la Fiera Letteraria - XIII - n. 25 - 22 giugno 1958
Domenlca 22 giugno 1958 tA FIERA LETTERARIA DIA.RIO ALl,"ARIA. A.PEH'J'A. * IU'J'RA.T'l'I IN MINIA.'J'ORA. Lapoesia è cultura EBCOLÈ PATTI * d·i GIJGLIELIIQ PETR01VI Ho l'impressione, del resto non gratui· ta, ma sorretta da queUa varietà di espe– rienze a cui la nostra epoca ha indotto molti, ed a cui una particolarità della sorte mi ha costretto, che uno dei sintomi meno esaminati, cioè '1a relativa ma reale. incompatibilità tra cultura operante e poesia, rappresenti H segno più manifesto di quella specie di -scissione che separa oggi l'arte dal pensiero, le Idee dai sen– ti.menti e, se vogliamo, la politica dalla realtà. Ho l'jmpressionc che questo di– vorzio che è tra i meno ipresi in consi\'.le· razione, sia uno dei fenomeni tra i più rappresentativi di quanto turba oggi la pace tra gli uomini. n disprezzo, o -almeno l'indilierenza nei riguardi della poesia, non è una sco– perta, esiste perfino nel corpo stesso della letteratura attuale: vi sono settori della arte e della •letteratura moderna i quali non nascondono affatto la loro lndfffe– renza, lasciando da parte il disprezzo che è un fatto deteriore, per fa poesia. Ma senza rimanere nel campo ristrello della creazione letteraria, diciamo più chiara– mente che esiste un tipo di idea della cul– tura nazionale o internaziona'lc, che ope– ra con intenti form'ativl, educativi, che ha intenti rinnovatorj in seno alle socie– tà moderne, che studia con serietà i pro– blemi sociali, fa quale, in qualsiasi modo si esamini, qualsioasi merito possiamo co– scienziosamente attri-buirle, rappresenta puro meccanismo, puro tecnicismo intel– lettuale privo di qua-lsiasi interesse e di qualsiasi 'Partecipazione aUa poesia; co– me dire che. trascura proprio, pur con tut– ta la passione di rinnovare, quell'elemen– to della espressione umana da cui parte ogni scintilla d'intuizione rinnovatrice, ogni dimensionamento dello spirito e della sensibilità alle necessità di una epo– ca e di un costume. Si .parla da parecchio tempo di cul– tura unitaria o di unità della cultura; ed i concetti espressi in tal senso sono di– versi a seconda da dove sorg'.ono, ma in tutti, anche quelJi in antitesi, v'è qualche verità che corrisponde al bisogno di ade– guare l'idea e la dinamica delkl cultura a seconda da dove sorgono ma in tutti, an– che quelli in antitesi, v'è qualche verità ohe corrisponde al 'bisogno di ade~are :a idea e J,a dinamica della cultura a quE<l– la struttura del mondo e delle cose rapi– damente formatasi negli ultimi trenta an– ni e che esige una revisione che riesca ad a'deguare le forme spirituali ai costumi, ai mezzi, alle classi e fo categorie in cui le nuove e improvvise strutlm'e si iden· ti.ficano in tutto il mondo civile. Considerando Ja mancanza di una for– mulazione che ci indichi una unità cui· turale corrispondente alle esigenze del mondo moderno, uno degli elementi più indicativi delle difficoltà che tale formu– lazione pare incontrare. dovrebbe essere riscontrato in questa cultura ufficiale che non sa inserlre in se stessa Ja poesia, che opera attraverso i meccanismi mentali e mate1;ali che sembrano perfetti, ma man· cano d'ogni soffio di forza creativa, di fe– de non utilitaria, di puro slancio umano. Chiunque abbia avuto occasione di tro– varsi qualche volta a partecipare a qual– che riunione conclusiva, dl portata na– zionale o internazionale, indetta a nome delle responsabilità e dei compiti dell'8 cultu1'a nena società moderna, sa con pre– cisione che anche quando alcuni o molti elementi di esse fossero poeti di auten– tica ispirazione, .il loro spirito e la loro !orza di creatori non hanno alcuna possi– bilità di comunicare, pur trovandosi là do– ve si parla dei compiti della cultura maga– ri con tutta la passione e la dedizione del d~interesse. E)ppure la poesia è cuUu1,a; la conoscenza, la possibilità di intendere i'l proprio mondo ha radici solo nella poesia che quel mondo esprime. Per comprenderci occorre precisare che non intendiamo la poesia per quello che può essere quale genere letterario, ma per quello che può essere come facoltà di sentire che anima, magari, anche la pas– sione di un agitatore politico, tanto per dire di unia -attività che di fronte -alla 'Poe– sia può apparire sconcertante. 