la Fiera Letteraria - XIII - n. 47 - 23 novembre 1958

Pag. 4 Marino Parenti: « Paese lombardo• SCAFFALE VECCHIO E * uovo 1 L'ABBA COL MANZONI non ebbe fortuna * di 1IIARlll/O PARENTJ Una delle tentazioni più comuni, e, Jn certo 5enso. più giust.lfica-tc, in chi si appresti ad entrare nell'a– gone letterario, è indubbia– mente quella di sollecitare il g.iudizio sulla pl'opria o– pera di chi -abbia ormai toccato le cime della noto– rietà e, meglio ancora, del– la celebrJtà. E', più che che una ten· tazione, un bisogno .istinti– vo, vorremmo dire, di in· vocare una guida e un so– stegno in qua.i primi in- :,~~ab~~f~n~:~eerc~~ a~~";: spando per l'aria, la ma– terna mano che lo sorreg– ga. E' capitato a tutti gli uomini celebrJ di dover leggere centinala e centi– naia di letterine piene di incensamenti e di attesta– zioni ammirative, Jnvarla– bllmente concluse con l'o– maggio di un libretto - di un'esile raccolta di poe– sie, quasi sempre - e con la richiesta di un giudizio capace, nella maggior par– te del postulanti, di deci– dere il destino di tutta una vita. Naturalmente le reazio– ni sono le più disparate: c'è chi, pazientemente, a– morevolmente, paterna– mente, risponde a tutti, dando consigli, magari: ma non negando mai un Inco– raggiamento, anche laddo• ve si legge !ra le righe lo sconforto delle più nere previsioni. C'è il tipo 6corbutico, che cestina regolarmente e si– stematicamente lettere e li– bri e c'è, Jnlìne, chi ha rea• zioni svariatissime, a se– conda degli umori e delle circostanze. Ammirevoli I primi; de– precabili i secondi, per il loro egojsmo;umanamente comprensibili gli ultimi, fra i quali possiamo met– tere il Manzoni, che om·e tutta la gamma di risposte possibili, dalle più premu– rose alle più aspre. La fortuna maggiore, toccò, certamente, al Dc Amicis, il quale 5i ebbe una risposta, tanto afTet• tuosa, tanto confidenz.lale, tanto scopet•la, da procu· rargli un'altra lettera nella quale l'uomo, celeberrimo oJimai, quasi Si umilia di fronte al sedicenne colle– giale, per pregarlo di non pubblicare Ja prima, pol– chè « una lettera scritta con un intento privato prende facilmente, con l'es– sere presentata al pubbli– co, un carattere dissonante. Osservazione ovvia, ma che non parrebbe propor– zionata all'ingenua richie– sta di un ragazzo che chie– deva soltanto Il giudizio su pochi versi, messi in carta per un'esercitazione poco più che scolastica. Più bistrattato di tutti Il povero abate Benedetto Galli; il quale, non avendo aiicevtUtorisposta, s'era pre• so d'aTdire d1 insistere un po• v.iwcemente: "'Son di· spiacentissimo ch'EUa ab– bia trovato in ciò un man– camento. Ma ho creduto che un atto gratuito di cor• tesia cesserebbe di essere tale, se avesse per conse– guenza d'imporre un dove· re, deU•adempiment 0 det quale si potesse esser chiamati a render conto•· Fra questi estremi si col· locano. anche, le mancate risposte. Quante furono? Sarebbe indubbiamente una disperata impresa sta– tistica il tentare di fissar– ne il numero: moltissimi. certo, i postulanti r.imastl nella più assoluta oscurità; pochissimi, da contare sul– le dita di una mano, quelli che riuscirono ad affer- ma'l'si. E' il caso di Giuseppe Cesare Abba, professorino venticinquenne, reduce dalle campagne garibaldi– ne, il quale, dopo aver 5critto un commosso canto in morte di un suo compa– gno d'armi, Francesco Nul– lo, caduto combattendo per la Polonia, chiedeva al Manzoni il suo giudizio, con questa lettera: e Ili.mo Sig, A. Manzoni, Perdoni se ho l'ardire di scnivere a Lei primo tra i letterati Italiani, io oscu– ro cultore delle Jettere no– stre: e riceva benignamen– te il lavoro poetico che ho l'onore di offrlJ,le non fos– s'altro per la grandezza di chi me Jo ha Ispirato mo– rendo, e che io amai dac– ché lo vidi a Marsala a Ca– talafimini e a Palermo do– ve ho combattuto coi Mille. Se Ella vorrà degnarmi di una sua parola, il giorno In cui la riceverò sarà uno dei più lieti