la Fiera Letteraria - XIII - n. 15 - 13 aprile 1958

Domenica 13 aprile 1958 LA FIERA LETTERARIA Pag. 5 GALLERIA DEGLI ARTISTI ITALIANI CONTEMPORANEI * EMILIO GRECO * Emilio Greco nel suo studio Legittimo erede della classicità * di FOR'l'Uì\'A'l'O Hi!JLLOì\'ZI Le sculture di Emilio Gre– co sono concepite come og– getti otrerti alla luce conti– nuamente, cosi che questa le circuisca carezzevole e, si direbbe, possa levigarle co– me l'acqua di un fiume fa con le pietre. In questa Ideale tornitura che la luce effettua, le sta– tue e i ritratti dalle oadenze armoniose, dalle fuggevoli torsioni, dai tr,a,passi tanto impercettibili quanto avve– duti di socchiusi sguardi o di sfumate Increspature di labbt'<! o d1 appiattite mani che trovando alveo nelle curve del corpo da queste si rilevano appena col turgore di una pasta che lieviti, è da individuare lo stile dello scultore. H suo modo di tra– sfigurare la realtà in imma– gini di una estrema elegan– za, che non è però 'ricerca di una superficiale sugge– stione di partiti decorativi, ma è sentimento vivace della altissima dignità della per– sona umana, della sua orga– nica ma anche fragile bel– lezza neHa quale si riassu– mono. come sempre nei grandi artisti figurativi. le parvenze decorose dell'uni– verso. E nell'epoca presente, che per bisogno di evasione dal– la realtà, quindi per stan– chezza morale, per aspira– zione a sottrarsi alle respon– sabilità della vita, in que- ~A';t~giè t~tt~~.;°ved~h~olt~ plicarsi la disintegrazione e il dispregio delle forme naturali. sostituendosi l'oscu– rità e la complicazione alla chiarezza e semplicità che sono i carattrri distintivi della verità (come potrà mai essere oscura l'arte?) l'opera di Emilio Greco assume un particolare valore col suo affermare perentoriamente la Ubertà e l'!ndlvidualità della persona . Nata dal grande esempio di Arturo Martini, come tutta la valida scultura ita– liana di oggi, che così vivi e continui consensi raccoglie nel mondo lntiero (nè si pone mente abbastanza. ci sembra, nel gjudicare della arte contemporanea. a que– sto evidentissimo fatto: che la più alta espressione arti– stica attuale è proprio la scultura .figurativa italiana da Martini in poi) l'opera di Emilio Greco ha già da qualche anno il suo posto preciso nella storia del n~– stro tempo, nella storta dell'arte e non soltanto. ne~– la storia della cultura art1- sti~hi ha notato, per_ la « Grande Bagnante . v:;nci– trice del massimo premio ri: servato ai nostri scu1t<?n ne:J'ultlma Biennale vency,:a• na, che tale statua e ha golfi d'ombra che ne deriva– superato di molto la previ- no e gli scatti dei fianchi. sione degli esiti che sareb- o le torsioni quasi gotiche bero potuti derivare da una dei busti. e gli allungamenli estensione nelle dimensioni e le abbreviazioni espressio– monumenta!i di una sculturn nisliche di talune parti " che univa un intimo sicu- le ,ec!usioni dei corpi che rissimo sentimento dell'ar- tendono alla purezza del chitettura del1e !orme e sasso levigato (come nel degli spa~i,. e :insieme un_a '• Nudo accovacciato», di cui sorveghal1ss1ma, sempre a01- la pietra alla base si direb- :a~~~t:~~~u~!