la Fiera Letteraria - XIII - n. 39 - 28 settembre 1958
Pag. -I LA FIERA LETTER~RIA' CARLO BETOCCHI presenta: Panorama di vecchia signora poesie di Emanuele Mandarà * Racconto di Ema.1t:Uete Ma.ndard, di anni 28, laureato in giuri– sprudenza, nato e reddente a Vittoria tn Slcttfa che ha già. stampato un l ibretto di versi intitolato I i1orni brevi, mi chtede di presenta.re alcune sue poesie su La Fiera. Ma in que sto caso, tr a U. chiedere e il con– sentire c'è di mezzo una poesia di cui io ho g{d cono– sctuto vari e felici esempi, neUe occa.sloni fornitemi dal Mandarà di passate letti.tre. E corsero lettere. Il caso, du nque, n on potrebbe costituire u..n pTecedente. • Scripta ma.net », dicono a La Fiet'8.. E se si tratta i! m~ ;~r;i :; !ss~u~/~ ~~=~ . i:r s;~t~~ef~ ~t:n:;:~ ap passtonata:m.ente mia sua al ea per tener f ede a certi suo i doni, son liet o di farlo, presenta:n.do queste sue nuove paesi.e con uno scorcio d i lettera anco ra recente: e ••• io, che son phl portato a riconoscere un poeta in quanto sia ricco di una. voce, e dt notizie originati, credo di avere avvertito neUa Sua poesia il puUulare, dal fondo, di una Sua inlima e spirituale visione detla vita deU'isola. « Tutto Quel punteggiato -patpi.to dt lmniniscenze, con piccoH tonfi scuri, che generato d a.Ua Sua fantasia stilistica dà. iuogo a.ilo schiumeggla.re arduo e leggero dei versi coglie, mi p are, un segno del mintttisstmo strepito, gioia e pene riflesse in un amor giovanile, deUa vtta di Ulla cittadina siciliana, e del fiorito. a fior di pelle, barocchismo delle vostre clliese: solle– vato in una convenzione poetica di gusto squisito, come ha detto Fiorenttno neua preJazlone a I giorni brevi. • Ed io penso che è Questo dono çt'tnterpretazio1te di un paese certo e chiaro nell'anima, cotto tn un suo parti.colare fulgore, che fa bene sperare delte Sue poesie: e e-redo dovrd star dietro a scoprire questi V'}lort sempre più e megtio, tn stretta atleanza, ma non dipe-ndenza, coi Suoi. studi, abiti, d.t poetica ... »· CARLO BETOCCHI * quelle S'l/ampate v1ve di papaveri lungo 1 sentieri tra le margherite ... Già quasi non credevi fOSSe da qui passato tanto riso, ora oh 'è aut.unno e un vento fioco involge pian.te romlte dentro gli orli, a sera. E' nel destino dell'essenz,a: nuHa resta ai ir-aml S(K[fl,attl e l'amol'oso n·ut,rke d'ogni lill!Ia sl disperde col tem,p,o ohe cl svuo-La a,nche le case. A volte mi sorprendi a corutemrpliar<:! il tuo vJso ad()ll"latoposso ancora dividere i1 tuo giorno, dire vera la forza ohe mi porta la tua voce se ripeti domani. Ah quel pericolo di passare le strade, come uguaglia il più breve saluto una parten7.a ... Una luna d'allwne schial'la fili di sabbia presso il fiume. Non so a ohe per,si se il tuo sgua'I"'do seguè la nuvol,a che -sbianca la olbtà. Ml sel d'•accanto e già -iol distacco è lnnoi. tiu non sa:i chi del due an·d-rà per rprimo. dove sat-emo nè guanto lonNlno, Rari nidi squittiscono dalle alte cimase de}le chiese. Su.Ilo spj,azzo polvere e foglie vorticano ... - 1\'ott,11·Ho 1111,.,.;,,o Un,a, mano di vento agita il lieve vi:>ntaglio di una palm<1. Della breve lempes!La -adesso un pa1p!to più iraro scopre nervi di lampi, iml·ta il faro ohe ,ansima appel•li J,u,rugo la sco~Hera. Oresce un bI"USionel borgo. Una 1-eggera