la Fiera Letteraria - XV - n. 19 - 8 maggio 1960

Pag. 4 LA FIERA LETTERARIA ALC ·N1 RICORDI PERSO:YALI DEL GRANDE se LTORE R MENO * Atre annidallamortedi Constantin Brancusi L • anno scorso in o:;ettembre durante un Congresso a Suasburgo orga– nizzato dalla Società Accademica Romena con sede in Roma è stato com– memorato il grande sclùtore Constantin Brancus.i. In quelfoccasione ave\·o ri– cordato i quattro in~ntri indimentica– bili col maestro nel 1946. 1949, 1952 e 1954.. )ieli"ottobre 1946 la.._~a\·o Roma per una• mostra ad Amst..?rdam. Fermatomi a Parigi una settimtm:i. 3\·evo in pro– gramma la tanto desiderata dsita allo studio di Branc!.LSi. Insieme alranuco Scarpitta. siamo scesi alla fermata del )Ietro Pasteur e p:-endendo rue de \"au– girard, a qualche passo abbiamo tro– trovato Impasse Ronsin. Appena entrati sul vicolo,, mi ricordo bene la forte im– pressione del primo momento dinanzi ai muri neri bianchi e grigiastri delle case. :\li se.mbra\·a di muo,·ermi in un paesaggio di t:'trillo. Vede,·o Pari8i per la prima ,·oha e con tutto ciò a,·e,·o !"impressione - e subito dopo - una fulminea certezza di aver già ,•isti ques·ti luoghi In fondo al vicolo sulla sinistra al n. 11. siamo entrati in un ampio cortile pieno di studi e dj aJbe:-i. In pieno :\Io:ttpar-– nasse. un profondo silenzio ci ha in– ghiottiti. t.;n pittore che proprio u..••ch·a dal suo studio. ci ha indicato senz.a una parola il grande studio in mezzo e la porta di ingresso. Ho tirato il cordone e al posto di una suoneria o di un cam– panello ha risposto un suono lungo chia– rissimo che radia,·a le ,·ibraz.ioni fino a perdersi pian piano neJ silenzio. La porta si apre lentamente e un ,·ecchietto vestito di bianco. con una barba bianca ci ha fissati se,·eramente con occhi pun– genti. Dopo un atlimo di esitazione. ci sorride: - Entrez me.ssieurs! ... ·n immenso studio. anche lui ..-emi– ciato di bianco nel quale la Colonna ln– finda e il Gallo si ri;,ete,·ano in ,·ariP dimensioni in legno e gesso. fu la mia pnma immagine. Si st.acca\"ano poi dalla moltitudine dei b\"ori. rucceUo. e La .,raia.stra> anch"esse ripetute tre quattro ,-olte in varj materi ali e g:-indez:ze. Xella corsa degli sguar.ii che incomincia,·ano ad entusiasm arci. .:1ppan·e nascosto dje. tro la porta. un piccolo letto da eremit.a in contrasto con l e pote nti ruote di mu– lino sulle quali era.no poste ~ la Foca, il Mirocoio e t anti altri la,·ori tra i quali il Xeonato. dispersi nella ,-astità dello spvjo. Indirizzando al mae– stro qualche volta la parola in romeno, mi ri5-ponde\·a sempre in francese. \'o– le,·a sapere che !ace,·amo a Parigi e do\"e fossimo diretti. A,·e...-a conosciuto molti anni prima i Paesi Bassi dove ave,·a esposto. Poi, senza dirci una parola si avvicinò a Leda e dopo una piccola ma– novra questa inc::,minciò a muo,·ersi. L"opera dorata girava lentamente su se stessa. l,;na dta soprannaturale arri– ,~ata da un mondo fantastico incanta,~a 1 nostri occhL Come uno specchio ma– gico il la,·oro assorbi·.-a e respinge\"a .i riflessi dello studio. Sembraxa una \.,– sione paradisiaca. :be C'iriempiva di una gioia nuo,·a. non incontrata prima di allora in un altro studio. Il maestro ci parlò di )lodigliani che era stato un suo caro 'lm1co. Ad un certo m<>mento ci mise tutti e due in una grossa confusione: parlava di una in,·a– sione di mosche che minacciava ruma– nità.. )fa noi non capimmo di che razza di mosche parlasse e nemmeno quando questa in,·asione a,·esse don1to prodursi. Prima di abbando:1are lo studio a,·e,·o chiesto il · permesso di suonare ancora una volta all"ingresso. La soneria appa– riva que~ta ,·oha sopra la porta: si u:-3t– ta,·a di un disco dorato e un martellino lo colpiva in pieno ce,1tro. ~rancusi s~r– ridendo mi rispose per la pnma ,·alta m romeno: - Suona.. s-uona s-e ti piace.