la Fiera Letteraria - XV - n. 13 - 27 marzo 1960

Domenica 2i marzo 1960 t~ FTER~ LETTERARIA Pag. 3 Poesie inedite di D. H. Lawrence li rinato interesse per Lawrence lirico si aggiunge alle autorevoli testimonianze che lo vogliono . pari superiore ad Eliot e forse FarfalJa FarfaUa, il vento srffirr tc,rre al.tre it muro del giardino, in direzione det mare. Farfalla, perché tt posi sulla mia scarpa e ne centellini to $p0rco, sollevando, solleuando le ali variegate? grande farfalla bianca! l::.." già l'ottobre, e i' vento soffia forte verso it mare dalle colline dove la neve deve e.uere caduta, percht? è vento lucido di t1eve. Qui nel aiardino. tra f gerani rossi, è caldo, caldo, ma il vent.o sCJ!]i.a forte in direzione del mare, o farfalla bianca .. contenta sulla Te no? andrai, te ne andrai dal calore della mia dimora7 Oh ,,ì, ascenderai come su un arcobaLeno invi.si.bile, librandoti suUc grandi aH morbide, maculate di nero, finché i! t.·,mto non ti devierà nettamente dalla cresta dell'arco [mia .scarpa. e in un bizzarro svolazzmnento orizzontale sparirai ver.so it mare, pulvi.scolo [bianco! Addio, addio, vita perduta! Ba.sta! Ti h.-o vvduta svanire neU'aria. Ti ui sciolta nella distanza di cristallo. L'attacco Quando uscimmo dal bosco s, fece una grande luce! La notte s'ergeva, bianca. Stupii e mi guardai attorno. Era un tale incanto! La .stoppia luceva wl terreno, splendeva bianca, bianco campo di neve: eppure erano caldi i languidi aliti notturni che mi spiravano 1n volto. Bianca di corpo e calda era la notte, dolcemente profumata al respiro: bianca e accesa e-ra; un fioco battito pulsava per entro l'intero essere blando ch'io forme.va con Essa: un bat.iito in continuo dileguo, e che tuttavia non dileguava. Dì fronte alla collera tremenda della morte, Questo portento scintillava immobile! Tutte le /onne del portento, con sospcJo re.,piro. erano ferme ad ascoltare in sogno estatico; l'intera, bi.anca Notte! Stupito, ogni albero nero fioriua sul momento. Vidi la trasfigurazione, l'Ostia, presente. Tran.sustanziazione dello Spirito Luminoso. Massimo Dto è più vecchio del sole e della luna e rocchio non può contemplarlo ne la voce descriverlo. Ma un uomo, uno sconosciuto, si appoggiò alla porta.. U mantello su.l braccio, in atte1a d'essere invitato a entrare. L~ chiamai dunque: e Entra. se vuoi!:,_ Entrò lentamente e sedette presso il focolare. Gli chiesi quale fosse il suo nome. Mi guardò senza rispondere, ma una tale bellezza mi penetrò, che sorrisi a me stesso, dicendo: < E Df.o! :,. Allora egli disse: <Ermete!:,_ Dio è più vecchio del sole e della luna, e rocchio non può contemplarlo ne la voce descriverlo: e tuttavia questo è il dio Ermete, che siede al mio focolare. Il centro del mondo Questo mare non morirà mai, ne mai invecchierà, mai usserci d'essere azzurro, di solle-oare nell'alba le sue ondulazioni, di la.setare che la nave di Dioniso, smilza e nera, lo 1olchi, !"albero avvolto di viticci, tra i delfini che saltano. Che m··1mporta ,e i bastimenti fumo!i della e p & O.:, e dell' e: Orient Line:, e d'oltre rimHl fetfdezze attraversano, con puntualitd d'orologio, la distanza minoica? Non fanno che attraversare, la di.stanza resta. E adesso che la luna, la quale fa lucenti i corpi degli uomini, e al suo levare. e pt..ò guardare dall'alto il sol.e, vedo scendere dal.le navi, all'alba, smilzi uomini nudi da. Cnosso, che hanno L'arcaico sorrl.to dei reduci infaWbHi. e accendere focherelli su ile ri · e, e accuccia-si. parland? la musica delle lingue perdute. E gli dèi minoici, e gli dèi di Tirinto sono, comv ,empre. udibili apoena, ridano o ciarlino; e il gio1:a11eDi. ani.so straniero µende in ascolto al limitare, con grande reverenza. Cosa sono gli dei? Che cosa sono gli dèi, allora, che cosa ,ono? Gh dèi non hanno nome né volto. Eppure, guardano nel folto di un tiglio e.stioo, ho visto in profondo, d'nn SUbito, glt occhi degli dèi. Gli dei! Gli dei! La gente !i bagnava e s>atteggiava sulla spiaggia. Che generale de.solazione! Gro.ue membra