la Fiera Letteraria - XV - n. 16 - 17 aprile 1960

J?omenica 17 aprile 196U LA FIERA LETfEKAKlA RIPROPOSTA DE«L'AUTONOMIA» DI ANCESCHI Estremo ideale dipoesia * di GCGLIBLìUO PETBOl\'I ~ ][JL POLSO DEJL * * 'Jl'E A..~ PO La particolare sit.uo. :ione della penera.;:fone di me.:::– :o. nell'ambito cuhurole del pensiero leuerario e de– gli indirizzi artistici. indus– se a sperimentare ed o.ppro– /ondire. J)(>r lo più .senti– mentalmente ed al fuori di una preci.so con.sapet.-ole::::a .storica, quel filone prima– rio che attrover,so il ro– manticfanw ed oltre iJ sim– bolismo rappre.tentava if più cùro gTado di partecipa– =ione al raffinamento del pell$iero letterario ed e.tte– iico. Ciò, prima della guer– ra. significat."a due co.se : prima significava tra.spor– tare .sul piano europeo, specialmente attraveno la cultura francese e le sue acquisizioni. la eultuTO. na– tionale. tonta.endola a rur– re le velleità di controllo che il costume e io politica n.a...--ionaliambivano; recon– do significava trasportare le idee dell'arte su un pia– no idea.le sottile, eleua.10 e moderno, difficilmente con– trollabile dal di fuori e nel quaie poteua articolarsi un pensiero e sentimenti auto– nomi. a.ssolutamente irolari da tutte le arouolanitd e le crudeltà del co.srume do– minante. Ma in definitiuCl questo avuicinamenro alle massime eooJuzioni del gu– sto e del pen.!iero di alloro.. significava rompe-re le tra· òi...,.ioni cristaUi=ate e acca– demiche della cultura na– zionale e cercare di porri .fU un piano moderno e di confini perlomeno europei. frine-rario atlraveno le grandi culture europee daJ– l'S00 al 900 non ci pa.s.sa nemmen per la. te.sta, .sia perché la vastità delle co– gncioni e delle ricerche e delle compara..."loni è tale da non con,ientirfo. sia per– ché mancherebbe in noi la po$$ibilitd di sostene-re gro.n parze di tali elementi se non s-ulla fede deJl'autore, del re.sto notoriamente ineccepibile. euo non na ce mai una • teoria ,. e vi si trova. in– tiece ogni volta l'elemento liev,ita.nte, queUo che di L'Olla in L'Olla libera dal pur necesiario peao delle forme brute dell'e.ssere. I di ELIO F. 1clCCRQCC... I La •poesia pura:., ideale for.se sentito pil't come cii– ma spirituale che come con– cetto d'un pensiero .florica– mente elaborato, ed in cui .ri inseriva l'alta indica.=io– ne della poesia ungareltia– na, era. purtuttavia un ri– ferimento preciso e non poteva mancare perciò chi. più par1icolarmenre dorato e preparato, lavoraue allo approfondimento, alla sro– rici.:..:azione di que.sro •.sen– timeRto ~ per darne la giu– sta e complessa pro.speuiva. e. con ciò, la consapeuolez– za cultura.le . A questo com– pito provvide Luciano A n– ceschi col suo saggio Auto– nomia e et.eronim:a de:J.'ar– te appar,a a Firen::e nel 1936. Questo saggio di Ance– xlii non .solo mise a punto il sentimento comune del clima e delle idee lettera– rie atfora. come 6ggi tanto valide" Q'Uanto i&olate, ma sul piano della ricerca .sto– riografica e dell'approfon.– dimen{o dei • significati ,., rappresentò un notevole passo in avanti. un contri– buto al 1ravaglio moderno del pensiero artistico e let– tera.rio, là dove s'impunta verso J'c estrema regione deU·au.tonomia deU'arle che è la poesia pura :.. A di.ft.an. :a di ZS anni. Autooom:a ed eteron!m:.a dell'arte è riapparso .stam– pa.lo da Vaflecchi e, que– sta Ti.stampa. peT prima co– sa. ci induce ad una con..ri– derazione che doL"rebbe es– :sere piuttosto comune alla maggior parte degli uomini di cultura della desso ge– nera.:ione di Ance.rchi. A noi. infaUi, lo. ripropo.sta di questo importante saggio che abbraccia un panorama d'una va.stitd .sconcertante e di una gottigLiezza vera– mertle fuori dell'ordina.rio, ci dà l'impreuione che questo ritorno. ce-rtamente tutt'ora auuaJe. ci mette dinnan...