la Fiera Letteraria - XIV - n. 38 - 20 settembre 1959
Domenìca 20 eettemhre 1959 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 * SCRITTORI IN PRIMO PIANO GIOVANNI NECCO: Dimitri Eravamo attendati sulla Drasciovtza. pre .s!o il ponte romano, accanto a.I Serbi che era.no calati. in seguito all'invasione della loro :patria. dall'aerocoro albanese su1l"Adriatico. Avevo !alto amicizia con un sergentina dai line.amenb delicati. daglt occhi malinconici. dalla voce armoniosa. Patla\·a bei\e il !ran– ce.se. era di Jagodina, dl famiglia nobile e v olontario. Sotto la maschera malferma del suo volto nucondeva una inquietudine. che forse tradiva qualche pena. La sua sen– sibilità era addirittura morbosa. Se ,·edeva una tarla.ruga acquattata sotto un cespo. o che avanzasse per le zolle erbose, rabbri– vidiva eome una xagaua. Ciò non toglieva che. avvicinatosi si incu– riosisse ad esamina: le umpette tremolanti. il collo vibratile e gli occhietti spauriti della bestiola. Tutto ciò ml face,·a pensare alle :stranezze sentimentali che sì attribuiscono all'anima slava. A\'i!:\'O poi notato come I :suoi compatrioti fO!.Se.ro per lui pieni di riguardi .e mi' ,piegavo questa diUe.renza come un omaggio alla nobiltà del suo casato. Una sera. mentre eravamo seduti davanti .iilla tenda. egli mi narrava le ultime ,·t– cende della ritirata serba. Ad un tratto la cavallina del maggjore (la quale brucava l'erba in quel paraagi, tenuta alla caveu.a. dell'attendente) si se.olse dalla mano de.I soldato, e. come ad un cenno. venne a fer– marsi alle spalle del sergente. Poi. abbas– sato il capo tino a s!iorarJ,li la nuca colle froge. assunse un attegciamento umano. co– me di uno che ascolti. li Serbo istintiva– mente si voltò, e, carenato con dolce gesto l'animale, gli mormorò plano. quasi all'orec– chio: - Sai. bello, dove è il tuo compaino. il cava.Do di Dirnitri? - Balbettava con voce accorata e con aria assente. come fosse solo. - Chi è Dimit:ri! - gli chiesi pe.r dist.rulo dalla sua triste.ua. . ll se.rgentino russultb. a.rrossl. e: - Oh!... nessuno. - rispose evasivamente; ma divenne cupo. e anche la sua narrazione perdette ogni spigliatezza. La sera dopo eravamo :seduti sopra uno scoglio della riva d~I fiume. Imbruniva. Le alture di levante :si stagliavano sullo sfondo bigio-aran.icone del cielo. II mio amico. che fissava pensieroso rana remota, ad un tratto mi dWe: - Guardate lassù! Che sereno. che calma in quel cielo immenso! Vien da pell– sare ad un oceano in bonaccia.. E noi. cosl piccoli e sempre in agitazione! - e truse un sospiro. Di li a poco balzb su. tutto eccitato. - Avete sentito? Lo scalpitio d'un cavallo! , l? non avevo ~ito nulla. eppure il mio amico aveva ragtone: sulla cresta del pog– gio che e.i stava di !rOnte. contro lo sfondo più chiaro del cielo, apparve la sagoma di un uomo a ca,•allo. - Che udito e che vista avete. amico mio! - :da egli. concentrato com'era in quel punto nero. non mi diede retta. e con una strana sovreccitazione: - Da che parte ,·a? da che parte va? - ripeteva. - Perche vi inte.reua tanto? - gli doman. daL Ma egli mi diede una nuova risposta evasiva. - Sl. mi interessa. .. Poi. come parlàhdo a :se stesso, continuò: - Ma non viene veno di noi._ ecco s'allon- tana ... sempre cOJl .. mio Dio, fino a quan- do? ... La sua aa:itazione era cresciuta: il suo volto aveva assunto un·espresslone di– sperata. - Ma che cosa avete? Ditemelo. - insi– stetti con t.ono quasi ;ri,sentito. 11 Serbo cercò · allora di calmarsi; poL tutto umile e affa– bile. mi rispose: - ?lon abblateve.ne a male! E' una mia peoa. e non so s e vi possa interessare. Una settimana fà abbiamo per– duto il tenente Dimltri Sachovlc. Dimitri vi somiglia: lo stesso timbro di voce. lo stesso fare. A volte, mentre vi guardo, mi sem– bra di vedere Jui. - E dicendo questo ar– rossiva stranamente. Non nego che quella inflessione di voce ml can.izava l'orecchio e m'infondeva nell'animo la dolcezza che si prova nell'intimità, tra persone care. Di ll a poco riprese pjtl decisamente il ne• conto: - Fu presso il bosco di Prilep. Era– ,,amo inseguiti dai Bulgari Dimitri rimane– ,·a sempre con le ultime pattuglié. Stava a cavallo .e corre\·a qua e là ne.I punti più pericolosi. Ora è fra i dispersi. ma io l'aspet– to da un momento all'altro: deve tornare! - Parlava calmo. ma si capiva che metteva un impegno a vincere la sua eccitaz.ione.. - Ma perche vi interessa tanto il caso di questo Sachovjc? !:ra un vo:;tro pare.nte? - No._ era di Jagodlna. ed io gli volevo bene._ - e pronunziò queste parole con un tono che mi colpL Poi. tolto lo sguardo dalla cima del ,poggio di dove la sagoma del cavaliere era scampana, con tinuò a lun– go a pa.rlarm.i di Dirnitri con un calo.re sem– pre più vivo. Ogni tanto