della mia vita. Suo Devoto Servo C. Cesare Abba. C.iiro di Savona 15-2-1864 •. Dignitosissima lettera le cui speranze di riscontro si tondavano, piuttosto che su vacui incensamenti al destinatario, 6U un'impresa l'aver partecipato alla qua– le poteva ritenersi un tito– lo, non soltanto di bene– merenza, ma di orgoglio. Forse Jl ricordo del cla– more destato da!Ja visita di Garibaldi ,al Manzoni, pri– ma di Aspromonte, non era estraneo alle speranze. Può darsi che se ne ri· cardasse il professor Giu– seppe Cesare Abba, quan– do il Manzoni entrò, fra i classicl, come testo scola– stico nelle scuole medie; certo qualche suo allievo ebbe l'Jmprcssione che alla ammirazione per Jl poeta e il romanziere, non andas– s~disgiunta in lui, Qualche velata riserva sul Manzoni uomo. ì\lARINO PARENTI LA FIERA LETTERARIA Domenica 23 novembre 1958 INVITO al silenzio * <li J>/E'I'llO Cl,IIAT'l'l Non sono pochi ormai a più su quélla e foscoliana :11 giurare sul declino della presunzione di sfidare il si– poesia, quale anticipazione lenzio dei secoli. dote di fatale, sembra, della sua fi- ieri e oggi perduta: infatti ne definitiva. Il suo e: sole in essa c'è forse la chiave è già tramontato, ma il cie- di tanta ironia corrosiva lo de!Ja nostro vita arde e d'oggi. c"è come una ibse– splende ancora di esso. seb- niana colpa dei padri. tanto bene noi non lo vediamo per cercare di sollevare più )1, scrisse l'umano trop- ct·un peccato almeno il pre– po umano. Già allora, nella sente. non per altro. Ma primavera 1878. della poe- procediamo. sia e anzi dell'Arte. addi- Le !rasi annotate, che cu– rittura. non era possibile ciono un dossier d'accusa scorgere più che 1a musio- che ha un rivale solo in ne ottica de1l'estremo trn- quello del Petrucciani (in monto. Ma se _quella era Poesia pura ecc.). sono in una profezia, queste d'oggi gran parte verità lapalis– sono e vogliono essere dia- siane. Ma il succo è sgrade– gnosi cliniche, referti scien- vole: per giove, si ha l'im– tifici che pare non ammet- pressione quasi che sia un:1 tano dubitative. colpa essere noti oggi ed Complice del declino, na- oggi essere poeti. Che non turalmente, il tempo. Anco- PIETRO Oli\lATTI ra poesia <e• tempo, con quella congiunzione disgiun- (Continua'a pag. 8) Due poesie diMario Lavaget PER U A SPOSA SOTTO I SALICI Il tuo bianco riso non è suonato oggi per il flore dei ciliegi ma per te sposa nella casa rossa tra l'immaturo ver<leggiare del frumento. Il giorno dcll'e!flmero volo, non più lungo dell'arco della rondine: quando Ieri mi ag-glustavi ancora la camicietta azzurra sulla piazzuola e poi dimentica di me ti lanciavi ridendo all'uscita degli sposi per cogliere il bianco sogno dei confcttl. Oggi è per te questo giorno. la frotta dei ragazzi t'ha circondato stupita e l'Invidia un po' attenta delle cugine; non più la tua notte accarezzerà la trepida canzone dei salici azzurri cui strappavi le !oglie per i tuoi grassi conigli; Non più crudeli della tua corsa affannosa sorrideremo del tuo limpido pianto. Ti attende una ora nuova più effimera del candido richiamo. più lunga della notte che tornavamo dall'ala sul carro azzurro. rinfrescati dal sudore del cavallo e dal denso odore dei sacchi. più arida dei carnevali risplendenti di (uochi acri tra le nebbie di grida contornati e dl vecchi cappelli; più scarna. più vuota del gioco segnato da un acuto odore di radici lin!anti sui bordi del canale. Tu ignori l'amaro !uoco del tuo giorno. l\la prima ti sia tolta la vita di questa Ingenua gioia che d'un prezioso sorriso I tuoi vent'anni infiora. GIORNI INFA ,TILI Tornerai dunque al lunghi paradisi dei nostri giorni infantili quando una città ricca d'armante ci porgeva il suo saluto dai cimiteri ro~sl di periferia? Ho un'ansia di papaveri nel mio cuore e di colline azzurre e fuggitive come nubi nei pallidi cicli di primavera. Vorrei tuffarmi nel tempo buono e armonioso delle nostre stagioni quando le torri hanno il colore delle