-i a tutte le no.stre e.sperien.ze ormai trenten– nali riconfennandoci che quei • .sentimenti ,. di a.!Lo– ra. viati oggi in una pro– $J>eHiva pur tanto mutata, erano il presentimento e !"inizio di un processo alla consapevolezza di t;a(ori spirituali che fanno parte di Quella. forma.:ione allo • uomo moderno ,. che è struttura neceuaria tut– t'oggi. an=i oggi più che ieri. per poter distinguere e 5alvare i valori spirituali atti'l1f, dagli ormai troppo facili mercenari.fmi. ed al pericolo .sempre più. mauic– cio della standardiz:a.:ione t:olgare che non TUparmia la poe.sia e l'arte. come di– re lo stuso peso .spir-Uuale dell'uomo nella viia. n campo scelto da Ance– schi per questo va.sto ed orci ine30uribile problema deffawonomia dell'arte. è quello eh.e parte dalla cul– tura preromantica e roman– tica e ri rirolve nel gran e nodo Poe-Baudelaire e nella no.:ione storica di poesia pu:-a ,. cioè la libertà intellettuale e fantastica dell'artista nel .suo fonda– mentale antidogmati.smo: situa...-ione aperta ai poli estremi, perciò preci.sa nel suo significato e indefinibi- le in quanto non può e.s&ere chiusa in un sistema. Que– sto, mi pare. è: quanto ha .sentito con maqgio-r effica– cia Anceschi nel .fUO diffi– cile irinerario, nel cercare di riallacciare le innumere– uoli file storiche e filorofi– che dalle quali na.sce e .si concreta il ooncerto di poe– l'ia pura; questo è il punto cosran e di que.sto $0ggio che ci appare salutare oggi come lo .sentimmo ieri.. Approfondire il .significa– to dell'arte rispett.o aUa vita ho .sempre J)e'n.$(110 che ra.ppresenti l'atto intellet– tualmente più completo: in .\Ji è parso d'auve-rtire che Anceschi stesso. in questo suo lavoro~ .s'avveda come la decanta:ion.e fino all'impossibile d'un ideale e di una idea arti.dica, di queste • entità autonome ,. divenga o con/in.i asldirittu– ra con uno .spirito di fTa– scenderu.a che rende diffi– cile tener stretto il legame tra la vita e la poe.sia. le– game purtuttavia necena– rio affinché dal po.uibile .- sublime,. non ri passi a qualche cosa che ha sapore di un •nulla,., ma è cer– tamence la ma.uima ten· .sione rintracciabile, quella che rappresenta la più va– lida indica..-ione per la vira .spiritttale, per la salve=.a. di ideali .fpogli di virtuosi– smo e nutrimento necessa– rio ad un esi.tteTe che non sia decadere. l J L"oceasione del Premio Firenze che ba accomunato due autori (lnisero Cre– maschi e Carlo della Cor– te) e due libri di poesia (Il giudizio, Leonardi edi– tore. Bologna. e La risso cristiano:, editore Rebel– lato. Pado,·a) è ormai lontana, ma non a tal punto da passare sotto si– lenzio sia i due ,·olumi sia l'importanza che di anno in anno è venuto acqui– stando :J premio fiorenti– no vigilato da )Jario Luzi. c0nsiderato tra i più seri .di quanti se ne S\-Olgono non soltanto nelle province toscane (dalla Versilia aJ– l"Amfat.a). ma in ftalia. Sia pure con qualche ri– tardo sulla tabella di mar– cia. eccomi quindi a ser– dre (non di barba e ca– pelli c0me meriterebbero alcuni intemperanti) i due ,·incitori del FiTenze 1959. La pOSizione di Quartie· re (da Zagarrio a Gerola. da Saki a Pignotti. fino aJ giovanissimo Silvio Ra– mat ). o più propriamente di quanti respirano < aria di Firenze,. mi pare sia. stando ai testi. una pOSi– z:one intermedia: di dife– sa. direi, dagli eccessi sia di un rigorismo formali· stico che stempera la ge– nuinità delle case da dire. sia della sfrontata acquie– scenza ai modi n?·rbosi e grossolani di marca < m.e– nabotte,. che si "·orrebbe impor-re come risultato sti– listico di prima mano. Gl:GUEL\10 PETI<OXI Vanrdll: Crocefi.s:sione Ma prima chiediamoci che cosa sta accadendo in questa città, nella Firenze di Betocchi e Bigongiari. di Luzi e Parronchi. ed ora anche di Gatto. doè nella zona operante di una cui· tura che da De Robertis a Macri ha significato e tuttora significa ia linea di una difesa poetica ben netta e òare,-ole (si pensi a Letteratura e Paragone), do't'e - sempre limitata– mente al settore della poe– sia - !e file più giO\·ani si ""a n n o allineando da Qualche anno attorno a Qua.rtiere: rfri:Sta di grup– po con sia oure imprecisa– ti legami alla