la Fiera Letteraria - XIV - n. 11 - 15 marzo 1959

Domenica 15 marzo 1959 LA FIERA LETTERaRI~ Pag. 3 GALLERIA DEGLI SCRITTORI ITALIANI LEONIDA REPACI OMAGGIO * lo lo chiamo sempre Leonida. Da troppi anni ci conosciamo. Da troppi anni siamo amici. Tullaria q11e-– s10 ., omagigio ... che ho i.I piacere di prese11tare-. non nasct>, per me e per Qli altri. sol1an10 dalf"amici::-ia nasce anche e soprauul!o dalla nimo. U11a stima. sin– cera e profonda. che si· docume11ra sopra i testi, dJ ieri· e di oggi, dal complesso ciclo dei Fr:i.t~lli Rupt' a li iJ pazzo del casamento. da L"ultimo Cireneo a L'n riccone torna alla terra. per cui lt 11011 poche papine. cht' la • Fit'ra ~ ora pubblico. sono mt'– rirore do un pt"...:::o. A"11::i. credo sia giusto <' sia onesto insistere proprio sulle dare t' sul tempo. aUerma11do esplicittzme11te che la nos1ra Italia ltt1erana era in torto t·erso Leonida Rèpaci. uomo legge11dt1rio e in fama ptr oesli e per caratiere. ma non allrettunto per i ~uoi credili di norrarore. E sono crediti che ranno riconosciuti. e cht questo ~omaggio.. conftrmo e illustra. arrrorer.,o jirme che non suggrriscono dubbi. da quella di Franctsco Flora a qu,-/la di Giacomo DPbt'– nede11i. For.~e. to colpa di codtsra omtirognolo 50rll" non t·o del tutto a11ribuita a volo11tari e intt'ressarì pre– conct'tli, o pt"ggio a penionali an1ipa[1P. ma p111t- 1os10 all'uria dtgli anni i11 cui i suoi roman.:i t' rac– conti e libri d1 t·iaggio o di confessione appan·ero. roman:i t racco,ui e libri oià. impeg11a:i sopra tm terrPno norroti1,o. che lo st-ogio11e Ieurrario d'allora. rivolra o dirersi interessi. poco o niente ammetlet•a St> siamo sul serio degli storicisti. e se teniamo frde al compiro che noi a noi s1essi affidiamo. 111tto q11es10 dobbiamo ammPJlerlo e riconoscerlo con spinara sin– cerità. collocando finalme,ue Répacì nel posro cllt gli spttta entro la storia del TOma11.::oe del/11 pros11 del primo Not•octnto. 1Von sono. queste. paro!~ pr_os~" d<>lta!e dall'occaslon<>: sono parolt' C'/1, ogni cn11co dn·e. o dot•rt'bbt', proporre o sè stesso. qualora abbia omore della rentà. fuori da og11i tP11det1::o. Come uomo. clii non lo conosce codesto Repac1 sfor::oso e temtrario? Protagonista spesso sulla sct>na. ma ,rn=a 1110.-;chl're sul volro. la gtnle ha imparato a tenerlo ifl mtmoria. magari O· rolt'rgli bene. un po' per il pi:.::o alla D'Artao11an. un po' pt'_r_ il tt'm_µero– menro aptr!o e irn1l'nle, trn po' pt'r 11 polt'_1111co. f' ccctso anticonformismo. in jint' per 1! .., Pre11110 Via– reggio •. di cui eg!i è staio in di_fficili tempi lo Slrtnuo <' di.~inrer~ssaro alltra1ore. croc1jisso a 111tre le ptnP t' o rum• le disillusioni. Romantico quindi. pur comf' uomo l'tJUito è considtrtrolt. meuendo i11 conio di quanta umaniid egli sia capace, più dando cllt' rice– rendo. U1M umanità che P<'Sa anche sull'orlf'. t chi' ,tprsso è staia erront'amente interpretata. per quei rap– porti d1C' stmpre iurercorro110. fra l'uomo-scriuore e la sua opera. Infatti, se Répac1. nello esubernn::a dp1 s<>nrimtllll e dellt' parole. sempre si è rii;elalo pillo– rc-sco quasi come u11 personaggio, ciò non signijica cht lo si debba ridurre alla misuro e al colore della ..,/ac– ciaia •. alterando il giudi:zio che lo scriuore di roman=i e di rocco11fi invece pretende. D'alrro parte. St' lo suo pagiina. 11ell'ampìe::zo e irrue11:::o del Tespiro. rifletlt la nolit•o e infuocaro obbonda11::a dtl ltmpr– rcunrn10. ci6 non esclude che essa abbondanza non porti con sè quali!d proprie e poten.::a d'urto t' per– sonale carattere. Q11it1d1, a Repac1. nconosciamogill pur<' uno 1•t'na alla Bol::ac, anche una_ focilild scor– rente e talora dispersa; rntrat•ia 11el dir quesro. spt-: ciolmen!t" al confronto dell'altrui s:iliche.::za ptr c111 opni racconto dit·_tnlo romnn::o. noi Jiniamo _con il pro– ~pelta rt un elogio. Perchè Ltonido_ Répac1 è romon· ::iere pieno e dichrnrato; e pili Io e. pur lenendo prt• st'nte