la Fiera Letteraria - XV - n. 4 - 24 gennaio 1960

Domenica 24 gennaio 1960 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 SCRITTORI IN PRIMO PIANO RAFFAELLO BRIGNEITI: L'inviato speciale • Resta da vedere - concludeva l'arti– colo - se l'Europa avrà ancora i mezzi e Il cattivo gusto di mantenere questo inutile flore di stucco•. L·!nviato riles– se !·art:colo e al momento d: firmarlo gli venne un'Ultima frase Caso mai ci penserà l'America • Gli parve che la sua opinione su ;\1on– tecarlo e su tutta la Costa Azzurra ros– se completa. Dovrei anche telegra(are, pensò: sarebbe un gesto delicato e ap– propriato. • Cara, a presto•· oppure: «Sa– rò a Roma domani. Baci •. Queste frasi gli davano l'impress!one di essere un commesso viaggiatore o un marito quieto e vecchio che viaggia rimpiangendo la casa. !'orse il miglior discorso era questo: • Pasta al burro. Tuo Mario•· Se non altro a casa avrebbero capito che gli sarebbe stato d.;. giova– mento mangiare in bianco una volta. Il discorso per la pasta al burro e quello per la città gli si fusero nel.J'ani– ma mentre scendeva verso la sta1.ipne. Montecarlo- non aveva né campi, né ter– ra, né battelli da pesca; non aveva né l'odore né il puzzo della v-ita reafe: nep– pure la gente. Gli sembrava di muoversi in un ,·uoto lindo e dolciastro: una cosa bollita, bianca: perfino 1e vecchie madame inglesi gli sembravano lesse: Le corde dei loro colli gialli e la stuccatura dei loro v:si gli provocavano una specie di angoscia. come se fosse digiuno. L'inverno stava per finire e le dame strisciavano lungo i gradini. riscaldan– dosi: sembrava di essere su un palco– scenico. ma era una storia vera e tri· ste. Se io sognassi in questo modo. ri– mug·nò fra sé l'inviato. sarej finito: sa– re: bollito anch'io. Poi gli frullò nella mente !"osservazione che mentre altro· ,·e si verificavano qualche volta terre– moti o maremoti. qu.i non ce n'èra stato neppure uno. Si senti come sommerso e gelato dal mare e gli tornarono da– vanti agli occhi i villaggi olandesi spaz– zati uno per uno dalle onde e le caro– gne dei cavalli ché vagavano a zampe ritte sulle acque grigie. Insomma pensò: sto diventando un po· matto. Mi ci vor– rebbe un periodo di riposo. Maledetti. Già: • maledetti >l; ma chi? Piuttosto mat– to. accidenti~ e Dal nostro inviato spe– ciale a•.• A!la stazione si ricordò che doveva te– legrafare. e Torno domani. Mario». Vide che gli avanzavano ancora dei franchi. Li c onsegnò tutti al tabaccaio: e Gtta- 11.es • , disse. Ammucchiò le sigarette nel– la valigia pensando che quando si diventa catti\•i e astiosi ci deve essere qual!X>sa nel sistema nervoso che non funziona bene. Ad un tratto gli dispiacque df aver spedito quell'articolo. Farò in tempo a correggerlo a Roma. pensl'I. Si voltò. Si accorse allora che unc1 donna lo stava ad osservare sorridendo. e Oh •, disse poi la donna. e E' una vera combinazione•. L'inviato fini di sistemare la valigia e la chiuse. prendendo tempo. Infine dls– se: • Non riesco proprio a rlcordarm1. Dobbiamo aver ballato insieme qualche tempo fa. Ma è difficile ... "· • Augustus? •, disse allora la danno.. e Può essere. Nel setterr.bre i.corso: vo. bene?•· La donna continuò a sorridere. e PG.rte? •. e Rientro in Ital1a. E Je.r!