foschia dai monti sale. Ora è un barl"Ume: la luna salpa sopra cirri-spume. Tunl,·n iUARClllLLO G ,\LLIAN I durante le notti a ripensar- Adesso guardo li panora- la assieme coL marito, ov– ma che mia madre non ha vero con mio padre, in quel– potuto vedere mai. deca. la Perugia di via Torcoletti., L'ho lasciata tanti anni fa e. quando giocavo alle pietre per non clistlirbarla, ho evi- degti scaLpeUini o quando tato sempre di incontrarla o _ero c9stretto a scendere di di andarla a trovare in 1tna notte dal tetto per andare a vittetta di Risaro, a dodt- comperare le marcadoro a ci cliUometri da Roma; le mi.o padre violento e tenero avrebbe fatto colpo portare sempre, mai corrisposto. i suoi. occhf st.anclii sul mio viso e sincerarsi clie -.ero io. li[ proprio io, stLOfigUo. quegli Uu'atrofìa mi. aveva pre– che dicono elta amasse più so, intima, profonda, perdu- di ogni altro. to iL cuore, la mente astrat- La villetta di 111-ia sorella ta; ma roccllio vigUa a ri– è stra11b ed incompleta, col prenderla, a ri.vi.vùla, a che gesso atte paretl. con stanze L'occhio potesse dimenticarla poco ammobiliate. e due piit per pensarla in seauito, grossi cani mansi,eti, sfron- come un ladro che voalia date siepi e grossi cerchi di rubare una donn.a che gli cemento nel giardino raso era stata madre, depredarla terra, sospesa su una vaHe per rutthna posa, un nega– enorme di dodici alberi spa- tivo d'amore, 1tn breve /i.Lm ruti e verdi. personale da far scaLtare e Il roteare al momento oppor– tuno. I,i quei momenH, in Ricordo soltanto Le mani queUa villa, fra gli. altri, so– posate sul grembo e H rosa- pra la vciLLeclie g1Lidava le rio le scende su una gamba, rotaie e i treni, che si divi– diafane dita di dama deca- deva in strati diversi, salto dttta, preziose un poco, or- it {ischio osse3sivo di. una mai dittoccolate, usati pol- macchi.na misteriosa, fra gli pastreW nei grani del rosa- ultimi pr eparativi - c'era rio eterno. tanto da fare, e a poco a La faccia adesso era lon- poco la morte, la morte ad– tana da me. nel ricordo sol- dirittura, sembrava dover tanto dei miei primi anni impiegare sporte1li. e carte riescivo a riconoscerla, orm.ai ,di documenti e necrofqri e Le verdi orecchie spesse patita, esangue, legger e lab- carri e fiorai - in quei mo- ha teso il flcodindia. Tra le ortlohe bra e velale palpebre. I/. mio menti, ripeto, mi era i.mpos- forse ha fit,usciato un volo di vanesse. amore rimase ant.ico verso sibUe capacitarnii di me stes- Sopra i cal'di z,ampl!lano lei, e tale è sempre, a qua- so, adoperanni i.n quatclie spal'se spighe sel,v.abiche. lunque costo, anche di Lon- modo, realizzare it valore e EMANUELE l\IANDARA' Emanuele i\Io.ndnrà. tano_. anche a rasentarta lL coraggio di figlio. Passa- ._ ________________________________________________ __J ~peo~~ia~ 0 ~nt;,~;ioa C~~eet:~~~ ;~rt~ald!et:L~lase~~r/:;e,p;ti~= rosa al limite deUa collinet– QueHe pend•ule ciocohe del ciliegio di riublno br,!Hante c:he iseml::vi,ava tinnissero ad un flato di col.Una; quell'acT-e 0roma della vigna n1Jova * La lunieolare lluccm,to tli SA !\TJJJr. A OHJE!