la Fiera Letteraria - XIV - n. 30 - 26 luglio 1959

Domenica 26 luglio 1959 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 SCRITTORI IN PRIMO PIAN O MARIO LACAVA: J colle~hi rivali 1 \ n dottor Pesarino era un uomo di tren- della condotta. e non pretendo altra clien- trop_po riflettere alle conseguenze. di co- lo ponevano magari in decisivo vantaggio numemo ai cadutl oppure del ooncil:nl chi- /!. «: t'anni d'età, dall' aspet.to molto maturo, ph) tela• disse con modestia Pesarino. s~:re una libreria per !ar colpo sulla su Iu1 stesso, che pure aveva fatto gli st.udl mfcl oppure della ginnastica svedese, argo- ~ P dl quello che si sarebbe potuto credere, con • State attento che quello \'B dicendo che chentela. Non capl. ,con questo, che a\.Tebbe modem.i, molto più precisi degli antichi; menu del quali Pe$arino si compiaceva. ,,. una faccia brnna e quadrata, incomJclata nel comune basta un solo medico per la mortalmente offeso U collega. che avrebbe e in ciò, oltre alla verità, credeva anche Quanto poi alle relazioni personali col da occhiali e piena di dignità nell'espresslo- condotta e che non caplsce come si debba creduto faéilmente a un tranello. per e6- di favorire l suoi interessi. suggerendo agli collega Taccone. Pesarlno non notò nulla ne· aYeva n yestlto nero. portaYa il collet- pagare un altro. che poi non !a nulla. sere messo sul lastnco ed cSiiere rovinato altri l'idea che luJ non di!ffi.mava il collega nel contegno dell'Uomo dJ quelle malefatte to 'duro anche d'estate, e sul capo un cap- M'hanno riferito che va raccogliendo le completamente. perchè sicuro di non abbassare se stesso. che gU aveva rivelar.o l'a.m.Jco. e già si raUe- pello che. gli veniva stretto e gli lasciava, firme. per esporre la cosa al prefetto• am- Se s1 aggiunga poi che Pesarino. in se- cosa sbagliata. avendo la gente altri pen- grava che avessero potuto essere ratse, con- quando se lo toglieva. un solco rosso alla mani severamente l'ospite: già diffidava. dl gu1to alle rimostranze della moglie sulla sieri per la test-a. . slderanoo che colui che vuole colpire a tra- fronte· allora la sua testa sembrava man- lui, già pensava ch'era meglio fare la pace pochezza del guadagni e dei regali che com- La gente infatti dlffl.dente. osservando dimento finge cortesia e non ci tlene quasI cante · di qualche cosa. e il suo vi.so as- con Taccone, non JJ:Otendocontare sUll'alu- partvano 1n casa. prese l'abitudine di stare come Pesartno, al contrario di Taccone, non a mostrarsi grossolano. come faceva 11 col- sumeva un'aria stanea C' impaceiata. t.o efficace di Pesanno. molt.o tempo per la strada. per Uluderla fosse capace di sparlare del collega, mal- lega, quando tm nuovo avvenimento. alla Da poco era arrivato ad Orsa. bel paese Pesarino, infatti. anzichè avvantaggiarsJ sugli affari che faceva. e che con la gente grado qualche volta ne rosse stato incorag- distanza di appena un me.se dell'arrivo d1 posto ai confini settentrionali della nostra nel modo di procedere col collega. Taccone, non era riluttante a parlare. per mettere giato, deduceva che basta\.'a questo fatr.o Pesarino ad Orsa. doveva mettere lo scom- regione. dove aveva \'into il concon;;o alla dagli schiarimenti generosi dell'amico, lm- In vista i suol pregi, si capisce come 60lo per stabUire la superiorità di Taccone. che piglio ln quella casa. seconda condotta. ed era preoccupato di ciò brogliò maggiormente le cose. con un con- una ben congegnata ostilità contro li colle- riusciva ad imporsi col timore perfino da Successe che una mattina presto. quando che sarebbe stat.o l'inizio della sua profes- tegno ambiguo e contraddittorio che non ga sarebbe stata coerente col resto e g.t lontano, quando non era presente; e solo ancora I caprai non erano comparsi nel sione. poicbè non aveva pratica della medi- slgnicava né sottomissione a Taccone né avrebbe potuto gto,•are. ammette,•a che Pesa.riuo non fosse quello paese e Pesarino godeva le dellzie del oonno cina e ignorava l'ambiente in cui avrebbe aperta ribellione. Invece Pesarino riconosceva colla gente sciocco che Taccone andava dicendo, aven- mattutino con Adelina. una forte scam- dovuto svolgere !a sua atthità. In,·ece di confessa.re senza reticenze quel- e.Re glielo domanda,•a con furberia perfino do pure belle qualità, di altro genere pur- panellata si fece sentire alla porta. che Se da una parte temeva della sua im- lo che aveva saputo alla moglle che. come i meriti d.! Taccone nell'esercizio della pro- troppo. che quelle di buon medico. capace denotalo·a impazienza in chi aveva bussato. ~~:fe. 0 ~ ess:dos~~to m~!