la Fiera Letteraria - XIII - n. 17 - 27 aprile 1958

LA FIERA LETTERAR Anno XTJJ . N. 17 SETTJMANALE DELLE LETTERE DELL ARTJ E DELLE SCIENZE Domenica 27 aprile 1958 SI PUBBLICA LA DOMENICA Direttore VINCENZO CARDARELLI QUESTO NUMERO L. 60 DIREZIONE. Aì\•IMI1 ISTRAZIO 1 E: Roma - Via di Porta Castello, 13 - Telefoni: Rcdaz,ione 555.487 _ Amministrazione 555.158 - PUBBLICITA': Amminist.razione: ,, LA FIERA LETTERARIA 11 - Via di Porta Castello. 13 - Roma - TARIFFA: L. 150 al millimetro - A BBONA.l\1ENTI: Annuo L. 2.700 _ Semestre L. 1.400 - Trimestre L. 750 _ Estero: Annuo L. 4.000 _ Copia arretrata L. 100 • Spedizione' in conto corrente postale (Gruppo 11) - Conto corrente t>OSt.ale n. 1/31426 IJ,\1 RIC(>IIDO DI J'IAGGIO * I SASSI DELtA Si\HDEGNA * di GIORGIO CAPRONI Abbiamo un debole per i sassi. specie per quelli toccati dalla mano dell'uomo e testimoni della storia deJruomo. C'in• cantano, e non sappiamo dire esattamente perchè. Qui in casa non ne abbiamo che uno, piccolo fino a starci nel pugno, ed è tutto quanto abbiamo riportato di con– creto (di palpabile) da un non recente vi-aggio in Sardegna. Ma quanti ne avremmo raccolti. se avessimo .ivuto ta– sche meno incapaci e meno timor del mondo, in quest'isola a:::solutam.cnte inim– maginabile (i la clarTé des lampes, dove la realtà è così inaspettatamente !orte da vincere il più azzardato sogno. e da pren– dervi, sull'istante, il cuore. l sassi della Sardegna, intanto, sono sassi parlanti: sono il primo linguaggio dell'isola, e sono essi a dir,vi subito, col loro differente colore, il Giudicato che state attraversando. sia che li troviate allo stato brado di rocce (di colline mae– stose come montagne, o dì carsici la– stroni divoratì dalla palma nana o but– terati dal vaiolo degli ipogei), sia che li vediate civilmente scheggiali e ordi– nati nell'innumerevole trama dei bassi muretti a secco fra stazzo e stazzo. nei quali vi par di riconoscere la nervatura ossea, e qu-asi ossessi\ a, dì quella favo– losa !oglia pietrificata che è, nel bel mezzo del mare turchino, la verde Sar– degna. Grigi e crudelmente brillanti di granito nel ,vasto sole arioso della Gallura (un granito così duro da dolervi nelle unghie vedendolo lagliato dall'uomo con tantn scioltezza fra i sughereti. dolorosi anche essi negli occhi col loro tronco spellato fli1o a mostrare il rosso sangue della viva polpa), tali muretti diventano alrimprov– viso bianchi come la pomice, o come il gesso, oon appena si passa, dalla Gallura, al Logudoro o alla Nurra, per poi farsi altrove, altrettanto inaspettatamente. rossi di cupa ma sempre porosa e spumosa tra– chite, o neri d'un'altra trachite dalle me– desime qualità, quasi stessimo percor– rendo non una regione Italiana d'oggi, ma le pagine illustrate, in technicolor, d'una rimodemat-a tlammar-ioniana Sroria del pianeta. Terra: dove appunto la meròii,d– glla si rinnova, a ogni voltar di foglio. col rinnovarsi dei sempre freschi - e sempre un poco allucinali - coloratìssimi inchiostri. Vero è che a dare tale impressione di preistoria non è sempre il sasso, brado o ordinato che sia. Dobbiamo metter nel novero, in primo luogo, l'aria stessa, o per dir meglio il quasi ininierrotto vento sardo, il quale ripulendo l'atmosfera di ogni vapore o pulviscolo, e raschiando d1 continuo il terreno. sempre di più ha con– vinto nei secoli ÌJ sardo a non abbando– nare la sua estatica solitudine di pastore: così come dobbiamo annoverare, di con– seguenza, le indicibili marine. appunto dal trascorrere continuo di quel vento rese d'un brillante au.urro perenne, sol– tanto qua e Jà chiazzato - (:love il