-. Lasciammo lo studio porta:1doci oeJ– l"animo alcuni indimenticabili ricordi. Nel no,·embre }l""i,,19. tornando dalla Olanda do,-e ero :imasto tre anni ~r illustrare l"opera di Shakespeare. m viaggio verso l'Italia mi sono fermato a Parigi per rh-edere 11 maestro. Ero ospite del collega Aless.."U1dro !strati ch4: a,·e,·a lo studio di fronle a quello d1 BrancusL Ero molto malato di ulcera. Non ,·aglio fermarmi sulla bontà pa– tema di Brancusi che spesso anda,-a personalmente a t.-Om_Pci:-aregli ~":Denti e le medicine. \"orre1 piuttosto 1.DS1stere sulle ,·isite che il maestro ci fac. e,-a spesso la sera. \ic.ino ~a porta e.ra una sedia riser.-ata a Jw. Entra,-a col suo bastone, si sede,·a lentam_ent~ e do_p,:> qualche momento _di sil_enzi? m':°mm: cia,·a con un sornso m1stenoso 1 suoi racconti. A,·e,·a un"inte.Uigenza ed un modo di raccontare completamente ~r– sonali. Era difficile ~gmrlo dalle pnme battute perché entra,·a direttamente nel momento culminante di quel che ,·ole,·a ra~~ta[:· 21 febbraio 1876 nel pi~lo dllaggio Pestisani Yicino a Targu..Jm. appena finita la scuoi~ di Ar:t,e. e. ~e– stieri di Bucarest partl\"a a p1ech \ e~ )tonaco. Zurigo. Basilea ~r f~TJ?ars~ poi a Parigi per tutta ~a ,-1~- Figli~ ~1 contadini romeni dell Olterua. d~, e_,~ portare nella sua arte tutta la v1talita del folclore romeno. Detestava 1~ parole ,-uote. inutili e co:nplimentose. 1'_00_ SOJ>: portava intorno a sé gli orgogl1~1 e. 1 retoricL Spesso Laglia,·a la parola aJ n– sitatore esplodendo: _ e Ti.s.sez rou.s, :ie m"embetez po.i. ne di.te.s pa..s des betises!.- >. • • Ama,·a sempre la c:pmtanet~a e qu~– do questa giunge\·a a sproposito, la so,– tollnea,·a con un sileD.lio lungo __ ed un sorriso ironico che mettevano l mterlo– cutore in imbarazzo. Questo suo com– portamento spiegaça queffa~osiera pe– sante che ,·enn-a a crearsi og:ru quah-olt~ Ì::ente leggera e presu_ntuosa cercava di invadere la 5 ua solitudine. AccadeYa spesso che quando qualcuno suona,·a alla porta do po a,·erlo fissato a Jungo non lo Jascia:s.se entrare e chiudendogli la porta in faccia gli dice i-Se: * <li ElJGE1l'IO DRA GlJTESCO tre moslr.n·a i ~moi la\"0ri. alla grandi– nata di superlatid del ,isitatore: e Oh maitre. c·est ruperbe, c"es-t fo.-zn.idable. ,·ous etes ,·raiment un grand artiste,! - SI inquietasse CQ!.Ì forte da invitare il ,isitatore a lascia!'e subito lo studio. In una tarda sera. sulla solita sedia ci parlò deU-It.alia. dei grandi iniziati e finalmente si fermò 'l Cr'..sto. Conduce,-a il suo discorso sereno. quasi riposando le idee su ogni parola con la sua pic– cola ,·oce di un'af(ascinante chiarezza. E d'un tratto. quando pronunciò il nome di Dio. la porta si apri bruscamente spa,·entandoci tulti quanti. Xessuno! Lui solo senz.a muo,·ersi. continuò con la stessa calma il suo racconto sino a noUe alta. )Ientre se ne anda,·a ,;a. Brancwl: L"oiseau jaune prima di chiudere la porta. tutto bianco sullo sfondo compatto del buio. ci salutò in romeno guardandoci a lungo con una boot.a patema ed un sorriso da vecchio saggio felice: - Buona notte , rag a=i! La v-igilfa di )iata.le preparammo un albero del tutto origina le: nessuna cara– mella, nessun regalo; solo delle cande– line e qualche immagine sacra che a\"e,·o raccolto nei miei peregrinaggi a Lisieux e Chartres. A,-e,.