~~o p~~ ~~!ig~~ =~~1b~~- ':~g~fc;.lg= ;p~~o~, ;;f~~e:;~ d fa f~g~a~~:~. ~; f!v~af:1o~e co°:~~~~~ 1 ~e 1 ~e~t sa E{: c'::a ~~~:; ~1:n~redi ai~~~ dl una volta. dall'altra non avC\•a ancora .,...--------------------------------------------, essendo sua moglie in pericolo per le doglie !dee chiare sulle relazioni che avrebbe po- che dunwano da vari giorni senza alcun tuto avere col collega Taccone, collega an- esito. Che li dottore non tardasse più, che ziono. che da anni reggeva con competenza u • d • • facesse a meno dl lavarsi la !accia e cor- ed autorità la prima condotta. no se r l t tore l cara tter l =e ol!a sua casa al più presto. che aves- Veramente Pesartno avrebbe voluto strin- se pietà di lui. che sarebbe rimasto con gere rapporti di buon vicinato col collega quattro figU orfani - cosi gridava l'uomo Taccone. tanto più che pensa,a che non alla serva che cercava df rimandarlo a sarebbero dovuto sorgere rancori sulla spar- un·ora. più opportuna e di calmarlo. ::°:1ei!~d~~\~~ ~~,.~a~;=~ * e ?~~~eJid~a~oJ,~~~ua~~~I~ :,:\e:liiJu.S:f"~~~.:~~J~t= ';.i': di ALBERTO REVILACQUA. :i-..:~ ·~hem:TI'°racc~nLU.:-=s~:.:~ trasla quando uno del due fosse stato fuori preferito lui anzicchè Taccone. malgrado paese 0 ammalato, e. quello che a Pesarlno Presentando "'Le m~orie del vecchio racconto • Le memone dei vecchio mare- medi.e: "Hai avuto schiaffi sulla tua fac- la sua bravura. arrivò alla casetta dell'am- raceva più gola avrebbe potuto il collego maresciallo•· Elio Vittorini avan=ava qu.e- .sciallo - cina n, "L'ono-revole Bema.bò" e .. n Pro- malata. in riva a} mare. Taccone dargU 'consigli utlll suJ modo di sra precisazione: - La Cava ha da tempo Come si può comtatare. La Cava non ha CUTatore di matrimoni" che è srato tra- In realtà lo stato della partoriente era comportarsi con la popolazione per raggiun- nella letteratura italiana un posto partico- certo .seguito il criterio della quantità nel smesso da Monte Ceneri, per la terza vol- poco rassicurante e Pesarino prudente pro- gere 10 scopo, che era di imporsi ad essa lare: quello di scrittore di "caratteri". di nt0 contatto con le stampe; si può dire an- ta, il 3 luolio scorso,_,. pose di mandarla con rautomobile all'ospe-- e di !arsi stimare. annota...-ioni brevi. colte dall'osservazione di che che la sua attività letteraria si è ve- , I colleghi rivali .. ri anima di. un sottile dale vicino. Avrebbe scritto una lettera di Bisognava però che ll collega Taccone ogni giorno. in cui un. ritratto. una sfuma- n.uta intensificando sopratutto in quest'ul- contra,sto psicologico che na,sce e ri spe- raccomandazione al direttore; si scusò di fosse stata una brava persona. senza in- uua di cosiume. una situa..-ione morale timo periodo. Fra poco, infatti. lo scrittore gne in un arco di lirica rarefazione. La non pote=e fare da sè l'operazione, mancan- vidia.. senza presunzione. di tempera.mento vengono espressi nel giro epigrammatico colabrese presenterà il suo romanzo forse tra.sparente cadenza che accc>m:pagna il dot- do i mezzi di assistenza e di cura che sJ mite ed ospitale; ma anche nel caso che di poche fra.si. Ma soltanto scrittore di piU significativo, nato da una maturazione tor Pesarin.o e il collega Taccone ed è cori potevano a.,,"ereall'ospedale, e consigliò cal- Pesarino avesse avuto a che !are con un ~!~~ La sit:' 1 ~~~~!U!n?a~~~r!~:~~ ~~ati~;,~ ~f 1 i~rca~ie!n ..n\ 1 !a!tr;u~[t ~eri~~:t'~:!i~~r~flae ::~: ~':i~°;e~ry 0 1;: ma e rassegnazione. uomo poco trattabile. bure non t si poteva stica letteraria di Mario La Cava: cioè la cato, per i tipi dell'editore Parenti, in quel.- nendoci, con pochi ma essenziali tocchi, il ta~a mirip~io n~rc e !an~=r:i che s:iò escludere che. col suo uon con f871°· no 1 n sua possibilitd di rinnovarsi progressiva- la t.