la Fiera Letteraria - XIV - n. 37 - 13 settembre 1959

fiomeruca 13 settem];re 1959 LA FIERA LETTERARIA ** SCRITTORI IN PRIMO PI AN O GIUSEPPE BAHTOLUCCI: L'impermeabile L'er,·ore e la f elicitù, Non si sa come abbia 1nl%1o un mito, e quanto viva dentro di noi. Un impermea.– bile non è solo merce. oggetto di scambio. o anche ldolegg'lamento. Un pittore che \'oglla difendere tma regola d1 vita. può affidarsi esclusivamente all'esplosione dei colori. o tentare un recupero df pud!ctz1a. di l.nt.erlo– rità., sulla tela? St dirà: sono problemi an– tichi. il romamo li rlfl.uta.. Descri\1amo. perdiamoci nei particolari, ln...c;ommadiamo l'esatta misura di az!onJ, gesti, ,·oc!. Pro– cedere oltre. è proibito. Eppure non è facile. educazione o voca– zione che sia. disperdere o annullare opt– nionl moralità. at.teggiamentl · dl animo. A proprio rischio si tenta allora l'itinerario spirituale di un giovane 1.ntellettua!e tra Il cinquanta e il einquantatrè. Lo si fa discen– dere a Roma, con u:i sacco d.l rLcen.·e,con mille e uno dubbi. e una d!spos1z:ione radi– cale a drammatizzare sltuaz.lonl. Mese per mese assistiamo al suo decadimento. meglJo. al processo de1la sua ,itaUzzaz.ione: una donna di servizio abbe.sLanz.a innocua e ,·o– race di sonno, un'amica suffl.cienternente gras.sa. per non .1ubire tentazionJ di crisi. 1nfl. ne un rapzzo. di vent'anni. formalmente offen sivo. ma ancora immaturo d1 fronte alla città e a se stesso. Se la pittura del giovanotto ester!ormeote sembra cedere alla ,·oracltà del colori e delle lucl dall'interno la stessa pltwra ap– pare viva d1 un male, di un'ombreggiatu- ~: ~•~~~~=~~ n~~co~)~ s~;:~ d1 vita è anoora 11 ftne del giovane pittore. e cfò che dipinge fortunatamente è meno importante artlstlcamcnte di quanto egli senta e soffra. Se JJ di.Sordine gli rinasce sulla tela, la Colpa è anche delle eose che gli stanno sttomo, e .1elle parole che gH esco– no d'animo. D'altronde non è un Impermeabile, dietro una vetrina. bello ft.n che si vuole e pom– poso. in grado di salvare un personaggio. L'idoleggiamemo allora diventa mistiftca– z!one: ameremmo davvero che costui vi– vesse la misura della propria spiritualità. dal momento 1n cui ha visto l'impermeabile al momento 1n cuJ finalmente l'acquista. In verità 1'1mpcrmeablle è la trincea più vfclna al nemico. perderlo. slgn.l.fica diven– tarne prigjonieri. Non diamo ai nostri personaggi un mes– saggio che non posseggooo: sono tanto ,rt– clni a no! da confondersi con le nostre per– plessità. CO!l le nostre contraddit.ionl Cosi. lnfrantosi U mito impermeabile (gl!elo ri– ducono in pezzettfnl durante una manife– stazione pubbUca) diamogU la possibilità di pensare con nostalgia al treno che lo ricon– durrà aJle strade larghe. alle ptu:ze gremite, agli e interni :a d1 una giovinezza più con– vincente. Ma non togliamogli, divenuto ora esule, aJcwia delle difficoltà che a Roma non gli è stato possibile rtsolvere; la diffi– coltà dJ muoversi ot,re I confinl di una timidezza naturale, di creare un equilibrio tra gU affetti e la ragione. t,lJl la dls~r– alone del ratu e la co n:cent.razion~ de) seo..– tlmentl Possiamo assicurare 1J lettore che U pro– tagonista non acquisterà più impermeabili Stilisticamente non cl sarebbe più possibile mimetJ22.ado sotto un discorso spesso indi– retto: egU ha già la statura. a mio parere. per partecipare. per respirare il dramma dell'ob!ett1vttà. I negozianti di vestJar!o ra~ ranno meno affari, I lettori potranno stare più tranquilll Si è sentito troppe volte dire che non è lecito addentrarsi net mali dei personaggi: 1m autore sappia escludersi da qùd che ra dir e loro. In verità eh! osa segui.re una strada che non è la sua. chl osa fare ciò che gli e negato? Scrivere è anche rosicchiare se .1tes– st. D panico della terza persona è anche di coloro che affermano di averlo iuperatD. Perchè non è altro che U sotterraneo terro– re della morte. Le contraddizioni stilistiche in questo senso sono d.1ba\tJt1 con ciò che non tornerà più, o con ciò che sta per fi– nire. Il oe.Jebre e egU •· l'intoccabile, ti vin– citore d1 tutti I nostri dubbi. di tutte le nostre debolezze. è tuttavia cosUtuJto anche dal.la nostra negatività. Rlmpt"O\'erare a un pers onaggio di essere immobile. o di aspi– rare all'lmmobiUtà; di a\-er disgusto di sé d1 muoversi ln una tela di ragno significa rendere meno mistlfteatore Il potere di queu· .. e.gU.... Non importa che iutto cib sembri un discorrere al dl qua del romanzo, slamo 1n troppi da qualche stagione a giudi– care come debba