la Fiera Letteraria - XIII - n. 47 - 23 novembre 1958

Pag. 6 LA FIERA LETTERARIA Domenica 23 novembre 1958 ANTOLOGIA GIAN FRA 'CO VE IE': « ASSALTO ALLA BORGHESIA» * Thomas Mann el'umanesi POETI A ZEFFUNNO * lii ELIO F. tlCCIWCCA E' possibile dimenticare, non soltanto per questo de– per una mezz'ora una volta merito) coll'abitare in qual– tanto. le quarat1ta parole di cuna dei sullodati casamenti cui Tjsulta il macinato me- dov'è possibile altìne - al, dio della gran macina critì- riparo dagli « amici >1- pen– ca, per occuparsi invece di sare solo ai fatti propri. Ai alcuni. fatti minuti e potrcm,- quali ((amici 11 vorrei dire che mo dire modestì. i quali han- anche nei luoghi più apparta– no pur tanta parre 11el con- ti. purchè venga approntata creto cong1tlnrsi d'trn'opera la miglior condizione all'ani– verso la sua strutt1tra definì- mo, è possibile scrivere e tiva? E' possibile con 10w mantenere contatti. La nostra certa galileiana sottigliezza rivista vuole proprio rappre– andar entrando, almeno 11110 sentare un tale punto d'in– volta. net cantiere primo del contro: offrire cioè, a chiun· nostro lavoro, lasciate un'at- que mostri qualche merito. la timo le quesrioni teologiche possibilità di farsi avanti. eccelse? Con tutti i rischi (al commit· Ho tolto di peso _ e mes- lente) che un tale atto com– so a introduzione di questa porta). nota _ le parole con cui Ma siffatta possibilità non Carlo Emilio Gadda iniziava significa che non ci si debba il suo scritto apparso in So- riparare dalla pioggia di larfa del maggio 1929. ora •c. poeti a zeJ!1u11_10 i, che è so– raccolto con altre «battute,, hta cadere m circostanze del o .saggi o entrettens nel bel gcne~·c. Nell~ i!'dispensabile volume I viaggi. la morte re- selezione .. ob1ett1va ma seve– centemente edito da Garzanti. ra, alcum andrebbero tratta– (11 capitolo è quello che s'in- ~i com_e quelli contro I _quali titola i( Le bcJle lettere e i 11 Parmi usava sfogarsi per contdbuti espressivi delle le loro • maledette usanze in– tecniche >) e non è il solo a diavolate u: Andare a la ma– dover interessare i poeti. chè lora. andate. andate ... Io non son molti gl-i spunti da cui vo 7?iìt sent.ir quesle sonate ... cc;,storo potrebbero trarre gio• E dn;lic e dalle e dò:lle _e ddlle vamento e conforto. pur es- e d~Ue: - co~ que~t, _ cavo– sendo. il volume. opera d'un lacc, riscaldata; altn. mv~ce narratore dalla garbata e mc- (7°ncession !atta. all'.mevita– ditata pagina qual è il bile personale criterio - o Gadda). umore? - del curatore) ben Entriamo dunque,. ancor.a ~:':a~~I a/~~~ 1 /;;.:t~ ~:it~!~ una volta « nel cantiere pr1- re» della poesia che In sè mo del ~o st ro .lavor~ l), nel racchiude (per i più accol'ti) s~tto~e cioè ?e 1 poeti csor- null'altro che qualche rara d1ent1. o qu_as1,o che comu,_1- « moneta antica dal valore que ,dal_ chtuso delle i:iropne amaro n. pronnci~ e del pr~pno iso- La presente rubrica non lament_o mtend<?no g!ustamcn~ vuol essere neppure una di– t~ uscir~. quasi ~ ricercar di spensa di consigli. Ci man– hberars1 dal « ~iccolo c~rce- cherebbe altro. Con l'inflazio– re >> in c~i _essi - soli - ne che c'è in giro, l'unico credono di vivere. consiglio che ml sento in co- « Carceri >1.piccole o gran- scienza di poter dare è qucl– di. sono dovunque; e tut.ti, lo di sviare per quanto più è prima o poi. si finirà per en- possibile I presunti predesti• trarvi (me compreso. natural- nati a diventar poeti. E' sem– mentc, anzi a cominciare pre con qualche commisera– proprio dal sottoscritto). o si zione che si finisce per