>. San Remo». disse la donna. Aveva un mantello color cognac e rinviato r1· cardava di averglielo visto addosso an– che prima. Poi rammentò che le aveva detto qualcosa a prop0s1to della bocca, che era lunga e bella. Gli era sembrata bella: ecco una cosa che ricordava. e Lei ha sempre la solita bocca », disse. e Certo. sono ancora lo». fece la don– na ridendo. e Ma è la cosa che ricordo meglio. Per questo gliel'ho detto. II treno dovrebbe arrivare fra poco ». A pochi passi dalla aonna c·era un facchino con una borsa e una valigia. L'Inviato disse: e Non viene da molto lon– tano. lei•· e Si. ho fatto un &u-o da queste parti. E lei dov'era?». • A Parigi. Mi sono re1mato ancne 10 sulla costa per una settimana. Ne ave– vo bisogno: poi mi sono annoiato anche qui. Torno volentieri a casa ». Quando arrivò 1'espresso per Ventim!· glia il facch!no sali su un vagone: poco dopo scese dicendo che aveva occupato due posti in uno scompartimento vuoto. L'Inviato raccolse la propria valigia. e Neppure lei viene da molto lonta· no•· Osservò la donna salendo sul treno. •Già». E' italiano?•. Sì. Credevo di averglielo detto p1,– ma . Si presentò mentre stavano seden– dosi nello scompartimento. Poi ¾'inviato disse: • Non credo che salirà più nessu– no qua dentro. Siamo vicini alla fron– tiera•· La donna si tolse O mantello e rimase con un maglione nero mollo accollato e una gonna a scacchi. C'era qualcosa di inesatto, di personale. nel suo aspetto: una straniera vestita in Francia. pensò l'inviato. Continuò ad osservarla, ma ad un tratto non aveva più voglia di dirle una sola cosa. Avrà dai venticinque ai trent'anni, sarà rumena, spagnola. grei:a: ebbene? Niente: avrei voglie di non co– noscere più nessuno. Che sia ebrea? Si sarebbe comportata in un modo più dJ· staccato. colpevole. S1 scntlv;\ il cer– vello pieno, come se cl tosse dentro una quantità di fogli cominciati a scrivere P :!ti~~~ru~~~1~!~1~i, ~~;~òin e~~ aveva trovato Insopportabile Montecarlo e gli sembrò che le due sensazioni avei-– sero una specie di parentela. Il sistema nervoso è come una corda e si logora via ,·ia, pensò dimenticandosi della donna. II treno filava e fischiava infilzando come un ago larghe vedute marine e imme– diate umide oscurità. Si fermò a Men· tone. Peccato che su questa linea ci S:ano tante gallerie.., t'.ece allora la donna. L'inviato sorrise con aria intontita. La donna continuò: • E prima di Pa– rigi?». Ero in Olanda. Sa, nnondazlone •. e IJ maremoto? ». e Appunto•· Oh Dio!•. esclamò la donna. L'inviato disse con calma: e Già, ero lassù >. Poi dovette spiegarle che scri– ,·eva su un giornale e che era andato in Olanda per questo. La donna disse: • Bello. Un bel lavoro. Si ricorda che be!la navigazione sull'A ugusws? Lei era con una signora bionda e magra ». Ah •. rece l'inviato. • Si si. un bel Il documento della donna aveva i con– trassegni della repubblica di Bonn. Tedesca?>. le chiese l'fovlato. Non del tutto•• lei fece. • Non sono nata in Germania• e In un primo tempo avevo pensato e .ne fosse rumena o greca. O anche spagnola>. •Si...». La donna indossò di nuovo Il mantello. Non ci sl vedeva quasi più: era il momento più triste deUa giornata; poi la stazione venne illuminata da una quantità di luci che si accesero tutte insieme. • Ha ragione. Ci ha quasi in· dov!nato •. continuò la donna. Quindi sl mise a ridere. e Ma che importa? Poco fa lo ha detto anche lei>. L'Inviato capì subito con certezza che non si sarebbe fermata a San Remo. c!o arrivo fino a Genova •, disse. e Per que– sto stanotte ml fermo lì. Almeno è una città e ci si può trovare una quantità di cose•. Ma io ho un biglietto per San Re– co>, osservò la donna. e Si può cambiare su} treno». Non gll :interessava sapere con prec.Jsione di do· ve lei venisse e cosa stesse facendo in giro. Perché avrebbe dovuto conoscerla? Gli faceva piacere che fOSSc li con lui: era una creatura calda. L'accompagnò al treno e si sistemarono di nuovo in uno scompartimento vuoto. • Ecco - disse -, anche questo rimarrà vuoto per un po'. Slamo ancora vicini alla fcontiera •· Si misero tutti e due a ridere. • Una volta - prosegui l'inviato - v!di passare per una via di Berlino un tale mollo impet• tito e distinto». Di nuovo, gli venne da ridere; la donna anche rideva. .. Non ci salutammo neppure•, continuò r:n– viato. e Però gli avevo insegnato dove poteva comprarsi una bottiglia di birra proprio sulla sogHa del Negeb, in Pale– stina. Le sembra il caso di riderci?