la Fiera Letteraria - XV - n. 9 - 28 febbraio 1960
Domenica 28 febbraio 1960 LA FIERA TETTERARI~ fag. 3 UNA GUIDA ALLA CERTEZZA SPIRITUALE ATTRAVERSO LE SABBIE MOBILI 01 LA PERPETUA ADOLE CE::'\ZAD"U::'\POETA * "FIGLI D'ARTE,, Dl DIEGO .FABBRl * di VLADIJJIRO CAJOLI In teatro sentimmo. ed oggi con il te– sto alla mano crediamo di poter dimostra– re. che • Figli d"arte ~ (Vallecchi. L. 900) sono il più felice. ed anche 11senso spi– rituale. il più sicuro approdo di Fabbri. In altre opere sue si potrà riconoscere una maggiore o più profonda ansia di ,·e– ritil (come nel Processo a Gestì). 1:n'am– biguità più spettacolare (come nel Sedur– rore). un più vivo mordente umano (co– me nella Bugiarda); ma i Figli d'm"te sono. intanto, il suo capol3voro tecnico. con tutt 1 1 ,·antaggi che possono derivare dalla perfezione dj un discorso bene ag– giustato nell'arco scenico, e dalla chia• rezza che ne deriva. Poiché sopra si è detto di un'ambiguità che è ormai motto e impresa di tutta l'opera di Fabb:-i (;t1che questa comme– dia dichiaratamente risponde alla formu– la di ~Iounier: « Alla ceriezza attraverso l"ambiguità »), parrà fo:-se impossibìle il conseguimento della chiareua: ma ci sia lecito dire che si può esser d1iaramente o nebulosamente ambigui: e qui Fabbri è stato. appunto come sempre ,·olle es– sere e fi.nalmente può. un'eccellente guida alla certet.z.a spirituale. aura,·erso le sab– bie mobili di un'umanità a cui guardano sfiduciati gli uomini di minor fede. L·audacia era grande. l'impegno totale. Se c'è grnte perduta. per l'opinione co– mune. son appunto quei comici. che un tempo la Chiesa scomunicava e seppelli– va in terra non consacrata. 1 comici sra– dicati da tutto, da sé medesimi come dai valori tradizionali. ed esperti di tutte ·te b:-utture. sia per ragioni di mestiere. per– ché interpreti di ogni dzio. sia per una certa facilità nell'abbandonarsi alla china. e per una maggiore disponibilità di pre– cipizi ;., cui caOe:-e. i comici p~reb~o il terreno più difficile in fatto d1 coltiva– zioni spirituali. Ma. com'è ,·ero che ognu– no vede il fuscello nell'occhio altrui e non la trave nel proprio. Fabbri ci richiama. indirettamente alla riflessione sui fatti nostri (,·ogliamo dire: alla nostra pers_o– nale a=idità di spirito). direttamente alla scoperta, che proprio a quel mondo sc~n: sacrato. e in virtù della ricerca 0e gli e propria. Dio è più vicino. di.sponrbile al– men quanto i precipizi. solo che i prota– gonisti sappiano giunge:e all'essenza ~1- l'o.rte loro. capi:-la .tnttmamente. sacr!fi– carsi alle 5ue ragioni. offrirla al pubbl~c«;> come un dono celeste. Al punto che s1 e indotti a riconoscere. nella giastezza del– l'impostazione. reco di saldissime filoso– fie. che videro nell'arte intesa anche come artig iroato, un primo stampo div_ino. Non sat,: -em.mo dire se Fabbri av_~ in ~nte la genealo gia dantesca-tom1stica-anst~te: lica: Dio-Natura•Arte; certo è che _ei;li e! ha dato una delle più belle e convmcenti ese:-citazioni scolastiche. a gloria della professione comica. a ~ui. come autore. fornisce spirito e matena. Con la c~ di Fabbri bisogna far ,empre t conti_.. an– che quando è più nascosta tra le pieghe del suo discorso. d'altronde. e n~n per caso. forbitissimo. Questa volta poi. trat– trodoSi di un problema che ha impe~ato la cristianità per secoli. sarebbe sciocca facilone.ria esclude:-e gli ascendenti di una ricerca, tn cui Fabbri \'\!Ol entrare ~a pari a pari. Dunque. è pienamente Ieglt– timo il richiamo ad Aristotele ed ~a ca– tarsi teatrale: altrettanto appropriata l~ citazione di Tommaso. il quale è tra I pochi grandissimi della Chi~5:'- che non abbiano attribuito una cond1Z1one pecca– minosa ai comici e ag:l'istrkni. pe~ 11solo fatto che siano tali. E vedete l'abisso che separa un Tommaso da un Bossuet: que~– lo. che ammette l'utilità delle oneste r!: creazioni teatrali: questo. che oega ogm pur minimo eontenO.to d'onestà. alla pra– tica della scena o della platea (Bos.