lo fehcirò narrativa del Riccone o del Pazzo. ~r ripensiamo ol ttmpo in cui il oronde affrtsco dti Fratelli Rupe fu co11ctpiro ed esprtsso Constatazione. code!.f'.a. almeno per conto mio. ripe– Iuta e scontata._ Di Rtpaci io Ilo -scriuo pitì e p_iù t•olr~. in giiorno/i t' rn hbn; e non v':"'glzo affatto r1pe1ern11, qmui voless: riscoprire l'Americo. Ol1re tutlo,_ altre roci. molle e import.111ti. s"al::ano da queste pagiint'; t' ogni anticipo di quariro tsse scoprono e affermano mi pare ozioso. Solta11ro credo "gius10 e utile, come oper– ltira o questo .,.omaggio., richiamarmi a 1111 rilttt:o indicaliro che segnai nel saggio che introduce alla Soria dei frate-Ili Rupe. ripresentata due anni fa dalla Mondodori. nella .. Collt'::ione Omnibus ..: ., Di 1:1fa prestnte. oppun10! Sin d'allora. anno di pra::ia 1931: mi pan•~ psatto d'i11tratTt>dfrf nella _narrnrira d1 flèpaci (primo 1e111po) proprio il contrario di qua11to in qut'i giorni. se si t·olei-a tssere rerome11tt' scn1tor1 mod<'rni e n11ot,i. erano gl'i11/ltssibili cànoni di romon.:o e d1 racconto. Quesli cànoni (ma poi, pressappoco. tra110 tuui fra1rlli siomt>siJ si. chiamarono • l'i11co11scio il ., monologo interiore., lo • f'Spfora::ione i111eriore • if ., flu.sso d<'lla coscit'n::a •. Alla Jin dei_ conii. ail_ro no,1 factt:ano che meccani::::are l'in1ro.~pe::1ont. Conwn– qur. !e pro/e::ie di Tcodor ~e Wy:e':-1-·a <Nos ).[3itres. l 95) s'trano orrerale. Infa111, no11 d1men11ch101110 che l'Ulysses di JoJJCe oppart•e nel 1922, Thc Sound and Git:SEPPE RAVEGX.\:'\'l (co~u.:i a pas-. -&) p,,.~~•:H::: :~ .. :::;.·:ealtà Fantas·,a e11·11guagg1·0 ~:d·~~ 1 ~:;~¾:l~.;:ce.":~} ~~.,:~:ro~~nd~~!~; fe è c-a~a:~à J Le . doti _d'-'!la sua sct~a di comp:'Omette:-si che OOnno 50no. p:-:nc1pa.unent.e_ nel ~ - oolt:mto gl~ uomini ,·eri. E c·e _ ~~uz~:: i~~~~:on~i:~ la forza di lavo~re un mon-: E tutte que.;:tt> Crt'8tUr" con-: mondo._ tranne la poes:al una della pagina conclusa né quel– ~o v:1s11:-51mod1 affe_tt1 e d• ro!'TOnO a. quel:a unità dei:h appen<:Ece di cronaca. _ ie del pe,ri odo flaubertiaDO: e ~itua:uoni con_ una :n~,ma .sope- affetti _tarmlia:-1 <."D('ne:<sun ur-: Rèpaci. che pure a,·e_,·a t'Cnt 7 .gli ~io, "9.no a ciò i buoni ,-tud:. ~~:au~~~/~;~n~de~: !e chc:edà ~'!atif te;~;!e iit]~i~ :i!!! ~~ ~=iio~=rs~~t~~~ 1 dBie~ d~ C~n~p\~t1~~~\\ane: 1 ~n\~;~~ !~i~-~~h~~o~~-;e p~~~r~:1: sci; ~h:°~ 0 ; :~a~I :~ile 1 ~--i~ 0 ~!ra~ ::t~fll1 11~ cc;~:t~~~rei! ~\~~:a 7!:'~~o~~: d~f.r:uit~ ~- si::' 3 ess"e 0 n~zia\~le:;!f ~u\\~ ~:ab\~ 1~ras~1?r;:~ 11 ~a~;~ 1 de~ d1:11a èmf:1 C~~tit a~~~~:~ ~:n~i~ti~;!..-of~~~e.dii!1;!~ luminare ancne irott1h parti- primo e la no:enza rt\-oluz10- diot."oli c:,e ,:,,s,cononel "30-'3_1: te m sUb:ti conta)?i. e con tanti colan. naria: del seNndo (contrast.> e fl.nalme.:ne a un romanzo c:1- proseliti ds ~ver creato un con- de~~i:~~;e;ad:~f~à ~{:t~/r~i~ ::nt~a:~~~~::ic:'fe :ni~= g.~~a :i;~~i~ :~~~~ 1 \n R::::~ f~~~f q~if~ a:~de'!:~~~ e ~;~tfii;.: u~~a ~-~~-ta q~~,:~t~i ~e~i~ll= ~/~~~i~~a 1 rt~~a~f,~;~· ~! ,~~a~o;r:tt;t~~ ~~e~·i~;: s:u;~~er~~t 6 er!ni:~~~! J: ~~~~~eÌn E~~[;tti~~-ì$i=~~ ~:m~s~i;i~!:i ~:~t:~./ra;j ~tad~a ira1:~res:::iit,~~m~~ ~~~:eti~~~ie~~.!v:cl~~m~~~t; ~~ 1 \;g-~:is~~~~~ 6 ~:i° .Jè~~E ~a1~ ~r:!.~:e~~dii~i~~~~i l~~t~ta~gdb~hiera di perso- :~~~~~a_P~:! 1 tpu; 0 ~:in~~~:~ Un'lmmas-lne marlnartsca di Rèpaal f~uf1J:f':~ 0 ~!m~~ep~~tn~~: ::~~:e ,·~~11!i !'s~o~~ t~n~~ ~I~~ esa°"e;'!U!nt:eiva!~telt: ~:ptc 1 i:-nfo~:1~2.1:n~~! !~ adatta al p:-oprio ..~10. e-on parola_. è poi r~enza _del lin- dc. vanno ~ino al distllc-co di d:ill.a fantasia :iella sua memo- nella liricità supr~ma della Rupe, figure del popolo e d"'l }ess(' J)l'r sé compiuta.mente: una espre~i\lne eh<' volenào cs-1guagg:.o: Il <=()dice C~\"1lesem-: un J:randioeo grot~, cM di– na a formare un :-1tmo d1 om- Gerusalemmt'. paniamo. o del- ceto medio. d.-:inne come Sara. c'era s:tlto il clamoroso p:.