la Fiera Letteraria - XIII - n. 28 - 13 luglio 1958

Pag. 4 Nunzio COSSU è nato a Orofe!li (Nuoro) net 1915 Di poe.sia ha pubblicato. E Ti.vedrò più {'alba?, (l947) e ... H cielo piovve fuoco,. (1951). Deve ora dare olle stampe un ter– zo volume, ., Lo Cirtd del– l'Origine,., da cui so,t trat– te que.ste due liriche Sta per pubblicare un roman.– .:o. .. Cai110 .,., che il Flora Ila già definito ,.. hbro sin– golare - Critico letterario. lta pubblicato .. I! , metnlo– go,. (1949), e ha tn pre– para.zio11e alcuni 1,rvori cri– lici e filologici. Ha vinto premi di poe.sia e critica Sin dal primo volume, ., La Rassegna d'Italia•. lo annoverava fra i • no11tri migilori contemporanei,. (n. dic. 1948). A!rri han definito,, ùibllco– apocahttica,. la sua poel!lio. )f. l'E1\TTO JJELL'fH'ES'I' Viene d31 mare, batt.e la mia Isola li vento, e bulina le rocce con l'ootinato tempo del pastore che non ha casa ,e andando istoria il legno del vincastro colla punta del serramanico: il vento delrOvest trafigge con rosa di colteHi il cuore di una terra ove l'uomo ha gli anni dei grarnli e cottura di sole sul viso come antora di secoli. Ho nel sangue quel vento, il segno nella memoria d'anfore disseccate. e negli occhi visioni di pietra Vento dell'Ovest sapido di mare, mi trovi come stele suita roccia. • CAt\TT(J A IIEL/,'AGOR degli uo11iilti ,uuu,ì « Ci siamo stancati d1 Jahvè, e tu sei nostro Dio. Vogliamo te, Beltagor. il buono, il giusto, il santo, che non conosci il fulmine per le città né il fuoco. Troppe volte Jahvè inceneri le tue città. Troppe volte perdemmo le compagne curiose degl'incendi che ardevano umane vittime sul suo altare di superba vendetta. E a noi miracolati dal vento tuo temporalesco sui roghi, restò negli occhi vis10ni desolata d1 laghi ammonitori. re, Belfagor, adoriamo. Te che riedifichi con noi le nostre case. dando \'ampe diverse alle pareti, e alle vallate l>Vesi consumano le nostre g1ov1nezze 11sapore di frutti cui le mani s'allungano col !re•nito anti,ch1ss1mo d'Adamo, e animi la festa dei corPi della tua invisibile Presenza i1. Questo, Signore, 1 figli contro l'Agnello, voce li fievole nel deserto, E noi le canne, nel deserto, che sbatte il vento, incapaci dell'oasi lw1go scie di sabbie immense a non vedere approdi erbosi tra soreive acque perenm. Popolo mgfato, che Tu conducesti, separato il mare come taglio alla terra, nelle feraci contrade ove gli occhi non ressero al miracolo di vigne. e 1 corpi esausti corsero al Giordano come a lembo di celeste Gerusalemme. l\Ia Gerusalemme dì pietra ebbe le porte scavate in mura che legò la sabbia degli antichi deserti. E Tu le scaidinasti, Signore, per /'orge ai nemici di Siòn. Invano gli Anziani aspersero d1 cenere le teste sagge. cinsero i dimagrati fianchi di cilizi; invano le Vergini toccarono il suolo mospitale, con le caste fronti; · invano al tuo Profeta cadde il cuore dinanzi alle rovmc senz'argini antivedute, implorando: « Convèrtiti, convèrt1t1 al tuo D10. Gerusalemme ! JJ. Allora contro i sassi schiacciarono 1 11 gentili 1) tutte le nostre età. nePpure il pianto sali più alle fonti disseccate dei vivi. Poi