la Fiera Letteraria - XIII - n. 23 - 8 giugno 1958

Domenica 8 giugno 1958 LA FJERA LETTERARIA Lanostra n rrativa non è morta * ,li OLG.4. LO.IIBAUDI Un senso di generale sCi- cui P5plodono un improvvi– ducìa circonda la noslra so dolore e delusione. Il lo· narrath·a degli ultimi dicci ro realismo oltrepas~ò sp~;;– anni: non solo il pubblico. se volle il limite della rap– quel non v:isto pubblico che presentazione. ru ,rogo, sen• resiste all"allrazionc di più tlmento grezzo, grido. Pag. 3 Bernardino Palazll: Concerto (:;\Iostra Artisti Sardi, Palano delle Esposizioni. Roma). facili letture e continua a Ma non dimen~ichiamo seguire le novità di libre- che quei _giovani non aveva. ria; ma anche la critica è. no modelli a cui guardare più che severn. recisa nella e che ~i affacciavano dal sua condanna: la nostra vuoto di un sepolcro im– narrativn e ferma alle so- biancato su .un mondo scon· luzioni dell'immediato dopo- volto che essi ,;i -;forzavano guerra. di quel prodigioso di interpretare. La loro rot– quinquennio che si e chiu- tura col passato pareva - so col '48. e non era - totale; e!-Si i1 Certo in quegli ;1.nni la sentivano traditi proprio ,-------------------------------, Giusep1>c \'h•iani: La bionda del caUè. Due canzonette * di ALBERTO .4ffB.4SI.l'O U~ .\ODIO Con un bacio donato E un altro sulle labbra Esco dalla tua vita - s'allontana Sempre più l'arco Delle tue braccia - tese Dove l'ultimo Si spegne Tepore del mio corpo. Ciao. Di scordarmi Non ti chiedo - nei lunghi Giorni futuri Non potrai mai. Alla tua vita io Diiedi ogni luce. Chi Tante giornate D'amore. chi tanto traspor'o Chi tanta Felicità ti diede, come io T'ho donato Senz.a chiedere Nulla. ... per me vivrai Tutti i giorni Che verranno, nel cuore Sempre di me portando Qualche cosa. .clUi;SS.\i\'DRli\'A Se altJ"a voJta ho sperato, Ales!andrina Di p0ter mai conseguire il tuo amore Oggi ammetto che mi ero ingannato. Oggi comprendo i\la io ti amo ancora. Non è destino, dici: Non sei nato per me. tu. separandoci. ì\l'hai detto; e 10 Non son nata per te, Non è destino. Non è destino. ?i.la io ti amo. c·era la casa pallida, persa nella campagna A poche miglia dal tuo paese; uscendo Per la Porta Orientai.e seguivamo i fre~chi Sentieri fra due siepi, e il fosso colmo D'una corrente fredda di neve sciolta nell'acqua. Ora non sei più là ?.-Ja io ti amo ancora. Oggi, al quarto chilometro Dal centro della città M0t1tre davanti a me Sulla strada passavano i camion Appoggiato alla pietra miliare Io lungamente ho pensato a te. ALBERTO ARBASINO letteratura in Italia usciva dalla letteratura. il cui in– d_aun lungo periodo di umi- ganno sembrava quasi sen– llata costrizione e tornava za eccezioni al loro impa– al ruolo che le compete. di zientc impegno di rifare essere cioè l'espressione del tutto. Ko. qualche esempio suo tempo Cc che tempo!). veniva dai meno giovani: di proporre nuove direzio- qualcuno avev3 resistito. ni al gusto e di rispondere una continuità esiste\'a per alla intensa energia delle chi sapesse leggere oltre la n_uo,'.e istanze. E gli scritto- reticenza e l'elusione e per– ri, ciascuno secondo la pro- sino dentro c1.