-:i- se:e eontro le metaif<>re è nel bra p!i\'O d.: traslati e colo~1 rClih d1 !onne. rabela:..stanc. e p.o respiro_. Sapp1an:io ~~e :·Orlando furioso. o del Don )lina. Renata. ~mmi come g_ramma futurista. e quindi il fatto. :n quant..'.l fonnula cri- percttè le pe.role ,•i sono d1- che trO\'Ò la -ptù forte esp~s– ch.• •.utto. Iun:verso e ~ia ~n Chùc10tlt: né mancò chi con- Concetto o come il scnorotto r.c. h1amo al.l'ordme d. a pa,te hca. una m,taloca anch'essa. wntate te.omini. • chi !eg,e s,onc •~ Un ncconc torna allo ~~ ~i~~~- \/t:e/ ~e~_;li~à ~~deer~I l"~~::nt e~~el~~~~~ ~~te~!,e:i;~~seài~~a:. !~~~: ~~~~n~~a~a ir=i:~;\.s·:~~ ~~~ g~;ecn:~~e~h~a~r~~o ~ ;aacc;l~derJl'=;e n~~:et ~~n-~.l~l=i~ ~.:~~ ~~~ di cm qui Sl parla. non.,;;e _:m- non un poeta ma il poeto scuno una fisonom1a e un de- b1to dopo, 11 ,;;,url"('BÌ;smo: (':a ta'.<' eh!' scri\-cva nello stile f?'36e contiene. come cht usa hche ancht' a ~ho ml'en.jere c<>rv1,Ho> che una goccia d ac- 1sì che tutto ha progredito nel stino nel bene e nel male. nel- sorto l'i"rmetismo gloI\tkafo o deUe dod:ci t."1\-0l<'. :.,·N~ in- il denaro non pensa al!..:- fl"1- la precedente arte del Rèpael. ~~: ..:1r!n•~r~~ i;~;t;.~t!~I~ ~-------------------, ~:;3~t.~~e ~~J;~c~/';ri~~~ !~n~~:àcon~~dh<!:1. qu~~ ~r~ a:.e~~~{!n~';:~~ro o ~a di~-=p:r:~ ~~;~ ::etta~~ ~sta .. nz:i .. re.~ ·.i ,-ascella e . i dei mot.i lettera. n d('J p.rm1olnmpro,•cr ..,·a l'affetuzione del- Rèpaci. h.• lo st•.le che m ..... l~ols<m,,c.e avuto il. 9UO pu. oblico_. tr::n~ :i.tl: i.ntic: e pos,-;a dare l:i. R, • I t t No,·ec.-:ito e del f~nnento che Ja mxia S('C'Chezz..'l ,·erbai<'. .ii adeJ?oo all'ir.ruenz.a genero6a ma d1 intende-me anche gh idea da u:'r.l telllpe st a: e il ro!- e11ac1 qt1ee11re1110 o ~t rapp:'l"SE"ntarono. D':i.ltra pan.e lo !lt;le del co- della sua fantasia_ Nella do- a,petti nei quali <"gli sopra,·- ~ '° g~~~:o cd; 1 t~~p1:!~~o ~~~ ( , m~:1~ L 1 ncfnros;i~!'~~e: 1 c~~ ~~n~vil~:t,. 0 rol~tD m:~~~ ~~\~til~-:i~1~à d~:la sj=~~ ~,~:~:~t~ed~ 10 ;re~h1":.:! è ixopr.a:llcntc 11 \"ento d1 L1- dito, non ostante l'ope-ra dì perebè la meta.!or.a trapasoo e pa;tec.:.paz.1one agli ,c,-enti, una cntie... .b•7: 1~ 0 e:~ ~~ ~a.si è inclini * ~~!~~~nil:.as~di~~~ti tro~ met.:i.mor!osi d:tlla · cosa nella specie di adozione delle ,·1c,cn- FRANCESCO FLORA a svalutsre raspiraZ::one al l'autobio~rafl.smo della J)O(>Sia !~~:it;;::U!\i ('~~~lia~~rfm;:;~ <li ,.,.,,,·c.,1lLO 1/IGOllELLI ~!C:·eq~~~~nào:,~d~~~,!ra,t ::t'dt~q~;a~~~~~:t~~ ~~i~= Leonida _Rèpoci oret·o poco più di dieci a~ni. quando ~!i:~t\'~df,~e;;~s~nd~!~ ;;~~~: ~:\\~o~~~~ e il eoncetto ;::'a 18~~ 0 f~H~~:~~:n1! :~:~~r~eo:i~,~r~h;o~~s:~u!:e af;;!~ :~~% t~!:f° s~;ri~r~!~l~!e~i Vtloce. incalunte, animoso. prodi~o. se st<>s--e o bJlocca:-si 1 :-a i o;uo; doni pèrde:ebbe ."impet..'.ldel suo narrare. :\Ien– t:-e sc:-h·e. troppi allri moli\'i l' fl~ure gl' si annunziano al .Y-mpre nuo\"o orizzonte pe:-ché e- li ~a oziosament<" in~iu– i1«r<' ~1., I:. t-ua velocità di est:-o non ,t m;;i Cretta. L...'lfretw è s... •mpre una dolo;ca !orma di eius:on<>. e qui c"è 1"11n.::iadi r.11;:,i:iungl'rsi al pili pre,;:;t.:,.per m~lio ..ervire l'ispirazione ~tlla sua opera si 8\'\"erte- sl un elemento tellurico: ma il suo mondo narra11,·o. se porta l'irruenza d<"l moto nel ,·erba <' nell'immagine. raggiunge !"ordine di una fondata co- struzione: presso a poco come C't'rto barocco borrominiano del quale si di,;se che rappre.;en1a ti moto e non la st:1si. ma o, c lnflnt In J,e,g_,,<O.(" della ,i:-r:1vità 1mpOne che 1I moto divene:a una .;tat1ca presenza. Il suo [1l()COlllO ha talvolta certi ra– pidi modi. o,•e i trap:i.~si ,;on~ impliciti: ma gli episod.i sin- 11oli respirano nell'insieme di uno tra!llJ. chE- ad ora ad ora crescendo si rip:-('senta mtt'.ra m un.;. nuova sua ragg1t'ra, e diverrà più .impia qu~mdo tut– ta l'o~ra ,..a flnitJ. La rua co.