s'interrompeva per chiedermi: - Dite che tornerà Dimitrl? Da quel giorno lo vedevo spesso spia.re l'orizzonte.. tender le orecch!e o poggi~ il capo a terra. La sua pereez.ione visiva e audittva era acutissima.. Aveva sempre l'aria trasognata e malinconica: Dimitri era in cima ai suoi pensieri in qualunque mo– mento. -Stanotte mi sono sv egliato tre volte. Al– cuni c•n•alli trottava.no da Pencova nella nostra direzione. Ho pensato a Dimit.r:i: ma erano Albanesi che s~ ndevano a Valona. Chi sa quando torne.rà Dimitri! Dimitri e sempre Dimitri. come un·osses– sione! Io non sapevo capacitarmi di questa ipersens.ibilità C06l insolita in un :soldato. Del re:sto. a tu.ria di parlarmi del suo Di– mitri, !inl col comunicare anche a me una spede di incubo. Di notte, quando avvertivo il trotto di qualche cavallo sulla destra della Drasc.ioviza, mi veniva subito !atto di pen– sare al tenente DimiUi Sacbo,":c. Ero cu– rioso di vederlo, di conoscerlo. quell'uomo che mi somigliava. Quando espressi questo :sentimento al Serbo, egli si mostrò assai sensibile e quasi mi ringraziò. Ma io rimasi stranamente turbato da un os curo sentime.n· lo che. ad analizzarlo be.ne. non escludeva una lieve punta di invidia, ,• orte.i quasi dire di gelosia. per quel Dimitri idolatrato da un amico cosl gentile. Certo è che mi a!fe• z.:onavo anch'io a quel Sergio Radevic. ado– lescente candido e luminoso. che mi faceva pensare a certe figure di giovanetti roman– tici. In lui la gent:ileua aveva quasi un :suggello materiale nel volt.o glabro. ~egli occhJ cerulei. nelle mani piccole. femmmee. Ma dentro quel corpo delicato era acceso quello sconosciuto mi erano noti mille par– ucolari tisici e morali. descrittimi dal ser– gente. Cosi gli vole\·O bene anch'io. e ascol– ta\"O volentieri Radevic quando parlava di lui. Un giorno !l calore affettuoso del mio amico era stato - se pure era. possibile - più vivo del solito. Io lo auardavo tra sor– preso e commosso. tanto che egli, conclu– dendo. cercò di iiustHicare quella foga: - Perché. vedete. sono mesi e mesi che ci tocca fare q-uesta vi~ miserabile. e Di· mitri ml ricordava Jagodina e la mia casa. mi richiamava alle gioie del passato e alle gioie del futuro. A questo linguaggio. cosl strano nei tempi e nei luoghi In cui si viveva. non potevo certo rimanere impassibile. Intanto passò qualche tempo. Una notte fui destato all'imp..""On•iso dallo sca.Jpl.tio d'Un cavallo. Istintivamente ba1zai a sedere. e stetti in ascolto. n rumore veniva dall·a1tra sponda. e si faceva :sempre più distinto. Di ll a pOco. udii sul ponte un grido che mi fece trasalire: - Dirn.itri! Dimitri! - Dal timbro rico– nobbi subito la voce dcl ser1ente. e non mi tu difficile immarinare quanto e.ra ac– caduto. Se.nz.a dubbio il mio ami co . per quella specie di sonnambulismo. in cui lo teneva continuamente il pensiero di Dimilri. s·era destato di soprassalto allo scalpitar del cavallo e. trepidante d'attesa. era corso sul ponte. La sua voce. nel cuor della notte. aveva non so che di lugu bre. C onfesso çhe ero impressionato. Sempre p.iù viva era poi in me la curiosità di assistere a!repilogo di quella. strana avventura. ll cavallo s'era av– \'Ì.cinato. Dalla mia tenda udivo la romba del trotto a pochi passi dal ponte. In quel punto la \'Oee del Serbo. che ave"·a avuto fin qu i un tono accorato di spe.r..nza. si lace.rò in un subito udo di angoscia.. Bal– zai fu ori della tenda, ed al chiarore del pJeoilunio scor&i ii mio amico tutto scon– volto accanto al cavallo. - Che è succes– so? - domandai. Per tutt a risposta il ser– ,ente ruppe in un piax.to dl~perato. e: - Me l'hanno uccis o! - gridava tra I singhiozzi. - Oh povero Dimitri. povero Dimitri! - Ucciso? Come? E chi ve. lo dice? - chiedevo io. dando alla voce un'intonazione di incredulità. - Me lo dice Dado. il ca\·allo di Dimitri: eccolo qui ancor tutto intriso di :sangue! E c'è persino un lembo della sua giubba. La riconosco: il lembo l'ho trovato qui, impi– gliato nelle cinghie della sella. D dolore del sergente per la supposta morte del suo amico era senza dubbio sin– cero. ma io non potevo vincere U mio senso di meraviglia. considerando la passionalità che assumeva quel :sentimento nell'animo di un soldato. Tuttavia quella scena notturna. i singhiozzi di quell'uomo. lo stesso aspetto quasi umano di quel ca\•allo, !ermo ll in– nanzi a noi. avvilito. si sarebbe detto. della sua impotenza a raccontarci la tragedia. di cui torse era stato spettatore. quell·atmo– s!era di cupo .presagio che incombeva su di noi. m'infondeva una grande c ommozio ne. Per un Momento fu. anzi. proprio que.ll'an.i– male ad attrarre la mia attenzione. M'ac• costai. e mentre esso volgeva il capo verso di me. vidi I suoi occhi sbarrati e come J)leni d'orrore.. elle volevano