la Fiera Letteraria - XIV - n. 33-34 - 9 agosto 1959

Domenica 9 agosto 1959 t~ FIER~ LETTER~RI~ Pag. '5 ** SCRITTORI IN PRIMO PIANO CAMILLA SALVAGO RAGGI: Temporale d'estate Si era svegliata p:-ima àe.l solito: e coi nervi. Quell'afa. ..! Un sò!foco. già a quel– l'ora: e fuori di finestra (s'intuh-a dietro le stecche delle persiane un cielo girgh,. plumbeo di caligine e di caldo) le cicale non zittivano un minuto. eran state proprio loro a svegliarla. pens 0 va ora irosamente tastando col piede nudo in terra in cerca :ielle babbucce. Non apri le persiane: ba_ stava. per vederci. la luce che filtrava dalle stecche e che era anzi cosi chiara da sot– tolineare d'un netto rigo d'ombra gli og– getti (specchio. boccette di colonia. il ri– tratto in cornice di suo padre) sopra 2l cassettone. Un'altra giornata come Ieri. pen– sò mentre si vestiva. già stracca e sfinita. in anticipo. o~ressa dal caldo nella sua immaginazione prima ancora che nella realtà. Un'altra giornata in cui non le sa– rebbe riuscito di lavorare: e quando non la\'Orava - o per lo meno. non pro\,ava a lavorare - si sentiva spersa. un·anima in pena. Lavorare per le.I consiste\·a nel di– pingere certe tele minute e fitte di parti– cola.i di cui a\•e,.•a coperto le pareti della stanza della torre, lo "'studio•. come amava l"hiamarla. e che le avevano ottenuto una rerta notorietà nell'ambiente - del resto poco di.!f.icile - della sua cittadina. ~• neppure oge:i avrebbe combinato nulla. lo sapeva: e il pensiero di quella giornata sprecata - « ars longa. vita brevis •. so... leva dire a volte con un sospiro - aum.eT>. tò la sua Irritazione. Bastò un nonnulla. più tardi. a urtarla con sua madre. Le finestre tutte aperte ne.I tinello, con quel caldo!_ Se la prese con :a donna. prima. alzando la voce a sgri– darla in una vampa di collera sproporzio– nata. e diretta. !orse più che alla ragazza. a lei che sapeva sveglia e In orecchi nell3 camera vicina. Entrò poi da lei. rossa 1n viso. come chi è deciso a dar battaglia a tutti i costi. .. Possibile che non si riesca a !arsi ubbidire. in questa casa? __ ,._ Enorme. sfasciata. la madre giaceva nel letto da cui non si. alzava che sul tardo mattino per tornarvi subito dopo mangiato e Uascorrervi gran parte del pomeri~gi.o. .. Non penserai che s:a stata io a dirle di lasciare aperto ... '"· .. E perché dovresti esserlo stata? ... ,.. sto punto infatti Livia si metteva a pian– gere. anche sua madre piangeva. e !inl– \•ano. tra lagrime e sorrisi. per gettarsi una nelle bracci~ dell'altra Le altre volte: ma non oggL Era troppo esasperata. troppo fuort di sé quest'oggi. per capitolare. ...-- Sempre quel tuo gusto del melo– dramma.. .... Subito si pentl di quelle parole. ma or– ma! era fatta. tanto valeva continuare: par– lava a !rasi tronche. incoerenti. lasciate a mezzo per l'incapacità di dar loro un sen. ,io compiuto. ed a cui subito si accavalla– vano altre in una specie di ubriachezza. di voluttà. di bisogno di far del male. non avrebbe saputo dire se più a se stessa od a lei. Le rinfacciò la propria giovinezza sprecata - .. volevo studiare. Jscrivermi al– l'accademia. per te non l'ho fatto. per assi– sterti. lo sai bene.. - I partiti rifiutati (ma quale partito serio le si era mal of– ferto all'infuori di Lorenzo?._) giunse per– sino ad attribuire a lei la sua rottura con Lorenzo. anni !a. come se avesse dimen• ticato J'impeto di gioia selvaggia ed esul– tante che aveva provato nel tornare a casa que-lla sera lontana e nel dirsi ..è finita!•· E poi, esaltata dalle proprie parole. dalle lagrime che cominciavano a farle nodo in gola. ma soprattutto dal bisogno prepoten– te di dare. sl. lare qualcosa (anni prima. quando era molto giovane. si era trovata con le forbici in mano. la pu.nta premuta contro il petto. finché la nebbia di collera e di pazzia non si era poco a poco dira– data) si chinò infine a gridarle sul viso - ..me ne vado lo Invece. va bene?-. me ne \•ado. tanto è inutile. io e te insieme non si !a più \·ita. lo vedi a che punti et ridu– ciamo - ma stà tranquUla. faccio sul serio Tinte sfumate * cli ALBERTO BEl'ILACQll,-1 Camilla Salvago Roggi ha compiuto le sue prime pro-ve di scnttrice su riviste che si affidano ad una scelta a.nenia e rigo– rosa. con un gusto ben preciso nei cOn– fronti delle giovani firme (citeremo. fra tutte, "'Paragone., di Anna Banti e di Roberto Longhi). Il biglietto da visita della giovane ospite di que.sto numero della nostra rubrica. dunque. ha già una s-ua base appre.c=abile, che può supplire, proprio con l'ausilio di un grado di giovinezza gid coruapevole e maturo. alla mancanza di pubblica..