la Fiera Letteraria - XIV - n. 25 - 21 giugno 1959
Domenica 21 giugno 1959 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 SCRITTORI IN PRIMO PIAN O SILVIO D' ARZO: PENNY WIR TO N <:he poao, dO'\'e i! p0"\·ero F.uah non po– u-ebbe am,.._r-e mai e ma.i. C! io mai sal– varlo Co9l. d1~e a1!.a Vecchia B:-iga:a di apri:e bene '11 occhi: che iO. d·ora lD a,·anb fa.rò lo ~eseo pc me. Pe nny Wir".on. • E poi. p~ù tardi. si decue a IC.rl ,·eroe a:ncbe un aecondo: Quello che avviene al colle. di notte, nientre tutti dormono La notte e...-a ~sa da un pezzo: e per le strade e ~ giardmi e i sentieri dei ca. "D.pi non c·era più anuna viva. La luna brilla\•a sugli orti. Tace\·a la ;ente. ed i cani e le rane. E anche Penny dormiva da tempo. .. Adesso è l"ora oramai. - L'Anna in punta di p:edi a:iranrsb n \•ialetto de.Irorto. aprl il cancello di le&00 e poi. ln tutta fretta. prHe la s!rada deÌ Colle. a tre chilometri e p:11 dalla Contea d1 Pietown. .. Galantuomo. alto Il - le 1::-idò da lon– tano la Guardia di notte. vedendo que:l"om– bra per via. - Meuanotte è suo:iata mi pare e DC?$UllO può starsene per strada a quest'ora.. Cosi, voi galantuomo. ,i fermate il do,·e SJ.ete, e mi dite nome e cognome e dove siete diretto e perchè.. • • ~ Ohi là - rtSpOse l"Anna dei Ba:nbi:li !er– mandosL - l!a voi. galantuomo. non vi da– vate tanta.rie cosi. quel giorno che ,siete COJ'6o a chiamarmi per via del bambino. ~,·e\"ate m eno vita di un gallo dalla coda mzuppa.ta , e anche un ragazzo di scuola e.a qualco sa un po' m<"a:liod.i ,·oL .. Ah ma è l'Anna- Anna Wi:-ton - la riconobbe confuso la Guardia di notte. - Chi pote,·a saperlo. ml dite! E. cosl ve ne ..tndate su al Colle? .. .. Eh sl. al Colle: come sempre Da Tedd. • .. Bene, salutatelo anche per mc: e già che cl ,siete, ditegli di prepanu-e un bel mauo di cane: bo paura che fra due o tre Xatali me ne andrò anch"Io a ,·illeggiare lassù. Per cuti mali. ,·edete. non c•è proprio altra aria che quella. E se lo vedete. A..DnaWirton.. 63- luta:.emi il vecchio Primo Intendente. che 010 abbia in gloria anche lui. Quelli. si era• no uomini!,.. ..N'on ,state a di.re sciocchezze_ n fatto è che stasera a,·e te vo luto vedere che eosa c·era in tondo al bicchiere ... E riprese la strada: e presto era in piena campagna. oltre il terzo Croc1cchio: e dopo non molto era al Colle. li.a al cancello non c·ua nessuno- S'ap– pressò alle 6ba.-re e vi appoggiò la testa J>4!r poter dare un·occhiata all'interno: ma nessuno anche 1 Tedd, si \"ed.e. non era an– cora &iunto. Cera a11·1ntorno una grandissi– ma pace. e silenzio; e dalle piante e dall"er– ba. illuminata qua e là dalla luna. \"en.iva come u n dolcissim o odore. Co6l l"Anna si mise ad attende.re . .. Beh. beh. Ann a.- Volete proprio 6cber– :zare.- O io !orse vi bo fatto qualcosa'? - si senti una timida '"oc.e di là dal cancello.. ;- d5u°en\~~ ~-a~:f~ ~~~toe ~~a~~~ ed ecco. neanche una parola mt dite. . . L'-~a alib di colpo la testa: e si mi.se a guudare qua e là. !ra le p:ante al di là del eancello. da dove vcn.iva la voce: e socchiuse gll occhi: e non vedeva nessuno ..Proprio neanche un mezzo saluto per quel povero Patmore? - si senù ancora la \"OCe.,.. E' solo allo-ra la donna riusd a scoprire a tre passi da lei. dietro le lance di ferro. la figura del povero Patmore. ma più smor– ta e pallida ormai d'una nuvola stinta. ...Vecchio e povero Patmore - pensò Jei con tristeua. - .Fra qualche notte sa."'¼ finita per lui: una pietra caduta nel pozzo. E lui non sa: e spera ancora. E ma&ari è qui ad as?('ttare sua ftgUa. ...Ab, ma Patmore, scusatemi - disse poi ad alta voce. - In quest i g:orn i ho una te$la che non ,-ate un .. pfeni.ng .. bucato. Sono corsa qui per parlare con Ted d. L'ave– te vi&to per caso?,. .. Niente, niente - cercò di scherzare !"ometto. - Rispondete voi prima a me. co– me ,·ogliono gli a.oni. Avete incont=-ata per strada mia figlia? l!"ba.nno detto che sta– &era dovrebbe \"enire a tro,·arm.l Si è spo– sata ieri mattill:a. con \"elo e st:-dl5cico e tutto. e argenteria e fiori fln qua::ito ne ,'UOi. E questa sera do\"rebbe essere qu1. Si capiSCe: suo padre..- .. . ·inttnuppe un mo:nento ~ gu2..-da..