sempre, risorta la città. fummo .sepolti sotto il crollo di mura, la memoria nelle stirpi dimentiche perduta. Sempre 1J tuo braccio sgretola, Signore i templi alzati a maligna potenza ' che Tu snidi dal cuore degli iniqui, spez.z.ato sulle labbra l'empio canto. E per essi gli eletti sanno di Te. non la pietà, ma l'ira. Cosl viene il tuo Regno. NUNZIO COSSU LA FIERA LETTERARIA Se dovessi delineare sulla .!Ocietd mu.!ical.e ambro.!iana contri •· sporadici .!ino al '54, qumdicma dl hbri autor,rafa– sala scorta della memoria un ha offerto ai p_ropri iscritti: la si aprirono nel '49 con Angio- ti dall'autore; gente clie ac– Titratto notturno della Milano re_afizzazwne. di itinerari arh- lettt, presentato dli Borlen- qui.!ta l'opera di cui .!i parlo. 1945-46, no11 mancherei di da- st1co-culturnll alla .!coper1a di ghi; pro.!ej)'tlirono con Pavese, o se ne documenta. prima e re tm posto al palazzo Rocca- tesori sparsi (e misconosciuti) Qua.!1modo, Montale, Bacchei• dopo il colloquio. sceQliendo• Saporiti, .1ignorilmente illumi- 11_ellecampaQne e per i col- h. Pavese, al Centro pirellia- la a prestito fra i 10.000 vo– nato: a quella neoclassica fac- h lo,nbnrd1: In rie!JUmazionc no. per la prima e forse l'ul- lumi della biblioteca del Cir– ciata a colonne e/te lungo !'in- commentata, in cmtologia o in tima volta in vita sua fu colo, giorno pPr piorno or– tera fronte stendeva un gra,i edtzione i11tegrale, dei claui• portato dalla cordialit<l della ricchita stri.!cione bianco: PARTITO ci del cine~na... • , riunione . ? romper~ H. suo Vi è. infine. un'altra l!Or• LIBERALE ITALIANO. Dietro .Troppo s1 farebbe !unao.. tl l:'maro PlU che tnttmid1to o presa al CCP: lo ... 8 catola ma• a quello, e ai due emblemi discorso a voler seguire t tn· rnsofferente silenzio. a con-1pico .. rappresentata dalla eme• tricolori con la sigla PLl ri- tera gamma di atiivitd più versare Pl!bbhcamente con i roteca personale di Severani– conoscevi. nelle noto estwe un c!te dec~nnale .de.I Centr?, ar• stt.01 !~lton. , ni: il quale. Ja più di 30 agitarsi d1 ombre affaccendate; t1~olota.!1 .ormai. tn quasi tre~ Dal~ ottobre del_ 54, Qli ., ln• ,annl a questa parte. ha via Erano le no1t 1 del!e p~a11.d1~ t.la ?10ntfest~1onl. 70n assai cont~1 • de!!a Ptrelh pre~ero via ri.tapliato. incollato. sud• f1~:i~~~e·d:iell;a1~!~f' st :i~P~~i ft c,f~b:I~ ';~';~i"eso~~'oif:::.~i'; :fac:•;;id.:i~r ";;;~:f~~~tom~e~~l:~v!s:nt!.er ce 0 ::/1:~~o e epe;en~i: da questo o q11el1'1deale. Oggi, tn linea generale l1nvenuva, so11almente al .,r,lancto• pre-/naia di articoli 110n soltanto }fc:sc;:~~itte~it~~~tos::a è,;!:: ~~let~~~~i:~~~d,e iJar~~:i!o Qi:~ ~~=~~:d;i ~~t~~:f'~ l;~triira(p~; ~et~~~~~i~i:niso'.sii~t~~t°A! 1 ~~r;~ stra: nè pu\ la vediamo splen- st.~ se~e. un ragguagltp un po lo Pn\ tmp1egatt .,dt se~onda ~ ti O Bacch;lli, Titta R~sa 0 dere dava11t1 al verde notturno piu disteso stdlo sezione let• e •. dt terza.• Jtella . ditta) 1 Lonr,o. Gadda Conti O Fer- dejn ~i:~:~·so. Palazzo Rocco- tec;,~~ocinquanta e più le ma• S~!~u~~?.ta~!