la Fiera Letteraria - XIV - n. 8 - 22 febbraio 1959

Domenica 22 ÌeblìraÌO 1959 LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 GALLERIA DEGLI SCRITTORI ITALIANI . ARTURO LORIA --------- TRE POESIE Vocazione ~i narratore IN ATTESA DI UN'OP del"Besti·ari·o ,u GIAco.110 _._,,To.,,x, La narrafrva fu la ,·era costruire l'opera tale quale che gli sarebbe venuto più ci mettiamo a costruire sul ,·ocazione di Arturo Loria raveva immaginata e creata. !acile per riprendere poi serio->. ff scrittore. La prima. cui gio- Lo stimale interiore ci fu il e Tiltamanti., considerato Purtroppo non potè essere ,·anissimo ancora dovette sempre. come si vedrà d"al- sempre l"opera maggiore. Un così: poche settimane dopo una meritata fama e, stando tronde quando un giorno - po· più tard, mi riparlò del Arturo Loria era scomparso a quanto ebbe a se.i vermi ri- che vogliamo sper~re no~ progetto in una lettera. Le senza la possibilità di ag. petutamente in anni recenti troppo lontano - gli inediti circo stanze lo distolsero però giungere più nulla di nuovo ed a ripetermi anche duran- verranno pubblicati. ma le dall_ 'attuazio.ne come gli im- affopera già ultimata. La te il lungo incontro a Parigi circostanze propizie ad un ped1 rono d1 scrivere quei correzione delle bozze del qualche settimana prima _del- lavoro di lu!1ga }ena n_~n ~i lunghi racconti cui spesso a1. 1 volume e Settanta Favole> la scomparsa. pure l'ultima. furono quasi mai. A prn n- ludeva e che avrebbero do- edito da Sansoni ru il lavoro Per la narrativa Arturo Lo- prese Arturo Loria diede ini- vuto segnare 11 suo ritorno finale. In attesa di eventuali ria a_veva un talento innato. zio alla nuova stesura poi si di narratore. Il rammarico inediti. di Loria narratore ri. il bisogno di narrare era in interr~ppe per ultimare la- ru in lui costante e durante mangano quindi soltanto 1 lui istintivo. corrispondeva vori d1 impegno minore. chi quel nostro ultimo incontro tre volumi giovanili: e 11 a qualcosa di profondo nella si dava pure interamente ma parigino passeggiando lungo Cieco e la Bellona>, e Fan– sua r.atura. Allorche una per un breve momento senza le rive invernali della Sen- nias Ventosca >. e La Scuola ci:udele e stupida sorte loco- ntenerli decisivi per la sua na in attesa del trenino che di Ballo>. Essi bastano tut- diArturo Lo ria * LA SCOLOPE'.'IDRA Seguitato il tuo segno sulla duna. potei scoprirti a capo dell"intrico. in corsa sul ru Ilio dei mille piedi che toccano la sabbia come cigli. lasciando a impronta frane leggere di esercito che marci in doppia fila e poi scompaia. caduto il miraggio. eniro la sabbia che un soffio ragguaglia. IL TARLO Di noue. il ticchettio dell"orologio ti cosiringe al uo ritmo nel lavorio nascosto che una traccia conduce a denuncia: quel filo di poh·ere al monticolo piovuto a tuo ritroso da clessidra. Sei solo? Un compagno s·alternn al 'trapanare continuo? Uno schianto. buio sparo. mi scuote. Fu il ,·ecchio legno ad aprirsi. chissà do,·e. Tu 1aci. Temi forse ch"io te ne accusi? \"o: .,,-asicuro: sgretola il silenzio. 11 lungo scavo entro il labirinio a mille u cite obliate per la nuo,·a. accresce una ro,·ina ch"io non curo, tarlo più solo <l'i te. senza eredi. LE RONDINI Anche quest"anno al mio cortile! Siete le madri o siete i lor figli che già ne presero con ala radente misura pe,rfetta e rischiosa? Qui ,·i ritrovo senza vostro annuncio. Sol dal possesso dei muri balenò la finzione. Io sono un testimone alla finestra con gli occhi ai '"ostri ..-oli nella sera, un "olto tutto olo nel riquadro dove apparirà quello del nuo,·o padrone, mentre l"antico biadisce. medaglione cli smalto inca ato nel marmo. ARTURO LORJA f!