migliore tra– dizione ermetica. e non prh·a, però, di preci.si orientamenti verso la so– luzione del disagio che co· glie particolarmente i gio– vani autori in questo pe– riodo di confusione crit!ca e di tentati\·i in -ç-arie di– rezioni. di rinverdimento social-popuJistico da parte di alcuni. o di stretto ri– gore stilistico da parte di altri. Ora, tanto i testi degli autori di Quartiere, quan– to quelli dei premiati col Firenze, ,~anno "·isti alla luce di siffatta pOSizione. la q u a le e Ja stessa. a guardar bene. che sorreege e ispira il verso di Teui to.scani, Le mura di Pistoia. Onore del i;ero, Città. i cui autori (Betocchi e Bigon– giari. Luzi e Parronchi) si mantengono - occ0rre dirlo? - a debita distanza da entrambi gli eccessi che bo indicato. La scomparsa di Orio J/ergani Una situazione di equi– librio dunque? Virtuosa? Le tentazioni di deviare da simile binario non so– no pOChe. e si an·ertono maggiormente in alcuni te– sti dei più giovani. ma ec– co che subito inten-engono l'occbio e il c0nsit;io dei <maggiori >. guardingo il primo e com·ogLiante il se– condo lungo le redole di un linguaggio poetico vigi· lato. mai abbandonato al– rimpu.rità dell"istinto peg– giore che oggi trova fa– cilmente la da d"uscita nel più debole orifizio di cui il c0rpo disponga. * di UA.B10 GUIDOTTI Abbiamo aotato che per la Si pa:la tanto. oggi. di im· gan1 si era conquistata con che la caro,·ana. per fermarsi morte di Orio Vergani. il di· mersione dello scrittore nel· !a sua .. onnip:-esenza. eco. la in qualche Chiesa do"·e tosse SCOI"SO strettamente critico è la società. Ebbe.ne: Vergani sua e'l.•idenza di personaggio una Madonna del. Perugino 0 stato difficile; eppure \; si \·i s'immerse profondamente. immerso nella cronaca. con un Primith-o seoes;e O una sono provati tutti. da Emilio sempre; e neo solo come cu· gli articoli del • Corriere del· tela di scuola o una facciata Ceccbi sul •Corriere• a Bel· rioso ossen·atore, come gior- lo Sera». con il suo attivismo gotica. Vedevamo la sua lonci sul e Messaggero:.; ma nalista in cerca di colore e che lo portava a fondar pre- macchina sparire in stradet· la commozione necrologica di fenomeni, ma come par- mi letterari (come il celebre te secondarie. e ritornare più ba preso la mano a pur rigo- tecipe testimone. come affet· • Bagutta ». di tutt 1 altro stile tardi nel gruppo. Ciò non si· rosi giudici e ne sono usciti tuoso. solidale. pietoso testi· di quelli che spuntano oggi. [nifica che egli non amasse ritratti prevalentemente u- mone. Infatti non si limitò a dovunque e di ben altra se· la corsa. A.nzL era scrupolo– mani anche da parte di chi una cronaca eternamente rietà) e a suscitar mo,'imen· sissimo nell'annotar tempi a,·eva il compito di un esame brillante. a un mondo • do- ti; cosi che a,·eva, come !et· distacchi. forature. cadute ec~ particolarmente letterario. D ré,. di mondanità lerteraria. 10:-i. gli sportivi e i letterati. cetera· ed era amico dei co,· fatto è che Vergani era trop- artistica. musicale. di bor- &li attori e gli intelJettuall. ridori.' eon,·ersava con loro po •personaggio•; per iote· ghesia raffinata. ma si acco· Sarà un"obiezione facile. ma amabilmente. da tutti rice– ressare solo come autore. era stò con p:-edilezione alle fol· ingiusta La sua produzio.'.le. vendo amicizia e amm.irazio· troppo e amico» di tu."ti ed le più umili e ricche di uma- quella e buona» naturalmen- ne e rispetto insieme. era stato troppo direttamente nità e anche di dolo:-i; a&Li te. ha una validità che nes-- mR.10 GUIDOTTI Cn"< aria,., quella di Fi– renze. che ancora può re– spirarsi a pieni p0Imoni senza timore di "·enire in– tossicati. Questa l'atmosfera in cui operano i quattro autori che oggi presentiamo: Cre- protagonista di un quaran· sporti\"Ì della periferia. per su.no può negare e una forza tennfo di vita italiana per esemp:o, oltTeché ai campio- di pensuasione che convince ,-----------------,-------------·, non imporsi come e fi&Ura » e oissitrl4 ai tifosi