stoppie e bianche nebbie si assopiscono sugli orli del fiume. sui canneti antichi della nostra vita che come l grigi acquatici uceelli grida l suol rimpianti e come la terra muore una volta ogni anno. MARIO LAVAGETIO' tiva messa Il come ironia. --------------------------------------------------- tragedia metafisica e avvo– catura del diavolo. Come se poesia e tempo potessero non andare d'accordo. Cos– sero due. Un ragioniere il– luminato non commette cer– to simili errori; purtroppo un letterato può commetter- lo, può scrivere un referto Suggerimenti per una.letturadi Dante di FER1\!A1\IJO SALSAi\iO di declino per colp.a di q.u~l- Nel corso inesauribile de- le pagine dantesche del ticolare, relativamente allo del peccatore Dante. non suoi eccessi. ma che sostan– la <e•· quel ~a';)IIO. d_1c1a- gli studi danteschi. che Montano, potrebbe apparire stile. all'allegoria, all'este- quella del Poeta, il quale. zialmente ha va Ude ragia– mo d~lla < disgiunti vile•· spesso ristagn:mo nelle ti- ovvio e in un certo senso tica etc. E ancorn ollri l'Au- sia detto in breve. non ave- ni nel denunziare la , inca– E vcni~mo a sapere. che petizioni. come s'affrettano tardivo. se non se ne rile- tare potrà formularne, per va nessuna ragione per am- pacità di mettersi nello sta– l'uom? 11 quale, < mediante nelle audacie ermeneutiche vasse la forte carica pole- approssimarsi alla sua mèta mirare il laico, naturalistico lo d'animo del poeta ... l'ani– la scienza, ha trovato la e deviano nelle giustapposi- mica nei riguardi di quan- ideale. una lettura che non insegnamento de 11' antico mo sordo e filisteo, antisto– chiave dell'universo, non ha zioni arbitrarie, riteniamo lo è stato scritto su Dante tradisca la spiritualità e maestro. Della distinzione rico. del piccolo laico per il saput~ ugu~lm~nte p_roce~~- meriti seria attenzione il li- dal Romanticismo ad oggi; l'arte di Dante e che soddi- che -accenniamo tiene egre- quale il mondo della reli– re 1 !e1 suoi diter:1m 1 spiri- bro di Rocco Montano, Sug- se non fosse. ci peritiamo sfi le più giuste esigenze del giamente conto F. Fergusson gione, Ja visione metafisica tuali, costruendosi un~ filo- gerime,ifi per wna lettura d} ag~iungere, _manifest~- lcllore moderno. nel suo l!bro. D~nte's Drama della vi~a è solo una inutile sofla che a quella ~ 1 con- di Da,ite (Napoli. Conte, z1one d1 nuove esigenze cri- Non potremo, ovviamente, 1 o/ the Mtnd, Pnnceton, 1953, astruseria e conta soltanto lrapponesse_ energicamen- 1956). Diciamo subilo che tiche. faticosamente affer- dare qui notizia dei singoli (jn Delta, e Mio figlio ov'è se Dante o un qualsiasi al– t~•; p~r cui ne.I ,camp? de~- l'opera. il cui nucleo fonda- mantisi en~ro e Cuori _la pe- motivi metodologici e crìti- etc.~· n. ~1-12 n.s .. pg. 29). t;o ~La ab~ia _avu!o sen: I a_rte Il suo ~pmto < imbrt- mentale si può indicare nel sante eredità romantico-de• ci, che nella pagina del l\lon- Andiamo mv~ce a r1leggere t1menta e voci d1 odio o d1 gha~ _e mortificalo• ha ~as: primo, breve saggio , Del1s~ntisian.a e idealistico-ero- tano trovano .sempre il so- le ~~ncl~sio!'l! di un secolo amore! tenerezze_ e ~ffetti so.tti~hato le st esse ragio~~ leggere Dante•, meglio s'in• ciana. L averlo pr~posto_ co- stegno. nell'applic~zione a ~. pili d1 c:1uc~: dove sono t~rrem • (Suggerimenti etc. ideali della sua produ~ll tende e si apprezza se la me vera e propria chiave personaggi cd episodi. di 1 due volli dei due Dante. cit. pg. 9-10). rtà •· QueS t ~ ce 1~ 1 ~•~e si ricollega sia ai p~'incipi metodologic_a. con quell'ar- una efficac~ doc_umentazione 11peccatore guidato alla sal- C.omc è evidente. il e sug• n~o 4 rtl~zza , su a. st ~ espressi dal Montano m A r- dore polemico e quella dot- ed esemplllìcaz1one; e _che vezza attraverso la lenta genmento • della distinzio- n. · • m un apcrtu_ra mt•: te, realtà e storia (Napoli, trin~ che ,gli ha~no g~à ~a- d'altra parte, nella varietà cognizione del~a dann.azione ne del poeta dal peccatore tolata appunto ,De~Lmo de/ Conte 1951) sia a quanto rant1to riconosc,me~tl m- dei saggi di cui il libro si e della purgazione. e ti poe- si lega organicamente a la. ~oesia_» - . 