la Fiera Letteraria - XIV - n. 15 - 12 aprile 1959

Domenica 12 aprile 1959 Pag. 5 SCRITTORI IN PRIMO PIANO LUCIANO DELLA MEA:L'allegrodeUafisa St.a,vano sed-uti per ter.ra, con le s,palle appo,ggiate al tronco di un castagno. Più sù il monte ero nudo. e c'erano sterpi e chiaz.. ze ài neve. Ne veniva a tratti una brezza e ,portava nel bosco il fumo della capanna di Elisa. quattro tavole al llrnitare dei ca– "'-!. Maroo guardò il monte. roccattò un sasso. lo palleggiò 9Ul palmo della mano. Si volse vorso Carmelo. .. Devo andare ... disse. .. Con te perdo il mio tempo. Tu &ei qui e brucheresti l'ePba pi,utt0:.Lo che darci una mano ... Si ,alzò, prese per la cinghia il f'Ucilc aP– ~ato a una pietm vicina. Era un vec– chio '91 e aveva la rug;gine sulla canna. Si fermò ancora un poco_ titubante. Allora Carmelo alzò il viso e lo guardò. Ave'\•.a occhi neli e riccioli sulla !.ronte. Poteva avere venticinque. ventisei ennl. Era 6trac– ciato, le scar,pe logore, ma era ben petti– nato: SOI'ride,,.a fiducioso con occhi tran– quilli. Marco Imbracciò il fucile e si avviò svel– to lungo il viottolo in discesa. Non Si voltò a salutare. alzando. com'era solito fare, la meno. Carmelo pensò: ., Questa .. -cita non torna più ... e ne ebbe un seneo di pena. Si guar– dò intOflllo. vide le felci. 1 castagni. Non era che un deserto verde A Bari bastava girare gli OCChi intorno e vedere ragazzi battersi a terra !.acendone dell'alba al tra– monto una :festa. o a~zarli alle fine,,,··ue. ai balconi. alle donne che, quiete. con lunghi gesti. sl pettinavano i capelli. Il fll'mO della capanna raggiunse le fron– de de.i castagni e si sparse leggero hmgo il declivio, apparendo e sparendo in una nuvola tenue tra U sole e le zone d'ombra. Carmelo annusò e guardò in direzione del– la capanna. Si 6tirò a lungo, la camicia gli si sbOttonò sul petto. Si toccò con un dito. adagio. le pelle ancora alt1bronzat.a. .. Che vogliono da me? Sono fatti loro». Si alzò in piedi e il bosco gli paf'\~ pili grande, ignoto. Si 8'\--VÌÒ ve..;;o la capanna. Aveva riconosciuto quell'odore e. man ma– no che saliva il ,"lottolo. sentiva ,più forte la voglia di correre. L:i porta della capanna era aperta. In mezzo aUa stanza c'ei18 una tavola su cui fumava la polenta appena rovesciata dal paiolo. Car.melo entrò e si buttò su una sc– ditl. volt.ando le spalle alla vecchia se<wta su una branda. Voleva staccare un pezzo di polenta. ma si contenile. s-enU che la vec– chia ?o fiQsa\•a Entrò Elisa. tenendo in mano un !lasco d'acqua gelata. Allora ~elo si alzò e 6-0ttrise. Ellsa lasciò i sandali e e;'inoltrò nella stanza 9Calza, seria in viso. .. Sei gìà qui? ... disse ... Non hai l'orolo– gio. ma sei sempre 'Puntuale. Cosi {n una falbbrice, e in tre anni sei capo-reparto ... Ca."melo 60!\!'ii:>eancora e disse: .. Da noi per larv·orare la rerr.a o piallare tavole o uscire a mare non c'è oa,a:-to.._ Le andò in– contro e le to1se il fiasco di mano. ., Sei gentile .... disse Elisa Carmelo fece per acca:rezzarle I capelli, ma lei si scostò pe~te. Era ~sa e sgra– ziata. aveva i capelli legati con un nastro e il viso risoluto. la bocca ~ande. gli ooohi chiari ... Giù le mani». disse. Sl sedettero e mangierono. la vecchia ac– oqgci.ata 9Ulla bNmda con una taz:z.a in ma– no. Carrnclo parllava fitto e gesticolava. Di– ceva di paesi e contriade. Diceva della g:uer. ra e delle rovine. e ohe lui, solo per un .pelo. una fatalità, era rimasto a nord della linea del tronte. Diceva dei castagni. Con tutto quel legno RVTebbe fatto vedere lui. a Bari! Con quel legno di 013.'Stag;no arvu·ebbe · fatto mobili di purissimo noce. Un uomo del sud. se ,·o1eva. aveva mani per tutto. Gli uomini del no:rd erano tutti ~li. Po– tevano indossare tute e divise. Potev.:tno chia'l'Ut!'Si .Ma:."'CO. Cesare. Walter. ma non c'er.3 un Carmelo fra loro. Non sapevano far altro che parlare seriamente. per ore. di cose da nulla. «Già .... fece Eli,:;:a, .. e intanto 6J)3rano ai fascisti e ti tanno !Me la pacchia qui. tro le sottane ... Si ritrova-..--ono f.uori che non si parlava– no, ed era una storia di mesi ormai. Elisa gli si accostò e lui le allacciò la, vite.. An– darono cosi per il ..... 1ottolo. Suonò la campanella e il \'eBP!O finl. La gente. a piccoli eruppi. usci di chiesa. Rolando andò sotto la pet'lgola con la fisar– monica Alcuni panigieni appogigiarono i tuelli. i mitra al muro e, sbracciandosi al– legri. invitarono le ragazze. Ce n'era un gruppetto, li !erme. d,a,,.•anti alla perigola e parlotta-vailO curi06e. Venne il prete e .,:i 6edette ootto la per.gole e. ammiccando e tirando boccate dal sigaro. &O!'SCg.giavaOj;!ni tanto un biCOOiere di vino. Allora le ra– gazze si spinsero una eon l'altra sotto la pergola Elisa balla,,.