la Fiera Letteraria - XIII - n. 35-36 - 7 sett. 1958

Domenica 7 settembre 1958 AR'l'ISTI L:A: FIER:A: LETTERARIX ITALIANI * LUIGI MONTANARINI Casi come quello di Mafai, che osa spo– gliarsi del troppo e del vano alla ricerca d'un assoluto di essenziale !iguratività; co– me questo di Montanarini, che procede mol– to oltre e, senza bisogno di voltar casacca, trae le estreme conseguenze di un suò già lungo itinerario, portando a fuoco - un fuoco davvero smagliante - le esperienze della sua fantasia; son due casi che do– vrebbero far meditare ogni persona in buona fede. Le undici grandi composizioni di lui che sfavillano sulle pareti della personale alla XXIX Biennale di Venezia, non vanno con– siderate solo come l'atto di coraggio da par– te di chi rompe bruscamente con le media– zioni e le applicazioni da poetiche studio– samente interpretate - è anche il caso di un altro, e assai dotato, pittore romano: Scialoja che pure rinsangua originalmente la sua ispirazione - ma sopratutto quale una conquista creativa di eccezionale cd esemplare portata. Nulla, nelle opere attuali, che non si possa - pur dopo uno stacco cosi intrepido - ricondurre alle sorgenti della sua sen– sibilità, al percorso della sua fantasia. E se l'anima del colore vi è diversamen– te espressa - quanto a spazio e a composi– zione -, la sua tavolozzfl è di colpo ricono– scibile: quella intensa e pur controllatis– sime orchestrazione di colori puri che, nel– le sue nobili opere, dal post-cubismo e dal fauvismo intendevano trarre spunto ed ali- di * CARLO BARBIERI mento a rappresentazioni plastiche di ani– matissimo arabesco cromatico. E tali quadri parevano allora davvero contraddetti da questo sovrappiù di ten– sione coloristica, e che la forma affannasse a tener dietro all'impostazione dei timbri, tanto era dominante quell'impulso di can• to che ora si espande cosl sovranamente. Montanarini non ha avuto bisogno di rl– fcrirsi a Pollock per stabilire I suoi rap– porti e registri; e magari sarà venuta da lui solo un'ultima stratta per ritrovarsi in piedi. Intanto il suo colore resta - s'è visto - solarmente espressionistico, e la sua edu– cazione di •fauve• non è andata sprecata, cosi come l'assuefazione al rigore cubista lo salva da ogni gratuito arbitrio. Guardata la sua pennellata, densa, co– struttiva, retta da un principio ritmico og– gi come non mai; può esser goduta in cia– scun punto dei suoi pannelli cosi come un orecchio educato riconosce la voce di ogni singolo elemento, pur nel travolgente em– pito d'una sinfonia. E la più segreta fonte d'ispirazione va ri– cercata forse in certa furia futuristica di ,,ortlcl, di prospettive d!namiçhe, di dram– matica spazialità percorsa, allora dall'una– nimismo di parosslsticl interventi di folla, d'atmosfera, d'orizzonti. Boccioni seppe dc. durne taluni bellissimi ritmi di piani e di colori altamenti vibranti pure cogliendo dnl giuoco divisionista la tessitura a mo– dulazioni complementari e sdipanando quella inesauribile matassa coloristica. Se Montanarini ha guardato a Boccioni è stato solo per cavarne una spinta ai suoi intendimenti ritmici, chè il sentimento del colore è un altro, e non sottende alcun ri– sentimento di romanticismo e tanto meno di tentazioni - c"he pur affioravano fra tanti fragori - di estetismo crepuscolare (che storicamente sono pienamente giusti– ficati). A guardar bene le composizioni di lui, è invece una pronta e immediata decisione di gorghi, vortici e Uuenza che se sommerse• ro le sue bagnanti e donne distesi! e addor. mentale, pur ne ser,bano un emblema, una indicazione tematica, una vaga suggestione. Già da allora il ritmo predominante si di– spiegava orizzontalmente, diagonalmente; quelle erano le direzioni fondamentali delle figurazioni del periodo neo-cubista. Oggi, con ben altra carica di motivazioni liriche, ma avanzando ,ulln profonda in– flessione di quelle fantasie, che rispondono alle intime leggi della sua spiritualità, que. sta naturale vocazione prosegue, libera da ogni ingombro. nella libera scansione d'uno spazio novellamente interprll!tato nella con– genialità, quasi, di un ritorno aì simboli di quella realtà. A chi osservi con amorosa attenzione questi dipinti non sarà difficile recuperare tanti e tanti frammenti dl una sua remota e personale figuratività. ma ormai conse– gnati al divemre di un (lusso, che per es– ser pittorico non è meno cosmico. Queste spume ed attorcimenti ed Intri– chi, qui di onde rincorrentisi, 18 di inestri– cabili liane. o di improvvise fioriture o di patetici rottami; tutto questo, e quant'al– tro ancora è riconsegnato dalla memoria al riproporsi delle emozioni, si compone, <11 scioglie e poi si ricompone (come per un ullimo soprassalto di cubismo astratto) 1n ampi e commossi registri della storia della sua liberazione fant;istlca. E si parli pure d'un nuovo umanesimo: quello di uomini soverchiati ormai dall'an– goscia o dall'Inquietudine, calati In mezzo nlle forze scatenate della natura, impegnati in una lotta a coltello contro forze avverse (quegli strappi, la insorgenza di rossi, di neri violacei), sedotti dagli incantesimi dei gialli, dei verdi, e pur sempre reintegrati nelle proprie speranze (quegli inopinati spechi di olore puro e gemmato). convali– dati n perseguire il proprio destino mor1ale Implicato nella eternità del tempo. ~l VERBA VOLANT Pag. 7, .. ~~. u,iif""" •••tutto·• 7f T A L A NORD. SUD e: CENTRO AMERICA NORD SUO PACIFICO LLOYD TRIESTINO INDIA. PAKISTAN • ESTREMO ORIENH • AUSTRALIA SUO AFRICA • AFRICA ORIENTALE E OCCIDENTALE ADRIATICA EGITTO. P..18AN0. OflfCIA • CIPRO TURCHIA. ISRAELE. SIRIA• MAR NERO T R R E N A SICILIA • SARDEGNA • CORSICA • MALTA • LIBIA TUNISI • MARSIGLIA • SPAGNA .. NORD EUROPA UFFICI E AGENZIE OVUNQUE Un diario prof etico * di PIE'l'UO CDl.lc'l'TI

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