la Fiera Letteraria - XIV - n. 11 - 15 marzo 1959

Domenica 15 marzo 1959 LA FIERA LETTERARIA A Roma,in viale Liegi Quanti Rèpaci in un solo Rèpaci * * di GIIJSEPPE JIAROTTA di G lJ I DO La sorte vuole che questo e omaggio , a Rèpaci sia !alto in giorn.l in cui tutti gli uominl di buona fede sono chlamatl a dire: no a un genere d1 t!iOpraffaziooi che. forse imprudentemente, credevano morto e se– polto. Repaci è un uomo nato per Il com– battimento, e la sua figura cresce nei mo– menti di lotta. Rèpacl e io abbiamo vissuto ln6leme a Roma sotto l'occupazione tedesca. Quel pe– riodo di tempo, che pareva passato, rldl– \·enta Improvvisamente oggl Vi sono certo differenze tra adesso e allora, tra l'occupa– zione tedesca e 1 fatti che avvengono In Francia ma che minacciano cosi gravemente anche noi. Un punto però è identico. Adesso come allora qualunque animo onesto, prima di qualsiasi analisi e di qualsiasi distinzio– ne, sa per Impulso da che parte deve schie– rarsL Quale sia il bene e quale Il male. è un giudizio che sorge immediato. intuit:– vo. E gli uomini come Rcpaci ci danno una certezza. Mai ricorreranno al sofismi, alle ambiguità dialettiche. ai cavilli prudenti, per rifiutarsi di vedere la semplice \•erlta e.d evitare di tirarne le conseguenze. Furono mesi duri, quelli che trascorrem– mo in un appartamento dl \·iale Liegi. Fughe precipitose. su una voce tah-olta falsa. Appuntamenti c;.landestini, senta sapere bene se, al posto deu·uomo cercato, ci aspettava uno sgherro. Il prigioniero e\·aso, e nascosto con noi, poteva essere una spia. Pesava l'incubo del caso, dal quale dipen– devano le nostre vite. Rèpacl ricorderà una notte trascorsa in piedi. spiando attraverso le persiane, perchè un autocarro di SS si era fe~ato, e non si è mai saputo Il perchè, proprio davanti alle nostre finestre. In tutti gli episodi. l'immagine di Rèpaci. che mi rinvia il ricordo, rimane, di giorno In gior– no, costante. Un uomo sempre allegro (pro– fonda.mente allegro anche negli scatti dl collera), allegro anche nel pericolo, senza avarizia di se stesso. incapace di compro– messi e incapace di tirarsi indietro. PIO I' E1\'E pria persona a passate condiscendenze. So– prattutto perchè ritrovavamo tutti insieme quel .sentimento classico dell'esistenza, che j,:S~~1~fez~~1~os:oi!~trdJeidedneti:!:1 1 !:c~ dal senso che gli uomini siano essenzial– mente dissociati, capaci solo dl get.tars1, ad intermittenze, qualche ponte precario, for– mato dalle ideologié, dalla diplomazia, dagli interessL Nulla di decadente esisteva p11.'t in noi che avevamo trovato, non pi(\ nel desiderio ma nell'esperienza vitale, Il senti– mento classico dell'umanità comune. Lo ave– va riportato in noi l'associazione attiva della fede e delle speranze. Noi non superavamo le divisioni di classe: non lo facevamo perchè non ce n'era blsorno. Semplicemen– te, allora ene non es!stèvano plll. E gli scrittori come nol imparavano, senza sfon:o, a \·edere in se stessi, ed a vedere In quelli che sta\'ano accanto, non soltanto l'uomo di lettere, irrimediabilmente lacunoso e par– ziale. ma l'uomo intero nel suo slancio di verità da cui nasceva anche la sua opera scritta. Dell'opera scritta di Rèpacl parlano altri in questo • omaggio •· Io non riesclrò plll a separarla da quei giorni in cui ho stimato l'uomo intero, e in cui l'ho vista alla sor– gente. Quei giorni in cui