·a oon )ltiroo. ..Che te ne fai di quei cr,wniro? ». le chiese lui. Elisa alzò le spalle .• E' solo. Chi lo ca– ,pisce è bravo. Fa pena ... ., C'è tanta altra gente che ta pena..,_ ., Ma tu uno sicopo ce !"bai. sei quas,,--ùper qualcoea... · Si ferma-rono. altercavano eotto la per– gola. Ne u-,,rciCarmelo. p311iào. imprecando. E:-a suece:,"So che Ca.-melo si era messo a ballare con una raga-z.z.adel paese. e il !ra– t.e.Ho,un partigiano. con una spinta lo ave– va cacciato via. Carmelo si accostò a Elisa ... Io torno a casa .... dis..-e... Vieni vie ... .,.Fossi matta! ... .. Sta' attento a .non pe:-dere la strada! ... gli t,:ridò dietro Marco. .. Se perdi quella ip0lenta. dovrai scendere fra i " neri " e trovarti un po.sto di leccapiedi alla menGa utficieli». Ca-rmelo si fermò. poohi passi !uorl dalla pergola .&,>iò tro. i pampini. Vide Elisa ap.-. pogigiata a M.areo. .,,~lamma v~-u-a! .... gri– dò. e s-cappò via mentre forti in cielo si le-V'avano i colpi e le relftche. :Ma:rco disse: .. Stasera tocea alla mia squaòra ... La fi&a-nnonica suonava. Rolando s: pie– gava su ài essa . ..eltava legf:ero. Le coppie ballavano. e c'era odore di fieno. Cera odo– re di grappa. e dai monti veniva la brezza. Sarebbe a::-rivata l'estate (ra breve. Il sole se ne end.ava a poco a poco. e più bianco si taceva il colore della ne\.·,e e più aspra era la brezza. Ent:ò )ti{"hele. il capo della brigata partigiana. La fisarmonica tacque. &,.."'() ancore un -poco. per lllel'7ia. lo stn..i– sciare de:i piedi sul cemento. p0i le c<>pp.e si staccarono aspetumdo. ., E' tardi"'· di515-CMichele. Si mosae sotto la pe-ngola e si sf"dette al tavolo àel prete. Micilele ave\·a un fazzo– letto roSISOal collo e i capelll bianchi Il -prete gli veraò da bere. Le coppie usciro– hO. 3'.! senti r:de:-e sulla 6traè,J. e Il rumore ~~e:-S::.~ :ot~ 1~:~01-:1~a:io\!~~~~f~ li alzavano una a una. inchinandosi al pre– le Parti ancore un colp:;, di fu<"ile. p3f'\·e rij:u.!a~e 1~~1/~i 0 lulfo t~~.e~at~~- e s_i Elisa si al-zò rolla pi.mta de: 'Piedi e tocco Ft~nio c:~~- ~~sstaG~iat~~ t!a~ocia~1~ r~!!~· éa )t:.~~a u= .~lia ,., di~e . ., di .. Mi ci v·orrebbe la co!"azza per Q.Uello ~e pensi. Dimmi la ver:tà .,, re-ce r.dendo. 1 quanti anni hai?"': _ . }\.llora Elisa g°:i s1 accosto e gli baciò le ttoff.a ool petto. M·arco le scompigliò i ca– ~i con un.a manata; 4)0i si voltò e si di- ret.-se veroo Il pae..e. Era quasi buio, le luci eriano spente, non c'erano che lievi rumori di gente che tace. Le galline entravano nei pollai. i ragazzi si lava-vano le gam'o-e L'l tinome d-avanti alle case. Una ragazza ti– rava su acqua dal pozzo della piazza. Poi un cane abbaiò. Alla Oll:?'Va. dopo l'ultima casa. Marco trovò gli uomi:ni della sua squa– dra seduti su un pç,ggio e "licie brilla're le cicche. Fece un fl9<;h~o •e accelerò il passo. .Per tutto il giorno Gel&'lente al paese sen~ fuono i colpi, i rimòombi ,giù a van-e. I ru– mori. più fiodhi.. ar-rtvavano anche alla· ca– panna. « Povero i\-ta..~ ,., pen~ Elisa. Carmelo sta:va inchiodando un'impost.a. Elisa lo stette a g:uaxda:re, 4-ri.tata per aver– lo tr.a i piedi. cosl buono a nulla. e lui fl– sohiava fort.e. all,eero. Titto eu una sedia. Le venne ,.-oglia di prendere W'l sasso e dl ti.rarwlielo. Chinandosi. si ecc-orse che Car– melo avev,a un nuovo st:Iappo Il€! pantalohi. Lo chiamò. gli disise di entrare in casa. di non d:are :più scanda.10. Carmelo saltò giù dalla sedia. giocando col martello. ~i.sa accennò alle v -ecch:i.afacendogli cen– no di tacere. gli susslE!U'òdi sdraiarsi sulla tavola. Lui. rosso. impacciato, obbedì. Cu– cendo i lembi dello strappo sul suo corpo bocconi. Elisa un poco lo punse e Carmelo seakiò. Carmelo saltò giù con ago e filo penzo– loni. « Ce l'hai eon me ... fece. col respiro ~!"09SO. Si b9.ttè- i pugni In téSta. battè i piedi sul pavimento. « Voglio andare via ... gridò. .. Voglio anda:rmene da q.ua ... Corse ru0ri. cadde sulla soglia. si voltò a gola chiUtia. riprese a corre.re . .. Mand:a'l.o via... disse la vecchia ...Non ne ho mai visto uno ~aie, finirà che ci picchia. Mandalo via, quel lazz&--onc ti farà dannare... ~ Elisa si versò un bicchiere d'acqua e be– vette un lungo oorso ... V.ado a riempirlo ... di6se; e usci col flas,co_ Incontrò Carmelo che piangeva .su un gente rideve. salutava. porgeva fiori. ...Che credi, che quello che accade a Bari qui sia una bugia? E· sempre UI:tOstesso bisogno». 