nascere e srtJupparsl un libro perchè si possa poi ehJamare romanzo e non c'è discorso più vano di chi non osa poi cominciare dentro l'area della sua esperienza di vita. della sua oonoscenz.a sti– llst!ca. L'errore: è bagaglio abba.stanza ama– ro, perché lo si pre!ert.soe ad una generica felicità. L' i1nper1neabile Dunque Renato era tornato all'impermea– bile, con aspra voluttà. peolltosi di quelle due settimane di obito; l'impermeabile, an– cora dietro la vetrina. per fortuna, con quel color d1 castagna arra;dta che J1ncendJa,•a. e Ja manifestazione di superbia di tutti I atomi Di chi è al di sopra dei btsogni. del disagi delle preoccupazionJ di tutti: la superbia. Egli era stato più n>lte sul punto di confessare a Riccardo: • una ragione d1 vita? Io ce l'ho: no. non un'aspirazione al lavoro. la sete di successo, la soddtstaz.lone di .sè, affatto. E' una ragione di vita che non nasce da negazioni, non si esaurisce in vanità, è una rag!one superiore, la mia•· Ma gli era difficile eprlr bocca: Riccardo &\'l'ebbe dato al suo des.fderfo dell'imper– meablie un'interpretazk>ne ironica. e ma– gari se ne sarebbe innamorato an~e tu!. Avesse RJccardo esiblto una rigidezza di sè. nel vestirsi. una cautela. ln"eoe di in– zuccherarsi da capo a pJedl per una cra– vatta. Se una cravatta lo face,:a Impaz– zire. figuriamoci l'impe.rmeabtle. COSl Renato taceva, di malumore. Affidar– si a RJccardo generosamente: e L'impermea– bile lo lo desidero non per indossarlo ovun– que. e la gente si rolga a guardarlo; lo terrò in casa, Io deporrò accanto alla giac– ca nera di ,-elluto, al cappotto di cammel– lo anch"essl nuovi, anch'essi mal visti dagll altri. :N"on vogUo che me lo invldlno. ne facciano una passione. Sarà la dJfesa del miei anni grevl sa."S n mSo rlsallre la cor– rente!• L'impermeabile come una gelosia: verso quelli che aves.sero .solo annusato ls causa del suo affetto dominante; yerso RJ_c– cardo, che ne av-rebbe estraao una stona, da raccontarsi a! quattro venti: quesrJ set– tentrionali hanno perso fl gusto di star a1 sole. d'imbottirsi di inerzia <diciamo pure che questo gusto non l'hanno ma! avuto), e gli succede di innamorarsi non d1 una donna. dJ essere vivent.e dOpotutto; .per– dono la tes:m per-1.m taglio di s--"°ffa, per un bottone,, per una ta..sca., per tm colore.. Riccardo dunque era .rimasto all'oscuro dell'ansia df RenatQ. benché tavvisa~ da un gesto. da un tono di lul.'. una specie dl ubriaca.tura. una smania: "'d.J donna pensa– v&. o di amtoo. E tuttavia era stAto questo nascondergli qualcosa. questo discutere dl altrO. a ~nd•rgllelo s;mpat!co, a 1.Ddudo 1n tentazione. Renato, a suo parere., era un uomo sufficientemente intelligente. ma prl- 1·0 d1 talento: un essere minuzioso che so!– !ri,·a della propria debolezza. nella vita come 1n pittura. Renato gli pareva in di– saccordo con gli altn per povertà di spi– nto più che per rlccheua d'animo. pe.r scarsità di sangue, non per abuso di vio– lenza. Cosi riteneva che la sua compagnia sarebbe stata utile a Renato: egli l'avrebbe dls:tolto da una noia insapore. da quel bal– bettio della lingua. dalle crlsl nel Ja,·oro. L'impe:meabile era dunque l'incognita di Renato. la stella filante:, Il delirio del suo cuore. Quando n sole non era insistente. macchiato da nubi !n corsa, Renato a,·eva minor timore di affrontare la vem.Da. di porsi dinanzi all'oggetto del SUOI sogni: orn a,·endo una preghiera da rh·olgere a lui. ora un problema da sottoporgll Ne più a,•rebbe osato posporlo a cbiccheS&ia.dimen– ticarlo un solo istante.. mai più. Se un mo– vimento della cassiera. o una disatten.Zione del commesso pro,-ocavano Jo spostamento di una falda. di un s«=tegno dell'i.mpermea– b!le. egli 1nterprel3va Il brivido della stoffa qual segno di perdono. e ne fl.schiettava. co– me un m onello. Allora passeggia\'& su e gtù ciinan.zl all1mpermeablle ftducl0$0 di se: pers ino ne diveniva spavaldo. allontanan• dosene senza un'occhiata di saluto. e Arri– vederci. Lra cinque rr.lnutl. appena posso, tra un'ora. ciao•. Il tempo di prendere un caffè sull'altro lato della piazza: quanto e lento li camerie~. e come scotta la utzzina; la d!sgrazla di Imbattersi in un giovane fo– tografo che l'ha scambiato per un foresUe– ro e gli fa mtlle moine: 11 sospetto infine di una pioggerella fitta. già le prime gocce sul– la !rontt". Allora tornava di corsa a lui. con un. sorriso di riconoscenza. con un'ombra di pec cato: a quel bottoni. a quelle pieghe. a lui intie.ro. con un pluico di affanno e di dubbio. Er an le volte