la Fiera Letteraria - XIV - n. 11 - 15 marzo 1959

Pag. 4 sUche: &Oprattutto dell'equazione tra comu– n1cativ1tà ed espressMtà. In che modo, pot R~pacl attui que..,ta poetica. è un altro discorso. più lungo e minuzioso, che non faremo qui, Certo egli si arnda volentieri alle accensioni di un colore Irruente, che subito si Issa sulle gam– me più conclamate; certo le Immagini sono di natura prevalentemente corposa e mu– scolare, nll500no per collocarsi sUl punti più rilevati di un altorilievo di un.a grande fa– scia policroma, paiono lutte reclamare con prepotenz.a: - o Il prlrno plano o niente -. Per quel tanto di dannunziano che è pas– sato come eredità leltUma e incontroverli– b~le nella prosa 1tallana., Rèpact sarebbi? pmtto~to un legatario del Canto lfovo che del Ltbro segreto. E tutta\- ia que sto scrittore-scrittore che J)Ot.rebbe perfl.no imbarazzarci con 1à' sua ee.lgenza e fl suo dhillo di farsi discutere sUI plano della resa fo rmate. trasmuta di continua la pagina, la fra.se in puri stru– menti della propulsione nar rativa.. Quelle pagine, che racchiudevano anehe un'inten– zione dJ diventare « pagine scelte> sono sfogllate quasi turbinosamente dal ' vento della narrazione. Quelle !rasi abdicano alla soddisfazione di sentirsi azzeccate rinun– ciano al florilegio, non cl dànno Ù tempo di sottollnearle si dlsclpllnano attivamente come cellule d{ un clrcuJto nervoso stimo– late da ciò che precede. pronte a trasmet– tere 11mpulso a ciò che segue. Lo scrittore in senso stretto. per qua.oto geloso e orgo– glioso della propria. bravura. diventa un Rèpaol momentaneo, incalzato dal ritmo della vicenda; la quale si Jdentlflca col rit– mo del suo vivere. e si esplica, direi che si perpetra, come un atto passionale. Queste coordinate stmsUche, questo dop– pio e simultaneo movimento dello stile fo– tografano sull'esterno, dimostrative èome un documentario, le spinte dl Rèpaci \'erso I suol .romanzi. Non c'è dubbio che Rèpacl ci interessa. cl riguarda. si impone alla no– stra considerazione. f)erchè non è soltanto uno per cuJ U mondo esterno esiste ma uno che lo vede come un luogo e un 'intreccio di servitù e dJ grandezza umane: cose che a rappresentarle. !ruttano magari un emo~ tlvo spettacolo dJ pathos o dJ tragedia, ma soprattutto autorizzano la speranza 1n un rimedio, proprio perché l'Uomo, magnani– mo o scellerato che sia, rivela una grandio– sità di dhnenslonJ morali, per cui bisogna credere In lui. Att.raverso la rappresenta– z.ione narrativa. Répacl conosce il mondo per modlftcarlo. Eppure si direbbe che - come avviene per Il con.rutto e la riconciliazione tra esi– genze !onnalf ed esigenze ritmiche - a.ncl'le nella .sede Inventiva e !abulatrlce. la pura tesUmonlanz.a reallstlca. ed eventualmente Ja demmcla delle tragedie individuali 0 col– lettive. non gli ba.stano. Perchè la materia gli assuma la dignità, il !ascino. la !orza Un uomo a 0ui sivuol bene * di. LIO.l'ELLO l'E.\'Tl:RI Po.uo dire dell'uomo Répaci, non dello scrittore perch.