d'automi, petti. d'automi, voci d'automi, d'automi perfino gli allegrt ombrelloni. Ma una donna, timida e sola, si lauava .sotto un rubinetto e la luce della presenza degli. dèi era liliale, di ninfva . Le cose che gli uomini hanno fatte ... Le co.se che gli uomini hanno fatte con mano desta, ponendo in esse duttile vita, rimangono deste. attraverso gli'apni, del tOcco che fu loro infuso, e continuano [a splendere per anni e a-nni.. Per questa ragione, alcune vecchie co1e 1ono ancora amabilmente calde della vita degli uomini dimenticati che le hanno fatte. La meschinità della gente E per..sate, l'usignolo, cosi timido, che campanile di woni palpitanti fa di se meduimo! La gente invece, che miseria di parole va tritando fra i. denti! Pensate, gli animali selvatici, con quale splendore vanno trottando finché l'uomo non li distrugge! Con quale vitalità si affermano viventi! Gli uomini invece, che maschinitci sparuta e sbiadita. in quei loro cenci, quando si precipitano per le stra.de, La traduzione diPiero Nardi o siedono imperniati come automi nelle loro automobili! Evasione Quan".lo usciremo dalli bottiglie di. vetro deL no1tro io, Stanno per uscire Tutti! le poesie di D. H. La~Tence nella traduzione di Piero Nardi. La traduzione avrà il testo oria:inale a fronte e costituirà il secondo ,·olume (in due tomi di complessh-e l.230 pailJle) della collezione di Tutte le ope,re di La– wrence dal ,ti.ardi dirella per i • Classici contemporanei stranieri • di Mondadori. li Nardi è anche autore di una Vita di D. H. Lawrence, uscita come primo \'olume della collezione, nel 1947. della nuova letteratura inalesc, cioè T. S. Eliot e D. H. La,,Tcnce, il superaenio resti il secondo. D'altronde, se William Hcine– mann ha pubblicato due anni fa - dopo che da più di un decennio raccolte di liriche di Lawrence erano divenute pressoché in– tro\'abili anche in paesi di linaua inalese - i tre ,·olumi di una sua raccoha delle poesie di Lawrence dal titolo n~ Com– plete Poems, ~ da credere che il grande editore londinese abbia affrontata l'impresa in risposta a un'esigenza nella quale sia da ,-edere un indice di nascente o n:;\;vi– sccnte interesse per il Lawrenc.e lirico. quando finiremo di girare nelle gabbie della no1tra personalitd .scappandone r come scoiattoli e rientreremo netla selva, proveremo brividi di freddo e di spavento. ma ci accadranno cose per cui non ci riconosceremo più. La vita fresca e sincera irromperli, e la passione ci farà turgidi di fisico potere, con nuova forza batteremo i piedi sopra la terra, tutto il vecchio e-rollerà, Già in quel libro, il Nardi da\'a lr.ldotte, a mo' di citaz.ione, alcune liriche di La– wttnce. tra le cui c:iriche di riflessi auto– biografici. Da allora, egli si ~ impegnato ndl'imprcsa di darci un equivalente ita– liano di un lirico il quale \'a acquistando quota, bisogna riconoscerlo, quando si pensi che un critico come F. R. Lea,;s ha riba– dito non molto tempo ra il proprio con– "incimento che dei due genii, secondo lui, La raccolta curata. dal Nardi per Mon– dadori fiitJ.rerà accresciuta. in confronto con quella fatta da Heioemann. di quasi cinquanta liriche, tra cui quelle ore pre– sentate, reperite dal Xardi in seguito ad accurate ricerche cond.:>tte aliche in In– ghilterra. rideremo, e oani ordine stabili.to s·arriccerO come carta. bruciata. Caricatura di Apolllnaltt Con questa puntata con– cludJamo la pubblicazione del saggio di Eurialo De MJchells su Apollinaire: l'ln.l.zio e il seguito sono appanl rispettivamente nel nn. 8 e 9. Quanto al termine .. sur– ~a!iste ... che toccò ad Apol– Un aire usa re per primo. quan– do dcfi.nl ..drame surréaU– ste .. Les mamelle, de Tiré– .s1a.s;certo manca a quel di– vertimento fan;esco la cari– ca di angoscia esistenziale che la parola acquisterà dopo il Manifèstt di André Breton 0924); come manca nella cu– riosa pagina. Oniroc-r1tiqut!, qua,;i trascrizione di un so– gno che ne corservi l'incon– seguenza nell'incubo. appar– sa in rivista nel 1908 e con– dotta a sconclusionatamente