11 !atto è che la poesia non è un'altra struttura qualsiasi ma il sentimento vitale su cui le strutture che contano per gli uomini e per la storia si innestano. Non v'è nulla di ciò che si !a e che possa servire aJ progresso ed all'ampliar– si del.1'aconsapevolezza degli uomini, che non nasca da un sentimento religioso del– la vita, che non sorga da un impulso più profondo di ogni razionalità materiale, perciQ razionale in astratto; ma non v'è nulla che possa essere elemento vitale per '1a società e !'individuo, che non sor– ga da una elaborazione interfore, che ,pos– sa essere considerato elemento di edifi– cazione. pur essendo soltanto strumento materiale che opera senza il concorso dello spirito. , GUGLIELMO PETRONl LA RADIOTELEl'IS/Oil!E * I films. sul ''video,, * di ALBEll l O l'EllRli~I mente inferiore ai giornali ci- va. Purtroppo la maggioranza telligenza? * tli ALBERTO BEVILA.QUA. Ercole Patti in un ritratto di Amerigo Bartoli Ercole Patti alza ogni tanto il capo verso il tramonto che si allunga dietro J marmi del lungo– tevere Flaminio e i greti che si animano per una canzonetta portata da un gruppo di ragazzi alla lluce di un ponte distante. Si !a chiara, nella finestra, Ja gobba della prima collina, velata poc'anzi daJ.Ja calura. Nella stanza aririva l'odore dell'erba. Intorno, una quiete, un ordine che potrebbero vaJere, da soli, ad illuminare l'intimità di un'indole. Patti, messa da parte ia recentissima edizione inglese (e Chatto and Win– dus :t) di un e Un amore a Roma :t, sfoglia con me i vecchi numeri di una rivista ci.nematogr8!ica, da lui diretta per quaJche anno subito dopo J 1 ultimo con!litto, a1Ua ricerca di alcune preziose testimo– nianze di Bruno Barilli. (Una di queste comincia: e I flati di centomila impiegati viziano !l'aria dì Roma ... :t). Sul suo l:lvoro e sui ricordi della sua vita lo scrittore si intrattiene con allento pudore, ipreoc~ cupato, quasi, di ridur.re ogni avvenimento che lo riguarda alle dimensioni di un !atto senza rilievo particolare. Con questo tono, vi comunica la fresca sugge– stione di certi episodi della 6Ua giovinezza siciliana. Il Titratto di Verga, ad esempio, ha l'amorosa evidenza di un racconto. Patti s'è poi::tato nella memoria J"immagine dello scrittore ormai vecchio, ch'egli stava a contemplare a lungo, in certe sere, tra le case della via Etnea, a Catania. Verga se– deva al limite della strada, Sa testa assorta, quasi matlinconica, le mani robuste sulle ginocchia, le gambe larghe e le candide ghette in evidenza. Al ragazzo il vecchio pareva grande, immenso addirittura, come un'apparizione iorreale tra Je luci e Je ombre della via Etnea toccata sempre da un cielo raro nelle sue tinte. Per quclla strada, scen– deva spesso anche il povero Bràncati, con i calzoni corti ancora e, nella tasca, le prime poesie patriot– tiche e dannunziane. Gli scrittori siciliani - giovani e anziani - collaboravano allora a e 1 1 1 M"essaggero Verde :t, che poteva contare su firme illustri. come quelle di D'Annunzio e di Croce. Di 11 a ipoco, però. gli studi universitari dove– vano portare Patti lontano da Catania: a Roma. La vita cambiò subito, e radicalmente, il suo .ritmo: si spogliò di ogni incauto raccolto, divenne dina– mica. Patti esordi in giornalismo sulle pagine de • 11 Tevere :t, ideando una fonntùa di clzeviro desti– nata ad essere, in seguito, oggetto di costante imi– tazione. Fatti di cronaca vera erano assunti, ogni volta, a pretesti <9 narrazione e di indagine psico– logica affidate in gran parte aJla fantasia. 