è non sono un critico lette– rario, e nemmeno det critieo d·arte perehè ho la cattiva abitudine di htigare coi cnt1c1. Egli ha detto che in un punto c·incontriamo, ndl'e.uere ambedue i.iomtni. fiume. Accetto volentieri l'incontro a patto che sin ricono– sciuta a lui una immensa superioritd, per la vastitd e la vanetd del suo lavoro per renergia ch.'egli pone in ogni impresa,' per la capacità d'itieoraggiare e di. spronare al– t'azione un'intera folla di amici. Bo.sta pro– nunziare il nome dì. Répaci, e subito vedi gente che. .si ,1a11erena e maQari si colora di ,peran:a. La forza d1 Répaci è fn una -s-peae di dono che fa agli ali ri della proprio vt– talitd. Cotesto è un valore politico, e non mi spiego come egli non sia oggi in una alta p<;si.:ioneparlamentare, o meglio me lo spie– go pensando ch'egli non chiede reciprocità. cM il suo entusiasmo e le sue offerte sono gratuiti. Ciò significa ch'egli s'occupa di ideali, menlre l'uomo politico si aggira nel mondo delle rtaltà. deUe piccole realui, per ai.ungere talvoha a un valore Ìdeale. ma soltanto alla fine del proprio pa.z1ente e ac– cor,o lavoro. Répaci è il pOda dell'azione civile. non è un uomo politico, ma è forse qualch.e cosa di più, un uomo cui ,i vuole bene. LlOl'liELLO VENTURr wllecltante di una materia narrabile - proprto come l"Alneri chiedeva alle situa– ztonJ di diventare tragecUabUi - Rèpacl le chJede una capacità dl fecondazione e di accrescimento romanzesco. Bisogna che essa gli manUesU una wvrabbondanza di ener– gia, quru;I un soprappiù di virulenza. per cui IJ prenderne atto stimoli e lusinghi la mobilità di WlA lmmoginazione febbrile, perftno sovreccitata. Non è un caso che Rè– pacl, nella pratica del suo lavoro, si trovi sempre di fronte a un dilemma: o scrivere I suol romanzi a tempo di primato. o non scrtverll aflntto. Bisogna che la penna ob– bedisca alla rapidità di un susseguirsi di apparizioni visionarie o allucinatorie. ap– punto l)Crchè si è messa In moto solo quan– do Il dato reale si è accelerato nel moto trasfigurante spiritato e superlucido della pura lmmaglnaz.lone. La realtà che sta alla base dei romMzl di Rèpacl. confrontata col romanzi che ce la rivelano, parrebbe scialba e llCOlorita. Vedete Il Riccone: la malattia di cui muo– re quel lall!ondlsta calabrese, la pressione della miseria. per cui un popolo, già ma– turo a prendere coscienza di popolo, e di continuo respinto a ridiventare plebe: tutto questo non poteva diventare motivo di rac– conto per Rèpacl, ftnchè ragonla e la morte del ricco non si fossero trasformate nella macabra, cartcat.urale, lunatica commedia. che costui inscena per nascondere a tutto un paese la propria decadenza: finchè l'av– vlllmento del mlserablll. assoldati a !ar da H11uranti alle esequie del ricco. non si rosse esalt.nto In un tragico. insolente plt.– toresco da Corte del Miracoli. nel gioco della bara .nella lugubre e straripante farsa di quei !w1erall ad andata e ritorno. Ma allora: donde "tene In Rèpaci la spinta a narrare? Dalle osservazioni, dalla partecipaz.ione commossa e collaboratrice di un osservntore della realtà. o dagli estri di un inventore dai sette spiriti? Forse una risposta salomonica rimane ancora la più attendibile: la realtà - e !J bisogno di ln– ten·enlre su questa realtà - gli confermano Il suo diritto e coraggio di scrittore. accu– mulano la sua carica poetica e morale; la Immaginazione, di opera in opera. gli da Il «via• gU !a - come direbbero gli spor– tivi - da mossiere. Per essere In regola. bisognerebbe anche definire che genere d"Immaginazione. Non basta soggiungere che si tratta di una !er– Ule escogltat.rlce del romanzesco: la quale. nel dominio del possibile, sceglie l'evento più inatteso~ di questo succedersi di inattesi infoltisce e accelera lo cadenza e. al tempo stesso che li provoca. Il motiva anche e li ingrana con geniale Industria combinatoria, si da renderne Il tessuto, tutt'insieme. sor– prendente