-e ,:.u n_ella pianura :\la tutto t'ra quiete e s;len.z10: e no:1 c·era un·ombra né " mo\·eva una foglia. .. E" un ricco sapete? Quattro poderi da pia.no. senza contare una ,--illa dietto le sponde deu·tver. I padr1 dicono: be.b. io bo la\'O'rato. ho ,sudato. mi sono rotte le ossa: la,·ora e suda anche tu. b<-lla mia, né più né meno come ba fatto tuo padre. Lo chia– mate un parlare! Gente stup:da e ba6ta. No. ma 1 0 ho detto inve «:: b o la vorato e ,sudato. .s·intende. e suderò ft.no alla ft.ne dei giorni. pcrchè questa è l'us anza. E con q uesto! Tu intanto studiati n pi.ano. e parla a modo il francese, e comprati un ,·estito garbato e anche due. come richiede reti. .. Quel trap– polone fmbecille di Pab:nore.. dicevano tut'.i. O anche ...Vecchia Bclana .. o anche peggio. dice\"ano. E io. n!ente. Ma Intanto. ecco qui il risultato. E questa .sera ,·errà a tro,·irnni con luL bth; ma ,•oi òovete scusarmi: io parlo e parlo. e stasera non so proprio ta.. -e nient'alt.."'O. • ...Volete 6Chcnare'? Una iran be!la !or– tuna: ahrochè: e ,•i caP1sco beni:6Simo. ~a io bo preEo la strada del ponte - me:itl - e non ho inconua:o nessuno. Per quei pa– raa:gi. sapete. non ci passano neanche i ladri da strade. .. L"ometto stette un po· ~eroso. ..Si capisce_ Si capisce. Perche do\"reb– bero venire per la strada del ponte! Gente ricca e distinta. e maaari in carrozza! lo intanto me ne vado a chiamare Tedd Wlrton e in due minuti sono qul. E se nel frattempo lei arrh·a. - mi capite Anna Wirton - di– Etraendola un po·. !atele un po' compagnia... Eh. i ricebi son matti. 60D matti... Capaeis– ~iml di \"entre anche all'Una. o alle due, e di fare anche un chia6SOdel d1axolo. Beh. io \"ado e vengo, Anna Wlr..o::i.• E sparl dietro le piante. E I due minuti passarono: ne passarono cinque poi dieci: e poi altri dieci e anche più. Laggiù dalla p!anura. venne il suono dell'una di notte. E quel povero Patmore non torn.,-a più indietro. E più tardi. a comparire vicino aJ can– cello. fu Tedd in persona. .. Dio mio Teddy, che taccia ti sei messa stasera - cerob di scberure lei in qualche modo. - Bu!tala 51.lbito vla. fa il piace:-e. se non domani p!O'\·erà tutto il gio~o ... se- no doman.i piO\"erà tuHo il g!o:no.,.. • Ah. ma Teddy. cos"hai' Xon tòo mai nsto cosl: mai. in tre::2t·ann~: né a Pictown né qui a1 Colle_• E Tedd Wirton cont1nua,.•a a tace..-e. ..Ho fatto una corsa dn qui per ,·en.ire a darti un saluto e portarti questo problema di Penny - disse lei tristemente. - Ci ha la,·orato tutt'oggi. e questa sera lo stesso, fino alla te?"Ui cande1a: e se ce n'era u na quarta. sarebbe in piedt anche ade.wc a 1mpaz::z.tttanche lui fra quei num eri ma tti. Trova l a so.!uzione tu. abbi pazienza. .. E g.ll allungò un foglio a!t..-a\·e..-so Je sbarre . .. Ecco la soluzione. Ecoo qua... ~on ci vuole molto a trovarla - gndò Tedd Wirton ~tracciando il foglio in due peni e poi in quattro e poi in otto. e buttandoli in aria con rabbia. - Ecco qua la .soluzione... Ecco qua. Ma perché non lo lasciate in pace que– sto po,·ero diavolo. cosi stupido da esse:-e riuscito a !are solo il sellaio. e che tutti si ~=[ii~~~and:li-!Y~. 1 la~~~e~~e a~~:; a cavallo. e che a,·e,·a )a spada e s;,ercni. e ammanava la gente, e un bel mu.:c.hio di quC6te grandezze_ Xon da me Xon da me... Io sono un sellaio da un soldo e suo ftgiio si vergogna di luL Ma no. no: nemmeno \"er101na. percbè lui non sa nemmeno ch·:o 6ia._ • La donna affe: -rò co n le maru le sbarre. .. Oh, Tedd. non di.re cod-. Io ti capisco __• ...Capire? capire ? Tu dici di ca;>i.mli.A.-.na Wirton'? Nessuno riesce a capire. So!o noi. qui sul Colle. riusciamo a cap;re. Xoi che mez:z·ora fa .abbiamo ,-i.sto morire q-rJel po– ,·ero Patmore: sparire di colp.> e per sem– pre.. peggio ancora di un soff:o di \"entO– E questa rera era qui. con nol. e pa.rla\"a di quella r;ua ftglia che a,--~bbe. dovuto ,-e– nir!o ': tro,·a:-e.. Ed era anche più chias– soso d1 un gallo: e adesso non c·è più. è come l'ana. Ecco co&. è nmar.o di lw.... E agnò le man.i neJJ"arta. .. Xe!IINno si rico:dava più di lui sulla terra. E sua dglia anche meno degli alL'i. s·~ sposata. ha ,•estiti e una \·illa, e tanta terra da seppe.lllrci un paese e ha dimen– ticato per sempre qu~ suo po\"ero e stupido padre.. E cosl è fln!to- E cosi finiscono ~i:i~e ~ ~:~mun,~~e 0 q~a':a~à fa~~ pe.r mc- Perchè Penny non saprà neanche chi sono_ Pe=-chè t1.1 non aliel'bai mai detto una ,•oJta_ llai u::?a \"o!ta... ltai detto. E asi staccò dal cancello: e già era rul punto dl andar.sene. • Tedd. ma tu òe,·i_ asco:tarmL Io capi– sco, io lo so. Ma ... lul..; Tedd. -lui- non ha nient'altro che questo: questo è tutto per lui. Dirglielo adesso è lmpos6ibllc\ credi– Aspetta TedcL Cosa fai? .. Tedd le a,·e,·a \'Oltato le spalle e 6°in– camminava \"erso le piante de.l CoUe. .,Solo un momento Tedd. Sta a sentire - grfdb !el con La tts:.a !ra Je lance del cancd.lo di fe:-:-o. - Fra tre giorni, nella \"tlla d el Primo Jnte:xlente. c·~ la fes:a annuale dei ragazzi di scuola. Anche Penny cl andrà: da domenica no::2ha pensiero per alL"'O- ma a&petta solo che passi la !csta. e &li racconterò tutto. ogni cosa. Gli dirò chi sei tu... Tedd. m"a6Colt!! .. Ma il sellaio era già scomparso nel buio. E accanto a lei qua e là in mezzo all'erba. non rimuero che I pezzetti stracciati del !oa:lio. La luna ad~ era al~.ma. Dalla pia– nura suonò un·aitra ora. Quello che Penny ascoltò quella notte sul colle. Penny lascia la casa .. Lo so anch'io. - dice\·a tr1stemente una voce ma.scllile. - Lo 60 anch'io che bisogna andare con i piedi di piombo. \"uoi che non li con06Ca. i raga.z:z.1' ?Do vnl dirglielo ada– gio. solo un poco per , ·o.lt :a: ogif questo. do– mani quest'altro: e finjgce che !u! c l si a bitua. Eh. lo II cono.sco. li conosco. quei d.ia, ·oli. .. .. Dio \"Oglia che tu s:a nel ver o - sus– &Urrò, ancora più t:"1.ste:nente. una \"OC-e di donna - ma tntanto. da do\"e com:ncio mi dici!- ..Che strano pert, - pensò Penny che se ne stava 6empre nascos-.o dietro il cespu– a:lio. - Questa notte. con tutto quello che è successo non capisco più niente. Se non .sapessi che a quest'ora se ne sta in camera. sua a dorm?Te da un peno. giurerei che quella donna ~ :ni.a madre... La medesima v~.- Lo stesso modo d~ dire. Xo. questa notte non capi6co prop:i.o n:ente. ed è g!à molto ehe almeno questo amvi a cap:r:o .... .. Da dove co:ninci. Da dove! - np!"E!Ee UD poco Incerta la \·oce dell'uomo. - Per– chè non cominciare di qua? Sul momento gli dirai che anni !a c·era un sellaio che ,·aleva un brilla:ite: il più i:rande sellaio delle quarantotto contee. (Si capisce che non dovrai dl:gli mai e poi mai che la mJa bottega era piccola come un fanaletto da naso e con due .. pfenine • e me.zz.o E1 pote\'a comprarla assieme a me e: a tut!o il rffto. Questo mai. in nessun modo). E alla bottega di questo sellaio '"enivano da tutte le parti, Ca.ncellil!!ri e Intendenti e- gran ricchi a farsi !"a.--ele selle per i loro ca– n.lJi e le sta..fl'e e !e briglie e tutto que.Co che Ci vuole; e il ~o è che le ,·ole\"anO ad ogni costo da lui che a\feva come il segreto. e al confronto tutti gl.l. altri erano buoni soltanto a far ridett i sassi. Solo. che questo sellalo e:a di un umore bizzarro. e per giunta alto e ben messo come neanche si immagina. (Questo ci vuole: fa bene): e i suoi clienti lui li L.-attava né più né meno da ragazzi di scuola. a::!che se a,·e,•ano stelle e piume e qualcuno due ::2omie anche tre. Se g.J pare,.·a non li saluta,·a ne:nmeno. e .se gli _pare\'a. non c. mette'"a più che tanto a cacciarli fuori ;.n Lstrada. 11cappello qua, CANTI DEL FALDI J.NO 'TO A parte una raccoltina di 14 fram~ menti norreni (con 14 litografie di G. L Giovanola. Epi, Milano. 1958) e un Ernesto Treccani incisore (Sciascia. Ro-– ma-Caltanissetta. 1959), Antonino Uccel– lo, nato a Canicattini-Bagni (Siracusa) nel ·22, ma residente da tempo a Cantù do\"e insegna. e autore di tre raccoltine di versi che subito. anche se qui non siamo stati m grado di dame la pro\·a sopraffatti da tanti altri arri\-i in massa. riuscirono a sollecitare la nostra atten– zione per la loro dolce e profonda \·e· rità: Sulla porta chiusa (con disegni di A. \\"ildt. ScheiwiUcr. )tifano. 1957). Triale (con incisioni originali di G. L. Gio\"anola. Epi e Scheiwiller. )Iilano. stesso anno) e La Notte d"Ascensione (Rebellato. Pado,·a. 1958). quest'ultima p:-esentata con tutto il garbo e raf_fet· tuosa intelligenza che gli sono p:opr1 da Diego \"aleri. il quale non esjta a con· eludere che e Antonino Uccello è un autentico poeta: ha un suo piccolo-gran– de mondo di esseri e di cose: ba una sua malinconia. di timbro cupo ma di toni caldi: ha una sua maschia ,·oce che ci commuo,·e per quel tremito. di cC?m· mozione che in se porta e quasi pudica– mente nasconde>. conclusione che per il suo ,-alore di testimon:anza. e tenuto conto di chi e il testimone. ,·aie ai no· stri occhi più di ogni dimostrazione c:itica. Contenti oggi di essere annoV"e!"'3ti tra j sempUci lettori e non tra i recensori della poesia di Uccello. !"abbiamo ricor· data soltanto per smorzare e annullare del tutto quel tanto di jOrpresa che questi Canti del t·al di _xoi'!