la Fiera Letteraria - XIII - n. 40 - 5 ottobre 1958
Domenica 5 ottobre 1958 re, ad ogni sorgere e tramon- te col sudorc o con ln tro– tare del sole, in numero scm- de: i figli e i nipoti. cioè. I prc minore sulla Terra. clr- quali avevano sempre conces– condati da una folla crescen- so a ciascuno l'Illusione che te di cada\'etl. I bollettini de- la roba. bene o male. sareb– mosi;rafici parlavano chiaro. ll be rimasta nelle proprie ma– linguauio dei numeri. nella ni. al proprio sangue. Ecco. sua freddezza. era di una con- dunque. che nel tentativo di turbante eloquenza. Nati del ritar<iare o distruggere cote– Ji:lomo 20 gennaio - dlce\!a- ste irritanti realtà. essi si no I JUornali - O. Morti del erano rasse~nati a dominare l,!iorno 20 gennaio: 64 La i>O- i loro istmi!. non solo. ma In polazlone della nostra citlà è luogo di lottarsi a vicenda. Oi,!JU di 54.582 anime ... li gior- avevano preso a fingere run no dopo pubblicavano: • Nati l'ahro la bontà. ramore. la del J,!iorno 21 gennaio: O generosità: lutti quei moti Morti del giomo 21 gennaio: dell'animo che ben pochi a\,e- 82 La popolazione della no- vano sinceramente J\Utrito e i.tra città è oggi di M.500 ani- manifestato verso Il prossimo. me ... E cosi tutti I giorni. per Un improvviso paradiso oi,enl \·illai.tgio. ogni città, 0J,!ni pan. 1 e sbocciare sulla Terra: metropoli. Quaodo quelle ci- quantunque non è dlfflclje ac– fre a\frebbero ripreso a ere- corgcrsi quanto esso. nato al– scere? si domandava la gente. l'ombra della Morte, fos"e fal– Quando. aprendo i glomall al so e inconslstcntf'. Chi sa mattino. non si sarebbe più mai?! - ragionavano gli uo– visto quello zero. quell'inse- mini nel loro intimo. - Mo– ima di morte: quel simbolo. strandocl gentili con I nostri rorse Il più efficace. fra quan- \'ieini. generosi con chi ha t1 avrebbero potuto esprimere bisogno. imponendoci il ri– i risultati a cui era pervenu- spetto e la comprensione ver– ta l'umanità? E intanto c'era so gli estranei e verso coloro .c!à o ehi faceva dei calcol! che odiamo. a~endo. !nsom– c basandosi sull"età media ma. nel modo opposto a quel– della popolazione lntra, 1 ede- lo tenuto fin ora. forse la sa– va il non lontano giorno in iute dei nostri corpi, in una cui la sua città e poi la sua distensione ~enerale. potreb– provincia e la sua re!o?ione sa- be guadagnarci e noi riusci– rebbero state deserte. o chi remmo a concedere un mai– per altri motivi. ma sempre gior periodo di tempo agli dipendenti da quel tristissimo studiosi che sono ::ancora alla stato di cose. veniva colto e ricerca del farmaco capace di trascinato dalla follia. ristabilire le nascite! L'uma- E' il caso. quest'ultimo. di nità. pertanto, non era dive– alcune donne. intorno alle nuta migliore. né buona in quali sulle cronache dell'epo- senso assoluto. Le sue antiche ca si leggono degli episodi passioni non erano morte. che meritano di essere ricor- Accadeva semplicemente que– dati. Si sa. per esempio. che sto: per difenderle tutte. una alla semplice vista di una pe- di esse. la più tenace e pro– cora pregna o di una giumen- fonda. l'egoismo. Imponeva ta in stato di gravidanza. al- agli uomini quella nuovissima cune di esse. assalite da una maschera. fc-r-1ce ma pur comprensibi- La stessa cosa si ripeté nei le invidia e dh 1 enute simili confronti della religione. Mai a delle furie. si sono lanciate come in quei tempi vi fu una urlando contro quelle inno- cosi grande abbondanza di centi bestie finendole sotto la credenti e di praticanti: e non propria ira o rimanf'ndo a lor solamente nei paesi dove le volta uccise. Altre. invece, reliii0ni avevano goduto h- !:~~j!d~ u~n pifldr~i~~-pe~~ I ~!~~h i~d qauue\~ro;iaèu'ra eiae:~ nati. non sapePdo né polen- ,state combattute o addirittu– do sfo~are altrimenti l'inno- ra proibite. Qui, anzi. delle to e prepotente Istinto mater- nuove le2gi dello stato, con no Ce quasi riassumendo nel- la medesima severith con la la loro follia l'insoddisfatto quale prima le avevano pro– desiderio dì tutte le altre) sì Iscritte. ne imposero l'esser– sono dapprima chinate su ,,anza e 1:-i pratica più rigo– quelle tenere bestiole. le han- rosa. Si assistette allora al no accarezzate cd abbraccia- divertente· spettacolo di mi– te a lungo. e in !!ne. strette- 1 lioni e milioni d! esseri ra– le al seno. sono arrivate ad ~,onevoli che. imitati da accostare alle umide e picco- jquant·a1tri. pur vivendo altro– le labbra in cerea di latte lve. si erano sempre uniror– le proprie frementi. ma ari- matl alle teorie di quel pae– de mammelle. Più lmpressio- 1 si atei. ripresero da un. gior– nanti ancora sono. poi. gli no all'altro. e come se nulla episodi di quelle donne che. foscse. a credere in Dio nella solitudine df'lle campa- I In tal modo sull'intiera ;!ne e delle foreste. giunsero Terra i luoghi destinati al :~e adf 0 ~~l~!