• 1< on so bene perché ma è una cosa buffa •• disse la donna ridendo. ti'. Neppure io so perché. Aveva sete. era tutto sudato: il deserto briUava come se avesse il sole dentro anziché sopra. Lui venne lì e disse qualcosa in russo. ''Non capisco", reci io con le mani. lino scrittore d'ambiente * di .\LH~H,'J'O ISl1:171L,UJ(lU .\. Per Raffaello Brignetti è semplice 3ot– tolineare la prima e più carauenstica nota di autenticità letteraria; essa sta. a nostro avviso. nella pouibiluà dt rin– novarsi progressivamente nell'ambito dt un ricorrente (e diremmo pressochè e– sclusivo) nèhiamo nostalgico (il richia– mo dell'atmosfera manna, modulato ne!'I suoi toni come urui sorta dt persistente!' .sottofondo musicale!'). Bngnetti e il mare!': t!CCO i term ini di un rapporto creativo che . .senza npeter.si in compiacimenti e– steriori, ci ha d ato pC!'rJonagpi maturau al di là delrimmedzato rapporto ambien– tale. scoperti nel loro .senso universale e assoluto. Con simih vana.:,on, eseauil-e sul J!IO • dello sua costante preferita. Br1gneui c, fornisce - nel quadro della giovane nar– rauua italiana - praticamente uno de1 pochi esempi di salrrore d'ambiente. Og,gi. parlando di ., scriUori d'ambiente.,, si fint$Ce sempre per alludere ad un·ac– cezione troppo vasta per euere giusta. La 1,·entà e che noi manchiamo di g,10- 1:am narratori in g,rado di rimanere fe– deli al loro amore per una data condr– ::ione ambientale sino al punto di dedi– care a d essa il meg,fio dei loro arncch1- ment1 esteti.ci ed umani. Presi come sono dal pr ur ito d ello .sperimentalismo. 1 aio– vani prefenscono cedere alle impanen– ::e della loro curiosltd e tentare l'inten– tato in 0{1nimo a.spetto. E' questo. un artegaiamento di gtoi:1- ne::za compre!'nSibile, inevitabile. certa– mente necessario, ma e indubbio che lo esempio di chi riesce a trarre da una unica corda il suo buon numero di m~– lodie ha non pochi elementi dì sugge– stione. Aggiung,en'do che l'unica corda di Brìgnelti è il mare, noi non mten– diamo mimmamente impouerire la vena aeativa dello scrittore ma. al contrario. apprezzare t1na sua scelta e, sopratutto. la .tua estrosa capacitd di mantenerla. Raffaello Brianatri è nato all'Isola del Gig,ho ( Arcipelago Toscano) il 21 set– tembre del 1921. Si ~ laureato a Roma in lerreratura contemporanea con Unga– retti nel 1947. Con racconti di mare. ha vinto due edizionl del , Premio Taranto• (19-18 e 1951) e il ., Premio Ch.ioga1a,. 1949 Nel '52. un suo radiodramma ha comeguito il ., Premio R.A.l . .... 1 libri di narrativa che Brigneiti. ha dato finora alle stampe sono due: una raccolta d1 viaggio•. Poi aggiunse come fra sé: cDel resto che importa. Lei è proprio decii-a a fermarsi a San Remo? •. La donna aveva capelli neri e lun– ghi. tirati sulla nuca e annodati in un ciuffo; gli occhi ·erano neri. L'inviato pensò che potesse anche essere francese, ma non aveva una pronuncia esatta; e poi non era vestita nel modo giusto: era più sportiva. Mi sono abituato a sofisti· care su queste cose. pensò fra sé. Alla fine si diventa come apparecchi, come registratori: esiste un apparecchio che si chiama registratore? Queste cose este· riorl. e Non le conviene fermarsi lì >. d:~– se poi a-Ila donn;i, e A San Remo?"