mae- • st ro s'ingorga fra gli incante\·oli seni sco– gliosi . da bande che ras~embrano. nel loro plumbeo argento, la sardina appena pescata: marine inobliabili sotto la bianca scolta delle eleganti torri aragonesi dis• seminate per la costiera, o sotto l'aJtr;i scolta lanto più massiccia e corru<=ca. degli avamposti nuragici, torri (aragonesi o protosarde che siano) che di schianto vi riportano anch'esse col pensiero al sasso, elemento e protagonista primo del paesaggio dell'isola, e segno insostituibile del suo spazio unico sulla Terra, che ap– punto in quelle pietre ha solidificato il proprio tempo. E' un fatto che chiunque. di nottetempo e a cuor leggero, salpa la prima volta con la bianca nave che dalla banchina dì Civitavecchia avvita sicura le eliche nella ventosa notte marittima, per rag– giungere all'alba le bianche scogliere di Olbia. la prima impressione che riceverà attravet'Sando la Gallura per raggiungere Alghero, sarà proprio quella d'essere sbarcato, più che in un'isola del mare, in un'isola del Tempo Perduto. D'un tem– po perduto. per intenderci subito, più alla Conan Doyle che alla Marce! Proust, e ciò grazie alla ventata di primordiale giovinezza che lo investe appunto dai sassi sardi, i quali gli porgeranno subito In più seg:·et,a chiave del fascino della Sardeg-na: di questa terra arcaica. sì, come uno st'llpendo palinsesto, ma t.ale da farvi sentir subito i suoi !orti arcaismi non come cose defunte, ma quanto mai con– lemporanee e vive nell'aria; e ciò sempre in virtù delle sue medesime pietre, che sembrano - lavorate ancor oggi come venivano lavorate millenni fa - la con– crezione solida della perenne giovinezza dell'uomo: la solidificazione, diremmo, di una memoria talmente limpida di falli remotissimi, da dar l'impressione che essi siano accaduti appena un momento Pri· ma, o meglio che stiano ,incora accadendo nelrcterno presente delJ'lsola. Dopodichè come torniamo volentieri al palpabile leggerissimo sassetto bianco e spugnoso come un cantuccio di ricotta cma d'un'asciuttissima e durissima ricotta) che abbiamo sullo scrittoio. accanto a tanti libri meritevolissimi ma per questa settimana irreparabilmente dimenticati. E' un frammento di Sardegna che ab– bi-amo Yoluto portare con noi, e che ora. al solo guardarlo e soppesarlo. ci colms il cuore di tenerezza, come il ricciolo -u– bato alla ragazza amata io terra lontana, o il nastrino che lei portava fra i capci11. Lo abbiamo raccattato ai piedi de..!a basilica pisana di Saccargia, tutta a stri– sce bianche (di quel poroso ma solido calcare) e nere (d'una trachite aìt:·et– tanto porosa e solida), flore di delicatc:1. t: robusta poesia nella verde e solitaria piana coronata di corvi nient'affatto ai malaugurio. che qui ci guardiamo d-1, tentar di descrivere. Ci limiteremo a dire che, per noi. ~ale calcareo minuzzolo, capit-atoci fra le d,i..:. mentre allungavamo la mano verso il ~o– lito II più straordinario libro di versi eh'? mai sia uscito in questi anni )1, rajJprc– senta un pegno d'amore, e un poco .ancn.. un talismano che, di e-erto, lfoirà col tx,1 tarci fortuna. Giacchè ci siamo ripro– messi. raccattandolo, appunto di i'lpor– tarlo un giorno al suo luogo d'origtr.e, cosa che se avverrà davvero vorrà in de finith·a dire. nonostante tanto arrotio di erre, che la nostra vita non sarà anr!::ita del tutto a male come ogni giorno eh scun di noi, con cosi sottile palpilo o angoscia che dir si voglia. teme che vada GIORGIO CAPRONI Jo van Flcet (la madre). Augh Griffith (il padr"). Anthony Pcrkins (Eugene) e Arthur llill (Hen) In una scena di or: Angelo. guarda il passato•• al quale i critici ne "yorkcsi hanno assegnato il loro Premio per la st,,glonc teatrale 1957-58 l,111!110 IIIL.l.