~fu~:i~t~~mdee'l}i be l'esp~nente sitlist'ico) e superficie modellata» (così C.L. Ragghianti in Sele-arte, IV, 24) forse non aveva co– noscenza aporo!ondlta del cammino della scultura mo– numentale di Greco, dalla • Pattinah'Uce » del 1947 al «Pinocchio» del 1955; peJ'– chè se è vero, ed è stato detto dal Ragghianti con finezza, che la scultura di Greco procede per modula– zioni ·sottili e controllate. non è meno vero che tale sensibile, ,anzi vibrante pro– cedere trova larghezza e si– curezza di applicazione per– fino nei piccoli bronzi oltre– chè nei ritratti: sicchè sta• tue d-i modeste proporzioni assumono gravità e ampiez– za monumentale; e ciò appunto perché l'eloquenza di Greco ha intima necessità di continuo periodo di lun– go respiro, la sua sintassi complessa (non complicata) che dispone, articola e con– clude le membra del dJscorso con calcolate cadenze, con disClplinata simmetria, con matematico rigo~. infine con pieno e dilettoso orna– mento. non ha meno piena coscienta che numero e ar– monia e graduato ordine di congiunzione e quant'altri sono strumenti adeguati dell'espressione prendono in– fuocata ragione d'esistenza e potere d: signi!ica.zione dalla ricchezza del sent;men– to, che è. come dicevamo in principio, sentimento del– la persona umana e dello adorno aspetto del mondo. In questo senso Emilio Greco è ered~ legittimo del– la classicità, cioè de 11 a trionfante razionalità, della organicità della forma, della 1egalità e dell'ordine, ossia di quella misura umana di cui parla Aristotele nella e Poetica,.. e sotto i'l cui segno sta la civiltà del Ri• nascimento. Inutile aggiun– ,E!'.ere.v!dentemente, che ere– de legittimo significa erede per qualità e indipendenza, senz,a richiami (•rud1tl Infatti la scultura di Gre– co è cosa assolutamente del tempo nostro e ..bas_tei·à o.s: s<'rvare gli impianti med1t1 così della statua ora citata come delle altre qui ripro– dotte dove nuove. perché :mprClntate ad una sensib)· J:tà nuova. sono le archi• tetture delle membra e i infine la cost-ante geome– trica che compone e controJ. !,a le forme giungendo ad un perfetto equilibrio di piani e di spazi Una riprova dell'interes~ profondo che questo atiista ha per l'uomo, della sua partecipazione totale ai per– sonaggi che crea e nei quali rispecchia con la propria la nostra umanità. è nell'acuta pen•·trazione dei caratteri quale si impone _evidentissi– ma nei r1traw, Nessuna indulgenza ad una psico!ogia esteriore. ma una carica interna di :ndi– vidualità, un;i: singo:arità, volta, di accent.i nel sigillo della bocca o nella svasa• tura di una guancia o nel– l'audace appiattimento di Concretezza i I una porz.ione frontale o nel• Ormae l'incisivo rilievo di u? r:ien– lo o nella resa quasi pitto– rica di uno sguardo pungen C'è Invece come nei r!trat-j Un percors'? limpido dal qua- te, E .come I.e.figure i.nle1:e, ti e nel rili~vi successivi. mo-! le _sc~tu~isce il c.ompiacl~to de- ! nudi. femmmil! se~uh o 1~ d II r h dopo il 1943 anno finirsi di uno stile plastico che atto d1 danza o ca.canti 11 el a 1 ~neEe To Greco ;i tra- tuttavia non vieta allo scultore p'ede sulla terra con la. f!e• ~f~ri~•~a 8 c R~~~a'.una corposità. il guar~arsi int?rno mcntr«: r'.'zza di una. Venere_ vitto- o icretezza formale c~e la nuove ncerche d1 forma e dt nosa. denunciano ogni volta. ~~id~r~ide porosa rende più ::r:ae:;~~~ebefil::i~fià~se:;ic~~ ~el~~1/;c~y;~~t~;~ 1 ed~e~:1~~ viC~ncrerezza che si definisce 1conducono al tragico realis~o una sen.