•rt1silenzi. pria formazione ideologica Più '-'icini a questi gio– ed esperienza um~na. _quale vani. non solo per età ma con I acce:;o sl~nc10 d_1sco- proprio per un risentimen– p_rire nuo,·c ne al1'1sp1ra- to più pungente e più sco– z1one. 4uale .in-ecc .:~n 1 a perto. Vittorini e Pavese of– matur~ capa1:1tà .d1 ·mrarc. frirono il loro esempio. Fu oltre 11 ..:onfuso 1 .ervo~e ~el in apparenza una lezione di ~omento. J una ontmu1tà stile: forniva cioe un lin– di _motivi .1mani .: ;tiJistici guaggio rispondente al nuo– ne1 :onfronti di Jn ,>assato vo stato d'animo e alla nuo– che per alcuni era stato d1 va materia a cui si mostra– macerata attesa e pazienza. va insunìciente e quasi espressero una 11icchezza di estranea tutta la nostra sentimento che parve mira- tradizione espressiva. fino colosa.. _ . . . alle prove abbastanza re- Tra I g1ovamss11111.sopra- centi della prosa d'arte e ~ultt> qu~lli che ~rano stat! del capitolo. Maestri del mgannat1 dal fascismo al cu, neorealismo. Vittorini e Pa– ric~iam? 3\"e\'an~ cedut~I vese non sono però scrit– pe1st_1a~1. d~ fal!ac1 c_o~sens1 tori neorealisti con quella ane m1z;~t1vc g1:.vaml1. sen- risolta pienezza con cui lo ~1rono d1 avere un severo e il loro più dir~t~o discen- 1mpegno verso se stessi. dente. ItaJo Calvino C'è qu.ello ~i meritare la pro- nella loro elusiva inquietu– pria stima attraverso un dine la prese:12a d1 molte– amaro process~ . alla loro plici ragioni: di fondamen– debolezza o cec1ta. 11 primo tale pf'ssimismo quelle ideo– atto. fu un aspro esa_me di logiche e spirituali, com– coscienza che:. tr~sfe.nto n~I plesse e in certo senso po– concreto delJ 1spu·az1one. di- Iemiche quelle del loro le– venne rappresentazione d1 game a una tradizione cul– ~ma. realtà scoperta d'ogni turale dal quale essi attin– illus10!1e. u~da . nella sua gono il ricco sostrato della squallida miseria e brut- ispirazione. tura. Il 1946 e la data di na– . Questo assalto a una_ re.li- scita di tre libri che dc1 so– la c~e era appa:sa a1 lo_ ro li bastano 3 dare la misu– occh1 adolescenti un mito ra di un·epoca letteraria: ed era crolla ta. seppell endo e tJ sentiero dei nidi di ra– ia lo~ o stessa g1ov1.ne ~za. fu gno ... e Cronache di pove– co.mp! uto da 3J~un1 dt que- ri amanti>, e 11 cielo e ros• st1 g1 0,·an1_scrittori con la so>. E se Calvino e Ber- '-----------------------------------------' veemente mtemperanza con to erano alla loro e opera lì\' PROGIIA.ltHIA. LA 'fELE1 1 1S10-'E l\'El.,f..,E SCUOLE La voce e l'immagine Si portino gli scrittori nelle scnole, attraverso la TV o attraverso i11contri effettivi. Si registri la loro voce. Si documenti la loro vita. La scuola se ne avvantaggerà, e la cultura anche. Soprat– tutto si faciliterà la conoscenza reale dei nostri autori conlem poranei. una cono cenza umana e intelligente da cui non può che seguire una maggiore simpatia per le loro opere di E/;/Q FILll'l'O 1ICCIWCl'.