· e: Arriva di notte. E' per giocare·! >. e Ma no•, fece la donna ridendo. L'inviato domandò: • E allora?•· Ecco>, disse la donna. e Per vedere San Remo. ecco tutto. Ne ho sentito par– lare spesso». e Un paese. Se non è per giocare o per starci di giorno non ne vale la pena. Passerà Ja serata vedendo un vecchio film». e Pensavo di fermarmi a San Remo e proseguire domani. Torno a casa a~cb_'lo.». Quando il treno arrivò a Venhm1gha l'inviato e la donna subirono insieme le operazioni del passaggio di confine. Sem– bravano legati da tempo alla medesima sorte: scherzarono sull'aspetto sostenuto e curioso dei doganieri e delle guardie; aprirono ie valigie, le ric:hi~ero:. i~e il poliz.Iotto ital:.ano riconsegno all'mv1ato tutti e due i documenti insieme. Gli altri passeggeri scivolavano intorno a loro co– me un neutro gregge un po' intimidito. racconti (.,.l\Io-rte per acqua» - Sansoni. Firen.::e, 1952) e un T"Omanw (,. La De– riva,. - Einaudi. Torino, 1955). Con - La Deriva,., Brignetti ha indicato una stra– da che è poi stata seauita da un buon numero di piovani narratori. _4.vvalen– dosi di una struttura moderna e corag– Qiosa {come noa. ricordare l'incal::ante ritmo d1 quella festa che cpmpend1a pra– ticamente tutta la storia?) -La DeTiva ... J)1'0pon.eva con incisivitd il problema dei giouan, d'oggi. soUohneandone le più au– tentiche componenti: cioè quelle senti– !"eruaJi, morali. A colpire fu sopratutto 11 modo in cui questo problema cercava di risolversi nell'attenzione del lettore. attraverso un continuo urgere di sugge– stioni rese con il colore, il suono. l'atmo– sfera (marino). Anche il pros.suno ro– man.::o di BrigneZti - • Oani ste!'lla del– l'Orsa ... , che apparird da Etnaudi - ci presenterd una storia di mare. Vi sard descriua la ring,olare travn-sia caparata affequipog,g,io di una petroliera 1n na– dgazione da Freetown a Ch.arleston (fat– zo veramente accaduto). La nave è per– ferta. bellissima: tec,ucamente un capo– lavoro, anche nei mezzi di sicurez.::a. Nel– l"equipaggio .terpegaia però un male mt– s!er,,.,so. antichissimo e biblico, che uc– c1_desei u0'!1lini di bordo. 11 .sospetto in– g111.stoche tl comandante con altri abbia V?luto risparmiare 3Ulle prouvi.tte ed ab– bia preso a bordo roba avvelenata oetta lo sgomento nell'equipaggio. - 11 libro ha una morale universale e una morale immediata - ci dice Br1- anetti - Morale immediata.: il freddo progresso tecnico può non essere che una .s11.perficievana. di fronte ai drammi an– tichi deg,li uomint. Morale trniversate: la sterilitd cromata e la vacuitd televi– siva del nostro tempo non ci devono spaventare: ruomo in T"eaitd ha Tadici antiche e la sua vita è al centro di una biblica. armonica lotta del bene e del male. oggi come sempre: essere uomini vuol dire superare le contingen.:e del Umpo ... ., L'invito speciale,., il racconto che qui presentiamo. si anima di una delicata storia d'amore che nasce e si spegne fn un arco di lirica. commossa nostalgia. La ricca poesia di Briane!lì vi si manifesta con UIW trasparente caden.::a. , ALBERTO BEVtLACQUA Poi gli domandai se parlava inglese. No. "Polacco?·•, domandò lul lo dissi di no. •·italiano? Francese?". Lui non capiva. Mi chiese se parlavo l'ebraico o l'arabo. No. Inflne ci accordammo sul– lo spagnolo: ne sapeva qualcosa. E vo– leva soltanto bere>. • Questo non è buffo»~ fece la donna. e Già. Il buffo è stato averlo trovato a Berlino; anzi, averlo visto passare un– pettito come se rosse un altro*· Rico– minciarono a ridere eon lo stesso fer– vore e la stessa imbecillità di due sposi, con lui che torna da un viaggio e rac– conta certe storiene che gli sono capi· tate. e A proposito•, disse l'inviato. • E' inutile continuare in francese ... •. • Non Si arrabbia se parlo italiano un po' male?