-truz1one è ch:«rissirna. pur --e qu.:ilche pas...e~~io ,;ia .,,'Otta– ciuto. si11a e Reggio Calabria. Anche Croce - sen::o fare ra-zione di un eot:-ì \"~lo p 1ano paragoni. - anche Silone. tbbero ciascuno ra loro 1nfan- Rèpa,ci ebbe in mente lo sti- !ia visitata da un ierrt>mozo: Croct', nel 1883. da qutllo molo dei Fratelli Karama.::Ot·. dl Cosomicciofo, dore perdPrle i gienitori e la sorella. cht.' si rileggevano oon nuo\'a e restO trat·ollo sot10 le macerie riportandone le osso adesione. :\la :-i può dire che fracassate; t' Silonf'. do quello della Marsica. che fa da da tutte- le letture di romanzi sfo11do al suo rdtuno romon::o. n segreto di Luca. ln e r-.teconti Rèp..ci trae,·a l"ispi- occasio11i divtrst>, og,n,no dei tre 1erremo101i ha confes- r.i.zione ad un'opera di vasta saio di fare r·_salire lo loro roco::-ione d_i scrillori a_ mat ... ~ria uman.1, oon una ge- quello sconro!g1mento, cl1e non fu qU1nd1 solta_,110 di nuin.1 attt.'nZione non soltanto nutura Quanro u R,·pac,. rulla la sua t'Uo oh st è trn alle .,::r,.mdi passioni d St.'m- po' stmprt nolta souo st>gini 1wl/ure1. ut predti o pas- pre. ma :inch e alla nua1..t pa..,,;- 110111dtJ 1trru-1 ,·t>mo. t,;iont> soc:4.le eh<' è !atto spic- .lla la sua s11·:csa carriera l<'l!t>roria è stara tullo ~;~~enJ~•n- ~t.'~ 0 - 1 <'~~1~<" P~:~ inctudiaria. Dopo yn librt'tl'? di versi. Poe:ni della soli· rom:mzie:-i~ da Balzac ,._~ Flau- tudlne. scriUb su, vt>nt'anni. passo subu.o al romon:::o bert e M.aupassant e Stendhal co11 L'ultimo Cireneo (1923), e tenne duro ntlla sua O V tetor Hugo e Zola e R0- dedi:.io11e al romon::o. quasi con sjida e con sarcasmo. main Rolland. da To!Dtoi e Do- a11che quando trionfava il framme111ismo, _il calligra- stoewskij ~ G().got e Gorkij, da jismo. il cop1101tsn10. Gid che ci siamo, è bene ricordare the Verga <' Capuana a D'Annun- tra il '29 e il 'JJ là nostra 11urrattva pareva t>ssers1 zio (' Borgcse (e non escludo -~cosso dalla sua ignavia: basterà ricordare qualche ti- alcuno d ... '!: romanzieri ehe in tolo: Gl•nte in Aspromonte e Vent'anni di Alt-oro, Uun ltalin alloro Bi Jei:g<.Y.'3no. d.a. p,1uionc coniug ale di Baeehf'lli, La S1.l'l\i del Nord d1 Conrad "' Stht.',·cnson a I..on- Fracchw, Salm .i.ce di Soldati, Mor.zo di P1t'ro Goddo, donl abbiano :wuto su di }ul Ebrei d1 Pucci ni. Giovannino o la nta romantica di più <>ffi"".c1a di Prudhon di Viscardi11i. La ,·edov:1 allegra di Piootnt. Vita e morte Slimc-r o di Sorel. di Adria di. Bontt'mpt'lh; "• nel '3.?. cornpart'e il pnmo Fede!<' r corren~ nel su~ grosso columt dt'I l'oSlo ciclo romar..::e.::co d1 Rèpoci, t mondo narrJh\"O, non è poi fratelli Rupe. st'gtnto nel '3,l da Potenza dei fratelli che Rèp:1ci ignori le espe,rien- Rupe e nd '3i da Pa!I.Sione del fratelli R.upe: 191-1. ze opposte alle su(' e che tal- quasi dut"milo pagi1ne /itle ntlio ce.echio ed1::10nt' Ce- ,·olla . .-,IL1 t=u.a maniera. ~ ne schina. t ora sono un gonfio ., om111bus• d: nOt't'Ct'11to a\"valga: un uomo attent.-, allo pagint' 11tlla rtet>ntissima edi::-tone Mondadori. nta chf' lo drcond.a. e all,i I RuJ>('. o rrll'ggrrli oro, oltre a riaffondare 11ella qualt.~ non t-1 contenta di ;.ttSi- lrodi::ione rtruro italiana. trt.1 il primo D"A111111nz10. stl'"'-' ma p,rtl.'Cipa eol propO-- Copuona. De Rober10, Verga, Pirandello, prrndono tl'IO t-ito di contlibu1r<> a muta.rl1. loro Jisionom1a d'aurononuu aucht' ntlla sront.1 del co- non pot<>va non ncono,,-cc-1'(> l,a slume t' si suuano a fianco del Rube d1 Borpt'U o dt•f ncc-es--ità anch<> di quell·~pl'• Diavolo al Pon!elun~ di Baccht'lli proprio come ero· rienza cli<> s"il!US(I di togliere I sentimenti più \'-ari, n<'lla nistorie morali dtll'liaha. allo stesso slrtgua cht lo alla parola o.:ni eloquen7.a d1- ~~~~~i. dJ~l~u;1:: 1 ~:l !en~ll= sotao dello Francia il Jc,m-Chrlstophe dt Roma1n Rol- ~;~ dr:rr, 1 ;.:~~~~n~ ~o .. ~ quell<' operose della mente, si la11d. Lcs hommes dt!- bonne volonté di Juits Romarns. rie-a .. come o~gi si dice 8 di- atturmo per fl~u!"