3: spi~~are a egli ,;a scritto e scrJve su ternazionali. è merito evi- compone. conserv.ano la ori- la che sol_o. partendo da quella nspir.azione a ricono– origme di tutti I malld anc~e Dante e in particolare sulla dente del l\lontano: e_ noi ginaria unità d'ispirazione. quel~a cogruz,onc ~rn J;>Oltt~o scere finalmente l'origine, se, oneSla~e.nte. ere O E· e Divina Commedia. E noi francamente c1 augunamo ma non realizzano. l'Autore architettare tutto 11 viaggio la natura. J'unità religiosa ~f~~~~~ :/ a~~f~:; Jt a 1~: intendiamo presentare il vo- che egli stesso possa percor- ne è_ ben c~:msapevol~ .. quel: e appres~~re al. suo perso- della Comi:nedia, che ripe- h' dp d' d' 1 PP 1 lume non attraverso una sua rere buon tratto della stra- la s1stemat1ca organ1c1tà d1 n_:.1gg10 gl 10contn e le es?€:• tuta.mente il Montano espo- re~c I rj ' 0 t I t ire! c 1 t 8 compiuta disamina - che da indicata. non solo vin• cui sono ricchi in potenza. nt'nze che lo traggano a lt- ne e convalida con argo. scie~z~I' 1a, rova O d a e ~- sarebbe lavoro troppo Iun- cendo le difficoltà intrinsc• Mni come in questo caso, bertà? Eccolo, ~on il Dante menti teorici e con riscon– ve e urnve~so,. . e anc e go. per investire problemi che ad uno studio siffatto. insomma, ò consigliabile lo pe~catore,_ ma ti Dante ar- tri nt'.!I vivo del Poema. se è, n~olto. difflctl 1 c sAorg_:: di ogni genere ~ ma fissan- ma anche salvandosi dalle incontro diretto con il libro ch1tetto, ti consape~ole ~el < Noi crediamo che nella in– ~f: 1 u~ile duna lì oso ~ . do qualche aspetto basilare intolleranze. Je genefializza. e con tutte quelle occasioni mal_e e del be_ne. della g1_u-terpret.azione di Dante sare– ~a~ ah pur~ pe~ cos ru,- di un'Opero che si può dire zioni. le diatribe, quasi fa- di cui il Montano si serve ~tizia eh~ pun1s~e e pr-e~ta: mo sempre fuori della stra- ~ e si ~on ra1;>ponga ancora in fieri. sparsa com'è tali in quel rapporto pole- per sviluppare su di un n~cant~rsi, anzi ~marnrs! da giusta se di un episodio, alla t sct~i"z~ ~ l tvtd~nir anche in saggi editorialmen• mica in cui si sviluppa la fronte cosi vasto, e provan- d10anz1 al la pa ssione d1 di una {1gur~, anche dJ una ~ 1 :~;u~tivite\c 1è i~ i!n~ te separati. e impegnata sua a1.ione di smantellamen- do e. riprovando'. una siffat- Fran}esca. esalt.ar~ i ~li fron: notazione_ d.1 paesag~io, di lavoro stakanovista ~ella sullo sconfinalo orizzonte del lo delle sovrastrutture ro- la riscoperta d1 Dante IO te ~ la < m agnam_mllà • d! un quals1as 1 colloquio non . . • . 1 . fil fl mondo di Dante 11 Montano mantiche e jdealistiche e di quella che egli ritiene la Fa:10ata, e a1l_'ard1':"ento ds1avremo compreso come esso CrtSI u.niversa dc. oso .a si rammarica ~ppunto < di richiamo alla fedeltà sto- genuina prospettiva storica. Uhsse, d1ment_1co_d1 sè stes- si leghi _all'interesse religio- ::: t~%en;a, opo poesia non aver saputo trovare il rica. E' u_tile: piuttosto, anc_he so .e delle ra~1001 dell~ pro- so, al giudizio che il poeta . p · . . . modo e il tempo per una Poiché la formula sopr3 per g1ust11ìcare e chianre prta o_pera_.si da offrJ_re ~-I vuol dare dt tutta la vita Ottime ragioni adduce _1Iricostruzione completa del• citata (attenzione più ap- quello che s'è detto fin qua. s1:10 ~iagg1atoi:e n_on I p1u umana. Sa.rà questo ogni Mazza per. d1mostrarc,_c1ò la s iritualità e l'arte di profondila alla intera crea- presentare ~no d\ quelli che v1stos1 esempi d1 pecc~to volt.a _la m1s~ra della ~ali– c!1e la poesia non _è pili e O t M . ff t . zione e allo spirito che la sono i mot1vJ chiave, e che (Par ..XVlI. 136 sgg.), ma m• dità d1 ogni 1.nterpretaz1one. ciò che purtroppo e diven- an e•· r a d!n e e~1, a1l, nnima e al gusto che vi sì come tali sono i più ardui contn allo stato terrestre. E' nello sforzo di scoprire lata. Era •.u~·ottra cosa•• ~:1e df: a~t:;to1ar~~o~o e e~~~ esprime) investe il metodo pe.r 1:~utorc e. ~er i lettori: s~I pi~no < umai:io • delle c_ome di volta. i':1 vol~a nel: < srera a c~1 s1_le_vano t!lu- iulo dai suoi scritti si della letteratura e si d.ira- e I pili suscett1b1li di studio, s1m~at1?