\'CIO nELLtl S'l'rlGIO,\TE .4 11110.IDH.tll– * All'angelo cheguarda il passato il premiodeicriticinewyorkesi * li « triti es Circle Prize » per la migliore opera teatrale americana è andato alla prima parte della tetralogia di T. Wolfe adattata per le scene dalla giovane scrittrice K. Frings * ,li 11. R. Cl,Jli1"1-IGHI Il premio dei critici tea- scelte in questi 0 ultimi anni critici all'opera posluma del che ebbe luogo all'c Ethel trali newyorkesi per la mi- per la laurea non sempre ci maggior autore della gr.an - Barrymore Theatre > il 28 gliore opera çli prosa ame- sono parse all'altezza del- de generazione precedente a novembre dell·anno scorso r~cana rappresenta~ nel cor- l"onore conferito. li difetto. questa. ad Eugene o·Neill • Una delle più belle sera– so di questa stagione è stato tuttavia. in tali casi. nòn dt Long Day's Journei) into te che io •mai abbia passa– assegnato a Look Homcward mi pare sia stato tanto da Niglit, • Lunga giornata ver- to a' teatro)), scrisse John A11geL adattamento scenico parte delle giurie. quanto so la notte>. Può essere an- McClain del Journat-Ame– di Ketti Frings dell'omoni- piuttosto della mancanza di che un brutto segno, que- rican: e La stagione aveva mo romanzo di Thomas Wol- opere di valore che si nota sto: e un segno peggiore davvero bisogno di una no– fe, che fu pubblicato da noi. in questi anni sulle scene potrebbe essere la scelta di vità americana di gran clas– anni fa. nella bella tradu- di Broadway. r bei tempi quest'anno. per quanti me- se e di grande impegno - zione di Jole Jannelli Pin- del grande teatro americano riti in se stessa ropera pre- scrisse Richard Watts. Jr. del tor con il titolo di A11gelo. tra le due guerre con gli .miata possa avere. Post ; eccola finalmente con guarda il passato. 0-Neill. gli Anderson. i Wil- Look Homeward. Angel. Look Homeward, Anget 1}. E Insieme al Premio Pulit- der. i Saroyan. gli Odets. comunque. ci si presenta con JOhn Chapman del Dailu zer. il e Critics Circle Pri- .sono l011tani: gli autori del autorevoli ruccomandazioni. News che, 3 anni fa, quando ze > costituisce il più ambito dopoguerra sono pochi - I criti_ci newyor}(esi che. e.o- si trattò di dare il Premio al– alloro teatrale americano e Miller. Williams, Inge e me dappertutto. difficìlmen- la Gatta d1 \Villiams. storse alle commissioni giudicatri- qualcun altro - e troppo te concordano nei !Oro .g1u..!il naso. questa volta ha de– ci dell\1110 e dell'altro dob- spesso incerti nel loro in- dizi. furona unanimi nel lo- finito il d'ramma in questio– biamo riconoscere la mas- cedere. cosicchè ranno pas- eia.re lo spettacolo ne.i, gior- ne e magnifico> e la rap– sima serietà di impegno. an- salo si preferì attribuire il ni succ:.essivi alla prima rap- presentazione e bella come L..-------------------------------' che se le opere da esse pre- Pulitzer e il Premio dei Jjresc)1tazio)1e di Bròad\,•a.v·, un miracolo». IL LIBRO DI CUI SI * Ottavio diSaint-Vincent ovvero unLandOlfi fantasma ~ /" •r .• • * Una notevole parte di me– rito nel successo che Look Homeward, A ngel si e gua– dagnato a Broadway, a det– ta (:legli stessi critici newyor– kesi. va attribuita al regista. George Roy Bill. allo sceno– grafo Joe .Mielziner (che di solito la vota in tandem con Elia Kazan) e agli interpre– ti, tra i quali primeggiavano Ant-hony Perkins. il divo del cinema. J o van Flcet e Hugh Griffith. e accanto ai qua1i si tli F E n D .I lii 11 J\I D o J1 I n I) I .