81Wette la grappa. e gli uomini lo sta– vano a guarda."'e e sul viottolo le donne aspettavano coi canest.r.i e le ceste. .. Pos:siEl'?nO andare. la,_sapete la strada?», disse Michele ai, boscaioli. ammiccando scherzoso con l'occhio. « Non c'è male ... .rl6J)Ose uno. ,. :Ma non vorrei dimenticarla prima del .ritorno,., « Non duoitate ... disse Michele. .. non è nelle vostre case e.)ie si fermeranno·,.._ « Queste caee le bruciano ,., pensò. E g:uartdò fisso in !accia Ca<rmelo. seduto sul poggio come oo un)so1a. ..Tu L.i..ceche fai? ... -poi disse. .,,Vengo via ... Si aggiustò i capelli sotto il nastro e saltò giù dal poggio. Cmnelo la stette a guar– d-are. Era proprio come in una via cti Ba.;. E ora si moriva per nulla. Gli venne uno spat;imo el cuore e il timore di ~t.a..."'e solo. Michele andava con gli uomini. A•vevano nuche coperte di rughe, a!:iofonzate dal eole. come i facchini del po._-rto e i vendr:.tori dì ricci e di limoni. Elisa sa1t\-.a spedita. Car– melo guardò il ve."Ò.e del pr.ato. si segnò viso e petto in croce. poi si mise in cam– mino. AnC0..'"3.dal basso. a famiglie. sali.'\'3 la gente lasciando le case. per i ragazzi una festa. per i v~h~ una pena. Rolando sulla vetta del monte sentì come un vuoto alle spalle. Si fermò. lasciò 'J)$- 9'l-re un po' di gente: quando vide Michele arrancare per l'erta con l'El!.sa vicina e la vecdnia portata a braccia da un uomo e da Carmelo. si tirò dietro a Wl poggio. Li la– sciò allontnnare. poi COTSeIn discesa. dan– do calci a sassi e radici. A.r..rivò al pae;e. non c'el'a nessuno. Le case non erano che pietra. Pas;ò su un'aia e mise il naso nella rete diel pollaio. guardò il coccio di tazze con la semola sporca, la vaschetta dell'ac– qua. Po! salì le scale. La fisar-monica era Una figura cordiale di ALBERTO BEJ!ILACQIJA Il criterio che ha animato fino ad. oro limitandomi alla -rappresentazione di una questa nonra rubrica è stato quello di .situazione 1.mwna. secondo la misura e il alten1iire narratori più o meno giovan.i in taglio del racconto lungo o del romanzo modo da offrire al leUore un quadro della breve. Penso di non avere il fiato neces– nost.ra nanativa d'oggi non occasionale, ma sario pe-r le m1.!ure tolstoiane. balzachiane. precisato invece nelle sue Unee fonda.men- manzoniane. manniane, che hanno -realiz– tali e complessive e, sopratwtto. ,nei suoi zato la com.ple.ssa rappresentazione di mol– ri1111ovamenti formali e contenutistici. Ab· lep!ici situazioni umane cogliendo. con biamo voluto. altresi. dimos~are con esempi maggiore o minore capacità artistica, i pratici quale connessione di linfa sussista -rapporti fra di esse intercorrenti e- Jor-– tra scrittori di generazioni diverse e in nendo ai contemporanei e ai posteri squarci quale modo i più giovani abbiano cercato di storia umana. Mi aug1tro che qualcuno di portare avanti le consegne di coloro che sorga capace di ci6, sollevandoci di un li hanno preceduti. centimetro o di un metro dalla prese-nt.f' Pen.!iamo che soprottuU.o questo pimto sit1tazione oppiacea. rotta solo dai m~ori sia interessante e dimostrabile soltanto at- infernali del progresso tecnico e da quelli traverso l'accostamentO dl test.i vivi e degli oratori e celebratori ....... orientati con intendimenti ben precisi. Men- Sono parole che esprimono poca ambi– tre ci auguriamo che il qtuzd-ro al cui chia- zio11e e molte idee chiare. La figura di -rimento noi cerchiamo di portare il nostro Luciano Della Mea ,si illumina di simpatia modesto cont-ributo possa illimpldini sem- e di cordialità proprio per questa idea di pre pii\ o:glì occhi del lettore, apgiunglamo operOsitd sommessa e vigile. consapevole alla serie dei giovani il nome di un narra- di ce:-ti llmi!i e pe-r questo gld ben inse– ror~ toscano che si è andato formando. in -rito nella sua giu.sta misura. .,. L'allegro questi ultimi anni. in un mondo ap'partato della fisarmonica .... il racconto che qui pre– ma sicuro: Luciano Della Mea. sentiamo. è un racconto di vita partigiana.. Luciano Della Mea è nato a Torre. i,n La sua ,novitd comiste proprio ne! part~– provincia di Lucca. nel 1924 ed ora vive colare punto di vista da cui ci si pone per a Milano. guardare le figure e la vicenda. Violando La poesia sottile e malinconica della sua moduli -ricorrenti. Della Mea si cala quasi scrittura è stata messa in rilievo. forse più totalmente . nell'interiorità dei suoi perso– che dal libretto iniziale ., Vita da Tobia .... naggi e comunica la violenza della guerra dal volume con iI quale Elio VWarini ha non avvalendosi di compiaèimenti esterni. praticamente chiuso la serie dei suoi ., Get.