-ioni esperimentate sul pia-no editoriale. Dopo aver allineato. nel corso di tanti mesi. nomi di narratori noti ormai al gran pubblico. ci fa piacen! presentaTe ora una scritttice ancora intenta a diradare l'atmosfeTa dolce e ansiosa degli ini.:i. Questa nostra scelta non va confusa con una varia...;one occasionale. con una con– cessione , una tantum.; essa rien.trn, in– fatti. proprio 11egli intendimenti che pre-ci– sam.mo varando la nostrn rubrica. quando affe-rmammo la necessitd di mettere a fuoco il quadTo della nostTa narrativa contemporanea. onicche-ndolo di firme sia famose che oscure. secondo un crite-rio condi.:ionato solo dolia qualità. La Salvago Raggi - nata in provincia di Alessandria. a Molare. dove risiede - ci paTe abbia umori vivaci t! chiari nella sua penna. che si arroale di una femmini– lità Taccolta ed affet.tuosa. orientata a coglieTe soprattutto i sentimenti. deli.cati. le tinte sfumare della vita di tutti i giorni. L'arten:ione umanamente e liricamente umile. pare davve,-o essere una caTa.teri- stico delle giovani scrittrici che ha-nno compiuto il loro esordio in questi ultimi anni. Si nota. nella maggior pane di esse. un senso della vita diremmo intimo e quasi domestico. che fluisce sulla pagina con un'immedìare::zo priva di drnmmi troppo accentuali e scopeni, di sperimentalismi arrischiati. Aru::he la Salvago Raggi pare convali.-– daTe questa osserva::ione. con un rocconto - come quello che pubblichiamo - risolto tutto attrauer10 riferimenti interni. per ri– sponden::e di climi e di sen...~oni che si determinano reciprocamente. Ad apertura di naTra.::ione si porrebbe-Te coUocaTe, per assonan:e di auoii evocativi. quei versi di Caproni che ci capir~ di sottolint=aTe, con adolescen=e commozione. su di una paginetta di ..CTonistoria .: , ... O fu I anche il tuo nome una _ paglia i~ estate I strinata fra I papaveri - un dt più / appena opposto alle eone accecate I pe-r non speTdere a sangue ogni virtù? ..."."" Una disputa familiaTe. il disagio. e. 11 puntiglio succeull•i. l'esplosione catarhca di un t~porale; ecco i 1ennin1 dello breve storia della Ragoi. E.:l è sopra:tutlo nel– l'aprirsi. delle sen.sa ::ioni umane e della naturo. nel fre$CO impeto del tempetrale. con un contro.sto interno d! opPTe~1one e di. libera...'-ione. che la scnttnce dimostra intuito e mano felice. Se il respiro nOffa– rivo la sosterni. consentendole di dar pro-va di sé anche sul più arduo piano della nar– Ta::ione ampliata nel tempo. _ce~e-nte l~ Raggi potrd raggiungere nsul:ah degni di nota.. ALBERTO BEVTLACQUA questa '\"olta; me ne \·ado. non mi ve– drai più. ..... Sl. me ne vado, me ne vado. pensava ora febbrilmente. torcendosi le dita. E in quel momento le pareva davvero l'unica soluzione possibile. andarsene. non !m.pc >r– ta dove. ma via. lontano da qui. da questa casa. da queste scene da se stessa soprat– tutto - da quella se stessa spregevole e odiosa che aveva creduto morta per sem– pre ed a cui un momento di collera era bastato a restituirla distruggendo In pochi anni la sua ope.ra di anni. Già._ ma dove andare? Son cose che si dicono, che si fan– no anche. da giovani Gei stessa. non l'ave– va forse già tentato?_) ma a trentacinque anni non più - non si !ugge di casa 3 trentacinque anni senza saper dove. sen~ aver fatto prima un programma. dato or-, dini. intese. lasciato l'indirizzo per !arsi respingere la posta. Eppoi. con questo cal- do_.! Si immaginò salir su un tttno, aspet– tare. sui sedili infocati. che si mettesSe 1n moto. eypol vagare per la città, trascinars1 da un caffè all'altro, mangiar sola al ri– storante. telefonare (ma a chi?... sapeva bene che nessuna delle sue conoscenze era 1n città a questa stagione!) cercare un al– bergo, dormire In un letto non suo, in una stanza senza bagno, piena magari di zan– zare.._ no. no. eh.i glielo faceva fare. to fondo?