_ (J>Of:S•a popolare siciliana a cura dl '..\ L. Al! }n· seg-na del Pesce d'Oro. )l_1lano. 19:>9'_ a\·rebbe:-o potuto suscitare tn noi. quasi come un segno d"indecisione (o di s\·ol– t3) tra la \"ocazione del poeta. e quella del filologo e dello studioso ~i fol~lore. O. nella più generosa d.e.lle 1pot1:51. co· - me il segno d"una duplice \·oca_z1one. e qaindi d"una specie di sdopp1ame~tC?· per dirla alla grossa. della personahta. In realtà questi Canti. scrupolosamen– te raccolti su nastro magnet:co e ~I ret· tanto scrup0lo...~mente trascntu per quel che concerne la par~e ,·e:-~a!! (~ noi attendiamo con 1mpaz1enza 1 d:sclu promessi. in modo da a,·ere inta!to_ l'ef· retto sonoro. troppo poco otLmisu per sperare che la T\. ci offra_ U?. giorno - ma non nelle ore impossibili - un quadro intero, visione compresa), non di * GIORGIO CAPBO~I tanno che confermare. quasi offrendone la chia\"e. la prima virtù eh.è al fondo di Antonino Uccello poet.a: il suo con– tinuo muovere. e il suo continuo ap· poggiarsi. sulla sua profonda esperien· za e popular >. intesa non alla maniera più facile di descrizione e rappresen– tazione in dialetto. ma - il che costi– tuisce la nodtà nella nostra poesia del dopoguerra - d'inclinazione. in lingua. dello .spirito: tanto al di là del compia· cimento puramente formale e coloristico da riconoscersi intatta in qualsiasi altra terra geografica. non importa se questa è la Sicilia d'origine (il popolo siciliano si) o (Scongiuri del popolo rumeno, in preparazione) la Rumenia (il popolo rumeno si). Ciò premesso. e dopo a,·er aggiunto che con questi Canti del Val di ;\·oro Antonino t:cre.llo ci porge un altro mo· ti\·o di stima. mostrandoci accanto alle \·irtù del poeta quelle, complementari nel caso suo. deU-attento ricercatore e deHo studioso. segnaliamo pure roperet• ta. che d'altronde, anche a prescindere da questo suo collegamento o rapporto diretto con la p<>esia del nostro autore. ha naturalmente in sé un valore auto– nomo sul qua.le sarebbe superfluo sof– fermarsi. Intanto. potrebbe chiedersi un lettore come noi. non specializ.z.ato in matena. perche Canti del \.al di Xoto e non del· la \'al di Xoto? La risposta la tro\·iamo in una delle molte note del \-olumetto stesso. do,·e pressappoco è detto che_ il sostanti\"o maschile Vallu indica\·a m Sicilia. fino al 1825. una prodncia. secondo la di– \"is:one tradiz:onale isUtuita sotto il do– minio arabo e consen-ata. con pOChe modificazioni di confine. fino al 1818: \"allu demoni a Xord·Es • Vallu di r-.·oto a Sud·Est e l'aUu di Ma..=zara a O\"est ( Vallu, probabilmente, dal termine ara· bo tciltiya o wel6ya indicante signoria. prefettura. gtwerno di una provincia. oppure territorio d1~dente da un u·dli ossia go\·ematore). Canti della mieutura. can della treb– biatura, scongiuri e i.n,·ocazioni. stram– botti, ninne-nanne formano altrettanti capitoli dell'operetta. scorre.odo la qua– le anche il lettore non iniziato ai pro– blemi del folklo re. J!'.rBzie alla continua presenza e gu.da e a..--.sistenza di Antonino t;ccello (scientificamente preciso ma anche poeticamente efficace nell'inqua– drare e nel rappresentare in una cealta \·h·ente la mat.eria da lui ordinata c0n sagacia pari alla periz.ia ) può vh·ere una delle piU affasci nanti a,·,·enture con– cesse a un amator di poesia. e quindi di c1,·ilià: un viaggio alle primith·e fonti della peesia stessa, con la confortante riprova cb'essa non e un semplice s,·ago dell"anima, o una moina delrimelleno. ma lo strumento necessario all"uomo per entrare in colloquio (in Ogni atto della \"ita: l'amore come la fatica. eccetera) con quanto trascende il bruto esistere ,·egetativo: un fatto religioso e morale. e sociale, prima che estetico. Certo. dire che tutti questi Canti ban· no in sé, uno per uno. tolti dalla mu– sica e dall'azione (soprattutto dall'azio– ne) cui s·accompagnano. o avulsi dal puro e semplice scopo pratico di sfogo o d"apostrofe durante il la\·oro o la pas– sione, sarebbe dir troppo. Vaseiu e-ppu· htu - ad esempio. - c·a pagghia sert:i! (rimpro\·ero o ammonimento fatto dal capo durante la mietitura. per racco– gliere più paglla ed evitare lo sciupio di spighe), in sé e per sé non ctice. poeticamente, nulla. come poco o nulla significherebbe (esprimerebbe) un ver– so isolato dall"insieme d'un poema o d'urta tragedia. )la (e in questo rico· nasciamo il primo merito di Antonino liccello) esso acquista un significato. an– che poetico. di primo p1 ano. se lo ud:a– mo (come Antonino Ucce .l.lo riesce a far– celo udire) nell"intera seq uenu della )Iietitura, do,·e la conunua presenza deJla ,·oce uoana e dell"umana parola (di fatica, d'ironia. d'incitamento, d'in– \·etth·a e, soprattutto. di religiosa i.m·o· cazione) riesce a dare al duro ma ne– cessario la\.