~uft'o co~l~ciò z~:~ ~~~~a h:f:':\ gid r°V.ltt~ 'r c 0 r– :5'aporiti ospita. oggi. se .pure nif(!stazloni legate alla Pl:'Qin~ grandi e da EUO: Bartolin.i: tro pagine' ~r~~rie ~ ao s:I~; tn vw provvisoria, un altra scntta: 40 convt'"TsadO~l di poi fu I~ volta d1 Rea. Pn- proprie opere _ da loro stu• non politica sigla: . il CCI:', letteratura italiana cl.a.1s1ca .e sco, Bo:s1. La Stella. Festa si dimenticate O smarrite ne- ;;:;;;;to ~~~,~~~~ehe:: 1 :eJ~\r[:: ~:~d1~1:'!ia~ot;:n;ea ~~~~t drBac:: ~~~:fi°a~t~ni,~; p 1 :r !~: l~~~: r,li anni . _ _ ziamenti e di autonomia dalla chelli. Ghisalberti e a!tn; un tro dive11tava cosi. a poco a t·Nè S~ve~gn1 71, rarcogliequ~- ~~~!e,t: ~~jetf~ iJ1!it~~a~ f;reas~~: : ~:~~~1~a d/iE1~:lnei~na~;~1~n~ ~~~~~t\r~!~~~;.ofe11ei'1~zio~a:t! :rl ~-~~;~sd_a &c~7v~e{a{o,~e fgr: dinario personaggio, Silvestro Ungaretti. Croce, Gozzano, di lettore antologico. ad altri falle. li ~corda, hwec~.d c~": Severgnini. ti CCP non solo Saba, Palazuschi. Moravia ... incontri: con la De Cespedes, ttna O ~re.! ig~rsa capacit 1 assolve e.!emplarme11te il pro• Q1iara11ta e più serate di let• con Lonza. con Silone. con mem rrn oi t appr~ZZl'l7!1_ento. ~~ig ~o;d~~~tfvio c~:;r~ d~;:~: ~;~~.';rjra~t;;;i:_ert cJr~rtà~o~;: J:3i;tr~~n c~:iv1 ~t.er: ~ 71 li~~~= ~:;so'r~~rni[o t~(topn{' ~;~ci;t :t 1 :i a1f~t;~!\: nd i~~ ;';fmi~:1~:: ~t: i: t~:~u~:· df 0 s ; :e ~~i :r:t c~nac!~~~~e A ~~:sc 1 ~i. A~~:= ~t;~~nt:; h~:s~~r stu~~~~r~~ !j: linea tra le non molte istitu- libro in film ..; e. infine, ven- tolini... frire In gioia del suo entusia• zloni milanesi capaci di or- tinove ., lncontn con ali scrit• C'era - e si rinnova ogni sm~ documentato; 7ertamente. ganiche iniziative per se rii in- tori. ... ossia commenti e lettu• volta - il piacere deli'incon. egh h.a fo.rmato in , sè un~ co11tri con l'arte e la cultura. re ese,nplificative dt nov1td tro con lo scrittore, col li- scala maQgtore o minore d1 Si deve al Centro di Seve1'gni- librarie, alla presenza e COI\ bro col critico: ma, per noi, affetto: ma la sua gratitudine ni l'istituto delle • anteprime l'apporto diretto degli autori. anche e starei per dire so• va al di là delle scuole, dei di teatro ... ossia la promozio- -Codesti M Incontrl • merita- pratttttto. il piacere dell'in- diversi timbri e. dentro certi ne e l'acquisto - i11 favore dei no un discor&o particolare: contro co11 quel pubbli.co , limiti. persino al di Id dei soci e degli amici del Circo- poichè, u1cendo dalla acca- spe3so molto n11meroso e co- diversi valori: grato come è a lo - di 11n.'ilaera recita alla demia di una conferenza o m1mq11e sempre attento. par• chiunque. in maggiore o mi• vigilia del debutto per quasi dalla didattica di uno lezio- tecipe. affettuosamente e au- nor grado. in un'epoca v1ci• tutte le novitd sceniche di ri- ne. hanno saputo offrire a un te,1ticamente devot.o: un pub- nn o lontana. ha saputo co– lievo; l'ori,anizzazione di un pubblico autentico un nuten• blico cui in fine di serata il munque dargli l'occasione di ciclo di concerti di mwnca tico colloquio con poeti. sag• Centro regala - acquistati e commuoversi o di meditare contemporanea quale 11essuna gisti. romanzieri. Questi ... rn- assegnl'lndoli a sorte - una GUIDO LOPEZ Guido Lopc2 