~/ 0 Qu~=t~es~= 1~~~1~1~ia c~i~~~C:::in! 1 ~~ 1 \o': "'.ente. cotesti gesti disperati Ile echeg.giarono dei canti dei furono ad esse suggeriti dal fedeli che Invocavano la mi– r1cord1 e dalle storie di ere sericord1a divina. mentre le lontanissime e favolose, nelle strade degli antichi santuari qua:1. si racconta. ebbero a fuorono percorse do intermi– \'etlficarsi di simil i acco ppia- nobili teorie di pellegrini che menti. E tuttavia que.l.le don- si recavano scalzi e dolenti a ne non raigiunsero nep pure chiedere la grazia suprema là metà dell'effetto voluto. della Vita. 1 sacerdoti asse– L'essere mostruoso che ,,enne eondavano questi slanci. ma generato. lungi dal possede- il loro animo era oppresso da re, come sembra sia aeeadu- una profonda tristezza. Ne.l– to per alcuni antlcb[sslml l'intimo del cuore, lh dove mostri apparsi in una regio- parlavano con Dio, essi sape– ne mediterranea chiamata vano come non fosse quello Grecia. metà corpo umano e il modo più opportuno di ac– metà corpo animale. nacque costarsi al Signore. poicbè la comoletamente composto da religione non è paura. ma un disgustoso ed informe mi- amore. e gli uomini, invece, scuglio dl arti ferini. erano tornati a volgersi alla VI divinità solo per Il terrore di ciò di cui si sentivano mi– nacciati: ora. che avevano perduto la ·fede In se stessi e nelle proprie forze: ora. che dispersosi al vento 11 soffio sacro della Vita tutto sulla Terra inaridiva: e I grandi macchinari. i mostruosi con– gegni. le migliaia e ml~liaia di ruote e d"!ngrana~!l:I. di fil– tri e di reattori sì fermavano l~':U~lì i!d d~ij~o~ec~!~zir7n1~t vano qualcosa di più alto e potente. VII Il consorzio umano si tro– va,•a, dunque. in una ben tra– .dea condizione. Eppure. tran– ne il caso di pochi episodi sporadici. non ebbero mal a verificarsi in quegli anni di c:-!si. come invece sarebbe stato umano che fosse aeca– duio. dei vasti moti popoìari di rh,olta e di rappresaglia sia verso gH scienziati che con I loro studi e le loro scoperte avevano determinato quello stato di cose. sia verso gli uomini di governo che agli scienziati avevano forni- Ma le sciagure non er-3'no to tanti meni ed inforaggia- ten-n:nate. Dal giorno 6tesso menti. Per mollo meno nel in cui le na-:c:t,:,, erano ve– passato i popoli si erano rl- nute meno. l'int!era st:-uttura bellati ai loro l?O\·ernanti. t!<"Onomic.'.ìe i;ociale l'ra stl\ta Perehè non lo fael'vano an- intaccata da una male che. che adesso? simili> od un vit:J"' s"onn- piei.tati morivano o invecch1a– vano. e non v'era chi Il i::o– stitui<">ie). dnll'altra Ce per la stc-ssa raE[i:,ne riferita ai con– sumatori) le richieste sul mercato d~'fl1inuivano giorno per giorno. Co-u ae<:ade•va che ogni mottina i giornali (quelli eme e.neo:-a si pubbli– ('avano. ma che ben -pre:."to dovevano a lor volta cet;Sate le pu,:,\,lica-zioni) insieme 01 bollettini demografici di cui si è già parlato. porta\•ano. sempre pili numerose. notizie come quest.~: _ .. La S_i\ Met.~1- meeo:mica chiude I battenti., - "La SA. Cementi Nor.i– Alrica costretta a sospendere la lavor.a-zione » - .. La cniu– sura dcll'O!C'lri!l. Mediterra– rea,. - .. U fallimento della Mont-Blanc S·.Jety R.;-zor .. - .. Le OUieine Automobili Dord para!iz.zat•~., - ,. P.a:-e.lizzata la vita nd centro Europ:1 per la chiusura cii tutte le centrali elettriche,,. e co~ì via di seguito fin quando non .g:unse 11 giorno in cui non una sola delle centmala. del– le mhdiaia di fabbriche spor– se sui \•-ari continenti fu in ~rodo di continu::are la pro– dU"Zi0n..?. Anoor OJl:gi que-ste faòi.Jri– ("'he, che Bi tro\·ano di solito aUJa periferia delle ,grandi città dell'era eosl detta cri– sWina. si ortrono al no!;tro muto stupore. Insieme ai vasti palazzi deserti. alcuni così alti che sembrano aver vo– luto sfidare il Cielo simili a nuove torri d1 Babeie, insle– flh? ai silenziosi musei po– polati di statue e di quad:ri. e alle immense chiese oolita– rie. t'€6C furono ciò che col– pirono maitgionnente l'inte– resse e ll'mmai:?ìnazione dei nostri 'Pnmi e:;ploro.tori. Voi stessi ehe mi state le.g.gMdo. se durante un(!. delle vost:e vaeanze avete compiuto un viag,si:io In una di quei!e zone dì cosi alto valore archeo– logico. saprete -bene come _noi'! si può rimanere insens1-b1h davanti allo spetta.colo offer– to d'l quei oolo,;sali complcs- 61. Sotto n dellt'.' vùlte im– men$1! e mute. g,ecciono cor– ro.;;! do! tempo e dalla rug– gine 11:randi macchinari. com– plicati conr-~m. mostm<>;e ruoti> dentate e m',ghaia e mi– g_Jiaia d'in~rahn.ggi tra cui di tanto in tanto è dato ancora di rinvenire l'O ~hcletro di qU'llc:he uomo bianco. Ad os servarli. più che quella di tre. varci davanti ad un mondo finito, avvolge 11 no,;lro ani– mo la S(lnsn:zioned1 ttmmi– ra-r-e le prove d'un e:'.