1 per– sonaggi erano i più diversi: poteva essere ~•operaio derubato della bicicletta. come l'autore di un crimine. Essi venivano inquadrati in quell'ambiente e in quella serie di ragioni umane che Patti - portato esclusivamente dal suo intuito - riteneva più con– soni. più esatti. Ma il !atto di costruire con l'in– venzione su troppo esatti Ti!erimenti a luoghi, a persone e a circostanze, fini per procurare al gio– vane giorn:ilista, accanto a consensi di pura marca letterari:1. grattacapi a non finire e rimostranze a sfondo giuridico. In questo modo il e signor Pot • (cosi quegli articoli venivano firmati) dovette inchinarsi ad un più umile rispetto della realtà e addirittura vol– gere Ja sua esuberanza fantastica a motivi meno compromettenti. Passato da e li Tevere :t a • La Gazzetta del Popolo :t, Patti, in qualità di inviato speciale, girò a lungo mezzo mondo, sempre alla ricerca di nuovi 'Pretesti di vita sui quaJi poi tes– sere :1 modo suo, soprat.utto per la necessità di de– cantare urgenze sentimentali che dovevano presto trovare pieno respiro nei primi veri racconti. nel primo romrmzo. Le molteplici esperienze di questo noviziato giomalistico giovarono non poco alla duttilità di una scrittura in grado di accostare i temi più diversi. Tornato a Roma, Patti si decise a togliersi di dosso i panni del giorna'lista, sia pure • sui gene– ris :t. per indossare. e definitivamente, quelli dello scrittore. Non fu la Sicilia ad essere trattata per prima, ma Roma. E" necess:irio precisare. però, che un certo do– rato mondo romano fu intuito, più che avvicinato e conosciuto direttamente. Il mondo dei quartieri alti, .infatti, non è mai stato il mondo di Patti, e ciò contrariamente a quello che molti potrebbero ritenere. Ma già allora la Sicilia cominciava a modulare il suo richiamo. La corda era ricca. troppo ricca di suono. Forse proprio per questo, Patti si arren– deva Jentamente -ad un ritorno sentimentale al qua.le capiva però di non potersi sottrarre. Era ne– cessaria un'intima, meditata preparazione. Ora il cammino è stato ripercorso perfettamen– te. Io questi ultimi tempi, Ercole Patti si è trov-ato spesso sul treno diretto alle sue terre. di SiciHa, a quella sua vecchia casa rurale che lo attende - al di là dello st.retto - distesa in un giardino di Jimoni. In questo giardino Patti si isola per giornale intere e scrive. La purezza dei silenzi etnei illim– pidisce un fermento creativo che tende ora ad esprimersi jn un unico linguaggio: quello della Si– cilia. delle suo cose, della sua gente. AI lavoro che sta alle spalle di questo ritorno, umano e letterario, alla patria d'origine, lo scrit– tore guarda serenamente, libero da dubbi e da insoddisfazioni, consapevole di avere sempre ope– rato con onesta pazienza per chiarire e arricchire se stesso. Dopo aver intinto Ja penoa negli umori del più diversi ambienti e personaggi, egli ha raggiunto quell'appagamento che soltanto l'incontro con la sua terra poteva dargli compiutamente. Per questo, parlando delle storie che sta scrivendo od è su:l punto di scrivere, Patti non può non 'J)aNare anche del suo giardino di limoni, lontano sotto pendii familiari. E nei suoi occhi si accende una serena nostalgia. ALBERTO BEVILACQUA La Televisione ItaJiana de- cinema e TV. ma dispone an- per ammazzare il clnemato– dlca ampio spazio alla proie- che ad uno speciale stato d·a- grafo. è tra l'altro dove.re pre– zione di bobine cinematogra- nimo lo spettatore che nei cipuo della TV rendere 1'ono– fiche. Il Telegiornale, seppure vecchi fllms desidera ritrova- re delle ar,mi alla Settima come resa fotografica. se.le - re emozioni già provate. ed Musa. Rivedere la Bertini. la zione di pezzi, montaggio, elaborate dal tempo. come nel Dusc o Max Lindcr, coslitui– scelta di avvenimenti {so- sentimentale ritorno a certe rebbe un avvenimento eccezio. vrabbondando quelli di carat- vecchie canzoni che gli anni nale per la TV. Perché non tere politico u.Uiciale) e sin-lhanno levigato e Intenerito approfittarne? Perché non cronlzzazione. sia assoluta- nella nostra memoria a!fetti- svuotare le cineteche con in– nematograficl proiettati ne.11:e del .films a soggetto progra!"