--Oro la dignità. (e quindi la suprema giustificazione) d"un rito. A parte ogni altro merito nel campo deLia linguistica e del folklore (che noi no.n siamo in grado di valutare con ri– gore scientifico), Antonino Uccello ha ai nostri occhi giustappunto questo: di aver saputo ordinare e presentare questi Canti, enche per noi profani, in modo da renderli vi\·i nella loro funzione ed unità, come i soli testi. letti uno per uno isolatamente e disordmata..."llente. da soli non sarebbero riusciti. Anche se da soli essJ sarebbero bastati a dird, e que– sto e o\·vio, il sentimento \"Ì\"O, la \"hct immaginath-a. lo spinto mordace e il profondo spirito religioso della gente che li ha creati e che. almeno fino a ieri. per secoli li ha ripetuti con la !re· scbezza della no,·ttà GIORGIO CAPROXI !.a spada a e !a gente alla ft.n6~ra ride\"a. • ...Tcdd.:,. ho pau_ra_ .. .. Paura... Paura- La pau..-a non è -plù di un topo: p;cch:a un p!ede per terra e no::2 la t-ovi più - -:-'.sponde\"a la voce - Que– sto gaio per cominciare. cap16Ci. E poi. un po· oggi, un po' domani. un altro po· un aHro giorno. arrh--a la \"Olta che tu lo chiami i.n disparte e gli fai: ""IE adesso, caro U mio uomo, lascia andare tutte le \"eechle storie che non ,·algono, permetti, un &illabario stracciato•. Oh, anche quelle <sll dirai) a qualcosa han:lo semto: ma adeao che sai !are anc:be i temi aetta Vl.a U sUlabario e le \"ecch1e !avole e tut'.o. e prenditi un libro m:&llore. SCI.ti questo da me: tUo p.dre... tuo padr e era u n sellaio. Xé più nf meno: un ullalo. ~a conosceva il suo mci&t!ere come neSSU!lmedico il suo. no::2 gli venne mai !atto di tene...-si un meno i~"llo di pelle di più e non ta..-db ma.i di un giorno a comepiarc le sue staffe ai clienti: e aveva una sola parola, e &a:utava tutti senza inchi– na:-sl a nessuno. E se non portb mai una 6pada, era perché una spada non z_li servi\"a per niente: senza spada né ba.stone lui se ne andava lo &.esso do\"e ,·o.leva. face,·a quello che voleva.. e :: ion tr o,•l) mal nessuno che lo urtasse nel ao: :ni.to o l,li dicnse che era meillo pa.-Iue p iù p lano. E dire che girava e pa.rlava come tn: messi assieme. Ecco dunque tuo padre. E se, anche dopo questo, tu \"UOi pe..-dere a.noora la tesla d:e– tro quel tuo_• In quel preci.60 momento Penny si era a!zato e vedendo un'ombra di là dal can– cello e uo·altra che se ne stava alle sbarre. a\'eva detto tra sé: ...Da gente che parla cosi non c•è d a a, ·ere mente paura.. tanto più che a ul\ "a.re :e orecchie a me e .1 cane deve esser e s tata prop rio quella do:ma. E poi. non posso aspet– ta.re un m10uto di più. perché se per cuo mia m adre dove sse S'·eg lian1 e non mi trO'\·a nel let!o, le.i !a alza.re tut!O il quarue:e. e addio segreto c ol Ciec o ... Cosl sempre stri:6ciando !ra l't-rba si al– lontanò ftno alla pri.'ll.a s,· olta a s ini-stra; e Il 6'alù>, to~ finalmente la ma.no dalla boc– ca del cucdolo. e con que l soldo dt !o:-z.a che gJI rimaneva ancora alle gambe, prese la strada di casa. .. D:.ce,;? - chiese la vo«: di donna. 1ic– come l"<ro s·era a un tratto i!lt.e."'TOtto. - Se tu vuoi ancora pe...-de.rela testa dietro quel tuo ..... ..Che strano. pe..-ò - d!.ue i.n tono ancora. più. baS'l&o la ,·oce ma.se.bile. - Che nrana cos.a sul setio. Ma tu non hai sentito niente. Anna Wl.rton? • ..Sentire'? Sentir~ che cosa! Io non bo 6e.ntito altro che ti sei fermato a metà ... ...~iente. niente - di.Ue la voce del.l"uo-– mo. - t:n gran sciocco, però. )ti e.a sem– brato che Penn:y fosse a due passi da noi. Xon bo .sentito un rumore. non ho ,·Isto muoversi una vog lia. ep pure un rrunuto fa m·è parso che il .aga.uo !Oi;Sequi assieme a no:.. Eh. mio Dio. o rmai sono \"ecchio. sono ,·eccbio. - ..Oh Penny è già dal t erzo sonno - disse la donna. - E uri: be.ne che a deuo b saluti e me ne scappi \" ia an ch'io. perc.hè : .se si sveglia e non mi trO'\•a a don nire. f arà al– zare tutto il quartiere. e addio sea:.eto. Buo– na notte, Teddy. .sta tranquillo. Domani mattina comince:t, come bai detto. .. ...La paura non è più che un topo_ r:cor– dat:: Buo:ia notte. Anna. .. ..Bat!erb il piN:ie fiDo a rompermi la scar– pa. Xifnte paura. Tedd: buona notte.,. E anche le i si staccò dal cancello e pre!.e la strada di ca.sa. Intanto Pe nny era a..