con Pasquale 1''csta Campanile Carlo Bcrnari presentalo da Ferdinando Gianncssl IL BILANCIO DI lJNA COLLANA DELLA NARRATIVASTllANIEH.A Da Alain-Fournier aThomas Wolfe nei venticinque anni d lla "Medusa,, * di IJJNRJ(;O FALQUI Perché l'avranno intestata le romanzo e poema d~ll'ado. ne italiana, è ancora di là l'uno in fila all'altro, nel !un alla Medusa, in casa Monda- lescenza, capolavoro d1 Hen· da venire. TI ritardo inizialu ghissimo elenco che si è ve· dori, la collana dei "grandi ri Alain-Fournier: Le grand sì è ripercosso e prolungato; nuto formando e ampliando narratori d'ogni paese ,i? Me:ulnes (il grande amico) e ogni iniz!ativa al riguardo di anno in anno, di nazion..-, Perché, richiamandosi alla Pubb11cata nel '13. l'op~ra è rimasta lnniLata a qualch(' in nazione, di genere in ge· figura mitologica di una del- aveva già ottenuto più di un rara paginetta di prova, do- nere, fino a raggiungere une le G-òrgoni, pietrificasse e centinaio d'edizioni in Fran· vuta al Settanni ed al Rossi. varietà così assortita da pote cio{\ conquistasse chiw1que eia e all'estero. Da noi ap- Chi ci s'era cimentato non sopperire alle più diverst aveSse l'ardire di rimirarla parve allora per la prima ha trovato l'incoraggiamento esigenze, senza venir men• negli occhi, vale a dire d1 volta. in pieno clima « S<l" indispensabile: e, in definiti· agli interessi di una. buon~ acquistarne un volume? O lariano>. con un ritardo di va, proprio a causa della dif- cultura e di un'amena lP: piuttosto perché, similmente una ventina d'anm, nono· flcoltà l'impresa non è stata tura. al!'omonimo tipo di celente- stante la sua celebrHà. li che proseruita, mentre g,iusto in Non c'è persona di qua!Clh rati marV,i, era destinata ad sta a ricordare q.uanto iw ragione delle asperità stesse gusto e di qualche curiosit;; assumere le più libere forme, tralciata e lenta sia stata, avrebbe dovuto essere stata che non debba alla Meduqn fluttuanti ed insieme avvin· almeno fino a quel tempo, la affrontata e superata da un l'una o l'altra conoscenzcl centi con ognuno dei subi conoscenza di opere lettera- pezzo. Certe traduzioni sonC"scoperta, tra le centinaia rJ1 mille tentacoli? Complimenti rie straniere contemporane=:- significative dello stato di volumi scelti e presentai· e lusinghe a parte, 1 ~ue _rifE:· per coloro che ,non avevan.l una cultura e giovano al su~ dal '33 al ·s_s. Anche. l_a_gen rimenti son del pan giusti. la possibilità di conoscerne raffinamento non meno d1 le del mestiere, 1 crit1c1, gl Si mirava: primo, a « tar co- l'esistenza e di procurarsele un'opera critica. Da ciò !'op· specialisti non nascondoiw noscere le opere più signifl· nel testo originale. E questo por.tunità,. non soltanto edi- d'avervi trovato rob~ ((utile,, cative della moderna lettera- del Gran l\Iemtlnes (ritra- tonale, d1 collane e come E non occorre 1llustrarf tura narrativa ~ondi~le: at· dotto nel '57 dal Bianconi quelle della_ Medu~a e ?elle q_ua~to ci~ sia Sta!o e con traverso traduzioni ispirate per la Biblioteca Umversnle altre che 111 varia m1s1:-1ra ti_nui a d1mostrars1 va~1.a.2· a criteri d'arte 11; recando, a Ri=:::oH) non è che uno dei perseguo~o lo st_essocòmp1t?, g1oso. ~nche dal lato critico. 