parlare . .E su– bito, come avviene di certe fisionomie uma– ne, i tratti di quel baio ossuto, a.n.sante. mi si stamparono nella mente netti e precisi. e cltla:ramente distinsi le c.h.iazz.e di sangt.te raggrumato sul: collo -e sul ·petto. U sang ue di Oimltri? Dell'uomo che somigliava a me? Dell'Uomo la cui immagine ml metteva a volte una certa uggia di ge.Jos!a nell'animo? Ucciso d a chi? dagli Austriaci? dagli Al– bane.si? Com'era triste tutto ciò, in quel– l'ora di notte e in quella terra selvaggia. vicino a quel soldato che piangeva e a quel cavallo che voleva ,parlare e non poteva! Cos.l. anch'io che volevo dire e domandare qualche. cosa. rimasi un momento taciturno e turbato. Mi scossi solo quando - e fu un baleno! - il Serbo, con uno scatto de– ciso. balzò in sella e. voltando U cavallo. fuggi nella notte. :Erano passati due mesi: due mesi che contano qualche cosa nella vita. I Serbi erano passati a Corfù. e poi al f.rcnte ma– cedone: noi della Drasciovi:ta ci eravamo avanzati sulla Vojuss a. Ri\•edo q uel triste paesaggio: , poggi e va.llonce.UI solitari e quasi deserti. Qualche boscaglia sui colli e qualche palude in basso. Rari campi. rari oliveti. Gli olivi non sono diramati: tronchi antichi bistorti. bernoccoluti o svuota.ti. spesso lesionati e smozzati dal fulmine. con un'ispida corona di fronde.. L1 sotto siamo attendati noi. o.rmai stabilmente. Prima. era un contilluo slo,:giare. snidati da un nemico invisibile. ma non per questo meno terri– bile: il colera. Levar le tende e via. E la– sciavamo sempre tumuli sulle falde di quel cupi monticiattoli. Abbiamo finalmente pace. Di qui sentiamo H fruscio del !lume che am– mu!ina ll sotto, in un'ansa. E' venuto mag– gio: restate è \•iclna. Ci par d'essere gente risorta. Questo fronte e tranquillissimo. Le uniche nostre cure :sono H campo e. le stra– de. Il costone. dove abbiamo a1zato le tende. ha fondo tufaceo. Quei che non abbiamo fatto con la vanga e co! piccone! Spiazzi, cunicoli. grotte. gradinate. anfiteatri. I teli da tenda sono gli unici segni della mobi– l!tà e precarietà del nostro campo: il resto sembra fatto per l'eternità. Questo lavorio industre ed alacre ci snebbia la mente dai superstiti torpori del colera. ci sgranchisce le membra infiacchite. Solo a sera si s@nte la solitudine di questi paraggi e il desiderio del consorzio ci,•ile. E' l'ora In cui ripep.so con nostalgia al mio passato. · La fantasia rivede cari volti lontani. pro– !1li di donne corteggiate o amate. In que– sta atmosfitta idillica, tra queste dolci im– magini. riappare spesso - chissà perché! - la fi~ra del sergente serbo. Come s'è im– pressa nella mia memoria! Pur tra tante scosse ,,iolente è rimasta viva nella mia immaginazione anche la scena dell'ultima notte. Do\·e e fuggito Sergio Rade.vie? Che cosa gli è successo? Ha ntrovato il 5uo amico Dimitri? :li.a perché era tanto a1!e– zionato a quell'uomo che sorniglia\'a a me? Rivedo l'espressione raggiante che assu– mevano gli occhi del sergente, quando ml diceva queste cose. e dentro mi ripul:sa an– cora quello strano sentimento di dolcezza e d'ug~ia. che mi :slupl fin da.i primi tem– pi. Con che desiderio ripenso anche ora alle nostre lunghe con,.,-cnazioni. alle sue care confidenze! Risento la sua voce: - Avec vous je me sens bien à mon aise! ... Oh. anch'io mi sentivo tanto bene con lui. Chissà dove sarà ora?! Il suo ricordo ml punge specialmente sul far della notte, nell'ora 1n cui mi sento più solo. :-.'on che qu.i mi manchino i compagni, ma il ca5o mi ba unito con qua:tro ufficiali d'indole e cultura dive~sime dalle mie. Di giorno il tempo passa rapidamente. Assisto ai la- vori dei soldati e converso &iovialmente COD loro. Al tramonto comincia la noia. che da una settimana in qua diventa dispetto. ob– bligato come sono ad assistere alle sedute spiritist.iche p.romosse con zelo prepOte.n,te dal tenente anziano. che comanda la com– pagnia. Egli e un fanatico di scienze occulte. Rac– conta mirabilia di esperimenti e di ..me– dium ..; si riflt alle pitonesse greche. alle sacerdotesse egizie e che so lo; ci parla dei misteri orfici ed eleusini e via di seguito. come di grandi sodalizi spiritutici. ci de- ~~~~~~~u;~~ ie f!