_ Usci sotto al porticato. che afa! non muO\'CVa una foglia. dietro le nuvole il cielo pareva che bollisse. se nuvole pote\•an dirsi quella bruma lattiginosa che velava ll cielo da un capo all"altro dell'orizzonte: ma!. mai. pensò Livia, aveva mai fatto tanto caldo come oggL ..,Andrò dai :uanentl ... pensò. Girò in– torno alla casa. si saliva un poco per ar– rivare tino al cascinale dove abitava Tu– gnin con la famiglia. e la strada era in pieno sole, tutta bianca. coi solchi asciutti delle carreggiate. Avevano già mietuto nel Pobiano, ma il grano era ancora da am. muccbiare. giaceva nei campi a gruppetti ordinati, come un esercito in assetto di battaglia. Trasse un respiro fondo. come a chi manchi l'aria. Se già adesso soffriva tanto il caldo, :figurarsi tra quindici giorni, tra un mese!..... Non combinerò niente que– st"estate. bo capito,._ Come se si potesse :solo pensare a far qualcosa. tn oue.:Je condizionL Nel rigo d'ombra ai piedi della casa cc·e..-a una panca li lunga e bassa, addos– sata al muro) sedeva Liliana con un la– VOl'O in grembo. ...O signorina._ con questo caJdo e uscita?•- Le si sedette accanto. c·era fresco qui, ma lo stesso continuò per un meno 3 farst \·ento con tutt'e due le mani. ..Cosa fai di bello?._ è ,per te?"'· Ma l'aveva chiesto tanto per dire. soa– data. la gola stretta d: pianto trattenuto e le man.i. iincrociate in grembo. che trema– vano incontrollabilmente dall'eccitazione. ...Se si aspetta che le parli. stasera! ... $e i;.l aspetta che le chieda scusa! ... Arrivarono gli uomini. poi. gU amesi .!n spalla e il passo strascicato di chi torna da una mattinata di lavoro: e tutti sedettero si cominciava a sentire uno smuovere d.! piatti .. Non vuol favorire con noi?,. disse Lt– liana al momento di andare a tavola. Era il solito invito pro forma a cui Llvia rego– lJ.armente rispondeva .. Un'altra volta se mai. va bene?.-•· Ora. con la collera che ancora le faceva pulsare polsi e tempie. .rispose d'impulso. .. Eh. perchè no?._ se non vi disturbo_ ... e pensò • cosl non torno nemmeno a casa. ben le sta"· In cucina. perché c·era un sacco alla finestra e una penombra alla quale roc– chio doveva abituarsi poco a poco. subito si aveva !"impressione che facesse P.:.ù fre– sco: ma era un'impressione di breve du– rata. non passaron cinque minuti che Livia to:nò a sentirsi tutta calda. tutta 1.n!uocata, col vestiti che le si appiccicavano alla pel– le. ...Ma che caldo!_... Non sapeva d!r altro: come se parlarne servisse a sentirlo meno. o piuttosto. ogni altro pensiero o discorso fosse impossibile. all'infuori d! quello. ç-era l1linestra, minestrone an.z.i. con tan– ta pasta e un !orte sapore di basilico e d1 pecorino; subito quell"odorillo le aveva messo appetito. ma dopo le prime cucchia– iate si era sentita sazia. le rincresceva la– sciarlo. ma la fatica che faceva a mandarlo giù er cosl palese che Liliana se ne aceo-"Se. e un po· mortificata ch.iese "'Non le piace. vero?_ ... « ~on è che non mi piaccia. è 'buono anzi. ma il caldo mi toglie l'a-ppetito. non mangerei mai in questi giorni Ho sete ;nvece. vedi quanto bo bevuto?_,. e indicò il bicchiere colmo che Tugnìn le aveva riem. pito già due volte. Dopo mangiato tornarono a seder !uorl . rata era terribile. ma da ponente avanza– vano grosse nubi bianche e compatte con un orlo di luce intorno dove ci picchiava il sole: .. almeno piovesse!• disse Livia. ma non ci sperava molto. semp:e. in quei giorni. sul mezzogiorno il cielo si faceva nuvolo, e acqua niente. Invece. dopo ~ po·. il sole si coprl. e istantanea.mente il cielo si Ieee livido. d"una rosea luce rosata: una folata di vento spazzò il cortile. e lontano sopra alle loro teste si udl il lungo rotolare di un tuono . .:Hai sentito?_,. e Livia balzò in piedi. eccitata. annusando rana come se già si aspettasse di sentirvi odor di pioggia. nei freschi sbuffi di vento che rovesciavano le foglie. nelle mosche invelenite che pizzicavano gambe e brac– cia. In un momento si era !atto buio: sbat– té una finestra di sopra. un lampo solcò il cielo. seguito quasi subito da un altro tuo– no. ., Presto. presto! .. gridò Liliana raceo– gliendo la roba. Cominciavano a cadere delle gocce. gocce rade. una qua una là. ipunteggiavario il selciato della corte di He\"i macchioline scure .... Da qualche parte è temJ)eSta ... disse Tugnin. grave. Anche Lhia fece il viso grave. sape\·a che per i contadini quello era il momento in cui ave\·ano. come si suol dire, tutto sotto la cappa del cielo: pure non poteva fare a :neno di godere di quel trambusto d'una gioia quasi fisica. acutissima. la sensazione che qualcosa sta\·a per accadere finalmen– te. e non importava se in male o in bene. Camilla Salvaro Ra.rii succedevano uno all'altl"o preceduti da schianti sinlst.