- ALBERTO PERRINI sale pubbliche, ha l'lndlscutl- mah sullo schermo domestico !...----------------------------------------' l~i±]~i~;:::~ffe.Fl!4.i,~!N~i[~;Ji:~I~~?';l~I RACCONTI BIZZARRI D ISAK DINESEN Numerosi i servizi 6pec1ah v1tab1Ji tagli della censura dcl Telel!'.iOrnalc (Cinescleiio- TV - ~on9 rarej rarissimi i ne. la Dornenica sportiva. ecc.). capo1avori. La scelta. è natu– Meno interessanti. invece. I raie, è operata nella massa numerosi Telefilms e Docu- della produzione. italiana e mentarl trasmessi. straniera, eos1 come si trova * di GIACOillO A.1VT01VJ1\II I Telefilms rappresentano pronta sul mercato e non_ ~ una produzione cinematografi- certo colpa del programm1st1 ~~rt:zil~~~e 't~e;~!~ 0 a)~i c~~ :r:r'!.n~V d~ 1 tu~~an1eepe~~i Alcuni mesi !a un pome-J ren Blixen sono la stessa M.athurin di gran voga in alla fuga d_a se stessa ~i cui da lui ~ ~hiedergli co~si&lio seppur tecnicamente lneccep~- appartiene al,. più desolante riggio d'inverno trovandomi persona, una scrittrice bilia- quegli ann.i, la S<_:rittriceha il romanticismo _german.1co c\ « Ma lei m . fondo c~1 è? 1~ bile e di otti~a fattur~. a.rh - c1arpa1!'e dell m d ustrla della a Copenaghen mi diressi at- gue, Ja baronessa Blixen, che v.oluto indi.care l'm~ole par- h~ dato ~arec~h1 es~p1. Og- nar~a I.a storia d~lla v~ta dei stlca. denunciano un mti~a celluloide. traverso te strade della città abila in una vecchia villa in Ucolare dei racconti che nel g1 da noi l'unico scrittore nel genitori, delle d1s2raz1e eh~ debolezza. una mancanza evi- Eppur; 1 v~r;emmo che b_la ravvolta in un turbine di ne- fondo ad un parco a Rung- 1934 come oggi si staccano quale si possano ritrovare pur hanno causato la morte dei :~.n~~~ ~~i:~n~. 1 ~tr~n~~ ~t 1 t~i ~: st ~~ssi!a~~~s~~:el~~da~e~f~ ve, che attutiva i suoni raJ- stedlund ad una quarantina completamente ~al gusto con- sott~ un altr~ ci_elo elem~nti frat~lli e della p~opria in– i prodotti artistici fabbricati del mc.re !to cine~atogralico. lentava il ritmo e ricreaya di chilometri da Copenaghe!1 tempor~neo, dal mo?o cor- affini a quel!~ d1 Isak Ome- !anz1a. !)a tutto "ciò appare in serie e In relatlva econo- ma che c1 desse l m~re.sslone fra le vecchie mura delle p1t- nella campagna danese, scr1- rente d1 oorrare e d1 conce- sen-Karen B~en è Tommasu che _e~h ha ~emore v1s_suto mia. Ne abbiamo visto uno. di saper ~ceglier~ e d; 1 sti.ngue- toresche arterie del centroJve in inglese sotto lo pseu- pire un rae<:onto, per quanto,Landolfi. Il bisogno di na~ al b1v10 fra 11 sacerd?z1o u .am~ricano, che ci è parso a~- re; non si può. lllf? th · saltare un clima ottocentesco. verso,donimo di Isak Dinesen e diversi possano essere gli scondersi, di ~stificare, ~1 l'ar~e profana, o megh~ ~he dlrtttura un volgare J? 13 gu~ ~: 01 ~ueJia~ia1~utfiilmi~~~il?j la sede della casa editrice,riscrive poi i suoi libri nella stilt. . ricorrere all'arz1~ogolato arti- è d1venu~o un gran pr1nc1pe i~~a gen Bno~de~?m;~iado~ 1 che ha stancato i telespettatori Gyldendal che dal 1787 ha• lingua madre pubblicandoli « Seven Golh1c Tales.>> P. flclo è in ambo mnato e cor· della Chiesa senza aver mal ::ineo di erweenscar1dtte. - per Ja sua inuti.le vacul!