1< liberare nel tempo stesso il tanti esempi citabili a rin· a volte 111tralc1andoselo v1- la funzione della collana rt nostro paese dalla soggezione calzo. cendevolmente. suita e~idente, quantunque <> verso altre lingue europee ''· Per cominciare a disporre Ma nel '33 il campo era volte s1 conceda forse un pt.1 Due compiti assommantisi in in veste italiana della prima ancora piuttosto libero: e la troppo al gusto correllle uno stesso, sempre che quel- parte della Recherche d1 casa Mondad?ri ebbe abba- nonché all'amenità ..Chi si al t'uno, il primo, fosse afl'ron- Proust non abbiamo forse stanza buon gioco quando co- tardasse ad esamtnare glt -lato con severità e tenacia. dovuto' aspettare fìn9 al minciò, con la Medusa, a far autori e le opere constatereb· Come difatti è stat('l per anni 1949? E Ou c0te de chez conoscere ed apprezzare an· be come l'intervallo tra 1·ed1 ed anni pur attraverso alter• Swan,l era In circolazione dal che in italiano quelli che a zione originale e la versiont native legate agli alti e bass: 1913. Né con l'Ulisse di Joy- t?rto o_a .diritto ~rano con· italiana divenga sempre più dei diversi periodi succedu- ce è andata megJio. La labo· s1derat1 i( 1 grandi narratori breve; e accer-terebbe ancht• tisi negli ultimi lustri, ché a riosissima traduzione france- d'ogni paese >J: dal più vicino come la scelta ~ei testi facc1r, tanti ammonta ormai l'anziò· se rèca la data del 1929: e al più lontano, dal più osrm-· del suo meglio per tenei nità della collana, non più di sette anni prima nato al più contrastato, da c~nto. d'ogni me_ritevole in- La prima Medusa uscì ne! era apparsa in Parigi la pri- più dilettevole al pi1ì urtan d1caz1one, accogliendo i me· 1933 e fu la traduzione, a ma edizione ciel testo origi-1 te, dal più accessibile nl più EN~O FALQUl !..--------------------' cura del Piceni, dell'inefTabi- nale: In quanto alla versio· difficoltoso. I nomi son là, (Continua a pag. 8) Domenica 13 luglio 1958 Valentino Bompianl con Vittorio De Sica e Giuseppe l\.larolla RITRATTI IN * MINIATURA Valentino Bompi * di A.l,111\R'I'O BE\TILAC(lUA. Il nostro più recente incontro con Va• lentino Bompiani risale a due- settimane fa: ad un pomeriggio milanese che ci sembrò insolitamente chiaro e tranquillo, con quell'odore di verde e _di fioriture che ci accompagnò a lungo dai giardini di Corso Buenos Aires giù fino a Via Senato, agli uffici della Casa Editrice. Bompiani aveva appena salutato il vec· chio Gastone Gallimard, e fu appunto •una frase pronunciata dall'illustre edi– tore francese a dare il via al nostro di· scorso. • Che vuole. caro Bompiani ., aveva detto Gallirnard • io pubblico tutti i libri, tanto chi può sapere se sono buoni o no... •· Voleva essere un'arguta messa a punto, un'attestazione niente affatto paradossale, ma esatta e sincera che bène fa intendere le difficoltà in~ site in un'intrapresa ·editoriale. E' sempre incombente, infatti la pos– sibilità di un fraintendimento ~ella va– lutazione dell'opera letteraria: c'è il ri– schio di non riuscire a collocarla nella sua