che rientrava alle– gro ed esuberante. muovendo le braccia e piegando i ginocchi dinanzi agli occhi ma– gri del rqlonie.re del piano di sotto: è matto. g ll m anca un venerd.l: mentre la donna di servizio del commendatore,. una morettina abbracclanuvole. a vederlo preda di gesti sconclusionat?, scoppta,,a in una gran risata. lasciando cadere pomodon e patate e pesche: che strUII. in tutto il ca- seggiato. • Ma t g!omi neri. meglio non ricordarli: quando le nuvole baciavano I palazzi. e il selciato era simile a un cranio cavo. L'1Jn. permeabile. annoiatosi. pare\'& spiattellar– gJI chiaro e tondo che non voleva più sa– perne di lui: sI decidesse una buona ,·olta a port.arlo ,1a da quella buca. altrimenti tirasse alla larga. Ve ne erano ln città. di negozi, di strade e d'impermcabll!, anche; alla larga dunque. La cassiera. un diavolo per capello. sorge,·a da dietro il banco. l'indice teso. accusatrice. n commesso ,·ent– va a tirar giù Ja serranda con un secco scoppio d! latta. Cosl Renato vedeva, ades– so, soltanto l'orlo severamente cucito del– l'impermeabile. e un lembo di falda doppia. Intanto il cielo color calamaro minacciava temporale, e già lampi saettavano sopra !:altro ,-ersante della città. Uno strillone. fuori dal magl,fone dt ctclista, .sbottava sul margine dei:a fontana. squarcfa.nèo il <i.:-– IItco della notte prinsa a '.:.'Ormarancfo. Gli avessero permesso di ,·ederlo ancora una volt.a prima df notte: soltanto &!fon– dare una mano nelle sue tasche. o s.fl.ora:-– &11Il collo rigido. La cassiera e il commes– so, non avendo altro da fare. ridevano di luJ. sotto I goccioloni. A Renato piaceva star U allo scoperto, sentirsi inumidire. In– tenerire dall'acqua; mentre quel due con gestacci lo invlta,,ano a mettersi al coperto. Lu.I aveva un gesto di dlnJego, testardo. i piedi molli, la schiena in brividi. con una gran voglia dl piangere. Ed allora lo abban– donarono a sè: le serrande del negozI scat– tavano. chiuse; le luci di dentro si spe– gne,·ano una ad una. Renato. a capo chino. si spe:cchla\'a sull'acc:ua: ne rlsalh 1 a un'lm- Accorata maglne nera.. senza contorni. Sl dondolò su un piede. la pioggia lo i n,-esUv a dJ lato. A\'eva un leggero prurito al na.so: si soffre– gava di tanto in tanto. Una martina. dJ metà msggio. Renato gironzola•·a nei prPSSI della fontana, e pa– re,•a non pensasse all'lmpermeabUe. Seblz– :tava sassolln1 nell'acqua. rabbrividendo dt tanto In tanto sono un venUcello ardito ed a lembi opaco. Tuttavia .sta,•a ten guaniin– go: ne gli sfuggiva una mossa di quel che .succedeva m negozio. I pass1 de.i clienti. I gesti delta cassiera. E dell'tmpermeab!le affe:-rava persino il n,·erbero della luce del sole sut quarto bottone. un tuo di polvere sulla .spallina sinistra. l'ombra d.l una mac– chia .sulla falda o soltanto un riflesso ac- tenerezza * di·ALBERTO IJEl'ILACQlJA e, capito di conoscere per.sonalmenU G11ueppe Bartolucci qualclu anno Ja. a Lugano. in OC!C4$iOne di un premio let– ttrorlo. Ci i rimasta nella memoria la .sua f(gura mite e atJettuosamenU at– renta nel /t.roore degli incontri d'occa– sione, la .sua ftgura cht. abbiamo .salutato allora e che non abbfamo riafsto pltl. Eppure z;o"emmo tanto tornare a .strin– gere la mano a Bartoluccf e guardarlo negli occhi dor;e. r.'i qua.,i il s enso d i un rottile e mediUJto turbanunto. / or.se l'om– bra dl una sot1eren2a lontana. vo"emmo sentirlo parlare di certe. CO– .se e di urta gente con quella .sua pa– cateua clu. è umilra o, mt:gUo, impegno r:itale ri,.s,olto fn accorata tenerezza. Bar– tolueci e nato a Pesaro U li agosto 1923. Ha awuto a Rir:a del Garda. a Bologna. a MUano a Roma. E' laureato in lettere :i;~i;'~n~ i:ffer:t,:~~ano, diviso tra Ha pubblicato un romanzo r« Uttera d amore•· Feltn-nell1. 195i J e una raccol– ta di fmpreu-ioni riportate. nel COT$0 di un r:faggio in Ru.$.$ia f• Le notti di Mo– sca :a. VeroneUi, 1959). Sia l'uno che l'al– tro libro hanno dato a Bartoluccl un posto di giusto rilievo nel quadro della piil giooane narTatirxzcontemporanea, n– aelando un umperamento impegnato a risolvere 11 suo problema este.tico sopra– tutto in chiar>e psicologica e inttmi.sta, con un controllo .stili.stie-oteso a confe– rire alla parola un oolore illuminante. di fnt.erna ri.S'Olu.zione allusioo.. Ora Bar– tolucci .sta atUndendo. contemporanea– ~nte.. ad un diario (eh.e aard per titolo • E.state 1943 •J e ad un romanzo: • La pelle morbida•· E' appunto di que.sto romanzo in fase di ttlttmazfone che noi diam o qui alc uni estratti, pre.c.eduti da un