~ualità c,omp:aciuta_. in architettura spa~iale della del Cavallo morente ed alla h- una glor:osa opu,enza a ~u, Danzatrice, .nella Ctclista, ne~,bera fantasia del Monumento un profilo cu~·vilineo agg;u· Lot1a1ore. Sculture nelle quah a Pinocchio ove da una torma ge talora il timbro patet.co l'aria che circola fra pian~ ~,arborea. incavata come un an- di un oenso so abb andono. piano fa respirare le immag1m. tico tronco d'olivo sboccia la cosi le tes.te accusano, ne;la di~:~o~~~~ù q:r~~~~e ~et~~~Tt: im~agine della Fata e del bu- rt~r:z~~a ~~~!crY!a~te qdi;~~ e fluide, nei nudi di donna co- rattino famoso. _ ci pare di ascoltare narrata me raccolti e chiusi nell'atte~- Anche questa - cd è ciò che dal girevole trapasso della giarsl delle iambe accavall~te conta - un'opera dl poei::la. :uce che qu'.etamente scri\r(', e delle braccia che ~·rn.crocia- (,, L'Arte Moderna, UTET, vo- sulle mosse suoerficìali, una d~· jl~e:~~~~~ s:fnm~~! d~ fui~;I lume Il). • storia pers.onale. t trattengono la luce. EJ\ULIO LAVAGNJNO FORTUNATO BELLONZI COì'll•EHMAD'UNA CONT1NUITA' * PEJVSOSA intelligente • • autocritica * di C. L. RAGGHIANTI Greco ha confermato superandola di moUo la pre– visione degli esiti che sarebbero potuti derivare da un'esten.sione delle dimensioni monumentali di una sculturn che univa un intimo sicurissimo sentimento deH'architettura delle forme e degli spazi, e insieme una sorvegtia.tissim.a, sempre animata e inquieta. e sottilmente palpitata oscillazione della superficie mo– dellata· Emilio Greco a Villa Massimo La. Grande bagnante, che ha esposto att'ulthna Biennal,e di Venezia, corona. questa fase di. matura– zione espansiva della sua personalità artistica, e pren– de degnamente posto accanto alle ninfe di Fontai– nebleau, alle nereidi dell' Ammannati, alle donne det CeUlni e det Giam.bologna. Ilmonumento allaiavola * di \TALEHIO M,\RIAì\'I H Tichiamo è qualitativo, per nulla. arclieotogico: dalla composi.zione stmttiva al plesso dei gesti, alla ineffabile caduta. delle spalle spioventi, a.Ua. moltipli– cata insinuazione vibrante delle visuali a giro, al mod.eUato di un'opulenza spietata e insieme dl un battito inquieto, questa scuL!ura è certo tra quelle che resteranno tra le più compiute det tempo. IL complesso delle opere esposte recapitola lo svi– luppo sempre più ampio della perso11alità dell'artista, che procede senza scarti, e senza incertezze, scavando con empito dominato da pensosa inteHigente autocri– tica dentro la fonte della. sua vita interiore. E' sintomatico che nel tezza. La prova di questo mendone singolare slancio. non ,appartengono !orse alla nostro tempo si vadano recuperato valore di auto- Come il Lorenzini ripensò !avola, come alla bella tavola moltiplican~o le mostre di nomia. d?lla fo,rma plastica alle sue mariuolerie di ra- ~rti~!ioa~pf:1~:f~neo d 1 ~f)3~~~ scultura ali aperto anche se non richiede, d altronde, al- gazzo compiute in lunghi .. , al severo collaudo tante la scultura moderna che pomeriggi nel favoloso giar- ninG1,· . . resunte sculture perdano essa giunga agli arabeschi . . . ,. . 1acche la scultura cosi Ne deriva un'immagine che può assumere una gamma diversa e profonda di movimento sentimen– tale, legata In uno stile continuo e soggettivo come pochi nella 11ostra scultura contemporanea. eita e sostanza: le forme bizzarri dell'astrattismo, va- dmo di .Collod:. ~ove 1. 