la Fiera Letteraria - XIV - n. 3 - 18 gennaio 1959

Domenica 18 gennaio 1959 LA FIERA LETTERARIA Pag. 3 Una poesia di LiberoBigiaretti Scaffale vecchio e nuovo: SOGNI D'ORO * Sonetto di Ca1,oda11110 La pa.7.;:enza d'esistere: una lnta scacch.:era ove s'alternan fede e scorno nera tempesta e improvvisa schiarita ansia di addio e voglia di ritorno. F:rt:sce e mai conclusa è la parLta. nè alcuno ha premio. Se ci appare un g;orno una V:ncita sub.to è :.rretita dal dubbio che corrompe il suo contorno. Il g'.uoco in sè soltanto orma: ci 1m-.ta; sul bianco e nero l'arr~h~ato storno, l'osare e reS:tare delle dita. Ma non è poco: è lmto. E ;Jlvog!i 11g~orno dell'Anno Nuovo una mossa più ardita, s·apra una via av,.-entata a noi d·:ntorno. LIBERO BJGIARETTI * Libero Blg1aretti. noto come romar.z1ere. ma autore anche di alcune ffl'lib:c raccolte di \·ersi. ha aceompagr.a– to la poesia con una no:icina che ne chiarisce l'occasione: • Questi \·ersi sono stat; scritti una no::e di Capodanno. no molt; anni fa Scrith per e:iuoco. o per eserclz;o; per rendere in qualch~ modo att1,·e alcune ore di pesan~e so– litudine. Ritrovati in un quaderno nei giorni scorsi. vi ho apportato alcuni ritpcchi formali. che non ,·algono a ~llevarne il tono e 1·ori1i?ine. Li offro ai lettori e atli amici come un modesto oggetto di artigianato, come una cartolina dipinta a mano con su scritto: Buon Anno. Verrebbe la t:oglia, e, piti. eh.e la voglia., lo scru– polo, parlando di un auto– re, di darne le notizie più. ampie e dettagliate. Ahi– mè, questa volta non. mi é proprio possibile, poiché il signore del quale mi ac– cingo a rifenre qualche brano, se ha fornito, con vera prodigalitd, molte no– tizie della s-ua città nati– va, nessuna ,,accia, o qua– si, ha lasciato della sua vita. Cè un amico mio, al quale il destino ha voluto concedere una vita parti– colarmente brillante, il quale si compiace di ripe– tere, a chi glielo fa rileva– re, una battuta di spirito: Mio coro, l'important'e, quando si nasce, è di sce– gliere bene i genitori! Ricordo questo perchè, opportuname~t.? parafra– sando, potrei dire a me stesso, recitando il mea culpa: • Caro amico, sareb– be bene quando tu scegli un autore, che lo cercassi ben noto . Venendo ai casi nostri, dirò, che mi sono diverti– to a leggere uno strano li– bro intitolato: Della tra– mutaiione metallica. sogni tre. con un'interminabile elencazione di sottotitoli, parli ed appendici, che si conci udono con la sotto– scrizione editoriale: In Brescia. Appre."SO France– sco e Pielro Maria Mar– chetti, 1572. Ne fu au1ore un tal Gio- ran Battista Nazari, bre– sciano, del quale (è giunto 1l momento d1 conjeuarlo) ben poco seppero I suoi contemporanei e auai me– no i posteri, fino a noi. Ho detto che lasciò mol– te noti.zie della sua. cttta, porche I opera principale dovuta alle .me fatiche d1 erudito, reca per tttolo Brescia antica, opera che il Cozzando ritiene rimar– che-cole e havendo egli con gran' s1udio, ·e cura pro– curato dt rappre!entar, e porre sono gli occhi di Bre!cia Nuova, la forma di Brescia antica, le sue fab– briche e giaciture de' tem– pli idolatri •. Sulla sua erudizione non ci sono dubbi; come uomo, in un solo tocco felice, lo definisce il