-rivato in giaMino. E il 11 tolse le scarpe. 90CChJua;eappena di un dito la po!"""..a senza fare più rumore di un gatto. sall in punta di piedi i gradini. e quando fu costretto a passare davanti al– l'uscio chiuso di lei ebbe cura perll.no di tra~tenere il respiro . ...Due passi ancora - pensava - appena due passi ancora e io ,;ooo sah~o: e neesuno s'aceon,:e di niente. - :Ma davanti all'wcio di lei c·rta la bo:– t:a:lie del latte e Flash. che- non ne ,·edeva da sei ore. co:ni:Jci.ò ad abbaiare. Guaiva. geme\"a. piange,,a co:ne un'a.nima in pena: e in più a1z..a,·a le o:-ecclue. e gli leccaça la !accia. e già gli stava per scusclare di mano. • Zitto. Flusb; mi rovini - gli soffiò al– rorecchio il ragazzo come si fa ad un ami– co. - Io ti bo salvato. ricordali: solo io e nessun altro, e adeS6C) tu vuoi !'O\"ina.rmi? Se set qui tutto intero. con le orff:cbie e ogni cosa. come quèsi.asi altro cane. tu lo devi E,Qloa me. Zitto, Flush: non guaire. .. :\la Fh.1&.h continua".._ a cuair-e- e a Je-c– ca.rlo e a sch-ola...-gli t,iù dalle mani: e poi a Penny cadde pie=- terra una xarpa., e poi l"altra. E ormai non c·e.a proprio più nie.:1te da fare. - Ecco - pensa,-a tremando - adesso .!!"alzadal letto._ adesso accende il lume. .. adesso oerca le sca.pe. .- le in!il•-· epre l'u.9eio e mi vede,. . Ma aspetta un minuto: due, t.-e: e nes– suno risponde, ap:-e l'uscio e ù letto è in– tatto e sua madre no:i c'è. Preso dallo spa\·e:no si prec:pi ta a lla !ll')es':!-a che d à sul giardino. h s; ,ala.nc :a. e s-.a per V.da– re e S\-·egLere rutt o il q ua.rtie.re, qu ando , là i n fo ndo alla rtrada d ella Vecc hia Collina ' "e.de un'ombra a,-..,ctnan:I. a eran paai. E p oi l 'om br:1 <1pre :.1 cat1cello, attraversa di corsa U gterdi.no . e si ferma un mez:zo secondo per aprire la porta. Allora Penny si ricordò subito del di- ' ~orso che aveva sentito me.u'ora prima dietro O ~io si r-ieordb di quell'om– b:-a di donna appoggiata: alle sba.-re, e del– la voce dell'uomo e di tutto qudlo che la voce dell"uomo ave"\'""a cont:igh_..o alla. doo– na. e ogni cosa !U chia.ra .. - Due oani. Du e cani - dù!e alla be– $':ìa che lo a,-eva segwto e che adesso te– ne\"a gli occhi fisosi su di lui. - Due po– veri cani. noi due.• E prese la bottiglia del la-tle. e poi si chiuse in camera 6Ua. e diede da bere: alla beJti.3 e non si ,entiva nemme.:io di get– arsi stù letto. ..Ecco. ecco quPU:> che 90:10 - dicev-a -. Ecco pe.rcbè ho un ,-csti:.o che non ~ nemmeno un ,·esttto. e .sono l'uruoo. di tut'.a !a cla.,se, che non ba le !ibbie alle. .scarpe, e bo Ulla ca.sa che no:i vale un .. prening ·• di ca.r.a .. e tut:.I i regali che rlce\'O in u.::i. anno 90":J0un peuo di pane dolce a :Xa:ale. E--cco pe:rchè qucl giorno mi hanno fatto buttare nel fosso. e Ana– cleto ride,·a. di me. e Anna1!.9e non ha \'O-– luto rice\"ermi. e il Supplente quando gli ho detto eh.i e...-a mio padtt. mi ,-ole,-a adoperare h c.nna. ma poi a...~vò di cor– sa mia madre. e gll pa..-lò nell'orecch!o e cosi tu:.:o fini. Tu:-d mi banno sempre in· gannato Pe~. mi ba ingaml.ato il Supplen– te. mi ha ingannato il Cieco che sta da– \-aDti alla ~ TutU.: e pe.rfi:10 mia maòre.. Le lacrime gli rlem,pi...-aoo gli oc– chi, e adesso non riu.,ch-a. a \"eder-e niente. .. lo non ho nien..e - diceva - io non sono niente: io sono ancore. meno di te. che Anna.lise e suo padre erano pronti a pagare cento gu!.dane, me:r.n io noo val· go nemmeno tre "pfeni~" e nessuno sa– rebbe dispos:o a me:t.ere fuori u n me:tt0 soldo per- me. se mi :.a ,lla.sse.ro u::i'ortt– cbia o aniebe due. • A !entt::s. parla.-e b quel modo. Flusb g). ,-enne vicbo, e gli lecca-\~ le mani, e riprese il suo gemito. ..SL. ri - di!se il regau.o acca- :rez.z.an . dogli il muso -. E' più ehe giusto; hai ragione: adetia ,-uoi tornar--..ene a casa tua. 1n una stann con Ce ...-01:se u.n'occhia- ta all':..::i-:.o:-no ,. neanche t-J c1 vuoi ~ E coo. rqio:>e. Co:1 ragione. Con tutte le ra;gio::li d~ mondo. In qU.eS".a St9.D.Z.a debbo r..arci solo io. che non bo ~:,e non sono nien~e. e nO!l valgo i! ISUO:lo di un '"pfe– nin&-. Solo •o. debbo s-.arci. • A..,db a s~p.,,--a.