anonimi ol- tutti, gli esig~nti e i candidi quindi per non colpire, con trecbé ai: pensonaggi di pri sprovveduti. E' privilegio di la sua repentina soomparsa. ma fila. agli operai. ai con- pochi. piacere e farsi capire l'animo, prima della mentè. tadini. ai giovani che dalla sia dai e colleghi» pieni di dei critici militanti ,oppressi, campapa veogooo a cercare pretese. che dalla massa; e tutti, dai ricordi personali. un lavoro nelle metropoli. Orio Vergani. che qualcuno Chi non a\-e\·a, con lui. \"is· In un certo sen...c :o.dt .:0que. continua a defio.ire e crepu– suto eP:sodi tutti degn-! dj es- anche Vergani fu uno scrit- scolare bo: -gbe.se » (evviva il sere. :a.:l queseoccasione. ri· tore •sociale». E non so.io in suo crepuscolarismo e la sua portati? Chi. con lui. non a- questo: ebbe ,·eramente un borghesia). trul di questo veva pa=tecipato a movimen· e pubblico di massa»: ma prh·ilegio; e senza abusarne. ti di a,·anguardfa. quaranta. non come poteva.no an~rlo in \·erità. trenta, venti anni fa? Per- certi e autori facili » tipo Sal- Non si servì del giornali– chè l'autore di • Udienza a • pubb:::co di massa:.; ma smo per affermarsi come porte chiuse» (tanto per ci· te in regola con la dignità scrittore. ma fece il contra– tare una dei suo'i ultimi li- artistica. E • Recita io col- rio· e in questo è il suo gran– bri) è stato sempre un intel· Jegio •· • Ragazzi a scuola. de ~to Sia il Pancrazi che !ettual! e avanzato•· io tutti ragazzi po,·eri e ricchi• il ~om.igliano (e anche il 1 sensi. da quando. accanto e Basso profondo•· e Io po- Cecch.i) e non si lasciarono ai prim.i pittori e metafisici». "--ero negro•· • Levar del so- distrarre dal pregiudizio che ~aturò uno stile • di ~if.ra - le•· • So~e del capo~•• la prosa del Vergani non me– zione » che a quella pittura • Fantasnu del carosello 1m· ritasse troppa attenzione per– di manichini .s"ispira~·a. fino mo~i!~ •· fino all'ultim~. ?-ii- ché egli scr:ve"-a troppo,._ a certe espenenze di questo fuS1SSuno. ~ appr_o~•atissrmo E&li scrii,.--eva molto. ma mai secondo dopoguerra. Forse la dalla m..igliore crihca. • U· sciattamente. anz.i. sempre onnipresenza. forse certa dienza a porte chiuse•. ebbe- dimostrando una sa.Iute nar– danoi.mziana •sete• di '1.-ita ro un vastissimo pubblico per rath-a che mai gli "~enne me– \;ssutà nelle rue più varie e loro autentiche qualità poe- no e rh·elando un esercizio moderne esperiroze, forse la tiche; e ora N:sistono nell~ cui rempre si sottopone\-a; sua ,--ersatilità a:-tistica. che meno indulgenti raccolte di tanto che la sua prosa ultima gli fa_ce\:a. scrh,-ere •. sempre « ~erie. di_ autori•· co~- è ben diversa da quella nu– con -~~· ~~~ e ~~- gnau q_wndi a una • s~ 0 • 1~ tritasi durante il periodo del– med1e. Libri di VlaggJ e diari. letterana • che non mentisce. la frequenza della te.-za sa– nuocquero un po' _allo scrit- da quelle del .Paocr~ a letta di Aragno. n Momiglia– tore _e .f~vor~o il c 1 perso- q~ell~ ~ _C~~ ~ degli al- no parla giustamente di •una oagg:o_ V~aru. ,., popo.are e tr! ~1~on. Si _d1.ra ':13e que· tecnica di lente accumulazio– conosc1uhssuno; ma fu un st_1~bn (~ altri eh~ il fecon· ni » e di e una fine pittura a danno che c:'aSCUno dovreb- ~ mstancab~le autore pennellate giustapposte, tutte be preferire; e non per amo~ pubblicava con una frequenza graduate nella stessa tinta». re di popolarità. ma per il impressi~nante. !r~ti a E il Be1looci: • Era uno S'a"it· ,~imento . (e il .pat~ento commedie. ~. elze--~~t: a • re: tore che conosce,~a i segreti tDSJeme) dt una v1ta ;11ten· portages » 01 tu.u t gen~n òell'arte narrati\·a ma che samente v~uta_ e dedicata ~n quelli di ?