la Fiera Letteraria - XIII - n. 25 - 22 giugno 1958

Domenica 22 giugno 1958 t~ FIER~ LETTERARI~ * GALLERIA DEGLI SCRITTORI ITALIANI * VIERI NANNETTI Letteradi MarioLuzi ... Caro Betocchi. sei perfettamente fedele alla tua 11atura affettuosa ·quando mi solleciti a partecipare in qualunque modo, sia pure frettolosamente, al– l'omaggio che la Fiera dedica alla memoria del nostro caro Vicri Nannetti. l\la io trovo che il no– stro amico abba fatto di tutto perchè non si par– lasse di lui. a meno di parlare della sua poesia: il che spero di fare al più presto prendendo in esame 11 libro che egli lasciò nella piena luce pro– prio mentre scompariva oltre la cortina d"ombra. L'Apocalisse in barocco ò il suo libro più bello. più profondo: in gran parte. almeno per me. im– prevedibile. Questo ti dice con quanta gelosia l'uo– mo che di tanto in tanto s'indugiava a parlare con noi. gentile. discreto fino a un puntiglioso ri– serbo, proteggesse il suo animo. e dissimulasse la sua tensione sotto la più ostinata inappariscenza dei suoi minuscoli svaghi, curiosità, di\·ersioni. Del resto perfino nell'amicizia. Ja schiva e quasi iro– nica abolizione di convenevoli, il suo continuo , a parte :t avrebbero potuto rasentare l'indifferenza e ostentare una sorta di distaccato alibi se non fosse stato il lume umanissimo degli occhi e certe com– poste parole cosi ricche di comprensione e di soc– corso. Era uno di quei fiorentini che portano la guerra al convenzionale fino a cancellare ogni pos– sibile attributo del personaggio e, troppo esperti di tutto e di tutto disincantati. non possono fare a meno di ridursi sotto una spoglia qualunque. la mt?no ingombrante possibile, ma proprio per que– sto duttile e delicata; e sopratutto non priva della fierezza della propria rinunzia. Beninteso. con più naturalezza di quanto io sia riuscito a dire. Era dunque uno di quegli uomini che sembrano aver fatto giustizia di og·ni vanità e perfino di ogni appetito sociale. e possono apparire per que– sto anche stanchi e delusi, senonchè una fede osti– nata ,resiste, un fuoco tenace cova dentro di loro. L'.4.pocati.sse ci dice come a quel paragone tutto il resto dovesse sembrargli accessorio: era Ja sua pas– sione esclusiva che lo estraniava da ogni altro im- pegno con la \"ila ordinaria. per quanto cercasse di colmare que'lla distanza con la sua affabilità. B:sogna dunque leggere a fondo l'Apocalisse. MARIO LCZI eammenda ecessaria diBetocchi Occupan.doml, con ristrctti.ssimo margme dt tempo, di ottenere dagLi. ami.ci . il ma.sai.mo interes– samento alL'opera di Vieri. 1\'annetti per questo omaggio indetto da , La Fiera :t - e che era. ben.e apparisse almeno entro il mese in cui ricorre l'an– nua.le della scomparsa dello .scrittore - non ho esitato a sollecitare gli interventi. che mi. stavano a cuore, sia pure quando avessero dovuto essere frettolosi, con l'implicito azzardo che altri forse non avrebbe osato. e di cui Luzt mi fa, con la. sua bc.Ll.alettera. sulla natura del debito che abbia– mo verso Nanneth. un affettuoso ma precisissimo appunto. Un appunto che, forse, lo .stesso Nannctti mi avrebbe fatto in un ca..so consimile. E mc ne scuso con tutti. E' vero altresi. che, proprio in que– ste occasioni, non è spesso H tempo e/te conta, quan• to la buona. volontà; e clic anche a.d avere più tempo. capita. di dover sollecitare per mesi qu.ello che si poteva avere i.n una settimana. Ma. vorrei. agglun– gerc una nota, anclie se possa sembrare una. nota di colore personale. Ed è questa. In fondo i.o sapevo che merita di correre qualche rischio quando - come mc - si è sempre pensato e si. pensa onn.ai definfti.vamente che non siamo noi a di.sporre del bene e dell'utile, ma. che siamo chiamati soltanto ad aprirgli la strada. Ben mi sha, dunque, t'appunto di Luzi, se fra tanti interventi. c'i? anc/1c la sua bella lettera, e la sua promessa, che manterrà, di. occuparsi. al più presto di Apocalisse in Barocco. CARLO BETOCClll Nannetti a Merano in questi ultimi anni Noici illudiamo di seguirepassoper passo il camminodegli altri * Di colpo salta fuori uu nome e la sorpresa diventa fonte di ricchezza * di CARLO P-0 Un. critico contrae infiniti debiti con gli scri.ttort, cerca di liberarsene giuocando col tempo rimandan– do: inutite dire che n.on riesce mai a soddisfare i suoi impegni, al contra.rio i.Ltem.po non fa che a.e.