avevamo perduto nei documenti il nostro nome, ma forse anche nell'anima. In cui passavamo le ore ad interrogare la radio. In cui la casa era un via vai d'uomini di partito, allora fra– terni. che si sarebbero poi acerbamente divisi, di partigiani scesi dalle colline, dl evasi americani e inglesi, tutti riuniti in– torno alla stessa mensa stentata, o distesi su materassi nelle stanze ridotte a dormi– tori. Si usch 1 a per azioni, talvolta utili, spesso vane, ma non vane per noi, ehe eravamo condotti dal bisogno di prodigarci e dl pagare di persona. Uno non tornò in– dietro. e fu Eugenio Coloml: Il suo ricordo ci abbellisce. Conobbi Leonida Répaci nel 1928 a Milano, ero da Rizzoli quando Rt=zoli non aveva ancora il grande stabilimento di piazza Carlo Erba ma uno stabilim.en. – tucci.o in via Broggt. Te., ne ricordi, Leonida? Ero l'umile e timido redattore di - Novella.-, un 1tttima– nale in rotOcako (dei primi.uimi) diretto dal povero En'rico Cavacchioli; imparavo il mestiere. - Novella .. nacque con buone firme; pubblicava racconti di Alvaro, di Serreua, di Titta Rosa, di Zavattinl, di Corra, di Rampertt, di Cab1n1. eccetera. (Che tempi: un perio– dico di nanatit:a a grande tiratura, non era neces– sorjo che foue dozzinale) Répaci esordi in - Novella .. con un lungo racconto che non ho dimenticato; Jo IRJ1e– timmo in tre puntate, s'intitolava - Santazzo il Tem– pesta ... Era un forte. sbalzati.nimo ritratto di - guappo .. calabre.re. Mi affretto a confessare pubblicamente che Santa.uo mi. ronza.va nell'animo quando, una ventina d'anni dopo, cominciai a schizzare i miei camorri..ttucci napoletani. Non eh.e ci6 sia, per Leonida, una medaglia; suppongo per6 che non gH dolga., quali che siano state le conseguenze, l'apprendere di aver influito su qualcuno. •Leg,ammo subito, lo e Répaci. Ogni meridionale porta a Milano Clbba.1tanza dolore del Sud, e que.rto 1/era gioiosa del quale, io dimenticavo di affibbiare a qualche ingenuo iJ mio libro; e non el>bt lettori. L'amici.ria cod va inteia., no? opgi n.On e.si.stono plù Fiere del Libro e non e,i,tono più amici. Quanti Répaci in un .solo Répaci, ho nella TMm.oria. 11 Rlpac:I che volendo rappre.rentare una commedia., rinun::id all'incarico di critico teatrale della Illustra– zione Ita.li&nQ; il Répo.ci di Viareggio e dd Premio, cori torrido e capaTbio in qud1e 6tLe annuali carezze alle neglette Muu indigene (a'Orebbe que,tuato nelle ch~se e nelle bllche, per - dotare,. il Premw, e 10 Iddio quanta Ingratitudine abbia rac:colto); il Répaci dd tempo dell'occupazione tedeica di Roma., ah ,e lo rammento, i miei occhiali affumicati r'imbatterono nei suoi lungo un muro del Babuino (chi non a veva - conti da rendere,., in quei giorni?); mi di.ue con la ,ua voce cori virile e infantile in.rieme: • Raeeolgo fondi per l partigiani, deui darmi almeno cinquecento lire-. e io senza fiatare gliele diedi. Ma è una festa letteraria, qu.e.rt.a ctella - F~ra,. per Leoni.da Répacl. Avrei l'obbligo di parlare del– l'artista e non dell'uomo. Che fare? Non ,ono un saggiata. Dico icm,.plic~te (e figuratevi, eh.a mi. tie– ne?) che Leonid<J Répoci non ha anc01'a avuto, dallo critica specialmente, cili che merito. Un libro c~ Un riccone torna alla terra ha diritto aUe rive– ren.