la Fiera Letteraria - XIII - n. 12 - 23 marzo 1958

Pag. 4 POESIE di Alberto Frattini Latoniie Pietosamente la roccia brulica d'occhi, 6'inrendia di gemiti. Ombra e polvere insegue smarrUo il cuore, come in urna senza tempo. L'odio aggredisce .il calcare, si spalanca alla morte la voragine (orrenda è la giungla degli eroi). Llevissimo azzurro è lo spazio, e qui non restia che un incubo d'agonie: sortilegio e terrore: in occhi che videro Jl puro cielo dell'Ellade, in bocche ohe lessero l'universo nel chiaro idioma d'Omero. Morte è freschezza, quiete, o un sogno rigato da un urlo: qui ormai non resta eh-e pietra e pietà, una voce Che torna e va, cieca e lieve, com'onda chiusa nei labirinti dell'Eterno. (1956) A 1·ia e sogno At'lgento e piombo è nel cuore del Sulcis, terra selvaggia. A S. Antioco dei Sardi vita e morte 5ono un groviglio. Si nasce in antiohi sepolcri, si muore nell'acqua nel vento. Tu che danzi nulla sai, !or.se, di tua gente, sull'etrusco mare. Ma nel passo hai il freschissimo brio del flautista leggero sul tufo del tenebroso ipogeo. La rossa aragosta ti briHa sulle labbra: capriccio d'onda H tuo sangue. E hon sei che aria e sogno, follia d'attesa, orgoglio e tristezza. Sei tutto questo, fanciulla, mesa in quelle tue vesti smaglianti, festa di sguardi. Sulle bianche ossa dei punici su un riso argenteo di reti da una polvere di millenni sei fiorita. (1Wi6) Quando un atollo sc01npare Quando un atollo scompare in una nuvola bianca e più nulla ,poi ne sa il mare (ma ,piagata sarà là carne dei pescatori lontani, stm>iti su placide giunche) ben poco mi sento regale nella mia specie. Le cose che tocco, testimoni del mio transito, potenze ostili in gI'Sdevoli fornne? Sconfitti i sensi, nel vergine quadro di un reinventato universo? Tre dimensioni non bastano tempo e spazio sempre più si divorano, i missili cercano prede. (Qualcuno diee che ,giamo appena una muffa del verde-azzurro globo: perniciosa alquanto, se inci'de trafora distrugge; un',antiica dotti<ssima muffa, illusa di perforare il mistero). Ma io non ml sento regale se annunciano ancora esplosionj - Jn aria, sottenra, sott'acqua razzi multipli, bombe « pulite i&, nuovi giochi tremendi con l'atomo. Nella goccia di fango come nelle m1rJadi di sol! l'Eterno ha 11 suo cuore e chiede ascolto. (1957) Senza uniiltà, nei celesti silenzi Sincrotrone. automation, « onesto John », novità allegre come una caramb61a fiorita sopra i funghi delle atomiche. Fra cento e un anno sarà l'hobby in voga fare una scampagnata nella luna. Ma già la terra scotta, è fango e fuoco, ossa d'inermi e sangue. d'ingiustizia impastano la oreta per .i templi degli idoli. Promettono i sacri Libri scol"J)ioni vipere e locuste iper il giorno dell'ira. E noi distrntti progettiamo minuscoli satelliti. « Enel"gia di tegame»: che stupendo incontro fra protoni, e particelle alfa, che giri di walser nel cuore della materia viva, che tremenda simbiosi tra i ve.,Jeni della terra. Centrc è il vertice e ogni angolo è tangente sull'infinito. L'occhio legge i suon~ odi i colori il sangue, aumenta l'incubo del mistero. castigo della mente LA FIERA LETTERARIA * a ~ ---·-- \.ìt. -~ "l ' - :_.:..- Luigi Darto1inl: Gondole UN' ANTOLOGJA ESEMPLARE DELLA LIRICA GRECA * '' Arodafnusa,, di Bruno Lavagnini * lii CARLO PICCHIO .,. Arodafnusa • è, in grPco, giungono, si può dire, fino ad glorioso e sonoro inno ufficia- cuore del popo\o. con ma~- ed ai pregi di. Questo volum~ l'oleandro, respiro di Afmdite, oggi e hanno un comune ca- le. Ma, do·po quesw. generosa chi.e. ora sfumate ed _ora. vi- che gi~ ha avuto. nu~erolll legato alla -miracolosa tradizio- rattere il quale consente di fiammata, i tenaci ., Sofolojo- stose, di colore, per not, onen- co~senu e, col premio di ., S~– ne cipriota deU'Anadiomene di comporle in oTganica unltd so- tati •, o baTbassori piiristi, tale, e con quella _salmast,:a lezion~ Marzotto •. una me_n– Pafo. n nome, peraltro, non è sta·nzialmente costituito dal ri- riacquistarono le posizioni per- oura mariM che rievoca il tata ncompe!1"5a e segnalazto– stato scelto come titolo della soluto ritorno aUa lingua ed dute: la poesia ridivent<., m1a paesaggio ionico ed egeo dalle ne. ., Antologi.a,. fa pensare ad Antologia Neogreca di Bruno alla diretta ispirazione popola- esercitazione erudito •? la ltn- luci abbaglianti e dalle onde una rac;olta net!