· dell~ f:!let~. ~elle I opera .gr~nd1ss1ma I tanti ne eterne 11lus1on1 che 1 uo- P . · . tind' in tutt 1 dir _ di meditazione, di obietl .. iva. p_ass!om.. e. quindi ~1 mente clement 1 s 1 saldano all'uni- mo nutre nella sua parte espnme suO'tc;e?tc me,!' te ~a ~t 1 . . e e e_ discussione. Crediamo si ni- s1gmlìcativ1 per eh, nell'ol- co stato d'animo religioso, migliore, grazie alle quali quella c~e è•. dicia!"o, I idea ziom d :_glt Slud_i dantescr_i. ficati va in proposito la g di- trelomba cerca la salvezza è in un'opera di integrale presume di sfidare il silen- madre d ogni st~1d10.pr_esen- nume.ro:sl hsono 1 < s~ 1 ggert- stinzioi~e nella Co,;unedia dalle fiere terrestri e non i giustificazione che può solo zio dei se~oli •· E·. ormai. t~ e futuro: 11 richiamo. men li,• c. e se. ne svi uppa- della pe~sonalità del Dant~ fantasmi e le pastoie del consistere il compito di una < assenza dt 3rmonia •. tra- ci?è: ad una le~tura della no. sia di .or?m.c generai~. che viaggia attraverso 1 re- mondo da cui fugge. Sì che critica che sia veramente dendo una concezione del- ~tvina Commed.ta car~tte- come la dtSllOzioi~e tra 11 gni dell'oltretomba da quel- si dice che la prima cantica tale e non si riduca a un l'arte < assai Jros~a e con- r1.~zata , da u~a attcnz.ione o.ante, autore, e 1 1 Da~le la del Dante narr'atorc del ò < la più ricca di t~mani• gioco di dilettanLislici com. fus~ •· non p1u dtvcrsa ma Pili appi:ofondita alla 1.n~c-1viaggrnlore, i t.1110sul p1~- viaggio compiuto. Quest'ttl- là•· facendo una trista con- piacimenti e di antistoriche veniente < dal duro cemen- ra creazione e allo spmto no della veri la e della h- lima è la personalità secon- fusione. in quella ricchezza, valutazioni• (Ib. pg. 11.12). lo _della quotid~ani~à, coi se- c~e !a ani~1a e al gusto eh.e ~ertà. l'altro sul pkmo .del- do Ja finzione poetic~. di un dell'abbondanza dE:I _lerci~- Ognuno vede la portata ~1 del. provvisorio e del: VJ. s1 esp:1me •· Un tal rt- I errore e. ~ella_ so~gezione uomo cui la meravigliosa me umano, natur~ltss1ma m metodologica e, diciamo CO· _____________________________ __. I 10comprnto •· Io calcherei chiamo, vivo e operante nel- al peccato. sia dt ordme par- esperienza ha fruttato l'aJ>- u.n lnfern~ .<• ... s1 ad ~at~ sì. rivoluzionaria di queste -------------------------------------------------------------- prodo alla verità e alla li- r1_am resp 1.c~amus, a. prtnci- a!fermazioni, e la comples. Un padre né oleo né laici- 11TIIN11'fllr•'IG;'("l'A. DI \TLA.Dl"r IIRO ,"A• .JOLI ra. dei Padri della Ch1esa del bertà. o, prescindendo dalla pio hor,nbr•hs et [elldEa est. s,tà e le d1ff>coltà della lo- ' 9' U .a L .. _.,..J U ~ ' flnz1one, del poeta E que• quia n ernus. • P 1st • ro apphcaz1one Per arte sta, ma che s1 ntiene libera- Conc1h ,dei documenti pontl· stt al cospetto della scena XIII. 31), e della sconfinata nostra Cl par h 1 ~ le, ci dice di non aver mai * fic1 e dei pa;eri def teologi•· un'1versale che pr;nde a facoltà d1 ob1ett1va rappre- tano ~1a sull: \1~ i g/us~~: 'oluto proporre, e tanto me- I modi dell espos1z1one sono cantare, deve assumerne la sentaz1one che il Poeta met- anche se riteniamo com; no Imporre ai figli la lettu1~ L . . l . quelli connatur,aU alla con- umversale legge, e d1 con- te a serv1z10 della sua 1sp1- eglt non dice e pa're non della B1bb1a, pe1ché essi deb t t e s i i t t~mplaztone, all orazione e al- seguenza deve distaccarsi razione Mentre una tale creda. che quello che è stato bono !ar da sé la grande scel- e 1 •r p r u a '°A I adorazione E 11senso