- ma di delicati accostamenti sentimentali. di. tonL,. n iitolo del volume cui o!ludiomo è: colorazioni d!atmosfera. Il suono, l'atmo– .,, Il colonnello mi manda a dire ... Seguendo sfera. il gesto scavato e portato alle dimen– un altro nostro convincimento (che cioé il sioni del simbolo: ecco le componenti più miglior biglietto da visita sta proprio nelle immediote dt un quadro toccato da tinte parole dello scrittore presentato) vogliamo la cui violenza è .sempre resa in una -riportare qui le precisazioni che Della Mea chiave di tenere.zza. ~a h~J:,'!~h.J~~ i;i:;;~~tu 0 t 0 n~~~ c~~tu~~~ c;!= C'è Carmelo, il pavido, che non riesce gua1"dala re1a 2 ione del neore'alismo con il ad inserirsi nel vivo dello vuerra. ad assu– nostro tempo lea.erario: mere tln ruolo umano ben preciso; c'è .,,... Le via giusta _ ci ha detto Della Elisa. con la sua femminilità commossa e iUea - è quella de ., La terra trema., di poi una schiera di figure minori che hanno Visconti. del ., Coriolano,. di Strehler, de una funzione di lirica coralità. "Le tre sorelle" di Visconti: è quella del Lo morte di Rola·ndo nel paese· deserto, tentativo non riuscito ma uguatmente im- accanto alla sua fisarmonica. e 1m brano portante del ''Metello" di Pratoli·ni.. Se di poesia att!entica che basta. da solo. a poirò ancora scrivere (ci vogliono forza e sottolineare le quolit.d di Luciano Della .Mea. tempo). cercherò di seguire quella via. ALBERTO BEVrLACQUA poggio poco di:&tante. Le si accucciò sul grembo. scongiurò. maleo-':sse. « Se vuoi mandarmi ,.,ie ,., disse. ., non !axe comme– die. Ce l'avete tutti con me, che vi ho tatto? Ma se mi mandi via. parola di Car– melo. non mi vedi più ... .. Ti vedrò sempre. ormai» ..... disse Elisa .. Sem~ra ohe tu scappi per a.Il?ivare in America e non val più lontano di un passo per origliare alle fessure. Sei piU !\.lt:lx> che luogo,.._ Gli s-comphgliò i capelli. e già lui rideva. Gli anm.lb~ la mano. sentì. vago. un pro!,u– mo usato in altrii tempì. una 6vette_...ia Più che carezzargli ! capelli non potè. sebbene sentisse ro-escere la pena in cuore di lui . Gli uomini salivano I-ungo il viotfolo. a venti metti dal poggio. Camminavano di– stanziati. In testa .. -enrva Marco. col viso rosso, la polvere sui ,.-.e;;titi e sugli scar– -poni. chiazze di sudore sotto le ascelle. Cammina-va a capo chino. Aiveva un sacco apJ)e60 elle spalle. e sul sacco. disteso. il ,:;,uo '91. Uno della fila zoppicava. l'er,.--tremi– tà del pantalone sporca di sangue. Rolando. che era il te.."7..0 della fila. ~kìò: ,,.C'-è Elisa co! " terrone" ... Miche.le. che era l'ultL"I?Odella fila. las-ciò il viottolo. .. Lisa. vieni via», disse alla donna. « I fa– scisti stanno salendo. E tu. Cannelo. po.:rta la vecchia. Li avremo qui Ira poco. Gli ab– biamo fatto un brutto scherzo». Carmelo @I.lardò Lisa; poi chinò il capo. .. Fino alla capanne. non arriveranno,., disse. « La farina per la po!enta me la dà Mi– chele,._ disse Elisa. .. L88Cia perdere ... tece )-tichele. «Tu vie– ni via. venrà anche lui. Pertìno i ragazzi a Napoli 60no 6CCSi ,per le strade .... Per il v·iottolo o.r-a saliva gente di paese. Veni\'ano su a fam~lie. portando la rOOa. Andavano a capo chino. alouni uomini si avvic:narono al poggio e ofI:ri.rono a !\H· chele un bicahiere di gr.a:µpa. .. E il prete?... chiese Miobele. ., Dioe che lui è al sicuro in chiesa ... rispose un vecc..'lio boscaiolo. Miche1e sì voltò ve..'"SO il ~ e scos,se il capo. d'ellza parlare. .. Saranno qui stasera,., d!Q:ìe. .. Venranno con macchine e c-am.-nion e !o.rse con !'au– toblinde. e poi a piedi. casa per casa. Car– melo. a Bari ci sono gli americani e la gente fa f-e-o---ia. Sai dirmi pe.rcbè? ». 1 ~ Si vede è bel tempo,,.., rispose Carmelo. ,. La ~ente è stanca di stare con l'occhio al bo~h:. pront.a a scappare. L'Italia del '.'lord è come Ba.ri. aspetta g~:alcuno. Aspet– ta noi. per Care una festa cosi». , Tirò fuori di tasca una toto&rafta. C'era– no car.ri a...' "m.8.ti e BOld.ati americani. e- la nella cassette. sotto il letto. La tr.asse fuori. toccò un bianco, toccò un nero. mise un dito su un basso. S'affao:::iò alla finestr-a. I camion e....-.mo :termi 6<>tfola OU!"\-"a e l'a:u– toblt.,do saliva piano pi.ano con uomini chini dietro. le canne puntate. Sopr-a di loro non c'era c.'le il campanile e un as– Erurdo fischio di passeri. Rolando si pulì gli occhi col fazzoletto, poi prese la fu.-ar– monica ,per una ci.nghia e sa.li le scale del rola?o. Giunto sul tetto. si mise dietro il camino. Le tegole er,ano tiepide, ne ,;enti gli orli sul petto. Ora poteva vede.re i1 bat– taglio della campana. una cosa da nulla. c dava quel suono che a udirlo a un tiro. a due t::,.