à e sempre avuto i suoi uffici in I col suo ver? nome. Se Ka~ « Last Tales », d~ cui convle- rispo~de a qu~lcosa di genw- voluto mettere be~e io chia- Pag. 7 LA MACCHINA DELLA VERITA' * NAUFRA * di ELIO TALARICO Due medici americani (per essere precisi, due psichiatri), P. Friedman ed L. Linn, si trovavano in qualità di passeggeri a bordo del pirosca.!o francese e ile de France :t quando questo raccolse i naufraghi dell'c Andrea Doria :t speronato, come tutti rammen– tano, dallo e Stockholm :t. Attraverso un minuzioso Interrogatorio degli scampati, dell'equipaggio e dei passeggeri della nave s:ilvatrice, Friedman e Linn hanno naturalmente ricavato un loro personale con– tributo alla conoscenza della psicologia dei disastri. Le conclusioni degli studiosi d"oltreatlantico mi sem– brano t:into interessanti da sentirmi autorizzato a riferirle, sia pure in modo sommario. Secondo que– sti psichiatri, dunque. come in ogni grave •stress• f~~i~fe 0 's!;~rt~ 1 ~au~n!i~t~o ;/ ~~~~/~!i~~~~ i naufraghi si mostravano calmi, quasi apatici, ras– segnati, passivi: erano sonnolenti, facilmente su_g– gestionabili: alcuni presentavano qua,lche amnesia, specie per i dati dell'Identificazione -personale. Nella fase di recupero, invece, i naufraghi avevano molta voglia di parlare e di racconta.re la ~or? storia anche più. volte di seguito: erano come spinti a raccontare la loro avventura con enfasi e lusso di particolari: vi sarebbe molta somiglianza tra la ripetizione di questi racconti e la ripetizione dei sogni nella ne– vrosi traumatica. Ambedue i fenomeni rappresente– rebbero un sollievo psicologico daJ trauma. come parte di un tentativo atto a dominare un'esperienza che si è dimostrata particolarmente angosciosa. Da notare che molti superstiti erano irati contro l'c Andrea Doria :t, c'era in essi - insomma - la necessità di trovare un capro es,piatorio: si tratte– rebbe, per gli autori citati. di un fatto • narcisi– stico :t, che può essere comparato ai sentimenti di un bambino che si accorge come la forza del pro– prio padre si sia dimostrata fallace: infatti l'" An– drea Doria :t era ritenuta inaffondabWe e ciò dava ai passeggeri la massima sicurezza (sicurezza dimo– stratasi errata). Nel disastro molte persone si tro– varono immobilizzate e isolate, ciò determinò la ne– cessità, per ciascun gruppo, di crearsi un caJ?O· L'isterismo di massa, quindi, può essere deflmlo come un fallimento della e guida :t del1a massa stessa. Dalle qualità possedute da un cape può di– pendere se il gruppo reagisce al.Ja crisi con e self contro! :t. Continuando: l'applicazione del principio e prima le donne e i bambini :t sull' e Andrea Dori a :t, ha dato luogo a strane e anche tragiche separazioni. Questo principio significa allontanamento dei fanciulli dai {oro genitori, con possibili disastrose conseguenze psicopatologiche. Friedman e Linn ricordano il rap– porto Freud-Buf\lingham sui bombardamenti di Lon– dra nella seconda guerra mondiale. Da questo appar– ve chiaro che i fanciulli, se stavano coi genitori sotto i bombardamenti aerei, non avevano disturbi psi– chici importanti; che invece furono osservati nei bambini allontanati dai genitori in Londra e messi in catll'()agna, in istituti al riparo dai bombarda– menti. Per varie considerazioni (cosl del bisogno di aggregarsi durante il pericolo, ecc.) si ritiene che nei naufragi sia obbligatorio che uno dei genitori non si distacchi dal figlio. Si potrebbe pensare che questi passeggeri fossero rimasti an~ustiati per lutto il resto del viaggio: non fu così, in genere la maggior pa<rte delle persone ebbe un comportamento normale: alcuni, anzi, si .rammaricarono di non aver potuto prestare aiuto, di non essere serviti a nulla, ecc.: si ingenera, cioè, un senso di colpa con voglia di prodigarsi genero– samente, e ciò può confermare il princi-pio che il senso di colpa può essere una forza positiva so– cialmente benefica quando venga incanalato verso espressioni di moralità e di