1?tn- com~ g~nialment~ l~ha idea. plastiche attuali. infatti, nificandosi nel nulla. co degh. a~ben, 11 lab1~10to, ta l artista !lon e. 1 1 mon~– tendono a semplificarsi e Proprio queste considera- le stranissime, spettrali ra- mento a Pmocoh10. ma 1~ ad evitare il pittoricismo zioni sorgono spontanee dici di bosso e l'improvvi- e ~onur:1ento alla favola. d1 intimista delle penombre quando contempliamo, dal sa apparizione delle statue ~mo_c~h10 >. Il suo preciso degli ambienti chiuSi. Le vero .. il mo~ument.o a Pi- settecentesche ebbero cerfo sigl"!ificato compo:ta la ne– masse. geometrizzate, tese nocchio cosi felicemente grande efficacia nell'inven- gazione ~ella .st atica. e com– i~ ogni direz!one investono er~~to nel giardin~ dedicato zione delle avventure di Pi- :i~~;i~t~v~ ~~ir:g~aeta d~~ I atmosfera circostante ma, all immortale marionetta, a nocchio cosi volentieri si · d 11' · CARLO L. RAGGHIANTI nello stesso tempo, si inten- Collodi. Discutemmo a lun- imm~ ~a eh Emili Gr _ peggio 1,. ! autor~, per r1a:- I.. ___________________ _, si!icano nella loro assolu- go. sul bozzetto, che ha da- g . . e. . 0 e sumer 1, mvece, m una v1- to luogo a tante ipolemiche co, la cui 1sp1raz1?ne sem- ce.nda che, per essere pl~– e per quanto si, cercasse di bra attratta dal mito e dal- st1ca .. non è per q':1esto me– immaginare gli ef,fetti della la favola, abbia a suo mo- no libera e poetica dello scultura eseguita in grande do fantasticato intorno a stesso . mondo creato dal e collocata a suo luogo. re- quello stesso mondo arbo- Collod1. stav.ano alcuni punti di in- reo faèendò nascere da un . Con:ie in un racconto. c'è, certezza che impedivano di vecchio tronco patriarcale. mfattJ, una progressione valutarlo nel suo reale si- forato e contorto, la su:i. ~Ponta~ea che, dalla bas~ ~:~tca~~-e 0 ;~~~te co~:~~~i:,rze~ e avventura> plastica. . ~;~~~~\ 11: ~:;r~or;i~i: si sono annullate di fronte Nel monumento a Pmoc- defm1rs1 in 1mmagm1 sgu– all'opera. così com'è, nel suo chio, infatti, è prepotente il sci~te dalla stessa materia: dispiegarsi nascendo dal senso della favola: i prota- e 1 effetto è ottenuto usan– verde vivo del prato fino gonisti v i sono immersi e la do la massa del bronzo co– a profilarsi contro le lon- rivivo.no in una sintesi fe- me d.eterminazione di u~ tane masse d'alberi e la dol- lice. le forme si snodano e amb1ent~ > . nel quale 1 ce linea dei_ colli.. Ed è con l'una nell'altra in un intrec- pers~mag~1 vivono nella lo- tanto maggiore piacere che . h . 1 d ro hberta. m·avviene di sciogliere que- cio c e n~ e ~ e nascon e Quale pesante struttura ste lievi reticenze in quan- ! ?rotag.om ~ll. m~ que st ~ avrebbe assunto la• compo– to. se non m'inganno. fui tra mti ma vital ità, cosi come e sizione se le forme plasti. i primissimi ad accol',l!er- nata dalla natura, aveva bi- che non fossero state alleg– mi. in un tempo assai !on- sogno di tornare alla natu- gerite e traforate come in tano, della jlenialità auten- ra stessa interpretandone i un ra'Pido e nervoso disc– tica di Emilio Greco in una misteriosi impulsi. gno. tracciato nello spazio. sua mostra romana tenuta Di qui la possibilità di gi- inyec~ che s_ul candido ~o– in una piccola galleria ora rare attorno al mo.numento ~:~0 ;! in un ideale