-.; di fucile. la gente diceva: a Pa– glieile è nat-o Ugolino: a Ceret.o è mono Raffaello. per !are -un pensiero e tirare avanti la vita. Toccò ipiano un tasto bianco e pensò: .. Ce ne ruidiamo, Rolando,.._ iL'eu.tO!'olìndo sparò nel sile."lZio. .'\.llora attaccò nel paese un pianto di vecchia. che àn.trò assai lungo e pareva Ub"'Cisseda ogni mattone di casa. Il primo che Rolando colpi. spar-ando una raffioa breve. fu un !ascista. e f.u un gioco colpirlo mentre, sicuro. cercava con salti di ~iungere un fico tra i ,r.ami. Gli alL~. chi dienro a un ~io. o.-.,_idi:.etro a un muro, sbrecciarono a ra-tfiche -pazze tegole . g.."Ond-aie. camini. Rolando vide la sere sa.l!ire dal fondo della valle con lo scuriTe delle fronde dei castagni, e la campana prendere un colore di pioggia. Viàe pas:isare pi-pisnrelli tra un tetto e l'altro e pensò: « Ora viene ser,a, sa!"à buio ed io me ne andrò». E nel pcn- 99...~ e nel dirsi questo. sparò di nuovo e falil il colpo, e sentl la mit!'aglìa dell'auto.. blindo sfaldare ! mattoni del cam.i.'lo e !rammenti bianohi e neri. orli 2rgentati di fisarmonica. vola.re qua e là intorno a lui. A.llo.m strisciò indietro fino e.n•ape.rtura del solaio. scese e si sporse dalla finestrina. L'orizzonte era più limitato, sentì voci. co– mandi. e. gli parve, un lamento lontano. Non aveva che un car.:.Catore e lo sparò tutt'intero sul vecchio. osceno !a-ocione del– l'autoblindo. Da un piccolo pertugio vide ancora la discesa. bianca dì polvere, e i camion allineati in basso. Vide la discesa. e le gambe non Bi muovevano e pensò a un'e:."tate che correndo con un cerchio di legno si ammaccò tronte e ginocchi e non volle p!ù alzarsi. Piangeva di cose da nul– la. se ,allora avesse ~to quella fiBarmoni– ca e gli-el'avessero .tranwmata. non si sa– rebbe ce.rto chetato tanto presto. Poi aveva vissuto in campagna e eorro con cerchioni di biciclette. Basta ..... a un peu.o di filo di !eriro ricurvo per tenerli per strada con un I"'Jmore d'interno e sicintille. Basta-va andare per la di.soez;a e t.rovare gill al pia- no. all'L11iziodell'erta. un calesse termo. un viso di uomo. un vjso di donna. due visi à>:i ragazzi. una famigl:e. .. Rolando è ormai Wl cont.adino ... di.cen.·,a quell'uomo. e scuoteva felice la testa. e lui mostrava orgoglioso le mani sporche di mallo di noci scocciate. , · L'ari-a. <Yra fresoa.. ,pungente. gli taceva l~ma...:C l'occhio in quel perllugio. .. Quanto tempo è passato,., si disse sgo– .gento e si volse temendo di udire dei ,passi. eh.e valeva aspetta-r.e? Ancora volavano i pipislmelli co.:n quel gioco di curive a ~– sche virate. Scese S'Velto le scale con le gambe di un altro. Poi :J)8?'tì fuor.i dell"uscio con un salto leggero. e 1o stesero sp8.!'ando. e spararono che tre passi non li aveva an– cora consi. Tro\!'a..'"Ono il prete coi morti davanti alla chiesa: Rolando. una veochie. <Rie vecchi. un ·bambino. Li aveV'a trascinati fin lì e Composti. Non c'era trace.i.a di sangue. Solo i v--:S.ierano stravolti. Michele si avvicinò al prete cè~ stava seduto su uno s-ce.lino. il vi~ sul :petto. « Cos'altro è successo?». gli c.~iese met– tendosi al suo fianco. « Hanno b1'1Ciato una casa e spar,ato nei vetri. Hanno 3)0rtato -via quel che banno trovato. Hanno portato via pure la cam– a>ana .., disse il prete additando in alto. ma senza guard:are. Carmelo era giunto al fianco di Midhele e lo fissava. Non aveva pa.ma . 6010 un lun– go senso di pe.'la saliva dal fondo a ·,'10- ~li lo stomaco. il cuore. A'\"C:vagià vì,rto altri mo..?ti. in guerra. ma in paesi scç>no– sciuti. non su un sag.rato di chiero di un paese assai noto, dove a due passi, e;e aves– sero aperto gli occhi, a\,q-ebbero ·visto gli evviva sui muri a.Ile cla...qs:J, di !erro partite in anni e anni di gu,erra e. alzandoli ap.-. pena. per stupirsene se questo e."8. anco.ra possibile. il '\'llJOtodel campanile. dove pri– ma pendeva si0Ul "3.la campetna. E!"8TIOmo.:rti come i morti in un ne.u&-agio di una barca da pesca a Bari. Li av-eva visti a riva, stesi uno vicino all'altro. e anche morti erano sempre, qualcu.,o. Guartdò in alto. e il ciclo aveva un colore da non dire sicuri e decisi qui è nord o sud. « Non si può seppellirli C06l,., disse. ...A B&ri f8'Cevo io le casse ... «Trova il legno e gli -arnesi. e. se credi. fai 9Ure ,._ disse Michele guardandolo ap– pena. E pensò: «Forse è meglio; davanti alle casse o se.:,-=uendole,la gente pian pia– no si mette a piap.ge.re e 6i. !a una rE'f©one. E' già qualcosa vederli partire coperti. cO– me s,e fossero morti nei loro letti ». .. .Ma !ai presto». disse r!!Volto a Ca."nlelo. Gli vide la bocca rotonda. i 'ficcioli in tiron– te. il cinghietto di ouoio into..