guar– flnirà per desiderare d'enll·ar- dare a quanti non riescono a vi come ncf;'li unici luoghi di salvarsi dalle reti tese net– salvezza. di liberazione. di l'aria. meditazione necessaria e di Al pochi, ai pochissimi che possibili letture. Me compre- non riescono in alcun modo a so. dicevo, tanto più se riu- salvarsi. sottopongo questo scirò ad essere insignito della lucidissimo consiglio. degno stessa «commenda» che già dì non poca meditazione: Raffaello Barbiera. nel lon- « U110 scritrore salva la tano e milanese deccmbre propria a11ìma e difende la 1887. pensava di ben merita- propria opera a un patto solo, re allorchè raccolse e ordinò di. non tradire la sua natttra, ppr i fratelli Trcves editori di non dimostrare mai incer– un'a:ito!ogia di PoesiC' mo- tezza e debolezza di. fronte derne ricca di centosettanta- alle soliecita.zìo11i e agli in– cinque autori. « Nel presente i eressi del mondo. Solo an– vohrnte. intorno a cui non ri- dando in fondo alla propria sj'}armiai cure nè fatiche iFI anima, si trova la dimensio– premio delle quali debbo at- ne della 11ostra figurr e il tendermi. dalla gra:iosa cri- senso della storia. la luce tir.a •ta'ìana, almeno un po· del tempo i,. sto da delinquente. ho riunì- E' di Carlo Bo. apparso in to duge11to sessantacinque un articolo su La Stampa del poesie 11:così scriveva il Bar- 23 ottobre. Un consiglio che biera nel proemio al suo volu- dovrebbe incutere spavento me. e se quel « posto 11 riusci- agli ignnri e troppo spesso in– rò a meritare anch'io, come ço.!-cienti maori di versi. Ai prevedo. ecco che anche il po· più accorti dovrebbe incutPre co lodabile curatore della pre_ soggezione. sente antologia finirà (ma ELIO F. ACCROCCA Da: « DIALOGHI PER NON ì\IORIRE » I Sono tanti e tanti giorni che il sole non vedo. sono ore di strazianti rivebzioni. raccoglimenti ed estasi: pagine bianche sorgono impron·ise. Ah. la mia vita è una ricerca d'intendere la vita! Il Le scale screpolate dalla guerra a:1cora restago nella ca<:a dcll'in[anzia. cupi giochi d'ombra questa sera · mi accolgono ad un ritorno senza :-pcranza: c.ppure anima mia sei nata! ELIO FIORE ALTRO NON SONO • Altro non sono che un po di sangue che la vita ha legato alle radici d'amore della tena. Un'onda viene e un'onda \"3 e io sono in .questo fluire di corrente che eterna sale alle foci' delle stelle. Il mio san1?t1c è come acqua venut.1 da sorgente lontana e sconosciuta. Cammino su spiagge bianche di luna nè so do\·c mi porti quesl,,:, andare. Ignoro il mio antico essere e nulla so del mondo dove vivo. Nelle ma11i porto questo dono di nulla che. si chiama vita. Il mio corpo è fiore. sasso. foglia ~!ba di prim::i.vera pianta che matur:.i. frutti prima di giungere alb morte. LEA FERRANTI NO:\' C' E' PACE STASERA Non c·e pace, stasera. sotto i meli nudi rivai-ti a scheletrire il vento. • Da lungi gra\·emcnte l'upupa vola: p-iiduto messagiio da un mondo assen_le. Pe1che neppure in me la. notte porla J1 sonno e fuggo da te che pur m1 tlrd la mano'.' INVAì\"0 Tl CERCO Jnvar>o ti cerco sopra un solw cli pietra. dove i crisantemi pulsano più forte: fiori di morte che un contatto bre\'C di petali stellari in,genttlisce. Tutto fu vano a!ruomo fuor che il colloquio con D10 . Van,1 anche il ricordo se troppo c1 porta lontano. Arcetta comunque in un grido d'amore s'io vo chiedendo pace alla tuR p~c" ROSA SABBJETI MADRIGALE CORROTTO Madrigale corrotto, una triste marcetta militare disegna nella sera un orizzonte. Ottobre, ombra lunga che oscilla sopra gli impermeabili calma fuga di idee e un piccolo piccolo