-e u.'l toglio dal suo qua· demo: lo riempi senza neanche rileggere. lo infilò d~:ro il co}:.are de-1 cane e; poi apri fuecio e luc::.ò correre via Flush. .. F.c-co,•i qui il vos::--o cane - diceva il bi&hetto -- Se non !oesi quello che sono \·e lo a ,-ni portato !o st.eSSO ques:.'ogi. lfa c"è il f.at: o che: rIUO padre era solo un aella.o <qu el:O ehe ho detto tn tutti QUeS!.i anni ai raiazzj. erano storie e ruent'al~, e se loro ì haruio prese sul ariO. allo ra è segno che so:io più 3C:occbi di qu.el che conviene), e coS il Mauiordomo mi av reb– be buua:o u::i'alt..-.a ,-alta N.Ua strada o nel fosso. ~.a una \"Ol!a sola mi basta.: e ce n'è anche d'a,-anz.o. Questo. però. voglio dirlo a ogni modo, e non: c'è maa-.ordomo o Canc-e1Uer-e o A:l.adeto che :,.e.se.a a un~rmdo. Se non era per me., \"Oi. que-– s:e. mattina. di Fush an-e.ste ricevuto una oreochi2 sol:anto. e nel mi&li,,o,re dei casi. E questo lo poso dire percM s-..ano~..e bo '"~to li Compagnia de.I Col:.ello al layoro con i miei r.essi occh.i: è un ,-e-ro mira– colo che pi occlù sia riusd!O a ~..armeli • casa ,M-ae:an si. d a\-essi la:9Cieto gli orecchi). Bene. Se vok>te eocf'.tH:-e un consjgbo da me. dite a TuTller e 8 Sbel– ton e soprattutto a Anac!eto Vincaufeld che !aoclano al \"Os!TO cane une .,_aardta m~gliore: perché io non potrb piil andare al Croc.1cehio d. eu:-:ey a sa.:va.rA ancora u."'la volt.a;. e, anche po:end.olo. non \"ogbo farlo più. lo vado via. ,-ado più lontano _,_ quer.a not"'..eio mi t-ov..aTO J>Cr caso pro– p:-to cue-::ro al ce,pu,g.:io. • nttnehe due passi. da.l Canee1.!o del C.Olle. quando '\'"Oi sta\·a!e pa:rkando di :-aga:zz.i e sellai con... con que.Xa persona. Ho sentito e capi!.o tu:– :o. E m1 di,piace.. Do,-ete credermi mam– ma. Mi disprace. ta:1:0 per tu~ e noi tre. Va.tro Pe.nDJ'. • ~la ormai b:.3C>g:nava a.Ure!tani. Dalla s-:r&da salh-ano cià i primi rumori. e. più d'uno si .stava a,-..-iando a.I mercato, e fra un·ora a dir molto. tutta la Vecchia Btipta sareb pa.MI .~ ridendo 5C>t:O il balcooci· no dl ca sa. S i asciugò gli occhi: RmPtt i.:I puc1:a di pied.1 •·•'"-vicinò alla irtam.a d! aia madre: è fermò t.m me:a.o minu-:o a pen– sare. e poi. ooa due dita., aocchlus.e l'uscio . 1n un canto, Sopra un 1ettucclo apailiato a:>cora p1ù b:i.l~.o del .suo. essa s-.a,·a do..-– m,ndo. .. Sei tu Pe::iny_ - chiese DC! sonno. Penny non disse paroh. e chiuse gli occb.l per non do'\·e:-Ia "1.-'t'dere. -~. Pen:ly - :-:pf!tè la madre sem– pre nel soru:>0. • Dio mio. - dis$e tra aè il ra1az:io - Ko: io non v3Ck> p:.ù v=..a. Io no n "\-"OI-JQ a::i– dare ptil 'Via- Per-chè dovrei a.oda.re Vl-8? PreJ:Jderb il paeco come tutte l e altre ma!- =lae e~~wieii 1 ~ ! i:~:i\ le poet,1e. e tutto sarà come prima - Ma proprio roe:::i tre si diceva. cosi. po:sa– \"a il bi&lieùo per terra perchè !et, apperia S"."e&lia. po"".e!Be vederlo subi-:x>: rl,chiuse– l'uxio con cura: pi<IDO V.ano eoese i sette gradinl. e c:Là .era per ""i.a. Lenta:nente. e ~ mai alz.are una v<M– ta b. t.er.a. p:-ese la stra.da di Ow1o.rt. S0..VlO D"ARZO UN PERSONAGGIO SIMB LI * di ALBERTO BEJ'ILACQCJA S1tno D'A.r:!O (ps~don:mo d( Com.pa--o– ni) mori neJ 1952, consunto da un mal.e la cui. na."llra non ~a .rtata diogno.s:iccla a 1nnpo. aU'~e di R~10 Em,lia.. con il .t0lo conforto deU'a.s:Nttn.za malcrn.a.. No.io n,-J 192'0. lo .scnt:orc non o.cet:a che :rMtodue ~- Morira in cs,oluta pocl!!r– rd. poco dopo o.cer po-.410 a aermine il lungo rocconto che Monn:ia ddini tmo dei più belli del Sotl'C'CtftlO itaha"1D: - Casa d'o..J:ri•. D'Ar::o ~ riu.scl però a ceder pubbheo.ta l'OJ)l!!"ra che dortt-4 poi circon– dare il s uo nOffl.e C0TI- u:n:o credito lette– rario. I s-uoi 1 c,,.totici in quuto st-ruo non ebbero ri.su.ha :o (e ben altre sei opere dello sc nttore reggiano sono ruttora ine– di«=. Tre roman...""i: ..,. L'uomo eh.e C'O'"!"IUJU• naca per le strode... ..,. L'os~ria ,., ,., Essi pen.sano. Tre ~bn pa Taga.=:.n: , Tobbl,' i"\ prigione---. - Il pinguino un.