-i.. «questo era vicino ... di– ceva a bassa voce ad ogni nuovo scoppio. e suo malgrado la voce le tremava. aveva sempre a\-Uto il terrore de.i !ulmini. una volta che era ri..masta sola a casa durante un temporale era corsa a chiamar la cuoca e l'aveva !atta stare su una poltrona ac– canto al suo letto finché non fu finito. Qui poi. non c'era nemmeno il para.!ulmi.De- bè. se un tu.lmine picchiasse qu.i non avremmo nemmeno il tempo di aocorge=cene, pensa– va per consolarsi; tuttavia !"idea di morir carbonizzata non le piace'\•a proprio niente. no. ecco. proprio proprio niente. Fuori intanto si era messo a piover !or– te. si sentiva il crepitio dell'acqua sulle fo– glie. come un nlmOre d.! !rittun. .. Senti. senti? ... ah. che piacere. quest·acqua!•. Glie_ lo si leggeva in faccia. quel piacere, nel– l'animazione che le coloriva iL viso e la faceva tutta tesa. tutta vibrante. più gio– vane di dieci a un t.""atto. e quasi bella E fu la prima a correr !UOri quando la pioggia diradò. "'Che fresco!_ ah. ora sl che si respira!,. esclamò. allargando le braccia e incrociandole dietro la nuca in un .gesto che era in.Sie.me di sollievo e di voluttà. Lembi di azzu-70 apparivano tra 1e nuvole. e già il sole si riaffaccia\·a: ma l'aria era fresca. wnida. una delizia a re– spirarsi. E com·eran lucidi I ciottoli del cortile- Il cane sleppò quel po· d'acqua che stagnava tra un sasso e l'altro. avida– mente. senza stacca.me il muso: pareva non a\.-esse mai bevuto. o goduto. tant·acqua in vita sua. ...La panca è bagnata. vuol che le porti una sedia?... disse Liliana. Livia scosse il car~o. me ne vado. non vorrei che la mamma stesse in pena vedendomi tar• dare ....... ..ci \·oleva. eh, quest'acqua?_.,,. disse poi nell'andarsene. contenta. E non ,oleva dire solo per la campagna. per la campagna sl. ma non soltanto - no. non soltanto per la campagna. pensò co– minciando a correre verso casa. Era un pezzo che non prendeva quei tono con sua madre. un pezzo che la v~ta del suo corpo disfatto. di quelle- gros$e b:-accia nude stese sopra al lenzuolo. non la Irritava come la irritava invece quel mattino. Ma quando aveva i nervi perdeva fac1lmente il controllo di se stessa. par– lava. parlava. con una \'OCe acuta e secca, due rossetti alle guance e gli occhi duri, d"una durezza che av-vertl\·a come qual– cosa di !isìco. di concreto. Non era un hn– glo vero e proprio: un monologo piuttosto in cui si interponeva a tratti. quenùa e la– mentosa. la voce di sua madre. .. Ho bell"e capito. sono un peso per te. sono_ un rlt più. ..... Era Il che tutto finiva. sempre. E come sempre, quelle parole se ne tirav~m dietro altre ugualmente inutili. amare: .. Ma e·~ rimedio a tutto. non dubitare...... .,Sa– rebbe a dire?-.•· lla lo sapeva già: era }"epilogo del dramma. il finale logoro ma inevitabile che da anni chiudeva le loro dl– scuss:oni: « .J. me ne vado. ti lascio libera, non anai più quest"ingombro.- ... A que- .._ ______________________________ _. sulla panca, in silenzio. mentre dentro casa Ormai i tuoni non si contavano più. si CAMll..LA SALVAGO RAGGI A .Jll CI ALLO * SPIEDO * BILANCIO PROVVISORIO DI UN'ANNATA TEATRALE * UMBERTO V.CAVASSA Un"altra stagione teatrale L • d 1 • • 1 • • Abbiamo sempre sostenu- ~~~:~~~~;_ b~';,"!~f ~:: a stat!IOne ~ I Ila 1an1:~af~oq~:~~~i:i:edt:ttf- lanci della vita scenica non to. colloqwo, esame di co- sono soltanto una abitudine scienza. dialogo vivo ed at- imposta dalla professione tuale fra il palcoscenico e della cronaca. La ·dta tea- * la platea; che questa è la tra.le , Jegata come e affes1- sola sua giustificazione e la * (~~~a gr'!,~~1led/~:J.~~~ di GIOl'A.l'!U CALEJ\ 1 DOLI ~~~~~!. ~~~tà~i:!,~ di BO~AVENTlJRA. TECCBI · che h)a::;;o ,j' 50 !{' 0 di ;iP?