-.t prima , PratiJlini metteva la sua esperienza di prosa– tore lirico al banco di pro– va del realismo. come già aveva poco tempo prima fatto nel e Quartiere, con meno abbagliante assolu– te1.za : poichè nelle e Cro– nache di poveri amanti> la memoria non ò più per Pra– tolini mediazione lirica. e anzi una rigorosa misura su cui lo scrittore si documen– ta per rappresentare una realtà di fatti in cui ;i,nche i sentimenti sono obietti– vati in una prospettiva di epica popolare. Queste tre opere pan·ero « I pesci rossi nella palla parsa sulla stampa e riguar- previsione della possibile no Od affrontare l'esame dt dei nostri autori contempo- ~~r\~ett~~aari~in;~ovc~~i5;ar;~: di vetro nuotano con uno dante il settore ancor pili. li- realizzazione di specifici letteratura llaliana comem- ranci, una conoscenza urna- dizione avrebbe dato il suo slancio. un gusto di in!les- mitato della 1t TV nelle «programmi» che s'impone poranca, unicameme preoc• na intelligente. da cui non fruttuoso apporto innestata sioni del loro corpo sodo, scuole»: verrà presto esa- Qualche chiarimento da par- cupate di con.oscerc lo. data può _che s_egufre una maggio- sulle esigenze di un'ispira– una varietà d'accostamentl a minato dai. dirigenti detla te degli organi competenti., d_t nascua e _dt morte d1 cer- re simpatia per le loro opere. zione che. non più assorta pinne tese, come se venis- Radiotelevisione il pr obl6ma sia della Pubblica. Iscru.zione ti ~1o_sr~i scrmori ancor oggi Si portino gli scriHori. nel- nella decifrazione delle co– sero liberi per. 1:1n . g~ande del .contributo eh~ qucs.ta sia della Radiotelevisione. ~ vw1ss1mt )), alcunl solta,H<? le scuole attraverso la TV o scienze. avrebbe tratta la s~zio. Erano _pri_g1on1~ri. l\~a po~'.a dare, anche "! Irn!ta, NcL quadro dei 1J sussidi m sede . anagrafica ma al!rt a~trave_rso incontri effettivi. sua materia dalla lezione dei s erano portali dietro :n pri- all insegnamento drdattlco, audiovisivi II per l'insegna- anche in sede letterona; St registri. la loro voce. Si fatti. g!one l'infini_to >: un regi.sta com.e av.v!ene orn_1ai.da al- mento, il settore televisivo episo~io .che mi caJ)ita spes- film.i la loro giornata. Si do- E negli ultimi dieci anni c1nemato~rafico .che 01~eJse cum anm '!1 Franc!a, m _Gran sarà. certamente destinato a so dt ricordare, («Montàl... cumenti la loro vita. questa e stata la direzione fede net proprt mezzi, _e Bretagna, m Svezia e rn al- primeggiare sugli altri me:- Montalto .. quello che parla Ecco una serie di possibHi della nf')stra narrativa: al– nelle proprie qualità d'arti- tr1 paesi europet ed extra- ::t tecmco-didaltici e ad ac- degli Ossi, e Callarè ... Calla- reali.::za2io11ida inserire 11ei t'acccssc iniziale tentativo sra, _P<?trebbemutar! in im- europei. . centrare; nel giro di qual- relli: quando sono . nati ~ "programmi.,_ di rottura con la tradizio· magin~, e .in. colon,. on.eh.e La st~etta . ~olla~oraz,onc che anno, l'imeresse degli. quando 110110 morti?)>) e L~ scuola se ne avvantag- ne restava un significato i p~sct ro_sn d1 Cecc~t. o unt: che_ ~otra verificarsi tra T~- uonti_ni _di. scuola e degli realmente - pttrtr~m~o - gera .. E la ~ult~~a a11c/1e.