~ quale l'ope– Lavag,iini (Aroda!nusa. Ediz. Te. in senso lato, dopo un cin- gua tornò ad euen la polita meravigliosamente azzurT..e e r~ dell autor~ sia soprattutto dell'Istituto Italian-0 di Atene, quanrennio di eserclta2ioni ed arcaica . Katluirévusa ., irrequiete. ! poeti sono, n.atu- ~i scelta ~ ~t proporzione Ma 1957) quale espressione di con- erudite, quasi tutte artistica- strumento d'innumeTevoli canti ralmente, .ii diversa statura. ti Lavagrum ha fatto ben al– senso aUe aspirazioni deU'tsola mente mediocri e spiritualmen- mediocri sui quali soltanto seµ- Vi ]randeggiano artisti c~me tro. Ha composto p~, ei~c_un ansiosa e dell'ansiosa madre- te sterili. pe ifmalza 7 si la Urica di un Costi., Palamàs, già conoscmto p_oet~ uru- . ~te. tllustrattva patria. Lo stesso Lavagnini ci lii dramma cu.lturale della poeta veramente notevole: De- iii Italia peT merito del com- hmptda e ~ns1eme profonda, dà, per l'esattezza. Tagione di Grecia nuova è ben noto. 11- metrio Pa-parrigopulo. pianto Vincenzo Biagi, .:he fu che, con sicurezza rusoluta. questo titolo, ricordando, nella lustrata e insieme oppressa li predominio della Katba- docente aU-Uni.veTsità di Ate- tocca ogni ~ol~ il punto giu– .ma prefazione, un suo prece- dallo splendore del suo tonta- ré-vusa cessò verso iL 1880 ne. come Paolo Nirvanas (pseu- sto e mette in luce tutte e sole dente studio, del 1942, sulle no passato, la nazione ellenica quando, per merito di Costls doni.mo di Pietro Apostolidis), le note essenziali, e _poi, col fonti emdite della Pisanclia si è lungamente irrigidita nel Palamà.s, la poesia greca Ti- come Niko Kazantzakis, Tecen- testo greco a fronte. c, ha da– dannun.ziana. Questo richiamo, culto della sua tradizione e del- tornò sulla via segnata dal temente scompaTso, scrittore di to centoventisei ver.,ioni che, del resto, non esclude la realtà la sua classica lingua, creando Solomòs. E dal Palamds (1859- fama eiiTopea, e come il vi- con la sicu.ra coscienza di chi delle simpatie deU'autore per i una poesia la quale non sape- 1943) prende le mosse l'Aro- vente Gio·rgio Atnands (G. ben conosce le dif/icoltd e il patrioti. di Cipro, che egli aper- va né poteva direttamente ac- dafnusa del Lavagn.1m, e/te si. Ahanasiadis Nova.3) Accademi- tormento del tradurre, e . so– tamente conferma al tenn,ne costaTSi al cuore e aU<J mente chi11de co1i due liriclie della co di Grecia, in politica depu- prattutto del tradurre poetica– deUa prefaztone stessa del popolo J;ler attingere dn mistica Melissanthi, pseudoni- iato e ministro, ma in poesia mente. non esitiamo a giudica. L'Antologia, che ci presenta questo gt'impulsi. e i motivi mo della vivente Ebe I{uja limpido interprete di una vita re mirabili. il fiore della ·lirica greca del più vitali. Ska,tdalaki. Tr-a questi due no- un po' chlusa e provinciale e Lo lta soccorso certo la se.ssantennio compreso tra ii Lo spirito della grande ri- mi so,io compresi altri trenta del costumi caratteristici e caratteristica rispondenza del 1880 ed il 1940, è così ben voluzione greca doveva insor- poeti, e la raccolta abbraccia della mentaliLd del suo popol~. pen.sìeTo e della frase neo– riU.'lcita e Tacchiude tanto gere anche contro questa ten- ce,itoventisei liriche che basta- E, intorno a questi maggior,, elte-nici al nostro pensiero ed splendore di poesia. tanto ca- de-nza e sorse cosi, appunto no a dare anche ai non ini- un drappello di Uri.ci