approvazione sociale: in tal processo l'ansietà nevrotica potrebbe avere un sollievo. Durante H naufragio parecchi nell'abbandonare tl'• Andrea Doria :t erano poco vestili. Raccolti sul– l"• Ile de France>, furono loro offerti vestiti e in genere molti li accettarono esprimendo gratitudine: solo alcuni superstiti (quasi t,utti molto giovani) non si mostrarono molto desiderosi di avere vestiti, arri– vando perfino a rifiutarli. Come fa osservare Flue– gel, gli uomini considerano il vestito come una pro– tezione contro l'antipatia. l'inimicizia del mondo, co– me una rassicurazione contro ila mancanza d'amore e di sicurezza, e da qui ile espressioni di gratitudine dei naufraghi. In quanto .a quei giovani che esita– vano ad accettare gli indumenti, si può pensare a una bravata, ad atteggiamenti di falso eroismo, op– pure alla speranza di ottenere un riconoscimento e oUerto maggiori all'arrivo a New York: o, meglio. si potrebbe pensare a fatti esibizionistici, cioè di un piacere narcisistico a mostrare i loro corpi. Cosi gli aspetti psichiatrici (o, da un punto di vista più generale, psicologici) del disastro dell'cAn– drea Doria:t riescono, ancora una volta, illuminanti del complesso animo umano: le osservazioni di Friedman e Llnn. lungi dall'essere arbitra.rie o gra– tuite, contribuiscono in grado notevole a una sem– pre maggiore conoscenza della personalità: la cui sovrastruttura educativa, ne-ll'.attimo del pericolo, ra– pidamente si dissolve, respingendo l'uomo indietro nel tempo e nello spazio. ELIO TALARJCO 11 documentario generico. per la sua pessima :eal1zza- un palazzotto della K.larebo-1 ren Blixen e molto nota nei ne parla:e ass14:me per~hé no, d1 essenzi,ale nella loro ro nel profondo d1 ~e stesso poi. che troppo spesso af !lig.ge zione. a quel .gra_nde film. u~o derne scelto allora dal !on- paesi scandinavi Isak Dine- per lo sllle ed 1 soggetti I natura. se la sua v~ra vocazione non J?li spettatori nelle sale pub- del cap? lavo.rt cmemat?gra!icl datore della ditta Soren Gyl- sen è famosissimo in lnghil- due libri formano un tutto, Come spesso anche è il ca- !oss~ stata mvec~ quella d~– bliche. alla TV diventa insop- lf!ternaz1onalt .11 /ornato d~~ dendal come propria dimora. terra e specialmente negli cioè una lunga serie dl rac.:- so coi grandi romantici tede- l'arL1sta. Il Cardinale Salv1a– ~fn1!a~~f·t~~~!ft~f~r/dia~~~: ~~~:;o~oa~•wiii~~rctato Se nel cortile è stata costrui~ Stati Uniti. In Danimarc~ la ~nti. non ban1;0 ra~caprlr.:- schl - si pensi a E._Th. A. ti. qua_le lo ha imma2inat~ siderare il documentario alla I progr~misti, preposti al- la in anni rece_nti un'a_la d1 baronessa Bl~xen è cons1~e- c1anh qua,nto b1z.zarn, ci rl- Hoffma!1n e?. a. Klc1st - 1 Isa~ Dmesen, dovrebbe es~e TV c.- Ride il bugnato di Pa- raHmentaz1one del settore ci- uffici modernissima per I ser- rata l,a massima personalità portano d un tratto un ceu- racconti gohc1 d1 Isak Ome- re il grande prelato scettico lazzo Pitti., e simili piacevo- nema. dovreb_bero creare del- vizi tecnici il corpo centrale letteraria di oggi. Avendo tinaio d'anni indietro. ChP. sen hanno due diversi orien- e mond~no del Settecento. ,•-i"-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.- -'"'I lezze) come un intervallo du- le dighe. e orientare il pubbl.i- della vecchia dimora è rima· tempo addietro avuto per ca- nel modo di concèpire un;, tamenti: quello nordico c Per corrispondere veramente rante J1 quale alzarsi e ri.po - co ;;u ciòd!!ht è buon<? e t sto int.atto ed i giovani di- so l'occasione di incontrarla storia e di narrarla di Isak quello mediterraneo. Quando al tipo egli è però troppo ~are_ gl~ occhi. pur lascia nd0 c~e / ~e :g~S:rv~n~at~ii;:_;ero- rettori che ora presiedono ai ad uno di quei pranzi lette- Dinesen vi sia un artificio è parla della Danimarca, del- sentenzioso, porlato