niente. Il mio volto s'impiglia ad altri di sconosciuti e tutti in un gomitolo raccoglie - ora sotto la luna - la volontà di sopravvivere. STREGONERIA Angoscia chiama da fa~gi amorosi me a picco nell'angoscia e un sortilegio fra le foglie trama strani arabeschi contro il sc,le. Questa rete insaziabile scandisce ai polsi la mia vita. Rane d'argento svelano nell'aria un soffio di canzone che ~i nerde GIOVANNI FERRI EURIDICE A mia madre e Gli alberi laggiù sono più rossi,. disse accennando i boschi alle colline. Parlava del suo mondo teneramente, sì che pure intesi l'ignot.a lingua. come fosse mia. La lunga strada. da remote plaghe d'altri emisferi dietro le cadeva, era una presenza prigioniera nello specchio dell'auto in corsa. fra gli alberi rossi. Al riflesso del vetro si svelava. Euridice, timorosa creatura che ha paura di tomare indietro. Le mani alle mie spalle. sospingendomi innanzi pcrchè non mi voltassi a guardarla. scoprivo nello specchio rifranta lente. l'ombra del suo viso. le tremava alle ciglia sconsolato d'altri emisferi il pianto. E la rifranta luce del vetro s'appannava al suo flato, più non v'appariva Id lunga strada da remote plaghe. Liberata dal mito. svelava il suo segreto all'impro\'visu sciamar delle parole nel sorriso, acceso volo di farCalle d'oro, e Euridice - la vita> e Se ti volgi - è fuggita>. EBE PALAZZESCHl LA CIVlLTA' FALCIA LA COLLINA DEI MIEI GIUOCHI Cede la roccia al martello pneumatico ·e la scheggiata violenza scintilla graffiando l'aria. Brillano le mine e l'ultima ombra canora degli inquieti uccelli di schianto s'inginocchia nella polvere. Le immense gru e i carrelli elettrici si piegano al vento degli altoparlanti strappando al cratere la pietraviva. Oltre le porte del sole !"anima vertiginosa spia spia l"urto per scavarsi il sonno prima del caos nel fango vergine della creazione. La civiltà falcia la collina dei miei giuoch1 sradica mani di gaie ginestre e impicca il panorama. Addio collina, specchio della mia infstmzia! l\ notte i fiori del cielo alle tue reliquie portano la triste luce. E glissa fasciandoti l'arpa del fiume. LA SALITA ERA QUI Non avevo luce nell'aria e portai un grnppolo di silenzio a farmi compagnia e lanterna Slilro,nbra: della Sll'ada. Incerti gli occhi smagliavano i passi. Pesava la fredda nube degli alberi in lutto oltre la fiorita dell'erba. Assiepato il tempo limava gli anni futuri nel tarlo vivido dei grilli e saccheggiava l'orizzonte del nulla. La salita era qui cieca ed inutile stancava l:t clessidra di pensieri antichi. NESTORE CAGGIANO CAMPAGNA Mille voci lontane. un canto compongono un silenzio ed uno sconfinato cielo dove io sono la solitudine. Paese di cido e vento dove cresce l'erba all'ombra delle nuvole sul mare verde delle colline e il grano maturo br•.1cia sotto le dita pos~o Care di te. della mia vita una infinita attesa che il passero canti e f'!apertutto si aprano le ferite dei papaveri. Nell'aria afosa il lontano monte trema come in un'acqua limpida - i pioppi senza vento è come fossero morti - ma se la luce mi tocca. eccomi bruciata e sola sola sola per ogni goccia d-Ocqua per ogni foglia per og·ni ora òi sole come non nata mai. CLEMENTINA ClCCARELLI SALVA QUEST'ARCHE, PHEGO ... Le casupole sparse in quf'sta conca. vecchie di pena, grigie di miseria, ~otto questa bufera di novembre, sono barche crepate. alla deriva di questo mare d'alberi e di fango. I contadini dalle oscure soglie guardano inquieti i campi nella pioggia e la nebbia fiorìta sulle piante. guardano il cielo. e il cielo e questa sorda pioggia che