e verosimile. L'Immaginazione di Rèpaci ha connotali specifici, e in proprio. Con tutte le correzioni culturali e politiche di uno scrittore moderno e Illuminato Rè– pacl conserva la sua competent.e parte di romanticismo. E chiede all'Ironia d1 com– pensare la violenza della sua partecipazione alla C06ll narrata. di contemperare l'Imme– desimazione col giudizio, Il tuffo cieco che gli !a rivivere I suol personaggi con la possibilità oggettiva di guarda.rii vivere. In un tipo come lui, cosl ardente e parttgiano. l'ironia potrebbe perfino travalicare nel sarcasmo. Alcuni tra f più vtstblH modi dJ eserci– tare e mettere In opera quel necessario contrappunto ironico, vengono a Rèpaci dagli anni e dai luoghJ della sua !orm.az.lone. Quando Rèpaci ha esordHo. la capitale. o almeno la controcapftale letteraria, era an– cora Milano: e Milano stava fissando gli esempi e t canoni di quel genere letterario, che ftorl soprattutto sul teatro ed ebbe nome di «grottesco> e di « avventOra colo– rata». Era qualche cosa di più profondo e vitale, di plù storicamente adeguato di quanto ce ne lascino Intravvedere. a di– stanza di tempo, le prove spesso effimere del teatranti. Lo ste5.$o Bontempelli ne Lo vit4 lnte,ua e ne La. ofta oper084, porta\·& a squi..,it~. subllma.zlonl !umtstiche e poeti~ che l'ottica del «grottesco» e dell'«"avven– tura colorata». Rèpacl. adesso, ne utUlzza le acquisizioni ancora operanti proprio per strumentare e mettere m prospettiva la propria flnmagi– nazlone: la scenografta trascrive In chiave colornta la topografta del suol romanzi; la vicenda st sbriglia anche come a,rventura: i personaggi. come quelli del «grotteschi>. spesso si rigirano su se stessi a constatarne la paradossalità della storia. con cuJ hanno testimoniato la loro verità. Perchè alla fine è proprio cosi: una storia. per Rèpaci, di– venta seme di ro manzo solo quando si è intensificata In un parados.so narrativo. GIACOMO DEBENEDETTI Illungo filo dei suoi racconti Omaggio a Rèpaci (continua da pag. 3) the Fury di FaulknE'r nel 1929. Orlando e The. wa,·cs della \Voolf nel 1929 e nd 1931. E nemmeno dtmenll– chiamo chf', semprE' nE'l 1929, l'Ulysses arrivò in Haha. nella tradu.:ione di Voler11 Lorbaud, dt .,rorel e d1 Stuart Gilbert. provocando la mobilita.:ione dei_ pappo– gaJli. J tempi. del ,ubconsc10. del sogno, dello ineffa– bilità. dtl bergsonismo e dell'e,te1ism.o (guest'ulti~o nell'enntsimo suo trai.·e,c.mento) erano non_ Feilce luì, il noslro Répaci. badat.·o non alla stona di ,c. ma alla storia degli uomJli .. andando. _,ol:tano 11.w1gante, contro corrE'nte. Romanuco _nell'animo. eppure guar~ dava le pfeahe dE'l mendo. in su e m giù. con occhi rtalistici. Con la prima _parte dei _Rupe la ,ua_ narra– tira (secondo tempo) . sa rinsanguo sempr_e p1u; e in odio a ogni barocco ,l suo realismo lievitò. fece del tutto presa. sali di 10110, .sirmse _in una. morsa il tempo; i.I tempo dello ,crittore. S1g11or1. letteratura 1mpeonata, da cui, credo, bisogna com111c1a~e s~ SI vuole capire r 1mporranza della narratu;a di Repac1; e. avendola ca– pita. rivq_lutarla a dovere. Anch~ per 9ue~to !'..- ~ma~gio, delta , Fiera , è neceuario, al 8}J~t;p~":i:;~tcf :~ ~~ 1 a. LA FTERA LETTERARTA Domenica 15 marzo 1959 LE SCE RAPIDE S F U Il I.\. 1' E. JI.\. IL suo SO Il RISO S<" non proprio nrl '20. Jard stato l'anno dopo. 10 ho cono., uto Rèpaci. a Milano 1n piaz:alt Vrnf'z1a ,ull'orlo di un marciapiede. Allrat't"rsammo insif'm<" piazzale Venezia; d pari/I, tioturolmrnlr, dtll' .. innominabile"· comr lo ehiama11a il b1ion Serralt nei. suoi .. Scampoli,. JUll':\vanh! ,. V1nnomi.na10 ?