-ioace ed interessante collana che deve quadTO morale di una gente. La Cava vi 1 t =l ne lenza cieifacce avrebbe saputo ammansirlo; e S\"Oleva _ne 1 - mente nell'ambito di un ricorTente (e di- tento a CorTado De Vita. In questo nu- rivela il suo grado di attenzione, diremmo ~lproposl~ ~1:i ~la~ mo- la sua mente una teoria. secon ° c1 a re-nuno pre.ssoohè esclusitiO) richiamo no- mero della nostra rubrica. noi presentiamo quasi di curiosità certamente prima umana g e lper t osd 1 e. ~ :{t. 0 t un :tiateras-" :~:!_e 1 :t)fJ1 at~~~erc,~ e~~e s!em~ b~t~J!~a~c:~~1~~~i t:C:ae !~ac;~~= :;:,J:ccJ/:. r::ti°n;:r:~1rad70 a1:ua'f?J~•::i~ che leueraria, il s-uo sormo che mente di roi:enrr:°Pes~~ cre<11!va~o~eree.acco- sl SS."'Cbbero potute accomodare le cose, a ta di persi.stente sottofondo musicale). plisce con una sintesi vivace delle migliori fi:'att~;::o s1;:;r;:z.a~ere:i;:,no cO~tr~'i:.on.d. modate le cose. la sera Ste.ssa, invece. arrl\•ò patto che uno dei due fosse stato indul- Mario La Cava e gli sfondi calabresi: ecco risorse narrative dello scrittore calabrese. vengon.o caratterizzati con opposte man- un telegramma dal ma.rito che raccontava gente o magari avesse fatto finta di non i tennini di un rapportc> creativo che. sen- L'autore stesso ce ne parla i-n questi te-r- chei:olezze che si enucleano però da un iden- come per sua disgrazia. essendo il d!...-eUore :Jit~:11~~.~1•:r~;2~:~r1i ;~ lfFj~~~.;E~;:1~r"~~ft:?°:Ji~ Sf ;~--=;~~~:}r~:f!";.a~~:1~:. ~ •{::!.~i{~·t~r '?~~t,t:f"P~i ~=:~ {;~:iftJ;:~E~;r: veniva a! fatti o che in realtà U collega bient.e. La Cava è nato nel 1908 e vive a Bonaiuti. di Moravia e di Tilgher. Era lun- be-n.enere fisico e immediato) a costo di niti di denaro: di modo che provvedesse Taccone ftn dal primi giorni che l'altro Bovalino. wJla c0sta ionica.. Esordì nel 1935 go qUaranta pagine e il .tuo titolo era ·• Il tutio. Pesarino stesso, per piet.à e misericordia, ~~v~~ ~ ~~~ !i= ~om:~!~~ ~bbtt'J~l/a':: 0 '" 1 ::,iro ~a:~1~: ~;e 1 .. J:: ~~~:riip;:!!1enj;•-m~:~~!t>~~°a~~ La necessità di vivere o. meglio, di so- p~ ille~:[l~da~~e\Ir=~~j! 0~~ perchè Pesarino a\'CSSCsentito tanto tur- ratteri,. c>ie dovevano apparire. in edizione rativa. delta quale il romanzo "Mimi Ca- PrGL-vivere ai fat.ti con. uno slancio d.i fisico era e che non Si lasciava guidare dal sen- bamento e non sapesse come regolarsi. accresciuta e definitiva, ben quattordici anni. fiero·• costituisce l'opera pill impegna- =~: df~fò 1 cit~o.s;, s~!:'.o:u~c!i':~t~~ tlmento nella sua condotta poUtica. dopo La prima volta che si conobbero e che dopo ne , f Getton.i ... di Einaudi. Nel 'S4, i:iva... .-. E La Cava cosi prosegue: ,., I .. Ca- caro a La. Cava. un tema che. con un pro- a\'ere considerato che U comune sarebbe ~~~a i:~ fsf~i~l:-nt=~ed'~ i:!~ar~~le~::ciadi (;d.C,tl.J~~ci~) d~;;~riv~ ~;t~;t~~~:o c3i:!tia!:~z~at!~~s!'1 l!i! ra: ~~~~ t~::'ta~7o=s,soopi:.:tuit!longe~ ;:.~ fend;!-:~~::n~a~r: ~l~~oSS:~~~~~ ~~~itoin !o=ti:~~e e :Sm1:te q~~ apf~~! ~:n! ;J=~~~~tstic°c~1::t~ ..inch:n vne:!= n~e ~~ ';;~ri:w:;;cie_Pg~a!fri!tim!a!t:a~:= simo romanzo: .,. Mimi Cafiero ... :C~r:V~ 1 e~ri ~~°::~~~~h~u nco°z! ~e~t non scegliete una sede migliore? Pensate vo volume de , I Gettoni ... con il delizioso rio. Da "I Caratteri" ditcendono le com- ALBERTO BEVILACQUA tava nulla. autonu.ò soltanto una rolletta che sono stato lo. eppure ho dovuto lottare da !ars~ nel pubblico pietoso. un bel pez:w. Del resto ve ne accorgerete 1 ---------------------------------------------...J Pesanno stava raccogliendo con lentezza da vol :a. Il secondo spiacevole incidente avvenne sempre per Ja strada. do,,e. mentre Pesa– rtno e moglie passeggiavano. il collega Tac– cone venendo all'incontro, dopo avere guar– dato con occhi d.1 fuoco la donna, si voltò dall'altra parte per non salutare, eome se qualcuno lo avesse chiamato a11'improwis0 o l'avesse pizz1cato. La terza volta. infine. fu in casa di Tac– cone stesso. dove Pesarino e moglie erano andati a far visita per primi. dimenticando l'etichetta per non mostrarsi superbi e per far vedere le loro buone int.enzionl Dap– prima la visita passò allegramente. flnchè ci fu nella sala la signora sola. coi figlio– letti, scontrosi e recalcitrant-1, che stri.n: geva al seno come ComeUa. madre dei Gracchi: raccontava con entusiasmo e can– dore le prodez:ze del msrit.o nell'esercizio della professione, 1 8 sua generosità. la sua bontà. e come. secondo lei. tutte queste belle qualità non fossero apprezzate e fosse meglio non averle. cosa che consigliava di cuore a Pesarino: ma bastò che il grosso collega, di rtt.orno dagli affari. si a!