~lfonne d, spettacolo e d1 d1·IA maggior ragione po, nel· nmoz1one di alcuni falsi di un grande attore (\"itto· per lcl,p'i~a vol;~ ~e~~~= sars1 ' gere s ess vertimento ll teatro non è rarte teatrale. la quale n- scopi. su1 quali punta ,·o- rio Gassman, Paolo Stoppa. scere _e ~o . t;mberto V Cavassa. fe- co felice di contrappunto. ca Liguria. fra mare e sco· fe~e. st agi~ni ~~ ) st ~te 1 più un nchiamo costante lch1ede la collaborazione d1 lenhen la polemica sp1cc10- Gino Cervi. ad esempio) o }ogo si J st abihto t :n 10 dele amico da tanh anm. mi ma anche Fanny. la s1gno- ghere. Da questo ,·ecch10 ea ri sono iser 1 • ar ~~ Queste condizioni rendo- varie personabta. U cercar la (ad esempio, la censura), nell"afiennaz1one d1 un re- orme amot"?se . Cl per manda anche 1 1 suo ultimo rina di buona famigha. una tronco vengono fuori. al- che di org~ntco a diffe e no la vita teatrale pesante d1 ,•1vere infrange la soli- possa essere r1Solubva ~on gista (Luchino Vtseonh il felice Slancio dJ un solo libro L'orro marino (Ce- delle protagoniste di Gente 1'1mprovv1so. non solo figu- za della. vita le;t:ran: ~ e difficile a tutti: agli scnt- daneta. poiché ognuno sm- escludendo che una miglio- G1org10 Strehler, ad esem- scrittore), ma con la sten: schma 1959), ed 10 vogho diversa, che ,·uoI fare I'at- re schiette dt uomm1 e di genere. Una st agto e 0 P feto tori che debbono rappresen- golarmente preso ha un pro- ne orgamzzazione del s1ste- pio) o nel rmnovato succes- tata e dtfbcile_ modestia d_i adempiere una vecchia pro- tr1ce ed e g1a affetta, al donne, specie se v1cme alla teatro ae ver~~: 0 ° ~ "un \er- tare le proprie commedie, pno modo d1 vivere almeno ma gmndico dal quale la so di un testo classico o ~ concorso dt pe:5onahta messa: di dire qualche paro- prmc1pu:! del secolo. da una loro. terra._ ma an';he quel eh.e h un 1 agh impresan che debbono in parte _d1sco:dante ~a ,·1ta della nostra scei:i,a e stramero (OteUo, Uno sgua,:- nvolte allo_ stesso fine. la di lui pubblicamente. Lo p~mt_adt_quel m~l~ che og- che ~ !etton ~Qderm da par- mi~~~ è dilfkile farne un organizzare Je compagnie. quello degli alt.n. Lo scn~- regol~~ pOss~ d~ternunare do à~ ponte). U prot_agom~ . E' sempl1<:eme_nte. un__ av– farò alla buona. senza la gi s1 chiama e divismo>. e te di uno scrittore. che con bil . . a1s· . odo· ai registi ed agli attori. che tore vuole che la propria beneftCl effetti, bisogna af- sta della scorsa stagione e vto, ma un avvio s1gruf1ca– pretesa di esser critico. tante altre figure. anche troppa facilità si ritiene al- b aneto_ md qu .:asi m d: debbono farne parte. (~fol- commedia sia presentata fermare che il malessere, :iJ. stato. invece, lo scrittore tivo. Bisognerà vedere ora Umberto V. Cavassa non umili. Anzi le ~iù umili .- taccato a} vecchio, ?on si asta. ricor /rf lil ~i~~e d~ ti naturalmente vivono ed nella m~era pi~ opport~- disag!o. Fincertezz~. la di- Haljano: non questi? O qu7"-o se esso_ sarà soff?Cato ~al ha avuto mai paura di ap- poP?lane. vecchiette ~ g10- aspe~terebbert?: ~na ncchez- a~c~~~e 50 { 0 ~~~dia più 0 for- anche bene del e mestiere,. na. 11 r~gista d_es1_derao_Ht:· scontmmtà._ l_a fiacchezza ~rittore. ~a l~ .scr!ttore ita- conf~musI?o o sara favont? parire uno scrittore non in vani. svelte e appassionate za d1 osservazioni sagge, non q 1 . d. 1 h teatrale. ma è un vixere di re con il suo btgbetto dt v1- del teatro 1t.ahano sono an- hano. Ed m piu dt un caso con mtelligenza, con sensi– armonia con i gusti moder- cameriere. figlie della ca~_- p_rive di un sapore di poe- !~~~•eh! h:;:rtu~o~~~n: abilita. -insinuandosi per l~ sita uno spetta~olo fOI'fl'!al- zitutto nel teatro. Rip_ren- lo. scrittore _italiano ~ riu- bil_ità e con amore nel suo ni e perfino di sembrar re- pagna - sono spesso le piu sia, e perfino sentenze bre- t . t t il _ vie traverse a spese degh mente degno d1 lode. L at· dendo un e bon mot,. d1 al- scito ad apnre un discorso Sv,Iuppo. gionale e sentimentale. Di- riuscite neU'arte di _Cav~: vi .. che non si dimenticano n~g;~o~{ae~zion!~\ 1 ~~:n altri. Non è mai un ,·iver t~re cercé! u~ bel ~rso~_ag- ~ri tempi ~i ~trebb~ dire: c~m _lo spettatore, fuori ~~ Una più aperta. partec.i– co: non ha avuto paur~. E :\la anche figure d1 ~o~m1 facilmente .. Ecc?ne. ~ra ~: questo sistema si rimane sereno alla luce del sole). gi.o e _cosi via. _lnhne _l1m- 11 teatr~ 1tahano b1Sogne- r1chiamo della m~mdan1ta pazione dello scrittore ita– qui c"è in_sieme il pericolo sono be_n date: a. cominciare t~, ~na e _Dio da_ le ~us1o~i evidentemente alla superfi- La difficoltà e la pesan- pres_a~io cerca d1 non nme~- rebb~ nvenderl~ per_ quel ed ~ltre lo ste5:iO interesse 1:Jan_o ~ teatro italian~ non ma anche 1 J germe della sua d~ ~erti r!