– uaro ripe!cato m•i. Navigli ... ero detto in ima noia polrmica di qul'llo rubrica: ci 1ro– vammo d'oecordo imlla opportunitd. ·anzi nect'ss1td ehi' quella ipott'i1i diventasse un fallò. un /orto rli er_onoco Era 1rno stagione ardrntl'; le pau1om c,plodecano non solo nell~ polemiche, nelle parole. In Rèpaci la pass1onr politica l'ra df'I 1u1to disinleressata. tra anzi una manifestazione della sua pas– sioni' moralr. Si rolera 1in·1taha pulita ,en.::a P'"scecani, sf'n:a profatta!0ri, srn.=a dcmapo– Oia na.:tonalistica: un·1talia popolare. ma st'n:a lt> fun<"brt panaches del fascismo. e Paolo do Cannobb10 non C1 parct:a un .-cot·o.- 1ntspflgnab1lr AMilano, ne 1920· e io no"IJ ho t·isro pm un 01 •ocato scagliato con tanto impf'to daranh ad un tnbunale, nel c,ntro d1 un foro Sar,bbno rant1 altri i ricordi che ho d1 R;paci, rl1 quf'l ll'mpo f' dopo, a .\hlano. Gh anni. df'lla comunr morli/icaz1one. df'lle spe_ ran.=f' comuni. E lt' sue improorUe dupera– z1oni. ,biro n.sollf't:ate come pf'r un rento eh.e rial.:1 la vela. E la ftbbre df'i giorni dopo 11 Z5 luglio; f' R~paci comf' moriica10 ~a una 1arantola. E l'angoicio, ma non mai pnua di. speranza. anch.e se usurda, di qut1 due trtri anni tra la finP drl '43 e l'apnle det '45. Dirò ,olo•che se c'i dato uno scnltore italiano che ha t•i.uuro a nl'rt:i scoperti, lo antifascU"mo. la rf'si.srenza. lo .,torio segreta di qut'I lungo penodo. qutsh (' ,rato lui. il T1os1roLf'onida. Ora la /1,ra barbetta gto– ooniie non ce !"ha più. i capelli. gli son di– centati radi e bumchi. . . \fa 11 fuoco ~ sem– pre quello. e j'f"mpre quello I anch~ .-qual– coia d·altro..- eh, ben ,anno I sum am1c1. * ,U GIOl'rl:\'il'I TITT.I ffOS,I .Von ,:rdrro. allora, SpE'sso Rèpoci; solo certe rert', dopo ltatro. al Cau~. un caffè e ristorante notlurno sul Corso. /rt'quentalo da giornalisti. C'era spesso clamore d, d1- ,cunioni i.n quf'I ca//~: t:1 si rt'dtra ogni Ionio la grinta di Bl'ntlo. e1rcondo10 da fac– C'l' torre <' spr<"::anli. eh<" poi /t'cero moira carriera. Rl:paci. 11 mrscofat•a a qu<"I clamo• re. la polemica Vf'rbole l'at1rarra. E biso1:ma anchl" dire cht' i.I /en·ort' dtlla dueuuione non facet·a odiart' l'aurersario: e non 1ut1ì gli arrersari faceran la faccia feroc?. Ci si salulat·a da tot·olo a larolo. onct,e se si restara d• ohto upa,at1 Pott'i conoscere cos1 meQlto, 1n quel ntroro f' oltrort. l'ani– mo di. Ri>poci. la sua tntransigenza ma an– chf' la ua urbanu,t ff" ne rapide sfuriate ma anche il •t.n sorriso. lo sua oa.u1on, ma ancht' la sua bonld. La dimodrò. in.r1eme con lf' alrr, sue quahtd. H du1n1Pres,t', la inttllig,rnza. I« gf'n,rontd. quando difese uno dei. drT1om11ord1 del Diana: t con eh,. ir– rurn:a orctor1a H p1Z:f'!!O ofi cibrara n,l viso taghenrt r-omf' uria lama; la parola parera uno muraghatncl'. Lo a.s.sol.sero· GIO\'ASSI TITTA RO A ta f uri~ d'essere v ro * di G/l'SEl'l'liJ lJ,l.GAllETTI Conosco Répac1 da molti anni. m,a da quando ili sono comp:;gno nl"11a giuria del .. Premio ViateJ:glo ... ho imparato ad apprezzare doh sue che mi pareva non POMcdl'SSC In co~i profonda misura. E' leale, ha tanta generosità d'.animo che n10 \.