cade, questa cieca nebbia. Salva quest'arche, prego, do\·e solo una parete di fradicio legno fa distanza tra v.li uomini e le bestie. Dà un altro cieÌo a queste terre: dona un filo di speranza all'ombie umane \'ere soltanto d'umile fatica: fà che nasca da tanta sofferenza non la rassegnazione. cupo fiore. ma una viva inquietudine d"::1mnre TOMMASO LISI LE SERE DELL'INFANZIA Avevo dimenticato le sere dell'infanzia e quel correre insensato nella luce che s'attardava in diffusi tramonti per prolungare la gioia cli sentirci vivi. E la freschezza dei desideri destati in un sussulto al richiamo del venditore ambulante cd appagati oltre il limite della promessa. Allora sapevamo l"ebrezza delle rondini (festose ali spiegate nell'ultimo chiarore) incuranti al presagio della notte imminente. In quelle ~emote sere estive mentre i grandi sedevano immobili a convito sulle porte di casa per rimasticare la loro malinconia ospiti indiffere11ti dell'angusto nastro di cielo ;ncassato fra i tetti del vicolo. ITALO BORZI SALENTO. PENISOLA ASSORTA Ho cercato altri cieli piegati su altre contrade su monti con voli di estranei uccelli affacciati sui laghi su fiumi sognati su sùoni di estranee voci e sempre inatteso è tornato il ciclo consueto del Sud che inchina a Finibusterre dietro l'ultimo scoglio. Ciclo piovoso e imbronciato. azzurro squarciato da nubi come otri rigonfi.e (avete mai visto un vitello scoppiato?) e sereno, fragile come una trina di sposa. annoiato fatto di tufo. l variopinti aquiloni sui tetti, i gridi della trottola a chiodo da spaccare in un giuoco da unni feroci e quelli delle noci infilate sui piccoli mucchi di terra e del sette-mezzo coi piccoli mazzi di carte in anse di strade appartnte; le orecchie stanno puntale alle guardie dagli occhi spietati a caccia di carte e palloni elerna. minaccia dei vetri. fn esso è descritto il contorno d\m volto, il primo sorriso d'amore il primo bacio slr:ippato a labbra serrate' le prime passeggiate sotto i pioppi dietro l'ospedale. i riflessi della complice' luna le ombre allune-ate. l'onda di un tocco lontano che fa ricomporre i rapclh Limpidissima~ è l'onda che lucida gli scogli e la gamba vi affonda ENNIO 801\"El\ fino al ginocchio. A notte la barca scivola silenziosa con la lampara a prua e l'uomo <"hino sul vetro spia. Povere creature, se voi sapeste quanto lontana è ancora l'alba. non chiedereste luce al piccolo sole. L'acqua mossa dondola l'erba. deforma le immagini. A quell'ora sul nrnre indu!:!ia il freddo. i\tARIA CAPECE MINUTOLO • Assalto alla •borghe- giungere immediatamente le l'anarc~ia, con Il ri_sultat? ~i sia» è il titolo det hbro verità del Rinascimento. (E' determmare nella vita art1st1- di. saggi. critici di Gian bene tener presente sin d'ora, ca ancora una volta quell'« in– Franco Vené, pubblicato comunque. che nel romanzo timlsmo all'ombra del pote– in qu(.stt giorni presso della guerra mondiale, La re sempre presente ~ella le~– l'editore Bino RebeHoto Montagna incantata. Thomas teratura tedesca._ L anarc~1a nella suo. nuova collana prenderà come. simbolo, sia stessa cosl abor_nt~ dal gto– saggtstlca. IL brano .che pure insufficiente. della co- vane Mann coslittuva. moral– qui anticipiamo, per nosccnza e della ragione pro- mente il terrore deglt artisti ~oi7t~e~~~:!ia~:t~ 0 edi~~;: ~~i~e~b;it~:.iano~:~\~:~;~s~~ ~~~~~~ms~~~~\i ~hep~:~~:f:st~ dei saggl su Thomas così apertamente come il suo parti dell'alta borghesia con– Mann. cui gran parte spirito pur rinunciando alla tro gli straccioni In rivolta dct volume è dedicato. inebbriante bellezza