_!ac– c!asse sulla porta de! salotto. percho il gelo sJ diffondesse su tutti. senza apparen– te ragione; flnchè, per un'osservazione di poco conto che Pesarlno fece su roba me– dica. Taccone rlspose con la sua soUta voce severa: e Pensare che io, che ho salvato tante vite umane. non posso avere la sod– sfazione d'essere curato come si de\·e da un collega pari mio. Ma se non c'è nessuno. proprio nessuno. uno peggio dell'altro. Giu– ditta. dammI lo specchio. pe.rchè ml voglio guardare in gola. Ah! Ah! quanto mi duo– le•· Aggiunse poi ch'era assai stanco e che \'Oleva riposare un po'. e chiese scusa se al– lunga,•a le gambe della poltrona do\•·era Y""– duto a quella vicina di Pesarino. A d!re la ,·erltà, Pesartno rimare In tale occasione profondamente ~nt-ento del ron– tegno del collega. e ftn dal primo momento che si trovò sulla strada, uscito da1:)a <'3~ di lui. non nascose nulla alla maghe. « Ha la pancia molto grossa :a Ie disse, sperando che anche la donna condivides..ct" J;a SUI\ spiace,-ole impresslone. Ma Adelina. colpita dall'apparenza di fa– sto della casa. dai bei mobili che invadP· vano Ie stanze del collega e che erano stati dati in regalo dalle ditte farmaceutiche per i suol buoni uffici nella vendita dei me– dicinali. non avverti nemmeno ciò che il marito sottintendeva con quelle parole. e con ingenuità prese a vantare f pregi dellA gente che ave\'& conosciuto: « Lei è una donna che m1 piace. assai semplice. Hai visto che accordo col marito? E lui è un bell'uomo. molto distinto: sembra un uffi– ciale e sa !are i suol ef!ati a quanto ho capilO. Non ti pare? :a disse Adelina. con la leggera eccitazione che si ~a all'uscita da una conversazione gala e p1ace\·0Je Non convenf\'a a Pesarlno contraddire al– la moglie e insistere nelle EUe Idee. essendo sposo fresco e non \'0lendo toglierle tanto presto Je Jllusionl di fanciu11a. benchè ln se stesso non rosse affatto convinto della giu– stezza di ciò che pensa"a la donna: ma for– se ru a lei, e alla considerazione che le im– pressioni cambiano secondo eli lntere:-a;;Iche si pongono alle coEe. che Pesarino fu d~– bttore di un esagerato ottimismo nel segui– to degli a,,venlmentl che do\·e\ 1 ano capitare ad Orsa: di modo che si curò ooco de1Jp rl– ,·elazionl che sul conto del collega gli fece un tale. nemico politico di quello e che oonslgll!\va. senza indugio. una lotta a spa– da tratta. basa a su lettere anonime. de– nunzie al prefetto. e calunnie. per evitare un male peggiore, che conslste,·a nella proba– bilità di \"enire mandato \"la per poco ren– limento Pesari.:::lo ringraziò l'uomo delle sue nve– lazioni interessanti e lo assicurò di tenerle bel conto che merita\'ano: ma pure si per– tnetteva di non applicare subito i rimedJ, bon credendo utile iniziare la lotta aperta tontro il collega, tan o più che non si sen– hva offeso se poca cilentela finora era ap- ~~ Je~he::.n ~:pa~f:zi:~ 1 ~i= !~ biinanza « Taccone è sempre collega an– tia.no e $1 capisce che debba fare più affari di me. specialmente tinchè non ml affer– !no; del resto a me basta vivere con la paga LE RAPPRESEN'l'AZIONI * A ROJJIA Kafl{a sorride nelle favole di Guaita * di GIOVANNI CA.LENDOLI 1:-3 più i~te~cssante rive- con sé un messau~o senza tor~ misero~ quella baJen~larrivare tuttavia ad un ac· sono mdiet..ro non siano r:i· non turbate minimamente laz1one d~U epilogo teatral~ alc~ valore ed !gn?rano s~ra ~a sua ricc~ezza. ~ egh co_moda~e_nto e propone -'! dotte più piccole di un gra- dalle preoccupazioni del me– romano e stata quella di che il vero messaggio e sta- nuscirà a farla m pezzi e ad Giona d1 mcont.rarsi con lui no di miglio. E quando a\·rò stiere. Le loro contraddizio– Gio,·anni Guaita. del quale to segretamente consegnato oceultarla ai Doganieri. Ma saltuariamente. Ma Giona d'intorno tutto un globo ni sono le contraddizioni si sono quasi contempora- ~a r-agaz~a,. pr?prio_ perc_h~ i Doganieri. han_n? rocchi? rifiuta