\iaT1te– sco fallimento. :',.lent-:-e. cosa strana e dc-gnis:;im3 d1 e~ere notata. tote non è l'imprrs– sion<" che .:;j rìpo:-ta allorché ci 6i trova dinna:,zi ai mo– numenti BUJ).:!rstiti di ere ben più rl'l.'110te di quella d~ 1l– cunl detta .. atomica .. e chiu– "asi intorno .;I 2090. Qua:no diver.;;o cd alto non è. mfatti, il lin~ua.;;;wo che pa.rl4no le vestiJia d'un·antlca. Greci.,. di una Roma 1mperial..?. o di un M:'dio<'vo crhtiano'? Tem– pi: -~rmonilXi t'.' morm'J':e,. stat~ perfette. fori. cattedrali i;land.:intC'Si al eie:o c,:,n \'i'll– 'Peto di una sinfonia musiC"lle: tutte queste costruzioni sem– brano h-stimoniar.e- di epoche e di c;viltà in cui lo spinto ebbe \"i!ramentc a predomina– re man,fe,;tanri051 in alte fo:-– me e creazioni prima di e.i· ~ere :l J)O('O l'! poco .:-opraf– fatto Rispondere a cotesta do- sciuto. si sarebbe diffuso in manda non è facile. tant'è <"~a e wrOObe inevitabil– vero che i pareri degli stu- mente finito con il ~,~ve-:-– diosi sono. in merito. ancor t'.rla e di'<trug,i::erla. Quando oge:I discordi. Alcuni storici le fabbriche, i ne~oz1 di gio– sosten,si:ono che gli uomini ab- cnttoli. e le md~trie ool– blano voluto deliberatamente i ~U all'tnfanz1a. furono co– t:-attenersi dall'infierire con- ftrctle o fallire. 1 s:intomi d,,1 tro gli scienziati. e in parti- male djvennero palesi. A colar modo contro i fisici. un certo momento non vi pl'rt°hé questi. allo stato delle furon > più su 11 a Tern;, I cose. do,·evano apparire co- b:un-bìn'. Po, fu la volta delle me ~i unici ancora In gra- ,.;,cuole. de,ll;li 11>t1tuti privati. do di su~~erire una qualsia- delle università. e delle case si soluzione. Altri. Invece. af- editrici oh:> pubblicavano H~ri fermano che gli uomini non didattici o di cultura. A chi si siano ribellati contro la in~rg'"lare? Gli uomini era?10 scienza per non tradire e o:-mai adulti. Non vi era una sconfessare se stessL che pur 1 •. :ove'"ltù ~he 8'V'('SSC. avuto n~– tante spera:ne e tanta tede eessità d1 apprendere. Ben a,·evano riposto in quella. pr~to se~ì il turno d~,le Noi, per conto nostro. ere- 1mp~ di co--truz1one e d..?1- diamo essere più vicino alla le industrie dlp!ndenti: l C.?- Tuttavia. qu;:.nd'anche le 111- realth il supporre che essi m?nt:fici. le fornaci di nrat- dustr!e fo-:isero state in grado ~r~ 0 fi ~~~?t~cr~~ja~~n~~o co;ii I ~~n~p!:.~~~i~:.~n~~i ~~~~t~ ~ett~i~::r:, lee ra 1 7tln~~f:ra~: scienziati solo perchè erano I trojomc=1:c1. A chi sarebbe:-o combu!>tibJe m gr..do di as– pervenuti ad una condizione .,e:-vit:!' delle nuo"e ('3~'..' Le sicura:-e loro l'f'nef\lia mdi– in cui temevano oitni sia pur lfamig:i~ d'!llinuiva,o. 110:1 cri;>_- !~g~fs1~~':· u~~~ut~~;:s:. ~~~ e:~f:~~a f~~:~ ~an~~!~1a~lo~: I ~~e:a,~o b1~~:;r ,!~~;1a~ esempio. o un televisore o una durante il corso delie qliaH I ;no'tre e~ano ;!là dovunq.ie ghiacciaia? A chi sarebbero s1 sarebbe potuto mori re. /oispon1bili e do-erti gli a-il: . serv!ti dei nuovi :i-eroplani. mentre unica e suprema Je .:'cuole . .!;li o.,p1z1 di mendi- delle nuove navi, dei nuovi preoccupazi.>ne e:--a adesso cità e vecch:a.;a, n-amer-0-~i treni? Già dovunque aeroplani, ~1! 11ad:ii s:~~;ruf~da~~d 1 ~ sd; i f:n~~in:;~ftà~a:~~ r-~1~~ 1 d~!~; ~~~-~o è dt;:;:Ù. sese\"i~f1t½~nitd1:: prolungare il più pos~iblie :a :-.iuolt>. un tempo coltiv:lte e striali e i progett:.Sti a-vev:i– permanenza della Vit:i mila fil>rite. mv:1de-,·,1 a poco a pe- no p:-Niuto la speranza e lo Terra O ~ anAh<" d;i.l momento entwiasmo. Il pubblico. la fol- Qu~sta tesi è co'"lfermat.1 da ~ ~J~ Ì:ll e.sércÙi _non potev~no la anonima. avc-va perduto lo un'ulteriore constatazlo1.1e. I:, I es.-!re r_1co. st.itu1t! P:!r man- interes 0 e alla vita. Non a-ve-va que,tli an:1i. come non ebberù ca::iza d1 nuov rc>clute. le necc--sità di nulla. e tanto a verifica:-si nuove guerre e=erme. . ro-eno d! r;po~t,u~,i D'a:tr:1 (l'accordo di Sant·EJena con- C::m un Npa mh.-r s1 <":ryesi parte le: scorte dei prodotti tinuava ad e5sere rispettato. fece pro gre,.:1 ~,a ~n.te p1u ve- di qualsir1:-1 genere giacenti e per la prima volt_a_ nella loce. la cri.si m v('.i! tl qual.ila.-1 :1ei magazzini era:,o più che storia un t~a'.tato pol.t1co ri- i,H1vità. Le ~ anehe .. lt? bot'f'e. suffici ..nti. Secondo i calcoli maneva piename:1te n•ildo ogni indust"Hl. l'i":tiera agr~- d'un liornnle fmanziario del– anche dopo la firma ad esso c<>ltura . _l:".:,;.J>"..>.11 !urun.> l'epoca pubOl:cat-0 in lm~ua ap!'"O~ta da'.le due parti con- .:-.:=onv-.Iti C1•1-cunu nel p~o- ing:e~. vi erano sulla Terr-a traer-tP cosl cessarono que- p-:-!o ~ettore. qi:-ft.;P or_zamz- in quegli ;mnl t;;nte pai.:i di i;e:li episodi d' violenza fra zazlon1 avevano d11:iens1onato i::ca:-pe <" tanti te:.isutl da po– individuo e indi\fiduo - lot- la pr(.'Pna funz10nahtà e..1 e-... '<>- ter c:ilzare e ve,,;;tire gli uo– te a:?gressioni. fer!ment:. nomia su di un n~me~Q ste- mini per altri cento nnni. 0 ~- 1 '.':d. _ che. accesi daJle ~~i10 !. co,~1:1n~ul' con~rolla- Cili e qunnll. pl'.'rò, si do– varie passion;. avevano. du- oile d m<in•1ou1: alc-um ad: ~a;~~rrsta~el~~~~~ ~~~ ;f:/i~. i c~~~t~e~~IJ 1 ~:~;a r~~~ l~!!;~nat.