a con- 11,: 1 C,:;~~~1toacJf~·intervalli ... :;n~:~olavori del passato_ (~1 de~ti?i della maggiore casa rario-monòa?i .di cui Parigi evide~te sin dal primo ap- l'Holstein, dell'Jutl3?d e d~l versazioni mond.ane teolog~co– da qualche tempo abbiamo no- cinema ha mezzo ~ecolo d1 v1- editrice danese hanno tenuto ha la specialità. ho potuto procc10. m~ eh?. esso corri- Mare. del Nord nev~ca Jl fl.losoflc~e qu~l~ tant.o p1ac– tato una maggiore fantasia taD: perché non rt~umarli al- a conservare allo scalone, al- rendermi conto d1 quanto la sponda poi all mdole ':'era proprio paese conosciuto. e c10no_:i.1.nord1c1 e gh anglo– nella scelta delle immagini la TV?_Un. pl~n~ d_i progr~m- !'.anticamera ed ai loro u!flci persona dell' autore corri- della scrittrice ed all'amb1en- risentito a !ondo. Quando m- americani. « senza im,pegno ... che costltui- maz.ioni dei ~i~hort !ildms ita- il carattere peculiare che le spondesse nell'aspetto e nel te in cui si è formata e dopo vece scrive dell'Italia e del Lo stesso vale per il gran· scono Il tessuto connetti.vo . tra ll_a~ue .i51r.anJ.~n. 0 ~~~n a':ni~~- stanze avevano circa due se- carattere ai famosi racconti. una lunga parentesi nel Ke- Mediterraneo, si volge verso de scultore Leonida Allori ~n blocio ~i ~r~ml~s_ioni rt e ~~~rec:~eer~cc~p~re ~~r mesi coli fa. La vasta notorietà di Isak nia tuttora vive è quanto hO il paese dei suoi sogni, il imprigionato e condannato a ~~~tr~.avl:a s~rcli~:ide I a~iue~ interi lo spazio dedi~ato al Mentre sedevo nel salone Dinesen. il prestigio di Ka- risentito incontra~';1ola ed 1n :aP_por~o è meno dire:to e la morte dal ~overno ?Orbo~ico i piedi dei ,passanti su un mar- film a soggetto. Non unporta di anticamera fra i fiocchi ren Blixen in patria e ocgli un modo molto p1u concreto 1sprraz1one alquanto Libresca. malgrado 11 suo riconsc1uto clapiede. addirittura. i quadri se il !ilm _presentato è .già ~ta- di neve fitta che vedevo ca- altri paesi scandinavi sono più tardi soggiornando d'in- Questo non viene forse al- valore d'artista perché am– più famosi di Ral!aello o dito «bruciatf ...bn:I I videoj· è dere al di là della finestra dovuti se non totalmente al- verno a Copenaghen e - se trettanto risentito nei paesi liato alla Carboneria. Allori• Tintoretto. Accade dunque ,. 10 rp_r_e prj. e~i) d. a ! 0 e(ti~: e l'accogliente arredamento meno in grandissima parte cosl posso esprimermi._ ten- nordici ed anglosassoni ma è ed il fido discepclo Angelo I f!~!illo ffnt~':!!~~tt:t~~i ~=!~/~~ ~1l~~Jareghiec Ìa ~ro~~amma- d~lla stanza tant.o diverso d( ai racconti raccolti_ nel volu- tando di resp~rare l'aria pro- chiaro per noi. La Cam~ania Santasilia, innam~ratosi per– tt r • • d osservare il te- zione di sempre nuovi ma cat- stile da quello m uso negli me « Seven Goth1c Tales ,) fonda della città. se:tecentesca e la ~apoh de~ dutamente delLa giovane, bel- ies~~e~=1e \be se ne distoJ- tivi films. li criterio che .Pr~- uffici che si vogliono moder- pubblicato nel 1934 e la cui I maestri di Karen Blixen primo Ottocento det racconti lissima moglie del maestro e gano :ill'annuneio dPi docu- poniamo, seg\;lit_o.con .ln!elh- ni mi sentii davvero traspor- fortuna è stata immensa. Ad vanno ricercati fra i narra- radunati in ((Last Tales >> sul punto di tradirlo ma poi mentari generici (del tipo,genza _e _sensibilit~. _mighod~- tare in altri tempi, con una anni di distanza gli ha !atto tori del romanticismo tecte- sotto il titolo (1 Capitoli del pronto a sacrificarsi per lui ...agile .euritmia de~ra_rchitet-1[~bb~~t~ivs~f{ 0 /t~t~cr~e1;1:b~~ specie di calma e di cald~ seguito la raccolta (t Winter's sco dei primj decenni del se- r~manz? Albondocani 11. sono sostituendolo in prigione co– tura felice. del Pavadio ) e del un ~iù ampio interesse ,per la benessere. Proprio allora gh Tales 11 mentre ora dopo