oggi un modello di rivista per lo spi– rito animatore, per la for– mula e la struttura, per la eletta collaborazione. Nella prima e Voce• l'allor gio,ine Fazio pubblicò l'arti– colo che apre la raccolta: Spaventa e l'hegelismo, o,-e ..si mostra qual fu l'oriaine dello siprito con cui gli ita– liani studiarono Hcgcl •· Segue ad esso il saggio: Gentil~ e la riforma de.Ila dialettica hegelituUJ, che può considerarsi la professione di fede dell'Autore nell'attuali– smo di Giovanni Gentile, il filosofo di cui il Fazio di– ,~eone uno dei più illumina ti discepoli, e che col notissimo suo la,"Oro sulla dialettica hc– geliana dimostrò come la lun– ga. catena delle cateaorie sno– dantesi lungo il e.orso del Sistema di logica, ,·a ridotta ad un unico anello, e cioè al dialettizazrc. In ciò consiste, afferma il Fazio, il pensare di Gentile, in ciò consiste la riforma attualistica della dia– lettica hegeliana. Kel rnlume il lettore tro– vera poi una aruta a nalisi della Encicl-Opedia del.le Scie~e filoso/iclu, la c osid– detta e bibbia.. dell'hegeli– smo, e il saggio più diffuso di tutta la raccolta: LA teo– ria della libertà in Reeel, ove il c.oncetto di libertà, se– condo è inteso dal grande filosofo tedesco. il Fazio esamnia sotto il punto di ,;. sta logico. nei suoi presup– posti fenomenologici (cioè in base alla trattazione della U– bertà S\"Olta nella F owm~ logia dello spirito), psicolo– gici, come psicoloii.a del vo- * Ricerche hegeliane di RE_\'A TO JllJCCI lerc, nei momenti del volere, nella liberta come arbitrio, quale sistema de&li stimoli e felicità, come Ubenà in sé e per se, quale svolgimento dell'idea come volere libero, per giuna:ere alla seguente conclusione: e La teoria del– la libertà, come quella in cui si dimostra questa identità di pensiero e volere, è l'aspet– to della f ilosofia di Hegel in cui es.sa ci appare in tutta la sua pote nza, e si dimostra nuo,-a vh'.1 e fondamentale per lo sviluppo del pensiero moderno che, realizzando sempre più profondamente la libertà umana, appunta tutte le sue forze a dimostrare che il mondo è il bene vivente•· Nel penultimo scritto, con– sacrato a Coscit:n::a e auto– cosicou.a, il Fazio torna ine– ,;tabilmente alla bcgeliana Fenomenologia dello spirito, per affermare attualistica– mente che coscienza e auto– coscicnz.a non sono momenti di, ersi di uno sviluppo, ma identiche l'una all'altta, in quanto, se può essere dimo– strato, come è dimostrato, che il primo momento, quel– lo della sc.n.sazione, è già l'ul– timo, queUo dell'autocoscien– za, e lo sviluppo dello spi– rito non può consistere in una serie cli gradi per cui dal primo si passi ali 'ultimo, ma tutto nel cti,·erso valore che possono assumere i gradi, in quanto contenuto d'un medesimo atto spirituale che li gradui e perciò nella storia dello spirito che si e,"Oh-a su per li giri, identico .sempre a se medesimo come realizzante il ,'3.lorc eterno delt'uni"erso nell 0 unico arto, differente sempre, e più po– tente, in quanto ergendosi sempre al di sopra del pro– dotto trapassante si adegua ad un ulteriore prodouo in cui il primo ,;ene incluso e diminuito di prqio in quanto non più adquante l'ano•· L'ultimo sauio riguarda Le forme assolute dello spi– rizo. le qual.i, nel sistema be- geliano. sono, c.ome ~ arci– noto: l'ane, la relijpone, la filosofia. 11 Fazio riprende l'argomento per condurre sulla natura dell'arte una e critica senara .., come scri– '"e il Saitta, a Kant, Fichte, Schclling, Heael, e conclude– re con la identificazione di arte e filosofia. La distinzione tra arte, religione, filosofia (come quella tra storia, scienza empirica, e via di– cendo), inammissibile come mera classificazione o come riferimento all'attività artisti– ca reli giosa filosofante, nel primo ca.so perché arbitraria seziona trice d ell'individuo ,;– vente atto creatore, nel se– condo caso perché illogica attentatrice all'unità dell'uma– no fare, è tutta"'ia ammissi– bile come semplice momen– to di quell'unica operosità che è il filosofare. Ma - pone in guardia il nostro Autore - si badi a non porre l'accento sulla distinzione. poiché allora l'esposizione trascendentale si muterebbe in una esposizione astratta, e il passaeg:io sintetico si compirebbe come trapasso. Sostituendo al pensare astrat– to, il pensiero c.oncreto, al c.ontcnuto l'atto, nel primo momento, l'ane, v'è