~tura s~;Ì 1 '? doveva difendersi. e quasi alla • comurucanone ». m testa. a cnt!che mu-1cali, sempre vittoriosamente si di- .Er~ ~poss~il~ per Verga· teatrali, di riv1ste ~-) eb: fese 1 dal pericolo di riuscire m. rm.chmde.rsi 1n uno splen· bero un gran .P~bbliC? gra troppo bravo ». dido aristocratico isolamento. zie alla popolar1ta che il Ver· Dopodiché, nessuno avreb- .., .,. --=-- -- be più da storcere la bocca d"oanzi al tempo che Vergani dedicò a Binda e Guerra. a Bartali e a Coppi e infine an– che a Baldini (fino all'ultimo fu un grande • cronista spar– avo »); o dinanzi al fatto che al suo :funerale. insieme agli scrittori e ai critici di ::\lila– no (tutti, perché eg".i non a\-eva che a.miei e mai in nes· suoo suscitò quelle io,'"ldie cosl di prammatica nelr am · biente letterario). si notasse– ro innumere\·oli atleti e di· rigenti di circoli. sporti"; e e vessilli » di asoociazioni! Ho seguito cinque Giri d"I– talia accanto a VerganL Dico e acca,nto ,., perché era il e collega» (vole,·a. da tutti. esser chiamato cosi) CU.i ce.r· ca\·o di star più vicino; al mio primo Giro avevo ven · tisei anni e ce.rea.i d'impara– re qualrosa da luJ. anche co– me e suh"eur »: abbandonava spesso i corridori e soddisfa· ce'l.·a due passiooi: quella ga- ~ stronomica (era. fra raltro. -.. presidente dell'Accademia della cucina italiana) e quel– la del ricercatore di cose cu– rio..-=e; si fermava a mangiare io e os'.erie » do,·e non fosse– ro spenti gli usi di una cuci– na e todigena » e comp=ava nej paeset4J. i p:-odotti più strani deli'~to locale. COS:cché la sua macchina er.1 un e bazar » e veno la fioe del Giro doveva f.ani pre– stare l'autocarro di qualche Casa ciclistica, per caricarci TACCUINO DELLO SVAGATO * Enea, un uomo come noi * cli GlQRGIQ C.4PRQ.1 I Fu UD'es"..a'te àel primo dopoguerra ch'io. t::-ovandomi a Geno,·a per una vi– sita, m'incootrai la p:-ima \"Olla. e si capi· sce mentre meno me l'aspett.a,-o. con Enea figlio d'Anchise. ).le lo ,'idi di soprassalto davanti. in Piazza Bandiera. e sebbene fosse un Enea di ma.-mo. cioè quel mo– numentino a Enea che tutti i geno,·es:i sanno. la mia emozione noo fu mmor-e di quant.a ne avrei provata incootrando Enea in carne ed ossa. Innanzi rutto Enea è un uomo il cui destino mi ha sempre commcaso. Figlio e nel contempo padre. eg:.i sofferse tutte ]e <=oci e le delizie che una tale duplice condizione comporla. Dico Enea meno eroe che uomo. e per di più uomo posto al centro d'Un'aziooe suprema, la gue:Ta. proprio nel momento della sua maggior solitudine: quando non potendo più ap– poggi2I'S.i alla Tradiziooe. ossia al padre che. ormai caòente àa tutte le pa,-ti. è lui ad a,·er bi.sogno d"esser sostenuto, tan– tomeno può appoggiarsi al!a Speranza (all'Avvenire). ossia all'ancor troppo pie– poco figlio, tuttavia bisogno.so d'appoggio. Ca.'"0. caro il m.:o Enea venu:omi incon· tTO p:-op:-io come mi commuove di più, e situato e :'appreseotato p.."'Oprio in quel momen!o ài suprema solitudine che ho det :.o. Cioè men lie lui - un uomo come noi. dopotutto - solo in mezzo al!a gue?Ta e alle rovine. de"-e agir da ro!o pe:- sal– var capra e ca"-oli (l"esp:-essione non sembri w.-e,·erente) insieme con la p:o– prla pe..-sona. va..!e a di:'e per sostene:-e e salvare noa roltanto chi fino a ie:-i lo aveva sosto:luto, bensì anche chi lo av:-eb· be pc,:uto sos-i.enere domani. Perché dav– ,·e..-o Enea (l"uomo) non fu mai tanto solo come in quel momeoto: nemmeno quando. da :-agzzo. per esser tiglio d'una Dea e non d'una semplice mortale. poté sentirsi e dirsi orfano d1 madre. E nemmeno quan– do. Troia distrutta. e perduta la moglie. poté se::1t:rsi e dk'si vedovo e anro..- una "-olta o:-fa::lo. • Il fa1o d,Enea ,., sentii soffia.--e al m.::o orecchio. :\Ia «-a uoa reminisC'enza eco- 1.as --~ e subito la scacciai come cosa retorica e del tutto indegna di fronte a quella minuta statua cariata. cosi dimessa (cosl umana) e rosi vera . E allora? Perché prop:io a Genc.wa un monumen– to ad Enea? E da quando? E di chi? Ave,o purtroppo frer.3. e per soddisfa:– subt""..o la curiOS!tà mi rh·olsi a un v~gile urbano che,. aitante e omerico come tu1ti i ,igili geoo\-esi. cltrige,·a B t=affico di fronte all'Annwl.Ziata. ancora spa«ata in due dalle bombe. e Vada in OOblioteca :.. mi rispose la gua...