~;~e:oi 1~h~ai~~e~n~tr~= ce .. (si dice cosi!) dei - medium•: ci narra apparizioni strabilianti. spiega scientitica– mente questi fenomeni; e.i parla del peso della materia. della energia degli spiriti evocati: ci fa la testa grande cosl con que– ste e con mWe altre diavolerie. Il tenente Riveri è un omettino gracile e nervoso. con un - tic.. nervoso alle palpebre. che battono di continuo sugli occhi arrossati. A mensa io cerco di s,·Iare il discorso: ma non e facile. Se piglia la parola lui, chi lo tiene più? lo non gli contesto niente. non interloqu1sco neppure. ma lui mi fissa come un galletto. pronto a scagliarsi contro il m10 beato scetticismo per sbranarlo san– li):u:inosamente. Io cedo. naturalmente. le armi. e debbo persino partecipare agli espe– rimenti. Poiché siamo quattro o clnque uificiali (il numero di~pari è p.iù propizio che il numero pari. e la catena quanto più è lun– ga, tanto più è emcaee). faccio anch'io circolo attorno al tavolino. costrutto in tut– ta regola e pronto a ballare nella tenda del comando. Tutti gli espenmenti per «rcare il buio pe..rfetto e l'aura favorevole sono stati escogitati Uno spesso strato di coper– te e cappotti. accuratamente di.Stesi sulla tenda, intercetta qualunque raggio del cie– lo o riverbero della terra.. D campo è or– mai sepolto nel sonno. I cinque iniziati en– trano nella tenda . .poggiano ritualmente le mani su! ta,·olo. Da principio qualcuno sbu!fa o dà in una risata. Ma l'organizza- IDEALI OPERANTI * di ALBERTO BEIIILACQlJA Giovanni i\'ecco è giunto a mettere a fuoco una sua personale prospetti.va di narratore attraverso uno studt o este tico che non ha mai t·olulo e.uere unilate– rale. fi.uo verso poli d'onenraml'Tlto es– senzialmente creativi, ma eh.e si è ve– nuto invece arucolando sulla base di molte-plici innen.:amenti (diamogli il valore di vere e proprie espenenze) culturali. Non trarremmo parlare qui dt un Necco studioso e di un Necco nar– ratore, perch.e non crediamo nella va– lidità indicativa di questo sdoppiamento che pur parrebbe giusti/icaro in via af– Jauo superficiale. A d1.siog!lerci da troppo facili dl$tin– ~oni, ~ro .sopratutto il fatto eh.e- Gio– cannj Neèco, nella sue lunga e meritoria. ctlitntd dt uomo di cultura, non ha mai considerato. a nostro avlriso, re sue varie specialità di storico. di critico (v'è da souohneare la critica hnguistica). di narrotore. in una loro dimensione a se stante (come tante inclinazioni in cui sdoppiarsi), ma. ai centrano, ha ten– tato di raggiung ere ogni risultato, anche il più nuovo e diver.so. tempre .spinto da un centro d1 enel" Qia creativa. di linfa. fantastica. concluso m un oalore c.ssoluto e valido al disopra di tutto: degli stili, delle particolarità estetiche, dei generi. E per completare il quadro, diremo che questo centro di linfa ri può iden– tificare con la ,., vitalità ... ; dando, a que– sto tennine, il signt/icato di. fiducia nella vita. di entusiasmo oerso le co.1e e lo gente e, .sopratutto, di necessità. di agire attraverso certi ideali operanti. Per Questa vftalitd .si comprende e si giusti/le.a la gran Quantità. di lavoro sool– ta dal Necco in più di una direzione. con un'nu~eral1la che altrimenti., ad una b! 1 u~~i~~retr=pi~ru~~i1::1Ìitrt;::: giungimento di risultati risolti più eh.e altro in de.streaa. Più eh.e dutre..--za, invece, c'è cordia- litd, c è il desiderio di un intimo con– tatto con gli altri per me.=.:o deU·intesa cul1urale: come un dialogo con1inuo, in– somma. in cui in.serirsi il più pos.sibile per sentirsi vivi. Ricerchiamo nella bl· bliografia di G1ouanni Neeco. 1\"~I 1933. pubblica ,L'invisibile Dea, (P!'esie), Guan.da. Modena; nel 1937, ,., Reahffl\o e Ideali.smo neUa leueratura tedesca mo– derna .... Later.:a. Bari; nel J9if2, - Can– .:oniere te~sco mode mo., Zanetn. Ve– nezia; nel 1943. , Dal Po al Niemen .. (prose). Garzanti, Milano: nel 795?, cura H - Nuovo dizionario teàe11co-iU1Hano e italiano-tede.sco -. Gar2anti, Milano: nel 1957 pubbticc. prt!HO Vallardi, la .. Sto– ria della letteratura t@desca... La nostra scelta dev'e.uere, punroppo. limitata, per questo non possiamo regi– strare che uru:: piccola parte delle opere di Giovanni Necco che attualmente ha. in cono di stampa, opere di cntica, di poe.sio e di narrativa (citiamo. per la lirica, ,.,Preludi di un canzoniere ..). Il ., PrE'fflto Marzolt"' .. per 11 <norna– Jum.o (critica e letteratura) nel '55 e il .,.Prl!'T'/7.oMarzotto SNe:ione.. (critica e storia letteraria) nd 195i hanno sot- 1olineato ufficialmente la vaJiditd della cttivitd culturole di Giovanni Necco che va esphcandosi, da vari anni. anch.e sulle terze pagine dei maggiori quotidiani ita– liani. Pe-r venire a ,Dimitn,, il racconto che QUi pubblichiamo. diremo che eslo si ricollega, per valori di atmosfera, ad una chiantd classica. ad un senso com– posto deUe cose e del dromma eh.e rien– tra in un'esperimentata tradizione. La Jig,ura di Sergio Radevic. Questa ambioua ~ dolente fioura nata proba– bilmente da un'esperienza viva di Necco. si staglia netta su di uno sfondo arido e amaro (ed è proprio questo contrasto. tra le luci e le ombre di una diversa dispera:ione. o dare al racconto la sua impronus. pitl caraueristi.ca) . Una provci. insomma. in cui Nec co si rivela au.ten.tico narratore. ALBERTO BEVILACQUA tore delle serate spiritiche si