di vario al nostro fraseggiare; ma so– lore d'interpretazione e tanto verso it 1821, una scuola glo• ziati u11a e/tiara visione di un temperamento, al.'tari a volte prattutto, con la perfetta co– acume di critica che non esi- vane, capeggiata da Dionisios sessantennio dt poesia, nel qua- come ti Conte Marino Sigitro, noscenza della lingua areca, gli tiamo a crede1'1a il miglior la- Solomòs (della cui morte è le si avvicet1dano temi eroici melanconici come Costas Ura- lia giovato il dominio pieno del voro di q1iesto valoToso scrit- stato Tecentemente commemo- e patriotttci, familiari ed agre- nis, romantici come Napoleone linguaggio poetico italiano. l tore e filologo nostro, Teggente rato iL centenario) che risolu- stl, misticismo e contemplazi.o- Lapatrioti.s, amabili come Spi- suol esametri, che hanno spes– dell'Istituto Italimto d'Atene, il tamente introdusse gli impulsi ne della. 11at11Ta, i1npressioni di ro Panatojopulos, e donne ap- so il vigore dei modelli car– quale ci ha pur dato, finora, e il linguaggio del popolo in viaggio ed analisi. psicologtche: passionate come la Theoni ducciani, ma ogni volta si pie– non pochi saggi e studi di gra1i una poe.5ia divenuta finalmen- i. motivi, insomma, della lirica Dmcopùht (Mirthiotissa) e ga,10 alla legge del testo e so– pregio e una buona Storia te nazionale. Fu quello iJ tem- universale, ma trattati sempre Marta Polidiui. e desolate co- no, come quetlo, ora fluidi ed della Letteratura neaellenica. po n.el quale gli stessi canti co,i genuino spirito ellenico, me la Meltssanthi·. ora volutamente esitanti, si a/- Le liri.che Taccolte net vol11• dei Cle!ti, gJ.'i11sort-f della mon- con la passione nazionale sem- Ma la designazione 1 Anto- fiancano a metri più snclti, ad me appartengono a due gene- tagna, entrarono nella lettera- pre ardente sul fondo classico logia• è di troppo inferiore endecnsillabi spieganti l'intera razioni di poeti moderni che tura e la Grecia ebbe U suo elle sopravvive be,l saldo nel alla natura., alle caratteristiche opulenta varietà di questo no– NEGLI "ZECCHINI D'OR,O,, * DI BINO REBELLATO (JJELO SUI. VETRI * di GIULIO ALESSl stro classico verso, ad ottonari piacevolmente monotoni, a set– tenari or frettolosi or pacati e a ta11ti altri ritmi. semplici o complessi. daU'uno all'altTO dei. quali l'interprete trascor– re agile e pronto, costante– mente serbando il tono e il passo de!l'originale. Molte volte ci siamo ripetuti la domanda se sia davvero possibile tr<1durre poeticamen– te da idiomi stranieri, e la domanda. genericamentE. pro– posta. non ha cessato di tra– vagliarci. Ma per la poesia neogreca la risposta può esse– Drammahca, nell'intento dt 6ommessi non danoo !orse la do Balduino. il più imz1ano ni trad1zlonaH non sente affat- re senz'altro affermativa: quan– spezzare le catene della trad1· sensaz,one d1 trovarci proprio Luciano De G1ovanm, nato nel to certe occasioni dolciastre do - s'intende _ u traduttore z1one e _d1 affermi.re 1 ,1uov1 di fronte a quello che noi co- "22. risiede a Sanremo e fa lo che rendono illeggibili certe abbia tutte le Tare quahtà di Domenica 23 marzo 1958 POESIE diLiviaDeStefani DIARIO INGLESE Lond1•a A milioni, puntelli. ai greve cielo ca.dente, i comignoli. Dolcemente la. folla TusceUa per le qole della Sotterranea. I garofani Toni aul petto degli uomini stridono /i.no a nottt? TOS.,i canti d'esi.Uo. Trasmigrano, a frotte, i e bus • corallini. Platani e ippocastani dormono aftacclati sui fiumi di asfalto dove scOTTOno ruote. E sui laghi d'erba gaUeggiano silenziosi bambini. \l'indso1• La casa di Falatatf ha occhi piombati che prestano agU uomini e ai prati lento muovere d'onde e gioco di l!lcaccht. Nette alte fronde dei neri colbacchi dormono i cervelLt deUa. GuaTdia Reale. Contempla il Castello l'inerte campagna distesa sicura ai piedi dei vecchi Leoni. La Torre sa che se dura il lor sacro apparire, è