– crescere le proporzioni. del debito, nOn. fa che ap– profondire i.l solco, L'abisso deUe omissioni. E' qua.si u11aregola, non si riesce a lottare col tempo, eppure non ho mai provato tanto dolore, sincero dolore quando di fronte alta notizia della scomparsa di Vtcri Nannetti di colpo ho visto il peso e la forza del mio dPbito. Conoscevo !\"annetti da tanti anni, siam.o stati vicino per tante stagioni: in 11.R coUo– qui.o diretto ma pili spesso in silenzio, in quello stato di apparente ln.sen.sibilità che si avvi.cina - e come - alto spirito di comunione: in.somma ero riu– scito a cogliere gran parte del suo segreto e a mettere in luce le sue quatità, la ricchezza dello scrittore. Mi ripromettevo di definire U scn.so di que– sti rapporti, dando la parola al lettore m.a. tutto rimase allo stato di progetto e rivedo ancora Nan– netti. riservato, sllenzioso, qua.si ironico in attesa deUa confidenza e della tesamonianza. L'avremo, dunque, lasciato passare senza una parola, la parola che non si nega a nessuno? Non ci sono attenuanti, la colpa è intera, assoluta e !\'annetti resta uno scrit– tore da mettere in luce, dal tempo di Solari<\ aUe ultime stagioni del Pazkowski: nelt'attraversare la piaz::a, in queua nuova vicenda della letteratura fiorentina i.l Nannetti è stato qualcosa di più di un caso, di uno dei tanti. episodi, è stato un.o scrittore vero e un poeta che l'Apocalisse in barocco resti– tuisce interamente, al di là deUa nostra aspettatiua <' dei nostri calcoli. Noi e! iUudiamo di se'1ulre ~so per µa.sso it cammino degli. altri e ogni tan.to ce– diamo perfino al gu.sto e alt'i.llu.sione dei bila.nei, epperò crediamo di aver messo tutto in chiaro e di aver urato bene le somme ma ceco cl1e di colpo salta fuon un nome, un'immagine che accu.sa le no– stre operazioni, rende vana. gran parte della nostra opera, ricon.segn.andoci però u,w scrittore vivo, un senso nuovo, una pagina nuova del Hbro che cre– devamo dt aver consumato per i.n.te -ro.In tal modo la sorpresa divenra fonte di ricchezza e, nel nostro caso, di un amico che abbiamo trascurato cono,cfa– mo finalmente il vero volto e un.a cifra in.edita, qual– co&ache ci viene regalato. CARLO BO UNGIUSTIZIERE CHE VEDE LAGIUSTIZIA NELLA BELLEZZA IM~IORTALE * APOCALISSE IN BAROCCO * di LlJIGI FALLACARA Anche per Vieri Nannetti. ci solo di individuare un fon- incontro con la donna amata t'allra, dare un senso al· ch.iesra di immortabtà pro~ è avvenuto Quetlo sliuamen- do di. corruzione, di ji.3sare io sotto ta pioggia che si ri,ol- L'al tra. messa. e proprio a quella. to déi piani compositivi per sguardo e l'anima in una os- ve in un peaticciare di. fogUe L 'immagi.ne che ne risulta carne così. grottescamente ve- ~:i., «d!,t~u;:tf~~u:~:u~!:~~s,!: ~~:f~~a contemplazione del ;t;~~ia i~u~i7et:~o;izz~e~c:. te:;au~~sr~:;a i: s«e~;::~ b;!: :u:~rr~1:!~ sua materia vite da una u precisa regola ,i si. Pure, e proprio per questa gli. ombretti». aa 1> può diventare la. « mate- Dacci. la vera cortie sottile. è. p_assatia una ricerca. di ve- f~rza ossessi.v°: della parola, Ed ecco eh.e. interviene un ri4: più .prcgfat~ )) l~as~urdo rlta, a un approf?ndlmento st se!1te che tl poeta anela altro elemento di apparente- det m?rtt .fucilati puo dwen- Rendi. la nostra· ca~n~ li~ve: del sen.so della vita e non a u.sctre da questo mondo ter- mente inatte:;a e i:;perata tra- tare il d1se9no riposto che [8plen4ida., perc hè rin unziatari, m~ per rificante e ~nzitutto ~ c~r- scendenza e che è postulato pure s'int~avede perfetto: E' una perentoria Luce eh.e iL n?