do- colo scorso e !orse anche fra d1 maniera .e POCO cornspon~ me ostaggio alla vigilia della pr~-~rmmo. 1Y'l~::deo roen:te~~ storia del cinematografo che occhi mi caddero sur un li- dici anni di silenzio è uscito quelli danesi che, a parte d?no n~I clima, negli aspetti morte, sono due figure d'ar– t~;O.:e1iio (;remito di pubbH- incide cosi profondamente sul- bro posto con parecchi altri 1c Last Tales » destinato a qualche rara eccezione, pur- PI~ veri del paesaggio, nello lista di tipica concezione nor– cità al cronometro) attrae il la storia del costume della sopra un tavolo a portata di completare la serie. Ri!eren- troppo male conosco. Col go- spirito alLa realtà di quei dica. Leggendo i racconti do– pubblico più di quanto si ere- prima m~tà del: noj_tr<?secolo. mano. Il titolo danese non mi dosi alla terminologia lette- tioo britannico, benché abbia luoghi anche allora. ve in episodi successivi viene da. per la sua succosa e• ra- 1'! 0 n_ 'PJ1! bfevil ~ t}rate. se- diceva nulla ma il nome del- raria britannica che in rap- scelto l'inglese come lingua E' difficile credere alla li- narrata la loro storia sembro; plda fisionomia. . d" nm l~!~~~~afi~ c~:,S ;roieeziin: 1 ~: l'autore Karen Blixen mi suo- porto collo stile neo-gotico per esprimersi in letterature. gura del Cardinale Salviati. di girare per le stanze del La prr_ çatme:zi.te co~ ~ol~ tegrale di 0 questl classici. Pre- nò n<>to.Sfogliandolo mi ec- in architettura all'inizio del- ha in realtà pochi raoporti. ultimo rampollo di una .an- museo Thorvaldsen 0 Cope– fo S?!feer:~se dai u:e~espettatori fcise. compendiose e provvedu- corsi che si trattava proprio l'Ottocento ed il rinnovato ll !atto stesso che scrivendo tica ed illustre famiglia prin- naghen dove quadri e stam– C'h/ desl.derano rivedere lei te illustr_azioni dei !ilms ~ro- dello stes~o libr~ c_he ~tavo in~eress~ per _il . ~edio-Evo in ~ue lingue .gli stes.si libri ~ipesca .napoletana estì_ntas! pe rie_vocano la vi~a dì artisti produzioni del tempo andato. ,grammah (sul Radiocor·riere leggendo m quei giorni: un nei suoi aspetti p1u tenebro- abbia scelto d1 apparire con 1n se~1to ad una serie d1 scandinavi di quei tempi ve· E' r:ioto eh.e I. !Ums pr.odotti e. prima e ~dpo) Jar~orfe;'~~:: volume di racconti di Isak,si,. lampeggianti_e crudeli h.a due n?mi diversi._ cioè ~ott.o,disgrazie. il quale per rispon- nuti a vivere in Italia come negh ultum _cinque anni no~ -zione sul vi ·Ùo r·o 1 ien e del Dinesen <e Last Tales 1> (Put- chiamato (< goth1c novel >1 11 due diverse sembrnnze, mdi- dere alla domanda di una GIACOl\10 ANTONlNI ~:s<?F~ /~ft~ u~rot:;:~~~ ~~b:;:_r Pl m eresse nam edi_t. Lond~n). roma~zo nero grazie ad ~nn c._i una tendenza. a_llo sdop• ve~chi.a amica venuta pe: ~olo ev.ita la concorrenza trai Se la TV, come si dice, sta Perche Isak Dmesen e Ka- Radchffe, Matthew Lew1s e p1amento. alla m1st1ficaz1011e,unult.una volta a confessarsi (Continua a pag, 8) r;.000.00,, 01 •&l\1ERICANI AOt;RISCUNO AJ BOOKCLUBS Lo O'e-ntale tnt?tattva I! stato ruU&IGtG, ta tiouo 4o0',1 Allll(;I DEL LIBRO 1 CU1 aderentt godono de.i seguenti benetlcl: aJ ♦ vengono tenuti aJ corrente cte1 Ubn Cli maaaior •uo = ~~t@v!~?::-OJ!f l~NI~~ del DOtDtario menane b) ♦ ncevono a ctom1ctUo, a rnea..., poe,.a. t dlbn de.I maea da loro richiesti: dJ :ra~=~a~Tf~!:1'::0dEr;~=\ di coaswema u. •J ♦ trwscono <11 uno sconto sUll'lmporto dell'a.btlonamento a riviste e IJlOrnall di carattere letterario. L'a.cles10ne aJ Book Club Ltu .lla.no e Ubera e cratwta e Il eUettua con l'acquisto di un •libro del me.a. Gli aderenti ohe presentano tre nao-.1 ._.ctatl banno diriUo e 11cecliere p-atullamente an • libro del mese• Rtchted~re ,ema tmpegno dettaglfaco programma e tcMdo di ode.!fone agli Amici del Llbm vfale d.eUe MU!dr 2 Romn
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