=e di chiunque. In que&to periodo letterario di agonia del per;onaggio e dd carattere (ci ven.oono offerti. col prete,to di t!Vitare il .,. colore. e i - c06i-Iimlte •• pl'o– tagoni.sti che iono il trionfo dell'anonimo e detl'ouvio– l'estetica moderna è l'alibi dei non arti..sti) IUJ>G,Ci ha int.agliato, con una prosa eccez-ion.almente a.sciutta, a punta di coltello, un personaggio formidabile, achlac– ciante, pr<>vt!rbiaie, vero e tenibile com.e i cicloni, degno di Pirandello. alle corte: io pt1Uo che Leon\da Répa.ci sia un arti.sta del mio sangue, un Adamo ea.– labrese come io mi sento un Adamo napoletano. Si avverte. fra lo Calabria ed Aloaro, un finissimo inter– mediario col voglio in mano; la Calabria di Ripaci è meno elegantemente e.s-preua, ma è diretta. imme– diata, genuino come un'acqua magari poco limpida ma non filtrata: che .rossi e perle trooa, sa.tsi e perle trascina. Un uomo sempre allegro: ma in fondo, lo eravamo tutti. Perchè? Per le ragioni pill naturali. Perchè eravamo in pace con la nostra coscienza. sapendo con certezza di essere dalla parte giusta. Perchè non avevamo dubbi. Perehè alcuni di noi \'Ì\'e– vano momenti lungamente sperati in venti anni di umiliazicne. e altri trovavano il 601- lievo di riparare con il rischio della pro- Poi quello slancio cadde. Ma forse I tem– pi. in altra forma, potranno riportarlo an– cora. con la stessa felicità. e speriamo con meno !agrime. Forse bisogna r pensare a quei tempi per giudicare quelli ehe cl stanno intorno. Quella era l'ora della pro. va. Di là delle opinioni che poi li hanno divisi. li si riconoscono gli uomini su cui si può ,·eramente contare. e un segno di riconoscimento. è qua.1i come avvici– nare le due metd di uno moneta spe=.=ata e vedere che esattamente combaciano. ..\li è successo, a Milano, di . voler bene a Qua.!imodo, a Carritti, a R. M. De Angelis, a Gatto. a Sini!galli. a Cantatore, a Longo, in un minuto. A Répaci più di tutti. va bene? Pub– blicai nel '32 il mio primo libretto da Ceschina., lo stesso caro, paterno Editore che andava stampando Io Jerit' dei Fratelli Rupe. Alla Loggia dei Mer– cantt c'era la Fiera del Libro; con la bocca in un megafono io gridavo: .,. Re:paci! Répaci/ Chi esce senza un Rtpaci, di qui? ... e la gente s'occost.ava. Meglio andò a Torino. Fulvo. satanico, Leonida alfc.$cinava le torinesi: bionde- e caute gfi. si avuicinat.-ano quelle damine, sogguardat:ano la sua procelloso barbetta e pareva che si affaccia.!sero, tutte d1 seta e di moio– hca. sulle verdi selve colabre!i piene d'ombra di suoni di miracoli.. Répaci era un agguato di tena a.!pra e sconosciuta: il meno che potesse capitare alle dia– fane torinesi era di uscirne con un libT0. eue ritor– nca:ano dall'acquisto di un volume di Répaci come da una pericolo!a avventura. Che successo: neU'atmo- Che altro? Oggi è lo tu.a fe,ta. qui, caro Leonida; ti dico evviva; ti dtco buon lavoro; ti abbreccio. G UlDO PIOVE~'E TUTTE LESFUMA TURE, L'ARIA, ILMISTERO DIUNASPECIE DIDEITA'MARINA * IL FOCOSO MALINCONICO * di GIUSEPPE l'ILLAROEL A ,·ederlo apparire chi non abbia mal adusato lo guardo al lineamenti e alla facies di Leonida Répaci ha la curio·sa sensazione di tro,·arsi d! fronte ad un essere venuto fuori dalla mitologia e incarnato secondo i modi e te u.sanze umane del mondo moderno. Pili da giovane: ma anche adesso: non06t.ante la canizie e l'abo– hto pizzo· che gli appuntiva il mento di satiro. coi:i quella sua fronte massiccia r pietrosa e quegli occhletU