(', paesi. si- Lt'S Thibault dì Rogit'r Martin Du Gord: tre oper<' ci- h,vio): L.t conobbe e si arric- tuazionl dh·erse sino all'av,·en- clicht. che a pili 1itoli i Rupe rnt'ritano di trorarsi alle ehi della eonosc-enm. ma non tura: ~li e-venii che l'uomo 6U- spalle: t' non a caso lo trilogiiu di Rèpoc1 ha arino un l:i. adottò. s-i.·rbando. si.1 pure bisce. dal terremoto alla tem- bel successo in Frandu, rn una colle::ione di Albrn senzn tradur~e qut.'tita implicita pesta, alit!- t,f.i.~toni che ritma- Michtl dot·e Jigurot."0110 romanzieri famosi comt \Vas- C<'il('ZU in h'rmini teo:-ici, la no il tempo. e gli e\'enlt cilt.' sermann. Arri .'1unl11t>, lV<>lls. Korsrlt'r. \Vtrfrl. f'al• oon,•.nziOnt• che Ja parola è l'u..:>m.>ingt>ne-ra nelle ,•icende loda. Cronin. P<"!' s,• 1t a un infinito che -4 cui pre--il'd(' il ..uo ,-olere. Rtsltrtbbe dù ch1t"derc1, come mai un'optro ronfo nrtuàlmente cont!~·ne tutte- IP dai moti dl"lle f.-:ille che pro- furoa di inttres:-i t co5i, scaltnata ntlla rapprt'St'nla:ione allu•<ioni ,. lln~mc-il<> il futuro testano :tilt" guerre che i po- (baslt'rtbbe lrgoert le _pt1gi11e tpich~ sul t,t'rr_emo:o. cht• nascerà poli comb..'lttono. con battag'.:e quelle dtlla guerra da L1b10, e gli ulhmi cop1toli sulla Rèpl.~ ha J:k,'rciò la sint·1ss1 di vittoria o CU .-:confitta. con ourrra al fronte JranCt'5t: q11t'St<' pagine finali far1110 colta e sicura d<>I buon lette- ferocie immani ed eroismi. di stmbrort robo do nie,irt tuHo il famigerato roman::o r<1to C' un it's~1co non afflitto s:K'li..lkio e di pietà: il nwndo di Borbu~sl". Le feu. e anticipano o ragg1unuono certa da voci mut1lmt>-nte stranie-re d{'-lle \'1e mulatlit"-:-e e dei sl'n- ,cnuuro Jorstnnolo t sgrt1olanre di Oos P.issos e di ha un periodo di chiaro ritmo t.eri appena segnati eCC'anto Celii1t). I' cot11e mai un romon::iere cosi .schiumoso d1 t' d:: genumi costrutti italiani alla b:anca .. ,•ia nuova•·· su fotti e di pt'rsonagoi. abbia :rot·uto u,ia ,anto at·ora E Aià questa è eosa nota.bile cui ,·&..'lno le diJ:-genze e i ca:- colloca::ione nl'lla sloria della narro1n·a con1tn1pora11ea. J>'-'115{j ndo alla Protia frequentt'- .-1 ~ poi le prim(' :1utomo.bih. E' ima co11sinta::ionl". t' uno proteslo. che fa anche Ra- mente ;;iarrupat;J di molti Ce ~o~~!~t.' l~!r:::ìa~~li i~ptu-i{t~~= t·tginani t1t'llo one~ra prt'fo.:ione .den_ota ptr QUf'sta ~~~~:to~~a n~fr~~i. coed~~:~~n~ mo v~l:1: la poesia pe1riarcal~ ;;: 10 ::,~~t::~ iR~~if ~ri 'f.:~n pi";u; ;'~:r:~·ui',~ f; 1 t;~~ trad~z:oni di autori contem- La ''calda vita,, * di GI.\COJIO DEBE~EDE'l"l'I Che nes,uno sfugga al proprio de&tino è una vecch:a :-toria. Ma è curio&o che ce la confermi anche il nostro destmo letterario. di ll'ltOii e di cntiCl. Quando <>ra\"amo ~iovani spavaldamente e– cocciutnme·lle de,·otl a un certo tipo di let– teralurn. cl pnrevn cht• W1 caso come quello d1 Rèpact rosse nfndato all'attenzione di ossen·atorl dl\"ersl dn not. Emno gli anni n cui lo .. HuJilOhélas .. di André Gide. co– stretto a ilconosc.erc nello 1/ugo li più gran– de poeta fr!Ulce:;e. et pru-e, 1 a la più abile glustiflca zlone della nostrn 1LSSenzndal !e• uome.nt di produttività torrenziale. do,•c la ge.nJallu \ fioriva sull'nccumulazlone. In un modo spontaneo ade5pota e libertino, pro– vocato dnll'ecCC:...'¼) mtdt!l1mo dell'entusia– smo. dell'esubernnzn qul\Sl !anaur.znta Del resto, anche dn noi, Alrredo Onrglu\o aveva concluso che In sola arte pcnl.ncntc alle nostre possibilità e al nostro spirito cm ormai quella che nasce,•a da una « ma– cerazione critica•· Se tale ero il comporta– mento prescritto agli artisti. s'Indovina qua– le do,·e~ ~ere quello spett.ante al crlUcl: una critica alla seconda potenza. un·utte– nore macemtlone della mare;auone. E può daMil che le nostre scelte dt allora fossero anche un espediente per difendere Il genere di lavoro che cl pa1-cva più urgente. Non dbcutlumo se sul regh-tro umano e sociale, quelle: scelte potc~ro apparire frutto di ori,;ojiillio(' di prejit:ludlz10: a occhio e croce r1- ~~it~;~ddtt1~tc:t~r1~1.e~~a~~nc~f~~j e lmpegnouvl, quanto qualslusi nitro Im– pegno p1u O-"lCIHntt\mcnte umano e sotlale. Oggi tuuavlo. succede che, mentre da glo– vu.nl accantonuvomo romanzi come quelli di R èpacl e di nitri !