•amo messo sull"albero anche alcune folOgrafie dei nostri parenti dalla Romania e di bambini dell"esilio. al pié dell'albero uro testa di Cristo. dipinto in giallo. fare gli auguri a Brancusi e a ringra– z.iar1o per tutta la sua bonta, gli rac– conta.i qualcosa dei dolori passati nella notte. )h guardò a lungo. poi mi io\-itò a sedermi. Dopo un !ungo silenzio mi disse in romeno: - Tu deci lavorare molto. Far vede-re prima di tutro a re .stesso e poi agli altri che dentro di te c'è rer-amenu qualche cosa, che hai qua.tcosa da dire. Soffri di nuoro in s-ilen--io, non cercare mai di. spiegarti agli. altri.. Cerco di rivere in silen.::io persino le più grondi ingiu.stizie cerso di re. Soffri~ soffri, solo la soffe– renza ti darà la for=a. Dopo qualche istante.. terminava con parole che non potrò mai dimenticare: - Ama Dio, ama molto Dio. Tu lo deri amare con tanta fede da credere fermamente che se qualcuno ti darà un pe.:::o di pone avvelenato. neli' brani e in cui lo ricetterai, quesro pane .sard sarà già purificato da Dio. Io lo guarda,·o con gli occhi in la– crime. Poi mi diede la mano. la sua mano piccola ma indurita dagli acidi. dal duro Ja,·oro di una ,;ta intera. ll secondo giorno di Xatale parti\·o per Roma col Libro che mi ave,cl dato in regalo • :\la Tra,·ersee • di Georges Le– comte. Xel maggio 1952. dopo un viaggio in Spagna. andai a Parigi. Qui. nella gran. de mostra retrospetti\"a di Rouault. a,·e– ,·o incontrato il prof. Rodolfo Pallucch.ini che mi disse di non a,·er mai rice\"uto :-i.sposta ai ripetuti inviti fatti a Bran– cusi per organizurgli una grande re-– trospettiva alla Biennole di \'enezia: e Pro,•i anche lei a com·incerJo! >. Sa– pe,·o che negli tùtimi anni il nostro maestro a,·e,·a rifiutato molti ÌD\;ti. per– sino quello del grande seduttore degli artisti. )lr. Sandberg. direttore del mu– seo municipale di Amsterdam. t:na sera Brancusi era particolarmen– te allegro e riprese a raccontarci i ri– cordi della sua gio,·entll. Ci fece sapere come a,·e,·a rifiutato l'im-ito di Robin di la,·orare nel suo stud:o: - TI ne poU$Se pas des fruit.s sous les grand.s arbre.s~... L'atmosfera era calda. Ad un certo momento gli trasmisi l"iO\ito del pro– fessore veneziano. Xon ra,·essi mai fatto! - e Quest-ce que voa.s melongez mon-– sieur.' - Allez-11. ne m·en parlez -pa..s de ço... •• >. Si ritirò (uribondo. Per qualche gior– no nessuno pili lo ,·ide uscire dallo studio. XeJ maggio 1954. quando mi tu con– ferita una medaglia , Città di Parigi>. colsi l"occasione per rl\"edere la Francia ed il maestro. F'u l'ultimo nostro incon– tro prima della sua morte avvenuta tre anni dopo. :il 18 marzo 195i. AYe,·o pre– gato il maestro di lasciarmi solo nel suo studio. lli lasciò per quasi due ore, alla fine apparve mi domandò. in romeno. - e Hai vi.sto ancoro qual.eh.e cosa?>. Gli risposi che mi sarebbe stato dif– ficile da queJ giorno in poi di guardare delle sculture con dei nasi. orecchie. mani e piedi... Era evidentemente sod– disfatto. E mentre anda,·amo tranquilli ,·erso la porta. un dia\"oletto era gi3 pronto dietro le mie spalle. ln,·ece di uscire subito. gli confessai quanta diff i– coltà a\"e,·o incontrato in alcuni scb.iz :zi per a,·vicinarmi alla purezza dell e su e forme. ... - e Qu.oi. tu as fais de.s crocq-u.is? , fai.s moi. ooiT.' > Guardò scon\"ollo i miei di.segni. poi incominciò a rompere ad uno ad uno le pagine buttandole a pezzi ne] secchio. Per mia fortuna rimasi tranquillo, di– s:piacendomi solo di averlo indisposto, poi sorridend o: ~ , Volò, coi.là tes crocqu.is! ._ >. Credo c he la mi a ca lma fece s coppiare in mille pez.zi anche il dia,·oletto che fini pure lui ne l secclùo. Di questo epi– sodio non abbiamo più parlato. Avevo ben capito quanto era geloso Brancusi delle sue opere; non avrebbe permesso a nessuno di toccarle. nemmeno con un apparecchio fotografico (face\.