•. , e Potremmo usare il tedesco, la sua lingua•· e Preferisco l'Hali-ano: è più bello e pai è la Hngua di qui>. e Bella se ora mi dicesse cbe ha sete», rise l'inviato. Subito dopo si accorse che doveva essere molto stanco per dire delle corbellerie simili. Il treno filava ormai nell'oscurità: si vedevano ogni tan– to dei gruppi di lumi. Nel vagone-ristorante trovarono un bel tipo di cameriere italiano che li fece ridere di nuovo. L'inviato 6i senti sor– gere dentro una sorta di respiro; qual· cosa di spwneggiante. e Il sangue dan– zante•• disse ridendo alla donna. • Deb– bo averlo letto in un :libro». Poi cercò di spiegare. e Si prova sempre un certo sollievo tornando nel proprio paese •· La donna mangiava in silenzio e cer· cava di riconoscere nella sala qualcuno dei passeggeri che avevano avuto attorno alla stazione di Ventimiglia. Le avreb– be fatto comodo per scherzare ancora un po'. ora che il suo compagno aveva detto una cosa seria. Non riconobbe nes– suno. L'inviato continuò da solo, disse: e li ritorno però dura poco. E' bello fin· chè non si mette piede in casa. on è così?•· e: Prima che ne parli voglio doman– darglielo io - fece allora la donna -; ha moglie?>. L'imdato non rispose subito. Si occorse che almeno in questo la donna era più disinvolta più forte di lui: era un vlag– gtatore meno stanco. Evidentemente non viaggiava di mestiere. Può darsi che sia soltanto ricca. pensò. E con questo? E' bella e non me ne importa nulla. e Sì », disse. Poi aggiunse: e Ma è difficile fare la moglle di gente come noi•. Siete sposati da molto?"· e Voglio dire che passi-amo insieme solo alcuni periodi, quellf in Cu.i non la· voro. Quasi mai, insomma. L'eccez.:one non è che io sià lontano da Constance; è che sia insieme a lei». Ormai era sd• volato in una faccenda davvero seria e non si dava la pena di fare dei ten– tativi per tornare ind:etro. e I cronisti se 10 passano meglio di noi*, aggiunse. E' americana? Un nome così...». No. Australiana. Almeno, una volta finito l'orario di redazione, il cronista ha tempo di occuparsi della propria mo· glie e magari...». ricominciò a ridere. An· che la donna sorride\."0. Già... Que– sto era un discorso quasi a11egro. La donna cessò di guardarsi in giro. L'inviato riprese: e Ci vuole un sistema nervoso di ferro per questo Ja\'oro; uno stomaco di ferro. un fe&ato di ferro. e anche una pazienza di ferro . Abita a Roma? Cioè sua moglie>. Ora si. Faceva la hostess sugli aero– plani; poi ha smesso perché ha avuto paura Ecco San Remo: guardi un po' se ne valeva la pena ... =. Si vedeva nel– la notte una distesa di lumi più ampia del!e altre. Il treno ci ficcò :I muso in mezzo e si fermò. Quando riprese la corsa i due erano gi8 tornati nel loro scompartimento, che adesso era occupato da un terzo viaggfa– tore. Uno svizzero, pensò l'inviato. Infat· ti dopo qualche minuto il terzo viag– g:atore dormiva e russava tutto roseo. Poi venne il cclllrollore e lo svegliò. La donna prese un biglietto per Genova Lo scompartimento continuò a riempirsi: quando il treno si fermò alla stazione Principe non c'era pili un posto libero: alcuni viaggiatori erano diretti a Roma. L'inv.:ato continuò a guardarli in faccia come se li riconoscesse. Loro vanno a Roma COI mio treno, pensò; col mio viag• gio. La donna attendeva nel corridoio. e Siete sposali da molto?