questa offerta e ri- d'acque, calerò l'ancora e stesse di chi le ha immagi- neamente rappresentate due in caso di mc1dent1_ arnv1 lungo ed 1mpngionano il torna verso i-) mare. cercherò di pensare a te. E nate. commedie. una al Teatro più facilmente a destinazio· pescatore che si è sottratto L'uomo al quale Libera si forse riuscirò a veder!i co- . . . . . delle Arti, Compagni di ae. E' infatti piU probabile al1e loro leggi. E cosi Giona, è consegnata è Org,ione. che me ti vedevo nei giorni lon- Cosi g?mpagt dt viaggio viaggio. ed un'altra al Tea- che sfugga alla sorveglian- che in,·ece sa accatth·arsi la è divenuto ricco ucridendo tani cosi libera e al di sopra ~omeed. ! 0 ~ ~~ a~to tro del :Millimetro, Giona.. za degli avversati questa simpatia dei pot~nti. dh·ie- molti uomini ed ora ha bi- deHe tentazioni. E se vedrò ,uf JZiomedsceru e mo t_o (Ed ecco un caso piuttosto ragazza. apparentemente po- ne l'amie<> della moglie del sogno di una donna che )o la balena le chiederò per- ,o ent~rose acc.u.rate. di– raro di giustificazione asso- co seria, giustificata nel suo pescatore. l\!a la coscienza lenisca e gli faccia prender dono>. rette 1 ~a d3! regis~ Ecimo luta d.e~a fuflzione del tea- via~gio da . ~a plausibile ritorna _a t?rmentarlo. Egli sonno te;nendo_ lontani ~alla La vicenda di Giona ter· iemogl~~ i 1 altra ~ 1 _Paol~ tro minimo). rag10ne familiare. ~la ad un ha tradito 11 pescatore e lo sua coscienza I fantasnu de· mina con una vaga e roman- ef.'3n 1· momenti di sug Pur essendo profondamen- certo momento. il piccolo ha reso prigioniero. Adesso gli assassinati. tica aspirazione ad un ritor- ges ione delle d':'~ ?pere so· te diverse sotto alcuni gruppo si tro,·a a do,·er sce- non può non liberarli. E si < Tu sei ora molto impor- no verso un regno felice, che no t~~mte l;nr 1 • _La. lo– aspetti. le due opere di Gio- gliere fra due diversi itine- accinge all'impresa. lascian- tante. - dice Giona a Li· è il regno della solitudine, ~tessi .~ra tea r_:a e e piut– vanni Guaita dimostrano al- -rari e si determina l'oppor- do sola Libera la moglie bera - L"addonnentatrice ma ,enche quello dove ap- os O est e .. ma e ~tenuta cune caratteristiche comuni, tunità di esperimentarli aro- fedifraga e su3 nuova com- di Orgione è una persona paiono. purificate dalla di- ~a u~ ca nd ~do respn~. che che sono poi quelle dello bedue. La ragazza rivela pagna. molto important.e perche stanza e dal ricordo le im- m Gwna riesce persino a scrittore e del suo tempera- allora agli sposi di posse- Giona va incontro at pe- impedisce a quelli che sono magini di altri esseri viven· dissoh·ere l'evidente rie– mento. Il dialogo è scarno, dere lei il vero messaggio seatore in ceppi con trepido morti di tornare indietro. ti. Che cosa ha dunque jn• cheggiamento <kafkiano> asciutto. talvolta addirittura e lo confida anche ad essi. timore: ma il pescatore non Che accadrebbe se uno di segnato il lungo viaggio di delle figure del doganiere. trasJucido: non inclina mai La ragazza tente.rà una stra· vuol saperne di riconqui· questi assassinati potesse Giona da) ventre della ba· Com a ni di. ia io vers-o la cronaca. La \.·icen- da e la coppia tenterà l'al- stare la libert.à. così come gridare con la gola stessa lena alla tertra? Chiedere G' p g d ; .gr .~ da assume l'andamento del· tra se la ragazza fallirà sul- Giona non a,•eva in fondo di Orgione? Chi potrebbe perdono a1la balena. Ma IOR-O sono ue . a\•O e pm l'apologo. La favola tende la prima. Cosi infatti ac- mollo desiderio di uscire dormtre in città se Je colpe perché? Per arrivare dove? che due drammi. In una a precise finalità morali: ma cade. La ragazza cade sotto dal sicuro ventre della ba· si sedessero sopra gli sto- Ad una libertà nella memo- letteratura teatrale. che ha quasi non ardisce çonfessar· i colpi degli avversari in ag- Iena . . -\nche in ceppi la dta maci con tutto H loro peso? ria e nella solitudine? fortissimo e tal\.