-a da solo le fotografie) o in qualsiasi altro modo. Gi3 si parla,·a che dopo la sua morte a,·esse deciso che tutte le opere ri– maste nello s udio doçessero essere of– ferte al Museo d"Arte :\lodena di Parigi. la cui prima sala, nel reparto della scul– tura moderna. contie!le una sola opera: i1 famoso GoUo, considerato come la pri– ma parola autenlica del linguaggio mo– derno dell'arte di oggi. L"opera di Brancusi non 5i dirige verso nessuna ideologia. Nel desiderio di ser– ,ire il Bello nelle sue essenze assolute: - e Le beau. c'est l'équite absolu.e >1 - a,·e,~a scritto una ,·ol:.a, la sua arte è diretta piuttosto all'uomo spirituale. me– ditath·o. a quell'uomo che, assalito da ogni forma di materiali~o_. cerca oggi di sopranrivere. Carlo G1u.ho Argan ha sint.et.izzato ottimamente la posizione de] ma estro scri\"endo: - e Brancusi è rutti.mo grande artista del Medioevo o anche il primo di un medioe,·o che s'an– nuncia > -. La sua arte non ha nessuna corrispondenza con l'arte astratta. poi– ché porta iJ figuratfro sulle cime del sublime forse nello stesso rapporto in cui Paul Klee è riusoto a portarlo nella pittura.. :-iell'anno della morte. Christian Ze.r– ,-os ha pubblicato un bel volume e Con– stantin Broncuri :)• se-.Jlptures, peintures, fresque.s, de.ssin.t, Editions Cahiers D'Art>. Dopa un ampio studio dell"au– tore. sono stati pubblicati ,·ari omaggi di amici, collezionisti e grandi critici d'arte di tutto il mondo tra i quali: t:"mbro Apollonia, G.C. A.rgan. Jean Arp. Calder, Wil Grobmann, Peggy Gug– -genheim. \"alentin Hugo, Giuseppe :\!ar– cltiori~ Lionello Vent~ Jacques Yillon etc. etc. lino dei più celebri motti di Brancusi era: - e Quand nous ne sommes phu: e-n– fant.s, nous somme.s de1d mom!_ ,. ... cll.5"i.Sono passato pr.ma dall'amico pit– tore Dino Grig,:,res co e con hti siamo andati al c:.m.itero :\!ootparnas..i.e do\"e in uno dei ,·iali principali si trova la tomba. t;na lapide pesante di marmo con l"iscrizione e Brancu.si 1876-1957 >. Poi ci siamo diretti ,·erso Impasse Ronsin. espropriato subito dopo la morte del maestro e che ave,-a alcun.i studi di– strutti. Quello di Brancusi era al suo posto ma dopo quasi tre anni dalla mone ancora sigillato. 'fanti ricordi mi im-a– de,·ano tra alcuni gatti che si muove,·ano dappertutto ira le ro,•ìne. Sono passato alla porta principale d'ingresso sopra la quale la finestra a\"e·.-a perso una pane della ,·ernice cosi che nell"intemo po– tevo \."edere la par!.e alt.a del Gallo gigan– te tutto coperto di pokere. Mi sono av– vicinato al cordone del campanello e dopo qualche esitazione, come tante ,·al– te nel passato. ho tirato. Il sucno puris– simo e lungo di una ,·-,lta è stato subito soUocato dalla polvere. Come il mio amico. non pote\."O capire perchè il si– gillo sulla porta dello studio non era ancora st.ato le,·~to e la mostra retro– spetti\"a non era stata organizzata. Sa– pe,-amo soltanto che, per testamento. Brancusi ave,·a ?ascialo tult.a la sua opera al )Iuseo d"Arte )lodema di Pa– rigi: e tutto quello che a,·e"·a mes...