~;~ dt~re~~~~~: 0 :ft~rr~ri~ st aJ~~a :~lt~crJ~~;~Ìe un no- feosv~~ac~~c~~ut\1 :u~~:~~ ta\·ia per assicurare ad Ar- bastava ascoltarlo per ren- stro incontM a \"enezia. mi proposito di consegnare en- turo Loria un posto fra i mi– <lersene conto. Quando si pare nel 1949. mi disse di tro l'anno un volume di rac- gliori narratori italiani del passava qualche ora in sua avere preso una grande deci- conti nuovi a~ suo editore ~o\·ecento. testimoniando d1 rompagnia ad un certo mo- sione. di avere un secondo per farlo seguire quindi dal un talento tra i più originali mento immancabilmente di- romanzo in testa molto di- e Tittamanti >. e Oramai. mi GlACOMO AXTO:Sl:Sl ceva e ho in mente un rac- ve!"'Sodal e Tittamanti > e di disse. non abbiamo più tanto conto. questa mattina ho pre. voler scri\·ere prima quello tempo da perdere. è ora che so degli appunti. dimmi cosa te ne pare> e sul momento ricreava a viva voce un am– biente. dei personaggi. un in– treccio immergendoli in quel clima particolare che era il suo. :Molti di questi racconti a lungo rimuginati od impro\·. \·isati sul momento non li scrisse più. Dopo la forzata interruzione. dopo la distru– zione del manoscritto di un grosso romanzo già comple– to, pronto per la Stampa. e Quello di uno se non due vo. lumi di racconti lunghi inte– si a segnare il suo ulteriore sviluppo susseguente a e La Scuola di Ballo>. non ebbe subito il coraggio di ricomin. ciare. cercò forme diverse. altri modi d'espressione. Cosi nacquero i suoi e Atti Uni– ci>, e Endymione >. e Settan– ta Favole>. e Bestiario>. opere in se sufricienti ad at– tirare l'attenzione sul suo singolare ingegno. Ma sotto sotto pur fortemente attira– to \·erso il teatro. verso un teatro molto letterario con una forte impronta di Jean Giradoux. continuava a so– gnare un ritorno alla narra. tiva. sentiva che la sua \~era strada era quella. Cercò infatti di riscri\·ere il romanzo cui a\·eva la\·o– rato durante anni. nel quale aveva messo il meglio di se. i\Ia il e Tittamanti >. come oramai tutti lo chiamavano gli costav::i fatica. Durante gli otto anni circa che sepa– rarono la fine della stesura originaria e la possibilità di ripresa di un normale lavoro letterario troppe cose in lut eQ ~uomo a lui erano mu- (l'onLinua a pag. -1) l____________________ , tate per non impedirgli di ri- Arturo L<frla nella sede della RAI a Firenze (no,·cmbre 1955) FANTASIA E l!JIIA \IITA' * di n o -' .l ,. E -' T lì n _l 'l'ECCDI se ripenso proprio ag,Ii esordi di Loria e torno a Jegg,~,~ La uombu, pr1111a novella del P.rnno volume, oedo abacc1arm1si in frana davanti_ agh occhi, come se Jossero Jantasmi, tutti 1 e m.otna_> che J)OJ ritor– nano nelle novelle di Lona. e I Juggiasch1, varcate le ultime colline procedevano nel fango da una strada di pianura pi~na dt buche e di carreggiate acqmtn· nose. "Tempo da ranocchi'• - gridò daffallo del bar– roccio un carreHtere che veniva dalla c1tta: ~a la su_a voce scherzosa non trovo eco nell'aria umtda e tri· Sle.C~a;::":u:ist~~!~; ~oria in questo primo ~eriodo: ii gusto per la gente e.l.