Peroni, auicu– rando che e fu di m(l;niere soavi e caro perciò ai let– terati !UOi coetanei •. Quan10 al libro che ho in mano, resta ad attesta– re come fosse uomo di spi– rilo, capace di voltare in scherzo anche qualche co– sa che. in fondo in fondo, gli dovette sembrare né ri• dicola né indesiderabile. Il mio primo interesse fu susctta.to da una bella in– cisi one i n legno, che si tro– t·a a pagina 16 del primo sogno: casco. li, a sogno avanzato: ma è certamen– te valida a significare e precisare gli intendimenti e gli sviluppi del libro. Lasciamo, dunque, che al– la de!CTizione giunga l'au- * cl i ili .I lf I X O P A Il E 1\' ri.' I tore steuo nel settimo ca– pitolo: Hat·endo tra.scor,o quel– lo Castellu.uo, e veduta molta gente, che usciva tutta afflitta, pen!Osa e truta, con Jaccio. melanco– nica, e quasi come disper– sa, pe-r le loro non. adem– piute voghe, presi il ca– mino per una iassosa vi.a, nella quale caminando ve– deva infiniti, i quali an– davano fra loro frenetican– do, con non incolpar del– l'error ru.o la falsa donzel– la, ma il loro stolto pensie– ro; quelLi. dico chtri.bi.zan– do, e fra lmo notomizan– do i loro capricci, io udiva a.ssaissime favole, in modo che alcuni giudicavano, che il loro nimico Si ri– trova.ue solo nelle spelon– che rin chiuso, e non pale– semente conversasse fra il t.•ulgo: Con questi ridicu– losi fabulamenti per la fre– quentata via, io oltre ca– minando giomi ad un cor– rente fiume, il quale pas– sar convenevami. con arti– ficioso porto, il che con po– co terro-re rendeva a gl'i– nesperti peregrini, i quali per la sua im(l;ginata fre– nesia speravano (se più ol– tra. seguitavano) di ritro– var quello che non have– rano mai possuto ritrot:a– re con spese, tempo, fati– ca, e pacien.:a: ,alito il porto passai l'impetuoso fiume, e entrai sopra una ampla piazza, ove d'intor– no si vedevano alcun.e ca– panette fabricate di ver· ghe, e canne, e dt forte Iu– re interraz.:ate. nelle quali l'afflitta gente prendeva quakh. e ris toro. Nel mezzo della pia.ua. era una Toton– da pietra. de diametro di lZ pa.ssi alta ~ei; sopra d'eua vidi un'aureata fi– gura, la quale per quello eh.e potei imagtnare pemai che fune op-ra di Apuleo, o di quello noitTO moderno autore, qual tratta del s-uo asino d'oro. Questa figura sedendo nel mezo della pietra, stava con le spalle a-poggiate ad un'alto cor– nucopia pieno de frutti, e fiori inutili, e suonando con ceTti ciffolett1; era cir– condata d.J gioctose simie, le quali a du~ à due face– vano un ridiculoso ballo•· La donzella tenta t rie e e tutto un armamentario di simboli!mo onirico, si ac– compagnano all"autore in questo viaggio, mezzo !O– gno e metà speranza, dan– do occasione ad una sene ricchi,sima di episodi, nei quali non sarebbe difficile fare una scelta, piuttosto vasta, di garbale invenzio– ni, altrettanto garbatamen– te espresse. Ma lo spazio impone una limitazione a qualche solo passo, forse non fra i più significaht.'i e dicer– tenti, ma di maggior ef– ficacia nella definL..'"ione degli intenti e degli svilup– pi dell'opera. Ecco un brano del ter– zo capitolo 1\el quale l'au– tore attirato dalle lusinghe di una vaga Donzella•• la 1egu.e ne, territori del Il.IO va1to regno, incontran– do ameni luoghi, ricordi marmorei di celebri trat– tattis-ti della trasmutazione metallica. e un.a folla in.