giusta prospettiva storica di non intenderne appieno i fermenti 'nuovi il riflesso di ciò che va maturando soÙil· mente nell'evolversi di un gusto di un complesso di ragioni umane otire che letterarie. E si aggiunge la facilità di dar cre– dito a fenomeni del momento di essere distolti dai successi consacrati' dalla cro– naca letteraria, dalle mode dei discorsi Progr{!mmatici e spesso sterili, più che da autentiche necessità culturali., Il la· V?ro dell'editore, da questo punto di vista, ci si presenta in un ceno senso creativo, su di una base d'intuito d'in– telligente senso di modernità, di 'studio dei caratteri, particolarmente di parte– cipazione sensibile ai problemi del tempo. Proprio in siffatta dimensione Bom– piani ha teso ad operare fin dagli inizi della sua attività che risale al 1929 anno in cui la Casa Editrice che porta 'u suo nome. vi~e la luce. Ancor prima, però, Bomp1an1 aveva avuto modo di arric– chire la propria esperienza nella qua· lità di segretario generale della Casa Editrice Mondadori e di direttore della Casa Editrice Unitas. In questo arco di tempo, Bompiani è riuscito a raccogliere intorno a sè gran parte delle voci, più vive e ricche di fermenti, della narrativa contemporanea, italiana e straniera. Degli italiani baste· rcbbe citare Alvaro, Vittorini, Piovene, Brancati, Tecchi, Moravia, Bilenchi, Ma· rotta, Benedetti, Zavattini, Angioletti, Flaiano, Patti e. tra i più giovani, Festa ~:r:i:oni~~t~~~~li~~n~i~e~1;eL! ~~gr~~• e Ma il merito di Bompiani non sta tanto nell'esser riuscHo a mettere insie· me questa copiosa collezione di nomi significativi e di 6uccesso, quanto nel· l'aver risolto un compito non facile: pre– cisamente quello di dar luce al volto di una generazione nella quale sì ràccoglie, in così notevole misura, la miglior linfa del nostro mezzo secolo. Gli scrittori di Bompiani hanno tre· vato nel loro editore un sensibile punto di contatto, quella parentela - ratta di corrispondenza affettiva e di tangibile aiuto - che è indispenSabile ad ogni metodico lavoro letterario. Fu sempre ben vivo, nelle scelte e negli incitamenti di Bompiani, l'intendimento di allineare opere tali da mordere il più a fondo possibile la scorza dei tempi, da tastare il polso ad una realtà viva, colta nei suoi problemi, nei suoi assesta men ti, nelle sue necessità di valutazione sto– rica. Basta pensare a quei • Libri scelti per servire al panorama del nostro tem· po• che costituirono la collezione d'esor· dio della Casa Editrice Bompianì. Ai nuovi umori intellettuali. economici e sociali, l'editore prestò orecchio fin dal· la prima giovinezza. Cresciuto in un mondo catechistico che credeva di aver sistemato la storia mondÌale, egli si trovò presto nel vivo dei problemi connessi con quella disso– ciazione che si andava inevitabilmente delineando tra un familiare e ordinato mondo borghese e il mondo intellettuale. La • belle époque •, miniata nel gusto di Garibaldi sull'étagère, era sul punto di cedere a gusti meno tradizionali, ad esaltazioni d'opposta natura. Le premes· se e gli strascichi del primo conflitto mondiale dovevano presto arrecare una scossa ad una