~lege, per gli evasi o 1 retetn dalia vita conwne (• t Jugg1asch1 : e III questo caso si tratta di un bandito, di due donne, amanti tutte ~ du.e del bandito, di un "ragauo•· che li iegue perche segreramerue rnnamoralo d1 una delle donne); tr> quel e varcare le ul11me collrne, procedevano nel_ Jango di una pianura c'e, anche come andamento interno e musicale delle parale, il senso d1 un paesag,g1~ vasto'. allontanato dalia 1aniasia, senza prect~to11e dt luoghi geografici e soprattur.o sen..:a rndic~10111 d1 wm~. come e tipico nelle novelle d1 Lona. Anche quel le game affatto straordinaria, di due donne a un uomo, che don ,a sua auwrila brutale le forza a una rect· proca tolleran.::a, e nei .gu:,:to d1 uno scr11tore che non guarda 1roµpo pel sotule a certe cose, e nelle_ • car– reggiate acqm1rino:;e , nel tempo da ranoccht •, nel e Jango • deiia pianura, c·e quasi un_ presenumenlo dt quella tende-n;-a ai t·olori iroppo canchi e 1orb1d1, che e uno dei pericoh nell'arte d1 Lona. ,'\fa nella stessa scelta dei nomi. Zarrillo, Sqmui, nell'andamento avt.·enluroso della novella, la quale s1 svolge da ultimo 1r1 ut1a casa in cos1r~1o~e, con un fai~asWco armameruar10 d1. solai sc-ncch1olan1t, dt fum sospese nel t.:uoto, d1 tetti a meta scoperu, 111_ una notte piovigginosa e soprattuuo nei brani m cm en– tra in a..ztone la r;omba di Squuu, quando_ il ragazzo si burla de 1 gabellieri intronando loro all'1mprovv1s0 le orecchie e sul tetto della casa, dopo aver compiuto la sua vendetta, ril"olta la tromba al c-te!o, v_1soffio tre pazzi squilli di nttoria . è la fantasia d1 Lorta che irrompe trtonfanle. R1cche.:za d1 fantasia: questa e la nota predominante, caraneristic~, che anc_he un profano scorge nelle novelle d1 Lona, e se e vero che l'arte nostra di la dalla perfezione della bel_la pa- na ha da rinnovarsi nel tessuto stesso delle rnven– fi'oni·, non t.·edo perché anche qut!sta ~icchezza di !an– ta.sia non possa enere un ~Jeme11to nnnot:atore d1 so– iranza e di forma. Fantasia felice, festosa, a!!e volte quasi ebbra di sé, altre volte venata dt un rnquteta e oscura malinconia... Bellissimo dono, come forse nessuno dei nostri giovani scritlori oggi ha. Certo, ci sono anche i pericoli di una tale fanta· sia. Ho già accennalo al gus10 di Loria per i colon carichi, grassi, dei quali. eg,H in certi mo,?1enti sem– bra servirsi non a pennellate ma a secchi, con una sensualità che può apparire eccessiva ... In altri mo– menti Loria, più che preoccuparsi di creare, sia pure in un clima fantastico, i personaggi e le vicende delle sue novelle, pensa a costruire gli scenari, i fondali: con gran lussuosità e ricche.:::a e anche con pre.u1- g1osa abilità, ma con un senso di vuoto nel m.e..:.zo della scena. Se non ci Jossero qua e là acute e im– provvise annota.::ion.a, le quali dimostrano le sue qua· lità anche di psicologo - qualità lentamen1e progre– dienti, come vedremo, dal primo al ter.::o volume - si direbbe che a Loria manchi l'interesse per le anime ... Ma quell'acutezza c'è, rivolta anche ai fatti spi– rituali e ai caratteri. E interessante è seguirla ap– punto perché essa ha un procedimenro lento, fati~ coso, pieno di difficoltà e di ambagi. Di quelle e dt questi Si risente il contraccolpo anche nello stile. In uno stile quasi semp-re "sostenuto", che sa trarre ef– fetti di ironia e di comicità dalla ricerca di parole poco usare o difficili; in uno sti_le fortemente battuto e lavorato, che crea un linguaggio poetico in cm "Tm– telligenza" ha sempre molta irnportania anche quan– do la fantasia sembra volare più libera, nascono ogni tanto scon quassi, oscuritli. Non sono distrazioni, né rilassatez.ze , come a prima vista si potrebbe pensare, sono invec e I momenti in cui Loria introduce, forse soltanto per necessità di trapassi narrativt, nella slruuura dei suoi racconti motivi sentimentali o rn– gioni vag,amente moraleggianti. Gli è che l'acuteua per i farti spirituali nelk! prime novelle di Lorta e solo di natura intellem.1alistica, volontaria; e l'im· perfetta "sutura" con le parti fantas tiche produc e squilibriì non lievi in novelle