~et teme « la commotion de l'esprit n. e dice. tra l'altro. che « la rapp:-esentazione delle passioni piace,.-oli porta naturalmente al peccato, 'quando non rosse chE; lusingando e nutrendo di disegno premeditato !a _con– cuoiscenza. che di esso è il princ1p10 ~). dell'arte lo:o. in qualche modo li fa su– periori al grado medesimo d'umanità a cui sono decaduti. E" un'affermazione che dev'essere dimostrata. e Fabbri dimostra. A tal fine, non si sen·e del regista. in– tellettuale sofisticato e infarcito di teo:-ìe estetiche che. alla fine. non SE uno andar oltre le e ragioni dello spettacolo». inteso come finzione o specchio da prenderci al• lodole. Xon si serve di Osvaldo. capoco· miro tronfio ma \.'\loto e. sotto sotto. con– sapevole della propria vuotaggine. e do– lente di essa ,per un decoro residuo del tempo in cui credeva almeno nell'arte p:opria. Non Si serve nemmeno di Rita. madre di Osvaldo la portat rice quasi sim– bolica di affetti e df C.CO \.;nzioni che ram– mentano gli as...c.ol uti.Si s erve invece di Matilde. la moglie rinnegata da Os,.,·aldo, la compagna d'arte. la sola ·vera attrièe di tutto il complesso, che appunto dalla solitudine. dall'abbandono e dalla soffe· renz.a è stata re.spinta nelle più profonde ragioni del mestiere. do,•'esso sconfina nella liturgia. nella meditazione. oell'in– tuizkme di come il meglio dt sé debba esse re impiegato a vantaggio degli altri. c.he . nel caso nostro. sarebbero gli spet– tator i. EUa non 5-i piega ad un"interpretazione della commedia che tenda solamente al grottesco. al dinrtimento puro. destinato ad esaurirsi con !"ultima battuta. Ella sa ·che U e.nate de,·e avere un certo senso. e che ad esso dev'essere suPorci:nata l'in– terpretazione dj tutta la commedia. Lo sa -per in!U.izione. per riflessione. per istin– th·a ,·alutazione dell'opera che è chiama a ad interpretare. messa da lei in rapporto con la propria •sofferenza. le proprie espe– rienz.e. al modo stesso che do,·ranno fare gli spettatori. la sera della recita. Ha ri– trovato in sé la scintilla divina (divina anche se si voglia considerarla soltanto come L"ltuizione estetica. più che etica). e si batte perché ne siano partecipi Osval– do. che ella ama ancora, il regista e i compagni di lavoro. e infine il pubblico, che è il solo "·ero giudice di un'atth·ità insieme poetica e morale. Non pot.rebb'es– sere più scoperto l'impegno di Fabb:-i. nel dire che esiste un riscatto del diavolo. nella medesima sostanza diabolica òei .suoi rapporti con gli umani. Non molto dh·ersamente argomenta,·a Papini oel suo Satana_ Fabbri :.1on incorre net pericolo dell'eresia. perché i suoi personaggi son diavoli metaforici. e soprattutto perché :\tatilde riesce a dimostrare che. r:-a tan .. ta cor:-uzione. i suof compagni hanno tut– tora denVo df sé la nozione e la nostal– gia del bene. La maggiore audacia del commed.iogra!o. se mai, è oel sottile rap– porto da lui stabilito tra la tesi di Ma– tilde e le pro,·e fornite da.ila madre di 0s,·aldo. che l'autore della commedia vo– leva appunto il finale indovinato da Matilde. E vorremmo sottolineare l'eccezionale impo:-tanza di una battuta de.ila madre. quando insiste nel dire che