~la ,./r~:.,,z~':nn;- ;~~~ ti altri cento an:1i? E e-osi nache del conso-:-zio uma1:o I che ali 1mp:-ovv1s.) ~s~ erc1- nli scali fcrl"O'Yi.ari s1 affo1- Ora questo accadeva pro- no \'{'DUte "l t_ro,;ar;;1 d1 fr~n- lavano di lreni in disuso, i prio per la ragione acce~na• IP ad una d1!f~c~1tà ~ono.;c1u- JY.>,rti da transatlantici e di ta Gli uom:ni e:-ano dom:na- 1a. I loro uffici ~1ud1 non la na-vi d.a c:uioo in disarmo. ti· dal terrore della fine del ..-ve-v 1no n é pre-vtsta _né im- mentr..? nei ci~h ..3zzur:1 delle enepe umano e. nello :-tesso rr:t.g1 :1a.ta . Da un,1 .p ...rte la 1 c1ttà le grend1 g.u dei docks r p'o dalla rabbia di dover p.-odu z1one era p:irnhzzatn per I sl clcv ..v,mo come g1,gante:;chl ~:rir~ senza eredi a cui la- la d'.minuzione della mano I scorpioni. Peromo le p_et~o– sciare le ricchezze accumula- d 1 opera (gll operai e gli im- Iiere, che avevano coa11tu1to LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 F'ranco Gentilini: Composidone uno dei maE[g1ori orgoJtli dì talità né sentire. Persino le quelh umanità in ,a,goma. so- prostitute .ave-vano smesso 6t:wnno le u-ne a{'eanto alle quei modi e quegli ,stinti per altre completamente inutillz- cui erano 6tate abitualmc-nte zate. Con le indu51rie ferme classificate come una speciale e la circolazione m progres- cate,gona di e,;seri umani, sivo diminuire, il consumo dei quasi una rozza a sé. ben in– C'3flt>ur.mti era qua~i nullo. ,dividuata. e taJe da meritare Lun~i:> le autostrade e nelle speciali leggi. Gli uomini po- ~~.:~ d~e!l:ui;~.tf'm~:1~!ri~~~~ :~i;i·d:!w~~fònr~~e%.1::eli sfa~: ohiu-.1 o deserti: a chi vi assai utile ed opportuna (e passava davanti do\·evano ap- ta..'"ltomal!giomHtnte in quan– parire. al lume dei ricordi to a-ve-vano sempr-e duno,strat:> del tempo felice. d~gll osses- deJle affinità con quelle don- 11.lonantipres31gi di morte. Nel- ne attraenti e gentili nei mo– le autorime~ il numero delle di. ma interessate e pronte vetture ,1.:i<1centiavevo BUPI"- a vendersi) continuavano a rato di gran luno !"altro del- nut.rire le id.ent!che e in·alle– le automobili che ogni mat- rete passioni. e come un tem– tinn venivano utilizzate: no~ po 6i riuniv:-:.oo nei luoghi ad avevano più un proprietario. e.;;si assegnati. di«utevano per né l'a-vre-bbero avuto mal più. ore- e o:-e. e si reca.vano nei -Questa 6tNSa sorte si ripe- loro gabinetti d'O'\·e sedi"V8no teva per i nee:oz1, 1 terreni. l.nnanzi ad immcnsl scrittoi gli oppartamen:i. i laboratoT1 inva,;i da pratiche inutili e da artrg 1 ani. le fabbriche. Gior- telefoni silenziosi. For~ non no pe:- ,g!.:irno intie-rc farn1- sapevru10 neppure come al di ~1ie finivano con la morte lh dl.!ila porta d-elle stanza del loro ultimo rappreden- si SU..<;t;eguisserou!fici ed ur– tante, ... >d i beni mobl'.I ed im- :fici deserti, le cui migliaia di mobil! che ad eStie ernno np- incartamenti costituivano wt part!'nuti, non trovandosi e-re- aibbondante cibo per i topi. di a cui tra<.fer:rli. rimane- o come al di ià della fine– vano senza un proprietario. stra le strade. le piazze, le Andanè<J per le ce.mpa~ne in ca.5e della città foss-cro prl's– qun,1li anni non do-ve,·e es- soché vuote. Ma: erano mai sere infrequente il 00"<> di statro 1.aeroamente abitate, per scorgere ora piccoli poderi di essi? &profondati nelle pol– modesti a~ricolton. ed ora trone continuavano n co,va:-e vaste tenute dominate dall'al- la loro vt1nità e la loro am– to dei poggi da ville sontuo- bizion~. se e rla antichi ca..:,telli: hro,thi Era la stessa ora. quella, in ormai tutti solitari ed abban- cui da qualche pnrte dc!la donati. co~i come per le stro- città. al centro o olln peri– de d<eU<'città si 1:>U!'ieguìvano ter\a, dove i grandi !ab:Oric:1ti n-umt>I'Ofii I ne.gozi che ettr:i- simili ad alveari si erano an– verso le porte e le vetrine dati vuotand'O inesormblltnen– d1 cti$tallo la.seia,1sno vedere te. l pochi cittadln: supersti– l'interno ancora colmo di mer- ti uscivano di ca&a per uno canzie. ma senza un proprie- antica abitudine. Inoontran– tarlo o un comme,;s-o. Chhm- dosi sulle scale si dicevano que avrebbe potuto entrarvi l'un l'altro :« Ieri l'npparta– e. senza suscitare l~ proteste me..'"ltodel q-u.art:o piano è ri– di alcuno. asportarne ciò che masto vu<>lo - Sì, ma anche rrvErè'Se desiderato: ai":llti. 5?iolel- al sesto, al settimo. e al pri- 11, mobili. fiori. 02-2etti di mo! - E quello del nono? - arte. -profumi, macchin.art. Ep- Oh. lo sarà tra breve! No::i pure quel nego::i - fatta ec- vi -:•hìta forse une qola per– c-ezione per quelli di jr:ene-ri sona?! » Poi, scambiatesi co– alimentori. in cui la .gent•.., si, teste ft"aài, !:uggivano senza forniv:, <foel bisogno - rima- guardarsi negli oc,,;,hi per il nevano Inviolati come l(' di- timore di leggervi vlcendevol– more sontuose dei ricchi. le mente l0 st~a cuoa. an~o– banche d:1lle e~eforti ineu- sciosa domanda: - Sarò dun– stodlt-€' colme di \'"lluta. i po- que io l'ultimo a restare in d-eri dove le lus,;ur~:i:ianti questo enorme palazzo abitato culture di un tf'mpo comin• da cadaveri? Fu.g.jivano. è ciavan.:> ad essere sop:affatte vero, me nelle vie deserte, d-all'c>rl)a selvatica ed il be>- l'incubo torinava a tormentar– stiame. a.b-b,.'lndonato a se strs- li. Da ~ni partr in cui vol– oo. torna-va nllo stato brado. ~cvano lo sguardo non vl'de- Non ,ma sola delle infrnite vano che i l v uoto o, tutt'al ~ che un tempo avevano più. pa.."5.' .l.re e nllontanarsi sa,cltato le varit! cupidigie verso il cimi tero del cerri fu– dc,gll uomini. e per cui q~tt. nebri. Ormai l'unico rumore .se le condizioni fo<'t-ero tor- ehe si levava sul cielo dc-Ile nate normali. avre>!