-Crlttorl della suo fa .. miglia. con WlU Rrtefntta ollmplcltà. da vec– chi, ormo.l capncl dt evltore certe nggre~– ~lonl tropPo \'Itali, ndc~ cl ntro\·lamo. vecchi. ud cs..."-en.giovani lettori di Répacl. Alle ragioni più lntrmseche c. direi sto– riche. che et ~ollecltano a questo ritorno - e ritorno r.l può chiamare un Incontro che per noi ha Il sapore, quns1 di un primo appuntamento - si aeglunge un infoltirsi d1 richiami: la nuovt. esplosione di fecon– d,tà ni ilo ,1cr11toi<' che ricrea ex novo per noi. glt as.-;.enti di allora. quello spettaeolo della sua cfHclente g10,•inezza. al quale al– lora non avevamo voluto assistere. come riapparizione diretta e corpulenta del• la e cosn • sulla pagina; ti tutto. fondato sulle premesse catt-ollche del Ma.56is, autore in que.l tempi anche di una ramosa Difeso dtll' Occidtnte. Ma quel libretto ci dava allora da pensare. soprattutto percM bloc– cava in forma drammat-tca e irrlmedl ab1le. l'antitesi tra e stile• e nan-atJ\"a_ Vt ern.no espost.1 o rl!erltt opinioni. pareri. argo menti.,. capaci dl scomgglnre per sempre i caccia– tori di stile dall'applicarsi all'esame dJ un ~d!R~~t a ~~ad~l~a~~~i ~:1n~1~:fi~ L!::= rore principale dello "stupido secolo decl- }1!~~n;~;• :m::rn:.~~cr~~.~~e ~e1~-~~ semplicemente. dl averci visto un'opera d'arte• Ma allora Flaubert-? cl si doman– da\'a subito. SI capisce che non eravamo tanto sprovvcduU da non accorwercl che tutto il sof\sma di queUa bourode dipende– ,·a da una scorretta e ,·rtlCWiadefl.ntz.ione dt «stile• e di «arte• li male è però che. anche superata ogru supcrsUzione dello sUle come « bello scrive– re•· nel senso della plasticità pura e della muslcalltA. l'antitesi tra lo scrivente in bello stile o, viceversa. In apparenza, SCD.7.R stile. rimane per I narratori un problema intrin– seco, di mestiere, che potrebbe Inasprirsi fi– no a paralizzo.rii o. snaturarll. Un problema che non data. certo dall'et delle gioiellerie post-pa.nmsslane e pos~lmboltstc, nè dal dilagare In leU.eraturo. del wagncrlsmo, eon la sua. suggestione che si possano muovere dram.1nnUcamente vicende e personaggi, dmppegghuidoll In un conUnuo tessuto d1 splendori. Fin dogU esordi del romanzo rea• llstlco, Bnlwc e Stendhal si beccavano CO· me due golll sullo ~rivere bene e lo scri– vere male. sul Lent.nt.ivl di lncrosUU.l.one sUJlstlcn, sugli sforzi di élegiantfser. che di· ventavano altrettante oaQe1. E alle « ne– gligenze di st.lle •· rimproverategli da Batz.ac nel saggio sulla Chartreus<' de Panne, Sten– dhal rispondeva lndiret.tomente, rinfaccian– do a Balzac di adoperare certe !rasi nobili -...come cl si lnfilnno I guanti gialli •· Ma perché noi critici, arrivati dopo la ph) splendida fioritura del romanzo, cl lnqu1e– tavamo di quegll astratti, e certamente er– ronei. problemi di stile? Perché essi giu– stificavano la nostra predilezione per una arte più di essenze che di eot.e. più di em– blemi lirici e suggestivi che di presenze dirette. Era già un modo di riconoscere. sia pure per esclusione, la plauslbllltA anlsllca di quelle presenze dirette. con le quali cl tocca sempre più di fnre I conti. :~~! ~~~r~l~•~ta<'~~~~:~a o;:tr~ piU cli<' 1rentt'11nalt fl'del1à alla norrat1i-a: tnfotll ha r~a~t ta1i\"!;~~\t~~~~iti_dJ! ,_ ___________________ ,. !ò:enza p,.>rtare seomp:~ho. anti comincialo a battt•rsi il petto quando. 11el "54. si è tro- rodo n<'ll.:1dil'<'tta fo:-ma dia- di~l\'endo molte tradizioni di ~-,"c'cnoi~ei f;~~i~e 8 ~ 6 q~::rfo:oqr~!~:~~ 11 fi 0 tt~r"i:~~ ~e otc~~ lettale. i:i fondono pienam1>nte :-.on $Ono d'accordo. tutta,·la. con G ian– carlo Vigorelll. che parla della no: .t.ra at.– tuale atten1.tonc n Rt.