=a free,., • Pe-n- 1111WiMo,i e sua madre .J .... Casa d'altri .. tenit:o pubblicato, J)OC'O dopo kl morte d!'l– lo scnuor-r, nr! twmero X di. ~ Boueghe Oseure,. e o.pporioo. ul 1953, utlo col– lana son.soniC'llo di ,.,Parapowie,. diretto. da Anna Bo.riti. Siloio O'A.r::.o aeevc eom1""1- cicio prtsti.s:rirn.o a scr.verc e o. pubblica– r-e. , :\fa.schtre.... u.seito per i tipi. di Ca– rctbbc nel 1935. è fflfa..'tl una raccolta di rocconL1 senni addlntturc cll'e1d di do– dici anni La storia di questo pu.bbhca..:10- ne ha u n epi.aodiO da riportare. Ricevuto e loda.to 11 mano,critto. l'editore Cara.bba. pri rn.a. d i ini...""'tllm.e la stampo, diedi!! inca– neo cl_ suo i.lJ>!UO~ di rcggiunpere Reg– gio Emlll4. al fi~ di vreffdere i "'lCCUSari co-ito:m: con l"au:ore. L'i.,peuore rrcC!On daUa "'L Odrc dello scnt:.Ore e chia:o -i.,pPu .o.ao -m.-en:ed~l -profueor_,. CompcT"Onl-. doi,,c: ie cer""..o crelUrr ad uno scher::o, cllorchè le do-nT1a gli indie(\ un fanciullo che se n..e sr.oca ti– midame,ue sPduto in un anoolo dello sten· zc. con i capelli biondi e ricciuli e il çe– st110 alta marinara. Cori rlcorda di at.<e:rfo ci.slo pt"r la pnmc rol.ta allo ltbrcna Pran– di anche I'ac-çoccu , G1 anni"flo Dfga,11, che d, lan.:O amore-oole cura circo,vj.o ore le memoria dello sc-r..r;ore $COfflpG~. Ull altro e-pi.mio può ea-ere arato per C'OTl'lprendei"e il ca:rcntte dello .terittorc Tcggia110. NPI 19.fZ VaU.eechi. che .staea stampando ... AU'tnJPgno. del buon corste– ro..., pregò l'autore di iTwiare una sua immagine da accompagnare aJ oolumt. E D'Ar-o man.d6 una fotografia be!fl .strana. 1n cui ~rive con tanto di parrucca e d, baffi J)OShCCI. D"Ar::o. pur fffl.Jllll!VnOndosi con pun:1c,i10 ,ul suo 1-c:corodi saaptsta e di narratore. era sC"M-prl!! elle prea:c con la sfiducia.. con !'ituodch.sfa...-i-on.e d, si. .-Si.gnO-re. sono di.Jperato. No,i riu.&cirò mcu a KTiVf!re qwùeora eh-e ,:alga. 6 ot• tobre 19◄3. AJe::za110tte ... , •crh:>n-a in mar– gine a.d un foglio. Sono np,(f!'Q(Zfflfflh ed e,a.sperati pudori che denttallO in gran parte da i:ubi.rioni e Sffl4TTf fll,e-nti ps ico– logici con"'essi a.d una cioloTOIC viccn.dc fa rn:har-e:. Ma non bi.sogna creder-e : CM D' Ar– =o fostt ac:~o e um.:o n.c-no ad-tono,o nei S"UOi. rcppo11i trl!"l(mL Eni cordiale, al controno. e aJ: ,i.no cp pc:-mtrmnte cne-– gro. AeC"OG amici c ari.ui '"i - COl"M' il Ne– gn, H Camem, i l Da.r ioii., oUn cl Dcoa– Tli - eh.e fr~a ogni sera. Storo. con loro flno a none alt.a. - Nella Mtte era sple-n<lido.., ho ttr..tito dire do color1> eh.e lofreq~. In qvato nUfflero deUa 1t0ttro. M &bn.cc . noi J)lt,bblichicmo cleime J>GOÌ-IW! i~l::e èi 91110 dft tre libri eh.e D'Ar=o acri-sM per 1 rag,o.::i: •~li Wi""'ton e SUG 1114drr .. La. pubbtaoa:::io1u ci i r..c::a r-e.-s possibile per gl!!'rltile concu:rlo·'I.~ cùU'editore Vnl– le-c:ch.i CM. proui~. .rtam.pe- rd. J'ope– "lI omnia deUo #C rittor-e Teggi0"! 10. Silcto D'Ano si oocvpd di kttc:ra.tu.rc ~ ra.Q(1:-:zf non occo.sl.onaJfflfflU, pe-Tchi studiò e ap– PT'Ofondi questo genere anche con IPtture d'mu.ori strc-nieri: anglosassmù e dari. ...Penn1,1 Wn1,on. è la storin di un n::· ga.=o che non ha con.o«iuto il pcdre ed i allevato delle n.cdre. Il pcdre i mortO quando Pnan.1 r.a c:acorc bc,nb:110 e 1G rncdre coltioa TI.e) cuore d el fa nciullo il semi~ che il J)Gd.resic rta.to un vrcn– de soldato e non. tr"Tl semp hce Cd onest0 ~lldio (il pcn,on.aggio i per cen, a..s-pe:::i stmòolico n.ape-u.o nll'ffl.fan...--usdeU'aworP). Ma 11 fcmciu.Do apprende lo veritd in u-no 01 qiui eoUoqui eh.e lo -macfre ,uole te· nere - al cancello del cimitero - con l'tmmaoin.e dd marito defu.n.UJ. Dopo qu.cl coUoq\UO, Pennv, tornato e casa. ou ol. fug gin da. solo e da quel mc,.. ~ ha 1-at:io il suo primo, rero eo,i– t.GUO con la ci:a.. Il pnmo bn:no (.-Quello che ot"cle-n.e al Colle, di -n.otte, ~"'Te httt1 dormono .J corrisponde c1 ccpitolo te--::o e il se-condo (... Quello eh.e Pe-rmy o,col tò q uella noue sul colll!!. Pnmv lasci.e lo ca.sa ., dopo ov-er .scntlo due .strani- biglietti ..) al capitolo ALBERTO BEYILACQCA poesie .con testo originale a fronte di: Aragon, Arp, Arta ud, Blanchard, Bret·on, Cabanel, Césaire, Char, Cali, Desnos, Duprey, Eluard, Flamand, Gracq, Lebel, Legrand, Magloire-Saint-Aude, Malrieu. Mandiargue~, Mansour, Mayoux, Mesens, Moro, Pèret. Prass1nos, Rosey, Sauvage, Schehadé. illu~trazioni di: Arp~ Breton, Brauner, Carringlon, Dali, Dominguez, Ouchamp, Ernst. Gorky, Lam, Matta, Martini, Miro, Paalen, Picasso, Man Ray, Svanberg, Tanguy, Toyen + 1 .. cadavere squisito. di Breton, Eluard e Hugo e un prospetto illust_rato per un ciclo di conferenze surrealiste.
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