del li- da, hm,ti dalle contingenze presunta r1cchezza d1 urna- studiato e scritto s Ila Co ta, g1untl all'età della ragio- ,W.; W., bro, qumtessenz1ale se altro dalle der'ormazioni dt ogn; mtà, cui s1 giunge attri. media fino ad o:gt b;i- ne. Per quanto ':!spetto si P~:: fu mal, scaturisce dallmtu1- legarne e prospettiva terre- buendo al poeta l'umana una sua mdiscuttbile autil 1~ sa avere di un opimone e . zione diretta di ogni smgolo str1. e se vede come mate- partecipazione al mondo del là e giustificazione se tarnente pensata e forse an: !ora, brutalmente. che pc1fino hamo oggi al posto d'onore to m sé 10 luce dt Cri.sto•, ha Cnst1anes1mo pr1m1llvo rap: lettore e del suo personale ria del suo canto ravventu- peccato che e solo del v1ag- non può ritrovarsi ;n etutti che sofferta, bisogne osserva J'ab1tud111e al qm::: suppone 11 D12:lonar10 biblico dt Leo· scritto, prima dt mo1tre, una presentano alt1ettant1 g101el abbandono ella i ra dt un uomo ascendente g1atore - quando non pure l'assoluta fld h r re che quel padre fa pe1der un certo numero di nozioni, nardo Salvatori (M1lano, Cc· Gmda all'Antico e Nuovo Te- h dt una collana dt 1egol0 no- m slica mer- dalla selva del eccato alla Iut se ne distacca e lo dJ- man fes UC;Ja e e eg 1 molto tempo 01 propri figli, e di cui le classi più glovam si schma, 1953), e 11 1 D1ztonar10 stamento (Mllono, Garzanti bil1ss1ma, che tuttavia non toniana Libro non facile, libertà dell'Ede~ ed ali~ sprezza _ è non solo estra- te 'ua ~ per l arte di Dan– h condanna ed una crassa manifestano spesso sgomente- btbltco dt F1ancesco Spadaio· nella collez1one e Sap~r \.ut- potrebbe sostenersi normai- dunque, che appunto perciò contemplazione della Divi- nea ma avversa alla rehg,o- gi~~izi;l O capov~lge 11 pre: ignoranza Insomma, tn nome vohnente ~1sannate Vediamo, ra (Roma. Stud1um, 1955) lo»), che In !orma p1a,1a e mente_ al hvello d1 queste par: poniamo ella fine d1 questa mtà. non può. per quanta sa spmtuahtà da cui nasce tica col ~ 0 :J:i~rn~r:r 1t:-~;_ della libertà, ne fa degh per somm 1 capi ..•.. piacevole riesce ad offrire, co· t1cola11 fatiche d1 Lu1g1 Ru note, e quasi a coronamento partecipazione spenda nella e di cui vive tutta la Com- Lidttà della seconda al rico- schiavl. novanta dlpmti su cento e Vecchio e Nuovo testamen- me lo Zol~l s1 proponeva, sca, traduttore e annotatore d1 ognt precedente Intenzione narrazione, confondersi e media < La poesia _ dice nascimento dell'assiomatica Non crediamo che p1oble· forse altrettante sculture, to sono facilmente access1b1h e persone d1 media e dt mo- non occas1onele e s1gn1flcato 1dent1ficars1 con ti personag- ,I Montano - ha \'alore agh validità della pnma Do m1 d1 questa natura ef!hgga- infinite espress1_oni quoti· m buone ed economiche ed1~ deste conoscenze nel campo (In altra coll,ana d1 R1zzolt, Siamo, per dnle con Dan- g10. tn quanto la storia di occhi del poeta cnsltano, la lunga stagione disper~~ no molle !am1glle, oggi Tut- diane e modt dt dire, - uom, ma non s1 può tacere le b1~hco qualche idea,, att~ru~ la Biblioteca d Arte, è uscito_ te, ad un e altro modo d'amo- questi. il suo ascendere. la proprio IO quanto sa dare va d'una cnt1ca cosc1ente– tav10 c1 sarà lecito r1ch1ama· concett1. une volta comu bella mlz1ottva di R1zzoh, che all ldeolog1a e alle ..,pmtua H Tesoro dt San Pietro, e cu re• non quello e che fa na- sua vittoria faticosamente evidenza a ciò che e male mente o mcosctentemente re l'attenzione det Jettort sva- nl, e pe_rcio r1correnl1 ,1° teSll ha commciato a pubblicare I htà biblica•· 13 di F S Orlf nd0 L 19~ 8 ~~t~ tur~ quel ch'è _ conquistata, sono già nella come tale. non m quanto frammentanshca. questa ri- gati, sull'opportunità di let- poc~ piu vecchi di noi, _ Vangeli nella popolanss,me • • • m nero e a co ori to / e poi aggtun volontà e nella sens1b1htà lalten 11 colore del peccato composizione dell'unità sul- ture orientate bene Opportu- 1 aggettivazione