\TTI ta che portava a.Ho stra– piombo; 11011 mi. interessava– no le camere, il tavolo, it cami.11etto, i vesti.a detla gcm– te, la figura di una servente giovane legata alla casa, Lo st,repi.tare dei marmocclt i, ma soltanto te porte, gli. stipi.ti . detle porte, per trn balzo verso l'infinito, per un sen- Con una piccola scossa la corse d'un vecch1eLto che marono ~01, prima sull'una, pcnsera l'elettr1c1sta, e v, cosa> ripete ostinato l'uomo posando accanto i pacchi. timento di evas_i 0 ».e insito: funicolare iniziò l'ascesa li- cammmava a pai;s1 piccoli e poi sull altra piattaforma !aia compagrua per parec- Poi - era l'ora di r1pren- L'uomo sorrideva. tra sC da s~mpre neH anuno. M~ sci~ e 1egolare, solo un po' rapidi Gli !ece cenno. con ~adava_no a voce bassa. e chi viaggi, fino a quando clerc il ritmo delle corse - senza guardarlo e senz~ ero r~petuto spesso: e Qua.n– fat1~osa. . . la m.ano d1 af!rettar~1. e s, coghev~no . rade parole. non ~wrà sistemato J'im- l'impiegato scese e l'operaio parlare, ora. d?. let. ?n!a madre, 110n sard L .u?mo. della funicolate quegl~ ~ttraverso la piazza che non r!usc1v<11.10a dare pianto•· . restò a lavorare. smonton- L'altro parve ricordarsi pw, wuco legame con la vt- gua1do i_l ~ompagp~ eh~ con ~ahc,osa sv.cltezza. Se- il 1~esso d1. 1111 1~scorso. L'operaio. osservava anco- do i fanali vecchi e facen- cli qualcosa. d'un tratto. la 1.errena. allora .racfmole– aveva fl111to11 servmo. e Si ~ette10 1~m? di. fronte al- L,uomo rmuncio a volere ra e tracciava segni sulla do quegli intagli, provando e E non accendi ancora i rò ~ qtta~tro s~ldt che m~ allonta nava !a.cendogh un 1altro: poi s,1 udi an~or~ ur:i capire e continuò a fumare. parete esterna della vct- quelle misure, operando, in- fanali. stasera?•· av_r~ lasciato, h do,!erò at bi-:ev7 cen.no d1 salut~. Co- seg1~al,e..e l uo~o s1 nalzo ma si .alzò e comincio .a tura. somma, ogni cosa secondo Ci fu il segnale di par- miei e me 11eandrò vta. Non mmcia va 11s uo turno, gett~ ed 1,mz10 la discesa. ~asseg~rnre lungo la pensi- e Alla gente piaceva• ri- l'ordine che gli era stato tenzo.; rimn,o chiuse le por- sapevo, non so ancora dove! uno .sgu,ard~ ne!la. vettura. Allora il vecchio gli andò Ima. S1 fermò, ad un. trat-- prese d'un tratto l'uomo. impartito. te e non rispose, come non né quau d ~' ma me ne sare~ pocht vi~ggiaton 111 quella accanto: era il sacrestano to, all'altez~a de;ta piatta- e Che cosa,.piaceva • chie- L'uomo non gli andò vi- avesse udito. Ma il sacre- at~dato via,. sulle orme dt o_ra brucia~a, gente che ~a- della cattedrale e si cono- fonn~ ~ntet:1<?re: 1 due era- se con tono ironico l'impie- cino; passeggiò su e giù per stano lo chiamò di nuovo: te~, come mio nonno;. co~e li.va per .d 1 )? 0 ~to, _o ~ore st1e- scevano da quanclo riusci- no h, 1ntent1 ad osservare gato. la corsia della funicolare, e e Ma. clic-o: i fanali sta- mio padre, come mto zto ri .. F ece I b1gliett1: d1verten- vano a ricordarselo. anche e a discutere intorno· alla e Ma chi lo sa. con pre- infine si mise accanto al sera?>. ~'1ax, altrove, lontano, oltre dosi a~ osservar!!