azzurri che mutano rapidamente colore e sguardo: ora grigi, nella rabbla. e fulminanti. ora ~oll:i .e lnfan!,ili nella commozione. ora foschi ed ora Ump1d1. socratico il naso e il sorriso di vecchia titella bonaria. con g!i zigomi di forte rilievo e la bazza che- palpita rapida nel parlare. Leonide Répaci ha tutte le sfumature. !"aria. il mistero di una spede di deità marina. Ma quel che pili rende il carattere !.ncon!ondibile- dell'uomo. e ne svel3 sùbito il temperamento Irruente. paS&iona!e e tut– tavia capace cU generosità improvvise e d'inattesi scatti. quel che pill rende il tipo è queUa sua \'OC.eatona_ e nondimeno calda e avvolgente e quel suo caratteristico foco del discorrere a precipizio sl che potrebbe anche sembrare ch·eii:li si sia prrparato. volta per volta. un bel discorso da tenere in plar:za. non senza un certo inciampo di pronunzia che deriva appunto da_u:eecessiva foga del dire. n che avviene anche pcrchè egli e &em~re, ~r~~~i~lmi~ :t~~~~an~ier~toa ~~~~~~o~ ~:oritosu~. fna::r;: cutore lo attacchi o lo 6Uada. Perche. facile ali entusia– smo. è aneorn più flcile alla depressione. Nella sua natura si scontrano due elementi: l'ottimism o e il pes– simismo: e in questo scontro è il centro pulsar.te del carattere dinamico e tumultuoso dell'uomo e deUo scrittore. Come prima e istintiva molla .egli è portato a stu– pirsi. a meravigliarsi e a sopravvalutare eventi e per– sone: e naturalmente. a \'Oite. travede e si accende e si scalda d'amore o d'ira e abbraccia o assale amici e nemici. Ricordo a Milano le suo cotte quando i giovani si rivolgevano a lui per aiuti letterari. La sua cua e_r~ ospitaliss1ma ed egli chiamava a racoolta altri am1c~ perchè concorressero al salvatag~!o. A volte veni\•a fuori qualche scoperta come nel cac;:o di Celestino Capas:o– Bompiani de\'e a Répaci sc è arrh-ato al mondo 11D 1:10- nario delle Opere A volte invece si tratta\·a di scal– mane. Ma. persino nelle sviste. Répaci ~ del1Z1oso Con tre quattro frasi acchiappate. In aria sislef!l~ tutto e. ac: cantona gli atti accompagnando le .sue prec1p1tose. ra~1oni ~~~ ~~et~ ~~:!:e~t~o~s~~:::~:a i;;~e ~ac"o~/~~Jl~i~~iftcC:~ pare debba mangiarsi (come Grasso 1;ulla scenal la gente e di colpo e:li sbolle ogni furore appena si accorge o d1 avt're ecceduto o di trovar~1 d1 fronte ad un avver– sario che non cozza. • * * Que6tO temperamento vulcanico logicamente Incide sulla natura dell'arte sua la quale. come la pece dante– sca. si \"ede - "ontiar tu1ta e ru 1 tdrr com9ressa .. Cosi nei Fra1elli Rupe che è l'opera pili oni:anlca e com· ~:~~u!el~t:~r\\to~fc:ia::~~!~ili~i.chi~•i sie as~~°nr: s~~~ ~f~fa~n;I. n~o p~~~~:~~u~~ef~'. :i:1 ~l~ee;~a c::r1;e~~= l'autorl' della Carne inquiela sa dare ai suoi quadri quando s·impegna nei temi amorosi Nello_ stesso tempo ~i~snfneodf:;},~a~~:.e~~an;ir;a\·a~('~ ~~ ~:i~! 1 d·~o:1~~~~i tutto risulta ben !uso da uno 6tile ca.do. _past.iso. colorito. che tuttavia. ha bruschi i rapassi di tooi. ed_ ora_ . lf!l:na – gini pietrosi:"' e c:-omat;ch_e. o:-a 1nsert1 li~~u1suc1 dia.et: tali e. d1 conve~o. ricercatezze lcu1colog1che. qw momenti d lmp· rf'l!:l?iabile g:-az:a. Il durezze popolane. Questi pre.21 " questi difetti ac-compaener:inno spesso l'a,-te di Leonida Répa,:-1. pc-rchè i-uomo è scmpr~ cal~to nello scri'tore e \·icn·t>rc;a_ Per quanto .nu:rit,"l d1 vahde e mo:teplici e,cper.enze dourmar·e J°:;i:1::t;tabruc1;:i _1suoi sedimenti cultu:-a:i nel fuoco del momrnto cre.iuvo: e !