popola Btbhoteca. Universale (Vange· Quasi contemporaneamente, sale d1 Tesoro son? percors: ' di che la fede speziai si di lui poeta ed 11personag e lo renda a{fascmante Una l'origmario fulcro dello sta- mtà è parola assai debole, ad resca, lo secondo Matteo, tradotto e la Biblioteca Universale H1z- passo opo passo, ed ogni la cria •, ma essa, ~ 1 là da co- g10, non può prestar n1ented1 poesia d_1 questo genere, to d'animo reltgtoso noi l'at- esprlmcre certe esl_genze; ma _11proverb1ere ... (e ognuno commentato da B. Prete. Nu- zoli e la Casa editrice Massi- vola ~ ~orredat~ di_coi:n!"ento desto pur alllss1mo grado, sé all'Autore, né l'Autore al una coscienza anche assai tendiamo con vivo interes- noi vorremmo lisc1ar le be- puo _aggiun~ere da s~): meri 1215-1217. L. 180). mo (Milano), hanno pubti!ica- descrtl~ivo, ~torico cr_itico. 1~ nell'amore giovanneo, che non personaggio, se non con conse- meno alta di quella di Dan- se alla prova sia dei casi stia per l1 verso del pelo, ,non s1 .evo~ht mcta!oncemente J lettori d'interessi meglio to L'imitazione di Cristo: la ~n ~:o 10 d ~pertura, 10 qual è piil eros me agape. Agape guenze così grossolane e nega- te doveva considerarla adul- maggiori. per alcuni dei irritarla, ed anzi bl~ndirla. la 'pioggia di ma~na •, si ~I~ qualificati gradiranno Je se- Bur (nn. 1251-53. L. 180), nel- :o \ngue, si fa 1~ ~~or~ de~ (citiamo il Merton), che , non tive per la poesia, da com- terin_a. spregevole• (in DeL- quali iJ Montano ci offre già Ognun sa che, oggi, si ron!a l~~a al • reS t ar di. sa1e .•• SI gnalazlone dei Commenti ai la traduzione di Carlo Vita:!; s~ng? ~:e Cm~se~,i a e _ona. è il termine con il quale si promettere i valori altissimi ta. c1t. pg. 19). positive, interessanti espio– e SI !anno le !usa solemen 1\~ filmo le 'trombe di Gfrico •~ quattro Vangeli, editi della la Massimo (L. 1.200), nella ~~s~~i ~ttr~~:~o nl~ ~Ìc~~~~~~ indica una passione che sgor- cui l'open ambiva e che, on è necessario sceglie- razioni (che quanto prima se uno stimolo promette ut 1~ 1 e locJ:<1~ cfn meno_~• 8 saf Studium: quello di Marco, traduzione di Fronco Foc_hi dini dipendenti dalle avven· ge dalle profondità del nostro realizzatisi felicemente, co- re nomi tra i maggiori e i prenderemo qui in esame) e vantaggi. Ma le letture sp ge!-z:a 1 a.omo~e, . 1 pecca O dettato da J. Huby; di Mal- (ne conoscevamo da qualcoe ur . . .• , stituiscono la vera ragione minori esegeti di ieri e dì sia degli altri minori e mi: rituali o spirituallst_lch~ no~ o:1gmalc; s1 p_arh d~ p~i~oge· tea, da A. Durand; di Luca, a~no 1:edlzione_popo!are dega t e terrene della Chiesa). s~esso bi.sogno e guda all al: d_ella grandezza e della glo- oggi, per assegnare le re- nimi. nei quali tutti è ripo- dànno mai una rendita 1 ~ten_ ,~itu~ e. lenLi~chle, .c• si or- da A. Valensin !non seppia- L1brena Editrice _F1or~ntrna. . ••• tio per lap~_agemento del no na di Dante. < E' un ratto sponsabilità d'una tale con- sto il segreto della verJtà. tanea: e allora? Forse s1 po_ ,occhi dietro il « chi è sen~ mo se sia già stato pubblica· Questa delle M?ss1mo I;! illu- Garzanti. I?roseguendo nel- stro deslde110.:. "• ~a e qual- fondamentale per l'intelli• fusione. d'un tal grave di- L'impresa è senza dubbio trà scendere a qualche com peccato ... • (e .0 ~nuno può ag to il commento a Giovanni): strat~ c~n la _r1pr~duzl011e.a l"'; pubblicazione delle opere che cosa che differisce per es- genza del Poema tener pre- sconoscimento dello spirito vasta e difficile; ma noi cre– promes~o, di .cui vorrann~ gfu~ger~ _da se). ,. i si aggiunga il commento di colon d1 l!10~1cf d1 M. Ros11. dt Thomes Merton (La monta- senza e purezza dal più puro sent~ che Dante nella Com- di un'opera e di un poeta. diamo di non sbagliare nel scusarci i POC~ 1, ~ella sper8:n_ l~fi? th . sono t~i~contr A. Boudou egli Atti degli _Dell~ B1blto_teca Unlvers11le gna d~H~ sette b?lz~, Le ac- amore disinteressato che l'uo- media