· ~1a. _allo se si scambiavano poche pa- vecchia lampada. Lo .vide- cisione?. Tutto: che al tra- freno. C'erano ;rnche due L'uomo sbuffò appena. t Umili com un.i, oLtr~ le s1es,- sca~1b10, qu~ndo .mc1oc10 la role. ro e. fi1rnlmente. lo chiama- monto ,io accen<lessi i lumi giovani. lì presso. al One- e Non sono più di · moda, se stra~e e glt stessi c,on/int. f1:1111c~lare rn d1sce~a. _er~ e La sentite, eh?. anche ron?. dcl~ a p1~t taforma, come una strino: un giovanotto e una caro mio. Che petrolio e pe- Uno zaino, una '?rnccht?rn fo- g1à libero, sulla p1attafor voi di Saint Piet+e, la vo- L uo~10 . mo.ntò. ,.con. un ceri mo.ma . I forestieri se ne ragazza. trolio: c'è In cascata, laggiù, tor;ra[ica, un fuc1L~ e via, co- ma. a salutare la gente che glia del nostro fiume•· poco d1 disagio. I., 1mp1ega- mer aviglia:- 7ano piacevol- e Sarà davvero così bel- e quindi si va a elettricità. mrnc1are a camminare, ver- scend~va. . , _ e Lo sai che 11011 è per il to lo. guardò a.ttentamente. mente. ~1ce.v~no cl_1e era lo, lassù?• ch!edeva lei. anche nei fanali•· so qualunque parte, solo, af- .Il cielo era tepido e sbia fiume. è per le candele• .e c, sono. nov~tà. su~la fu- tutto c1:1siongmale, 111 que- e Un paradiso. ti dico. e Ma che dici?• chiese il /i~ato at caso, n?n come un dito, ma ser~no. ed una son- ribattè il vecchio. nicolare d1 Sarnt Plerre •· sta iumcolare: che si salisse Perchè altrimenti. si chia- sacrest.ano senza capire. In qtramondo benst .quale tto- nolenz~ pac1,tlc~ e ,gradevo: e A cl 1 ? T e Si?• rispose quello. a Saint Pierre, come fosse merebbe Saint Pierre •· quel momento roperaio si mo tomato strantero, come le saziava I ana: l uomo s1 ncora ~an e e. , rop- e Non lo sapevo•· un alto paradiso che si ve- M . . rracc'ò Il t I d mio nonno materno e/te scap- appoggiò ad un sedile e si po ?~~sso vai ~d ordmarne. e Si cambiano i fanali. dessero le mura: così come to;naf da c~~1 porn d iso si ~a~ in 1 pf~~t:fo~-~~/ e le a- pò a MarslgUa, come mio senti quieto ed a~pagato. f lbo:10 cl~e \l'i P,rol~ved?~~ E' mai possibile che di que- si vedono. nude e chiare, e lei e~~ un ~ec/d\io a~~to? e Sono a buon Punto ma 11011no paterno che evase da quando la ve~tura SI f_e~·mò e rav~ onne e a ~1 . sti, tempi debbano es_serci poi j lumi a petrolio, anca- le ·ed una vena'! rimi' i_ l'attacco flnb a domani' non Zante, come mio .zio Max s1 ~ccorse d1 muov~1s1 .a ~assa\ E ~a lu~e che vi da qui, ancora due vecchi Iu- ra. Noq sarà la stessa funi- to già cosi . a cl pan lo posso fare sicché stase- elle andò in America lonta- m~l~ncuore, con sottile pt- l J~os ro rnme._ •· . mi a petroli.o?•· ,: colare, ora•· . viv · .. • , . ra do\·ete viaggiare senza na .. c~me 171;io p~dre clie con- gnz1a.. . . 1 • • L u?mo sorrideva, ~ 11 e Tutto qui?• cluese l'uo- e Saint Pierre e sempre 1.1 giovai~e so, i 1d.c\in e le fanali. Per una sera ... •· quist'O la '1. urcltta e divenne e Sçu~t ~iene ..> ~nm~nz10 veccluo scuoteva la testa. mo, e non sembrava tur- tass\J • Io rassicurò :mrca- st rmgeva li braccio. L'uomo 11011rispose; alzò c?1uole. Come mia zia Clo- per ab1tudme ai viaggiato- Nella cattedrale le cand~le bato. stico l'impiegato L\1omo li guardò e len- gli O 11. i 1 d . tilde che se ne andò a Lon- r1, ecl aprì la porta s~orrc- sembravano struggersi per e Non è affar di poco. Ci (< Non sarà piÙ la stessa tamente si s:::ioglieva in lui la pc~m e t 1~e a~cen llersi dra e sposò ed ebbe in dote vole. Poi scese anche lui e misterios_o incantamento· ,---------------------. qualcosa d·amaro e di scon- .· bbn ~ {"eta t e a ora laghi di. Scozia e foreste guard~ nella sala d'aspetto: era usanza che chi v'entrava t~nt1>. e Si torna. si. da Saint ri~'ia a~r.