-1moro~1 personag- ai giovani per é!-1uta_rha vi: cie. Non si dice ancora nul- tezi.a della ,.;ta teatrale terc1 -d ~uo_ denaro. Ecco il che e costato e na~uistarlo suscitato ~a un interprete C? e richiesta come maru!esta– salvezza di fronte al.l'arte. g1 1 quali stanno be~e so- vere .. e le _toghe ~ '\·ecch! la di quell'organismo che è fanno si che quel minimo di cercar di_ vivere ed ecco le per. 9uel c~e. vale, allora da un regista .• on. er~ mai zione di uno spirito nazio- Poiché in questo III non prattutto a. tayola ~ce u.na per aiu~arh a mof'!re >. E una stagione e che si ripro- preordinamento necessario regole d1 buon co~p~rta- tutti I con~1 nt~m~r~bbe!'~ accadu_to nelle stagioni pre- nalistico. (E' evidente, ma aver paura> Ca\ ·as.sa è ~ta- e_ mensa,. d_1g10,·an1 ufficia- un pensiero_ de~o di Balzac. durra nella stagione ventu- ad ogni attività di carattere mento del teatro 1tahano e molte d1~~s1om mutili ced~nh o ~eno. non e~ non è mai inutile ripeterlo). to. ed e. uno spadaccmo. h: della prima g_uerra_ man~ Ed 3:nche. e L uomo sa che ra. conseniando molti dei organico non sia mai passi- attuale. . . . sarebber'? el1mmat~. mai acc~duto ~ misw:3 COS! 11 problema è assoJutamen· con quel coraaofo con quel- d1ale. che non d1ment1chero deve rispondere soltanto del- . tt . . ·na . bile in Italia come in Fran- Le eccezioni es1Stono e Tuttavia la stagione tra- larga. Non bisogna mfath te d. . . • . la dirittura ~";,r~Ie ed an- mai. nel Tenore provincia- le idee meditate dalla pro- su~ 1. cara terl or~~. ~~ noi eia in In.ghi..Ìterra O in Ger- non potrebbe essere diver- scorsa si è distinta dalJe dimenticare che. mentre .• ive~o_. una soc.i~tà e che con quel pizzico d·estro le): e nell"ultimo libro. nel- pria volonta. applicata a 1 ques? ~rg d 1.s 1_ m~ia Più O meno il tea- samente. Ma sono in nu- precedenti e non solo per- modesti spettacoli retti da piu sensibile alle voci che ed eleganza che ci vuole a !"O~to marino. non ci sono. conseguire virtute e cono- ;~~re:10:~ ~;~~f!m~.re aÌi~~- tro i~liano \"ive tutto alla mero inferiore a quello g~- ché h~ segnato ~n ult~riore u?o scrittore ita!iano appa: !a espri_mono direttam~te_; difendere le cause perdute insieme_ ~on _le figure .. sem- sc~nza . o._ anche. a_ perse- da un dato O ettivo. Sol- giornata. anche quando sem- neralmente c~k';>lato. Es1- ag~ra, am~n~o d1 alc1:1m f~t- r1vano eloquenti e v1.tah. ~ _particolare, ~a s°':età 0 che sembrano perdute. pre fe~1c1. d1 _d~nne. i ~u~ ~.ure 11._1tilee la p1acevol_e tanto tre co~agnie sono bra che rispetti i program- stono_ le_ ecceziom vere e I.e ton negativi della_ s1tua~10-: n~utragav~ qualche. comme- tipica nelle sue involuzioni In molte delle pagine di calzola1 e Tuc1d:de Zebrm1. disonesta: e non deve n- state attive nella scorsa sta- mi prestabiliti. (Il che del eccez10~1 pres1:1-nte. 1:ton b1- n~. _Le preced~nh stagiom d1a straniera valtdam~~te GIOVA~'NI CALENDOLI (continua a pag. 6) Cavassa non c"è soltanto _ detto e :\Ietastas10 >. e o.on spondere . (pare. nemmeno gione: tutte le altre sono resto non accade spesso). sogna. illude:5i. Co~1 come a,~vano avuto ,U loro tr_atto sostenu_ta dal nome_ degli tn· e sempre _ abilita di nar- t\nselrno 7 della novella Fior ali~ prop:1~ cos~1enza] del: andate in perdita e potran- Vive alla giornata la sua non btSogna 1-lluders1 che la saliente o nell affermazione terpreh e del re,gtSta. ratore. ma anche abilita e d Angelo. . le imma~mi e dei sentune!'h no sanare il disavanzo della anima: i suoi stessi preor- ----------------------------------------- forza di scrittore. II peri- ~la_ sop_rattu~to. . non di- affioranti dalla repubbhc~ loro gestione esclusivamen· dinamenti non sono il frut- '11T I T D -..;i L colo e quando in cotesta menti0e:o l'aria. il _saJ:!Ore~delle _ten_ebre che porta den te con le sovvenzioni sta- to di una seria meditazione. * W A D T E A T R O * abilità c·è un po" di com- tra d1 violette e _d, pigna tro di se>.. . . tali. E' chiaro che tutte que- ma di un sistema di com- --------------------------------------- piacimento per lo scorrere secca. ~ella .v~c!1,ia San re- A. p:opostto. d1 ~ott~ e ste compagnie economica- promessi con il tempo, con ELJOT A S.