e: saurie.ni, eQuadr o d·ouieme. (ragioni estetiche e. p reci.se allzukmt alla vicen– da) muso a pun to dall'autore .steuo. Dal preambolo intitolato e L'erTore e la /elr– cir4 ,. il lettore compre.nderd Quale li– nea di intenti e dl rieerch.e Bartoluccf abbia ooJuto seguire .sulle pcgine di un testo eh.e ceTUVMnte •1 colloch.erd tra f .suoi più impt.9nati ed importanti. Jfa per rendere ancora piil fm~fata que– sta a.s.simila.zione.. riportiamo qui ci() e/te. Bartolucci ha ooluto dichiararci in me- rito ai suoi Umi preferiti ...... e Roma, la morte (un poco per $CherztJJ. Sono 1 temi di « Lettera d'amore :a e. di questo romanzo. e anche. di e Le notti di Mo– sca ,. PercM? Apparente controddi..."ione: da un lato passione di tnta, dalfaltro annullamento. Sono I due cardini: pema a Scipione -per Roma.... Ecco: .stare a Milano mi ha dato il .senso della di.ttan– :a nazionale, a Roma una torbida /eli– citd d.l t:icere.. e Milano una se vera con- dizione d~animo___ Riu.sc1re. ad incap.su- lore e.sperienu europee su un troncone romano. .sarebbe U piil bel risultato d.I quutl anni .. _». Sono parole eh.e illuminano 'J)CT/ett.a– mente la .timbologia dell.e pagin e che pubblichiamo (qudl'hnperm.eabile eco.sa umanizzata •· cori dentro aU'uperienza r:itale del per.son.aggio, con un rapporto realtd-.sUJto d'animo che ricorda certo Gonciaròo). Le pagine dl BartolllCCi ri– chiedono una l.ettura attenta. meditata: la personalitd del na"atore .tf chiari– sce e .sf articola progreu-loomente:. in un modo .tempre più penetrante. ed au– tentico. ALBERTO BEVILACQUA ceca.nte:. Fosse stato luJ 11 padrone:. urebbe chiamato cass:era e commesso: .. Ragazzi. libertà 1ln che ,1 pare. sono indulgente:, non vi ,-ogllo con Il muso lungo; per earttA non trascurateml 1"1mpermeabile. Spazzolatelo a d01,·ere. rlp!egf\tene te giunture, raddrizza– telo. Sla detto una volt-a per wtte: se tro,·o un ricciolo. una zampa di mosca. vi licen– zio. filate- ora ... La cassiera aveva eura solo degli occhi suol. che anneriva più volte. ml– nur..'o6a: ed 11 commesso soleva sp,ecchlanl. spesso con orgoglio dl capellt e di pieghe. Ed a.U'impcrmeablle non regalavano un'un– ghia di premura; e magari camb!a,•ano po- ~a°n~~ ~a~ a;!~~~o aJca~={ lJi lana. Cosl. ,,eno quell'ingombrante tessuto. un poco per plgrl:tia. più. per w,·atlchezza. ~embravano ostili; o gli erano di una fred– da cortesia. quando volgarmente non Jo striuavano. Matusalemme blaarro. chi pre– tf'ndeva di essere, se da mesi era in mo– stra e nessuno inte:ideva acquistarlo? Ebbene. quella mattina. proprio sotto gU occhi attenti di Renato. un uomo, di med!a età. in nero. era disceso da una macchina grigia. con scomposta rapidità. n piede. nel– la fretta. aveva compiuto un passo falso. e la statura alta di quello si era come piegata In due. A Re.nato quella mossa disordinata del signore in nero, era entrata nell'animo. come Il principio di una malattia. o una fttta al collo. o un presagio d.i disgrazia per sè. Im·ero quello. senza tanti pream– bolL con gesd larghi della mano destra. di chi non ha tempo da buttar via. e sa !arsi obbedire. ave-.·a eh.lesto quanto costasse l'im– permeab!le. Allora U comm CSIO si era pre– cipitato ln v etrina, la cass! e.ra si era gon– ftata il se.no con un gran :-es piro. Renato. a,,vtclnatosl al negozio. stava senza flato. Balbettava tra sè: e Non. sia di suo gra– dimento . .signore. fate che non lo porti via. è mio ». La cass!era ese gui un inchin o. Il signore si era Infl.lato J' lmpermeabf.le . e si rlm!raH. compiaciuto. Sotto l'imp ulso di un'angoscia che gli strizzava lo stomaco, Renato, mcoerentemeote. ,·eniva dicendo: • Sarò buono. non ruberb, slgnore, vi pro– metto di ri.speuare 11 prmsimo. sono nellP vostre man!. fate che non mJ portiuo via J'i.mpermeab!le. Allora l'uomo !.n nero: fosse per l'imponeo– z.a deU·oggetto, per il suo colore gecco. o .soltanto dlffl:dando dell'età non più fresca: scos.se la testa. accennando alla falda. die– tro. La cassiera ebbe un sussulto, Il com– messo s'imporporò. Quello diMe no, più \'Ol– te, e non li ascoltò nemmeno, wcendo su– perbo. Scompacve nella macchina grigia, come un uccello di passo, l'autista st tolse U berrelto chino a mez:zo bus!O. Renato trns– sc un lungq -sospiro: ma era \;J.Ja tensione. un commuoversi violento. un d.!spe:rdersi continuo dal muro alla vetrina. dagli scaU– nl della fontana al negO!!o. La su.i pace f'ra costantemente in per!coJo. E scnuv, che la sua paz:len:ta ven1va meno di gtomri 10 giorno: qualche lam;,o d'Ira., una