>sa~res~~ 1~~ in~ r . d'Inghilterra•· non cera nessuno che vo- facesse accendere una can- p oEs IE P1erre. E' bella e alta la El 'à • tt O se. lesse scendere alla città dela. e gli armadi della sa- collina. ma anche da las- ; .~- 1 g~~· fova~o_ ~• tutt~ lV bassa. e chi era salito si crestin si vuotavano rapida- sù, vedrà. che riflessi incre- laci _e. a i° s~ Jr c le dq~f 1 E' stato tungo it vi.aggio sparpagliava orti, lentnmen- mente. clibili ha il fiume e che sfu- rum_, ~ono / e ~zt1 e a da Risaro a Roma. una spe- te, per la piazza vofl1n che e Ora voglio comprarne d• p I D M • mature tutta la valle•· Sor- tuni~o a_re. la sera· d a 1.gen- cie di gita fllnebre, dove si restringeva nel cc•tro di un p..>', proprio belle: colo- I ao a e art1no ridendo porse al giov::me e ~] diver e_ a ve er I ac- aver camminato passo pas- una via brevissima e buia. rate o a fio_ri. Rosse, per due biglietti: e Allora: Saint ~et\CJ~e ~ .P 01 • ancora, a ve- so at braccio deUa soreUa, serrata in fondo dalla cat- es~mpio. che quando si Pierre e ritorno?• e glie~i e~'~pe~•~l~ •·scosse le s al- net paese P?lver?so per un tedrale. sc10lgono sembrano sangue J( t . dette senza attendere n- le· Ch cosa . fp . terremoto in vista, dalla Saint Pierre si levavo. consumato: o con i fiori in Cl•IUlllC sposta. . ? e e posso arei, chiesa simile a una pi.azza massiccia. gri~i? ~ sot:1111e, rilievo di .colori diversi, chè Uno sbandare di pianto e ritrovi Erano anivati. e i giova- ,ol,~~omo si rivolse affami- c~pe.rta, si.no alla gran cit- ma alla somm1ta fitta d1 gu- quando s1 struggono cade lo vecchia strada scavata nel fondo. ni s'allontanarono sul piaz- co· L · t . • ta di San Lor enzo, elle sem- glie intag~iate. La città. alta Lutto. il b.ianco e i rametti E' lei che t'imprigiona il piede zale. pr~o:cu a~c:: >,s ~ie,re;~~~ont~ brava: anco.ra ~s~iva e ~mota, era domrnota e opptessa verdi resistono <1ncorn un quando vuoi deviare e [orse segnano La funicolare si affollò un in sile1fzio: poi egli andò fr°: v~ Ueggian ti immoti, rac: dalla sua mole. qtu1.s1 can- pocu, senza ardere. Poi vo- per te le stelli;:;.sul tuo capo. il termine: co r bb ad a • , 1 ·t . h. chmst per una condanna dt cellula. Ora, anche quel po- glio comprarne ... •· Ripo.:;;erai sugli alti prati d'erba ~o t e u~ 1 :1° ett ~ app;na prne ...e f 01 e, p;ic, e soUtudi.ne. L'hanno Lasciata co .di. sole tor.pido. nun la .e Sei il pad,ro1~e di. Saint d'uno. rina~a infanzia. ~hia~:pa~i'o~e~:io a~f 1 eu~e:= ~~:~~e. ai uva I a amt dentro una viUett~ al 'Pin- schiariva, m~ sem,b~ava au~ Pierre. tu• gli ?i~se J uomo brò risentin-i: e Mi guarda- L'operaio disse che resta- cetto, madre ra_cchiusa de.n- mentame l chiatoscurall e Come tu sei 11 padrone J•io;.'gia tl'iu1·e1•110 t I ., I. b·t li ·t tro una casa d~ legno Ortz- contrasti. L'uomo pen~ava di questa, gli rispose seria- e ma e. voi.•· . ~:3' ~ ere le ~ 1 ava ne a ci : zontaLe e lei s'era altu.ngata che c'era entrato assai di ment~ il vecchio, battendo Volto teso alla pioggia « Né _bene. né male'' ri- a as.sa. 1 sacreSlano si neUe calze grigie, con le di.