-no a1 -polso. Scosse il capo. « Eppure è fale..: ,crn.am -e », pensò ... delle sue parti è qualcuno .... A.Ila sera il paese era dii nuovo deserto. Vi er.a. rim:asto il prete e stava bl oh.iesa a leggere il breviario. C'era anche Carmelo che. in quelche mOO.o,si e!l3 Bistemato nel retro della sag:restia e piallava, t:!'OrV'ando a poco a poco 11 giusto posto alla pialla contro i vecohi calli nell'inca·vo della mano. Michele ave\:-e .YO~uto che la gente to.r– nasse nei t,os,chi. Non si fidava. Poteva daTSi che tornassero di notte. -per fare j :!w"lbi. Solo Elisa si e.l'3 fermata nella capanna. Tornando. avc\~O ..ripo.rt.ato giù anche 9\.18 madre. certi che fosse finita e tutto fosse di nuo'\--o tranquillo in paese. Non 'J)Oteva ora. vecchi.a a malata com'era. fare un se– condo viaggio lungo quelle salite sulle brac– cia di gente già stanca. Michele aveva ta– ciuto. Elisa stava seduta 9Ulla .,oglia di oasa. Non c'era una luce. un .segno di vita. un fischio di uccelli o un 'canto ài grilli o di rane. Eppure le sa-rebbe piaci-uto. per non essere sola. sentire uno di quei cori che sembrano tristi e trvv.ano sempre un fine.le di f.esta. Faceva !reàdo. Si alzò, ent!"ò in c~a in pu::ita di piedi e tornò fuori con un pullo– ver mille spal.l.e. M-a doveva ft.nhre. Non po– te\•a durare in eterno. la gente sareb"oe im– pazzita. In quelle capanna bisognava dav– vero avere una grande ipazienza ,pe:r res.i– st-ervi a lungo. Non aveva cile poche cose per vi'ver-e. da usare. da tacciare e. ncor .. dandole attenta. le sue stanze in città ore le parevano belle. un lusso. Ne usciv.a con gli .at>iti nuovi. le :parev,a penfino di avere un bel co.rpo per averli cuciti èon tanta attenzione. Le str.ade erano piene di gente e e;i poteva sempre incontl!are qu-aloo.no. mangiare un g~ato. anaare a ballare o se– dersi al tresco jn un cinematogYa:t'o stanào ai buio con altr,i occhi vicini. In città certo Carmelo se ne sarebbe an– dilto. Provò a imma,ginarsielo in altri panni. ma non le riusci. L'a\\..-Còbe laSl!iata .• ~e– va quei riccioli e quell'impeto, ba6tava un litigio da nulla per fargli tro\-are una scu– sa o i1 bisogno di una nUO'\-e consolazione. Anche il marito l'aveva lasciata. àa un gior– no all'a':!tro. all'apparenza -per case da nul– la. e neppu..-e lei ne aveva mai sa-puto ve– ramente il perchè. Di questa i.gno:ranza a.w– ..-a ancora 1)dura . Ora il bufo era fitto. non :3'\'lrebbe visto una :persona a due passi. e ogni tronco vi– cino era un uomo. Le- pa.."Tl;e. di sentire qualche passo sul viottolo. si alzò "in piedi. .stando bene in ascolto. pronta a clti-udersi la por<-,a. alle spalle. Non uriì più niente. Si sedette di nuovo. Si toccò le guance. si fissò i :piedi. Erano sporehi di po1'vere. fr,a le cinghie dei san– d01i ormai ridotti alla suola. Li guardò bene. li aveva avuti in àono da lui. .A...llora si mise a 'Piangere. un lungo sin,gh..iozz.o senza rumore àopo l'altro. La svegliarono. si era addormentata col viso bagnato ~ poggiato allo stipite della poota. Non fece in tempo a stupirsi c.'tle uno schiaffo. un lampo la colse sul v:so. Riuscì a non gri– dare. Non voleva svegliare fa madire. Ma pensò che !or.se era già sveglia e t.aCeva per il terrore. Sperò c:he il terror-e non la uc– cidesse. « Tu sci Elisa B. ... , fece uno. e la guardò contento. con aria da furbo, come a dire sono bra,vo a sapere il tuo nome. Li segui lu.'1gO il viottolo. cammine...,.·ano in ordine sparso coi mitra a tracolla e Ìe bombe tede.che col manico infilate nella cintura Le S8'!'ebbe rpiacit.lto vede.r 'loro il viso. Ma la notte era fon-da e portavano msigHoni e camicie nere. Anc.he il ""lto spari-va in quel buio. Ne avrebbe. del resto. e;aputo abbastanza :fra poco. Camm.!nava at– tenta a non cadere per terra un po' per ì sassi. un po' per le spinte. « :'.':on hanno tTovato nessuno e io conto per tutti,._ A .ndava piano. sentendo i loro passi vi– cini. A poco a poco le tO?"nava la calma. « Pu?'C.liè Carmelo non abbia costruito per noi le sue ca.s.se » . pensò . Passando in mezzo al pa~. nel f.restuo– no delle loro vane ricerche. sperò solo ài non 1ncontra!'e Carmefo. La fece.."<>entrare in una stalla. I.a chiusero dentro. le di~ero di stare allegra e contenta. La sts!la era vuota. C'era ancora del fieno in un angolo ed Elisa vi si stese SJ)()SSat-a. ' La gente sul monte sl era sistemata elle meglio. Le donne e i ragazzi avevano stC60 coperte. materassi. -pagliericci in an.!ratti fra le rocce. gli uomini star-.