come L 'appuntamen.to , Il registro. Il tesoro. del primo volume, e in Fann1 as Ventosca. Racconto d"inverno del secondo, novelle che a me piacciono Jino a un cerro punto. In confronto a queste, i racconti di argomento puramente fantastlCO quali la giti ricordata Tromba e Il falco, sono assai più felici e omogenei, con uno stile tutto concreto e reali.:.z.ato, e con momenti bellissimi di poesia. Ma giò nel primo volume, la novella II ciec? e la bellona. che è la più lunga e la piU bella, pone 11 pro– bleina deU'c umanità> di Loria. Delicato problema, data la natura dello scritt.ore. E se nel secondo volu– me si può parlare di un. progresso, in mez::o a parec- chi sbandamenti e turgidezze eccessit:e, è proprio in questo senso-: che i personaggi di. Loria si sono stac– cati dagli sfondi troppo lussuosi e ricchi e vivono una vira propria, come avviene nel racconto Le sirene e nella pnma parte di Tra due ponti. Nel terzo volu– me infine, La scuole di ballo,accanto a raccanti tipici quali. L"ore sul mare, La danza sul prato, in cui c'è una specie di curioso "scaricamento" automatico d1 problemi e di preocc-upo.zioni morali con un pacifi· corsi di queste in atmosfe-re musicali e leggere, le novelle pri.ncipa.li , che s'intitolano La scuola di ballo. Il fratell ino, La serre. indicano chiaramente qual'è il proposito costante e l'ambizione di Loria: creare non soltanto vicende at..--ve-nturose in un clima d'alta fan– tasia, ma anche personaggi e fatti umani. Qui però è il punto più delicato. come dicevamo, dell'arte di Loria. Quando noi parliamo deU'c umanità> di. uno scrit– tore, di un suo senso etico, ci riferiamo quasi sempre a certi problemi di morale o magari anche di reli– gione, pensando che il cammino mteriore dì. un dato personaggio porti a una catarsi o a una catastrofe, a una salvazione o a una condanna. Nulla di tutto ciò e in Loria. I suoi personaggi sono tutti angeli decaduti, non solo di fronte alla morale comune. Loria li prende per mano solo quando essi son precipitati, senza pen– sare minimamente a una "redezione". Non credo che si possa intendere bene questo lato dell'arte di Loria se non si pensa alla sua origine semitica. Una certa ..indijje-re~a" di fronte a problemi (tici di ognj e qualsiasi specie può essere un indizio. Ma non è in– differenza cinica, né tanto meno ostentata. E neppure c'è in Loria il problema, posto già da scrittori moder– ni israeliti, specialmente tedeschi: dell'c intoccabili– tà•• dell'innocen.:a primordiale e inalterabile delle anime. Niente a1tatto. I lenoni di Loria continuano a fare i lenoni, i banditi a correr le campagne o a eva– dere dalle prigioni, le donne di facili costumi a fare il loro mestiere: e rutti con una specie di candore e anzi di bontà ... Tutti i "birboni" di Loria hanno que– sto di particolare e di caratteristico: che sono simpa– tici, nonostante che siano e rimangano della gente fuori legge. E questa =impatia non è tanto per meri– to loro, quanto perché cade su di essi, con una certa luce generosa, la bontà dell'autore. Credo sia qui - oltre che un limite - il seme, o uno dei semi, dell'originalità dell'arte di Loria. BO~AVE~T' RA TECCW cli ROBERTO P_IPI Ancora un pen.iiero ~1 no1tro indi· menticabile Arturo Loria? Un. nostro ri– cordo di Lui come da pre.sentarti a un pubblico nuovo? Ma qua1i. imponibile. ormai. e specialmente per noi amici. Ar– turo Loria mori nel febbraio del 'Si. E ventiquattro me.si .sono troppi pe-r riattin· QM'P- dal dol ore parOle che sieno anch~ una notL-ia. E d'altra parte troppo pochi 'Pf'Tche 1mmag,ini di lui n0$cano se~e-ne ~ ~ponranee. come i fiori in _cima