lamenta. s·in– cbgna. sconglura: reclama n silenzio. la con– cenlru:ione: e noi. zitti e pazienti: ma i: tavolo è ostinato: non balla.. - Chi è cbe resiste? - gri.da l'ometti• no .nervoso. - Resiste al fl uido - spiega Ri\'eri. - Non p:ega la sua volontà alla mia. 11 tavolo deve sol1e\'ar:si. ballare: è il fenomeno più facile. più stupido del mondo! Qualcuno ride. - Ma sfamo seri. ma non facciamo i ra– gani! - ammonisce sempre la stessa voce. n silenzio è ristabilito. il rito ricomincia. ma il volo non balla. Ballerà. Bisogna pazientare. I minuti passano e il ta\•olo ri– mane !ermo come fosse di piomba. - C'è qualche soqgetto re!rattario. E.sca il soggetto refrattario! -Chi? - Sl. esca il tale! Q~ tale son quasi sempre io. e non mi par vero di andare alla mia tenda a buttarmi giù. ma non passano cinque mi– nuti che mi vengono a chiamare perché la catena è troppn corta. perché il numero non e disoari. perché questo. perché que– st'altro. Ritorno rassegnato. Si fanno tante cose stup:de al mondo, e facciamo anche questa. '.\1'auguro che 11 tavolino faccia davvero quattro salti. e buona notte! Mac– ché esso è più cocciuto d'un mulo. Più d'un mulo. ma non del tenente RlverL L'insuccesso e:saspera l'ometto nervoso. ma g}j frusu la volontà. Cosl. da una settima– na questi esperimenti spiritici sono divenuti il mio incubo. Ma forse 5tasera non avremo sedute di sorta. Ri,·eri è stato promosso ca– pitano. Sa:-ebbe bel:a che anche oggi vo– lesse mettersi in comunicazione col trapas– sati! Faremo. invece. un bel banchetto. e .. bagneremo le stellette" con brave botti– glie di spumante. Verranno ospiti da altre compagnie del reggimento allineato lun,o non so quanti chilometri di questo singo. lare fronte di guerra non guerreggiata. I preparativi della piccola re.sta sono fatti. Il neo capitano che. a parte le fisime occu.1- ti.Stiche. ha un cuore eccellente. ba curato un rancio speciale per la truppa. L"u.fflciale di mensa ha allestito una lauta cenetta per noi. Sull'Imbrunire arrivano gli ospiti: ci sono anche due ufficiali del 55o reggimento. che è sulla nostra destra. Amici di Rive.n. casualmente qui di pass.a &gio. saputo del banchetto. si sono { erma.ti. E' una sera tie– pida e serena. la mens a e apparecchiata all'aperto sotto i g randi olivi selvaggi. le cui omb re danza.no alla lu« irrequieta delle cande.le. Si mangia. si trinca. si chiacchiera. River i è beato e ridente nel mondo dei vivi. in vena di comunicare più coi fiaschi cbe collo spirito dei morti. Sollevati i calici (per l'esatteua storica, bicchieri ordinari da quattro soldi l'uno> il pollice e l'indice della sinistra sulle stellette delle mostrine. s·è compiuto. gravi e composti. il rito ..... ter– que quaterque asterulis tactis •. Poi sono venuti i brindisi. ed io bo ammirato la scioltezza e l'ele~anza con cui Rivert ha risposto alle facete allocuzioni de.i colleghi. Stasera mi si rivela un nuovo simpatico aspetto di quest'uomo bizzarro. Lo guardo per un momento con vivo interesse. La sua vera fislonomla. m'accorgo per la prima vol– ta, è come di&Simulata da un specie di instabile maschera nervosa. Senza quel tic alle palpebre e l'aria irrequieta. il volto di Riveri sattbbe espressivo ed intelllie.nte. Solo ora \'engo a sapere da un collega del 55" che Riveri è stato ferito gra~e.nte nello scorso settembre alle cave di Seltz.. Il tic alle palpebre risale a quell'epoca. E anche la sua nervosità. Le sue qualità me– dianiche le ha scoperte una dama della Croce Rossa, teosofessa e spiritista. C'è tutta una stor!a. Eppure il neo-capitano è un tipo volitivo e risoluto. Risoluto e cocc.iuto. Ahimè!. neanche sta-– sera ba intenzione di mollare. Già. seduta spiritica anche sta.sera. A catena lunga. Ri– veri ha già dato un·occbiata ai commensali. felice di poter scegliere. tra tanti. i soggetti buoni. Io sono. naturalmente, escluso. An– che gli ufficiali del 55'>, che ridono increduli. non metteranno le mani sul tavolo degli esperimenti spiritici. li neo-capitano li ha scrutati scuotendo la testa. Gli esclwi - sette o otto - rimarranno qui fuori; gli altri - una decina ~- ent.:eranno sono la ampia tenda del comando. Tut.ti i lumi ven– gono spenti con cura. E' quasi mezzanotte. In cielo, stelle rade. n campo dorme. Nella boscaglia di Carbonara un allocco stride. Noi conversiamo sommessamente al buio. Sotto la tenda il rito dev·essere cominciato: non si sente più una voce. Del ttsto a noi l'espe– rimento non interessa. Ragioniamo del più e del meno. Un di.scorso tira l'altro: episodi di guerra. impressioni dcl recente colera. ncordi studenteschi. avventure amorose, bar– zellette. Io parlo e asco.lto Cistratto. a cuor contento. D vino esalta l'anima ad una sme– morata euforia. Il tempo passa. Uno del commensali s'è addormentato e ru51a. Lo LA RAPPRESENTAZIONE DEL « DYSCOLOS » DI ME 'A 1 DRO AL TEATRO OLIMPICO DI VICENZA * Difficile per il Misantropo il ritorno all'umanità * II tema della commedia, che, riemersa dalle sabbie dopo duemila anni, è stata messa in scena per la prima volta è di una singolare ricchezza poetica: anche da quest'opera gìovanile appare la grandezza dello scrittore ateniese * di 610l'ANl 1 I CALEil'DOLI La rappre..