italica, in nome della dignità e del– In. questi stessi glorni non rifuggisse l'interpretazio- l'individualismo. Altra ana- escc anche un romanzo ne di una ltalia illuministica. logia fondamentale tra l'arte di. Gian Franco Vené, tipica dei neoclassici tede dell'ultimo quattrocento e la do.l titolo • Onore di. schi). poetica del primo Mann con- vivere>>. Eugenio Garin, nel suo stu- siste nel _peri~olo i~ cuJ in: dio sull'Umanesimo italiano. corre ognt artista dt perder.si « Oh Dio! Smettetela una indica come la fine del '400. nel vuoto della l!bertà. m buona volta con l'Italia. Li- dopo l'esaltazione della vita una caotica concezione dell_a saveta! L'Italia mi è indiffe· civile ratta dal primo Urna· bellezza: e nella strana ass1- rente fino al disprezzo. E' nesimo. sia caratterizzata da milazlone di arte e malat– lontano n tempo in cui mi un deciso orientamento verso tia 11• figuravo che il mio posto ros- l'evasione dalla realtà. e miri La tanto sbandierata o- si– se laggiù. il paese dell'arte a rinchiudersi nella contem· curezza )) manniana nasce in non è vero? e il ciclo di az- plazione. Non è certo un caso realtà nella tensione, nel di- 7,urro vellutato. il vino gene- che il primo accostamento di sordine. nel dubbio di questo roso e la dolce sensualità ... A Thomas Mann al Rinascimen· mondo. Soltanto considerando farla brevt non mi va; c! to parta da questo periodo le analogie fra il tormentato rinuncio. tanta bellezza mi di dissoluzione sociale. che tardo quattrocento e il mon– innervosisce >I. precipitando di cont.raddlzio· do manniano si può affron- Quale significato ha il voi· ne in contraddizione darà tare la non facile lettura di tafaccia di Kr0ger all'Italia luogo in arte a quel comples· «Fiorenza». un dramma che nell'ambito della ricerca so fenomeno definito « ma· si svolge appunto nell'am– umanistica rinascimentale che nierismo >) e che tante ana· biente del tardo rinascimen– sarà da questo momento par- logie ha con i tempi della to. Thomas l\lann scrive Fio– te essenziale nello svo\gimen• gioventù gOClhiana. Dalla renza nel 1904. pochi mesi do– to della poetica manniana? nuova furia romantica che po la faticosa stesura di quel Per la letteratura germa- pervade gli artisti ormai Tonio Kr0ger nel quale si ri– nica l'Italia ò sempre stata scontenti del classi~ismo. e fi_utava I~ co_ncezione_roman– ben più che un'immagine dalle remore cla~s1che :he t1ca del! Ital.rn; ma 11 dram– geografica ( ). Romantici e r~n~ono v~no o~nt tent~t1vo ma ~a un diretto precedente neoclassici a cercare ciò che d1 hberars1 da_gh.schem_1 na_- P?et1co .nella ~ovella « Gla– più abbisognava al loro spi- s~e _quel m~m~nsmo d1 c~1. d1us Dei 1► che e del 1902. rito: di una medesima realtà s1 dice. commc1amo a capire « Dialoghi non privi di ar– essi diedero una diversa. ma qualcosa soltanto adesso. do· dimento. ma errati nell'insie– importantissima interpreta- po l'e~pressionìsmo. In effetti me 11 dirà lo stesso Mann deL zione. sicchè possiamo dire non .c1 vuol ~olto ad _accor· la propria commedia. Se er– che gli uni v·ennero qui per ~ers1 cl~e . gh scenari del· rore v'è nella presunzione di perdersi nelln sun bellezza. l espress1omsmo. t~des~o, e le reggere un lavoro di teatro gli altri per ritrovarsi. Rifiu· ruote. del ma_rt.mo d_1?ant~ con un_ dialogo cosi squisita– rnndo la dionisiaca bcllezzn Catenna o il grov1gho di mente letterario e filosofico. italica, Kr0ger riflut::i quindi Croci di un Lello Orsi. sono nella concezione di' « Floren– una interpretazione tipica- la. stessa c~sa. M~ ~o~~ S\· za )I appare senza dubbio una mente romantica. Ricordiamo mili sono gh eftetti simili so- poetica Incertezza per cui la invece cos'altro G0ethe. cui ~o le ~ausc. L:1 co nd ~n~~ al· attenzione e il cuore del let– ln vicenda spirituale di Tho· 1 ascetis":l 0 · alla asociahtà, . 