- rado. forse perchè bisogna- una mano aperta sulle pa- ,anche le città sP.mbrano spose I uomo scrollando le pre~a i:o pe~ sce 11d.ere e ra- ta dei. piedi i,i giù net so- va ~ meritarla e capirla, P~.r reti della vettura. espiare un peccato. spalle. duno. 1 t.uo, pac~h1. . . gno, delte danzatrici .di pro- non patire troppo. Era piU e Un po', si•· Si percuotono gli alberi le cime e Ci ho colpa io, se mi ci e Ti arnto >- disse l amico fessione. Erano venuti, in un facile, in basso, la città. che e Tu me Ii porti• riprese ondeggiando e la nebbia grigia sale hanno mandato?• continuò e .ne pre~e qualcuno anche certo momento, i fiyti ete- cominciava con quei decli- il vecchio. a coprir~ i tetti di cenere. risentito. lui. Ma il sacrestano non ganti. maschi e femmbte, vi dolci del monte, che an- e Ma io non c·entro. Mi J) L'uomo era calmo e con- era a~1 coi:a sceso che sali- quelli proprio che d volle- che le mura antiche segui- hai mai visto dentro la co.t- iS()l 1 tli11e tinuanclo a distribu/re i bi- rono il gwvanotto e la ra- ro rudi, crudeli e spietati, e vano. precipitalldo con gioia tedrale? >. Scompigliato disordine. pigro glietti si volse appena per ga.zza. Salut~ro~o, ru_omo e che in fondo non ci vogti.ono giù. nJrs~ la ,·alle. del fìu~ e Sì,. indugio 111 folate di pensieri dirgli: e Amico. avete vo- gli porsero 1 b1gliett1. b~ne, nati oggi per improv- me. per 1mpennars1 un po e fi:cco, allora dovèva es- dispersi come foglie d'autunno. glia. voi. lo non ce l'ho con e Ecco il ritorno da Saint VlSO potere, nel sogno di ri.- rapidamente sulla coli ma sere runica volta, quel- E qualcuno plana nel vento nessuno airinfuori di me>. Pierre • dissero festevol- maner soli, autentici e scal- breve eh~ risaliva fino .au.a la lì>. . s'accende nel sole e trova Quo.mio arrivarono alla. mente. triti. Accosto a una delle, co- ~ort.a onentale della c1~ta. e E~ un a1t1:a>. parole in fila dove s'abbandona. città bassa era il tramonto. L'uomo domandò se tutto !onne, st,:etta, abbrac~tata_. l unica eh~ la consue~udme e S1. ma poi basta• fece Tu non hai m~ni da lavare. infantili e le case affondavano con aveva corrisposto al loro curva, mia soretla pianse volesse chiusa. dopo 11.tra- ruomo c'?n . imp~zienza fronti cla carezzare e capelli uno stridore sommesso e desiderio e all'immagine Llingamente; da bella ·clie monto. E dent~o le murn le e A me piacciono il sole. da pettinare. sottili e consigli e richiami continuo nelle ombre della che se n'erano formata. era, aveva p~eso la figura case erano animate e gra- ['aria. Ja gente•. 1 . d fi sera. s· t lt . l l b 11 orrenda e disperata delle ziosf'. sparse lungo la riva e Anche a me• disse il ea mettere m or ine e in la , L; ~•h. li O ~ sa 0 l. ~ 0 · streglie che possano fare un del fiume, o fitte nelle vie sacrestano sommessamente per quel gioco d'ore che scot-rono La gent~ sce::;~: cera . iesa eta vas ,ssinrn miracoto profano, no,i clte del centro: ma con i tetti senza convinzione. a scuola poi a casa. contate qualche ~muto d~ tempo e ~tserta. Anch~ troppo de- intendesse remscitare sua rossi. e le altane verdi e La vettura s'era fermata dal calendario illustrato per la sali~~· .Ma il sacre- s: ia. non abbiamo P?tuto madre. questo no, piuUosto fiorite. E poi, ai bordi del- Si salutarono. e A più dalla pendula intarsiata ~tano era ~1a h.' pronto. con ~1~1\ are nessuno che c1 ac- desiderasse a rdentemen te at- le mura, altre ~ase più al- tardi>-. ore del sonno e del risveglio e del bacio 11 su~ can_co di candele. e dess: un,a candela>. lun.gare quel minu.to di ri.