raffi~ura se stesso operato per mano. guarda vedere nella preparazione e za che I tro_pp1s_1anoper g10- quohd1a_m co,:i la B b , . - Apostoli. Chi voglie farsi una R1z:zo1t, segne!1amo anche:. . que _di S1loe, Sem1 dt contem- mo possa naturalmente pro· come pellegrmo di una sai- caso. di una critica. la ro- nel coraggio anti-conformi- varsl megho d un compro Attema~?c 1 dunque al pio idea delle infinite suggestioni Sant Agostino, Confes1nom plaz1one, Che sono queste Je- vare per il suo fratello vezza non ancora posseduta mantica e postromantica. stico di Rocco Monl3no delle messo che di niente. gra~ma t llcomtro7ess~.li~ promananti dalle preghiera (nn. 1301-05. L. 300~: tra?uz~o- rite?, n seg~o. di Giona, Asce- qualche cosa di completeme~·~ e dunque dotato di pensieri che ha avuto proprio questa garanzie di prim'ordine. Tan- Torniemo alla Bibbie: Vec- con:ti~m~ su O s. imo O u 1 _ iù sem lice e diffusa il ne, nota introduttiva, ,nd1~e sa al!a verita, Nessun uomo . . e reazioni che sono le rea- ambizione O questa bandie- to più che nella sua voce chic e Nuovo Testem~nto. tar1 s t1co. concedta~o ~ns~m ~ P , ' _ delle cose notevoli di C. V1- è un'isola, n pane net deser- t~ n~ovo, un~ memf~ st azio.ne zioni e .i pensieri di un'ani- ra. mirare dritto allo s i- per fortuna non isolata ere: Quand'anche, per un malmte: ma a quel !'adr~ d1 ~ui dice: Padre _Nostro•· veda_ l_anto_ tali; to), giu?ge oggi e n pane vivo d1 ~10 che v1v~ nell umamtà ma inferma. Il personaggio. rito dell'opera e del oefa. diamo di riconoscere il su - so rispetto della libertà d1 v_emo. che. 1 s_uoi ~gl, affron :~gle. e1~ 1 ~a::e ~o~t~: 1 ~\~M~. ~e~tullt~no, Apologia del (traduzione a c~ra delle Mo- e rivela la sua stessa nature cioè. non è il poeta: te rea- Se il Montano nomina Pspes- gello etico e religioso in c~ credere o non-cred~~c. potes- ~mo-~: t~1~~~~ d~~~\~am:!~ ton~~i Padri della Chi~sa~ e Cnstian~smio (975~76. L. 120), neche ~enedettme del Mona- per mezzo di quell'amore con zio_ni di Dante di fronte a so il De Sanctis e il Croce. vige_ la nostra speranza di simo co~ceder~ I ign~ranza ;~~~- 1do~remmo futtavia\sor- cura di A. Hamman. 8 cu_ra di L. Rus~e, . stero d, S. Paolo ln Sorrento. Il quale Egli ha decretato di Ulisse, a Francesca, .a Fari- i _fondamentali poli di altra- u~mmi . moderni, l'appello dei Sacn testi, doviemmo 1 • d 1 b'blJ Mtnuclo Feltce, Ottavio L. l.OOO). unire gli uomini a sé e tra di nata sono quelle d1 chi è z1one della sua polemica è cioè all'mtegralità dello spi consigli~re l'uso di stru~en~i, tar O ~ prov~fmei~e J. u~ D~~ . • •. • . . 0 179 · L. 60), a cura di Quantum. potes, tant~m au- loro, incomporandoli nel suo ancora avvolto nel male e evidente che tutta una t~a- rito nel vortice della disin= che discendono dallo B1bb10 t7ca d! ca~'. e o t Eugcmo Zollt, « il rabbino L. Rusca; de... Merton « con allus1onl ed . t non può non risentire la dizione critica prevalente- tcgrazione all'ordìne come fatti di culturn. Cui tu- z1onano biblico. che dopo aver condiviso con Lattanzfo, Cosi. morirono i applicezion1 appropriate alla mis ero•· contaminazione del peccato mente laic ' b t videnziate' che solo inpror ra, è dir troppo? Implica im· E poich,é la. no~tra Vetri- quelli della sua stir~e ~eriro- pers~cutori (1227. L. 60), a cu- vi_ta moderi:ia, espone_ la dot- La. nota intro?ut.tive è del e la cecità. La venerazione romantica .a : ~hi~s;~~aeni~ dispersioni e la so~it~~in: pegno ed elaborazione perso- netta ha I ufficio d1 segnalare 11, sofferenze e sacr1fic1 riella ra dt L. Rusce. tnne cattolica sul solido fon- Cardmale Agag,amen. che Dante esprime per Bru- causa co 1 n t d' dell'io. nall: d'accordo. Diciamo al- libri novissimi o recenti, met- ultime persecuzione, ha accol- I tre testi fondamentali del damento della Sacra Scrittu- VLADJMlRO CAJOLI netto è cert.amenLe quella zione' eh; ~ ~e';_~m~ 1 [:ai JrnRNANDO SALSANO

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