·3'!lo all''!lperto OOr..aiati su f'3S'Cine di $:tecchi o su felci secche. Intorno a )1iohele. &\>egli. c'erano anco:a partigian.J. e bosc~ioli, e un p;>' tacevano ascoltando se di laggiù venissero rumori. un po' s'alza-vano per salire su un ri-alzo e di laESÙ magari vedere le fiamme. I ragazzi dormi-ra:no stanchi per tante emozioni. le donne. dopo averli co:perti e segnati. si ere.no distese a occhi aperti a pensare alla .roba rima.-ta laggiù e a come era nero .i1 domani. e così. in quel buio, non 8\!endo €li uomini acca."lto. chi vole,·a pote"\oa anche un poco sfogarsi . Ad eccorgen,-; per p...-i,modell'a-rriv.::, di Carmelo tu Marco. che con i suoi era <11 ..-.uardia cento metri più in basso. Michele io fece sedere e attese noti.zie. Carmelo si guardava intorno smarrito. La pri..--na cosa che d~e Lu che Elisa non e..'"3.nella ca-;,e.nna e la vecchia era mo.'ia. o sve– nuta. -Mio.~le pen9Ò: « ~e l'aspettavo»: e senza guardere Calmelo. fissò ~-Ia:roo sopra di lui e gli di58e brusco di tornare al suo posto. « Non ie faranno nulla ... .assicu:rò... Vor– ~o sapere notizie. Elisa dirà quanti siemo e che ci tiroviamo guasi:,--ù.Queste cose le sanno anohe i pOlli - « Se non torna Elisa io....... «Sta' tranquillo:,,,, i-nterruppe Michele • come hai !atto a scappare? •· ...Quando sentii il rumore dei camion sulla salita. mi feci coraggio e aspettai. E' soe.so giù il prete e mi ha detto: Carme.lo. a scappare o.ra non i!3i ipiù in tem,po. vieni su in casa a nasconde.~i. Il !prete e."'B. tran– quillo, avev.ano già frugato fa casa il gionno prima. Quello che volevano. l'ave– vano già portato v:3. Cosl mi sistemò in uno sgld>uzzino. C'era roba di chiesa. ve– stiti, parementi. calici e alt.."e cose. Poco dopo vennero. gli e.i'Uesero oome sbava. re aveva ben dormito. Erano allegri assai. n pievano non 't\G mai aperto bocca. Poi sono usciti e ìl 'Prete è venuto da me . .,!\ .ve.va il vi,so sh.'"3.no.Gli ho detto di tarsi cor~o. che non bisognacv.3.diar retta ai lo...T"Q disc.orsi. e lui ba fatto un ~esto come a di re che non perdessi il !iato in 9Ciooohezze. Mi ha àetto di co,.r.ere quasi:,"i:t e di raccontarvi le cose e mi ha chiesto se En"C:SSi udito berie. )-li ha !atto .ripetere per filo e per ~o le lo-ro parole. Gli ho cbiestò come avrei fatto ad -uscire dal paese con i fascisti che giravano per le strade. "Stanno cercando case per siste– marsi e vogliono che io scelga eon lo:ro le mi:'liori. Li porteTò dall'altra patte. e tu cerca di strìsc:Etre via I-ungo il muro". h-3 detto. Così sono venuto ,.._ Lo guardawano attentL A un b..'"3.tto scop– piò a piangere. Michele voltò il viso dal– l'altra parte e pensò: « Non è una spia.,_ Gli aittri chinarono il capo. Carmelo si rannicchiò e non di$C più nulla. Solo e. tratti. lo souoteva un sin– gulto. Uno gli dette una sigaEetta e lui accese e !-umò e. nel vedere quel piccolo punto ài luoe. gli venne il desiderio di avere davanti un bel fuoco e· non mu0- versi più. Ogni tanto, di sfu:glgita. .guar– dava quegli uomini. cacciati come zingari dalle lO?'o case. E 'J)ensò che anche quella era una veccMa storta. A Bari. 6e mOti,,.,-a un J)C6'(::ato"re.i compagni .a,idavano nella ooa casa e aspett.aivano !\~cini dhe il dolore passasse e venisse l'indomani per l?'ipren– dere i remi e tenta.re di nuovo la oorte per un pezzo di pane. Qui stava morendo un paese e trutti e.."T"3no con Michele e con gli altri che non volevano ancora darsi per vlnti~ · Sentì "Michele che diceva: «Prima di do– man-i. decidiamo». e mentre sta-va per par– i.angli. per informarlo c!oe iii prete si er.a raccomandato di tenere a ogni costo lon– tano le donne e i ~i. s "oar.rò g'li occhi attenrito vedendo, alle spalle di Michele, EJ:sa con Ma.reo. Non l'aveva riconosciuta subito. poi si alzò di scatto. e urlò: « Elisa. Elisa!». con un.a voce che, nell'udirla. le donne si alzarono e scesero gill col cuore in ruòb~lio. Non paireva ,più lei. Marco si e.."B. fer– mato qua1che metro dietro e taceva. il VÌè'O nel 'bUio. Anche· Mio.}iele si era voltato. senza alz-a.rsi. e senti franare g.ua :lcosa nel petto. Elisa era calva e gu3rdava con occhi sba.""l!'.3:ti. Riuscì a dire: « Dammi il tuo faz– zoletto. Michele. sii è>uono ». e capi•rono che questa domanda se -l'e.."'"3. prepar-ata assai ;,runa. e..-a l'unica coe:a che le foSse rima– sta da dire. .Wor.a )fichele parlò. Non era la voce di sempre. ipa.reva più iioca t: monotona. .. N011 sba!resti bene con un fazzoletto rosso intorno alla :fronte. 'Di ci vuole un coloo-e più dolce». disse. P-u così c:'le anche gli alm'i poterono al– zare il viso e guarda."e Elisa. senza più vierg°'5llairsi per quelli che d,erg:li uomini le a-vevano !