0 tore sono egualmente attratti mas Mann tanto somiglia. al~a nullità ,o alla morte arti- verso gli opposti partiti di trovò di benefico. di indi· st1ca che Thomas Mann_ av~- Lorenzo dei Medici. cultore spensabile alla propria evo· vn_ pronunciato nel suoi pn- dell'arte e della bellezza. e lozione, in Italia: capì l'uo- mi racconti contro . 11 mo nd0 quelto di Girolamo Savonaro_ mo come conoscenza. l'arte borg~~se_ che 10 ci:coo d ava la, lo sdegnoso. tormentato Come creazione indipendente ha piu di un p~ni 10 comu· cultore dello spirito. Glrola– dalla natura. In Italia G0e- n~ ~on la soc et .eh~ non mo. interprete dell'inconcilia– the « scopri la chiave del rbe~~-:,:::i:rl~';,![t~d~r~~ct d:~\~ bilità !ra « b~llo )1 e « spiri– classicismo mC'diterraneo .. il Umanisti rinascimentali. tu~le n_ c~e già e_ra at:,pars~ segreto di tutta la cultura Anche esteriormente si può ~e1 pnm1 raccon_t1 mannlani. mediterranea·: dell'uomo gre· delineare una analogia frn le mvoca la solitud:ne_ e la. so!– ~0· come dell'uomo latino. crisi e le illusioni sociali del- !erenza contro l ep1cur~1smo; 1,1e1i.;i grarl,P~ arte ellenica co· l'ultimo quattrocento e l'am· ma propr~o quand<?, dmanzi me della grande civiltà ro· bienle sociale manniano: ba- al letto th morte ~.1Loren~o. mana e del Rinascimento ila- sta pensare all'impotenza del- ~-??t~_Proclama l 1;.con:H_1a– liano >1 (Mario Pensa). Ma la social-democrazin germa· . lita I ~ntura e l .spmto. se è vero che l'educazione nica. al fallimento del socia- ti Magmfi~o e G_irolamo spirituale di Thomas Mann lismo in un ente politico che sembrano incontrarsi . sullo ha molti tratti paralleli a rinnegando i fondamenti del- s~ess? terreno. L<: trridu– quella G0ethiano. è pur vero la ideologia nella quale era c1b~ll . parole degli avver– chc i due grandi maestri vi- cresciuto finisce non solo per san si fondon~ In una pa– vono in tempi profondamente ammettere una teorica lden- ce forsennata. intessuta ne~la diversi. e la posizione di tità di vedute fra proletari e comune estasi ~ella &loria, Thomas Mann In seno ad una piccoli borghesi ma per tra- de.I _POte~e, .del dtspi:ezzo per Germania in cui ogni movi· viare la rivoluzione sociali- gli mferiori, per chi non_ ha mento sociale sembrava pro· sta in statalismo negando <1 contegno il. E la successiva. mettere la dissoluzione delle ogni proprio principio. negan- eS t rema rott~ra della tumul: e, fibre tipiche>> nell'anarchia. do la rivoluzione stessa. e tuosa armonia tra Il !rate d1 non gli concedeva di rag· sventolando il fantasma del- ~:npr~par~~o d:ll~o;:~:~a n;es~~Ì potere. Urla Lorenzo: « Fi- GUI. GUIT., Bolog,ta m mie competenze: infine non renze ~ mia!)) e muore; sde- Ho la tentazione di aste- · so se sia ancora il momen. gnoso ~I !_rate. _dopo le parolE: nermi da un giudizio espli- · ""~.,~:/ to di pubblic3rli, né se ~uel «d10 . mt 5 rld0 . di ~e•·d_TuLmuo~t cito intorno ai suoi versi. - momento debba mai arri- e 10 ono 111 .P 1 1 ·, a m 13 l\Ia la credo intelligente e vare. Non sono un e com- ar~e ~a conqu1s~a 1 lo 11. P<?PO- sensibile e so che vorrà ap- mendato re delle lettere> e P?- Firenze .