e ca,pnc. scomparsa. dove espose fra senza poter cogliere un l'altro alcune terrecotte di punto solo di sta.nche~za. nel br~ze;,tauna a,;:;~~t~;;to. nnoe~ p.unge.nte e. n.uova c.aratle~ fervore che tutto I antma. ristagna in uno sta m p 0 nzzaz1one 1sp1rate a1 volti Quale altro tema. del resto. massiccio O falsamente pit– espressivi e asciutti dei avrebbe potuto meglio es- toresco, ostile alla gioiosa contadini della sua Sicilia. sere interpretato da una natura circostante, idolo Ciò che lasciava pel'plessi plastica cosi mossa. essen- vietato ai ragazzi che fol– nel bozzetto. il suo svolgersi zialmente e scattante, così leggiano sul prato. o curio– a spirale in un ritmo di pie- piena di sorprese e di al- s~mente seguo~o gli ~piso: n<i e di vuoti fantasiosi, ri- lusioni? L'incontro del Bu. di d.e 1. Burat! 1~0 nei bei ~~,Jt~ _invece nel suo esatto rattino ~on la F~ta, il si- ;~s~\~!e dne~ 11 ;1~~~~os~efl~!~~ s1gn1flcato scultoreo nel nuoso sviluppo de1 loro cor. tà d'un ,ambiente ecceziona– bronzo. che sembra rìacqui- pi nell'aria, quelle linee le. legittima· protagonista di stare la sua fJuidità imbri- falcate. appuntite, sollecita- un mondo di pura fantasia. Emilio Greco: Grande nudo particolart (Coli, Schratl Zurigo~ gliando lo spazio e assu- trici di i<lee e di emozioni, VALERIO MARIANI A'J"J'l,\TGE CQ,\T JlEHVORE 1I 1 1 ERITA' 11117 TICIIE 1HA PERE1\Ti\fE11fE1\TTE l'IJ!E * IL PIU' PREZIOSO PEGNO DI SPERANZA E' piuttosto raro che le dichiarazioni programmatiche, gli scritti polemici e persino i manifesti con cui taluni artisti, o gruppi di artisti, intendono legittimare le loro ricerche ed esperienze, se pur sono di indubbio interesse per la storia della cultura, ci forniscano la chiave per pene– trare i più intimi motivi del loro creare; e questo non solo perché le opere dei ver! artisti sogliono essere generalmente .assai superiori, e talvolta persin preterinten– zionali, alle estetiche. che essi dicono di profei::sare, ma anche perché queste pro– cedono da situazioni storiche contingenti e limitate, che possono riflettersi solo su alcuni, e parziali, aspetti della loro pro– duzione. Ben diverso valore hanno invece - ,a mio avviso - I diari, le confessioni, i ricordi autobiografici quando intendono flssare o documentare, con assoluta sin– cel'ità e senza ambizioni critiche, delle semplici vicende umane: è difficile infatti che non contengano qualche notizia si– gnificativa, qualche accenno prezioso, qualche indizio rivelatore della più vera personalità dell'artista. Nemmeno ai più poveri. ai più schematici tra siffatti do– cumenti è lecito negare una certa uti– lità: e tra i u casi limite 11 si potrebbe ci– tare ad esempio lo squallidò diario del Pontor,.o, che ci aiuta a comprendere * tli LLVZO CABLI quel che di stranito, malinconico e feb– brile sentiamo affiorare nella pittura di quest'uomo ipocondriaco, malazzato e terribilmente solitario. Emilio Greco, alla cui cultura ed alla cui sensibilità non fanno d.;1vvero difetto i requisiti ad un sicuro intendimento dei fatti dell'arte, che per le particolari qua– lità ciel suo ingegno chiaro e Versatile sa– rebbe in grado di testimoniare critica– mente del propt·io Lavoro e delle più vive e dibattute esperienze della scultura del nostro tempo in mode, singolarmente sug– gestivo ed eloquente, è sempre