~O• polemico; che anda\'a giu– pagtna ~l Prouxt, I Jsola d~ lev1s1011e e ~cuoia. - ~artt- stessi allievi. accaduto; e a mcravtg~iarc4:- pra~tutto. s1 m1n a r?ccoglic- stificato con un reale con– Ungarettt o Maestrale dt colarn)ente .u1 detcrm!1iate Dai documentari. didattici n~ eravam? due te~timo,_it: r~ _11 m~ggior_ mate~tal~ pos- crelo rinnovamento negli Monta~e. . . . materie --:-- e troppo ev,den- e dalle le:-ioni filmate, già in G1a~domc!1.tco. G_faont e 10: si_b~lcd1 ,,voct11e dt 11 Imma- spiriti e nelle forme. Calltgrafta? Puo darsi, ma te perche se ne debba par- uso m moltiutmi centri di O_og1,a ptu dt dieci a,rni dt gnu• (radiofoniche, registra- Rinnovare una Lradizio- s1 ~ratterebbe di una e bella lar~ d1ffusamen~e . . Stand~ istruzione (e facilmente re- dtstan:;a da quelL'incidente. te, ci~1ematogr~fi_che,t~levisi- ne non vuol dire abolirla ma scrittura ?el gu~to • -resa da agli. a~c~rtamentt d1 alcum peribth negli appositi centri f~r~e !aranno mutate .le con- v~) _rigu~rda!ttt I nostri mag- anzi mantenerla attuale. u~1 1us,tdio dell arte ch_e og- ipec,a_h!tt e pedagog1st1, la provrnctalt dipendenti dai ~1=1om . della c1~ltur~ rn_cer- gwn scrittori. continuarla nella sua ope– g1 non. conosce 01tacoll. Telev111~ne eserctta u~_favo- singoli Provveditori agli Stu- tL ambienti un1vers~tart, ma Il lo_ro ingresso nelle aule rante !unzione di accresce- Poesrn., racconto, ~r,osa d~ revole mfluss? sui p1u gLO- di), si passerà quindi a un qual~~e dubbio su1s1ste, ta.n- scolastiche e in un secondo re nel presente l'eredità del un C'!"Cap1tolo i1, de1~rmone dt vani st~denu, 1pec1e _P(?r vero e proprio ciclo di. le- to _PL~che dt rccen_tc. (e pro- tempo .11elia coscienza degli passato. Oggi, accanto a un pae1apg10, o ~t un par- quanto. :1guarda argomenll ~n zioni teletrasmesse seguendo pr10 tn 11na trasmissione te· studenti (eventuali lettori), quella della tradizione esi– ucolare 1tato d'animo,. docu- cui ?~u appare necc.ssar1_aun preciso e organico- ffCOr- levrsiva) .persh10 un comico: sarà facW1ato e reso effi- ste l'esigua eredità del neo– mento . della ~anlaaia e l~ ~1s1one co11cre1a: e~~ost_-so i,, come avvie,ie, all'inctr- canzonettista pretendeva dt cace e funzionale. realismo, di cui va dato at- del .se~ttmento: dinnanzi alla z~om gr~f1che, ncostru ... ,om, ca. per le lezioni che setti- muovere al r-,1~0 alle spalle Molte perplessità. e diffi-- to misurandone negli ulti- macchtna. d~ presa poia~no T!produz1one d1 documen- manalmente già da alcuni an- della poesia p1u recente. den.:c saranno destinate a mi risultati la portata e il l~amutarst rn bella prg1na ti, ecc. , nl, vanno in onda nei pro- • • • crollare e tl1 particolare crol- limite. Poichè negare J'esi- c111ematograf1ca, da amo- . Ben venga, dunque, l espe• grammi della «Radio per le Oro, non si. pretende clic LerciqueUa crosta dl preren- stenza e il significato vali- Zogta. _ _ . rmi~11to che sara tentato a Scuole 11• • • ziosità. che ancora avvilisce do della pill recente narra- Sono questi, all'incirca, 1 partire dal prossimo autun- Ma quello che a noi in- le cos~ muano da un gior- qualche « ca11zonettaro >) a tiva equivale a negare la 1ermin.i di una recente con- no,. ~n .esperimento dt_ tra- teressa maggiormente porre no allaltro, ma alm~no oc- c~c~ia _dt facili (e veramente presen_za ancora operante e versaztone col regista Zam- '?11ss1om scolast1chc cut non in evidenza è l'apporto eh.e corre tenere ,~cl debito con- r1~1coilJ applausi per la pro- la lezione mor:ile contenu– pa, che pure non nascon~e c ~ da ?ugurare c/1e la ml- potrd derivare ad una più to la opportu.nttd - dato eh.e prw bassa ignoranza ta nella narrativa che la 1t desiderio di poter c~nu.