•• ,.,_r •• i·_, •. : 'T ·•TO Jeggero e felice deUa pen- mo. co_1 s~o1 t1p1 non solo ~ens1er~. proprio. nell ~hmo mente passive. cioè la mag- gli uomini. con le opere. II s n 1 ila .,.a.a. na, riuscendo però sempre p_rovemenh. da una borghe: hbro L ~rto marino e e un~ gioranza. non sono andate teatro italiano è divenuto ad abbozzare figure simpa- sia. un po' mge_~ua e un po affermazione che. a lo~e d1 in perdita perché si propo- rarte ·... , possibile: questo tiche e situazloni vive; un ~urba (forse p!U furba che Cavassa. vorremmo. amiche- nessero di attuare un pro- vuol e che non è più maggiore pericolo e quan- mgenua) _come fu quel!~ volmente _con_traddire. Un gramma d'arte difficilmente un'arte. ma una politica. do al sentimento si sosti- c~e ass~te ~I trasfo:rn~rs1 personag.gio dice a un cer- comprensibile al pubblico . Quanti partecipano della tuisce, sia pure con elegan- ~1 una c!ttadma provm~1ale t~ punt? che la ~ancanza medio. ~zi_ molte erano vna teatrale sanno tutto que– za e un·ombra di ironia. iJ 1~ una pic~ola met~poh d~ d1 senume!lto pu~ essere compagnie d1 caratte_re sco· s~o: ma_ non haO?o la forza entimentalismo :\Ja allor- gmoco o d1 una aristocrazia un vantaggio per 1 ~rte ma pertamente commerciale. d1 reag1re. A ch1 dovrebbe- s h. Cavassa si· ricorda di cosmopolita che a. Sanremo. non lo è certo per il cuore Dunque, una prima consi- ro reagire? Anzitutto a se e ~:er il difensore garbato lungo la passeggiata d~lla umano. derazione si impone: Jo spe.t- stessi. E per molte buone o :~ coraggioso di sentimenti impera~rice. cerca,·a. ~rno . Xo. la mancanza ~ sen- tacolo quasi sempre jn Ita- cattiv~ ragioni n'?n ~e sono eterni. allora te qualità del- alla pnm~ guerra mo ~d1a.le. hm~nto è una poverta e un li_a ha un costo tale che non capaci. I.I teatro ital1~0 ~a lo scrittore venJ?ono in luce. p~ce e ristoro so~t? 11 ue- ~r1co1o grosso anche per riesce ad essere pagato da- progress1_vamente .. sm_mmto p1do sole della R1v1era. ma l arte. tenendo naturalmen- gli spettatori. Fra quel che la propria capacita d1 rea- Qu~stc _succe~e .srs;,o anche. e soprattutto. dal po- te presente la necessità che lo spettacolo spende e quel zione. il proprio imp-..tlso in– quan ~- c:t1' assa . escn_, e at polo. Proprio in questa San- il sentimento. come l"inven- che gli spettatori pagano terno. E proprio per questo gure_ 1 onn_e sia nei_ r ; remo. tra il porto e la pi- zione dei fatti e le idee, esiste un divario troppo for- gli spettatori a loro volta conti eh~. nei /oman~i. ~i gna secca. con quell"odore debbono tutti. per severa te. Di chi la colpa di tale non reagiscono al teatro. forse piu 11 fe ~ceme%~ 0 _ improvviso di. pesce marino sce_Ita e per fort~ato estro, s~t~a~ione. se co~pa può de-: Sarebbe illogico attender-– s~mpre_ ne _e ~e. PCcs~i- e di e sardena1ra >. fragran- !'=altre. trasfigurarsi. dal cam- fimrs1? Probabilmente d1 selo. ni st e di . 1 giorni ~t . liori te d'origan~. na~con~ i tip~ po de!la psicologia o degli tutti: da una parte gli spet- _Ti:adotta m alu:e esp_res· : 0 e _nei mom_en. 1 t migr dei pop0lan1. can ali arte di oigetll. nel mondo dell'ar- tacoli costano troppo e dal- s1om questa cons1deraz1one m CUI J 0 n _dati t~~f1°f i~i Cavassa. ~· fra t.utti. una te. Sì. guai ~ quegli scriL l'altr~ ,!!'ti spettatori sono signific~ che il teatro ita~ia- la st ra ~- 1 . cos . h"a donna: Zaira. colei che con tori che scr1,·ono soltanto pochi. no è diventato confonmsta caratten s llci della ~:f{ 8 00 la sua passione strappa. il e col cuore>: il peri~~lo per Gli spettaco1! c~st~o n~.l senso più profondo e A San .Minioro. per la tredicesimo , Festa del Teatro"· è st.ata rappresentata con lo regio di Luigi Squarzina l'ultima opera di T. S. Sllot. The Elder Statesmann (Il grande statista}. messa in scena per la prima colla nel Festival di EdimbuT– go nel 1958. Protagonista del dramma è Lord Claverton. uno stimato uomo politico, che, essendo stoto colpito da un infarto. è costreao a ritirarsi dalla vita pubblica. n tempo improovi– samente -vuoto consente a Lord Clauerton di ripeTcorrere cri– t1comen.te tutta l'esisienza passata scoprendo. come un tragico contrappeso. le colpe delle quali egli si è interiormente mac• chiaro nei rapporti con i suoi simili peT conquUtaTe il suc– ceuo. Ed i suoi .simili gli oppaiono nelle penone di un vec– chio compagno di scuola. che egli spinse al furto, e di una donna che in gioventù sedusse promettendole il matrimonio. L'uno e l'altra sono adesso in una condizione di sicuro benes– sere, ma hanno consumato. in seguito al loro incontro con Lord Claverton. la pure::za. del IOTOspirito. Questi incontri pTovocano in LoTd Clauerton uno spietato esame di co.scienza atiraverso il quale. confessandosi alla figlia .