-dia. e e tenga la sinistra :.. Restai piutto6to male, e per rip!C'CO :-i– ma.si lì. in Piazza Baodie-ra. ancora m– gombra di de'JH.i e con anco.-a le ca..~ spellate e senza più palpebre di persiane o d'imposi.e. tenno a interrogare il m:o Enea. quasi con la spe=-anza ch'egli stesso potesse dirmi qualcosa. Gua. -diamoce.lo 1.m poco iosleme. que– sto Enea. prima ch'io vi dica come e qual.mente. a Ge.no\·a. egli dovette fare persino n lavatore di ortaggi. conscio che i dopoguer:-a son ciuri per tutti com– presJ co!oro che, come lui. di stirpe regia. o addirittu:-a semidhina. Lo zoccolo del mocmmento (che è del Ba.-atta. semb::a). è una piar.-taforma do,-e posa un p:-isma poligonale. sulle cui facce stanno quattro musi leoo:ni con !.a bocca spalancata a buttar acqua. Posa su questo prisma un cilindro scanalato con arroto– lata intorno una fascia asso!utamente muta, ed è in alto su tale cilind.'"'O che tro\-asi. piccola come un bambino. la sta– tua \-era e propria: Enea in persona con per la mano il figliolet.to. che !o guarda cbieòendogli alta. e sulle spalle. Ciondoloni oome l"Agnello del Buon Pastore, il pa– dre o..-mai cosi t:-ag:..:e da sembrar di \--et-o: un gruppo che partito così àa Troia in combustooe:. così se n 1 è rimasto tra le fiamme dell"ultima. gue..-ra. uscendone con un m.in.imo di danno. come sarebbe un piede appena sbocconcellato ad Aocbise. danno che del res'.o è l'unico subito su tma p:azza angusta do'l.·e le bombe - tutti ~o sanno - hanno rispa.,niato ben poco. Enea privo di mdre. senza più mogHe. quasi senza più pad:-e e eoo un Jig.:.to cosi gracil:no da non reggersi ritto. questo Enea come somiglia al Pr..ncipe d'Aqui– tania • dalle torri abolite ,.: al De.fdichado di De );erval Ma sop=at:!utto come somi· glia a tutta intera la nost:"a umanità d"og· gi. la qua!e ha anch'essa da sa.h-a=e una cadente tradiz..'one e un a\"\'enire anC'Oi"a ince:fo. e il compito tremendo di f<tndar da sola la DU0\"3 Dt::à! Eoea. forse. non 6i :-ese conto di ta!e sua \-e.:-a g:-andezza • naturale ,._ O tanto pro– fondamente se ne rese eoffio. da non fno:-– goglirsene affatto. fino ad accettare a Ge– no,·a. e con estrema semplicità (lui, un Principe: un semidio) quelfa sua straor– dina::a mansione di la,·atoce d'ortaggi. cui di sfuggita ho accennato. Già. perché proprio ques'.o, a Genova. ,-enne a fare il mio Enea. ~Ie lo ha garan– tito un Cronista meno bu..-bero e sb:-:.ga– tivo del piz:zaròone. dal quale bo app.-eso, aoche, che Eoea capitò qui. in Piazza Ban– diea. dopo ave: sostato prima io Piazza Fossa:.el!o dove giunse nel 1844. e prima ancora in Piazza La\·agna e in Sozi.g:fa. A r.cevcrlo in Piazza Fossatello furono appunto le • bisagn!ne ,._ cioè l'e:-bh-eo· dole della Val Bisagno. le quali. secondo le esatte parole dello stes...<:0 Cronista. • gli fecero buona accoglienza. data la como– dità ch'esse ottenevano di lavare gU or– taggi ,._ In Piazza Fossatello enea. pazien!e in meu.o alle brave donne che e\"lÒente– me..nte facevano buoo. uso deila fontana sottomessa alla sua statua. sos:ò. per :-ipo– sa..-si. un temPo propo.-zionale alla durata del suo lungo \-iaggio, (forse per rinL-e– scarsi e rhllrancars:i in quella sua all~a mansione d"acquaiolo). fin quando, ripre– so Il cammino nel 1873. proseguì raggiun– gendo Piazza Bandiera. do\·e tutt'oggi è visibile. Senonché, cli tale nuda cronaca (non so fino a che punto incon.futabi!e). che imparta? Non è certo dal ptmto di vis'..a estetico od erudr'° che la mia curiosità e la mia commozione sono s.ate toccate; be:nsi dal fatto che il m:o dnetto Enea fosse "·e– nuto a capttare proprio qui. a Genova. e che a erigergli un monumento cosi, fn una piazza cosi (un monumenUno cosi pudico e quasi ,-ergog:ooso di sé. in una CU'O.ice tanto domestica e familia_-e) sia– no stati proprio loro. i geno,-esi. GIORGIO CAPRONl maschi e Della Corte (seb– bene a distanza mi sem– brano rapportabili a quel– l'equilibrio fiorentino di cui prima si parla,·a l. Lamberto Pignotli e Sih·io Ramat . Distaccatosi presto dal e realismo momentiano >. Crema .se.bi s·a,""\1.a (con L "Annuncio, Schwarz 1956. Cento cavalli aria1. Scia– .scia 1958. e Il giudi....