~ntazione del del 26 .tprile) ed al suo dotte è generosa.mente salvato dal rattere rabbioso è sottolinea• quali ha fatto il suo costume di Mena.nàro. Di,sco10a di Menandro con la ed acutissimo saggio riman- fig1iastro Go:-gia. Da quel to dalle rapide e furiose in· morale e. quasi. la sua se- Nello spettacolo s1 sarebbe reria df Luigi Squarz.ina t.1el diamo il lettore per questa momento Cnemone domina cursjon.i. Nella seconda par+ conda natura. Cnemone, pur potuto maggiormente rilevare Teatro Olimpico di Vicenza parte. l'aziC&.i.e. Quindi, per far ri- te invece è rappresentata la razionalmente convinto della e stringere il contrasto tra costituisce un avvenimento Ci limitiamo. dunque. ad corso a una terminologia tra- «crisi» e la conversiooe di verità sperllll(.otalmente ac- l'aura gioiosa di File ed il eccezionale ed ba offerto agli alcune osservazioni sullo spi- diz.ionale. nella prima parte Coemone e logicamente quin- certata e da lui stesso enun- carattere scontroso di Cne– spettatori un'emozione che rito della commedia. sulla il Dylcolos è prevalentemen- di l'azione converge sul suo ciata. non riesce ad as.s.im1· mone. colorrudo più viva– difficilmente potrà essere d1- sua logica drammatica e sul- te una commedia d'intreccio personaggio che diviene cen- larla psicologicamente. Il suo mente }e sue apparizioni e menticata. la sua resa scenica; ma lo agile. sciolta. leggera. mentre Lrale, perchè in lui si conclu- carattere. ormai impastato di conte.rendo più impeto ai suoi Il Dy1col0$ (che Ietteral· .facciamo 001 la trepidazione nella seconda parte diviene. dono le fila della trama in- scorbutica selvatichezza. re- scatti odiosi. O movimento mente suonerebbe IL Bisbeti• intima che non può non su- una commedia di carattere. trecciata dal elio Pan. siste alla verità e per questo della commedia sarebbe ri– co o Lo Scorbutico, ma che scitare l'accostamento ad un Questa diversità di struttura li personauio di Cnemone Cnemone esita e tenta, non rultato più serrato e vivace. nell'edizione italiana - sulla testo così illustre senza un ha tuttavia una sua logica. è infatti un • carattere a; ma consapevolmente ma razio- Ma bisognava. {orse. contr-ar– scorta di quella francese di corredo di precedenti inter- L'azione non si svolge in ha wche un dramma interio- nalmente. di rinchiudersi an- re i tempi e ridurre l'opera Victor Martin - è stato tra- pretazioni estetiche- uno scenario cittadioo. ma re e questo ci sembra l'aspet- cora in se stesso. quando i alla sua misura che è rela– dot'to Il Misantropa) è la pri- li Dyscolos è ritenuto. co- presso il santuario di Pan e to poeticamente più origina- servi lo chiamano per par- tivamente breve. il fuoco d'una volontà decisa. Sergio Ra– de,•ic era Il. volontario. e quella persoo– cina apparentemente LragiJe e molle a,-e:va sopportato disagi e strapazzi, e quello spirito irrequieto e genWe aveva aUront.at~ con fermezza i pericoli della guerra I patimenti erano $egnaU in quel viso fanciullesco o trasparivano da quegli occhi mallnconicL SI, lo confesso. quella figura esercitava su me un vivo senso di simpatia. Ma anche il Ser– bo mi dimostrava ognl giorno di più la sua amicizia sincera. Discorrendo con me. ripeteva ogni tanto Cm.i par di ri.senti;e la sua voce d'adolescente. una voce quasi an- ma commedia di Menandro me si sa. una commedia gio- delle Ninfe a File. sul monte le dell'opera. Cnemone odia tecipare alla festa con la Anche il regista Lujgi che ci pern:uga intera. se vanile di l\lenan.dro; alcuni Parnete, e nel prolo&:o Pan gli uomini. perchè li ritiene quale sarà solconizzato il Squarz.ina ha certamente ri– non integra. Lo spettacolo di l'han.10 giudicata un capola- lascia intra\'edere Il tema ed incapaci di bontà e quindi li matrimonio del giovane So- sentito dell'impegno e della Vicenza. per gli italiani. è voro; altri un'opera che de- il contrasto centrale della s!ugge cocciutamente rinchiu- strato con la sua figliuola. di!ficoltà di una prima lettu– stato (dopo una trasmissione nuncia la vocazione poetica. commedia che è quello fra dendosi in uno scontroso iso- Il riconoscimento della ra, come i suoi attori Mario ·radiofonica allestita nel giu- ma anche l'inesperienza del l'odio • verso tutti senza ec-- lamento; ma quando Gorgia bontà compiuto da Cnemone Scaccia. Franco Parenti gno da Corrado Pavolini) il poeta sopratutto per la li- cezione » dal quale è ani- compie un atto di bontà e la sua difficoltà nel ritor- Edoardo Toniolo. Luca Ron~ primo incontro con un'opera, nearità del suo svolgi.mento mato il vecchio Cnemone e traendolo ·11 sah,o dal pozzo. nare a quella umanità. che coni. N 1.10 dal Fabbro. Mi– la quale fornisce una inatte• e per la 'superficialità con la l'amore .. Proprio per punire Cnemone si ric_rede. compren· egli ha ritrovato raziona!