~~!co:;:~:t:~nqu:f~~rt~;~~~~·~d~i°' g~;~~ o.do; ~~ ~~ru~\~· tras.;i~~~~~a ::: ~::~~~~e nella bilancia del .lt _ud1z10 la'I ~~~~-~~/p~~r~~~;~a ~~{; 1 ~;~~~:i ~~is~~~~~ ~~\':~.i~àoc1::à moderna d:d g1orn1Jismo ::lra polit:ca .. dalla c_r:t;ca lea: t:-a:e alla emica d arte. dagli 1mpe_2oi or2.anizzat1_v1 d_1 manifPStaz1oni art.s'.1che e le::era:-1e a1 problemi pm urgenti di natura s:o:-ico-soc-1a!e. P:-r cui la sua_ produ~ zione. e nel campo narrati\•o e _nel teatro e net la\'On di varia letteratura e di vario g1ornat1smo .. ne. può sem– •brare vort!C'osa non manca di profondo lievito umano e di contm~ent"' nf<'P.:.Sità espre.;s:1va Comunque. ~eo• nida Répac 1 ~ uno scrit'..ore C'hf' ha <'O~tantem,en'.e _ali on- ~1~not•:re~s~~n;rii~: ~~~a~~t:tTi~;~~ ~~!mf:~b~h~~fct1iaa s·t1atta prnblrmati a h!! direzioni convE"r~en11 e d1ver– g~nti sul!"lmmenso quadrante dei'.a realtà. m~tl\'O_ per cui si spiega la sua tendenza al romanzo c1ct_ico._loe.crit_– tore è in continuo annei~io ~on I~ ~ass:iom. gli affetti: ~1n~~o~~i-}o~d~~~n~a1f 0 ~ 1 ;t5~ 1 uode~~~d~en~~tis~~~ iei~ donna e qui dobbiamo riconoc;cerizh_ l!na penz:a che tra• \·alica i soliti lim·ti òeffopportuni~a. della prudenza deìla diplomazie Del re$tO in tute I te:111 Répac1 canea forte. is1 che le sue coral?S!tose l?Ualdane gli cre~no at!o~no ineluttabilmrnte odi ed amori. Odi p:r moao di dire. ~r~~~.~iou:l d~o~~~D~~ g~s~n~;::~ c~ee ~~ -~;~g~uo~e~~~~uc~! 1 pes.so Io fa combattere contro i mulm1 a vento. col~– r isce la sua vita e l"opera sua di una luce alquanto peri- colosa e agitata. ma costantemente ricca di uma."l&;sim– patfa. Répaci. intatti. è il ~olo letterato italiano .v:ivente con il quale si può andare a spesso urlando e htigandf a morte per finire. al limite della strada. abbracciati come due anime gemeJle~ • • Non si creda. d'altra parte. ehe, in siffat.ta esube– ranzQ e in tanto brillio d'ingegno e di vita. Leonida Répaci non abbia i suoi momenti neri. Arrivano a tra– dimento. Egli stesso vi casca come in una buca. Pare allo zenit dei suoi famosi bollori polemici e dialett1cL Diritto, in piedi. quasi congestionato nel viso arguto e aggressivo di vecchio gallo. tiene testQ ai suol coi:i– traddittori. Poi. siede e. come se fosse calato un sipano. invisibile tra lui e gll astanti. èccolo tutto in sè raccolto con g!i occhi assorti in un doloroso retropensiero. Ver– rebbe la voglia di ,cuoterlo. di svegliarlo da quell'amaro le:argo. Ma la soo signora. che riesce mirabilmente ad essere nello stesso tempo con8den1e. sorella. collabo– ratrice e guida di un cosl irrequieto e selvatico tem– peramento di artista e sa bene come assecondarlo. mi dice: .,,No. no. non lo disto}ga da queste cupe medi– tazioni; Leonida ha bisogno di scendere sino in fond<! nella sue malinconia; lei è siciliano e può capire 1 calabresi,._ E' vero. Noi meridionali abbiamo questi inspiegabili dislivelli psichici; passiamo fu1mi::ieamente dal rosa al nero. E tuttavia siamo costanti e fedelis– simi negli impegni. negli amori e nel).? amicizie. Miste– riosi lnilussi ancestreti? Ricordo Leonida Répaci agli inizi del Premio Via– reggio. Erano I tempi felici delle ~randi competizioni letterarie. i tempi in cui il pubblico credeva ancora nella poesia e nell'arte e partl?cipava ai ludi cultura~ con ):) stesso