-atto. « Va' via con le donne... le disse. )-fa Elisa si avvide di nuovo ohe e.r-a in un bosco, in basso i c26'ta<;gn:i.vicine IE: rocce e lei con QUOò?l vioo che sapeva d1 81\l'ere. ,Le donne piangevano e ristavano incerte se andarle vicine. Ancora un mi– nuto. e 6i sarebbero mosse. torse l'avreb– bero abbracciata. Non poteva. Non era Luciano Della. i\lea ancora ve:nuto il momento di piadige.re : Tentò di sorridere. ma aveva a.ucora gì1 occhi sbarrati . .. Michele,., gr::d"ò. « BITUCer.anno il pae5t: se domani non to:nniamo a casa. se-.... S1 voltò. fissò un. attimo Marco e 6C?3P}'.)Ò a braccia aperte. Michele non fece in tem,.. po aò. 6.izarsi che €i~ ~lo gli scaval– cava le g..ambe e la lll'6egwva. ,. Ohe f-acci3!no? ». clhiese Marco. . « 'It!'e cose si i1)()SSOnO fttre ... rispose Mi-– che.le . ..-Se la gente non toma in paere. bruciano le cese. Se la €ente va in paese. p0rtano Yia gli uomini o t,ucileno ~cuno per rappresaglia C'-è un.a. terza via: an- diamo noi in paese... _ . ..E' i''ll.Dica cosa decente da farsi». d:istie 11 ~~ia ·oper-de:re ,., disse M:chele. « Siamo in pochi, e se !a cOt.'Elnon riesce il i;,aese lo bruciano lo stesso e qtrGSSll :non Vl Ba– ran.no ,più ~i:giani. ~e a~ o_COUJ:)iamo il paese. a meno che m quesh g1orn1 non accada dappertutto qualcosa di grosso, non passerà molto e v-arman.no con forze m~– gior.i,.. ,...Non si può sempre ste?-,e a pensare a queUo cl':te accadirà ipoi se facciamo una cosa ». replicò M-arco. Rìappa."1\>eCarmelo. era oalmo, con l'aria apossata. « E Elisa dov'è?». chiese Marco. .. Ha detto che ·v:uole star sola - « Ca:rmelo ,., chiese Miobl?le. « bai ivi.t,--t.o cannoni •venendo?». « Ho visto 6QIO un mortaio da '45. pe.r ter:r-a. S'ulla sbratta. L'autaòlindo non c'e:ra– •Midhele si euzrdò intom:o. « Slamo poohi lo stesso .... ,A..Jlora i boscaioli e i contarli.Di lì se– duti chinarono il capo. si giuarda:rono. 1.o\louini stettero fermi. impo.$U)ili, fissando li:l v.uoto. Uno disse: « Fra noi c'è gente c!b.e tira be.ne a caccia,.._ ,....<\ITTni ne ~iamo..., di.s;;ieM1chele. «Pos- siamo tentare». · Ora che aveva deciso tutto era molto ,più tacile. Guardò Marco .all001tan3!!'Si, gli -alti.."ti affaccendarsi atto.mo , le donne fra le rocce a :Prepara.re wi bo(x:one. Chiamò Cecco: ,.Non ti allontanare questa vàita Vai su ella ca.,..~a e porta giù amti -e munizioni. Fatti .a::.uta-reda qualcuno. Porta giù anche il pan:zer--d'aust... Era il suo ~oglio. Lo teneva in ri– serva per le grandi occasioni. Gli venne in mente il prete. «!Lui sa dhe scendiamo. e sa pure co,sa ,gli costa.._ Ogni volte. c'ecra qualcuno c.~ si peniev,a. Era toccato a Elisa e ora era il t,umio del iJ!'ete. Guardò in alto. Il cielo si schiari'va a poco a poco. « BirognerE!obe aa.-nva:re giù prima che sie. giorno tatto ..., penBÒ. Fece quattro o cinque ~i. Poi tornò ind,ietro. Carmelo st.ava seduto e taceva. Gli mis-e una mano sulla spalla « Tu che ta-i-? ... ohiese. Carmelo tlrasali. Alzò il viso e g'.ti m0- strò gli occhi ettennti. ...Ditemelo voi ... mormorò. « le casse non le ho potute fi– a: ?i.re » . «Non ce n·è più biBOgno.... disse Mi– chele. « Ce rie '\--Oman.no troppe cli qui a .st.?sera ,., J>E?nsò. «.Andiamo a salutare Eli6a ». aggi.unse .sott(lf\,·ooe. Gli avrebbe !.atto bene. Lo fece passàre avanti lungo il viottofo. lo ossemrò camminare agile, &empre più svelto. Eliro da:rmil\---a.. la testa coperta ·da uno scialle. La ~arderono un poco e vennero via. I parti-giani e i bOOcaioli ea-ano già riu– niti. Cecco clistri'Ouiva le anni. Quando Oirmelo passò davanti. gli porse un fucile. carmelo quasi se lo trovò in mano e toc– cando la canna senti di nuovo ~raTg!isi il petto. come in Grecia. Etioe l'impu1ro di getta.rio a ter:ra e scappare· sul monte. Ma. guardandosi attorno. 'Vide i visi chiusi, taciturni dei cOmp!igni. e gli pzr:ve di con– dividere uno stato d',animo comune. Solo. ormai, non poteva più resta.."'e. Poi tutto sarebbe ~ato. sarebbe oorto .il sole e aw-dfoe asci~to la guazza, e allo~ tra gli alberi, serebbe apparsa la pi-an~ 6tenninata Avanti!. dUnqu@. E così in quell'alba. muovendosi attenti. in silen– zio. con le sigarette smo:rz.ate nel pa'!mo della mano. ciasoun uomo pareva ~rsi in quel primo grigiore che ha il cielo aprendoSi a stento srulle oooe con . incérte promesse. Gli uomini avanzavano quasi inerti. non vedendo altro che la schiena del compagno da'\'3:llti 0:.'le da""El un po• di 1~c~Jfna~ ~~ ~ !=ar<;1eun~e~f~ albanese. Era una veco..'lia E'Spe."i.enza che faceva coraggio. Mich-ele. ohe marcia-va in testa. sì '\--01tò verso M.a:rco e disse: ... Ci vorrebbe Rolando •. 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