sconten– tezza di sé. la paura dl rimanere solo. Sul ta,'Olo giaceva una Jet.tera di Ric– cardo. Rlconobbe la calligra.fta sua, a let-– tere apert.e., e .scatti. Impennate, con pia– nure dolcissime. "Ne _ebbe t.lmore: recasse 111 PER l/NA CRONISTORIA DELl.,A RIVISTA «900» * Novecentismo eVerismo non andavano d'accordo * di ENRICO FALQIJI J ve scrivere il capolavoro per ai fondamenti, ai consigli, stagioni? Ne, difatti, si .sca- quotidiane. ri.spettir:iamente listica di autori che oPe:• . ~ . il XX secolo :t. Bisognaoo alle analogie premesse da ricò. coi tre Libri; Parliamo tanto ravano in un ordine di fan~ e Novecentisti rn senso e farla finita con tutti gli Bontempem ai prim.i quat.. E qui è da o.sservare che di me (1931), Angelici do- tasia non oppasto a queUo generico - affermò Bon- avanzi deUa vecchia grande tro quaderni. e re accende- molti dei movimenti spiri- Jori (1937), Piripino (1938). del Realismo magico come tempelli - s: chiamano tut~ arte delf800 :t, coi rimasu.- va e le infiammava con la tuali e letterari determinati- 1\"el centinaio di coUabo- era invece quello del Neo. Li coloro che passano la gli uenninosi deUo psicolo- foga della sua cc:nvinzione? .ri intorno ad a.lcune riviste rotori annoverati dalla rivi- realismo .su cui Moravia si maggior parte della loro vi- gi.t-mo. del naturalismo, del- Giovanni Artieri non dor:ie- del primo venticinquennio .sra, non meno d'uno ussan- trovò fin dal principio, e ta nel secolo vente.1imo. No. l'estetismo, del sentimenta.. va aoere iù di una venti- del .secolo furono promossi tina furono italiani. Ma. i ssmpre pii,. avrebbe conti.– v_ecen~i.sti in s~n.so_spe_cifico lismo, ~el piccolo,.~orghes~ na d'anni. PEd ecco come in e ~'?dotti d_a~crittori la cui prescelti dal :80?1tempe~l_i nuato, a m~ooere con natu.– s, chiamano , p11tor1 del smo. Btsognava scrtvere di- d 1 900 ' 1 atUvatd pnnc1pale era la come e novecentiert :t dr piu ralezza ogm suo passo, pen– e Gruppo Nor:iecento Italia.• vertente e sorpre ndente, an.. nome d ~la ' perorav_a ~ critica. Ii loro .scopo si ria..s- itreua osservanza .si limita- siero e intereue. L'ospitali.– no :t, i quali primi ebbero che se le co.se da scrir,ere cau..sa e . sua ge_neraztone. sumeva nella • ricerca di rono ad undici, cui noi aa- tà trovata nel 900 fu, perciò la felice tdea di a.ssumere avevano rad ice doloroso e è, ~_/~_nee il co;npito /el 9 oo una filosofia o di una este. giungeremmo i due (Radiu.s più la te.1timonianza d'una come loro determinante e normale. Bisognava fare I tn~egrare a. nos ra epo- tica atte a giu..stificare e va- e Vergani.) che in quella libertd spirituale che non ragg,ropp~nte questa limita- dell'arte un miracolo inve- c~ e di carott~ar~ ccmi:- lutare la vita e l'arte>. La stessa schiera occuparono la riprova d'una .solidarietà zione temp()Tale. E dunque ce che un tedio, un atto di plutam~tòe. i: e~e~: e rivista 900, invece, attirò e allora un posto non trascu- letteraria. perchè non chiamarli Nove- magia invece c-he il di..sbri- come . usso • u, u~ raggruppò in.torno a ,e rabile. Criticamente, in tema di I centieri, coloro che più a..s- go di una pratica. Bi.sognava St"COlo fmo alla spond_e di .scrittori la cui ottivitd prin.. E ade.sso bisognerebbe Realismo, come tranche de siduamente scrivono, cia..scu.. ritrovare il .senso del mi- un altroN li_ Nov_ecentumho, cipal.e non era la critica: e cercar di suggerire, attraver- vie, BontempeUi doveva e !10_a suo modo, sulla rivista stero, l'equilibrio tra_ cielo que.sto . ovetmtismo c e questa pa_rticol~rit;à, diede .so un so~ eSi?!71_Pi~ per eia.- non poter,a nrm e.tpri~e!ri mtttolata 900? >. e terra. E tanto peggw per caratte~a epoca .no str a alle sue ducu.sswn, e pote- scuno dei tredtcr, 1n che c0- con una nett?ZZa di cnttca La proposta non ebbe chi chiamava .stramberia la aoventune~a me~cameo ed miche un accento di pas. sa consistette l'c atmosfera :t così fortemente negativa da fortuna. Piuttosto che a una realtà esa.tperata. ~lettrotecm;a, di!'1gerd_ verso sione pii,. che un ripore di che li rese più rappre.senta- risultare quasi .sprezzante. vocazione si Tichiamava a Ma a que.sto punr.o c'ero 11 .7°rt, lell estetita de, v;e- critica. Gli appa.!sionati No- tivi del 900. Ma, scartati per E del re.sto l'avversione al un mestiere. E .siccome, col sempre chi alzava H braccio '?E' a !te prnc amata al- vecentisti, che, pii,. degli at- ragioni di spuio i racconti Verism-0 fu uno dei motivi passare degli anni e col pre. e domandava la parola. 