– terminabile di illusi, fra i quali in.seri ~ce, maligna– mente, ma 1enza. nominar– li, alcuni am,ct e compa– trioti: • Giunto al profondo del colle, t.-idi una altissima pi– Tamide, situata 1opTa una grossa base di porfido di otto faeciate, al pie' della quale 1org,eva un am.eni.s– simo fonte, la qool piramr– de era. d1 fininimo marmo m(l;CChiato,e sopra haveva un.o gronde figura di Re. il cui nome sape-r non havrei potuto, ,e non che per es– seT quella con l'orecchie lunghe, compresi che fos– se del Re A-fida, e perché anche teneva. con la de– stra mano un pane con· t·ertito in mo, e con la si· nistra un.a taz:::a pur di oro, ed erpci sopra ,colpi– to questo motto: AURUM SITISTI, AURUM BlBE. Questa alta piramide era situata com'è detto !O– pra un grande porfido con buona arte fabricato, cir– ca il quale si vedeva la favolosa histoTia di esso Re compartita in sette parti, e nella ottava d'essa base t:er!o H fo,ue erano impresse alcune parole di esso Mida, che dimo!trava· no che da questo fonte si prendeue la cogniHone della ade1cante Donzella, e del Magisterio suo. Tale era la frequen.zia della gente, che incredibile qu.asi pa."ebbe a. chi non l'ha– t>eue reduta; neUa qu.ale e-rano Re, Duchi., MaTche– si, Prencipi., Conti, Cava.I– tteri, Signori e Magna.h, e di ogni qualità cosi huo– mini come donne, che fre– quentavano queUi. lochi. Nella qual turba conobbi alcun.i.compo.triotti, e ami– ci miei che concorrevano tutti a questo fonte: ~ril– t:he alle fiate 1i vedeva es– sa figura divenire tn aspetto melanconica, per timore che la tumultuosa gente non la.s-ciaue il fon– te arido, e secco. Havendo io a.lqu.anto gu,tato di qur it'a.cqua., cominciai in. mo– do filosofare, ch'andava. considerando con c he arte, o con. QttOl modo ri pote.ue: imitare la natura, e tramu– tar filosoficamente una na– tura in un'altra, e tra me discorrendo la principal materia d'i Metalli, ritro– rai euere una acqua coa· aulata, e arida simile al– l'Argento-vivo dal vulgo nom(l;tO Me-rcuno. Sopra questa imagin.atione mi firmai alquanto, e doppo come quello che n.elli .suoi proporitt mai tenno il giu– ditio suo e t:à. ricercando le v arie opinioni del vul– po, pre.ri ardire di seguire il destinato viaggio. Et più oltre vedendo tanto ampio il meraviglioso po.ese det- la. fa.ba Donzella., più oltre anchor io proposi 1egture la. frequentata via, nella quale continui J)e"Mkr1, e t:arij fabricame:nti andan– do avanti mi assalivano, in modo che non. sape-va ri– solr.:enni, se do-oeue 1e– gu.ire, ò pur ritornarmi à. dietro•- Natural mente, come a tutte le t.e-nta.zk> -nf., la. re– ri.sten.za. n on. 1ep pe sup e– rar e i buoni proposi.ti e l'autore l.o confusa ca ndi– dam.ci.te: e Gid non. potendo tolle– rare il Jun.go viaggio, de– li.be- ra.i di non. andar J)lÙ olt re.. ma posto ci sedenn.,, ecco vidi la lusingante Donzella veno me venire con. un benigno a.spetto, e gionta Ot;e io o-ra, comin– ciò con. tali parole euor– tarmi: Perché ti. rnl~h Pere• grino dal comincf. ato tnag– gio tuo? Poi che qua.si sei 171un.io appreno al gra nde no stro paese, nel quale ~ der potrai il magisteno mio? ... Cori, di avvenhl.ra in av· ventura, r i I.as cerà c ondur– re attrave-no due centinaia di /itti.!si~ pagiN: in un fanta.rioso sogno, \n~~ 1oltanto do. due bruschi rr negli: due tremendi ~u.z– zoloni più per un monte, a frenare i qua.h la di.stratta Don.:eUa s'era. dim.e-nticata. cli dargli una mano. MAR.ISO PA.REXTI Dl.