>, chiese di nuovo alrinivato. Quattro anni • . Quanto tempo è che ,·1aggia, lei?». L'inviato rjcominciò a sorrldere. e Io? Che importa? Lo abbiamo detto tutti e due. A trentasette anni non riesco a ri– cordare un vero periodo di sosta, un cer· to numero di settimane ferme, se non torno a quando frequentavo l'università. Sono pochi anni, ma tutti in giro: tutti spezzettati. Che 'iimporte, no? ». Certo. Ha un'idea di dove possiamo sistemarci?». Nonostante fosse già tardi, la stazione di Genova era molto affollata e piena di rumori. L·inviato si mise al te!efono e dopo qualche minuto aveva risolto la questione dell'albergo. La don· na lo seguiva docilmente, sembrava più magra. e Ha freddo?>. le domandò l'in– viato. e Un po' ... •. • Oh, mi dispiace•· Che stupido, pensò. A ve\'a un nodo alla gola: pensò che la sua era un'emozione del lutto gratuita e che non conosceva -affatto la donna; non do– veva importargli molto se avesse freddo o no. La prese tuttavia sotto braccio e l'accompagnò fino al taxi tenendole caldo e riscaldandosi anche lui. Il facchino che portava le due valigie e la borsa Si tolse .il cappe:.Jo e al momento di salutarli chiamò la donna e signora». Proprio, una stupida cosa, pensò l'inviato salendo die– tro la donna. Le due camere -in albergo si trovavano sullo stesso piano, a poca distanza l'una dall'altra. Una volta su. la donna Si ri– volse all'inviato dicendo: e Non ho son– no. E lei?•. E' presto>, fece l'inviato. e: Potremmo fare un giro Jn città•. Lui disse: e Ci vediamo In basso, al– lora: a più tardi>. La donna spari subito nella camera togliendosi i1 mantello. Poco dopa scese nel salone con un al– tro viso: sembrava che non avesse più freddo e che non fosse più contusa. L'in– viato ne provò un sottile senso di soli– tudine, non la prese sotto braccio. Poi si avviarono verso la parte bassa di Genova. • Dove andiamo? •• domandò la donna. e Nella zona che circonda il porto. E· la parte più sudicia di Genova•· e Ah! », sorrise la donna. Infilò '!1 brac– cio sotto quello dell'inviato e si mise a camminare più svelta Dipadando una per una le ,·iuzze oscure e puzzolenti di sotto Ripa l'inviato provò la stessa sen- cazione di quando il cameriere italiano era venuto a servirli nel vagone-risto– rante. Proprio il contrarlo di Montecarlo, pensò; o forse er.a la presenza della donna. Si sentiva circondato da qual– cosa di solido, di consistente; gli sem– brava di essere al sicuro. Di esser-e fer– mo. Uno stato d'animo difficile a cen– trarsi nei viaggi; come voler fissare un orario sernore uguale, una cucina untca, una llngua, una moneta. Ora tutte que– ste cose gli parevano davvero raggiun– te, eome se le avesse in mano. Una donna. e La gente Ci crede», sorrise rivolto verso d! lei. e Dal nostro inviato 'specia- cune vie c:he avevano &ià percorso. S! tenevano vicini come se stessero ringra– ziandosi di qualcosa. In albergo il por• tfere notturno li accompagnò presso le loro camere e fece per allontanarsi. • A che ora desiderano essere svegliatl? •• domandò rivolgendosi alla donna. I due si guardarono. L'inviato disse: • Non importa. Buonanotte. Ah, un mo· mento>. Strappò un foglio dal taccuino e ci scrisse sopra: e Scusami rltardo. Tor• no domani. Mario •• poi si rivolse al por– tiere: e Domattina spedi.se.a. questo tele– gramma». Piegò il foglio e ci scrisse sopra l'indirizzo. 