l"autore andò a visitarla. e non si presentò eon nome e cognome. ma si profes..c:ò soltanto autore. l'Autore. L'"ntuizione di :Matilde e la Gra– zia a cui sembra alludere la madre testi– mone. stanno forse in un rapporto. che ha origini giansenistiche? Con _ciò. non intendiamo richiamare l'attenzione d!l lettore su possibili deviazioni dall~ spi– rito cattolico; 5e mai. su intelligent_1 rav– vivamenti e reeondazkni di una spiritua– lità, spesso languente o dormiente. nel cattolì~imo nostrano. Inoltre. lontani dal protestantico pec– care tortemente credendo fortemente: giacché chi crede è Matilde. che or~a1 non pecca più. se pur mai ha peccato. SJa• mo nel crede.re fortemente perché anc.h_e altri cr eda. .M atilde. squisitamente attri– ce. si :-ivolge non al marito ma all'a~tore_. e perciò prende noi spettatori a teshmom della ,•erità che ella sente. Sa che pro– prio l'attore. con il suo senso del pubbl!– co. a un certo punto capirà in che ~n.s1: sta il messaggio; ed a quel punto, 1ana Romanzo e poesia diApollin * di ElJRIALO DE ilJ/CJIELIS Rina 3:loreUi in e Fitll d'Arte• di Fabbri - Oi.sepo dj Onorato riconquistato a sé.. e convertito. sah-an– do!o. La prqfessione di comico è salva. Essa. come diceva Tommaso. non ha il peccato implicito; noo più di qualsiasi al– tra professione. Semplicemente contiene maggiori pericoli. Vorremmo condensare il tutto nel celebre • omnia munda. mun– dis •· -pu.-ché non $i pe:-des:se di vista la enorme estensione della parola omnia. ri· spetto al piccoHsstmo numero di coloro che sono rappresentati dalla parola mun– di.t.. :\la un commediografo d1e guardi agli a$SOluti. non può esse::-e irretito dalle sta– tistiche: i pochi c:-esceranno. gli immondi saranno mondati. A questo proposito. Fabbri Si compor:a con una "1olenza di u:-to, che fa pensare alla sua fede come ad un carro a.mato: e. francamente. cl piace che. almeno in questo campo. l'otti· mismo si dimost:-i dotatissimo d'Impeto. Le età del cristi;ne.simo glo::-ificate dai VLAODURO CAJOLl (Continu a par. 5) t:na cosa sarà da clini piut– tosto, che si atucne piU da vic-inOalla poesia come resa di poesia: c1~ il pericol~ o– sito quasi pe:- definizione. come in genere an·atu~g;ia– mcnto di buonafede. in par– ticolare al sovrabbondante e quasi porsi pe= sé della ma– teria patetica. Xon 60ltanto nel -reL-ain moquer _ di Sta– velot. sfiorando temi e toni di tib~nJo~ r~~!t~~~~~j dilà della musica: nel .... re– fraln moqueu::-... colpa l'iro– nia. che interviene a inqui– nare U fto:ire ingenuo del sentimento: più di solito. col– pa il sent:mento lui stesso. che tropp.:>ftda di sé: un Yer– laine ool cuore in mano e le lacrime in tasca; talché !a -musique.. vi diventa qual– cosa d'immediato. nel senso b~ono ma anche men buono. qualcosa che a uno schema musicale si adatta. come orec– c.blandolo. e 6ci\"Ola la :nusi– ca in canzonetta. Come Ee ApoJ..lina!re no:t fosse nato alla poesia. nel 1898 che è la data preliminare stampata sul 1rontesptzio di Alcool.t. lo anno steSi&oin cui mon\"a :'.\fal:armé al colmo della sua non più tanto umbratile fa– ma: il severo. celebre autore del Faune. rima sto e-ar tesiano e raziocinante dent.ro stesso roscuntà che gl i fu es eciz!o di ascesi: egli da cui. e non da Var1aine. sarebbe prose– guita in \"alé..ry la linea mae– stra della ooesia francese. la– sciando per anni in disparte il poeta di Alcool.