--11110 ALL'ARI.I * .--11_,EIITrl 'I' IL\. PAGl~E DEGLI SCR I 'l"I'O Il I l'. IT..-1.LIA:\I DEL ~OVECE~TO Sul piano della poesia vive la forza spirituale * di GL:t.ìLIELJIO Pl<~'l'HO-'I Co!t.h-are il proprio campicello. ~ l'a– spirarione idea~e che. certa 5-i.ggeti.a ff:"e– cedente all"anento del mondo mcdemo. ci ha indicato come runico rimedio per citi conobbe troppo e troppo sperimentò la natura delle cose umane; ma oggi eh.i ripeterebbe questo slogan apparentemen-– t.e bon.:rio? Oggi esso non può a,·er più alcun senso. Una simile conclusione meno di un secolo Ca era indice di cri– tica acerba. di opposizione al mondo. di conquista di una posiz.ione da~:a qua;e era possibile giudicare d.:.Iralto. senza troppo permettere èi es..c:eregiudicati pen– sando nel contempo alla propria sere– nità. Oggi non può e~n·i egoiYla. anche il più agguerrito. che po:-sa proclamare essergli possibile curare i propri interes– si lasci.:.ndo che gli altri se la sbrighino tra di loro. La \"ita alluale. in qualsiasi latit1.1dine. non consente più ad a!cuno un atteggfamento ed un abito spiritua:e del genere: non e.site in!z.tt.i in:ere~c:e p:o– prio ehe non dipenda dagli mte;-e~si al– tnu. non esiste po:sibili:à che una per– sona possa isola:si superbamente o umil– mente dal mondo. senza che il mondo :o assedi e lo reinserisca nella massa. lo riinchiodi c:..J suo marte>:amento di cose e di idee in ser:e. La vera differenza. tra !"opera cieil"uomo nxderno- e quella di classica tradizione dei nosrti pro.genitori. esiste do,·e si fa evidente questa diffe:·en– u.. della condizione degli indi\·idui. che è differenza ~cia:e: si tratta di una tra– sformaz1one di importanza \"era:nente grande. ma l'applìcaZl<-ne 1ndiscrimino."::a che .se ne fa s~;:-so m,·ece cii adeguare le idee, fini"!'ce per c:ea.e conrus:one e scadimento delle ldee :.te.:::--e.Benché la Jeneratura attua:e si.;, giustamente gn ..n– òemenle influenzata dai significati collet– tivi. d·ane nuo,e situazioni na~e dalle co– munità o da:le solidarietà coiletti-\•e del nostro tempo. benchè ~ ~nsibili:à a que– sto aspetto rondamenta:e c:ie:la trasforma– zone dei rapporti umani sa giusta oltre che ine,·itabile. es::.a 0n<::i-.eper gene.are errori. ispessirr.ento de::e 1:..ee :::-u:;a,o:-o c~tfro. portando g:i ste~.si t·oneetti en::o i ,·alori che rono e!-:enza ce:l'opera crea– th·a e deii"e.::pre,sione p< etiea. La diffe- 1enziazione di cui abbiamo par:ato ra p.;.1 te- deCa consape,·o>ezza degli uom ini, della• lort, necessaria passione a st.ll< Lare il proprio stato; ma l'arte in sé no n ac– quista maggiore o minore validità se gli uomini sensibili t.vvertono profonda.men– te i cambiamenti e le situazioni pecu.liari al loro tempo: tutto ciò può· rappresen– tare un cambiamento. un arricchimento delle idee. dei contenuti, gli stat.i d"ani· mo: ma non ha nul!r.. a che fare con quel tipo di