11 portiere si allontanò silenziosamente nel corridoio. Scese. I due rimasero soli. e Beh, non era meglio Genova di San Remo? •• fece l'inviato. • Un po' faticosa. Sa che abbiamo cam· minato per più di due ore?». Si potrebbe arrivare fino a Rapallo», disse l'Inviato. Gli sembrava di prolun– gare il senso di arrivo, di e fermo», che aveva provato prima e che provava ora nella stanza. Come mettersi le spalle al sicuro. La donna si era di nuovo tolto il mantello. L'indomani si avviarono lungo la Ri· - riprese l'inviato - non conosc;amo proprio nulla in un senso proCondo: nor:,. po:,siamo avere un'idea della vita perche non stiamo mai Cenni. Che ne d;ci? ». Si si, deve essere come dici tu .., ri– spose la donna. 11 loro discorso si era fatto cosi trlste. La donna era di nuovo in cerca di qualcosa che la facesse ridere. Tentò di scerzare sulla gente che proprio a quell'ora tornava dalla chiesa in c;– ma agli scogli oltre il paese. Non le riu– sci; non c'era umorismo, in tutla questa scena. Lei si ostinò a cercarlo e a co• struirlo ma infine diventò nervosa. E' sol· tanto una donna da viaggio, pensò l'in· viato: all'ultimo si piazzerà anche lei in una campana di vetro come MontecJrlo, come le vecchie i'!g~e!i. Quando 1u nella motonave che lo ri– portava verso Spezia pensò che evrebbe dovuto lasciarle almeno un saluto. Come i cani, ricordò. Si chiese a lungo in che modo risolvere questo piccolo problema di ossequio alle convenzionL Infine te– lefonò in albergo dalla stazione di Spe– zia. La donna dormiva ancora. L'inviato dettò tre o quattro frasi augurandole buon ritorno a casa: non sapeva nep- Lull"I Bartollnl: • Quieto ed In qulel.o alberrlare • (Quadriennale di Roma) v:era, però decisero di fermarsi a cola– zione a Portofino. e E' ancora un luogo turistico - disse l'inviato -. ma ìn que– sta stagione rassomiglia più a un vil- 2aggio di pescatori. Ti sembra? lo pre– ferisco Portofino . Il goUo era calmo e luminoso. F.ecet– tuato qualchi? panfilo che stava agli o:-– meggi come fa disparte, il mare era Po· polato di piccole barche da pesca con la prua all'insù e i fianchi ricolmi di nasse. Di nuovo l'inviato si accostò alla donna con quen sentimento complesso di tene– rezza e di gratitudine che aveva provato per ·Jei la sera. e Ho fatto bene a incon– tro.Mi•• le disse. e Non è dipeso da noi», fece la donna. e Già. E' dipeso da noi solo un po'. Ma questo non conta . La donna aveva lasciato in albergo la valigia e girava soltanto con )a borsa. L'inviato aveva tutto con sé. • Saliamo alla punta? . domandò la donna. « Si. Domani arriviaimo fino a Por– tovenere; poi io scendo e Roma e tu torni indietro. Ti va?•· La donna lasciò nel ristorante il man– tello color cognac. e Andiamo•, disse. e Fa quasi caldo. Non credevo che in inverno fosse così bello, qui •· La sera cambiarono di nuovo !dea. C"era qualcosa che continuava a sp:0· gere l'inviato verso luoghi grezzi, so:i– di; verso cose e mestieri Qiltlclù. Non gli piaceva più stare a Portodno, neppure per una sola notte. e E' una specie di reazione>, spiegò alla donna. e Noi viag– giamo di continuo ed è come &? prendes– simo il mondo in prestito. Restiamo sem– pre 01 di fuori. A ,-olle mt sembra di aver perso la cognizione della vita reale. E pensare che appena diciamo il nostro mestiere la gente fa: e Uh. molte esperien– ze; Voi sì che conoscete la vita!» e non e'è discoroo più inesatto di questo~- e Se credi che un altro paese vada meglio ... •• rispose la donna. e: Portovenere è come Portofino: ma è vero. Come un fatto vero iiispetto alfa pro– pria illustrazione», disse allora l'invìato. Partirono SUbito. Quando arrivarono di fronte al golfo di Spezia era notte. « Non so - lui disse - vorrei es..