·;i;to ttrbarsi nel timore d'essere ln1:iusto ed è il moti,•o che lo he portato a volte o moltiplicare i pr~mi del .. Viaregi;!io .. senza badare alle preoccupaztonj che gli da,·a la ricerca d'altri 60ldi da d~tr~uire. Non ne ho leUo che in questi anni le o~re n.ar– rative. Ma da molto sapc,·o ch'era uno scritt.:>re. Sul!a Ga.:::.:?eUadel Popolo. una ,-olta a,..'"e,"\·anoattirato la mia attenzione gli articoli d\m suo viaggio, su un vl'.'liero. mi pare. Erano scritti che ricordo non perché ricchi di colore. e certo crono coloriti, ma perehC d3'.·ano delle cose un'immaJi:ine allucinante, tanto lo scrittore 3\'l:V3 tra.-=fuso in es6ì la sua !uria d'eo.serc ,•ero. Ho ritrovato nei suoi romanzi quella furia. Répaci è uno scrittore che, -pure impiegando La .sua !orm ,c...,1u csitlzionc e 6cnza misurarla, in tutta la sua vcemcn·u. ne ricava perfino et.fotti di i,traordina-rln delicatezza. GIUSEPPE UNGARETTl Il mio opposto * <li r.. H. 11,\'GIOLETTI CrE'do che pocht uomini, fra guon11 ne conosco. s1a:i.o piU diver,i da me di quel che non !io Répaci. Il mio opposto, anzi: lui esuberante e io tacilurno. lu1 ruuo scop.-r10 e io piuttosto segreto. lui 1utro reolld, colorf', violenza e collera leuero.ria. e io tuuo JX'rplns1td, $/u– motura. ossessionala prudenza stili$tico. Eppure, non c1 .siamo mm scontrat-i: eppure. siamo rimas11 ,empre am1c1, e i rimproreri che takolta •$t"ntrnomo d1 dovtr nrol– gerci l'un l'altro ci sono nmasti in aola o sulla p1t11la dt'lla penna For,r per la ,impatta che Lega I contran? Certo. mo anche per chè ognuno di noi due rispettai-a nell'altro rautentici.td, direi lo. /atahld dt'I carature. Sentiramo. e Sl 'ntiamo sempr ... di non barare al gauoco. di tener fede, cioè, alla nostra natura; e questo raie piU di. una ,omigiian:a o di un·attin:td Debbo agaiungere che anche quando i. nos1ri 1ncontn pote1.·ano suscitare qualche imbara;:;:o o mahnteso, /u srmpre Repaci il primo a rompere ti silenzio. a f'.Splo– dtrc in una d1 quelle sue genero,e e affettuose 1nuemre chr ricrtarano di colpo il clima di un'intesa. Daga, cht' il suo nome viene degnamente riproposto all'attenzione del pubblico. sono felice d1 poterlo prrcedere, proprio io. nel tendergli la mano e abbracciarlo: con l'auauno. rl'Ciproco, di rimanere fedeli alla no~tra parllcolarl" idea del mondo. e con lo certc:.:?o di rnnnnrrt' sl'mpre amici. G. U.. \:--'GIOLETTI Dignità letteraria, civile * ,li S,ILl',ITOIU3 QIJ,ISIJIODO L"angolo della ricchezza lstint:va di Leonida Répaci contiene un nome: J fratelh Rupe. E equivalente di trislezza e di scnsualltà la sua natura: ma quel verismo afflda:o alle persone della terra calabrese non ha la sotterranea intesa di quello ver&h1ano. Lo stretto di Messina (da una riva all"altra ,1 vedono le case del- 1':sola e quelle della penisola) divide due .. t:pi • umani E· Importante la dLStinzione. che coinvolge anche la volu– bilità della prosa di Répaci e la forte familiarità di quella del Verga. La dignità d1 Répacf, letteraria e civile-. in6iste In ogni pagina: e i personant anche 6e nascono tal,·olta in modo .. pericoloso .. han.no la loro dannai.ione o gioia secondo lo scrupolo della nostra tra– diz;one narrativa. Il lirismo descrittivo aJza I tonl. è ve~. ma è UilO sprone nece45ario alla consapevolezza del prosatore RépacL La sua è una terra intimamente e,posta a., semi diversi. La prospettiva della morte vi è orrenda, ma In armonia col dramma del giorni che si commano di!ticili. SAL\'ATORE QUASDIODO Amore malinconia nelsuo"Taccuino segreto" Disordine * inapoesia diRaffaele Carrieri dedicata Leonida Rèpaci

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