-lu:atc. '?rocesso det pe- car~e la ragione, la gmsufi- proprio da quella implacata ~o•~rac1 pe~fetto deve accendere la «carne ri- rwdt dt crtst che conducono ca.zione e lo scopo. Anela a deci.siva ricerca: non è l'uomo tl disegno riposto. \balda)) postulata. dal poeta a .scindere quello. che. era s?lle.vare la. carne off~.sa,. la eh.e può risolvere il dramma, E . il sorriso an~aro della e già intravista nella sua ac- unuo'. a. ve.der~o. net suo_t ele- g1.ovt~ezza stroncata, 11 riso dare una -ragione all'angoscia. fanc~ulla morta si trasfigu- corata domanda. che non è me?-ti_costit~_tiv1,pe-rch~ :iol~ pietrificato. sublima-re l'orrore, giustifica- ra la . . . _ quel1t7: d~l~'esteta, ma quella cast ~t .va piu a fo~do m not Ma qu ale sani. fl mezzo per re la morte. E' una legge che dove e plena ien:to e_ s1 d~l ~n~sttziere che vede ~na ates st , tsoland. 0 ci~e e ogget~ ottene.re il superamento del· esiste fuori dell'uomo, uua . {e~~urisce gw.uma nclta bellezza tm- tiva:1do • dw~rs~ mom.enu l'orrore? Non la ptetd, si. è legge rigorosa che il poeta. e.on ,torme dt prod1gto mortai~: ?elLessere, anz1che accettarlo detto, non l'amore: « Raro al culmine della sua salson l ulti ma voce rna terrei:ia: Perc10 quando egH si. ri- m blocc~ e porse~o come em~ impegno à l'amore)). Troppe en enfer coglie come « ragia- . . [« fiort 1'.· volge alla o: Donna dei cieli :r, blema t?tniutab1le davanti morti formano questo cupo e ne esatta. >I come una conti· lL poe.ta puo gw~gere con, C?n questo appellativo che aglt ~echi. . . terrificante panorama·, perchè ,wazione della. vita, un giu- come Rtmb au.d, a ,.ntravede~ ncord~ tante. altre ceLebri ~o. n quel suo gioco sottile ne po:isa nascere appena una dizio della vita: la resurre- r~ le « .splend1~es vtlles » pu~ preghiere, puo dire una pa.- ~ u1 :1-m.ag ~no.so che _aveva dat.o mestizia. ,;e non tm dolore: zione della carne. giungere a . intravedere t rola. nuova a identificare la t mt gho;1 rt sulta,tt nella « D.1- Troppe morti mi :ierrano Essa non è però qualcosa di « lumi splendidi)) dei nuovo vi,:tii. mediatrice e salvatrice, mostra_21oned!U au~unno >1 o~ {per farne esterno che viene a sovrap- -regno. potchè egli non la vede tanto cul gli ogpettt can_ e amart .solo un mesto motivo. porsi alla. visione precedente· Tra l'una e l'altra visione. come dea o come madre, ma er~no tutt.t .su ':'-npuz_no con- Non c'è possibiUtà. di pas- è anch'essa una cronaca ~ solo la preghiera. Ma essa l.avede come « persona )l, esi- q~ISlato dt ironia e dt e.alare, sare dal riso amaro aWele- . . . . non è come quella di Rim- sren::a reale: di ardore tra.m.onta~o tn. mi gfa, al pianto. Anche quando ci~e un~ suc cesaion e dt. a.~ve~ baud che non. può più par- Sii per noi persona morente s?rriso trtstemen~e si stenta, è un frantumarsi di. n.iment. 1 , an ~h.e.se ~ar_ic~ ~t lare, un mormorio indistinto; di salvazione. contcmplatt_vo, ~ra._attd_ato dt- sentimenti. un frammentarsi simboli e dt miste rtoSL s1gni· i? invece una netta e peren- Egli è giunto veramente ai. venta nd0 , .m virtu dt dolo- di ricordi come in uno spec- jìcati; ma appunto perchè è toria -richiesta di. verità as- piedi di quel trono. ~~s!a e!~~~e;~~/ 1~~- ~:':~i;;;: chio rotto, quali quelli dello una cronaca può continuare salute e, anzitutto, una ri- LUIGI FALLACARA pre p?ù crudo realismo, un movimento di scavo sempre pili spietato, affidato come era a singoli oggetti, al con– fine tra la caricatura ed il di– sgusto, a cui partecipava una ricerca stilistica, una ricerca di Linguaggio raie da poter cogliere quei lembi di. verità senza la minima emozione e quindi il mi.nimo sbaglio. Un passaggio continuo dalla sto– ria alla cronaca in cui. per0 i personaggi si deformavano e ingigantivano conqui.stando tuilo il quadro, in u[rtù di Ull(L luce osse.ssiva, di impla· cati e inaspettati scorci, di sarcastiche prospettive. Ne nasceva a L'apocalisse in barocco"• una galleria pauro8a e apietata di. morti. di diatruzioni, di vizi pietri– ficati nell'ultima maschera odiosa; però non