<:ere certo di aver fatto bene a portarti 6no a qui•· Raggiunsero Portovenere con un motoscafo. . e Fai tutto bene>, disse la donna. Si SIStemarono in un albergo quasi vuoto. Il paese, alto e grigio circondava un gruppo di barche e se~brava che fosse tutto geloso fotorno ad esse. Non c'era neppure uno yacht: la gente si muoveva come fa di solito nel proprio paese cioè senza avere l'aria di guardarlo. 'e Noi pure dove: buon rttomo nel nord. Dopo tutto, la co.:.a più importante era aver pagato il conto dell'albergo. Giunse a Roma in serata. Come al so– lito la stazione Termini gli suscitò una chiara e ariosa allegria, come se si con– clude~ qui la parte più bella del ri– torno. A..'lcora una volta gli sembrò im– possibile che Roma fosse rimasta tale e quale anche dw-ante la sua assenza. e questo era un pensiero già meno alle· gro. Affidò la valigia a un facchino e andò al telefono. Constance non era in casa. Mi aspetta domani; ha ragione anche lei, pensò: an· dò a casa e si mise ad aspettare. Con· stance non veniva. Già, le avevo telegra– fato che sarei arrivato domani: che c'è di strano? Soltanto, gli era venuto a noia stare li solo in casa; si sentiva anche un po' a disagio: come la mattina nel– la camera della donna. La donna gli ri– mase un po' in mente, ma non rfusciva più a localixz.arla in un punto; a spie– garsi perché fOSSe rimasto con lei per quasi due giorni_ Era una storia d'altr.;, lui non c'entrava più niente. Si accorse infine che poteva andare al giornale. Usci. e: Buonasera a tutti•, fece entrando nel– la redazione. e Oh, olandese! Sei qui? •· e Buona quella roba dall'Olanda; te l"ho anche telegrafato•• disse il redattore-– capo. Poi aggiunse: e Vieni un po' di 1à. Ti debbo parlare•· Entrarono tutti e due nella stanza del redattoi-e-capo. • Vorrei dare un'occhiata a quell'articolo che ho spedito da Mon– tecarlo», disse l'inviato speciale. e Non lo hai visto? Era in pagina sta– mani•. • Meglio così. Che mi volevi dire? ». e Giusto oggi se ne parlava: quella faccenda dei Mau-Mau nel Kenia. Hai fortuna, tu: ti trovi sempre disponibile quando sue-cedono i fatti più grossi. Che te ne pare1 ». Il Kenia? >, fece l'inlvato con erta indecisa. Entrò m ufficio un cronista per domandare qualcosa al redattore-capo. e Oh!>, fece r:ivolto all'invialo. e Ma non dovevi arrivare domani? •. Subito si trattenne e lo guardò come se fosse stato preso in trappola e No vo– ·glio dire - balbettò -, bentornato! »'. Poi si rivolse precipitoso al redattore-capo. e Scusa: stavate parlando. Torno più tar– di>. E usci agitando la mano. e Il Kerùa .... », riprese distrattamente l'inviato speciale. Era sicuro che se aves• se telefonato ora avrebbe trovato Con– stance in casa. • Va bene>. disse. e Il Kenia ». RAFFAELLO BRJGXETrl GALLERIE D'ARTE IN ITALIA ROMA GALLERIA N ZIONALE D'ARTE MODERNA Valle Giulia - Tel. 802.751 .Mostra della Pittura americana contemporanea GALLERIA DEL VANTAGGIO Via del Vantaggio, 1-b-c Personale del pittore GIUSEPPE CARRINO MILA o le•; crede che sia vero quello che seri- GALLERIA L MEDUSA vlamo; cioè, che sia obblettivo, distac- GAL_ ERIA DEL NAVIGLIO cato: che non dipenda da uno stato di Via del Babuia:,o - Tel. 640 -546 Viale Manzoni 45 _ Tel. 661. 538 u~ed=n~~i!ess:n1e)~' sen:za aver Personale di Per3onale di capito bene questo d:scorso. Le viuzze FRITZ WINTER ROMANO NOTAR! ~e:~o u:j~;·;~ i~~o:t~~ ~ ss.'.\1: GALLERIA RUSSO GALLERIA DEIREMAGI tà li lasciasse soli. Piazza di Spagna 1 Via Boito 8 - Tel. 875.529 e Che ora è?•, domandò infine la donna. Mostra def disegni di Personale di «Le due e venti•. FRANCO VILLORESI MARINO PARENTI Tornarono verso l'albergo risalendo al- , 4 4" •.Yiw ~ N4' _....,~ , 4 ~.-..V,•~ -....~WIY, ._ .......

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