<oda parte. circa ,·enti milioni di franchi e un piccolo terreno presso Pangi, a,·e,·a lasciato al pittore IstratL Questo testa– mento è stato !ano da Brancusi di fronte al Dottor Pascu Atanasiu del– l'Istituto Pasteur, caro amico e medico curante del maestro c-he dh·enta,·a cosi il testimone ed esecutore morale dei desideri del defunto. Con Grigoresco siamo andati da Jstrati che si era co– stntito ruJ terreno ereditato uno studio grandissimo che archuc?ttonicamente ri– prod.uce,·a quello di Brancusi: con la sola differenza che ]"austerità era scom– parsa. Dopo la ,·isita a [strati siamo andati dal dott. Atanasiu. Da lui ho saputo che il direttore ~enerale dei ).Jusei di Francia a\"eva lasciato dopo la morte lo studio di Brancusi in,·cntariato in custo– dia di htrati. lino al trasferimento dei la,·ori nella Gallcna ò"Arte Moderna di Parigi. lstrati un bel giorno ba fatto porta.re una decina di lavori di Brancusi a un fonditore per fare i negativi e riprodurli per venderli in Eu.--opa. America e dappertutto do,·e capiti roc– casione. ll Direttore Generale dei . !usei di Francia. saputo quel che suttede,·a, si incontrò subito col dott. Atanasiu e. con la forza pubblica. hanno messo sotto sequestro le o~:-e: lo studio fu imme– diatamente sigillato. E' seguita un"azione giudiziaria e un processo è in prepa– razione. Codicillo Scrh-o queste righe senz.a nessun pia– cere ma è doveroso farlo perché tanti uomini in buona fede possano essere informati. Brancusi. molti lo sanno. era estremamente geloso delle sue opere e le dh·erse \"arianti della stessa opera non hanno mai a,-uto una riproduzione ge– mella. Ed è per questo che nella loro unicità sono arrivate a prezzi fa,·olosL Si sa poi che molti collez.ionLc:ti a,·reb– bero pagato parecchio per a,·erne almeno una cop:a anche se questa fosse fabbri– cata clandestinamente dall'erede. L'af– fare post-mortem era bene organizzato. L'erede però non ha pensato che. una ,·olta registrati tutti i la,·ori di Bran– cusi. tra quelli che si tro,·ano sparsi nei musei e nelle collezioni prh-ate e quelli messi sotto l'inventario neUo stu– dio di Brancusi e che appartengono ora alla Galleria d'Arte :\lodema di Parigi, si sarebbero scoperti i falsi e le copie che sono già in giro nel mondo. EcGE.."10 DRAGUTESCO Domenica 8 ma2!!:lo 1960 C.Onstantln Bn.ncw:l :;J.RTI!STI Dl "IERI E DI OGGl * Tristezza di 1ll odig~liani * di JLlRl:\"O PIAZZOLLA Quei ,-olti che nella p:t– tura di )lod!gllaoi sono lasciati qua s 1 c,Jnlratt1 nella loro solitud:.ne: quel– la elegante deformità che e fatta di linee limpide e raccolte intorno ad espres– sionJ enigmat:che, nacque– ro certame nte da u n lun– go doloroso sileoz.io : si for– marono ne lla fanta sia del pittore ,·ia da che !"esi– stenza abbandona,·a J "uo – mo al suo destino e s.al – ,a,-a rart:sta dalla c ata– strofe. Per capire lo strazio fer– mo da cui emersero quelle figure umane. consegnate alla pittura moderna con un senso quasi tragk:o, oc– correrebbe risa-lire alla sorgente più genuina della pittura italiana. Si potreb– be partire forse dalla t:-i– steua estatica dei Bizan– tini. passare attra,·erso la grazia musicale e prima– ,·erile dei ,·ohl dipinti dal ~lart:.ni e daJ Botticelli e ar:-h·are a quella sorta di incubo sotterraneo che IKli troviamo a fondamento della poesia e della pittu– ra contemporanea. Xon bi– sogna dimenticare che in Modigliani. olt:-e all' arti– sta consumato. opera,·a un poeta che cercava dì obiet– tivare nel volto umano le tragiche ore della sua bre-– \'e angosciata e.s:.Stenza. Essendo malato. e quindi dotato di sensibilità quasi morbosa, egli s·acc0rge,·a di b:-uC:are lenta...