$. Tut a\;a. Apollinaire i simbolisti li ave\'"a già letti (informano 1 biografi.), g:à prima di quel 1898: ~fallarmé compreso. è da credere; letto :Mallanné. e derivatone comunque l'i.n– .segnamento essenziale. la ..sonore, vaine et monotone l}Jroe- che aiuti a legge:-e b chia\·c metafisica la ricet:.a \·erleniana. --De la musi.que avant toute chose •. Anzi. in certo sen60. la 6torla della poesia di Apallinaire come arte di far poesia. sembra Tl<J.UVO DI TRADUT'l'Oltl POl!:TI * Dal Fabbro .e Ripellino * di ELIO F. ACCROCCA potersi nas:sumere _propno nella tentata comblJlaZ.;ODC, da fame accordo. d1quei. due modi di far poesia; vo&,J:amo dite. nei vari modi in cul. trovandOEi f:-a le mani una materia così sdruc<:iole"o'ole. n • Teo souv1ent-il -. la buona– fede del sent~ento. egli s1 s!o:-zb di adoperarla. senza lasc:a:-sela sch·olare: trarne bensl tu~ i possibili effetp. ma in qualche modo 6.llont.J– narla da sé. renderla da fl. s:ca. metaft.siea. E può ~ere stato caso. t:ig!liftcativo co– munqUe, che )a sua prima racco:ta poetica non siano le poes:e di Stavelot. ne iJ grup– po dclle renane. poetica.'llente più controllate. che :i~Jgano al 190)-1902. p:imo nucleo di Alcool.,; le prime ~sie raccolte sono ancora succes– s:ve. notizla no:i se ne ha prt– ma òe l 1906. foroe &entte sol• tan.to nel 1908 che è :a data de!!a p ubbl:.cazione in ti\•U:ta di parte di esse: Le' Buriane ou Cort~ge d·Orphtt 091 ll. Curio, so libre t:o. dl cui a pa– gine ,man.se pob crede~I na– to n el gust o arca1tiU.ate e !also antico. scontatis!.unO an– che da no; fin dall'Isaoaa Guuadauro del gio,•ine O'An– nUI12.io: n ~.o che sotto specie. mettia:no. della fio– bc-:-tiana Upende de Saint Julie:1 rHospilalier fo:nisce qualcosa più che la matena df fo::>doal raeconto-poema– divaµ.zlone L·En.=hanieur pourriuant. p:-L-no libro d1 ~~~gf f1~n :'n~~~ta 1 • 1908 in volume): do\··era da notare comunque lo sconclu– sionato di6impegno àella di– vagauone. che i.mplicitaml'n– te volge la :nat.ena ad altro. A:iche nel Be::u:lire il ~e– d:oe"·o. puntuale ripresa del- la poesia emble:natica. fra concettosa e descrlt:iva: a primo as~tto. un semp!ice d:vert:me::ito archeologico. in margine. quasi soltanto di let:erato. Intanto però. è pro– JlriO esso quel di\·eitimento a dare senso al giuoco: \'C'dete al confronto l'ina.'Tlidanira deU·I.saoua Guttc:dàuro; e pili c:.Oche '-"Ì èi co:::iunua.., di cib che era più dh·agante e leg– gero nell'Enchantnir pourns– sant: ora tanto p:ù schietta– mente. perciò allei,.ic:rito. lla per tal via. a ben le2gere, la sorpresa magglo..-e è di ri– conoscere nelle strofette del Buticire. tu:t·aitro che il :\le– diC>e\·o.proprio invece la pre– senza di Mallarmé: il più fu– tile. che non vuol dire il più !acile, quello dei \·entagli. delle dediche. dei -poè.mes de c!rcons-..ance•: certamen– te. in Apollin:tlTe. con lXla geptilezza comunicativa che l'a::rduo Mallar.né non conob– be. e di denc-o. tanto minore ar11colo su Picasso Ce n~l 1907 su :'.\iatisse. ne! 1908 su Braquel: edi che nel 1907 ru usai duro col Do1:J:an1ere RouS6eau. probabilmente pe:– una forma di d!!esa cont:-o se stN60, ma già l'anno dopo g:i era intrinseco al punto da farsene ritrarre con la Lau:-encin in un quadro fa– moto: e nel \·olume Les pein- 1re.s cubi.stes, médltauon.s e.sthitiques <1913). accanto a ?:.casso. Braqur. :Mettinge:– ecc.. do"·e propno non c·en– L..-a,, non re,;;~erà tuttavia a dedicare ~la pittura di Rous– &eau largo J)06tO (nel cap1to– !o :rulla Laurencin). Qui an– che trova rag,ione la 6impa– tia per il futurismo italiano: in !ut come in tutti. ma L"l lui con un dipprù d'estro. a cui ~ora si attadia la qua– li.Ile-a d!. adolescentr-. Edi steuo. coro·e noto. ne red:.– gerà un manif~o. L'Ant1tra– d 1::ion J uturute, man1fiste si ,mh.