entusasimo con cui oggi pertec1pa ai fe,civals delle canzoni. Quello che do\'_ev~ poi diven– tare il Premio per eccellenza ed uno de1 p1ll autorevoli e ambiti d'Italia era allora alle prime prove e ai primi successi. Répaci non trovava requie. divideva le sue giomot~ tre la giuria. i giornalisti. le riunioni. le se– dute. il di.sbrigo della posta. gli amici. I nemici: le tele– fonate. i verbali: un vero terremoto. Eppure .. n mezzo a tutto questo vertiginoso affanno. in un batter di ciglio spariva. Sulla spiaggia? cOn le donne? Macché Solo. nel folto della pineta. con le mani dietro la schiene. il pizzetto in aria. la chioma. in quegli anni leonina. al vento. gli occhi verdi e spiritati di giovane lupo d 1 mare. :-i. tra i viaJi e i sentieri erbosi. girava. senza un perchè. come avvolto in una nubt> di Irri– mediabile tristezza GIUSEPPE V1LLAROEL UNA RAPIDITA' fulva e bramosa di DIEGO J'.,-ILERI Suppo~o che 11 nome. Leonida, sta d'1spir<1=ione cavallotttana. cioè garibaldina, c1oe ultraro-mantica Se co!l e. il nostro caro Répaci glt fa grande onore a quel nome; e anzitutto gli. s'intona perfettamente nel– l'aspetto: voce, ottegg1ament1, gesti. spuordo ch1_aro e saeua,ue. capelli al vento. Nomen omen. C'è m lut di fatto un che d1 ardente, di tempestoso. di aggres– sn:o: uno slancio foscohano, appassionato e generoso. un ~egreto delirar di battaglie .\fa poi, dopo Cavallotti, e venuto d'.--tnnun=10; e dir,., cht' Rep.ac1. come uomo e come scnttore. l'h.a. profondamente sentito. pur collocandosi ogh antipodi dt lui, pur tenendo sempre presente Ut_i tutt'altro e ben più severo modeJlo d1 arte 11arrat1_va •. 11 • rea– lista.. Verga. Perciò m1 piace di servtrmt d1 una frase, d'un cerso prestigioso. dell'immaatnifico, per rap– presentare aali 0<:chi d1 chi lo conosce e di. chi non lo conosce il nostro Leonida. nella persona /!sica. nel– l'indole morale e nella figura letteraria: • una rcpi– d1tà fulva e bramosa ...... DIEGO YALEIU Gli occhi nuovi di A.\' TO.UO BALDl1\'I A Leonida Répaci io faccio credito sopra tutto per t suoi occhi azzurrissimi. cristallini. innocentemente i:1fantiti; e sempre che mi accade di rincontrarlo quei suoi occhi ml riescono ogni volta nuo\·i. incredibiL Impossibili. come se nel suo viso infuocato di satiro avessero trapiantato gli occhi di un angelo a imprestito di un birbaccione tanto fatto. costringendomi e volergli bene. La letterat..ira viene dopo ANTOSIO BALDIXJ GIUSEPPE iUAROTTA L'intelligenza del cuore * di LORE1\TZO GIGLI Incontrai Rèpaci, alcuni mesi fa, - ed erano anni che non ci si \•ed.eva - dava.rnl alla incredibile talnpada etrusca del piccolo museo di Cortona (incredibile per raffinata virtù di quegli az:tich1 artigiani che sui col– li del Trasimeno lavorarono con suprema pazienza uo capolavoro unico al mondo). Si andò poi insieme a salutare un amico den– tro un suo palano-fortilizio dalle cui finestre si abbraccia fin dove l"occbio arriva l'ondu– lato panorama umbro-toscano che sale e sce'nde ln una dolce armonia di ulivi rotto dalla severa guardia dei cipressi. E il di– scorso cadde su comuni .,memorie torine&i. su sta:foni giovanlli che sembrano anche più remote di quanto In realtà non siano, e che tuttavia non sono tempo perduto da ritro– vare perchè su di esse l'inteUige.nza del cuore non s'è chiwa maL Leonida è quello dì allora, anche flsica.TDente. non gli pesano