- ghore nuscUa. anche_ se !ton dire.Un e concreta difjusio- anche i mezzi tec,1ict muta- La Televisione _ ancora precede e ne costituisce la nuare nella sua strada d1 -re: poc~e saramio le difficolta. dt ne della cultura contempo• no cosi come mutano t e sus- coadiuvata dal vecchi « sus- premessa. Quello che non gista impegnato fn storie dt ognt ordine ~he si dovran- ra11ea (particolarmente quel- sidi audio-visivi i, - dl af- sidi. audio-visivi. n quali la va richiesto dalla situazio– profondo si~nlficato. m<?rale, ~:tos~~:;::ee m questo dclt- la ~etleraria) nell'area sco- frontare iL problema della radio. la registrazione, la et- ne _attuale della nos~ra nar– s~Ctale, e dt autenuca tnda: L'ausilio della TV comun- lastlca, dove - per colpa Televisione nelle scuole non nematografia - potrà assol- rat1va ~ la ro:za d1 rottu– g~n~ .s~l costume dei ,wstrl ue non va circo,criuo .sol- dei programmi. si dice, o per ignorando le posslbi.lilà. di vere una g;an~e funzione ra e d1 pole~.1ca che nella d1/f1cih anni. _ _ Q • . . . . colpa di. non. poca difjiden- . _ nella scuola ttaltana, sia dal precedente . s im(?Ose come Fin dove. il cinema pone i tanto alle, ma_tene sc1_entift- .:a da parte di pre1idi e pro~ una maggtore dff/us1one del punto di vista didattico sia impegno d1 uscire da un propri co~fini? Non è q~i il che o del! ~r~rne tecnico. .,._ fcssor1 - è ancora difftcile la. culura letterarta, .di una dal punto di vista più speci- punt_o morto e da un dc?– caso dt rndagare sut -rtiul- La 7:"eLevisrone come mc.. che la cultura viva e con piu concreta comunicazione ficatamente culturale purché lo cieco non solo letterario rati d~Ue opere letterarie !~uad'~n:::n:~e~~~ssi~itn~~~ temporanea .possa ra~giunge: Ira Lcttcrawra e Scuola: il alla letteratura (e 'µartico- ma anche politic_o e socia– tras/erHe sullo schermo. Ve d' . J. .. . li re la cosctew•a det nostri quale problema investe an- larme,ae a quella del Nove- le. per determinare una ne sono alcuni positivi, altri s;~~~~st ~t 1 a~ia~':, ~n c~~~e "~al! giovani .. 1 quali. in 1~olti ca- che. conseguentemente, I~ cento) non ti .serbi l'ultimo svolta dec,siv~ non ~lo n~I no. Ma non µ_er colpa del verrei ad aumentare larga- sr, terminato il pe-rtodo de- diffusione deL libro in quegh post'.• <? addinttura no,1 if guto e per rid9 reh lmfa vi– m~zzo teacn:~o•uI!/~al;e:r/;i mente l'interesse che do- gli stud~ non avranno più strati su cuf la erudlztone e tentt d_t escluderla. ~al pro• !~a~oas~~ot:ot:.o e e ne era ~t~rr~~teJlf c1~a e della pre- centi e allievi ha11r10fin qui I~ sollecua.zton? ad ac~ostar- la conosccn:a _diretta hanno ara1nnu telescolasUct La narrativa intorno e arazione g culturale degli mostrato per i più comu~i si a un resto dt narrativa, _di una certa posstbilftd di a.:::lo- Sarebbe o1t;e~utto ~ssu~do dopo il '50 porta i segni di ~omini ad esso prepos.tt . E, m~zzi. tecnici, quali la radio :':s~ ~i d~a~:~;::c/ti, :fn~~: ne e di persuasione :~e)) uc:n,~i~u::~1~0 ff,~t/t~!