è.se (1913); e se ira le n ovelle d el Po~u a.siauiné. una si di\"ertl a volgere i:i allegro paradOE!O i seriosi anhc:p: dell"arte degustato– ria. rintracc:abili 1n A r~ bours di Hu~m•n.s. non fu sebeno quando nel 191 i. in una pubb!ica conferenza. si fece annunziatore di un'alt::-a ane nuova. - l'art tactUe •. Co!l alle .... parole in libe-r:à,. del lfarinet ·. ai .. ch:m;.Smi li!'iei - del So.fticL si rial:ac– ciano gH scandalistici ..c-alli– grammes- nrl risu&citare qual– cosa del dio velato in t:n coup de dis di ~fali.armé. sen– z:a seguito fino a llo~: al pari delle alt:-e t.ro\ ·ate di avan• gi:ardia d.! qu ella stagione. anche i "'calligrammes.. come tali p.-esto mveccb1a.i (ma il te.Sto. quando lo si allinei de– ci!rabilc. si riconosce pur semp:-e di Apollinaire. gentil– mente patetico). PiU sott::.e ,·uo! ta.-si il dl– sco:-so pe= l'abotiz:o:::ie della puntt>gdatu:-a. a cui il J:Oe– ta 61 attenne a partire dal 1913: infatti l"a\"\•io può cs– isergll ,·enuto anch"esso dalla frequentazione col futun<ti. !l".a l'espediente era già ;.u o– :-izzato dalla ree-ente tradiz:o– ne francese (dr. l'unico pun– to fermo finale di tanti .. poè– rnes,. di :\Ja.11armé):abbas~an– za paciftco ormai. possibili virtù squi!itamente di mus:– ca.. .. Le rythme mème et la coupe de,s ven voilà la véri– tabl e ponetua!.ion et il n·en e.st point besoin d'une aut=e -; è l a giustiftcaz:ione che etti ne offnva al Martineau. po– co dopo uscito Alc-ool3. Lo s!esso dicasi dd "·erso libero. scandalittico in ltalia. do\·e avei.·a il solo precedente dd– l"inviso D"Annunzio; ma .na– scendo alla poesia nel 1898 Apollinaire lo trovava da de– ~nnl acclimatato in Francia. alternabile indiflettntemente alle strofette di metrica re– gola:-e; e una ,·1cenda come quella del racconto L·Obi• Dal Rodenbach e ValéTy oi di Anceschi (Hoepl~ '43). restano i tratti più singola- tore della poesia in proprio, ~~g~~:~ /=~~~a~: del ·42 (Regno del silenzio, a chiusura di quella indi- ri dell'intera raccol~ i più mostrano chiaramente l'ori- ~re la comp~e:ite cosctenz.a. Schei\\·iller, GH Incanti, menticata antologia, nella liberi da ogni impegno re- gine e iJ tessuto d,j questa in Apollinai.re. d1 quale pe– Bompiani) alle poesje di doppia ,·este di poeta e tra- condito. E sono anche i ver- loro poesia. ncoto era il suo. e della ne– Baudelaire. Verlaine. Rirn- duttore, rautore di Villaplu- si che meglio corrispondono n secondo libro che ci cess1tà di correggerlo. baud. _)1allarme .. Gòngora, via scomparirà persino da alla enunciazione di pagina siamo proposto di esamina- pe~~~~3:fa :;~daa~~~~~ Poe. Rilke. ~. Su~r- Lirica del Nor,ecento dello 59 (e Xascita del ,·erso>) re è la I'3CCQlta Non un gior- lenné tudi APollin&ire; bf!{rl--. ~~e~~~iu~~-,L~u::r1: : 1!= iL~5{:r:~s~~~= "~~l!n~t ~~~~fic:;·\o~t~!~!.a~: ;~~!!~~co~F.d~~~r:i !'èri~~t:_e 1 u~=~O.u.:t tua.ire. pobblicato nel 1907 ,su un giornale come meconio Ul prQ63. e dh·e;1.tato due: rni doipo UJl8 littcL La Mai.son des rotta (poi in AkooU:J. sa, sino a quelle di Shelley, zioni guandiane delrAntolo- momenti migliori. alla for- di Achille Perllli) de} Ripel- dete le no,·elle dell'Héruiar– ).larot. De Xerval. Achma- gia di Spagnoletti. mazione poetica di Dal Fab- lino, al quale dobbiamo il que & Cie (in Yolume 1910): tova i~serite nel •~ente Gli Eppure non mancò chi bro. alla nasci_ta. in ~ui. del- più mod_erno e_nutrito pano- i/~i~h;1~a!