-olta ingom– le. le suggerisce mediante guato e gli sposi si evvfano è scomoda. ma sicara. Ed in- Per questo raddormentatri· L'atmosfera di perplessi· brante il senso del mestie– allusioni. le quali però so- verso l'altra strada. che, do· ratti. quando ritorna alla ce di Orgione sarà a tutti tà nella quale si concludono re. queste due opere costi– no cosi rapid~mente acce~- p_o questa tragic.a prova. è spiaggia. ~iona ha l'amara C?.ra e ?a t:itti sorve~liata. le ~ue opere di Giovanni tuiscono sopratutto una te– ?Mtte da nu~1re almeno in risultata quella S!cura. s~rpresa d1. apprendere che ~,ente e cosi necessario co- Guaita è tutta\·ia un·atmo- stimonianza di indiUerenza carte inafferrabili. La ragazza e la martire Ltbera. cosi come ha tradi- me dormire e stare tranquil- sfera densa di sincerità. E eccezionale rciò si i- Nel lingua~gio di Giovan- predestinata dell'impresa: to il pescatore. ha tradito li. Sei con loro ormai, e mi questa sincerità. pur con . . : e ~ ~ ni Guaita qÙeste caratteri- le sue esteriorità di ragazza anche lui e si è data ad un hai lasciato solo dalla pa,rte tante ,risen·e. rende accetta- ficatlva. dm~zi ~ile lus~– ~tiche si compongono armo· S\.·entata appaiono alla fine u_omo facoltoso. che può as- di qua. Prenderò una barca bili Compagni di viaggio e g~_e ~el me 5 here. una \~la nicamente. creano un equi- soltanto una forma di pu- s1curar1e un \.·ero benessere e vogherò fino a che questa Gi.ona. Per lo scrittore esse P 1 U diretta verso la poesia. librio: ma non hanno anco· dare. [ due sposi sono in- materiale. Libera vorrebbe costa e te montagne che ci sono due esperienze vere. GJOVAXNI CALENDOLI ra tro\-ato ii punto ottimo vece gli eroi loro malgrado; ----------------------------------------– di fusione. Forse per que- ma porteranno a compi– sto le due opere anziché ap· mento l'impresa. \"uol di-re parire comanicath·e. elo· 9ue~to. che i martir.i sono quenti. quasi si chiudono in 11 hev1to deUa storia, ma se stesse: si raccolgono in- che iJ loro messaggio è poi vece di dispiegarsi. Tutta· raccolto ed attuato dagli !n– via. si a, .. ,.·erte sempre che dividui fomiti di uno spi· urge in esse un'ansia sin- rito dì. concretezza? Forse. cera. un·ansia almeno in In Giona e raccontata la parte sacrif!cata ed avvilita storia del lungo e periglio– dallo stesso scrittore con il so viaggio dell'eroe di bi· suo modo rigoroso di pro- blica reminiscenza dal ,·en– sciugare il discorso e di tre della bal~na a!la_ terra stringere razione popolata dagli uomm1. Compagni di viaggio nar· _~el ventre della _balena ra la storia di due sposi che G1ona conduce un'es1Stenza attra,·erso un paese scon- piuttosto scomoda. ma tran– ,·olto dalla guerra ci\"ile so- quilla. ~la è possibile ad un no incaricati di portare a de- uomo ,·1\·ere f-uor dal mon– stinazione un importante do degli uomini. cioè sot– messaggio. Per mascherare trarsi a quell'impegno so– il \.-!aggio sotto un pretesto ciale che costituisce la stes· che non s,·egli i sospetti de· sa essenza della natura gli an·e:-sari. ai due sposi umana? f:1 problema è p0- è stato affidato anche il st? a G_10.na dal secondo compit~ p~ù consueto e ba· ~ii~~~~: ci~~ ~ll~so~~~ ~ nale d1 ncon~urre a casa caso. La balena è gettata una· ragazza. pmttosto fatu~ dalla tempesta su una sp:ag– e incosciente; o almeno cosi gia. Qui Giova si incontrai essi in buona fede credono. con un pescatore. che ha In realtà i due sposi hanno moglie e figli. E' un J>eSCa· VIT.A UEL TEATRO Ao'\GEJ.,JCA di J,eo Fenero Angelica di Leo F~rrero - penultimo spetta.colo del Festival Vf'neziano - i 1t4ta messa in scenG nel Teatro verde dell'Isola San Giorgio dalla comJK19nia del Teatro sta– bile di Tonno. con la regia di Gianfranco De Bo.sio. Figlio di Guglielmo Ferrero e di Gina Lombrosa. il glova– ni.ssìmi, Leo ses:,ul iJ padre nell'esilio nel periodo fra le due guerre. Angelica fu per Ll prima volta rappresentata. a Pa– rigi nel 1938 dG Gf"orges e Ludm1lla Pitoe/f, quando lo .!Crittore era giO scomparso da qualche anno. vk"tima di un incidente automobilistico. Leo Ferrere, autore di un raffinati.ssimo saggio Leonardo o dell'arte per il quale Paul Valery dettò la pref0--rione, era uno spirilo critico più che un poeta. E di questo ruo spirito, Angelica. ricca di continue allusioni e di contiderazioni morali. dimostra chrnramente rutri i segni ed i fimjti. In un paese immaginario, nel quale tutti i personaggi principali indossano pero i vestiti deUe tradizionali ma.schere italiane, domjna un dittatore il quale ha anche ristabilito lo , ju.s primae nocri-'... e ad esso deve soltoporSi anche la vergine Angelica fidanzata di Valerio. Tu...