stato alie– no do! tarsi critico o difensore di se me– desimo, dal parlare di sé. dal farsi inter– vistare. Non lo ha fatto - ch'io sappia - nemmeno quando più infl.3mmate. e per– sino iraconde, divamparono le polemiche intorno al suo monumento a Pinocchio: L'unica opera che in questi ultimi decenni sia riuscita a riscuotere i più vasti strati dell'opinione pubblica italiana dal suo, ormai trisbamente tradizionale, disinteress-e per le cose dell'arte. E quando, nove anni fa, a corredo di un bel saggio monogra– flco dedicatogli da Fortunato Bellonzi e pubblicato dull'editore De Luca, il Greco venne richiesto di •< far sentire la su.a voce n, scrisse quattro colorite e garba– tissime paginette autobiografiche, ma che con }a sculiura e coll'arte, apparentemente, hanno poco o niente a che ,•edere. Sono infatti una rievocazione commossa e ric– ca dì gustosi parLicolari dei più remoti anni dell'infanzia e della prima giovinez– za dell'artista, che però termina, e quasi s'interrompe bruscamente (io penso, più per pudore che per una sorta di r,affina– tissima civiUeria) con l'ammissione di questi all'Accademia di Belle Arti: pro– prio nel momento in cui, da esecutore di monumenti runerad (tale fu infatti l'ini– ziale tirocinio dell'artista, che aveva avu– to come primo maestro un barbiere di– lettante di pittura), il Greco comincia a diventare scultore. li più remoto ricordo del Greco è quel– lo di certi <( grappoli enormi di uva ne– ra)) che pendevano da un pergolato da– vanti alla casa dove nacque e dove stette fino ai tre anni d'età: di quella casa egli non ricorda altro. Trasferitosi in un'altra oasa, il Greco c'informa che questa si tro· vava, a Catania, di fronte ad un teatro dove si rappresentava la • Opera dei Pu– pi >1, di cui ricorda {< i cartelloni violenti di sfide famose n che egli, bimbetto, s'in– gegnava di disegnare coi calcinacci sul lastrico del cortile. Ma in quella strada abitavano anche certe donne - jimmini tinti - che non si dovevano nemmeno guardare: e il Greco ci racconta come una volt.a s'avventurasse. per riprendere un passero fuggitogli, in casa di quelle don– ne, e come rimanesse colpito dalla loro ridente dolcezza. Una di esse gli restituì il passerotto: « i suoi occhi erano belli - aggiunge il Greco - e li ricordo per la tenerezza e lo stupore che mi riempirono l'animo mentre mi aspettavo di trovare chi sa quali f.acce cattive )J. Giovani donne ridenti, svelte mario– nette e grappoli enormi d'uva! Non occor– re dav,·ero molto acume per accorgersi che queste figure, queste immagini di una infanzia remotissima (e, si badi bene, so– no le sole che il Greco sia stato capace di ricuper,are, o che abbia ritenuto che valesse la pena di evocare) seguitano an– cora oggi ad alimentare sel!:'retamente la {antasia e la sensibilità dell'artista d'ogei, fanno p.3.rte del suo mondo poetico. Quan– do Emilio, nel 1949, si rivedeva bambino intento ad ammirare e a tentar di dise– gnare i H cari pupi>•, era ben lungi dal prevedere che un giorno avrebbe creato un bellissimo monumento al più famoso (< pupo ,1 del mondo, al più illustre ed amato personaggio fatto, come quelli, di legno e di carta: e se già aveva modellato la gaia Ragazza in bicictet.ta, la svelta Pattinatrice ed altre gentilissi me imma-

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