>pacl come di un'o no– revolt' ammenda. Sap( vamo abbastanza bene che la no.stra specializzazione di nliora era po.gato a prezzo di unu serie di autoesclu– s1onl da molL nltn aspetti dell'arte, che avevano ~ell7.n dubbio Il loro valore posi– tivo, Molti di noi, pe1 esempio, ricordano come si glocnvn con Saba a rinfacciarci quella che chiamavamo la « calda vita •- Era una fr3.">l' fche avevamo coniata un po· tutti lnsieme, fl.nchè Saba ne ha fissato per sem– pre il senso e l'lntonaz.ione ln una delle sue più belle poesie. Quella « calda vit.a • era, 1ru1eme, w1'asplrazlone e un rimpianto: lo dice con lncompnmbile affetto. appunto quella poesia di Saba. li quale. peraltro, rl– conoi;ceva anche lui. In quegli anni. l'ap– porto della nostra cnllca, quantunque ot,. tenuto attraver.;o la rinuncia a molti doni della • calda vita•· Tra quel doni. non era escluso che ci fosse anche la più cont.nglosa e qua..;! fisica umanità di molti libri, al quali non et applicavamo. Quelli di Rèpacl, per esempio. Torniamo a Répacl. Dobbiamo consta– tare che un po' ern anche lul sulla nosrta stessa barca Probabilmente, cl sarebbe stato più facile affrontarlo, se fosse stato lutto dalla parto del puri narratori di cose. Ma, tra le svariate Istanze che confluiscono nel• l'amalgama di Repocl scrittore. c'è anche la tensione verso lo stile. Inteso come sug– gestività e prestigio formale. Lo dico In piena coselenzo. polemica. anche a ~to di farmi smentire daglt amici che sono ri– mast.l più fedeli guardiani della. poesi a pura e della p~o d'arte. Se occorrerà. arri.ve • remo flno a discutere sulla cltntlone . Pe r Il momento. n.ffermo a ragion vedut.u, che vengono I punU ln cul Rèpacl lavora Wlche, nel corso del suol romanzi, all'architettura della pagln.a in sè, della pagina che n.splrn al requlsltl pe; diventare antologica; ven– gono gli attimi. in cui Rèpacl tent.a. la fra– &e·tallsmano: quella che. per movenza. in– flessione. suono. potere di emanazione della parola, vuole trasmetterci li senso delle cose. alt.rave~ la loro suggestione_ e magia La !rase che si guardo nascere con rcmoiione che st prova quando. nell'<>sservare un'or– chestra, vediamo I violini alzar:.i tUl ti in– sieme verso la goto del suonatori. pre1Hudizio, e lasciando intatta • n('I t... ~to. perché riattinJ:ano lo corale natura dcj?li affetti: meno distrauo e mt'no prevenuto su tuui i suoi roc- al tondo linguistico di una tra- un:i. fami~J;a calab~ imrnes- conti d:zione che le regioni dell"an- ~ n,ell:i ·;:t:i. di tutta la ,;;ocletà Tra l'nltro. in quelln t·oluta::ione che è_ In ~orso tica Italia l'bbf'!"O comune: e ital:ana anzi europea dt'lla oos1de110 ., norraut·o mend1onde --. più. dt 1111 la Cala.b:-ia è pllr s<'mpre una bo~o sèo 1:e~~~dr!: i!n!u~~tt\mi ~~~!~,: silo è s:~~t~a1odef 1r~~~E~ ~~~,e~!a~~, r:~~~o :~ ~~r:ae rje~cn/l~~n~t:~:s~1~t;; R~pe h3nno innanzi resempi_o ;~~~1~1: ~i~/fc;d tr:rri~.'":,.~"-1' afa~os1:i a~,1~~-i~ueo~11;~ dicendi ~:] ild;~;l~~e è ilt~hie <f7; od essere II qutidro siraripante di cinquant'anni di l'Ilo ;-.~!! :~r~bi~t~~ll~u~·i~~<'~t~; potente sc-en:i. cOn cui s":i.pre ~~J:~:\r:ar 1~ ~ 11 ~to/i~ 1 d.~~~~a;f:;~J:r;:~d~ol::n~è;~';i~ sua eap,1cità di scelta. come il rom.-.nz.o) ha detto ad ..::~t anche sono qut'sto a.,ptllO. uno cosc1t11::o ruropta. a~!!r co:i u~a ~rtt,~ ,•irtù di supreme parole di \':«tico. stn:.a le t>rt'dt1ò obbligare dtlfo prot·incia e dtl dialet10 ~stie~:. ::;:-e-!idn~~- ~~~~= O_.rn: creatur 3 di quesu fa- Dot'e i_ possoio il terrt'mOto. è assurdo cht.tde~e una t('S:S.('nz1ali l"CC., Rèpacì attm54" miglia ha un ,·olto e un ca- rondotlo _ 0 uno scritturo - cosa!inpo. Repac1 t·ale con per'èonali risultati a tutte ~~e::: m~~~t-Oe f:.nasi ~~~= ~:; ~a:~i:m:is~~d:~:· l~J~; ::u:~:1U~: 00 s~;;::=~onr:;m!~ ~ena~~kne=o2~f~nd~ng~~~ :r::::~~a~: 1 d!1;i ~\~~:~tin: sta. perché non far posto o un anarchico? Xaturalmt111e :;~~i%~io~ ~noenr: d~fle s~rct ~bria. Lina. Orsa. Gilda, Ani- '::::nif:à t~!~~e~\\~o:acf~~!~~ cpht'er 1 ~~:~f_'c~ èlounfo;;~ d~tte parole in libertà. col con- !t~0~18~~10;a~:· !