>bero ri- ci11à e:-a quello delle cem– pr ei:;o a lottare. a frodare e pane delle poche caiiese ch"'. a,j 1.tt :c1dere, .semj:)ra\•a a,·,es. a\·endo an~r.a un sacre,;;tano se ,·alt\ re alcuno o foss~ ca- Q un 68CC-":lote. suonar.·ar.o a pace di destare dei dcs1dt>.ri. morto. lo f-O"rtesproporzione esisten– te Irn l'nbbondanz-:1 dt>i beni un t<'mpo desiderati e l'e-,,:i– .tUo num,Jro de: vi,\'i?nh, in– sieme alla facilità con la que– le co,;ioro sarebbero potuti entra:-1.' in pos.s~ d1 quei beni. a\-eva ere-ate un oup~e– mo disinteres;e e una Jte:le– role svalutezione. 11 da'll()ro e l'oro &vt'.'vano perduto il -p::ate!'c>di acqt11sto. Le cla.,si soc:nli e:-euo ~omparsr: più effieac>! di tant! teorici. c,co– nomist1. fil,o,,,--c,fi. la '.\forte im– per.anlt> av-..:?v11, prima ancora di ridùrli rodaveri. livellato gli uomini. Que.gh :.iom'.ni eh~ intorno al 2080. quandv o:-– mai la tragedla si avviava al suo fine. vecchi e stanchi. .::ì aJtgiravano simili a d,elle larve BU di una Terr.a clO'Ve il !9 01-e,che pu r faceva nell'l sua immut:e.òlle vicenda ger– mogh ero le pi ante E: ri~al– dava gli nmmali, torn.a-va pcp ~si a r!splendere ogm mat– tinn come una vasta e lumi– nooo. ironia: essi ;:,ve-vano ra).!~ giunto ciò ohe più ardente– mente avevano d'-'!sidereto e per oui avevano comb<.lltuto fin dall'origine della storia, J'ugu,_slianza e la riccheu...1, quando PN la tarda età e lo ~ncam.e di una discendenza non avrebbero potuto goderne. Erede dei beni che v:a via rimanev::ano senza un quolsia– vogli,1 proprieta:-io sa-reO'!>e dovuto PSSere lo Stato. Ma Hn– che lo St:11.0. in c.z,i nazion('. era prossimo alla paralisi completa. Con gli ufLci n.Jn et!icienti a causa dçll'esnguo nume-N. del dié;intere<s!' e della \"ecohiaia degli impie– ~ati Chmgo ~h interminaòlli e des:erti corridoi dea mini– sten le voci e I passi del pochi funzionari presentì ae– qu1stavnno echi favolosi. con la forzo pubblica inesistente o comp~ta di scarsi el~men- 11 sulla €<'ttant!.na (le unifor– mi èi a!!losciavano sui corpi d-flboli e ma~ri come !iori ap– passitil. con le comunicazioni interrotte. lo Stato lan;!.lìV3. Sarebbe ecompan;;o. s:- gli uo– mml politici non s1 fossero ostinati a mantenere e rico– pri re le antiche oari('he Fra tutti gli uomini. 111fat- ;1, n~/P~~i n~~f!11~ ~~ ~~~~ VIII Lo ;;pettaoolo doveva e;;ae– re e-g!l:!lla..:c!a-nte. Po!ché non potremmo descriverlo CQn le n-.>Stre parole. preferiamo ser– virci della narrazione diretta d'un testimone oculare. Que– sta narrazione è stata compo– sta trascriv-endo fedelmente la voce sgorgata da una di quelle speciali !'lC'9.to1e sonore in cui. servendosi di dischi o di na– stri, gli uo mini di allo ra usa– vano spe,;;so c0nserva.re i prJ– pri diSCO"S i. Il testo che se– ,si:uirà è di wi·eccezionale im– port:tnza in quanto rappre– senta una delle ultime, se non addir:ttura l'estrema te– stimonianz.l della civiltà ato– mica. Ecco dunque. ..... Da più di un'ora sto voband,J a bas.siSt>ima qu•:ita con un elicottero sull-e strade e le piaz.z~ di New-Yorch. Ml chiamo John Kansas, f>d ho se1tanto1to a,nn1. Forse. 1N>lorioo-:-dando come in .gio– ventù aòòt·3 fatto per un cer– to tempo il .gi orna1 ilita. xiesco a spiegnrm, lo r.ai, i:ione per la quale ogtgi stia fac endo tutto questo. Chi leg:gerà o ascol– terà mai le mie po.role? ., Siamo :1Jla fine. La morte non ha che da stendere Jo sua ala su di un'altra die– clna di persone perché il lu– gwbre .;1pano si chiuda sopra questa imman-e trage<La_ La città è deserta: e .se lo è New-Yorch. ohe poco m('n0 di una novantìn-a di enni or sono. ooi I suol nove Ìnilioni di abitanti. era la più grande e popolo.,;a c1tlà della Terr-a. non v'è rugione di supporre oh<.>:i.ltrove - a Londra. a Pari!!::. a Moaca. a Toklo - lo situazion".' debba e,.;o;eN> di– versa. Se lo fosse statn. se nel frauempo, cioè. sia pure la so!e speranza di una rina– scita del genere umano f().:ee sorta in una di quelle città o anche altrove. qualcuno si sarPòb<> di certo sp10t.1 !in qui ,) flV'reòbe inv,eto un me..s– sag.gto. Le parole della lleta novell.1 non avrebbero atte– '/() un attimo per correre at– t18\ Cr::o i ma:-1 ed i monti: al loro ,pansa,&gio" le acque e le foreste aV'l'Gbbe:ro Lremato come e.I fresco soffio di un \.l's?ntodi primave10. f' gli uo– mini. nonostante l'età e !a st3:'.nehezza. avrebbero imme– diatamente ripreso a far I1r.1- zionare macchine. strun1enti. mezzi di trasporti, libeu. or– mai e 6alvi dall'incubo della fine, come dovet~ un gio-mn sentirsi Jibero e salvo. Noé quando. uscendo dall'o.rca. ,·i– de :finalmente p'acate le ac– que. :',.la nulla di tutto qU':'– sto purtroppo è avvenuto. co– sicché sono ben certo che ogni paese, che ogni n:l'Zio– ne dall'uno all'altro polo. devono trovaròl nella stc5'6a estrema. tr.