è mrn. Il, d1ct:1-1ara ARRIVI DI BlBLIOTECA prezzare Il fatto che io lì quindi non sono il potente d~ <1 amar~ il fuoco>~ e s1_av- abbia tenuti. come in real- V E R B A in grado di aiutarla. Il mio v.ia ';'erso il suo d~s~mo. L :1:n- tà ho fatto, per diversi aiuto (se di aiuto è il caso tites1 << natura-spll'lt0 ,i. I in- giorni in una cartella che di parlare) è il cordialissi- divid~alismo. l'amore p~r l_a porto quasi sempre con me. T mo augurio che di qui le e~cez1one e per la gl~na .. il Ho avuto anche la tentazio- VO LAN esprimo. ~ 1 ff~~z~~ezf:~e 1 %el~a~~~o~~ 1 ::~ ~=tl?:a1:en~~~m;e~? :i~e~vna: . ~IOR _PAO., . Verona .- tegrano qui con un problema tezza e scriverle diretta- Puo darsi che m avvemre sinora non apertamente trat- mente col mio nome e co• luogo di quello che lei si P.0 ssa nasce~e q.ualch.e_ buon lato da ~homas Man? e di gnome (cosa che non ho sarebbe aspettato un fermo ris~l~at? da_1 g1ovamh_ ten- estrema importanza: 11 p:o– ratto che in un paio d'oc- giudizio critico. lo non abi- tativ1 d1 oggi_ Ho letto I suol blema del po_tere pol1t1co casioni). Ma ho soprassedu- to a Roma e non posso cu- versi con la simpatia che la (Lorenzo e ~ 1 :otamo sono GIANO l\lARlA PALì\lERY: t? rir!utando_ la resp~nsabi- rare direttnmente la pubbli- sua lettera mi Ispirava: e 1i~~1t!~~zediia~~ 1 :~~~e). e de~ e F'oHia di Lumi,. Tip Ar- l!tà d1 un mio possib1le er- cazione dei suoi versi su questo è quanto le posso, segue d 1 . eh\ c~~ tigia11a, Roma 1958, pP. 34. ~~;~ 0 d~h~a/~:~il 0 ,~1:~s/~i~~ 0 0 ~ quest~ giornale:. inoltre la per oggi, dire. ;oltant~ ~tr::a!e~:~a ~~~[~~:o~ s. P- al momento del tutto accet- questione non nentra nelle HOFFJ\JANN rità dei mediocri. Abbiamo Volume ~omposto da.qu~ t- tabili com~ ratto poetico -------------------- visto_ che Lorenzo e Girola- tro parti: e C~ncess10111». compiuto: ma in essi mi ha mo s1 trovano in pieno accor- c Cantico antico>, e Im- sorpreso _ ,-ubo l'espressione L • i"l t do allo,rchè vibrando di pas- magini >._. e Gra~co >. 1:,~ felicissima di Guido Piove- a poesia e empo sione per 18: glorìa la identi- parte pm _ ampia e p1u ne che scrive su La Stampa . ficano. prat1~amente. con lo completa c1 sei:n~ra e Gra- di ogei 6 novembre e In di- _ _ _ . omaggio dei mediocri. di fico> con le hnche l. IL fesa di Pasternak,. _ e una (Contmua d,l pag. 5) un_ discorso ongmalmente quella gente che essi con- i II. IV. freschezza di cuore. una ca- menti ed inventare quel mon- valido ... >1. . . traccambiano con il disprezzo. GIOVANNI ACUTIS: e H pacità di credere. che dà do di pensiero di fantasia di Tutto ~uesto am_p~oe arl1- Ma che sarebbe Lorenzo sen- sogno,. (Teoria. Storia. noìa a coloro che non la st?ntimento in una !orma in- colato discorso c:1uco trova za la s~a corte. e Savonarola F'ilosofì,a). • Casa Editrice possie~ono più,"· A mc noi'! confondibile appunto perchè le sue prem_esse_ ~n una. fon· senza 11 suo popolo? La ~o– G. InteLisano. Milano 1958, dà noia. perche presumo d1 espressione necessaria di damentale mtu1z1one d1 .un manda è per lo !11eno lecita pp. 255, lire J .000. possederla ancora. Il mio quella realtà che lo fa essere. pensatore ed _anche filosofo a~coltan?o le _ult1!11eb_attute Da Freud Jaspers e dal- non è un giudizio critico. io 10 personalizza nel segno. Le dell'arte .. Gu1d? c.atoge~o d_tquesti d~e titant: « Vien da In loro s~uola sono fiori- non. sono. u~ ~ritico: ~ u!rn !orme poetiche non sono che (d~lla :u1 estehc~ s1 tud~a ndere dell arr~ndevole~za del ti test.i molteplici Anche reazione 1stmt.1va. Mi e pia- categorie di comodo di cui qui - _m un saggio posto m ~ondo - _E ndendo ndendo i •sotto-testi> s~no sta- ~iut.a ~a I sua poesia ~ D~si- possono &ervirs1 i critici: la ~~~:i~~:~~e a~r~~!