concludere in ,·olume il vcc– chio tvto deU-Enchanttur pourriuant: una pagina; che ripete bensl il procedimento allucinato delle llluminatiom di Rimbaud. ma intensa strln– j'.atezza di quel confronto ne ri\'ela appunto la struttura casuale e la durata d"arbitrio. Non meno tipica di Apolli– naire resta la parola • aur– réaltste ... in quanto allude la abolizione, che egli poetan– do operò, ben più cbe de.Ua punteggiatura. dei legami ra– zionali !ra una e altra imma– gine. o serie- d'immagini: non al modo dell"automatismo ir– razionale. gelida ebrezza del ru:rreali6mo quando verrà. e bensl talvolta al classico mo– do del • ,·oli pindarici... in cui .sussiste implicita la lo– gie.a dei trapassi fantastici: più spe6SO tutta\·ia con un ché dJ arbitrio. ed egU un pb vi civetta. sempre lnte.;o a sonunergere la tentazione natuTalistico-~ntimentale che vi trova una finitezza d'ara– besco. e nei cui migliori frat– tanto aUunga indefinitamente oeu·a:rabesco una sorridente (dtlente) intera malla. Un caso !latrante di arbitrio, \·orrebbe dirsi di soperchie– ria. offre il poemetto Les /iançailles. contemporaneo pressappoco a 0nirocritique. e inteso dd pari a rifare appocsta le allucinazioni rim– baldine: scritto dapprima con maggior coerenza del ge,nso, intorno all"immaglne messa allora innanzi dal titolo. Pa– rofes étoiles, poi bastò scon– volgere la 6UCC:essionedelle parti o strotc-. abolire i versi meglio chiarificatori. adotta– re un titolo ri!eribUe appena a un'immagine del primo ver– so. a sua volta senza riferi– mento coi successivi, per rag– giungere lo csconcerlante ef– fetto voluto. Anche qui tutta – via con la differenza. e.be il proµio di Rimbaud non con– siste neu·arbitrio del tra.pas– si logici. bensl nel rapinoso delirio che non li abollsce. li ignora: mentre Apolllnaire nulla offre. o ,;oltanto il ca– priccio. in luogo della logi– ca assente. Un trapaSfio. in– vece. pur sottinteso, logico. sul ftlo del tema che verrà fuori nel di.stic o in ch iusa. si vede Cors de cha.s. se; e di 6ognante divagazione che spesso .soltanto U tono col– lega. un pò tutti i sei compo– nimenti di Vito-m impendere Amori. Ma esemplare di Ieg– geris6ima resa va ricordata soprattutto quella deliziosa poesia. La blanche neige, lo Alcools: Les anges !es ange& dan.s le (ciel L un est vétu en offlcler L'un est vétu en cuiainier Et les autres cbantent. Do,·e appunto . il pa thos ro– mantico della cblu.sa. et que n·ai-je Ma bien-aimée entre mes bras. si alleggerisce di patboa io virtù dell"irraz.ionale fanta– sia che precede. ln cui è vez• zeggiato e stravolto il dato naturale la neve fra U bla..n– co-auurro del delo. E sem– mai altrove. qui l'esegeta del pittori cubisti Ti\•ela la sua parentela col Doianlere Rous– se.:1u.facendosi luJ pasurt"Ua fra Rousseau e Cbagall. Perciò. tutto sommato. po– co persuade l'immagiDe che della poesia di Apollinalre s'incontra nel recente libro di uno studl06o tedmco, U Friedrich; che me.ritamrnte si !a a studiare 1 procedlmen- '' i poemi di'l"ini che io canto ..• !, * Romanzo e poesia di Apollinaire * di EVRl. 4.LO DE JIICHELIS ti della • li rica m ode.-na '"· ma fissandoli qua.si fil trattasse di codiftca-re le regole di un gioco di s ocietà. anziché di storicizza.re forme e modi che ebbe ieri l'imprevedibile poe– sia. e si può ora appuntino coooscerl!. perché di ieri: peggio quando sono classifi– cazioni. dimentiche che la storia della poesia è storia della poesia che tale si è !at– ta. non dei procedlmenti per farla. quando <' dove a poe– sia non abbiano sortito. Nel caso di Apollinalre. sia la litica. troppo cffudva e di– !persa. scelta a rapprecse..r1tar– lo nell'appendice antologica del libro. sia e più l'0niro– critique a cui il Friedricb at– tribuisce ,ran peso. li cre– derei testi di non euenzia– Ie rilievo; o diciamo me.ilio: un'immagine persua,;J..-a di Apollinaire non può non :re..'l– derne conto. ma quanto im- persuasiva l'immagiDe che tacendo centro rull'0nirocn– tique lasci nel buio i testi poeticamente maggiori. anche se onirici nienraffatto: Le pont .Mirabeau. Le.