~t ~ma ricerca espre~siva che na1-u:a11!1ente,~uan~o st par- e ti crnema ... • • varo, di Saba, Ungaretti, Una diretta presa dl con- timo ritrovato della tecnica, tn qual_che caso è m~ertezza la dt crnema tl discorso va ,- . Montale o di Dc Robertls tatto, ad esempio, sia pure non andasse a benef!cfo (in e persm? fase ~perimenta- tras/erito automaticamente "La voce n e « l unmao~- Cecchi Bo ecc ' attraverso it telescliermo tra parte) degli uomit1l e dei le del linguaggio: ma che anche ~~sst~~or~ 0 1:Le~~~:o. lo :;e~e:~p~;;r;~t::s~bilrr1:l~ L'epiiodi~ di. alcune stu- scr_lttori e studentt, potrd fa• libri del nostro tempo, OLGA LOMBARDI o:n~!,,, rin unn nntizin 11,p-la moderna didattica cd è tn dentesse che sl preparava.- cHt_tarc la conoscenza reale ELIO FILIPPO ACCROCCA • (contlnu;-;- pag. 8) TACCUli'iO VELLO SVAGATO * Bigiaretti, Dell'Arco e "Li * di GIORGIO C.-lPRO., I Se un forestiero, non di quelli che viaggiano come i bauli, venisse a chie– derci ccnsiglio per la scelta d'una Guida di Roma .. intelligente e aggiornata•, cominceremmo col fargli bellamente una domanda preliminare. Anzi, tre domande regolate e concatenate una dietro l'altra, e giustappunto in =1uest'ordine: - Lei sa legger bene in buon italiano? Avula una risposta affermativa - E in buon romanesco? Di fronte a un nuovo si: - E in quella particolare e benedetta lingua ch'è la poesia? Dopo di che, cioé soltanto dopo aver udito coi nostri orecchi ancora un si. equipollente per noi a un regolare Di– ploma di Idoneità, compenseremo la pa– zienza dell'ipoletico turista non con l'in– dicazione d1 una. bensì d1 due guide di– versissime ma complementari, l'una ap– punto in bcll'italiano. e l'altra in bel ro– manesco, nonché entrambe - anche se soltanto la seconda in versi - m buona lingua di poesia· le Carte romane di Li– bero Bigiarett1 (S.E.l., Torino, 1957) e il Ponte dell'anpc/1 di Mario Dell'Arco (Vallccchi, Firenze. 1955). alla quale ul– tima aggiungeremmo. l'Appendice, tanto perché risulti aigiornata al massimo, delle 18 poesie e di Er cigno. tutti e due apparsi presso l'Autore, in Roma: nel '57. Siamo certi che dopo aver passato una serata in albergo in compagnia di que– ste operette. e sema lasciaTs.i distrarre troppo dalla cameriera. il bravo turista. l'indomani mattina. potrebbe vedere e ammirare d1 Roma non soltanto la parte monumentale Ci grandiosi travertini. in– signi anche se. specie con questo caldo. un poco maleodoranti per via della loro porisità e del vin dei Castelli che gene– rosamente. romani e non romani. notte– tempo \'i versano), ma. dietro l'incom– parabile facciata (perfino dietro quella specie d'Ode barbara in carta da bollo ch'è il massonico e celeberrimo Monu– mento del Sacconi), la Roma • in c~mii– denza • degli uomini vivi e dei senti– menti vivi. che sono uomini come tutti noi e sentimenti quali tutti noi provia– mo, meravigliosi però per il modo come {ce ne accorgiamo dopo aver letto queste pagine, che ci aiutano a comprender nel– l'intimo. e perciò ad a.mare. quest'unica città) riescono a non restar sopraffatti dal continuo eloquio ciceroniano (d'un Cicero trascritto con le Effe al posto delle Esse), che a chi non è avvertito può rendere cosi poco possibile - tanto può sembrar togato e rotondo pur nella ver– sione barocca o plebea inclinante