~::. il ~~ ~ 1 ~~~er;t~u~e~~:dpoc come un ti molteplici. _Si sa__che df;~o ([irs:;~:~ ;o~o~ng:nu:: poe_sia non inerisce ~i s~n- gniricato e il valore d~lla cri- vi so~ra ... - Per s~o~~~~ar~ le dottr111~ ps1canall_t1ch~ ma generosa) a Rcbert goh. elementi. del d1sco1so tica letteraria): it In questo propria musica! i>.L'autosuffi. ~anno su~c1tato entus1asm1 Louis Stevenson: mi hanno poet1~0 slegati dal conte.sto delicato rapporto tra arte e cenza dunque rivela alflne la 111tutto li mondo. Questo commosso (perché per lo ~a v1ye. solo nella sua umtà: vita. realtà dell'uomo e real· propria inconsistenza e la ne– libro vuole. su basi scien- spazio di un'ora della mia di qui .11 car~tter~ propna· tà del mondo. riflesse e \iri- cessità di istituire un rap– tifiche. trattare dei feno- vita anch'io li ho visti cosi) nient~ d1d_ascahco di certa on- camente equilibrate nell'ape- porto. sia pure per ora auto– meni onirici' e di quelli ad i suoi e sconfinati ar,llini del to~ogi~za~ io.ne delle forme ra artistica ... si fonda il la• ritario. con il resto del mon– essi relativi. Panaro » (lj vidi nella par- (n.sch1os1ss11na se as~unt~ :.l voro del critico. volto a sco- do: Mn come è ridotto il mon- R•\OUL FOLLEREAU· e Se te più alta. più scabrosa- c~ia\'e di ~etod?)_: di qui la prire e se_guire l'opera nel do sotto u1:1a tale conce:-ione · . . · . . mente appenninica. verso difflco~tà ~ 1 ston_c!zz_are ne~la suo concepimento e nella sua della glona dell'individuo? Crist~ C?o.mant... >, Edttrt- Marano. se non mi sbaglio. sol.a ?·rez1one s~1hst1ca e lm- ~cstazione. si da penetrare La domanda non è più pro– c~ N1gr1z1~, Bologna. pa- una mattina tutta polvere gu1st_1ca un d.1scorso sull~ li ,. globale suo mondo pale- rogablle e Thomas Mann ri– gme 140, Lire 350. e sole in quest'ultimo ago- poe_s1a ... > 1 •• E d1 ques~~ tesi tico ed estetico. al fine dì co- sponde presentandoci nella E' una raccolta di aned- sto. dopo esservi quasi pre- egli trova il conforto piu pre- glierne quella più profonda deformazione poetica i rap– dotì. di impressioni. di cipitato da un paesino che ciso nella poesia di un Rebo· fisionomia generatrice. che è presentanti dell'arte di que– massime. di pensieri. La stava su in alto attraverso ra. che sta c-olsuo alto esem- per l'opera la struttura del sto periodo: « uno spassoso domanda è: e Se Cristo do- la strada detta e fondoval- P!o. "a dimostrare irreruta- suo equilibrio lirico n. Nuova g:uppo di fanfaroni, dì fauni. mani bussasse alla vostra le•). Mi è piaciuto quel suo bllmcnte che una poesia au- e ac1;1ta formulazione delle d1 tipi puerili)) tra i quali a t 1 . t 1 \·erso (e E siamo come pri- tent1ca e profonda non può peculiari finalità della cririca stento Pico della Mirandola e r:r a. 0 nconoscer~s e·.": ma. Sempre poveri>), in generarsi che come vigoroso ge11~rica. u una critica più il Poliziano si dist:nguono nel . nspoSle sono e .piu cui una verità cosi trita e lievito di una complessa e esphcat.lva che dichiarativa. coro di ammirazione per La– va.ne . tutle dense ~ illu~ desolata C annunciata col ricca personalità morale. che senza mflessioni pere_ntorie, re~zo o per il Savonarola. minate dnlla ,!?raz1::i di f•·C'sco sorriso di una noti- non bast~ lavo_rare sulla pa· s~~za presunzioni ri'mfalli- dat caricaturisti fantasiosi dei questo autore. zia. Come vede. poche con- rola e sut modi della tecnica b1htà 11 carri carnascialeschi. GllTl fuse espressioni tengono espres~iva per giungere ad SERGJO PANTASSO GIAN FRANCO VENE'

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