--1 è distint~ in una parte se- . . conclaria. ma 11.on me110 im- n lungo racconto di Tom- gran junga più interessante magari postumo epigono di esperienza letteraria. l,a prc- 1 vano due zitelle colla vecchia che sostanziale. Ma è verap Pegn~tiva. Bib! , (?ste_r~\'ald maso Landolfl Ottavio di della sua opera sia proprio quella stessa stagione lette- parnzione filologica. rintelli-,madre ,.)_non lasciano avver- mente possibile ancorare un., Spen~mo che 1. giud1c1 del Saint-Vincent che è apparso quella del saggista; d'altron- rarla; tuttavia quello che po- genza europea di Landolfi tire da pnrte di un lettur_e qualsiasi vicenda a 'un set- Prem!o nç,n. a~b1_a1~0fat\o a in questi giorni, in un volu- de egli raggiunge proprio in teva essere soltanto un gioco facevano sì che i suoi mate-J anche sprovvist0 di scarsa tecento tutto di maniera, an- questi 1;>ràv1.s.sim1mt:rpreti me del:'editore Vallecchi in· questo che corre gli anni cin- Intellettuale si complicava in riali di costruzione non . gli· esperienza,. una certa fili- che se di squisitissima ma- un credito p1u largo d1 1 quel– sieme al più veccbio Le due quanla e che incomincia a lui a causa dell'insorgere di venissero solo da una pai-te: I grana per la quale il nome niera, una stot'ia di marivalL-- lo che. loro spetta,·a nella :itetle, che venne pubblica- disdirgli la maschera del- elementi autobiografici trop- quanto rondismo e quanto di J?alazzeschi ci sembra da.ge, una sort-a, di ;eu de economia del vei:;detto (ce– to già nel 1945, va Jetto na- l'e11fa'1t terrible delle nostre po forti per sparire dalla su- post-rondismo sia in lui, tan- tuttaltro che fuori posto. l'amour et du. ha:ard, maga,ri me accadde tre anni fa nel turalmente in una sua chia- lettere contemporanee) vanno perflce della pagina, per es- to per fare un esempio. sa- Senonchè la narrazione di di l'-aOlnata eleganza,. ma caso della Garra di \Villiams. ve particolare anche -se. al· cercate in nodi autobiografi- sere solo gioco: nella Spada rebbe un'indagine assai, in- Palazzeschi tende .sempre a sprovvisto deJ t4tto di. in- meravigliosamente inscena– r-apparenza, lo scrittore sem- ci troppo complicati perché o nella Pietra lunare o nel leressante da compiere. e sciogliere gli enigmi pìutto- terno significato? Già dello ta da Elia Kazan). e che sì bra avere abbandonato in se ne possa dare una som- Mar detle blatte, si avverti- quantQ un certo gioco appa- sto che fl crearli e ancorchè stesso Marlvaux, o di Denìs siano questa vo1ta limitati esso le estreme complicazio maria spiegazione, ed anche va una disperazione tutta in- rentemente ·svagato e ironi- forse la sua ispirazione sia Didcrot, o di Voltaire ci è 3d attribuire alla realizza– ni metafisiche e surrealisti- troppo misteriosi e difficili. terna, la stessa. forse, che co. òi inflessioni ottocentc bc.n più complessa e in certo impossibile leggere alèuna zione scenica il \'alore che che della Pietra Lunare, del- 1 Tra i rnaudHs, gli osses- un Tobino esasperava sino il sche sia inve.ce la contropro- senso ben più agitata da in- cosa senza scoprirvi sotti~tesi le spettava. secondo lo sta– la Spada, :Ji Cancrorepina, o sionati, i dom•?stict demonia- forme di fantasia barocca o va di un suo gusto quasi tiffii drammi di quella del e doppi fondi, anche al d1 là, tuto del Premio, nel quadro la trag!ca confe~sio~e .di in- 1 ci. i Jauves che cntraronc., baroc~heggiante o che un bozzettistico mi.mt !tizzato con Landolfi, _alla .superficie. la per ;li ultimi due, di quell_a dello spettacolo. inteso giu. sondabili rt"press~oni, di atro· J nella nostra letteratura ne- o.elflnt, assai r;neno ~sperto coperture magiche e ten~- loro test11no01anza . a~-r1va che e la loro aperta polem1- sta mente come inscindibile c:ssimi complessi di frustra- gli anni estremi della ditta· d1 Lan~o.lfl nell uso. de!. mez- brose, con un. suo_ letterario altravc1·so lo sv?lgers1 Ime~- ca; tanto meno d~nque que- unilà di testo e di inter– zione del più sorprendent~ ! tuia tra Firenze e. la Val zl tec01c1, ma. ~ss.a1.PILI do- dandysmo e hbertmlsmo. re della fan.ta ~1~, senza r!