1 u,ropel.STno cotUe17!poraneo tra, Bontempelli stesso con- (che f'urono i companimen- dominanti deUa polemica varicare della politica, l'ori. Ascoltiamone tino, di cote- ~U altra spo nda : ~on sap... rider() e de.-ignò come i più ti nei quali più e meglio i novecentista ir.. favore del ginario groppo dei sette pit- .sti posapiano ammantati di p«1mo quale rara I~rte che autentici ,Nooecentieri, fu- Novecentisti, in quanto tali, rinnovamento dell'arte nar– tori novecentisti (Bucci, Du.. .saggezza: sard come averli att~ nd e la O!'?er~o ne_ de l rono e in ordine .scrupolo- sperimentarono e st:olsero i rati va iroUana. e Noi sentia.– dret.·ille, Funi, .\falerba, Ma- ascoltati tutti. e Almosfera XX .secolo. Noi la antur.am~ samente alfabetico>: Corra. loro miti e le loro faoole mo il romanzo come p◊e­ ru.ssig, Oppi, Sironi) s'era è tutto e nulla· è rutto se solta~to. co_m e la q uarta d t- do Alvaro, Antonio Anian. del mondo moderno), la .scel.. ma :t. Ed è affermazione andato semprt! più accre. dard buone opere; è nulla ~enstO'_l.e, tl ses.to senso e te. Giovanni Artieri, Fran- ta ,:imane limitata ai e pez- che, quindic, anni dopo, do– scendo e gonfiando e, di se si perderd in poveri ten- 11 !ettl~o _contin~te. Ma ce.sco Cipriani, Marcello zuH, :t deUa Carovana lmmo- veva es.sere ripresa e ribadi– conseguenza, sempre pii,. .si tativi >. E invece, in una op_ga_ PIU tmmedaa':'"71ente Gallian, i Lupi (os.sia: Aldo bile. La quale Carovana fu ta da Elio Vittorini, nella era diluito e diffuso il loro storia deU'arte e della Jet- c_e tl secolo romanttco eh~ Biz2arri e Gian Gaspare Na- co.stihtita, in ogni numero, prefazione alla ristampa del novecentismo: siccome al de- teratura non limitata ai soli c, J?reme alle spalle: ~'?g!, politano: CO.ti denominati da tutta una .serie di copric- .suo giovan.ile Garofano r~ cadimento pittorico s'era capolavori, contano anche i neU ~a della elettncira_. dall'omonimo quindicinale cl, fantasie, v:iriazion.i, aste. so. in auspicio di una Nar– cont-rapposto lo intervento tentativi; purchè siano di dobbra~o p~eparare l'~Ui del cNovecentismo fasci.sta,, rischi, paragrafi, fatterelli e rativa evico-li.rico. letterario. H gn.ppo del 900 quelli che, anch-> non esse-n- d~l radio .. C~t pensa ma,_ a di cui furono, in Rom.a, i .storielle : tutta roba che .so- (Au..spido .sul quale ab. ebbe buon giuoco neU'assu.- do riusciti a rcali.zzarsi e ntornore 1• nd !etro, al medto- fondatori e direttori duran.-- lo nella comp les.ri.ta del suo biamo gid aCiltO occasione mere in proprio la qualifi- imporsi in pien-0, spianarono ere e ~etUfo . Ottocento, al te una breoe stagione del in.siem.e, .so lo nel fonder.si di soffermarci, indicandone ca. Talché oggi. quando di e Jacil.itarono la .strada at- molle tnconsute.nte Sett.e. '28J, eppoi, continuando, delle diverse accentazioni alcune reali-....-z-a.zioninove– uno scrittor,2 si dice che è l'aovent.o delle grandi ope- cento, 01 bar~chl.STno secen- Giulio Santangelo, Pietro può .suooerire alcun.ché di cente.sche in narrazioni che , novecentista> e che fa del re. e Atmosfera è tutto e tesco, alla !l1nas~enza d_el Solari, Alberto Spaini, Né, queffatmo.sfera àa realismo vanno dal Ragazz.o di Jahier , novecentismo,. il riferi.- nulla :t? La prima indagine '500 adoratrtce d1 vecch~e, quando più tardi .si tratte) magico. E per i Nocecenti- e dal Moscardino di Pea al– mento va tanto a coloro che da assolvere per giudicare diueppellite _.statue e .P!1V°- di fare una giunta (e, e ne- sii non era da mettere in l'Alvaro di Gente in Aspro– appartennero ai 900 quanto se fosse l'una cosa o l'a~ ~ene?_La 01~a che_v_1v10mo gli_anni dal '29 Ìf! poi, di dubbio che in ciascun~f~ue monte e al De Angeli.s di a coloro che vi apparterreb- tra. doveva esser quella di- e un nfle.s.so_ mflefs1b1le_ del- scnvere qualcosa .sia su ta.- mescolato e un poco d1 cielo Peste ad Urana, dal Molino bero e che idealmente, in rei-ta ad assodare se il No- la matemat~; e ordina~ luno dei giovani .scrittori alte cose della terra e di del Po di BacchelH ai Fatti certo senso, vi si ricollega- vece-ntismo alla fine non si secondo la sene naturale dei che aveva preso parte alla mi.stero alle pii,. precise rea.. di Petra di Savarese da no e Jo proseguono pur nei esaurisse in runa cert_a /re- numeri: uno! due, tre,. nO- vi_ta della ~ioista, .si~.su of: !ità ~; e men che_ meno che :\Iontignoso d~lia Ma.sir{o ad liberi liberissimi modi con- gola di f'!r nuovo, dt fare oe~t o, md~e, du~1l~-- trt ch_e amvarono p1u tarda tn c1ascu1:0. e ogn1 ora della Angelica di Sotanio