-giea situ"l:Z1one. Le città, che un tempo 3vevamo !'CSI! cosi vicine 1,.'0n i nostri veloci mezzi di trasporto. so– no QUi lontane quasi altret– tanti pianeti. altrettanti mon– di chiusi e separati da un in– colmabile etmOS'fN·:i di ~i– le.'lzio. ...Da un'ora sto volando su dl un deserto di asfalto, mi aggiro In mezzo ad una fo– resta pietrificata d' immensi palazzi. nei quali è .:i-nche troppo se o~gl abitano uno dieoi:1a di e~-,,eri \'Ì\""-enli. me oomp!'l!so. Do quanti giorni. o megl:.o da quanti meòi non vedo un mio simile, non ho intorno a me altro che ca– d8'Veri? ., Solo Ieri mattina sono sta– to sul punto d'incontrarmi con un altro di quegli infelici a !las! - hQ ri'Petuto più voltC'. - Tu chi 6Ci? Fermati! Ven– go \.,.NO d1 te!... Dopo un pe' ho udito ohe lo scono– sciuto mi rispond-e-,..-a. ma la voce era talmente esaspera– ta cht~ non 60-00 riuecito né a comprend~re le parole. né a distinguere se fosse quello di ~n ;:1mo o que~la d, una donna. co~l ho ripti.'60 ad an– dare. e qu~to è stato un er– M:'". poi<''.iè n,n '"0 più p"'r quant.:> L.:11ll)0 io e l'éiltr.J si sia continuato a ce-ree.rei. o rincorrerci di strada ln stra– da, a chienrnrci 6Cnza posa, torse a v('lltare a pochi m> out: di di!ltan-za gli an-goll opposti d,.Jlo st~--eo fabbrica– to. Tuttavia. Incapaci di !er– ma.rei ancM per un solo istantf'. sogp'.nti com'eravamo dall'On"lia d'incontrarci e più ancora dal terrore di disper– derci di nuovo. m E:tfett1 non slamo riu...""Citi non solo a ragglun.gerci, ma neppure a vede-rei. E intanto. mentre continu::avamo e corrC'.l'e, le nostre VO("i c'inseç::uivtmo con il'.li echi che le mura dei pa– lazzi 61 rimandavano fro loro . Poi. a un certo momento. non ho t,d\to p'.ù nulla. Ho chiamato, ho urlato con tutte le mie fon.e. Nes..~uno mi ha ri,;posto. li silenzio e il vuo– to ei eono di nuovo chiu~I sopra di rne, sommeI\1e.ndomi c0me uri mare .. Adesso il rombo monotono del pleco!o motore dell'eli– cottero m1 distrae, è vero, da quel eilenz'.o. ma vioever– ,;a quanto più terrificante è lo spettacolo della città che d-'lil'alto i::i offro intiera al mio sguardo. E e e o la.:.giù Manh~ttan e il ponte di Broo– klin eh-e sembra un g:.gant~– sco !d1.elctro proteso sulla b1h. Da qu.anto tc>mpo una nutomobile. una ~la. non lo perco:-re più. o un rimorchia– tore, pa ssan dovi aoc<lnto. non lanc:a 1 '1.tl' I0della sua ~irena? A chi 1) tote nde il braccio e la fiaccola la "'tatua delid Li– bertà? Verso quaJi popoli esportar.o an.!on, wisc.lty e t'l– bacco .. H:i.lowan a."ld Shmit ... la <-Ui granò~ insegna a ca– ratteri neri su fondo bianco ,.;i leo21te in cima ei docks? E Wilkin<>on. della grande, delh potente .. White Star Line .,, "\'Crso qooli porti se.'1- za ritorno sarà s~pat,o da ~lo. ora che le sue na"\'i ar– n,g1tinis<.V'lno lunw JP ban– chine? F.d ecco Brodway: sul– le mura del'.e sue ca..;~ le pioggia ha diluito I colon dei manif1.."Sti dei cmema e del teatri. Striature rosse, ~ialle. ed auurrl' scendono lungo le facciate. ì\ta è tutt'altro che carnevdle! Su,_gli ingressi dei vari ritrovi ci sono ancora le inse~n! intatte: metri e metri di tubi al neon e cen– tinaia .:ii lampadine. come ~ fossero st'lll spenti stamane all'alb~. E invece. quanto tem– po fa. quanti anni fa. è eta– to dat-0 l'ultimo spettacolo? Jane Ro11d-el. Lily Kuurz. Veronica Blake (com'era\·ate belle! quanta gioia. quanto !d u:,si:lrerà ancora. correndo ed urlando. U folle che Ieri mattina ho tentato di raggiun– gere? Il Centra! Pare non è più che un bosco selvaggio. Lo sorvolo. e scorgo la chia– ra taccia degli Archle's Ap– partements. Chi ha abitato un giorno insieme a Selma in u..io di quei luc,J..I e Jir.di appartamentini? Sono stato lo o un altro? Selma sposò pol un agrlcoltorr di Mo:itl"– rey e oparl dalla mia vita. Dove sarà adesso? Era dl qualche anno più giovane di me e potrebbe eseere viva. sebbene, si, di cuore non gUe– lo auguro. Avrà avuto vicino qualcuno. lei. che era cosi innamorata del proprio cor– po, qualcuno che l'ha seppel– lita. oppure ... .. Dalla baia continuano a J!:lungere a stormi centinala di uccelli mai visti. No; sono neri . non sono i gabbiani. Dapprima volteggiano alti sull'acqua, poi. forse per ri– posare. sostano per qualche minuto sulle sovrastrutture delle navi in disarmo o sul– la statua deUa Libertà. In fi– ne, come un soffio di vento si leva. attratti dallo stes90 odore che li ha guidati fin qui da chi sa mal quali lon– tar.anze, li vedo abbattersi con voli avidi e repenti su.I– le strade. sulle piazze. sul tl'.'tti. Alcuni. attraverso le !l– nestre aperte. si spingono senza timore nell'Interno, e non