~Jhn~~s~;~ orologi del Cremhno appar- sottolineava. all"apparire del la e parola d1 poesia> che rama di Poena Russa del dica. col nome del mus.set– so presso Neri Pozza di \"e- suo primo libretto nella edi- ben si distingue da quella Novec ento app arso nel '54 ano L-ate:Io dttllo srespiria– nezia: sono tali e tanti gli zione di Parenti. lo e s\·ol- comune, com·egli ebbe a in- nella collezio.ie •Fenice• di no Ariel: che scavalcando la esempi di traduzione con i gimento lirico quanto mai dicare negli A:1vertimenti Guand a. narrati,·a realista. gloria del– quali Beniamino Dal Fab- discreto. fedele a ragioni intorno alla poesra che ~- Non un giorno ma ade.iso rcli°loc.:1~ n~=~~ \i~= bro ha in~realato i~ J?f?Pri(! che diremmo private se lo ceschi ripor~ò nella sua prl- è la ripro"·a di quant.o ab- mann. Poe. ~ervaL Barbey }avoro d1 poeta 1m21atos1 aggettivo non si presentasse ma Antologia. biamo detto nei riguardi dei ò•Au.-e"-ille: sempre, di suo, con Villapluvia e altre poe- equ ivix:o > di questa ,·oçe J)Oéti-traduttori. ovvero dei 5 ,..uotandoli Apollinalre Òi sie~ del '38_. e con?nuato _co~ e 1 ;1cc.ad' una s~a necessaria • • • traduttori-poeti. Non si può carica ans:osa. magari per n- Ep1f!ramm1 de; 44, cm si m1 sura e spressiva, dove un li pericolo corso spesso da infatti scindere la ,·oce di soh-e.Li in capriole. )fa ap– a~giunçe l'ult~a rac~olta gusto classico e un"inclina- Dal Fabbro non lo è meno Ripellino poeta da quella ~~~ocrd~ ~!:a n~~ d1 ve~1 che ",e~e a npro- zione .crepuscolar~ c~~o da Angelo l\laria Ripellino, di Ripellino traduttore dal colta. Le' po~te a.ssauiné porre il nome dt 1;1ll po~ta con. hmp1dezza l eqml_1bn_o ed è quello di trasferire nel-• russo. (1916). che son le più brevi. trascurato da molti ann.1 e d~1:}a:1-e >. (pag. · 634 dt Lr.- la propria poesia gli echi. La sua poesia. le , occasio- essersì fatta la mano a riem- da, molta gente._ . . . . ne, .Nuovi). gli ,incanti,, degli autori ni>, i pretesti letterari fier pire quei modi medesimi di Non seguiremo tutta la querelle nel suo sterminato disegnd storico. ma dobbiam_o pur dire che Fabbri e".'tr~ !" essa. ambi– guo in apparenza. ch1anss1mo nella so– stanza. se è ~ero. come a noi pare_. che giu.nte alla conciliazin"le delle tesi op- Apparso tra I Lenci :\ uo- Qualità che appaiono itn- tradotti, ai quali. per lunga riscono per lo più all'ombra ~~~~e ~~sc5!°a"re~ pl!: _________________________ mutate nell'ultima raccolta consuetudine o per affinità. dell'ironia di Blok o del- no affettivo: perfino i ricoròi dove il Dal Fabbro presen- o per una sorta di natura- l'invettiva di Majakovskij, della sua infanzia italiana. in ta vecchi e nuo,,j versi. ar- le partenogenesi che si ";e- quando non della nostalgia G1ocanni .\foroni, perfino il ricchW. potremmo aggiun- ne a creare nei pro!essio- di Pasternàk. Antenati illu- suono del conio da caccia. gere. di una più nuova in- nisti della traduzione poe- stri. che però il lettore si nell"Oeil bleu. Il 6UO pronto quietudine e di una parti- tica (ma anche in quella ritro,·a tra i piedi. o tra le ~-1,~"d('~epi~~e:~e~== c~lare ade~nza . all"espres- narrativa il fenomeno no~ pagine, di Ripellino poeta. ~ea. ha radici in codesta s1one autob1ograf1ca che pe- muta nella sua sostanza). Sl /fon un giorno ma adeuo urgenza di vUlcere in lui rò si discosta dall'abbandono finisee inconsciamente con si avvale quindi di un ap- medesimo il forte contrappe- e.!'Oé so1o ~i accapo dei versi. non si spiega senza il precedente della poes:ia pro– sastica di Laforgue. Ne \·ien fuori qualcosa che ricorda certe poesie nar:ath·e del i:ovine Palaz:zeschi in que– ,i:li anni: e il Jiudizio del Ser– ra Mi q_uel labile ntmo, qua– si ..un re spiro crescente del– la frase e.be 6'alza verso il canto e a ncora non ne ha tro– \·ata la Inisun li>. :\12 in mano ad Apollinairo. la pro533ti– cità in metro :ibero "'ale ap– posta àa contrappeso alri– t'.anz.a. che edi porta.