-iisono indignati contro il dittalore, ma neS$Uno ora ribellarsi per paura di perdere i suoi privilegi.. Un giovane animoso e romantico, Orlando. organizza la rir,oila. Ed it dittatore infau.i i scon– jiuo. ma soltanto perchf> per un. equivoco tutti lo credono vinto prima ancora che la ba:taglia sia ingaggiaia. I succubi del dittatore ora circondano con U loro servili.smo Orlando, che però i ucciso da Angelica. Esse attendeva di diventare prt'dc del dittatore e le vittoria di Orlando l'ha delusa nella sua più segreta femmi– nilità. Orlando pero non Je porterd odio: • Non vog,lio mo– rire odiandovi - egli àirà S'J)irando - . Voi non sapete ancora da dove vengo. Perché dovreste amarmi? Voglio confessarvelo. Sono nato anch'io in questa cmd. ma l'ho abbandonat-0 per non vedere lulle le ingiustizie che venivano commesse. Ho abbandonato la mia terra. Mo di lontano mi mordeva la nostalgia del suo giran sole. delle sue vigne bionde. dei suoi crepuscoli consumoti da un antico languore. del su.o mare opaco che tremola in fondo alte pianure, delle sue donne dolci. e devote, dei suoi uomini dallo sguardo intuitivo. dei suoi manni, dei suoi silen-"l. della sua disperata magnijì.cen.uJ.. E' questo che ha attirato a lei rum i suoi martin. Come un'c:mante meravigliosa e indifferenk. non si può strappare dal pensiero e si V"UOl morire pe-r lei Io sono to-rnato. amici, perché questa città era troppo beUa ·per lasciarla cadere in ,ovina. E sono tornato senza speranza., Angelica è. dtr11que, l'espreffione di uno scettici.tmo romantico, ricco di con.iapevole:::::a critica. e si conclude con l'affern,a.zicme che la liberto non può essere una afferma– zione astro-tta, ma soltanto un co3tume di vita vi.uuto. L'opera ha un'architettura piuttosto fragile. che la regia di GiGnfranco De Bosio ha tentato di adeguare alla sover– chianu dimensione dei teatro verd.e dell'Isola San Giorgio. Ma il ling,u.aggio di Leo Ferrero può avere la $Ua giusta risonan=a soltanto in uno SJ)QZlO assai ri.stretto. perché Angelica rimane una raJ;presentazione di a,stratta e distac– cata ironia intellet.:uale. r.dnostante il nobile e tragico de– tti.no del 1uo autore. G.C. Mario L& C3.>a i denari. molta gente promettendo la qu~ta dl sottoecrizione e rimandando all'avveIUre li pagamento. quando improvvisamente ri– tornò l'automobile dell'ammalata. non aven– do potuto più. 11 conducente aspettare al– l"ospedale, per &il affari che credeva di perdere, e consigliati anche dal vice diretto– re che l'operazione si sarebbe potut.o fare benLssLmo ad Orsa, se il chirurgo fosse sta~ t.o bravo, come non era il caso di dubitare. Gli eventi congiuravano ln tal modo con– tro Pesartno; ebbe fiducia tuttavia nella sua abilità e sperò che Il collega gli prestas– se generosamente il suo ,aiuto. o tacendo da assistente oppure operando da sè l'amma– lata. come egli, per omaggio all'anzianità. gli proponeva in una lettera mandata con un uomo fidato; gll pare,·a df lusingarlo ab– bastanza a quel modo, facendogli dimen– ticare 11 malumore che aveva contro di lul. e incitandolo a dargli quell'incoraggiamen– t.o di cui, nella prima operazione, aveva bisogno. M.a Taccone, già offeso per la compera della libreria, già irritato per la propagan– da di sè che quello faceva, convinto anche dell.a debolezza di Pesartno. di CUI non s! poteva più dubitare. rispose a voce, negando con grazia il favore. come si suol fare quan– do per furberia si scambiano le parti e chi deve dare sembra invece che ,·oglla chiedere. Intanto una vooe nel suo cuore g!l diceva che Pesari.no avrebbe fatto fia.~ in quell'operazione e che egU avrebbe potuto OD.estamente denunziarlo. Effettivamente l'operazione. dal punto di vista della scienza, non venne tanto male, essendo stati fatti CO!l esattezza tutti i ta– gli e le cuciture che 1 profe.ssort avevano consigliato. malgrado il bambino fosse na..