-iodel– lo scorso anno) verso un accordo interiore fra il dramma unh-ersaJe e l'uo– mo contemporaneo. in una continua ricerca di conte– nuti autonomi, rinno,-atori. non disgiunta daUa disten• sione dei mezzi espressi\·i in cui egli sa trasfigurare e consolidare la propria intuizione lirica: < Jfalato d"orgoglio e di fatica. - come una preghiera ogqi medito un verto - che in sé racchiuda l'intera gra– zia - di una rosa bianca. e tutta la sua i=erità,. (da e Poesia indubbiamente messianica:.). t:n eccesso di astrazione gnn·a però sulla sua ,·occ. e questo mi pare il pericolo ma2- giore: un approdare sulla parola più che sul1e cose. E e cose ,. non sta per og– J?etti in.sensibili. inanimati: ha persino ,·alore di senti– menti: come ben s·a,-,,·erte nei ,·ersi di e Gode il mo· scalo,._ una poesia di Cen– to cacaUi prigi cbe trascri– \"O a modello: < God~ il mo.scato suU·autu.nno _ e la foglia aià secco della rite - si chiude: l'ha bruciata l"estate - oer la forte poc– cia - dell'dcino ottobrino. - Avida morte la sua _ che sen:a doler.fi la trasmuta. • Xé gode la mia rita come l"uca. - ch·e profonda di iempeste e sabbie • rio-– lente. né .!Ozia come l'ape _ dopo la rendemmia >. Identica !"origine mo– mentiana in Carlo della Corte che meriterebbe un più ampio di.sco-r.;o. Alrat· ti;;o di questo poeta sono: Cronache del gelo. Scb\\-arz I956. Stagione pubblica del 57. L"onesto CJiardiniere, ll pro,·inciale 1958. I paesag– gi del cuore in < Xuod Poeti,. di Fasolo. \"allecchi 1959. la raccolta premiata, La rissa cristiana. con in– troduzione di Andrea Zan· zotto. e una scelta di traduzioni da Baudelaire. Epigrafi, Poesie varie. Buf– fonate, ea· Diedo editore in \ ·enezia. 1960. In Della Corte è eddente la maturazione a1 poemet· to. a quell"inquietante ri– sentimento nei confronti deUa facile cronaca. che in lu1 a,-e\--a sempre tro,·ato toni appropriati. liberi dal· le strettoie del contingen- te, anche quando apparh-a Immerso n e 11 a pote.mie.a deUe istanze sociali. Xon che Della Co:-te abbia tra– d:to la sua ori2:me. ma in lui, come in altri. l"e,·olu– zione delle fonne di lin– guaJt:~io appare stmttura– t.a. connaturale e perciò sincera: < Sono i=ico di te. mio temPo. come - e il fanciullo del padre: ed amo - I.e tue grazie. diligo i tuoi difetti - che han la luce e il C')lore del mio sangue. _ Altro da te non .sono. eguale a( ramo - che al tronco Si conpiu.noe fin– ché ca.d'l - il falcetto su lui, .su me la morte ... ,. (da e I nostri giorni,.). Significare, il terzo vo– h1me della collana diretta da Zagarrio per r editore Leonai"di di Bologna. ri\""e– lò nel ·51 Lamberto Pi– gnotti. poeta. àllora. non ancora del tutto chiarito forse neppure a se stesso. raggrumato com·era e irre– tito da incertezze , ·erba.li e sintattiche di cui s'è poi liberato. fino ad approda– re alla candida e distesa Elegia edita da <Quartie– re ,. nel ·sa e al recentissi– mo Come stanno le c0se. nono dei e Quaderni del Critone,. curati con par– simonia da \"ittorio Pa– gano. Con l'ultima raccolta di Pignot ti e con la prima del gio,-anissimo Sikio Ramat C Le feste di una città, estratto dal <Quar– tiere,. dello scorso dicem– bre) siamo nel pieno di quell"<oria di Firenze,. che fa equi-Iibrio nell'anima. E si che Pignotti e Ramat non è che eludano proble– mi e contrasti di questo nostro assurdo ,·i\-ere da poeti in un tempo che pili impoetico e indeciso e in– canagJito non potrebb"es– sere. :,.;é si richiede a chi. tiene in mano la penna di ,·oltar la faccia da contra– sti e problemi che intor– bidano e annm-olano rana che respiriamo per posare lo sguardo al futile e inu– tile ghirigoro della nostra prh-atissima ombra. '.S"on ce Jo siamo mai sognato. Dire e come stanno le cose>. realisticamente, af· !rontare la verità nelie sue multiformi sfaccettature, anche quella biologica co– me riesce a fare Pignotti. o quella malinconica e fan– tasticata di Ra.mal. e ne– cessario come il sale nella minestra. :\fa tra le .