gli anni. \'entusiasmo l'OU gli è scemato. la generosità deli'arniclzla meno che meno. Gio– cava ancora t1 ve:;to toscano di settembre ne' suol ricc10U spavaldi come 11 \ 1 ento di Superga trenta e più anni fa Tra un grido e l'altro di stupefatto accordo col paesaggio e l'omaj!:gio di un verso carducciano alla pa– dron.i di casa. Leonida mi annunciò il ritor– no del fratPlli Rupe alla libera circola· zione Eccolo qtil il grosso volume, quasi novecento pagine. ci son dentrC\ i primi tre Rupe, ritroveranno I loro lettori. nl.' ac– quisteranno dei nuovi: perchè l'opera ha mol– te cose da.dire - e da rivelare - alla gene– razione giovane il cui gusto è In parte cor– rouo da aperture sulla vita troppo diffidenti e scettiche: proprio il contrario del s~ntlmen– to di Rèpac1 e del suo modo di accostarsi agli uomini e di interpretarli. Bene. Rilti!:i!O i Rupe in QUe6tO lnizlo della ~o.pricciosa estatP. E' una lettura for– tificante. ispin pt!.nsi.?ri di vita. concilia con un mondo del quale spesso - dopo tante crudeli esperienze agjpuntesi a queUe delle quali I Rupe· testimoniavano con fermez• za di coscienza civile e ct'n virile dlgnità - siamo trs'.ti a fraintendere gli aspetti: e. ap– punto. non sempre per errore nostro di pro– spettiva. Dunque il) non axref nulla o quasi nulla da mutare a quanto scrivevo tanti an– ni fa sul conto di Leonida Repaci uomo CO· slanlemenle In trincea: .. Le nobili ambizioni non sono mai ambizioni sbagliate. possono deviare Jjer la strada. rubire Il peso di errori continjenti. ma i li,ro moventi ideali sono quelli che in dfftnith·a contano e ai quali biSOiQa pur sempre rifarsi per valutarle nel– la loro concretezza•. Era una dlchiarazlone preliminare di simpatia letteraria e d1 ade– sioae spirituale che riconosce\•a nello scrit– tore calabrese ULa forza attiva delle nostre lettere; e proprio in un particolare momento nel qualt: la nanat1'1a entrava in una crisi prc.fonda concorrendovi le condizioni create al libero esercizio deUo scrivere dal con!or– mismo imposto dalla dit-tatura. Gli stessi , difetti à, Rèpaci. le esuberanze di stile e di linguaggio. il tono che spesso dà nel polemi– co e nell'eloque~te. l suoi colori vistosi. sono altrettante controprove delle ferme esigenze de1 suo mondo estetico e morale. Non insisteremo dll!lque qui nell'elogio dei Rupe, opera che ba resistito ai danni de-1 tempo perchè esprime con verità e con pie--– nezza di adesion\! spirituale e sentimenWe il dramma dì u::ia generazione segnata dal destino. Ne riconosc1amo. alla nuova lettura, tutti i caratteri. E siamo lieti che Leonida si sia lasciato convJDcere a nstampare l'ope– ra quasi senza ritoccarla: nacque da un moto • sincero dell'animo e della mente. da una ne--– cessità spirituale ed estetica. V"Jol ess-ere la adesione di uno scrittore di Intelletto aperto. di nobUl' ispiraz.ione e d1 straordinario co– ragio alla problematica " alla tematica del– la sua epoca. E riaccostarsi all'opera signi– fica ringiovanlrsJ senza eccessiva malinconia. Poichè sono partito da uno 6PUnto tori– nese, vorrei chiudere questa nota dell'ami– cizia rammentando che il nostro Leonida viene dal giornalismo. che sono notevoll i r~!