- sto. può ac~ader~1. per. uno prelazione. L'opinione del dei suoi libri quello che si, Pa~ana. spesso tenuti a ba~- t~I?·. for~e, d1_ 1s~mt1ve pos- Si badi ~Ila composizione co_r~o a motivi mtellettual.1- scnttore car.1co d1 mtelhgen- Chapman. che ho sopra ri– intitola La .~nere du Peclieur, 1 te.simo, ? almeno a~ailall: s1b1ht? di espi ess10!1e, tradu- di qu.csto libro: anche se Il st1c1_ ~ svol~en~? tuttav1~ za che ne ripercorra voluta- ferito. dovrebbe essere una in tutte ma~uscole per attua- dalle pagme post-salariane di ceva in una poi.emica con la vecchio racconto lungo Le tutti I nuclei ptu profo~d1 men_tc la strada con U'1a buona ~aranzit1 a questo re un certo gioco di signifi- 1 Letteratura. guidate da .un e su~> provincia (che non due zitelle che pt ecede Ot- che precedono_ alla narraz10~ storta che ha tutta l'a1,ia di propositÒ cati. a seconda, 0 no._ della !sottile conoscitore e saggia- conc1deva ,necessariamente tav,o di Saini-Vincent non ne e la animano dal d1 un apologo. Al postutto que· C Ò·N . 11 PhT 8 presenza degli accenti. per tore di cose letterarie come con una cltla 0 con una re- manca di funrmbolismi e di dentro. sto giovane Ottavio che si o5ieN ~e~· 1 1~.d a r- re quelli di Jetteiatura 1ussa Il Landolfl potev~ d11s1 un tuttavia che ha scarsi 11fe- essa medesima per tanll,Tuttalp1u egh av1ebbe ac- FERDINANDO VIRDIA M. R Cli\lN°AGHl Quattro p esie diGior~io Viaol .. La finestra sul Lungotevere L'anima è ferma ancora alla ftncstra della casa ove nacqui sul Luna:otevere; non mura innanzi, ma gli alberi e il ftume e, lontano, l'azzurro dei colli d'Alba. Quelle finestre fanno ancora luce sui mlel pensieri d'ades&o; e, per poco ch'io mi raccolga, subito si formano intorno a mc quelle chiare pareti e gli alti specchi dove non a:iungcvo ancora e. vedere il mio vi.so , ma solo le nuvole ·e Il cielo. Quella camera è dentro me. indelebile e ogni notte vi torno ad abitare. E' buio, salgo e tentoni le .scale, le prime scale della mia vita; conto com• allora i gradini. .. Al terzo piano mi fermo Innanzi all'u.\Cio che ha il nome del padre sopra la t.arga lucente. Ho confusa coscienz.a che non abito ora più qui, che vi dorme altra aente, che v'entro come un ladro, o come tornano le ombre ai luoghi dove hanno viuuto. Ma il sogno m'apre quea'u6Cio e le alle porte mi schiude, gira le manialie bianche, tonde come uovi; mi riporta sui favolosi davanzali e, gole per me, di piena notte fa risora:ere sul Lungotevere il sole dei morti. II Inaicme con i miei cari eravamo affacciati alla f\.nea-tn alt.a, della cau &ul Lun1oteven dove ogni not~ tomo ad abitare. Ma la finestra era scesa quasi al piano terreno forse per il pe.so dea:li anni. In lagrime, vedevamo il viale ,;convolto dalla pio,gia, gli alberi distesi nel fango. Ma a un vento di ~rene che veniva dalla campa,illa la finestra nell'alto risall e sorrise l'argenteo viso del padre alla fresca luce dei monti che avevano il colore dei suoi occhi. - Senti, io dice,·o aJ pensier050, che bel vento ci viene da quei monti ? E' il vento che spazza !e nubi, il vento di e non ci pensare•! 