a:ià tut– to quel che do,·C\-a ritrovarsi nel terzo, la filosofia. e Onde si ba - attesta il Fazio - una sola forma di atti,;tà spirituale, l'autocoscienza; ed infiniti prodotti di questa at– ti,;tà, ognuno individuo, ognuno nuo,·o. ~uno carat– teriizato dal suo essere, nel– la sua determinata sintesi (_.) Tutto è semplicemente atto spirituale, autocoscien– za; tutto è semplicemente se stesso, un atto individuale unico, irripetibile, assoluta– mente nuovo, ,;,-ente•· I.a riduzione ultima è che la filosofia ~ storia intesa come azione, ,;ta, creazione e la conclusione estrema è che l'arte s'identifica con la filo– sofia, entrambe incentrate nel concetto di creazione. Da quanto esposto e citato si ha la confcnna che Gio– ,-:.=.=.: Gentile Lro\'Ò per la divulgazione dc.Ila sua dot– trina at"tualistica nel Fazio uno dei più sagaci e fedeli e originali interpreti. Que– ste Rice:rcJu hegelimtt: rap– presentano per il lettore un terreno a tre strati: Hegcl; sopra ad Hcgcl, Gentile; so– pra a Gentile, Fazio; e Fa– zio tro\'a il proprio pensiero indagando Hegel con a:li strumenti fornitigli da Gen– tile. Si ~ detto che quest'ulti– mo, con la ferrea coerenza logica del proprio sistema filosofico, ha condotto alla tomba l'idealismo, pe.rché gli ha fatto pronunciare l'ul– tima parola. Il che può sem– brare esatto a chi pretende ricevere in dono la Verità totale da oa:n,i sistema filo– sofico; non esano può invece apparire a chi considera i ,-ari sistemi filosofici prodotti nel corso della storia e co– stituenti la più alta proiezio– ne dello spirito umano nella storia, come al~ttante par– ziali verità non tra loro in contraddizione. anzi in con– tinuo progresso, ma ,-erso una mèta di per se stessa irraggiungibile. RE.'1ATO MUCCI Premio Lentini formato ridotto Contro molte buon.e prt-.;.– nom della vigilia., U prenuo di. Poe.ria, Lentini. non è an,– dato nè a Luciano Lu .i.si n,i a Mauimo GriUandi (l "un o e raHro - o - l'uno o l'altr o). PH ti ma.s.riccio inUTIJento d.el prendente di commusu: me pTof. De Be,u!detti, 11 pren-u.o di L. 400.000 è andato a un ce-io \Vilcok. La giuria del • Ullltnt. era rappresentata solo da ue Benedetti e da Rat>egnam; unti gli altri membri (btan~ no Moretti.. Leon&da Repc.c1,. G1oeanni Titta Ro4a. G1uup– pe Villcroel e Lino Cure,J so– no nm.c.rti o.ssenti, in gran park giu.stifi.catl E' titnuto cosl a manure chi potesse formare con Ravegnani una moggioTa1Uc • opponzioM al paure - dikuu di De Bene– deui.. l Quella scelta si è poi, come per un contrappasso dante– sco, tra.mutata in condanna. Oggi ù poeta è solo, anche quando ncn "°"ebbe più es– serlo: i padri hanno mangia– to l'uva ace.rb -a e si sono al– le,a1i i denti dd figlioli. Il senso di questa parte di col– pa dello strumettto che ha ereditato contribuisce a .sco– raa:giare il poet a, cosl come lo scoraigia l 'in.aderuate.ua che una poesia concepita, in virtù di quei miti pos t-ro– mantici, esclusiva.men.te ~ me lirica, rivda di front e al– la mai.fior parte delle solle– citationi e delle occasioni del mondo co11temporaneo. Que– ste, almeno in Italia, sareb– ber o occ asioni straordin.arie per poe.ti satirici o drammati– ci ( dd po eti proporvona .Ji al· le occasion i sarebbe.ro vera– mente dei ei aan.ti}. Ma noial– tri, .. lirici• di tr adizione e di educazione, non siamo né allenati ni equipa,ziati per rravirare in quelle difficili acque. Bisognerebbe comin– ciare dal tagliare ili alberi pe.r fabbricarsi la nave (con. la matmuuiaJ previsione che molli legni andranno in fon– do prona che uno riesca a stare a talla). E altrimenti acconentarsi di star seduti in mille intorno al mule.simo sfruttatissimo laehetto, ad affondarvi a turno le nostre gracili lc!:;,e. In un caso come ndl'altro è sicuro un risultato di dis4- iio. Motti altri motivi u! asp~tti di dLSlJ~o saran110 certamente messi in risalto da altri e piu au.tore\'Oli in• tuventi; a me. è parso utile sottoli~e questi, anche se sono forse un r>ò remoti (o piuuosto preliminari) rispt.t– to ai temi su CW I.a Fiera ci. ha invi.tali a esprime.re. la no– stra opinione. Qui, infatti. mi sembra ravvisare il ~ stante souofondo di un a si– tua.:ion.e che, staccata da es.so , rischierebbe di rimanerci in– oomprcnsibile anche nelle sue rnanifesta::ioni più appari• scenti. MARGHERITA GUIDACCI
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