- lentate e ridenti. sembrava- C'era una sosta nell'ora- a babbo e mamma nella dolce giorna t a. e C1 hai messo troppo. .cS a:a \111 altra volta• le poso atroce, per versare tu.t- no rafiorzare serenamente rio. e l'uomo accese llll si- Giovi11ezza1 vecchio mio •• gli disse l'uo- disse il giovane con garbo. te .te lacrime possibili e poi l'antica difesa. garo. sedendo sulla sponda mo. c.Ho portato. poc? fa Il sacrestano non parlò. odia.re e odiarsi, lei che ave- Ma nella città alta la vita della vettura. Alla riva del fiume due g1ovan1 a Samt P1erre ma guardava l'amico come ~ ten uto nascosta la madre pareva diversa: i palazzi se- Si avvicinarono intanto planava come un'onda d'aria e lo.ro ,avrebbero acceso vo- per un'intesa. ''.' U.t1agelosia perduta. clte veri, le vie silenziose, i pas- due persone: uno era un la sua gonna d 1 estate. l ent1en le tue candele « Bé buona noae, è tar- L aveva c-urata dt cont,i.nuo, si rari la facevano a~somi- impicg~to dell'azienda ,che Tentò il piede l'incerto ponte sospeso rosse•· di>, disse poi. 8 prese i senza posa, senza .requie. gliare ad un museo mcan- aveva m appalto la funico- ma non si tendeva ad aiutarla Il sacrestano scosse la te- pacchi dalle mani del- senza abbandono, Let, deUa tato ed ostile. lare e le tranvie della cit- l'attesa mano. sta. e Ho fatto prima che ho l'uomo. quale la madre a vera detto L'uomo guardò l'orologio tà. raltro era un operaio, Sull'erba umida ritratto il piede potuto. e ne ho prese di bel- e Mi d' . c d. contenesse e mani di fata• cd avvertì il segnale di in tuta. L'impiegato salutò or:.i gioca coi sassi e si racconta lissime. Le accenderann? una terti aiu;=~~a• egli I r~o~ po- quando era pe~tinata e cieca. preavviso per la partenza. appena l'uomo con un cen- ostinata altra volta. Eh. non s1 sale liel' ~ se e Lungh.e pettinature e lun- Non c'era nessuno, però. no del capo ed entrò nella una favola incompiuta. a Saint Pierre una volta g I po~gi~t.~~n~RalEì\~ni°: gite cure. pettine e medicine. Ma poi, ecco, in fondo alla vettura insieme all'altro. PAOLA DE l\lARTINO sola Jlella vita> e sedette I MARCELLO GALLIAN vi~ della cattedrale, s'ac- L'attraversarono e si fer- l...-------------------..1 con un sospiro di sollievo, (coutinua"'i' 11ng. 6) (cont.lnua a par. S) Domenica 28 sPltemhre 1958 LUCIANO BUDIGNA presenta: poesie di Guido Coslantlui GUIDOCOSTANTINI Nel settembre del 1939, quando la radio annunciò ohe le truppe tedesche avev,ano varcato i confini della Polonia e che, per conseg-uenza, in tutta Europa sarebbe stata la guem'a, I ragazzi tniestrinii che pas– savan,o le mattine sul cemento dei gradinJ ln.torno ahle vasca centrale dello stabilimento bat1neare Auso– nia pensa! l'Ono anche, insieme a molte ali.Ire cose, che quel:l 'avvenimen.to is,torico il avrebbe prdvati chissà per quanto tem Po de,l saJubre e onesto pia– cere di e andare al bagno l). Emblematico, oltre ohe profeiico, pensiero! Fra quei ragazzi ve n'eiia uno che faceva un certo spicco per una singola-re pre– stanza fisica, i 11..iminosioapelll biondi, le doti spor– tive: senza essere un campione (puor essendo un ecceHente e dorsista>), Ou1do Costantini appariva un po' il &imbolo delle virtù flsiohe e morali. o, se si vuole, psicologiche, del giovani che allora dis-erta– vano la premilitare per frequentare gli allenamenti deM~ Società TJ;estlna di Nuoto. La su-a immagfor1e, qua,\e la vidi quel e fata! mat– tino » di settembre. me l,a portai dietro per moltd anni, lungo la gu-erN1 e il dopoguevr-a, come 11segno di una stagione da scrivere, rimbaudian-amente. 