\fonica. egli faticosamente ritrova la sua serenità spirituale. n dramma di T. S. Eliot. che è fondato $tilla contrapposi– zione fra la potenz.a materiale (non solo Lord Clauenon. ma anche le ombre del su. 0 passato Fred Culuerwell e Mai.sie Bat– terson sono. nonostante tutto. potenti} e la miseria spintuale. è una apoteosi dell'esame di coscien=a e della confessione. intesi come strnmenh d1 purifica,..;one interiore: un'apoteosi svolta nella dimensione della vita contemporanea (fra !"altro. con laceranti aperture psiconalihch.eJ Il dramma~ .stato interpretato da Ivo Garrani. Laura Ada– mi., Gianrico Tedeschi, Corrado Pani.. Giooanna Pellf.zzi, Fran– co Grazio.si c Giusi Dandolo. Uapparato scenografico di Lu– da::o Dam!oni ha inpiegato suggestivamente g!i elf'fflt>ntl della Piazza del Duomo. Sa!lrem_o t_ra_lad~"ioo Non dubitoso eppure forte g10- loro è anche forse pm gran- troppo. perché I reg1st1 e pm vero della parola. Non e Il pr~n~ 1 .P 1 ° C . · ' 1 vane Mauro alle lusinihe di de di quelli che scrivono gli attori pretendono gene· oersegue una ricerca. non solo A_ e 10 3. b· e~i~~-C ~ Fanny. affidandosi soltanto all'intel- ralmente troppo e non han- tende a esprimere e ad af– d!-le_amiche ei . torni t ii La verità è che in Cavas- letto. :\la guai anche agli no sempre tutti i torti. (La fermare se stesso . .non si sHn_tro. ~i°n mi sono i 1_ sa non c·è soltanto (e qual- scrittori che scrivono sol_o loro attività difficilmente preoccupa di aprirP. un di– uscite da a te sta ~rn q e che volta fin troppo) e odor col cervello. Un tale pen- riesce ad assumere un ca- SCOt"SO sia pure- formate: ma (jLl.'SSES SUI LE 1~ l_oro tr~ma. ~~~ti e e v: di dolette>. ma c'è anche colo e O,l!'J?ioiù frequente rattere di continuita). GH cerca di vh·erp Pd il cercar J SCEì\ E rISStrn_a._di_ somùf ia~ze d, ! il vecchio olivo contorto del primo. spettatori diminuiscono. per-- di vivere neU-arle è il si- Uno trasposi.rione teatrale di Ulysses di Jame-s Jeyce, do- ~~=~:~!~tra ~~:na~:: scabro e robusto: delranti: BONAVEKTURA. TECCHI ché sono attratti da altre sterna più sicuro per morire. vuta all'americana .Mar;ori.e Berkentin ed intitolata Ulysses innighttown, è stata presentata ne-I , Teatro delle Nazioni,. a Parigi. Dalle settecento pagine de-I roma.n.zosono state tratte due ore e mezzo di spetacolo. n dialogo, qua.si interamente rica– -v~to dal quindicesime capitolo. rispetta fedelme-nte la paTola d1 James JOJlce, affidando ad un narrotore i lepam~ti fra i vari episodi. Lo speitacolo è stato accolto dagli spe-ttatori parigini con molte riserve. S..ll\"TI U SOFFITTA Uno scrittore eh.e nella stagione ora te-nninata è ritornato alle scene è Giooannl Gigliou..-i, del quale la Compagnia .sta– bile del Teatro delle Arti ha rappresentato Santi in &o!fttta. In questa commedia G1ovanni Giglio.:::i riprende i temi Svolti nelle sue precedenti commedie e sopratutto nel suo roman.:_o La moglie di San Pietro. al quale fu cttr1buito il I Pr~mto de La Fiera Letteraria: questi temi sono , il conflitto fra hberU\ e obbedienza. il contra.sto fra lo Chiesa dello S)lt– rito. viva nel cuore di ogni cero credente, e la realtà della Chiesa militante sempTe a contatto con il mondo e dal mondo inquinato "· ln ur:o schema di farsa il Giglio.ui introduce l'elemento s~rannatuT~le e. come nievo iI programma dello .spettacolo diretto da Nino Dal Fabbro . .,dal contra.sto sorge un giudizio ironico e sconsolato della società contemporanea che non la– scio troppo moraine alla santitd e alle: a.spirazioni più elevate. Anche in questa commedia Giooanni Gigliod si è man– tenuto fedele ad una liev': e incantata ingenuità di linguogg 1 o, eh.e vuole essere ., conqut.Sta dovuta al .superamento di ogni tentazione di mode e di scuole per rimanere fedele a una çOCOZIOne "· . Santi _in soffì~a è .st~ta efficacemente- interpretata da Gianna P1a.z,Monho Bu..soni. Ver-'Ghe-raTducci, Anna Maestri Giusi Dandolo, Silvio Spacce.si., 1'"ino Dal Fabbro ed Els~ Polverosi, che- recentemente hanno ripresentato la commedia anche sugli schermi televisivi. G. C.

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