-nente. Lo alcool e 1·amo:-e entrarono dunque nel suo spirito co– me le sue dimensioni piU contrastanti. e ricche di pathos. L'uno lo abituò a deformare le ,-isioni del mondo. p:-esentandogli la espressione umana quasi allungata da una specie di lenta eb:-ezza: l'altro lo spinse a condensare su quelle espressioni q:.i.ella .sottile grazia che lo le· ga\""a alla mes:ta melodia della ,·ita. Col tempo. lo artista per una sorta di di– sguido fatale cedette alla dimensione deformante e pote cosi libera:-si dall"in– cubo. fermando. ormai sa– piente nell"arte di seguire musicalmente la dolcezza umana. immae:.Oi che ri– cordano da ,·iciuo la ter– ribile solitudine in cui e proiettata la creatura del– la nos:t:-a epoca st:-anamen– t.e inquieta. E ogni qual– volta noi ci tro,·iamo da– ,·anli a un dipinto di )to-– digliani. sent!amo che quei nudi. quei ,·o!ti dalle fron– ti alte e dagli occhi quasi maturati in una calce az– zurra e rosa. ci aS'Qlgono e ci riempiono di stupore misterioso. Quelle espres– sioni asimmetriche quei profili desolati e lasciati soli a narrare alla ,-ita la loro profonda tristezza. ci chiamano col lo:-o umanis– simo silenzio. per pai pla– carsi in noi come figure di un esilio c he ce li fa pa– ragonare a ce.ni pe.sona,::– gi di Dost oyew- schi e di Kaika. Sono r1tratti anti– chi nella !oro pureua.. ma hanno qualcosa di alluci– nante. ~embrano personag– gi incontrati in certi ,·ico– Ji sghembi della metropoli: creature eleiranti si. ma che stanno s>èr soccombere in seguito ad una estre– ma sofferenza del cUOre. Essi hanno mfatti )a deli– catezza dei fantasmi e il silenzio racc0lto delle c:-ea– ture tragiche e m alate. Sembra che abbia.no i se– gni del vizio e del d isin– ganno. tortu:-ati dal di de..-it:-o. assott igliali da un silenz.ioso e , ·ecch.io rimor– so. che si p.l aca ne gli oc– chi. orma} distanti dalla terra e dalle loro stesse lacrime. ~on sai se sono de.formati da un sottile peccato, da una innata ma– linconia. o sono st.ati c0hi dall' arti..c:ta nell' atlUllo in cui egli bru.cia\-a una sua muta ubriachez:za. Sia che egli dipin,ge\·a visi di don– ne, sia che dipinge,·a ,-olti di uom.ini, noi troviamo sempre la stessa doloran– te eleganza che varia di poco. E su quei dipinti anclie i colori si distendo– no C'Ondiscrezione e sem– brano far blocco C'On la stiliz.zata allucinaz.ione di tutta l"espressione, fermata sulla tela come se fosse allungata da ana interna dolcissim.a pena. ,-olto uman<'. E questo si fissò rulla tela c0n .wm– ma oriJ:nalita. c0nsen·an– do il re:noto dolore del:a creatura terrena e la cele– ste malinC"On~a di figura– zioni quasi angeliche. In realtà )lodiglianL co– me ogni artista genuino. ,m·entò il suo piccolo uni– \~rso. amando e dannan– dosi nella ,·:ta. Andò alla ricerca di l;neamenti nuo,·i e li incontrò nelle lunghe notti del suo ,·agabondag– J?iO. IneontiO creatare de– Ecate e Je nascose nei qua– dri per st:--apparle alla morte con l' incanteSlmo della pittura. t:ltimo pit– tore classico. si proclamò f:"a~ello nell"angosc;a .eale di tante creature incOntra– te orma! sfinite dal male della ,·it.a nelle bettole dì Parigi. Xon potendo amare allo infinito. e non patendo d:– strugge:-e tutto se stesso nell"alcoo1. si misurò colla bellezza. carpendo al suo genio i segreti per cui quei suoi ,-isi dip:.Dli con amo-– re est remo sopra\Ti\-ono e rimarranno intatti in ogni ricordo. In queJ!:li occhi