approfondimento spirituale. di effi– cacia espressi\"a che si determina nella forma in cui le cose \"engono espresse. Tutto sarà cambiato anche più di quan– to .riusciamo a ,·edere; ma lo strumento dell'artista moderno non differisce in nul– la da quello di u.itti I suoi predecessori. perchè resta fisso nel conseguimento di una suggestione formale. L'innesU..rsi dell_a \"ita \'issuta nell'esperienza culturale, 11 linguaggio parlato che entra nel ,;vo di quello aulico. co:-rispondono ad una am· piezza m.:.gg1ore delle possibilità formali. ma non ne mcxlificanol'e.s:;enzache ,·uo– :e. da un dato iinguaggio. trarre sugge– stioni che hanno forza penetrante e du– ralur:l. che trasrormono cronaca. realtà e fantasia in poesia. Nella situazione at– tuale molti tra i meno acutamente pre– p.:.rati ai prob!emi dell'arte. tro,·ano che il ridurre a questo la validità dell'opera creativa è troppo ruori de la morale, spe– cia;mente in un tempo in cui le solleci– tazioni degli uomini sono quasi tutte prob:emi morali: ma a parte il fatto che ciò non ha nulla a che \"edere con la possibilità espressiva di una opera crea– ti\·a. c'è una conclusione che ci interes– sa più d"ogni dtra considerazione: cioè che, se ci si pensa bene. !e facoltà e le acquisizioni che occorrono ad un artista. per e~primersi sul piano della poesia. comportano ricerche e impegni che dì per ~ stessi sono una ton.a spirituale. siono l'indice di uno struttura morale: può :nratti non di rado accadere che ,; sia più impegno. rispetto alla \"ita. nel rigo:-e ed il ~aerificio che comportano il consegui– lT'ento di una bel!ezza che renda durature ed esemp:Zri le CO!-e. di quanto non ,·e ne possa essere nei concetti morali e9>res– si o concretati per --e s-:essi. GUGLIEL:\IO PETRO:SI Alberto l\lora,•la. Corrado Alvaro e i\hdo Pr:u: nelle rlsptlth•e abilazionl roma.ne ? R l l h e Farnese col portentoso pale.z.- Quella di;,aro t una Ro• o ma a o sp e e e io ~ti ~isi,u~~~ J;e';,~: :!~t~: ma restata nella memoria. pinto più spesso all'aperto e una Roma eh·egU scopri nel di non aver ritratto più ve- suo paesaggio interioTe, du- dute di Roma. Lo feci ne.gli ~!t~~~!~ud~::r~i~~a~=g~/~ * :~r!e~e:~~ ~~ 1 ~~~ caccia. che gli fu familiare, romani se non altro avevano ~r;,.ca:;:~fa~:te~: ':i 0 a lit di ~~LIO Fll~IPPO .\CCUOCC.I. :~::rà;" ~ v=~"t.o ;: 0 ~/ada\iapa~~:ti~f ,~~la~~l~~ agaaYano l'intera nez10ne._ E; u_ na g rotta d·una natura arti- detta scuola romena• ma scio delle fontane .. I vettunru ~onro.d:!i~ton=:è~~ ~t!i: dici giallo lunare> al Ponte Alvaro ne scopn\"a le regio- h~ a.le, la natura d1 Roma. anche nella letteratura. nel addormentao neHe botucella., che commozione> (3). SanfAngelo con gli angeli ni additando!~ nella natura ~ qu e~te cose mi davano la giornalismo delle terze p~1- lo stm!_ere ~el monello _in H- Piccone Stelle scopnva 1 ambigui>, durante le ore est i· s!~ deUe città_. nel senso idea d .una v1t~ chiusa 11:ella ne. nel numero ~elle riviste bertà. 1es~as1 ~ella penruchel- segreti di una Roma archi– ve , quando la troppa luce d md1f!erenz~ e d1 Isolamento :nemona, compiuta e_ lnd1Ue- ~ ~ delle ~!emiche -:-- _che la. la gioia d1 lasciar che il tettonica. Sinisgalli ricorda,·a sce,·a come vecchi crani le Cma:t1v1dom1nant1 della nar· rente a tutti I pens1e1:1 e I~ '1.onrono prima dell ultima moodo vada, questa è la Ro- une visita !atta con altri ami- facciate delle cattedrali», 0 rat1v_a di Albe1_10 Moravia) pa.ss1oni degli uomini. 