volen– tieri alla pasquinata - pensar libera– mente (e pulitamente. come. magari, a Tortona: cOmf- d Grosseto} ai casi suoi più ..iuotidiani. Quei .::asi, per esser pre– cisi, cui non gli hanno mai impedito di pensare ,ié le fumicose architetture por– tuali o industriali, né tantomeno le .. giu– ste• architetture romaniche o gotiche. ahimé cosi rare in questa Capitale dove senza preavviso si passa. dal più mas– siccio antico. al più teatrale barocco. e da questo al •norvegese• o al ialso •pompeiano• delle più pacchiane (e desolanti: e perfino paurose, cosi sper– dute nel sacro verde millenario del– l'Agro) architetture novissime. Ci dia retta. il bravo turista. Dopo aver letto e digento tutto quel po' po' di roba ch'è stato scritto sul preteso contrasto fra la grandezza delle sacre memorie e la e volgarità • scanzonata dei moderni quiriti, legga, già che c'è, anche questi libretti, e capirà come in fondo avesse torto lo stesso Leopardi. senza dire del Carducci, così indignato nel vc-– dere i degeneri nipoti d'Enea piuttosto inclini a cercar farfalle o fare all'amore sotto l'arco di Tito, che a lasc:arsi ten– tare da • l'imagin de l'urbe, nave im· mensa lanciata vèr l'impero del mondo •. o a pPrdere il cervel1o di fronte a tante • minacce di romane mura al cielo e al tempo•, come invece capitò a un roma– gnolo, con le conseguenze che tutti sap– piamo. Modestamente, giungiamo tla parte no– stra a dire che questa città meravigli~a. che è la più ospitale di quante ne cono– sciamo, riuscirebbe invece inabitabile come uno stupendo Museo, se non ap– prendc.ssimo qualcosa, appunto, da li romani, capaci proprio col loro spiritac– cio (corrosivo fine, a un certo punto) non solo di far scendert- dal piedistallo le Statue Magne (senza bisogno di abbat– terle come fecero i barbari cd altri, anz1 amandole e coccolandole). ma soprattut– to di entrare in confidenza con quelle, le quali infine non. so_no best_ie feroci, dal momento che essi, h rornaru 1 son riu- sciti cosi bene ad abohr le distanze (co– me il disinvolto domatore nella gabbia dei leoni, la cui vera difesa consiste nel far finta di non prenderli troppo sul seno. e la cui virtù sta meno nel farci ammirare 11 coraggio personale che nel farci nascere il dubbio che i leoni - e non è vero - 5iano alloppiati) e. quasi per un tacito patto di coesistenza, a ri– durre in domestlchezza (meglio che in domesticità, grazie a un rapporto di re– ciproca e diremmo allegra comprensio– ne) i Gra ndis simi Sassi: Gra. .s.se 1mpalla1r e ,o,mr, la mano ne la mano. lr colonne otocheno a gattaceca Qursta 1nc1amp1ca. qul!'lla ùngcTbujc e ch.1 s'acceca. ar .sohto. ~ la guJa. Che non è uno scherzare con le cose sante (qu1 • er colonnato de San Pie– tro •>, ma un modo umanissimo _(forse 11 più umano) di entrare in corrispon– denza con quelle, sentendole ( e resti– tuendole) non cosi distanti, fino al punto di doverle escludere, come appunto s1 esclude la toga. da una Vita che oggi richjede la massima libertà di movimen· ti e scioltezza di spirito. Di fronte a tante persistentJ lussurie rettoriche {nell'ultimo l\Ianiiesto cele– brauvo del Natale di Roma ci capitò di leggere, tra l'altro, l'esortélZlone a con– siderare in ogni