è dif!icUe tmmaginare cosa facciano. Quest'odore! Per fortuna la pioggia della notte scorsa lo ha ln parte attenuato. ma ora. se il sole continuerà a cuocere l'asfalto e le mura. esso tornerà a le– varsi in tutta la sua disgu– stosa intensità: è Il profumo del morti. delle miJilaia di cadaveri in putrefazione che giacciono insepolti nelle vie, nel negozi, negli appartamen– ti. L'Empite State. per esem– pio! Vi sto volteg'l'.iando in– torno con l'elicottero. A guar– darlo dall'esterno si ha la impressione che nulla sia ac– caduto: che dentro tutto deb– ba svolgersi normalmente: una parte delle sue finestre è chiusa e un'altra è aperta. Ma al di Jà di esse? Quante di queste stanze sono vuote. e quante. invece. non sono che una tomba? Non c'è un solo palazzo. una sola casa della città - ma per essere €'Salto dovrei dire dell'intiera Terra - in cui dietro la fac– ciata non si possano non im– maginare dei cadaveri in de– composizione. ., Fino a un cer:o giorno qui a New-Yorch. per esem– pio (ma credo che altrove sia accaduto ugualmente!). si è ratto di tutto per dare una sepoltura a ciascuno. Questa. anzi. è s tata per qualche tempo l'ultima ed unica oc- '::::~~zi~tesi~~ 3:!~~e ~~re~~; vedere come i cimiteri sono andai{ aumentando e ingran– dendo al di là della vecchia cerchia delle !abbr1ehe e del binarl A poco a poco si so- marmo e di oro. Roma posa– va su grandi archi di tufo. A Costantinopoli I minareti tiammegglavano come grandi ceri accesi sul Corno d'Oro. Acciaio. vetro. beton saranno I materiali del grattacielo. Sti– pati sull'isola angusta, gli edl– !ici dalle migliaia e migliaia di tmestre si drizzeranno splendenti, piramidi su pira– midi, simili a cime di nu– vole bianche al di sopra de– Mli uragani ... ". Quello scrit– tore. nelle cui parole è palese l'orgoglio di colui che vede\ giorno per giorno crescere e giganteggiare nella sua citlà quelle costruzioni che do– \'tanno renderla famosa sulla Terra. non si è sbagliato. Gli edifici di acciaio e di \'etro dalle miglkiia e migliaia di finestre si sono alzati sull'iso– la angusta alti e ,plendenti. piramidi su piramidi, ed han– no toccato il cielo. Eccoli qui! Li ho intorno a me. Volteg– gio lo stesso Intorno alle lo– ro guglie slanciate oltre le nuvole. Sembrano nascere dal mare. Sembrano. anzi sono senz'altro ciò che con quelle frasi piene di entusiasmo sia– mo stati invitati a eonside– d-arli: dei solenni. degli im– ponenti monumenti della no– stra civiltà. Ma dove lo scrit– tore ha errato è stato nel di– re che questi ali! e presun– tuosi edifici fossero oome ci– me al da sopra degli uraga– ni. poiché cosa importa se la bufera. che si è scatenata su– gli uomini li ha lasciati in– tatti? U probJema sta in que– sto: a chi abbandoneremo in eredità tanti mausolei abita– ti da cadaveri? « Uno stormo di i;rand1 uc– celli neri ora si leva dalla sommità del Rockefeller Cen– ter al passaggio del mio eli– cottero. Ma non deve essere stato il rumore del motore a scomodarli o a impaurirli perché per più di qualche istante queste bestiace1e mi volteggiano intorno gracidan– do o si spingono cosi vicine. prima di ripiegare In alto o 10 basso, che par quasi vo– gliano scagi1ani contro la tra– sparente cabina che mi pro– tegge. Vedo benissimo I bec– chi adwtchi e dischiusi. i piccoli occhi Iniettati di san– gue fissi su di me. Vorranno. rorse. fare la mia conoscen– za? La cono9Cenza di colui verso il quale un giorno - domani? fra un mese? tr.a un anno? Certo fra non mol– to, data la mia età! - si lanceranno come !anno ades– so quando. allontanatisi dal– l'aereo. s1 gettano avidi e ra– paci sulla città e le sue ca– rogne... Su quale marciapie– di, all'angolo di quale strada o sulla soglia di quale dei mille e mille b.ar di New– Yorch mi rag~iu ngera nno? Ma h°y~ ~c!~ e:~1~~r~4:n~r~ della sesta strada; guardate. bestlacce maledette.. ! C'è del btto!l wischy, d3 Pinky. che oggi non costa ouUa, per giun– ta. ed io. quando sentirò av– vicinarsi il momento ne berrò tanto e tanto che finirete con l'ubriacarvi anche voi. più tardi. succhiando nel mio cor– po abbandonato lungo il mar– c1ap1edi .. ,._ IX Ad .un periodo d1 tempo non d1 molto posteriore (qual– che anno al massimo) a quel– lo al quale, tra il 2087 e il 2090, viene generalmente as– segnato l'importante docu– mento lasciatoci da John Kansas. i nostri studiosi fan– no risalire l'inizio della pri– ma parte dello storico viag– gio d1 Bamu. Come oggi ormaj tutti san– no. Bamu fu un negro, na– ti_vo di Zada. piccolo villag– gio posto nella zona più m– tema dell'Africa Equatoriale. al centro di grandi e secolari ~creste. Avendo però seguito il padre che si era trasferito in Europa, fin da giovinetto visse nell'importante città di Parigi. dove crebbe ed appre– se -a leggere e a scrivere. Non è ancora ben certo quale sia stata la sua protesS1one O il suo mestiere. poiché nel « Gran Testo di Bamu ... scrit– to molti anni dopo la sua morte. tutte le versioni n– guardanti t a I e argomento sembrano essere ugualmente plausibili. Bamu !u un cuoco o il portiere di un locale not– turno. Hanno ragione coloro che sostengono la tesi che sia st.rto un b.allermo. o quelli che affermano che abbia fatto il predicatore per una con– fessione religiosa? O in fine. è più vicino al vero' chi vuo– le che abbia fatto il pro– fessore di filosofia e lin– gu,e africane nell'antica e ce– lebre unive.nsità della Sonbo– na? Un dato è certo, ed è questo. Come John Kansas per New-Yorc.