quasi de– Jus: in ~ui J),O!"e spenta l)ér sempre la vita e la luce. è ,·i,·a. im·ece. antica e in– talla la pìeta.. Su quelle f~nli spaz.i05e e lontane sembra ferma una disuma– na medit.aZ.:one. Le bocche irregolari 5e:.llbrano in,·ece nascondere un se{lf'eto. lo ultimo addio muto che si e fatto quasi smorfia. In ognuno di quei ,-ohi allun– iati fino a regge re la espressione strabica come una deHcala immagine di sogno. battono ,·ene in\"1- sibili. Le stesse guance. perdute in fondo al loro rossore. palpitano di un pathos che non si diinen– tica. Quelle creature. con– servano una loro vita in– teriore anche se si appog– g:ano a se stesse con la malinconia di cui è pieno tutto il loro stupito si– lenzio. Stanno oer crol1a– re. ma 5: reggono assolute e tragiche. in uno scatto umano che soltanto colori preziosi e r a r i rendono bellissimi_ Tutti questi ritratti che sono poi in fondo un unico ritratto. furono l"incubo se– reno di )locEgUani: e ad essi egli aff:dò l'orrore e ramare della \"ila. Si era rifugiato nella pittura per non soccombere prematu– ramente. L"arte lo aiutò a scopri– re il mon?o; ma soprat– tutto lo m1z;ò alla ricerca di una compassione con– creta che egli seppe p0i sciogliere sui suoi perso– nag!i:i d op o a,·erla vista splendere negli occhi di chi sta per chiudersi quasi delirante nell"ultimo addio della ,·ila. Questo grande pittore ,-olle sempEcemente con– densare la sua quotidiana allucinazione su personag– gi misteri~i ,-e.nuti a tro– ,·a~lo dal fondo del tempo. umci compagni della sua tristez:z.a di po,·ero e di geruo. _ Allu-ootu-en monsieurs. L"OW: lte.s un ma.th eriali-ste! A ltre v olte in\•ece accade\·.a che men- La sera ,·erso !e sette è entrato Bran– cusi e cantammo in coro canti nata– lizi romeni. Appena ritirato il maestro. mi djstesi sul letto a causa dei dolori che aumentavano conùnuamente. ,-e~ Je 9 di sera gli .1.rUsti di Impasse ~in si erano raccolti tutti in un altro studio: una porchetta, una bot:.e di ,·ino ~ ~olla allegria! \"arie volte a\"e,·ano lD\'ltato anche Brancusi però senza successo. E d"un tratto, subito dopo mezzanotte, una esplosione cli grande gioi:1 f~ trema~ tutto il quartiere. !strati st era preci– pitato al mio letto: '\"ieni, vieni. subil?, B:-aneusi è con noi. canta. balla. e fornu– dabile!. .. lo non potevo muoçermi. i do– lori diYentavano insopportabili, teme– ,·o una perforazione da un m?men:t~ all"altro. Verso le due di notte. gli amici rientrarono e mi tro\"arono in piena crisi. Dopo qualche minuto erano già addo~– mentati Xel colmo dei dolori tremendi. dopo molte preghiere, con tu~to il res~ delle forze rimaste. a,·evo m,-ocato il nome di Gesù. XeUo s:.esso attimo i do– lori scompan·ero. Kon caph·o nulla di quel che mi su~edeva Scesi d3! letto. pas..~ggiai tranquill~!nt~ nel _bwo dello studio. poi mi avv1cmai all albero di :,iatale. Gli amici dormivano pro;onda– mente.. Una gioia immensa a\·e,·a m,--aso il mio spirito. L"indomani, giorno di Katale,. andai a Dopo il Congresso di Strasburgo. nel– l"ottobre 1959, sono partito per Parigi per sapere qualcosa sulla morte di Bran. Braneusi ID IID dlaqno a = boodno di .\lodla!Jml :hlodigliani non fu mai impressionista.. proprio per– cbè in lui l'attrazione \"er- 50 la linea e l'amo:-e pe.; iJ disegno furono talmente prepotenti che gli fecero seoure il bisogno di su• bordinare il colore, da lui amato fino a una son·e– gliatissima mania. alla ele– ganza, a Il a melodia del MARIXO PlAZZOLLA

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