~:~~~i~j~ 0 a1dst"~i~ ~~~~ d~~; anche qualchf' interessante saggio d1 teatro (come il dramma La madri! incatenata) e qualche ottima prova di inviato speciale nei continenti a!rkano ed asiatico: donde egli mandò al giornale nel quale le nostre lirme giovanili si incontravano .,servizi .. de– gni di passare In volume. I1 che, mi pare, avvenne. E anche questo a.;petto de.lla atti– vità di Leonida deve t>ssere indicato ai nuo\.-i lettori del Rupe. perehè vadano a cercare anche gli altri libri di lu1 e ne completino il ritratto Ideale che 11 ciclo narrativo avrà loro consentito di dlseillarvi. LORESZO GIGLJ Rèpaci teatrante Lezionedi fiducia di EUl;JU POSSEi'iTI Teatro di Répaci. Teatro tu– multuoso. violento. aspro. ag– gressi\·o. Le pass:onl sono esal– tazioni. l'amore è delirio. i personaggi si esasperano in una livida lotta di irati prigionieri contro sbarre che vorrebbero c0ntorcere ,; trappa rE- per uscire in una vita sognata che a loro pare certa. E deve pa– rer toro certa: altrimenti sa– rebbe la follia delle tragiche delusioni. Anche nel teatro. Répacl è il viandante senza méta in un :o~~~P!~~:!. °nig~ u~a~ia~~~~ di ricerche e di esperienze; inappagato dalle une. insod– disfatto dalle altre. A volte s'abbandona a rapide contem– plazioni di tramonti e di au– rore ma subito si Irrita del cedimento. Ribelle al moti del– la umanità. fa del personaggi costruzioni logiche e spietate. U n teat ro in continuo fermen– to e.be non può essere conte– nuto nella forma In cui pure egli tenta di conchluderlo: ma appena c'è riuscito. U ribollo della materia vulcanica la di– rompe. Répaci è calabrese. ma alla luce del suoi drammi sembra nato sulle pendici dell'Etna. il suo teatro è rovente e dila– gante come una colata di la\'a. ELIGIO POSSENTJ * di GIA.JIBATTISTA l' IC.4.RI La caducità letteraria: una presenza incombente che av,:elena il guesto di ogni lettura. che mortifica la le.na. Répaci. alla distanUil, ci iru;:egna la fiducia nella durata. ci indica il metodo della sopravvi\'enza. Accogliamo la lezione proprio là dove-, al principio. gli elementi cl sembravano più confusi. istintivi o, come si diceva. non decantatl. La sua è una fede letteraria che ha avuto ragione del.la vita. caso ra!156imo; e conta qualcosa anche il fatto che la vita in lui sia cosi aperta. sempre dit;ponibile-. sempre attesa e umanamente impiegata. Qui è il suo segreto. qui è !·aspetto più poéitivo della ~ua opera artistica: nel rapporto dell'uomo con la pro– pria materia. Oggi. dop0 tanti annL si è finalmente disposti a rendere omaggio a! suo .. atto di forza ... al suo ..sopruiso ... letterario. La dogana critica. che apre i cancelli con molta indulgenza al piccolo cabotaggio chE' disegna arabeschi sull'acqua prossima alla riva. è ,empre restia a dare Il passaggio al voluminosi va.licelU che affrontano le traversate senza seguire gli itinerari pres<abiliti. E' stori3 vecchia. e neppure sare-b~ giusto polemizzare contro certi metodi. dato che l'inventarlo dei grossi carichi è lungo da fare. e U contrabbando è assai comune. In effetti. Répaci ha stivato materiali abbondantissimi e dive-rsi. Che. oggi. a tanti anni CU disoorsetto yale sopratutto per I Fratelli Rupe). abbia avuto il collaudo più pieno di quelli. è un. gran 6egno. Bello è sopratutto che i suoi ...oggetti .. passino oggi a vele spiegate. oosl vivi e sempre freschi nella loro sta• glonatura. co.sl copio&! e diversi, cosi remoti e moderni - come lui. Buona na\'igazione. caro RépacL G. B. VICARI F Pag. 5 BU AFICO

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