$ colchi– que.t, in Atcool.s: e in Callt– gromme.s. le poesie di guerra. culmine del poeta. Vero è. che qualcosa si av– verte ancbe In quei testi mag– giori. per cui muuni.:s mutar.– di.$ vorrebbe estendersi a es– si ciò che il Friedrich nota di 0nirocritique senza tro– \·arci a ridire: cioè la casua– lità degli elementi tirati in gioco, ragion per cui .. altret– tanto be.ne potrebbero eue– re dispo5'tl in un altro ordi– ne di successione,._ Certo. nei tetsti che abbiamo detto; non casualità si avverte; pur sem– pre il segno d"origine dello slancio seotlme.Dtale che 11 mOEsc. e dell'estro disimpe– gnato che sopraggiunge a cor- reggerli: al limite. qualcosa d'improvvisato. tutt·n contra– rio del rigore definito che non COl'.l6entevarianti ne:la successione delle imrnagllli quando una poe6ia è tale dav– vero. anzi attribuisce immu– tabile necessità a ogni paro– la. og=ii accento. ~on oc-cor– re tirare in causa un'altra volta Mallarmé per farsene accorti. né ripetere l'mcau– to a\·,·1cinamento di 0ntrocn– tique alle TUuminauon.s di Rimbaud: fra i poeti itahanl che proprio ad Ap011inaire si rlcollt'gano per tanU aspet– ti. non della generazione che convisse le sue stesse espe– rienze. Soffi.ci. Palaz:ze6chl Govoni. Campana. Papi.Ili, fra coloro che lo lessero g_ià da posteri. csi pensl all'Allegria deU"Uogaretti: e c;embrerà. pas.sando da Apollinaire a lui. un pò come quando si passa d.1lie Odelettes di De Régni('r a11·a:tez::za. come quelle in– commensurabile. dei corri– spondenti luoghi di Alq;one: Quando tro,·o In questo mio silenzio una parola scavata è nc.lla m ia \.ita come un abls.so. \·ero, e la pe rpetua adole– i&cenz.a di Apollinalre vi ac– quista un sapore d1 perpe– tua pur )'!:entile minorità: co– sa da non tace~!. perché comp rendere un poeta vuol di.re definirne anche i limi– tL l ia com'è in Apollioaire lo scotto del 115\lO modo di rar poesia. e il residuo non bru– ciato di ciò. senza cui poesia non farebbe. non basta a di– r.,inuirne entro quel limiti la persuasione del fascino. che abbiamo subho ancbe noi. ce– dendo alla tentazione d1 ri– dirne qualche canto ai no- 6tri le~tori. EHRIALO DE MICHELIS DAI CALLIGRAMMI Ombra Eccovi un'altra volta accanto a. me ricordi dei compagn.f morti in. guerre voi olivo. ~i tempo ricordi che n-e fate un solo ormai come cento pellicce / on.no un. ,oto man.teli.o o come queste mille e mille ferite un orUcolo 1010 di giornale Appa. rm.za. impalpabile ed o:;curo cM la formo cangiante hai rivestito del«l mia. ombra, indiano in. eterno all'agguato, ombra. mi stri.sci accanto ma. non più voi mi 1entite non saprete più i poemi dioin.i che io canto men.tre io vi .sento vi rivedo ancora Destini oh di molti uno .sola. ombro commi.sta ti serbi U ,ole tu che mi ami abba.• .tanz« per non mai lasciarmi e danzi al iole sen=o /are patvere om.bn1 inchioltro del .sole scrittura. della luce che in me brilla giberna. di rimpianti dio eh.e .si umilio La ciocca N el1': memoria. egli le. ciocca trooo di copelli ca,tani Rirordi? da non crade-rci. i due nostri destin.i co,ì .rtran.i Si. di Auteuil, di Montma.rtre e del ,viale della Cappella, oh mi ricordo il giorno, mormoro ella, che la tua. soglio varcai Come un autunno vi cadde .sù 14 ciocca del mio ricordo, e si unisce il destino di noi che ti stupisce al giorno che fra. un po' trabocca La fotografia Il tuo .sorriso mi attira. come attirarmi potrebbe un. /iore Fotografia il fungo bruno tu Hi della Jorest« che è lo belle::zo di lei 1 bianchi vi 1ono un. cht4rore di Zuna per entro un. giardino sereno d'acque vive ripieno e di dior:oli non di giardinieri Fotogra.fio dell'ardore H fumo tu sei che è la bellezza. di lei e in te fotografia languidi toni ci sono, Vi si sente note soaDi e lente Fotografi.a l'ombra del Sole sei che è la bellez.za di lei La partenza E pdllido il loro 'Oi!o ero e spezza.ti i .si.nghtoz=i, Come la net>e che ha. si. puri prtott o le tu.e mani wi miei baci cadevano te foglie d'autunno

RkJQdWJsaXNoZXIy