- chele Ricciardini. Eros Pagni. sa apertura alla migliore co- quale è rappresentato il ca- il vecchio. per guarirlo del de almeno razionalmente che mente. sono i due motivi più Gastone Moschin. Giuliana noscenu del commediografo rattere del protagonista. suo odio. per convertirlo alla la bontà esiste effettivamen- profondi e più commoventi Lojodice. cor hianea>: - Avec vous. je me sens blen à mon a:se. - e accennava ai tratti mie.i che g.li ricordavano Dimitri Sachovk. Ogni vo lt a che mi univa idealmente al suo antico, pro-– ,·avo un senso di lusinga. ma anche - l'ho già detto - un certo disappunto, una spe– cie di assurdo ripicca: non lo avrei eon!es– sato neppure a me ste:sso. ma in fondo al– l'animo c'era come una vaga preteso che ;~~~~ia~ad;i~~~5;r-:tefe s~i:C:c~~e~ 3 ~: quel Oimltri mi era pur tanto familiare. Dt ateoiese e della commedia at- Indubbiamente 1 'azione gioia della vita. il dio fa « io- te e che potrebbe costituire della commedia. quelli per i Certamel)te riascolteremo H Uca nuova. proce~e rapidissima; il pro: nal:lorare pazza111:ente '!" de?a il fo_ndamento cli ~n lT.londo quali essa si giustifica poeti- Dyscolo.s in nuove edizioni e. SW problemi di linguaggio. tagonista Cnemone. che e figlia del vecchio bisbetico migliore: • Se tutti gli uo- camente come l'opera di un come i registi. come gli at– di stile. di stru tura, che il stato robustamente imperso- un giovane. figlio di padre mini - eg U dice - si voles- grande scrittore. Ed in que- tori, potremo meglio appro– testo di Menandro pone. e aato da11'attore Tino Buaz- molto ricco- Nella prima par- sero be.ne, non ci sarebbero sle scroe Tino Buazzelli ha !onclirne i significati, che ci sulla questione del :-apporto r.eW, compie soltanto una ~e- te la commedia dà quindi la tribunali. non si macidereb- dimostrato un'adeguata forza si sono improvvisamente ri– con la commedia latina. che rie di rapidissime apparlz10- rappresentazione di un am- bero in galera, non Ci sareb- espressiva. rendendo il dram- velati dopo più di duemila ne riceve un contributo no- ni. fin quando. nel tentativo biente idillico e !esto~. qua- bero guerre; e ognuno sa· ma interiore del personaggio. anni con l'intatto e miste.rio– tevoliss-tmo. ha già scritto da di ripescare una secchia e un si per mettere in rilievo co- rebbe contento del giusto•· ma mantenendolo su una il- so splendore di uoa risurre-- par suo su queste stesse co-- bidente caduti in un pozzo. me vi sia !llcompatibile la pre· Ma. abituato all'odio del nea di chiara semplicità ri- zione.. tonne Ettore Paratore (num. non vi scivola egli stesso ed senza di Cnemone. il cui ca· prossimo e alla solitudine del spondeo~ allo spirito attico GIOVANNI CA.LENDOLI Gionnnl Necco scuotiamo nden-do. Parole sommesse di pro– testa bofonchiate tra la veglia e il so!l!lo: poi l'amico si :iassoplsce. e riattacca i.. musica in tono maggiore. . A un tratto sotto la tenda dtl comando si sentono dei colpi. Oh. il tavolo .s·~ de– ci,:o a ballare' Ma i colpi continuano con una certa :sinistra risonanza nel buio della notte. Poco dopo si avvertono in quella di– rezione anche sospiri ed ansiU. Lievi bri– vidi scorrono sulla nostra ep:denn!de. La mia beata smemorataggine si dissipa: e m1 subentra nel cuore un vago senso di trl– steua. Un ufficiale del 55'> racconta adesso qualche cosa che incatena la mia attenzio– ne. Il discorso è caduto sui soldati serbi, ora passati in :MacedoniL Egli assicura che t=a essi c·erano diverse donne giovani per lo p-10. graduaU. I cape.Ili recls'i. dissimulato con cura ogni segno femminile sotto l'uni• forme. era spesso difficile. nota 11 collega, riconoscere il sesso di quelle amazzoni ab– bronzate dal sole e indu:ite da&ll strapazz.L Tanto più che commilitoni e subordinati mantenevano verso di esse un contegno irreprensibile. assolutamente cameratesco. come se ogni distinzione sessuale tosse tra loro abolita. L'individuo che di.scorre non immagina che impressione fanno a me le sue parole: ma i battiti del mio cuore ac– ce.Jerano al racconto che egli fa ora. ..