agh steh. Pranto come fu da tum (t! la parola) ATtura e ancora nel ,uo ,anno più pteno. Dorme la g,rOssa. si direbbe. Si tTOVa al punto delta sua maS$ima lontananza ~a :ioi: a quel punto per cui .sembra che sia per eS$er dimenticato. perchè dolore da sp<•nde-r1inon ce n'è più e il gomitolo del– la memoria non accenna affatto a muo– ve-Te il .suo /ilo. Ma così accade sempre e .sempre det:e acc;::adere. com'è per og,ni arti.sta. perche anch'eg,li poua rina.scere auraver,o la lucent"eu:a della mente, una rina.scirn critica e inre-rpretatiua in noi, a opera della .w.a opera. E non ,i può rc>g,olare il tempo di questa nuova na– scita. E tanto meno disturbarlo. E queste sono cose che il pubblico non .sa e anche non deve sapere. Ma g,li amici e anche i ~,.,;~1!'.· dunque. come .si diceva. an.::i. impossibile districare di_ tra. le lunghe rene terrose di questo s1len--io e poi da quel sole che le contiene e le carez.::a e le coltiva. una figura che per esse-re nata da una amislà che consiste principalmente di futuro. seconda noi non potrebb~ altTO che arrendere. una volta c he que st attesa è tutt'uno con l'immag,i11e stes.sa del fu– turo. della perfe:ione. Ma è pro~ io per ciò. infatti. che ogni morte (e poi quella di un amico) è sempre un a mor,e 1ncom– mensurobile. Perchè è. ri. raue.sa di que– sta rinascita o perfe=ione. ma è un'attesa che viene pagata dai t·ivi con la moneta di una priva.:ione che è tutto quanto di pii, contrario alla vira. la quale rita. invece. ha il privilegio di non imporre cau::ioni pel suo futuro. E il suo futuro può restarsene chiuso in un cuore. come la frag,ran;-a nell"interno di un frutto an– cora auaccato con le .sue foghe al ramo dell'albero. In.somma. la realtà di tutte queste co.se è qui ria.s.su111acon chiare::zo da qu este poche parole: è arrivato il momento per– chè l'opera di Arturo Loria, un'opera che è rima.sta come inedita e quindi non po– tet:a essere che postuma. 'Veda la luce. salga sul banco di prova. Una prova che .sarà. comunque. l'ìntegra..:ione definitiva. il compendio di una. delle più affascinanti figure del nostro paese e per ciò .solo segnerà la nascita di un'opera sicura. u_na opera che avrebbe a porer,i dire media– trice pe r le implicite ri1or.se di medita..:io– ne che et.sa apporta. E mom ento più pro– pi.:io di que. sro (tu1to poog,ia10. si direbbe. sulle ,palle di un beneplacito di lui) n on c 1 potrebbe essere per la cura fatico.sa di questa C"di:ionc. alla quale. c ome si. s a. accudisce Alessandro Bonsanti e ormai già irl accordo con Arnoldo Mondadori Ora, semmai, (e fosse questo per -noi il modo di agg,iungere qualche altra noti.:ia .tu di lui) trovandosi questa figura come a un ideale punto di me::o ira una .sua realtà fisica e ,rna sua realtd compiuta– mente morale. noi suoi amici. ancora come toccati dalle virtù di questo suo pres1igio reale. non. si dovrebbe peTdere questa occasione per considerare come in funzione critica. cioè come .se fouero 'Va– lori tra1figurati. queste virtù di un suo pr('stigio Teale. quindi portarle a conrauo con que lle rinchiuse nell'opera d'arte. appena e.s.sa apparirà. ottenerne un ra– pido sco ntro e confronto. cosi che le une e le altre abbiano di nuovo vicendevol– mente ad arricchirsi. Non credo vi sia in ciò alcuna mano– mis.s-ione o diminu;-ione artistica. A,ci. Anche un'opera la sua for=.a di persua– sione la eseTcita tanto di più. quanto di pi1t propone casi di soluzione. E d"altra parte que3ta figura uma na di Arturo m e– rita que.sto confronto poa-tumo.qua.si lo chiede. Così come l'ope ra lo consente e anch'essa lo desidera. Perchè? Sarebbe come