6'tl e fogli d'oro>, di un aspetto felice e unico della mia tenia e del mio tempo. E ancora sarebbe tale se. a'1cune setti.mane fa. sul filo di un piccolo libro di versi pubblicato dal Oenbro Studi Critici di Mo– gllano Veneto in quel di Treviso, Guido Cosbantini non fosse disceso dalla mitica e un poco astratta posizione in cui J,a mia memoria lo aveva collocato, per iriapparllirni concretamente in veste di fattivo innamorato della poesia. e Triste loclc all~ natura>), è questo il titolo del libro, r.a.ccoglie cd esprime in qualche decine di pagine l sentimenti, i pensieri. le meditazioni di quindici anni di ldete e dolorose esperienze, sotto l'lmpuliso preciso e sem-pre più consapevole di ctsoat– tame a forza dl paTolc la assurda dispersione insita nena loro quotldianiià: un bisogno di d!ire, prima ancora di un bisogno di comunicare. AttT0ven;c, quel versi e quelli che fcrv.!damente continua a scrivere - e di oui diamo qui ailouni esempi inediti - l'em– blematica Immagine umana di Guido Cosbantln\ non è più soltanto U ricordo privato e caduco cu1 accen– navamo. ma assume un valO'fe più vasto, tend~ a consegnarsi spontane~ e lntern su1La paglna, Cuori dalla cronaca. LUCIANO BUDIGNA Guido Costantini è nato a Trieste il 23 luglio 1917 da padre itaHa.no e madre scozzese. Nel 1957 h.a pub– blicato « Triste lode atla natura n (ed. Centro St:udl CrHlci, Mogtia.no Veneto). Penelo1•e a Ulisse Ah, te tue fort i dita avevano ancora me-nti.to ; Tu non toccavi it mio desiderio; tu sfiora vi le gomene contorte e te prue affilate. AscoUavt la primavera sciogliere H gelo goccia a goccia dnll'obllquo dei tetti. Sapevi clte le vele erano gonfie nella rada. Per le tu.e spalle. come una porta azzurro. s'apriva L'orizzonte. Oh non mentire: tra me P te è ritornato il mare! Non mentire. dalte tue forti dita io sento ancora soffia-re it fr,.ddo delle onde. E se 1.:u·lo di 1ne ..• Anch'to, come vot, rasento i muri al fuoco giallo deU'estate. Rabbrividisco nette paLHde notti tnvernali; bevo il fitoco, accarezzo la cenere. Come voi ho calore e gelo. chicchi d'uva o di gra.ndine, odore di sorgente, previsione di muffe e di silenzio. Ho, come voi, gru.mi neri di pena, uccelli morti sotto te piogge d'autunno. Ho gesti, cuore, pensieri a.Lei nelle tempeste, piccoli nei semi. ::: 0 ,:edete che sono. anch'io te-rra, e lacrime, na!ura che sfocia nel suo mare? Sono come voi: anguille nere-argento netLe convulsioni della rete, nutla posso e tutto desidero e tento. Anch'io attendo e a.scolta il calare del vento, e a primavera dormo sui fiumi sotto zoite oscure dove il mio cuore fermenta. Sono anch'io come voi: aratro che scava fiuti onda su. cui alzare i morti, rncco d'e-rbe e di sole con cui mitri.re t vtvt. Come voi sono voce che n.arra sè stessa col marmo-rio del torrente, voce che diventa, come la 1.•ostra. voce det m.a,.e, e se parlo di me parlo di voi GUIDO COSTANTlNI
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