1936-1955 Grido alla madre Madre. mia madre dove sei nel lontane ? Dove ti sei sperduta dopo la morte che più non mi mandi la tua imma&ine e deserti e neri sono i mie.i 1.ogni, ma meno della mia vita? Io ,;to quaggiù, lo vedi in quale. pericolo, io sono così poco difeso. stranì mostri mi fanno le cacce, girano intorno intorno alla poca rupe. Madre, se esistì ancora in qualche punto dell'universo, o sci tornata alla bontà indivisa. da cui ti staccasti nel nascere, oh, !ammì sentire diminuita la mia solitudine, schiariscimi gli occhi che ìo giunga a rivederti nell'alto del tuo sereno. invece di scorgere al tuo posto le ambigue larve che ti nascondono al figlio. Ve.ne.zia, l~l 1,'istante di pace Vivi, mio animo, questo momento dì pace che l'autunnale Perugia ancora ti dona; vivilo profondamente, aspiralo nel petto :iilatane l'angoscia dell'oppressione, gioiscine con armonia caima, conscio del raro equilibrio d'elementi di fuori e di dentro che rende possibile nel centro della tempest.a la breve s~ta dei venti e il placarsi degli uragani e l'occhio alto d'a.z.zurro fra le nuvole , ii d?ve penetra un raggio ftno a me. In altra età io m'adagiavo in vasti :izzonti di speranza senza con.fl.ni , 1uando così mi sfiorava una mano celeste: il dèsiderio varqi.va con ali d'impeto una certa inclinazione al- Alessandro Bonsanti, Landol- gione). sc.,rprese libertine e volter- Ottavio di Saint-Vincent presta al gioco della du- ;;~ , · d 1 · de \~ 1 ~ 11 · T I ney l'apologo illuminista, al rac- fl C ,senza dubbio l'cspressio- Che poi quella letteratura ri~me, basterebbe la storia nasce da occasioni del tutto chessa di Lzegherzostvo. che \\1 \\ar e .a n. homas conto volterriano. Beninteso ne di una cultura e di un ma udite, intri~ di surreali- della scimmia nel monaste- diverse e sembrerebbe che ha udito, non visto, dichiara- .olfe fu allie~'O c~el corso le chiavi di ogni. racc_onto,. e gusto :che si riannodano a s~o e di privat~ dem~~ism?, ro. il suo sacrilegi,} e la sua in questo raccont~ il Landol- re -a un suo corteggiatore, di i 1. dran,i~at_urgia .di George sarei per dire d1 ogm scrlt- fatti europei, ad un certo sia stata una delle p1u evi- condanna a mortc-, e ancor fi, abbandonançios1 solamente esser pronta, forse per noia, ~vce\V :ker (il famoso to di Landolfl (compresi tra clima I che proprio ,in quegli denti, reazioni alla grande più una certa sua prova ar- al gusto della narr&zione, ma -ancor più per un gioco e or shop,.). a_d I:ar-, es~i quelli critici nei quali anni trasferiva su .un piano noia ·italiana di quegli anni latamente sostenuta, lutto il abbia volutamenle lasciato della fantasia a elevare ~' 8 _1'~· ma ~a su~ aspirazione rivela un'estrema eleganza e neo•jll~minist8 e n1zionali- e saremm~ per dire çh tu.tti fondo, della storia, il suo in~ietro i tene?rosi e ~ngo- qµalcuno (e ... che so un gio- iniziale d1 seri.vere per il un'estrema capacita di pene- sta gh ult1m1 li~ultau del gli ~uyu, e cos3 che menta avvio stesso (e In uno sco- sc10si soltofond1 che ahmen- vane, un uomo disperato, a teatro s1 csau11 unfl volta ti azione, rn modo particola- sur;1e~l1smo In certo senso un al~ro discorso, un d1sco1so 11 ante qu;n llere d'una città I tano, 11 . suo funambolismo una condmone pa11 alla mia, fallito il tentativo. d1 farsi contemporanea, da farci pen- epigono del 1eal1smo magico Jlmenll con la letteratma ve1s1 scorante, al p11mo pia- centuato un suo volte111am- _ _ sare orma 1 che la pa1te d1 bontempelhano, o almeno un ve1a e ptopna Comunque la no d'una casa borghese vive- ..smo più formale, a volte, (contmua." pag. 2) (contmua a pag. 2) ~·-· -'-------------------.! ~,

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