-· Io stesso sono stato testimone di un caso tragico, in cui la vittima risultò poi una ragana serba. Il fatto è ae<:aduto alla fine di marzo .agli avamposti della mia com– pagnia. una notte che c·era una bella luna. Verso le due la sentinella all'estrema destra sente lo :scalpitio d'un cavallo che s·avvl– cina dalle li.Dee nemiche. Tende l'orecchio e spia. Di li a poco ecco delinearsi chiara– mente il prc!ilo d'un cavallo montato da un Austriaco. (La nazi onalità del soldato e ben riconNcibile dall' e.l.mo e dalla mon– tura. polcbè la luna piena ill umina il pen.• dio a giorno). La. sentinella. lmbracciA U fu– cile e sta all'erta dietro al cespuglio che lo copre alla vista. Quando ll cavallo è a una ventina di metri. dà il ., chi ,,a là?•. L'uomo a cavallo non risponde e non sf fer– ll'IL La .sentinella npete l'ordine due o tre volte. ma que.llo avanza zitto. anzi ac-cele:-a. Anche a.lla fucilata a vuoto, intimidatoria l'Austriaco non bada. Allora la sentinella prende la mira e spara sull'u.omo. Più tardi dalle carte rinvenutie addosso al di• sgraziato constatammo, con doloroso stu– pore, che si trattava dJ un !ergente serbo travestito, che voleva entrare nelle nostre linee. Nuova mera,.-!glia. quando. dalla vi– sita alla salma. il medico verificò ch'era quella di una ragazz.a.. Soltanto non s·è potuto capi~ perehè e.Ila non si aia fennata alle intimazioni della sentinella. né abbia mosso un di to o mandata una voce per fa.:si ricono.sce.re. Pareva desiderasse la fine. e corres se sp ontaneamente in braccio alla morte•. In me uo~to e angoscia. e un senso indefinibile come d'uno che 5ia !O. speso tra un incubo irreale e una minaccia .reale. Sergente serbo? Raa;ana? Ma. dunque. Ser– gio_. Oh, perchè la !anta.sia è tanto corriva? Ma non è la fantasia: l'anima! Essa vede ad un tratta ciò che prima presentiva. Un groviglio di sen.sazioni ed a!fetti nebulosi ora si districa e chiarifica: dlnanZi alla fosca luce d'una tragedia. Ma non è temerario crure tutto un mondo d1 cose sopra vaghe coincidenze uteriori? L'anima non al pone domande. Vive una realtà. Sente d'aver sfio– rato l'ombra cupa di due destini. ca.pisce adesso che cosa era Dim.ltri per iJ presunto giovanetto Sergio, che cosa era per iJ ee.n– tlle serae.nte persino colui che a Dlmitri somigliava. D'un tratto tutto si Illumina - l'impulsiva attrazione veno l'adolescente. la dolcezza idillica di quei colloqui, la nostal– gia patita dopo la tuga di quella notte di marzo - tutto s'illumina. ma alla fosca luce d'una tnJedia. Il cuore ha mille domande da fa.~. ma che. giova chiarire dubbi, aver la con.ferma di supposizioni. sentire nuov; particolari? La dne di • Se.rgio • è ben chia– ra. Dopo wu settimana d.! inutile ricerche del suo Dimltri o forse dopo una macabra scoperta. la fanciulla ha voluto (lo ha detto inconsapev olment e l'ufficiale del 5,50) get– tanl le.i lte.ua i.n braccio alla morte. Se pure <U cuor e mi trepida) non veniva a chiedere col1forto. a!fetto a chL ma non 8.n!sco il pensiero. Ho quasi lo scrupolo di commettere un sacrilegio, dl profanare me– morie &acre. di conturbare la se.rena aura di spiriti_ Me.ravldl~o mondo. questo dell'anima! So.. no quJ in mez:zo ad un'allea:ra brigata che ch!aechlera spensieratamente. e s0no « 1olo •: solo. In compagnia dei miei pensieri ed a.!!etti. Nesiuno. certo, sospetta cbe turb1- nio di immagini e sensi rammulina dentro di me. Non ascolto più I discorsi degli altri: fisso due occhi ne.Ii malinconici che mi fissano; ml concentro nel ricordo di .. Ser– i:io • e Dim:itri. Quanto tempo re.sto cosi? E' ancora lo stridulo allocco che mi ri– scuote. Poi dalla tendà di Riveri ml giun– gono, ben distinti. monosillabi di stupore e 1bigottime.nto. Mi accorgo che anche gli altn si sono ammutoliti e tendono le orec– chie. QUAlcuno, è vero. tenta d1 scherzare.. ma le risa gli muoiono presto sulle labbra ai colpi e tremiti e :sospiri che vengono dalla tenda. un·a.ura s'à fatta qui Lntorno. Io sono naturalmente ph) agitato di tutti. Quante impressioni questa sera! E non sono ancora finite. Ad un certo punto gli uffi– ciali della tend:t escono. Manca Riveri.. Riac– cendiamo le candele. Vedo tntorno facce pallide e nervose. Qualcuno riferisce che Riveri è caduto in ...t.nmee • ed è tuttora laggiù: semiaddormentato. Un altro raccon– ta. piO. balbettando che parlando. le cose impressionanti a cui ba assistito rotto la tenda. Sugestione collettiva! Allucinazioni? Chissà! Ma tuttJ sono disposti a giurare di aver visto coi propri occhi due larve ben fei~~of:~lllar qualche minuto al di sopra - -- parevano formate d'Una sostanz.a ra– re.fatta; nebbia o qualcosa di simile. Già. s omi& liavano ai corpi radiografati. ma era.no ,' i.ve e palpitanti. Interpellate con segnali COn\,enuti. han ri- 3:posto che erano ali spiriti di due Serbi caduti In guerra_ Allibisco . In giro ,•edo volti sbiancati che traballa.no. Alle mie gpalle l'ombre degli olivi sem bra danzino una danza macabra. GIOV Al\'NI 1''ECCO
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