1 quali guerre_. . _ m? di Banoli, ed anche la ci al pittore Scipione: durante quelle invernali che m quel pen~do stevano rinascevano .intorno ~d esse Bal~m1 riconosceva, m que.1- mia• (~)._ . . e Forse era d·estate una se- ~ quando la tramo ntana ri- ella base della vita culturale con la tena~1a delle piante. la d1 Bartoli. la propna De Pis1s .ncordava_ gli ennl ra. SI diceva che Scipione prende a scialbe.re i t,mpani non soltanto romana: . • Tutto mt pare':'a uno_ spa- Roma· _ del suo pnmo soggiorno ro- fosse tornato da Arcole defi- delle chiese. r iducendo il tra- Dal]a mia finestra volta a ~o d~serto. me_ pieno d1 fat~ . La s:ia. Roma e la rrna. mano: nitivamente guarito. Qualche vertino a un bianco d'avono. mezzogiorno. pole\"o leggere ti_ g1a accaduti. Capivo cosi Piazza Na\/on_a, Montecava_llo e Ml godevo spesso con tut· amico 10 aveva visto davanti mentre la parte inferiore scu le ore dell'orologio di piaz.za 1'1~olam!n_to degli alberi e de- C?l sole. il P•3;U3_ledef P;n- ta l'an~a la bellezza di Ro- alle vetrine della Modernissi· ra e nell'ombra ricorda la Colonna: ,·edevo il Santo del- gh ~ommL Guardando le ore c10 con un po ~1 ':'ent~ che ma. dei m~numenti. del:1-a me, ves ·to di grigio, alto. cava originarla.. la Colonna Antonina quasi sull ?rolog--,o della Piazza. e ~uove 1~pel~e. 11g1ard1i:io di ca~pagna, dt certe ostene. b"..ondo, elegante. Le famie:lia Immagini ,·ive di •uno città vagante sui tetti. e il fronto- la cuna della colonna. e la p,azza ~1ttono con le balle._ le Abitavo al 14.9 di Vi~ M:on- ELIO F. ACCROCCA che travaiìce. la vita deU"uo- ne dell'Acqua Paola, sul Gia- fontana co~ 13: sua grotta. serve ... 11lamen_to del fusa1a· serrat~- A due _passi 1austera mo e gli eventi politici che nicolo. che mi piaceva come !:nt~~~i~=e ~~:t ~:~r:r:o~~ ro e del bruscohnaro, lo scro- e nobile v:a Giulia. la piazza Continua il successo Almanacco Lette:rarfo , Pagine 400 - L. 2000 Jt i hanno collaborato 200 scrittori italiani Centinaia cli illustrazioni e cli scritti inediti una prigione, da me stesso. da un passato. e incarnarsi in qualche cosa che vincesse il tempo• (1). POSTILLA PER (ccmtlnua a pa.,-. S) LA CA A DELLA VITA» * ~~ 0 :\(:; 0 ~~~L~!E:2~ Un punto fermo nell'esistenza città non contemporanea (c10e artificiale e retorica), ma ri- d o tnssuta nel ricordo. Concreta J ma appartenente al passato. Vera ma già profilata nella st9ria individuale dello scrit– tore. Memoria e idillio sono i due elementi che maggior– mente compaiono nella nar- MarioPraz,uomoe letterato * di LIUO rativa di queS t o periodo. In una di quelle bizzarre G ffred B 11 · h l P .Si_ ebbe perciò una Rom_a inchieste di cui tanto Si di- a o o ~ onc1 e e. ne raz raccontava tutto que- di r1!!e~·- non meno aut.en_tt- lettò e preoccupò la pubbli- ~~set~~~~~iaairo:::a~~.i ~ ~~ :t~~~t~~.~~·:n= pa. pe:-o.-di q~ella dannunzta- cistica del dopoguerra. fu cas1one del conferimento del siderato che. se la vera cu!