minimo atto quotidiano. la grandez za dell'Urbe di c ui siamo ospi– ti: e noi, 1mbarazzatissi.mi , non sapeva– mo più come romanament e soffiarci il naso, mumiditos1 per la commozione·. francamente la vera grandezza di Roma la vediamo meglio in questo suo sapersi misurare, • senza servilismo e senza su– perbia. appunto con le Cose o le Persone Importanti, alle quali ultime potrebbe sempre capitare qui, qualora tentassero di gonfiar tropp0 le penne. • di restare come Guglielmo H. Il quale - ricorda Bigiarett1 - dopo aver ben mangiato, in stretto incognito, in una trattoria. volle poi !arsi riconoscere dall'oste - un po' per il gusto di sbalordirlo, un po' per incoraggiarlo - come l'imperatore di Germania. L'oste lo guardò senza nes– suna curiosità o meraviglia e. porgendo– gli la mano, gli disse semplicemente: ,,f'ariHegro •· Chi abbia voglia di sfogliare appena le pagine di B1 giarettt, di una cosa in– fatti può esse.re sicuro: <il capire Roma e i rom am nell e loro leali dimensioni né troppo maiuscole né troppo minusco– le, e di poter infine girare la città in una luce più affabile che proviene non soltanto dalla parte del cuore (Bigia– retti è un romano adottivo, quindi affe– zionato il doppio), ma soprattutto - gra– zie alle doti di narratore e di saggista della nostra guida - dalla parte della più sottile intelligenza psicologica e comprensione sociale, senza che l'imma– gine ultima della città ne patisca, resa al contrario nel proprio giusto fuoco, si.a nel chiaro del bene come nello scuro del male, non sfumati o tra loro confusi nonostante il velo d'una tenerezza quasi scontrosa. E altrettanto dicasi per le pa– gine di Dell'Arco, al cui proposito, giac– che si tratta di versi, dovremmo forse spendere qualche parola di più. come se davvero Dell'Arco ne avesse bisogno e come se davvero la sua poesia, ormai, non avesse - per dirla col Pancrazi - passato ponte, salutata per cli più e ap– plaudita - una volta tanto - da critici e pubblico insieme, in perfetto accordo nel riconoscere in questo poeta di mo– derna educazione la novità d'una genti– lezza di sentire che, senza perder nulla del mordente del romanesco, trova pro– prio nella confidenza con le cose ~acre, più che nell'invettiva o nel motteggio, la propria verità e originalità. Un poeta che, vorremmo aggiungere, per quanto lo consente la natura della materia usata (il dialetto romanesco, dove un sospetto d'ironia e di scanzonatura è nella mede– sima essenza delle parole: il che giustifi– ca come Dell'Arco r1corn volentieri a certe· birichinate poetiche della nostra prima avanguardia), potrebbe forse ag– giungere un grado di dolcezza alla se– vera •scala. di G.B. Angioletti (la tro– ,·iamo nel suo ultimo libro ancor fresco di stampa: L'uso della Parola Salvatore Scìascia Editore, in un bellissimo capi– tolo intitolato, appunto, Leopardi. contro Roma), 3econdo il quale • un lirismo romano è ancora oggi molto improbabile e i soli poeti che ben rappresentino ii carattere di questa città sono i dialet– tali, e il Belli più di Pascarella, Pasca– rella più di Trilussa, cioè i mordaci più degli arguti, gli arguti più dei bonari,. GIORGIO CAPRONI

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