vista in una lontananza dt tipo, di model– lo esteriore, ma in una at– tualità. conualidata anche dal linguaggio. Entravano nella poesia parole come: e( paglia.e· ceHo )1 « ciccia pesa 1) <1 fri· g11asti )) « chiazze di. orina 1, con tutto quello che questa terminologia comporta di Quotidiano, non solo, ma an– che di. assurdo, essendo sen– za ri/f.e,si, parole prive asso- Gli scrittori di Solarla intor no a un tavolo delle e Glub be rosse• (Fircnie, cin:a 1930). Da sinistra.: Nannettl, il ._____________________ _. lutamente di emozione, capa- cameriere ccure, Franchi, Vlttorlnl, Ferrata, Timpanaro \"ieri Nanretti PRIGIONIER della propria nobiltà * di GIA,\ 1 1\'A JIA.\'Zl,\'I Appariva talmente -assorto, che, in compagniq: 1 dava spesso l'impressione d'esse::'e un po' assente: invece finivamo sempre con l'accorgerci che, in mezzo e noi. era il più partecipe, il più generosamente attento di tutti: a conti fatti. parlando meno, diceva di più. Perché sì proibiva quell'aperta compiacenza. quella ridondanza, quel traboccare d'espressione. che illude,·a gli altri di riccltezza; come se, aJ di là di certi limiti, egli avvertisse un vago errore, un piccolo inganno, certo un tranello della vanità.. Perciò accadeva c:he ogni sua frase si prolungasse in chi l'ascoltava, apren· dosi .P()i tacitamente, quasi in virtù d'Una confidenza superiore, o acquistasse per quell'inquietante nettezza, uno spicco che già le garantiva il ricordo. Ma quale intelligenza regale suppone una sJllile misura inderogabile, estranea da ogni ambizione che non sia quella di rispettare all'estremo il preciso valore di una parola. d'un gesto, e anche l'esatta portata dì un'affermazione o d'un sentimento! E.ttetto di serenità e di sicurezza? Tutt'altro. Nan– netti era un uomo turbato. Di distacco? Nemmeno. Egli bruciava al centro de' suoi affetti e de' suoi superiori interessi: tanto che pochi volti, come il suo, si potreb– bero dire meritati: una testimonianza, addirittura un risultato. Asciutto, tutto plastica, poco o punto colore; e se l'ombra eccedeva 61.llla luce, sentivi che ciò espri– meva ancora pudore e riserbo. Spontaneamente. senza n eppure cosciente sacrificio a furia di ritegno ritocoo.va di continuo un suo ideaJ; di quotidiana perf ezione c he poneva la sua arte a specchio di un modo di ,-.;vere. Di fronte alle esuber.mze verbali dei suoi amici. rimaneva trepido, come per un pericolo che lui solo avvertiva, pur senza osare d'intervenire. Con che diritto mettere in diffidenza \'el'60 quei piccoli fuochi fatui, verso quelle istantanee ebbrezze in cui qualcuno può !orse trovare lo slancio necessario o una conquista, a un raggiungimento? Ric:.isava allora lo sguardo, pro• tendendo appena la testa. Scrupolo si aggiungeva a scrupolo. E infiniti, una selva, dovettero essere quelli tra i quali si aggirava, allor~é, -solo, col s.uo segreto di scrittore e di poeta, la bianchezza ver ginale della sua attenzione isolava, sotto. il f~oco d_'un !aro interiore, la scena, la figura, la s1tuaz1one, 11 germe incandC?Seente d'un poema. Si trattc1:va d'un incanto da salvaguardare, non in· terrotto, ~e alt_erato. Forse, per pudore, resisteva e. lungo, pnma d1 prendere la penna in mano. Infine. doveva essere un atto di sottomissione quello che lo faceva_ ce_dere per chinarsi su.I foglio bianco: quasi che gli diventasse un dovere uscire da un'avventura nascosta. consumata in Iu:ighe passeggiate solitarie 0 in lunghe veglie, quando la fascinazione si faceva così viva che, circuito. investito, stretto, esprimersi, s'impo– ne\·a come un'intima necessità. Così, nel terùpa della nostra giovinezza, Vieti Nan– netti mi appare come prigion!ero della propria nobiltà. Si. neg? i vistosi trasporti, le lusinganti prospettive, i tnpud1, le accese promesse, gli echi di cui si alimenta !'~spirazione_ di ogni scrittore; in modo che il suo Jim- ~i1!~ ~?~~/~~~~~:ed:if.Jo~:inato, nel cerchio puris- GlANNA l\lANZINI

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