e 0 Do– sentiti da una rivista come strano, d, far contorto e Chi pen.sa a ntornare tndte- olla nbolta :t}, neppure allo- vita quotidwna. > non /oue nata di Angioletti da libri il 900. Rivista cbe non e era lambiccato e deforme :t. tro, P ':r mor~ersi la -~a. ra BOJ?tem~m allungò di ri~eata ,_come strofa di un e libri di Calli«n ~, in par. riconoscibile per schemi, Ad ogni modo. contro chi per c~uder1: 1n <:ercht _rne- molto _d primo elenco. Non mlt4:>Po~Uco :t. te, di Aniante al Deserto teoriche, paradigmi, gram- la pensava e la diceva con sorab1h la vtta ,e tl. destmo? v_i aggiunse che: Po~~ Ma- . S1 s~r~ (~tto ca.s~ c_he,fra dei Tartari di Buzzati, a matiche O altre mutUi cose, tanta cautela da rasentare L~ curva ~eU ogg, è U!14 sino, Ce.s~re Zavamnr, Ro. 1 tredici .\ovecenu.st1 .scelti Gente ncl tempo di Bontem– ma soltanto atrraoerso al- la sfiducia e da .scivolare miracolo.sa iperbole scaglia.. berto Papi, Anna Maria Or- come più e.semplari, manca pelli e alle Conversazioni cune affinitd ~.: rivisra che nella negazione, c'erano i ~ ~ me u n poni! contro lo tese. E, di. q!l.Uti q uattro, Alberto Moravia, che pure dello stesso Vitrorini. Tutta era e voleva c..~sere. su.sci: giov~nissimi. i_spi7:ati e _P1:- rn~nuo. Ed ecco 11 No~e~n- solo la M~,n..o a~eva pre. to pub?Hcò ~el_ 9~ quattro d~ un~ fioritura di opere nar– tatrice e afjeTffl.lltrice d, gnaca as.s erton di un irn- to. questa curva, che e i es- parte ~ttu,a e integrante, suoi pnmus1m, rocconu ratwe dove ,·aui. s-te al fon– 'un'atm-0.sfera ,._ La quale mediabi.le novecentismo ad senza st~.ssa_ del. tempa >. aveva. 1_n.som~ col~borato (Coz-:tigiani;i stanca, Delitto der.ri del pro.se- ggiar lung,o atmosfera era poi quella del ol tranza. Credevano e giu.- Oltre Il ~1pudt!' e la_ con- alla T!Vr..s~ .. Ch altri tr!? fu- al circol~ del tennis, U la- d l ce rta po e.sia col poeti.. ,Realismo magico>. E Bon.. ravan..o nel nonecenti..smo; e, danna degh ~~,n. ~ecoh c~e T?no i.s~t, ne, qua~n del dro cunoso, _Apparizione). cheggiare intenso di certa tempem .stesso era il primo a ben ascolt3re, iL loro non .non fossero l lnclptente 1Vo- N_ov~c~ti.smo aUorche - a In D4?!0, i suoi Tac.conti più prosa). a ritenersi e dichiararsi "fn- era che un nU? di fede nella oecento, oltre la program- guuhno del Bontempeili - propnament.e nc-oece-nti.sti, (continua) teres.sante non J.leT sé, , ma trita, nel futurl'J della oita.. mat.icità e oltre la polemi- d!ed~ro pro~ delle proprie Moravia doveva scriverli nel E~ìll , come l'indice di un'atmosfe- Quanti anni avrd avuto al- ca, in Quanti in.sorgevano non v1rtu evocative e magiche, 194.1-1942, aUorché"in un pe- · · CO PALQUJ ra in formazione>. e _Jo ho l~a l'Artier! che. d~ un c·~ra forse una. id~alif.d: de- della propria I~ di traifi- riodo d'e vide nte incertezza ~enti puntate sono additato una strada: sa met- giornaletto di pro'?'!1C'4. f0;_- .s~ruu.a a non .sconcarsi su.- g~r~ne e creazione Jan.t4: e ibanda~n.to c_edette, per uscite nel numeri del 19 e 26 terà in queU~ colui che de- ceva eco aU.e giu.sttficanom, bato dopo quelle burrasCO$e stiea tn rapporto alle reali.a breve, a U att Tattu,a surrea- luglio, del 2 e 9 aio.sto 195 9 _ Gh11eppe Bartolued nuo,·o dtsorcUne, gli rlattlzzaS!e: Idee che aveu rinchiuso, da tempo. tn fo'ldo aU'~l– mo. RJccardo sapen incendi are. ma q uanr~o le ftamme cominciavano a brucia.re anche lui. le teneva distanti da .sè m&g n:.ftcamc:ite. E se era depresso. sape,•a allargare l'!n– !luenz.a della nota a tuttl colo:-o eh! gli stavano attorno. coounuando tut:av:3 a. fumare sigarette amerlc:me. e s soa;aare In uno splendido a,T\"e:n.lre.Rppure l:1 1u1qual– cosa sCugg1va al desiderio di lnc,1utare o di deprimere: una ipecle dt l.tJura che a:11 nasce,·a dalle rughe degli occ hi, c ome U.."l odio o un risenti.mento antico 3.ra wu,, co– stanz.a nell'arriVMre in ritardo agli appu.-i– tamend., nel portare sfarzosamente ua faz– zoletto di seta attorno aJ collo: m breve. un"incapacltà al sacnfl.cfo, al risparmto. che non erano soltanto prodotto dell'età 8!1CC.ra !res.chts.mna, ma anche senso dJ ~t– tezza sociale, d1 ribellione alle convenitJU.e. Ora una sua lette."