visione di vita erronea· mente ritenuta già ben salda nella sua armonia e nella sua s4,bilità. Alla stasi, allo s(ondo sommesso ed austero a cui era legata un'infapzia vi· brante di terse e tenere fisionomie, se– gue la ricerca di un nuovo equilibrio di [ede umana, di rapporto sociale e intel· lettuale. Si fa pressante l'esigenza di rintrac– ciare qualcosa di sentimentalmente co– mune, di nuovi motivi d'incontro. Bom– piani rivolge il suo lavoro di editore e di scrittore proprio verso questo punto, verso questa ricerca, là dove l'uomo si guarda intorno per !arsi consapevole dei doveri che gli incombono, delle civili necessità contemporanee. Nelle opere teatrali di Bompiani due costanti motivi ricorrono: la solitudine che nasce dalle suddette inquietudini e difficoltà d'intesa - tale da minacciare la stessa libertà morale e sentimentale dell'individuo moderno - e poi il ri– morso e l'inconsapevolezza rispetto al· l'errore. Individuare, dunque, il cammino che permetta di giungere a colmare quella solitudine e a scontare e a riconoscere gli errori, e tutto alla luce di un ideale di vita da illimpidire sempre più: que· sto il proposito d1 BompianL I personaggi sono proiettati in una prospettiva - di dolori, delusioni, spe· ranze, esaltazioni - ognora illuminata dal senso del .giusto 1 da un metro di valutazione caritatevole e, sopratutto, da una tendenza ad una sottile autocritica che non scade mai nel ripiegamento e nella sfiducta, ma si mantiene entro l'ambito di una fattiva onestà. Si cerca di enuc!eare, e quindi di assimilare e trasfigurare, le componenti pìù univer· salmente vere della vicenda grazie ad una sensibilità condotta da immedesi– mazioni tenuemente dolenti. E basta una allusione affettiva, il ricordo di ciò che si è amato e che si torna a vivere nelle accensioni del sangue. per purificare il tono della sofferenza. Anche l'ultimo lavoro teatrale di Bom· piani (l'autore sta finendo di corregger– lo proprio in questi giorni) si articola nei suddetti motivi. E' la vicenda di un Or[eo moderno, una contemplazione della vita in rapporto alla morte, una visione, a ritroso. di un'esistenza in fac– cia alla morte. E la domanda centrale che lo scrittore si pone è se Euridice debba piangere ciò che aveva e che ha perduto oppure ciò che non è riuscita ad avere. E' come si vede, sempre un tema di attaccamento alla vita inteso in chiave d'azione, di partecipazione diretta ai suoi problemi e ai suoi rapporti. Un timbro d'indagine e di modernità d'intendere che richia· ma ciò che Bompiani editore è sempre andato cercando nei libri da porre nelle sue edizioni. Si completa in questo modo l'imma· gine di un fine uomo di cultura co· ,:;cientemente inserito nel vivo del suo tempo e mosso sempre da un intimo bisogno di poesia e di verità. ALBERTO BEVlLACQUA ,._,.,.,.,,,,,,.,.,,.,,,,,,.,.,.,.,,,,.,..,.;.,,,,,.,.,,,,,,.,..,..,,,.,..,.,,,.,.,.,,,,.,.,,,..,,.,.,,.,,.,,,.,,.,,,,.,,,.,,~~,,,,.,.,,,,,,,,.,.,,,,,.,,,,.,.,.,,,.,,.,,,,,.,.,.,,,,.,,,,,,,,,,.,,.,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,.,,,.,,.,,,,,,,,,r,,,,,,,,~

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