¾, cosl Bamu !u uno de,gli ultimi. 61! non addirittura l'ulttmo essere vi– vente deUa metropoli !.:-an– ce.se . Ma. a differenza dello amer i: :ia.no. che del resto era nativo di New-Yorch. rima– sto solo e sentendosi vicino e morire, Bamu !u preso dal 1 desiderio di rito1:1are el suo villae:gio, tanto più c:he non \ gli aveva mai sortiro l'i.:iea di essere sepolto in mezzo ad una giungla di cementù anziché fra· la verdeggiant~ foresta del suo 'Paese dove - ricordava - i venti sofiia- \-QnO di continuo e i grandi fiumi treororevano verso le lon– t~ne cascate. Egli d-eciae quin– di di mettersi in viaggio, e cui è stata r~ervata la sorte di es-;;erf' gli ultimi peruonag– ni e msieme gli u 1 t1mi t.es1i– moni della trag,edio Scer.de– vo par la qua,rantesima strada allorche ho udito di lontano 6003:e:-e d<'lie uri.a. Chi era? Qoolcuno sospinto dnl diè~– rato b:soJno di'noontr.are un suo ,:;.imile'? O qualcuno che il vuoto, questo intermir:ebile susseguir.,.i d1 vie deserte. av-evn già condotto alla follia? E quelle urìa? Da quale stra– da pro·,•enivano. d-:a quale fi– neslr3 o:,palan~tn rolla città vuota. Oe quflle dei tanti in– gres,;;i !!ilenzios1 d-ell,;i metro– politana•.> Non mi oono nep. pure pr«>ceupato di rispon– derP 3 queste domande. Al– {exato dal desiderio $tn.1.;:en– te di trovarmi acc1ntv ad un E"3Se re vivente. mi sono lan– cia.te di c-on..a lasciandomi gui– dare dall'eco di quelle grida. che il Sllenz10 della città ren– d-ev'l ampie e sonore. A un certo momento ho. urlato an– ch'io per attirare l'attenzione dell'altro .... Sono John Kan- Franco Gentilini: Facciata splendore c'era :1ei vostri cor– pi!) sorridono. -bion·de e pro– vocant:. da irn.m,ensi manifi'Sti pubblicitori ... roba d'un altro s<.>eolo,d'un'altra era! E il bar di Pinky, all'angolo della se- 6ta strcda?! Sì, eccolo Iaoa– giù! Ha 1..:-porte spalancate come se Pinky. seduta d:.wan– ti alla ~a col suo bel fac– cione di ne,gr.::a. attendessl'.' i clienti: un cltente v,?r un wi– schy, e un cliente per il gr;..m– mofono a gettone, là nelì'an– ~olo. Tutti i grnmmo!oni a gettone cii New-Yorch! Quan– ti saranno'?! E potere. ad~. mette,rJi 111 azione tutti in– sieme p.?-r colmare questo r;i– !enzo: mi•.,,li~ia e migliaia di boogie-.booe:ic per una marc:a tumòre alla città che muore! Ecco il :'.\1etropolitan. l'Union State. il palazzo dell'Onu. ecco lo qui:1ta e le settima strada. e l'imbocco dclla metropoli– tana. qirella che prend,e,vo ognl rera per toMare a casa... e sempre e dovun~ue nùn c'è che il vuoto, il d~erto. l'asfal– to che cuoce sotto al sole. Vl no avvicmati l'un l'altro e in Cine si sono saldati e chiusi intorno alla cinà. simili ad una bianca distesa popolata di croci: vere metropoli del ventunesimo secolo! Ma quan– do il numero dei morti re– centi ha superato di gran lun– ga quello dei vivi. allorché le for:ze e la pietà sono ve– nute meno. si è lasciato che ognuno restasse per sempre là dove e come cadeva.. si è lasciato che i morti sep– pellissero i morti... Allora sulla città cominci.1r')no a vo– lare e ad abbattersi gli stra– ni uccelli d1 cui vi ho par– lato e dalle fogne sono saliti indisturbati migliaia di topi che ora alla notte s, aggi– rano voraci per le vie soli– tarie illuminate dalla luna. ~~ mattma. ~atosi nel più vicino garage e salito su di una Roll-Royce, partl alla \'Olla del Mediterraneo. Sen– za dubbio, quello fu l'ultimo giorno in cui i Chemps-Ely– sées vennero percorsi da una automobile. Giunto davanti al– l'arco di r!on!o. Bamu avreb– be voluto ps,,,sarvi al di sotto per solennizzare con se stes.. so. seduto al vol:inte della g:-ande e lucida vettura~ il !at– to dt es.sere l'ultaTto BUper– stite de!le popolazione parigi– na. Dovette. però, rinunciare a quell'intim o desiderio poictié due cadav ,e.ri in <lecomposi– zione giace van o stesi per ter– ra attraverso l'arco. acca..nto alla tomba del :\1ilite Ignoto. Egli sterzò allora e destra. e 6i e-vvìò velocemente verso la periferi:.. Melun. Digione, Lione. Gre– noble: la Champagne. la Bor– gogna. il Delfinato: la Fran– cia intiera, deserta ed oppres– sa da un silenzio infinito. an– che se il sole splendeva sulle belle campagne e sulle vigne dai vini famosi, si dispiegò allo sguardo di Bamu duran- .. Un giorno. non so più quale scrittore americano. in un suo 1 i b r o sopra New– Yorch. scrisse pressoapoco ~~:~~e ~i~te ''.J~bìfor~rtp~ erano costruite di mattoni. Atene era tutta colonne di
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