&. Renato ne diffidava: niente lezioni d.l vita da parte di Riccardo. Se era stato s,·entato ln città. peggio per lul Si rosicchiasse le dita al paese .1uo. s1 mordesse. l'animo. laggiù. Ma gli form1cola\'a un'amarezza per quella lontananza. una sunpatla per quel rap:zzo, che la clttà ave– va umUiato e calpestato, una pietà per quelle ciglia lunghissime, ossa. mani sotti– li, cosi offese dai terrazzi, dalle p!a.z:i.e.dal– le trattorie. Quando mal avrebbe imparato a stare al mondo Riccardo? In !retta strappò la busta. la carta glf si ~lo~e:era ~:I~ c~ar::n=: 1~o:. :1 /lt(:_ tu. gli altri sono stati uccisi da que.st.l pomeriggi castant La notte gUolM riJ)OS&Ilo .1u di me, m k> padre legge un romanzo di O'An. owu.lo di là, il matUno mfa madre é dinan.zl a me con Il vassoio della colazione. Tl v edo già sorT1dere di questa mia arca– dia. Ascolta.mi: e pr'.ma di tutto non far pesare. '5Uquel che ti sto per dire. le due o tre mila l1rc che U debbo. Ne avevo b!so– gno. non t1 ho reso povero, ne sono umIUa– to, va beoe. ftnlamola dunque. On imbro– glio. Il tuo la\--Oro.Credo che tu abbia sba– gliato misura. non ti sia guardato attorno abbastanza. Sei una mescolanza di arretra• teua culturale, di testardaggine: offesa. di inquJe:tudJne repressa.. Megtlo apparire cru– deli, che vezzegg1art1 a d&DDotuo. Ecco, sei un raga.zzo nato distorto. Percb~ non mi hai fatto vedere I buchl che ha! sulla pancia? Scheno. Come st&i? n scrivo perché ho bisogno di aprire l'animo a qualcuno: se non ml rivolgo a. te.. chi avrebbe paz.lmza di me? Sei abbastanza serio per non man– darmi al diavolo, e ml conosci a sumc.lenza per caplre che sputo offese per non soc– combere». Renato ebbe un moto d'impazienza.. Quel– l'Jmpertlnenza lo offende,•a e pungolava as- 0!<1110. 5orrlse dJ Rleo&rùo, In p111tolo!e,sot– to la protezione della madre, e gli impulsi del padre. In ba.sso. a matita. uno scritto: • Sono lmperdonabtle: quanta COD!wtone. Ho detto ~ Ja tua pittura è po,·era dt strutture. Lo confermo. Ma è r!cca di sem– plicità. E' prin di mordente:, ma è gene– rosa.. E se d sfugge, tl si deforma. è pen:M anche tu se.i prtgion1ero di una regola, anche tu se1 1n bra.cclo a una follla. La mia sva– gatezza. o 1rresponsabllltà, chiamale come vuol. vanno a braccetto con la tua dcce> rosJtà. con la tua remis..slvltà. 5aluti.s?!ml :a. RLspondere. a Riccardo, o rlmt'.!colare an– che tra sè? Veniva r!girando la lettera tra le dita. lnoerto: ora con ciglia buie. ora con un sorriso. Sapere piangere della rauca di un contadino, o dl,·entar aspri per l'Ulglu– stizia d1 un operalo, non era nella natura di Renato. Rest.stere all'invito di coloro che aderivano ana vita spontaneamente era più che un punUgllo, quasi una vocaz.tone. F.c– co, egli avrebbe &Critto a Riccardo di questa sua Ultima dignità di stare al mondo: non traml gere con il cuore. edl.tkanl fuori di og.nl irrazionalità.. Guai a colui che dal centr o del suo dipingere scorga spuntare l'erba maligna della decorazione. del e come sta bene alla parete •· Esser p!acevou. ma.i: non .10llevar obiezioni. In.somma, 1n una casa, avere l'accoguenza festosa che si suol dare a un cagnolino pettinato. Guai perb anche e colui che non sappia arg'lnare 1a propria angoscia. e sia soffocato da segni, da ton1 di un'lncauta vltaUtà. Avrebbe egli voluto che la sua pittura fosse una qualitA del vivere anzitutto. una dispos.lzione a ro– sistere se si vuole. p!ù che a offendere. Era già tra.scorsa la mezzanotte. Renato non trovava sonno. Uno scr!cch.loUo di topo dall'altra stanza. ingigantiva ccme una sca: vatrtce. al suo orecchio. L'impermeabile, l'Impermeabile:, l'avrebbe rlnchluao nell'ar– madio. accanto q:U altri onettl nuovi. che lvi gelmamente egU oonservava. L'abito co– lor crema che g1ovanottl avevano deriso e invidiato 85Sleme, in un cinema. e più in– dos.sato per una specie di malevolenza mlstA a dolcezza. Le scarpe di foca ne..°' che lu– cidav a di ta nto 1n tanto. e sola.mente d.l notte OSI.va far pa.sseggiare per Il corso ccn tanta caut ela. E bbene pe r 11mpermeablle avre bbe su perato qualsia.si ritrosia: pur che dl\•e: nls.se OO&a su a, p elle. animo, e.mozione sua. l'avr ebbe lndOMato sempre, e Portato dappertutto: in casa. al caffè. ano stadio. L'\mpermeabUe come una bandiera come uno scudo, In nome suo avrebbe abbattuto sorrisi lrontcl si sarebbe dl!eso da parolet– te malsane. Ora dalla porta del gabinetto avanzava un gocciolio monotono: stenterel– lo dapprima, sembrava appbolanl sotto 11 letto. e di un tratto era come ball&s.!e sulle coperte, Il nero gocclollo. insts~te e pazze- ~~00fi = Jri~i'~t~ 'ri 0 ~~ ~r:::n cato dJ Truman, seduto .1U1tavolo. egU pa– reva. al buio, che avecse I baffi di un topo. lo stesso che scrtcch!olava dl 1a Im– perterrito. D gocclollo ora spll!ava dau•0rec- ~ ~t ~,:g_ente. Qu!ndl Renato nau- GIUSEPPB BABTOLUCCJ

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