– na o dt f\laulde Serao; una chiesto a ::\lario Praz cosa Premio . « Tor Margana »: tura rappresenta per il suo Roma riscoper.a dell'interno. pensasse della fama. E lo a,·eva rievocato le principali possessore un motivo di or– cui ci si avviclna\"a per sug- scrittore. preciso e deciso. tappe del c~mino letterario gorlio. riesce d'altra parte a gestioni d'immagini che di con quella ragionata conv1D- del restegg1ato. fino alla d,,·enire anche una solida ar– volta in volta erano or:ginate zione che non ammette con- c~iara ootorietà che ormai ma di sopportazione. lndiffe– dalla • luce di una piazza•. trasti o utubanze: • La glo:-ia circonda l'auto:e de La car- rente. egli continua perciò dalla e musica delle scalina· - rispose - può essere ne. la morte e 1l diavolo net- lun&O la strada tracciata in te~. dal • silenzio» dei vicoli spesso soltanto un nome che la letteratura romantica. anticipa dalle sue qualità., di sapore rinascimentale. la gente .pronuncia senza Tro,·atos1 a conversare. di- ciiJ suoi do,·eri di studioso. (.;na Roma ~i aneddoti ed: :-1em~ 1 ~lo_d1 sos·a~a. d1_con- remo_ co_si. m mcogn1to. in dt sc:-ittore. di docente. eon ricerche erudite. frammenta- sape, 0 ,.~a. Qu!nh oggi leg- un nce,!~ento. co_n un_a no- una (o:-za. un equilibrio cbe, eia e liricizzata. che veniva gooo ~ lhade. 1Orlando Fu- stra not1sSJJJ1a attrice d1 pro- almeno nei nostri tempL a contrapporsi el !astoso im- r!os~- .11 Pr~n:eteo? Pu:e .. tut~ sa.. q~esta. non soltanto a\"e- banno raro riscontro. E _ perialismo polit.ico allora di 11 gh in~olti, 1 superfi~ia_h. gh va dimostrato di ignorare il bisogna subito aggiungere _ moda. Una Rame. anche- di snob ripetono _convmu che nome di Praz e l'opera su.a continua in silenzio. can incontri fra letterati, di ritro- Omero. Ano_ st ?· Shell~y. !-o_-fondamentale. ma. \·olendo esemplarP discrezione. dal ,"i di artisti. di rapporti ,ra no t:e grandi. immensi ..poeti. ~gli mettere a fuoco alcWle momento che. sullo scorcio scrittori e pittori. Incontri. Que.sta s~rebbe l~ glo. ia - ,~ee. ne_l cors_o della non pa- del •se. ci ha raggiunu a!– ritrovi. rapporti ehe non si conc_lu_de,a -. Un _assoluto c~fica ~1scuss1one, la con_tra- l'improv·viso la notizia del ,·erificavano dal tem della t:ad1uonale. dogmatico. che nata. signora lo a,·eva pian- suo nuovo volume La casa . . ~ _ s1 accett~ senza che ,-alga lato bruseamente in asso. do- della vita. pubblicato da Ar- •_Ronda•. An~i 1Dcui era fe._ la .P~na d1 constatarne la ,-a- po avergli raccomandato in r.oldo Mondadort con su re- c1le la co.n1ess1on~ (una lette hd1ta 11. . .. maniera particolare di an· ma dignità editoriale p Orfeo Tamburi: ., La casa di E. A. Poe a Pro,•ldence • G:11 f'r',, -t•IJ '" '" •~ ,1 !ano) ratura d1 n:iemona, du~que). Qualcosa di s1rru.e ha do- darsi a leggere (non a ri- Averlo qui dinnanzi. uesto u?a sorta d1 camarader1e che ~·uto ripetere Praz. qualch~ leggere!) le opere di Sha- volume. costituisce uC: iuten• diede i suoi frutti. non soltan- settimana fa. a propo ... uo d1 kespeare. argomento della tico piacere· un · eh '---------------------' to nella pittura con la cosid- sè stesso. stavolta, replicando singolare disputa. non provien~ solop~:.i,ce~ t

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