dire che quest'opera di Arturo il suo g,iu.sto rilievo non lo porrebbe trovare. per tutte le dedu.::ioni che ne verrebbero im– plicite. che in un confronto diretto con quei modi della sua vita. ora che anche essi sono un resro. un resto di cui si può dar lettura. E dove vi è. in ciò. manomi1sione ar– tistica? Senza parlare del dono di ami– ci..:ie che il fauo rappresenta, dono da parte di lui. cosi che l'uomo. l'amico. con• tìnua a restar tale anche al di là del cam– mino che gli e stato concesso di percor– rere. è certo che il materiale che •ne verrebbe. con quelle dedu..:ioni. sarebbe il più ricco e vario e fertile di cui mai cri– tico si 1ia trovato a disporre a contatto di un'opera. E anche il più. nuovo. og,gi che una nuova critica. cioè l'autoritli di una nuova opinione. ai soliti quesiti sulla validità di un·ope-ra, aggiunpe giusra– menre quelli di un ambiente. di una so– cietà che la genera. cosi che ogg,i rocchio del perito più ancora che dai frutti e at– t'Tarto dai tTonchi. dai fu1ti. qua,i fosse tornato a capire che il be-ne e il male dipendono dal terreno Queseopera e quesla vita di Arturo. in un loro confTonro .•sarebbero p-re.::iose. de– ci.,,ive a rafi indicazioni. Ne risulterebbe un. accordo, un suono, u~•eco, dei più upici della sua tastiera. E rivelerebbe che la sua vita era materiata di fede. proprio di quella fede che na,ce da una partecipa..:ione diretta alle cose e per cui sembra di po1er senten;-iare che natura umanistica si& piuttosto atto di vita che non 1pecializza.:ione scientifica. Era. come .si sa. il dono principe di Ar– turo quello di una diretta. immediata co- munica..:ione, che a-i arricchiva iatantanea– mcnte di una vena prezio.riuima: lo a-pi– rito della co flabora....~e. una collabora– zione a-en.za li.miti. una aorta di ade,ion.e a pri ori alla pos.ribiHtd di ogni wiluppo: Tale vena che per es,eTe quella d, e ogni ponibile > era anc~ 1egreta e an.– che • religio,a ». COTTet:a naturalmente tutta in profondità.. Ed era sempre in quella che Arturo ,velava la a-ua mae,tria nella lettura della a-ua bu.uola., nella. ma– novra del suo timone; com'era per quella che egli poteva pa.ssare. senza residui. dall'uno all'aUTo Teg,no. cioè: da quello della vita a quello della a-cien=a e vi- ceversa. Siamo. an-~. con ciò alla nota caratte– ristica più ,ali.ente della sua no.turo e non solo morale: (ad esempio. quella sua compostez.:-a nel presentara-i e che eg,li cercava come di esaltare abbouonan.dosi H bottone più bauo dello giacca, ma an– che subito di ,minuire me,cendot:i. a-i di– rebbe. e come una gentilezza. una confi– denza. il peso di quel ,uo pa.sso un poco claudicante). Siamo. insomma. a quefia caratteristica per cui fu cori ,enrita la perdita dell'uomo: una ,orta di naiu~a duplice e non doppia., completa.. propno quella che ora ci s-p-rona a un simile con· franto e per cui sottrarsi 3arebbe di.s:di– cevoie i.n quanto esso qui non fa muteri di eS$eTe una natura integrale. una di quelle nature di tipo umanistico che vor– remmo dire att·.i.ale, il cui fascino. la cui forza di penetra....."i.one sono det~minati dal fatto di presentare ben visibtH su di se come i termini impostati di una pro– pria possibile interpreta.zione ma che eui mai risolveranno e che per ciò laa-ciano postuma. In ogni modo. sullo sfondo co,tante di questa caratteritiica (e che potrebbe defi– nirsi la .sua di.J-polizione .sociale) non re– sta difficile individuare lo gamma e la successione delle altre note e col loro significato riconoscere il perchè del loro U,0- . A que.sta costante disposi-zione sociale faceva sempre ,eg,uiw, per spinta di