~:U:~ compo11t'n1t• o dis~ipotrice di umo il suo mondo bol::o· :~~ 0 1~ 11~~ ~-~r'~fi ~~;~ 110, ~éoro e Leto. portando chionompnl~ superpopoloio. vi proJ)OElizioni centnfughe ove !IIUl:e eose l"sttenzione stupita GIA~CARLO \'IGORELLJ è ~ret<sa la verùigine di cer- e quasi a.ggre:ssh·a di ehi ,,. 10 le te scene nell·atto in cui Si pro- prendere possesso del mondo. ,_ __________________ _, ducono Con questo suo ricorrere' <11 più diven;.i espe:imenti v"'r-balt come con le parti di9logate e i passi diaristici egli corregge mdil"l:'ttJmente il pericolo di monotonia che in~enera !"uso del 1empo ~torico. che un poco farebbe pel'dere rilievo al:e cose per eccesso di rilievo. r:– pudiando la ,•a.rietà dei tempi e dei modi nell'equilibrio del– la sint2o,-s:. E tutto ciò bi-'Ogna\'a dire pcrehè non è di(fi.oile scam– b~re l'esuberanz.a eh!? &bbi.J– mo vista neUa colorita fanta– sia di Rèpaci e nelle sue san– .;ui1rne metafore, per un ab– bandono non sor--e~liato dello ~tilc. Bisogna penetrare nel suo mondo e riconoscere a un tem– ,>er-amento cosi veloce ant1 fulmineo il diritto di un lin– ~'Uag.s:io congeniale. Fortunata quanto ingannevole è la for– mula di uno stil(' del oodTce Ma nnunclare all'uso e aU-ass!m1laz1one di valori probabilmente positivi pe; spiegarcene altri., a cw la crlt.lca e il pubblico erano meno preparati. chiedeva una consapevole asunenzn, dunque una virtù. della quale non slamo tenuti oggi a chiedere scusa nè a offrire riparaz.lonl. Semmai, oggi po'i.Slamo rallegrarci nel constatare che gli strumenti critici. allestiti ln quel lontani esercizi di let-tura. ci servano anch e adess o per leg– gere i libri che allora aveva.mo tenuto in serbo. Tutt'altro che un a riparazi one. o un atto di contrizione. Ci sembra. invece che agli scrittori giunti a. noi Indenni e nuovi con fa loro storia onnal matura, noi oggi slamo in grado di fom1re - sia detto senza iattanza - una nuova integrazione critica. sulla base di una nostra storia. che cia– scuno di noi si e sforzato d1 maturare Ma che. fin dagli anni dei nostri più guar– dinghi rigorismi let-ternrl. !assero già pre– senti le domande a cui adesso dobbiamo rispondere. lo potrebbe dimostrare un pie• colo fatto. tutt'altro che casuale. Chiedo sclLSa se son costretto a riferirlo in prima ~na. Mentre leggevo. Il Deserto del sesso, e venuto a posarsi sul mio tavolo, quasi per un apporto spiritico. un libriccino che, nel "27. c1 a\"eva abbastanza preoccupati: le Té– ft.eclions sur l'art du. roman di Henri Massls. ~a ;:f ;~le~~ "J~~fe:~':i::~~~I:~~~: ~~ teso soprattutto come Immediatezza umana, Rèpacl non ha mal detto - gcommcttlamo che non ha neppure mal pensato - di ml– rare a un asciutto, spolpato stile « c6de clvii• Molto più spesso che a uno S~ndha1 potrebbe caplta;gli. quando si rilegi:e. di tm. battersi m una fraseologia addmuura da prosa poetica; nel suoi « ccoutant le sllen– ce •· Ma del suo • «cout.ant le silence • r« Notre jeune nulana,., marcha1t écoutant le stlen~ •J ritrovato nel rileggere la Char– trerue. Stendhal chlede\'a scusa al futuro lettore del 1880 Diceva: era nec~arto scrt– ~:fe 1 ~~• per piacere RI miei contemporanei Rèpaci, non. chiederà SC\be del genere. Dirà tutt al piu: ho dovuto scrtvere cos 1 per piacere o. me stesso, per trovare quel pieno consenso interno tra li mio gusto e la mia is~irazlone, senza 11 quale anche la carica })lu attiva f\nJsce col dubitare di se stessa. Perche anche Repacl è flgHo di una poet.lca che, con tutte le sue rivolte. le &ue prese di J>OSlztone dalla parte del realismo, non può non tener conto degli ocqutsu tecnici e strumentali. di cui andiamo debitori alle grandi, meravigliose èsperlenze decadenti- .a.èo.a.cl parla al • Villa S. GI ovannl •. Seduti: Gino Darla, G. B. Anrlolettl, :\Iarioo lloret ti, Antonio Baldiul, 11 lllnlstr o Cassklol e il Prefetto Lonro c1nlc, che Stendhal presume\"a '-------------------------------J

RkJQdWJsaXNoZXIy