- cose ,. da raccontare e da mettere sulla pagina non c'è sol– tanto l"escremento di cui sembrano ghiotte certe in– nominabili bocche. ELIO F. ICCROCCA Ultime sulla "Dolce vita,, La di.tputa attorno alla .-Dolce t:ita-> non vogliono Jinire: in un cer-to sen.so , an.zi, tra.f[erite di piano e tolte da sono i riflettori deUa cronaca, .fi sono accre– sciute ,almeno amcchile, complicate. in ma.no a profenori, saggisti., moro:li.fti d'clto liveUo. E: dit:en– tata. u~a disputa filosofico.. una questione .storica.. 11:1 me:::o di incontro (e di scontro) deUe for2e di pensiero italiane. Siamo ora .fui piano delle rfoiste, lontani dall'•occasione•. Luigi Ruuo. sul •Belfagor:11, scriue che c-U film è tu.tto Upirafo a un co.tt.olicerimo putrefatto, cioè ateo:.. trova l'l.spira-"ione «1'0diea.leggiante e rn.a.s.s<>6 neggiante, che irride ad un coltolicestmo troppo uti~ lita.rio per essere genuino:., non scopre e-nessuna ca– tarsi procurata attraverso la crudezza delle scene:., ma invece un dannun:rianHimo dc piccoli borghesi rn cersa di evasione, chiama Fellini cii Guido da Verona deUa cinematografia:. e conclude ricordando che canche Gioi=an Batti.sta Marino riCOTTet=a qual– che allegoria moralistico, postuma. dopo at:er intrec– ciato e 5broda.to ottat=e lascive .su oltave lascive:.. Su.U"ulHmo numero del men..sile •Letture:. padre Na.uireno Taddei pubblica un ampU.uimo saggio sul · film, abbordandolo da ogni lato. considerandolo '" sede di analisi strulturale e tematica, ualutandola quindi e5teticamente e moralmente. A porte alcune irrilevanti ruen:e. non ultima quella sui pericoli che ii. film comporta rispetto a .tpeltatori impt"epa• rati, padre Taddei è çi.tibilmente emusia.sta deU'optta di Fellini. paria di .-una struttu.ra a.ssoh ,tamen.te nuo– va nella storia del cinema->, di ... un'ampiezza di r-e– spiro eccezionalmente ca.sfa.:.. di •URO spa..riodtà che non ha più confini, come quando .ri guarda daJla cena di un monte:.; quindi, acchln.ando ai personaggt assicura che •in tutti c'è l'ansia di quatco.sa di au· ten.Uco, men.tre e poiché tutti i,'ivono un vita inau– tentica.. In quelle persone:, in quegli ambienti, in queUe cla.s.si ,. .sono pre.sentate tutt.e le: cla.ssi, tutti 17H ambienti, tutte le per-son.e, còite sotto U preci.so profilo della non--autenticitd di c1ta:.. cli di..tcorso è ampio, unioer-sale:.. •C'è in tutto il fUm l'ansia di qualcosa di nUOL'<>, di un'apparizione celeste, da una scossa ciclopico eh.e laceri le parett di queito mondo t-nau.rentico:.. Nono5tante le ,u.e incerte.z:z:e, o forse proprio pe1' tali in.certezze, cl.a dolce oitG.> è pe-r padre Taddei ... un film precrutiano, in quanto, dopo aver testimoniato il croUo dei miti nell'ira che mu.ore, prospetta le basi natw-a.Ji suUe quali ri pro– fila e può r-adicarn l'e.tigenza crtsttan.a.:.. Infine Paolo Ricci., tull'ultimo f0$ctcolO de .. 11 contemporoneo•, dopo av-er dato ragion.e a Fellini cquando afferma di non aver c°'uto fare auolut.a· mente con il .fuo film ... un discorso apoc.a.Ht11c 0 ,., definisce: cl'apocali.sse è nella societd in cui viviamo e di cui gli artisti. l veri artisti. .sanno cog,lierne gU a.spetti e la sostanza.-. Lo: nottra società è putr-ejatta e Fellini è il suo regista.. si proclama in eonclusicme da un.a porte; dall'altra porte, e non tropPo diuimilmente, si con• elude che cl.a dolce vita.:. è .. un documento e un leltimon.e dell'tra che tramonta, èra in cui ri a.sriste al crollo di tu:ti i miti:., compreso •il mito deUa religione, se per religione si intende certo e.steriantò e certo formah.smo:.. La po.ssibilitd di rifare in quest.a nota faffasci-nante Vangeli: e Resurrezione • tutto, ma spes...i:.o lasciava an- •------------------------------- Fellini ateo, moralistç. critico sociale, marint.(_ta, denunciatore. profeta_ E la disputa non è finft4.

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