g,e– nero.sirà. un fert.,ore mediativo dei più ricchi ed euo conduceca diritto. diritto. sempre per le medesime scale. aU'1neen– ::ione artistica, un'invenzione che per e,– sere frutto di queUa. socialità e genero– .sitd ecc. naturalmente non poteva pre– sc>nrar,i che ammantata di riso. entro quelle luci e quelle quinte. cosi come dere accadere per ogni dimostrazione dialet– tica che può usufruire del privileg,io del– l'estemporaneità; un privileg,io, questo. che consentiva ad Arturo di tenere tutto il .w.o di3corso in tono minore. di porg,ere .souo forma di .suggerimento quanto avrebbe anche potuto affennare. in1omma di continuare il cammino sulla srrada della collabora::ione ch'era la gnnde via maestra. E .se qui ,i. pon mente alla semplicità di un 1imile congeg,no. con la 1emplicirà della ,ua precisione. e al numero in/iniro dei ca.si che poteva metterl o in moto ci. si ren de co nto di quale pre: :io.so stTumento Arturo disponeva pa il . suo l avoro. Ora. poichè a ognuno di quei ca,i corri.spon• deva un particolare atteggiamento, una parricolaTe opportunità per Arturo. ecco come la somma di questi atteggiamenti sarebbe proprio quel ritTatto. quella storia di lui che portata al confronto col suo la· voro darebbe di esso il valore esatto, cioè aggiungerebbe a esso quanto ora potrebbe toglierg,li, ne rivelerebbe un Tecondito si– gnificato. portando in primo piano quanto ora è .solo riflesso. E in più mostrerebbe come buona parte di quel lauoro e già fornito di tutte le virtù. an.::ichè ,uUo pa– gina preferiva attuarsi entro le pieg,he della tua vita, come se Joue quello il luo– go ideale ove .salvarsi al domani. an..:i ove già appartenerg,li. E' naturale che un tale ritratto non debba e.s.ser dipinto che da un pinore di grido. proprio per non perdere questo di1por1i delle forze. il g,iuoco di questo .scambio tra i due. per cui impulsi vitali invece di proiettarsi fuori filtravano più dentro, come ,e già provenissero dal di fuori e da un'inteilig,en.::a esterna e li si cristallizzavano i:ivi/icando,i in una in– di1tinta infu1ìone di ,entimenti come gli 1reli dell,a menta entro ralcool della grappa. ATruro aveva cono,cen.:e, coltivava Te– la..::ioni, in tutto il mondo. Era amico di uomini tra i più rappre,entativi di m-olti. pae1i. A fianco della sua competen::a let– teraria, per una sua cultura storica so– ciale. possedeva. come una SO"Tta di .s~nsi– bilirà tecnica anche per gli spiriti che T~ggono le istittL."'ioni. le burocrazie, quin– dt anche per problemi di .società. di la– voro. E non si parli poi di quelli delle Arti. dei mestie-ri. Ne aveva. Ne aveva dunque di lana da aggiun– ge-re alla .sua spola! E un Titratto intera– mente realistico ci informerebbe su come ~ffluiva~o e sì connaturavano a lui questi 1nteres1t. questi remi. E ci ripresente– rebbe . ? ra_ come quesito, quella opinione che_ n.ot st aveva tfi lui. che cg,ti ste.tSO ci u p1rat :a e per la quale eravamo certi che a tante attitudini non polene corTi– spondere che una mole straordinaria di lavoro e tutta sotto l'insegna della ferti– lità._ del_la duttilità e della grazia. Viaggiatore esperto. avido; pa._"'tente e esp~rro s~dentario; continuo indagatore di f~lll e di cose, quindi conoscitore finis– stmo: generosa patrocinatore di incontri di :app~rti ~ u~mo d'intuito infallibile ~ ca1t e 11tua.::t0111;non era. davvero illogico da parte nostra. pen1ando a un'opeTa di AT_turo, pensare a ~na di quelle opere il cui _nucle_o e~sen...-iale o propriamente creativo s1 arncchisce in una serie infi- ROBERTO PAPI (continua a pai. 4)

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