-a irre– sistibile. di un canto troppo espa?lso, im.-nediato; quello per cui. fra i metri :-egolarl a cui per pas~r d'anni non rinunz!b. pre:le..rito è il più cantabile. la strofetta. il ron– dò. talvolta con esplicito til"– cheggio di Vil!on: e sarà co– me chi. abbandonandosi a un \·ezzo. preferisce !ar!o con l'alibi di ,·enire rifacendo il veno ad altntl. E s"intende e.be U dipph} cantabile dei metr i Tegolart varrà a &Ua volta da contrappeso al dip– più pro.sasttco dei met..-ì li– beri.· po}~~ atti Pl"f' un paterno~tro. La « c~m– motion de l'esprit> ha per fine _quell ul– tima preghiera. che chiude catarucamente le passioni prima accumulate e scaten~_te. E non si tratta di accidente caruale. ~ in– tenzione polemica è sc:ope:1?· La ~he,~ •viene agli attori dall'mtu1zwne di un !t trice. che mediante t·1Ja profonda ades!o– ne allo spirito del p:o~ri? lavoro, eserc1t~ una funzione non diss1m1le da quella de sacerdote. . Fabbri non muo,·e da comprom~ssi: comprensioni più o meno fittizie. lass1sm1 di comodo (che tante "olte s'incontrano nelle pagine dei difen~:-i d~I teatr_o _an– tichi e moderni). I suoi atton son diavoli. proprio al modo che li vedevano Tertul– Ji~no o Agostino. La Bruyère. Nicole o quel barbaro che. uscito da un teatro ro– mano. dis...-.e: « Certamente._ q~an~ h~-~ in,·entato questa specie d1 p1acen: s1 · ;. guardarono come perso":e _p:-i_,·ed1 ":°.g l e di figli•: pagani e ~.1sttan1. _ca~-tol~~~ giansenisti e. anche p1u_ feroci. J P stanti. Diavoli. almeno ;n quell! gan:'!t di st.ravizi sessuali. in cui la Chiesa ' d~ l'origine d'ogni peccato. Sulla sc_ena ~ Fabbri. giungono carichi di albagi~ _e d!. bassezze. di amo:-alità e d"immo~hta .. ~1 pretensioni e di mi.serie. non quei eom1c1: ma i comici, riguardati e rappre~nt_all come .simbolo di ~na .c~mdizi~e !nchne ad esprimersi con 11 cinismo d1 O ~val d~, d. t~~e O di IsabeHe. condizione c.he . m ._J ~,a ben oltre il limite fi~saio ~ a F ab· br.i per la sua commedia. E' _fac1l~ am: mettere che. da tali pe:sonagg1. puo S'Ca turire qualsiasi dramma o tragedia: e ~– prattutto. anche se non accade il_ ~eg&: 0 • si capisce che l'a,·viUm~to a cw i_ gm~: ti si riducono. è il classtco brago dei po. ci, a cui gli spettatori. fuori del teatr°.: guardano con disprezz~. Son dunque ,ere!_ ture perdute .e non s1 vede come l ese. cizio dell'arte loro pot=ebbe salva:-le: SJa: mo nel bel mezzo del campo polem_1~0 dt Bossuet. con lui. 5enza tentennamen~1. ~!a qualcuoo. in scena djce: « Xoi siamo gu1t– tj durante la giornata. non q~~do reci- tiamo•; dice. in~omma. che g1a 1a pratica Osk.a.r Kokoschka: Crisio crooc!isso e i bambinl af!amaU ad un discorso privato. l'uniformare la propria voce. porto non comune di quella so natu.ral~Uco sottospecie Anche nelle fasi meno Voglio dire che è assai conoscenza e di quella di- sentimentale e romantica: elaborate. ove più s"attenua difficile non restare invi- mensione che al Ripellino, fi~ra~!e :~~~~o s!ai lo slancio lirico deHa parer schiati dalla concezione Poe- e indirettamente anche a tività. meritamente congenia– ln riscoperta dall"interno. la tica, dai modi verbali, per- n~i. proviene dalla dirne- le se non anche criticamente discrezione di Dal Fabbro sino dalla struttura sintat- shchezza con i massimi aggueITita. nel 1905, con un EORlALO DE MICHEUS (continua} appare genuina e connatu- tica, di quegli autori ai qua- esponenti della poesia rus-1,---------------------. rata: gli elementi di un·ap- li ci si accosta più frequen- sa: apporto culturale illumi- parente trascuratezza s'inne- temente. L'atto del tradur- nante. che serve a differen– stano ad un tono sempre mi- re poesia. da parte di un zia re l_apagina di questo ner su rato pur nella sua l~vità poeta, è paragonabile ad un stro g1o"·ane _poeta. e che in oscillante tra il madngale amplesso: se il e trasforma- ct;,rto -:nodo libera la voce di e il verso di memoria. tore > - per riprendere il R1pellino dalle pastoie di E' questa la zona do,·e il concetto caro a 5a1eri - un~ poesia crogiol~t-esi nel poeta ampHfic.a le proprie sovrasta la matena tras_for· chiuso della _p_ropna ombra, qualità tecniche. formali, di mabile, qu1:sta sarà dest1!1a- e d~lla st~rilità .comune a più aperto risultato che sa ta ad acqu1stare, sostanzia!- molti nostn poeti. lo charme valeriano; come mente, la natura preponde- Stravagante e burlesca. in questo e Concerto> di pa- rante del ~ta-trad~tt(!re: qualche volta avviata sul gina 45: il quale dara la propna Lm- terreno della farsa, la Poe– pronta più indelebile alla sia di Ripellino mostra le Gli ullimi accordi cadono. la voce del poeta <trasferito>. sue indubbie qualità quan– {selva Altrimenti si "'erificherà il do, pur nell'àmbito di quel– degli archelli si placa; nel caso contrario: cioè sarà il l'apporto e di quella dimen– d I b t t {fragore traduttore a subire nella sione di cui abbiamo parla- el e palme a tu e cerco[:'tto propria poesia. l'impronta e to, riesce ~d esprimere la d'angelo, una ,·oce dze 1,a il Ja natura del poeta tradotto. sorpresa ~ .una scoperta (Sflpore Xon si tratta di una que- personale. intima. Come nel acidulo d'1m fmtto. Fuon, al stione di merito O dj deme- caso de e I rossi lunghi tram . . . , (mo nd o rito. di resa o di risultati di Leningrado>. O quando degli strep1t1 l ombra dactf::: \)()etici da riscontrare nella più_ si a,-vale. d,i una carat– az:z,rrina; alla ,•eccliia strada traduzione, la quale resta, le~1zzata po~1z1on_e m_orale {un albero dal nostro punto di vista, ne..1. confronti det e c.1arla- 1-ersa il fogliame stanco dal suo un lavoro secondario, uti- tani"• degli e spauracchi>, . . . {muro lissimo, necessario e in mol- dei e mangiafuochi >, come ferito •· Chi al ,mo '[~~~,,i:i: ti casi degno di. benem_eren- nei versi di e A un certo non ha nome, le mie po,·ue za, _ma ~a _const<l:erars1 tu~- punto>, una poesia che, as- . _(parole ta,.,,a un azione ~ e tra~en- s:ieme a e Siamo tutti disper- non hanno frast. .\luti,[s5i'::f:. :~::t;. e non d1 creazione si nello spazio,. ~ a e Vive-- andiamo nella sera. 1 . di re è stare svegh "• denota I II prob ema - e qum . nel Ripellino una forza. di O come nei e frammenti questa nostra n?ta ~ n- analis· e una ch·ar di d'amore,. risultanti vividi guarda l'opera d1 que.1 tra- . 1 1 ezza d. 11 d ·gal" duttori esperJssimi nel cam- idee che Ce lo !anno apprez- Dopo: PROCESSO A GESU' 1r ••• ..1 VEGLIA D'AR.i\11 !.. ••"-l DELIRIO é uscito l'atteso FlGLI D'ARTE Commedia in tre atti di DIEGO FABBRI Preuo Lire 900 * Dopo il 1° volume del TEATRO COMPLE- TO di Diego Fabbri, contenente Orbite, Paludi, La Libreria del Sole, Il Prato Preuo Lire 2.000 è Imminente l'uscita del :Z., volume del TEATRO cont_enenle: RANCORE, tre atti INQUISIZIONE, tre atti PROCESSO DI FAMIGLIA, due tempi e quattro Atti Unici JlALLECCHI EDITORE ~:1guft~~~ e ;r; so~e7ti ~; po <ti specifica ~mpetenza, zare. I metici ,: che a mio aV\·iso i quali, nel passare al set- ELIO F. ACCBOCCA '---------------------• ;
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