– to morto, circostanza quest'Ultima che non pregluùicsva a!fatt.o la bravura d1 Pesari– no. Del resto la madre si mantenne in buo– ne condizioni di !orze, quasi senza febbre. La !amlglla, anche. sembrava u,mqullla dell'C5ito, desiderosa 6010 della guarigione della donna. dimentica forse cbe avevano riposto tutte le speranze della razza nel primo figlio maschio che u-evano avuto e che quell'evento usciva fuori del llmJte del– le loro idee. n mant.o stesso si mostrava educato e. tranne tm mutismo a volte esa-– gerato ma splegabUe. ascoltò con convinzio– ne t-utte le spiegaz:loni scientlflche di cui Pesarino fu largo esposlt.ore. Lo volle ac– compagnare a casa e gli promise di dargll, l'indomani notizie dell'ammalata. Invece 1J pescatore. ritornato 1n famiglla e compresa meglio la disgraz.ta che gli era capitata, in!uriò contro Pesarlno al quale minacciò di schiacciare la test.a 'come una noce; parti quindi come una !reccla 1n casa dl Taccone per chiedere consiglio. Taccone. che già av~-a stabilito con gli intimi il piano d'azione, da quell'uomo ge– neroso che era, fece finta di d.!mentJcare l'offesa che 11 pescatore gll aveva ratto. pre– ferendogli Pesarino. e lo dissuase dall'idea esagerata di dargli una solenne bastona– tura perchè imparasse per 1'aVTenlre. « 'I1 conviene meglio denunziarlo al prefett.o. po– tendo ave.-e in questo modo qualche pro– babilità di comprare la barca con l'inden– nità che per rl>arcll!lento <Il ÌIIWllldovreb– bero darti> gU disse Taccone. con la pro– messa formale di indirizzarlo nelle pratiche da rare. e ridendo dell'ignoranza della gen– te del popolo. Mentre tanto danno si cercava tramare contro I'ig.:iaro Pesarlno. coswt il giorno do– po, non avendo visto comparire a casa 11 pescatore. secondo quanto avevano già sta– bilito, cominciò Eeriamente ad impensierir– si. Temeva appunto quello che U coilega piu pronto aveva !atto e si domandava con an– sietà se avrebbe perdut.o 11 posto pur aven– do eseguito quello che ere scritto nel trattati con esattezza, eome poteva provare a se stesso aprendoli ogni tanto aJ punto giust.o e osservando le figure. Chiamava nello stu– dio Ia moglie e le confessava timidamente che non ave,·a debuttato bene. come sareb– be stato necessario per a!!ermarsl in paese; era 1n dubbio su ciò che gli conveniva fare e le domandava il parere, non a,,endo anco– ra perduto le gperanze nella riservatezza del collega. Ma la donna, &lo-endodimenticato i pregi che una volt.a aveva attribuiti a Taccone. rispondeva irritata contro 11 rivale perico– loso verso cui non ammette\'a nessuna indul– genza e a cui augurava non un aV\·ersario mite come il marito. ma uno audace come se stessa, che non avrebbe avuto àtratto paura di fargli male. Gli consigliava quindi d.1 correre daffamico che un giorno l'aveva avvertito d~lla situazione nel paese. e di pensare insieme U da fare. Non avendo Pesarino accettato la propo– sta della moglie, ,,erso sera comparve 1n casa loro l'amico generoso che veniva a dare le informazioni del caso. Si chiusero nello studio, perché la serva non s1 accor– gesse di nulla. e progettarono la contro ac– cusa da scri\"ere al prefetto. L'avrebbe scrit– ta. e firmata Pesarino, come colU! che ere plu competente nelle rivelazicmJ. che si vo-– levano fare; avrebbe raccontato come Tac-– eone a,·esse ammazzato una \.'Olta un.a po– vera vecchia. avendo sbagliato la malattia e avendo ordinato medlcine a casaccio e come in un'altra occasione avesse rati:o a una donna giovane un'operazione di cui non c'era bisogno, per !arsi pagare. Coniarono anche qualche frase piccante e inventarono qualche colpa di Tacoone inesistente per colorire meglio l'accusa e raggiungÙe lo scopo; di modo che, quando Pesarino d0- po che l'amico andò eia, lesse ad Ad 0 ellna con \'oce monotona, gU occhi miopi abbassa– ti sul foglio pieno di scarabocchl. la dentm– z.la scritta dalle sue mani. la donna disse allegramente, grata aWuomo che si sapeva difendere oon le stesse armt che lei aveva pensato: e Accidenti che stile pepato che e! hai messo! Nemmeno un giomal!sta avrebbe scritto cosl! E avevt detto di volere scrh"ere obbiettivamente! > Non ricordava più che l'Uomo ncn era stato autorevole at suoi occhi e che s1 era lasciato umiliare dal collega. Lo vedeva ormai sotto quell'aspett.o !orte di uomo che non si intimoriva per niente, come lei a,·eva sogna.io quando era Zitella. 22 lugl!o 1934 >L-\IUO LA CAVA

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