segno che l'Isola, ancora, si fa adulta nel mare. Battersea Park Sapore di domenica. inglese net Battersea PaTk. Sapore di acqua bevuta senza sete. L 0 orologio delta e Guiness • ogni Qttarto d'ora invita la noia per uno scelUno aL girotondo con la malinconia. Adunanze di fiori senza profumo attendono quieti di 11ascere e morire nelle proprie stagioni. I grassi piccioni, i passeri pigri, sono pTigionieri del cibo che Teca.no gli uomini. Nel grigio laghetto le barche corrono senza. vento la breve avventura di elettriche arche in ciii si rifugia l'antica iltusione di scampo. Pc1· il ToD1ig1, da G1·ce1nvich a Londra Nere bocche dei bacini, irte zampe dei moli: avidi insetti cui una vena d'acqua reca per chiatte e ventri di vapori continuo nutrimento. GTasso fumo discende ad oscuTare i cigni sparsi come rotti jiori lungo i labbri del fiume dove il fango è guanciale a.He piume staccate ed ano spento sguaTdo dei cocci. Beccano infaticabili grue il cibo pei e doks ». Bocconi avvolti di canapa, misteriosi bocconi oscillanti nel cielo. Jt London Bridge è sipario ad altro mondo datle stesse Tive. In Corno,•aglia H m.are~e, ~a.to fta . le r.,ieghe dei monti come oro sepotto, si Tivela d1 ferro al suo stento appariTe lei dove i grigi occhi dette scogliere vanamente si volgono al ì\Ie.zzogiorno. Stridono i gabbiani ctentro garze di nebbia che assorbono i gridi dall'aria ferita. E gLi uomini salgono sutle scogliere in cerca dell'orizzonte. LIVIA DE STEFASI senza umiltà nei celesti silenzi. Televisione ~~~~~nu~\;.i;;';i~~~e es!!~~•a~fO mÙ)~";,~~i:m'!;~~!mdoisla~~:~~a~! ~t~~l~~~o~ ~foR~~~Jfat~\~;~) ~~~si!!:i~io~iUr~ae~!s:t~riJ~a~ cui Bruno Lavag,iini dà prova. i~ii 6 ~~/ain~~~~ìaui~io~~n"ear~t f:~a:~~~ 1 Bildu~~~r~a 6 ~~i:!t :~t~t~~~~:~~~~o v~~~i ;~; :un~= ~~~~\~~tt~i 1:ft~~: ~~~~~~~ CARLO PICCHIO L- ___________________ J valore, Armando Balduino stere il canto nell'espressione blicati sul Ponte, su Lettera- per momento nel rivelaroi di {ventannl) rimanere fedele in di una religiosità rettilinea ed tura e Questioni con una pre- una continua crocifissione del questo suo Cielo sui. vetri intensa. Sarà i.n lui un modo sentazione di Carlo Betocchi, cristiano (o del poeta cristia– C« Zecchini d'oro,. di Bi,10 Re- di amare l'umanità; e la sensi- tuttora validissima. specie I\OL Questa esperienza lo por– bellato 1957) a un"idea tradi- bilità genuina del ventenne si quando fa notare il commento ta a una sua ironia e a una zionale della poèsia pure cer- proietterà verso sensi di pace alla vita interiore, il commen- sua polemica che talvolta gli cando soluzioni formali in cui e di armonia. Saranno momto.1- fo sommesso che il De Giovan. suggerisce a voce spiegata si racchiude già molto di più ti della vita comune, momenti oi fa al colloquio continuo con umanissime verità come l'as– della dellcata eperanza di una di eolitudlne e di spontaneo l'Altro da sè. Noi non faremo senza della gratitudine. personalità nuova, fatta di raccoglimento a suggerire la il solito retorico colore, non n mio, lì nella culla, I viaggiatori al bar distratti guardano il teleschermo, nel brusio che il sibilo improvviso d'un treno rompe. Lento tarlo è il tempo che scocca sul quadrante, e tutto sembra un filiioM1e gioco di banchi e neri, un flusso indi!!erente di corpi e d'ombre. Ma se ascolto Il vento si sotiprende la notte in una fresca rete di sogni. Cade ogni frontiera al posS'lbile, l'etere è il respiro d"un dio felice nello spazio vivo. (1957) ALBERTO FRATTINI i :i ,,, ~ "--. . . ... ~ -, ' "" Alberto Frallini col poeta Vincenzo Cardarelli schietta innocenza e umanissi- comunicazione attraverso la dlmoetreremo alcuno stupore dorme gonfi.o di latte, mi impulsi. Dovremo leggere parola· per questo stagnino che si di- il destino e gli eventi come se Quasimodo aion avesse mostra poeta valido e gentile ancora non l'hanno destato. 1 pronunclato il suo Discori;o Cielo cttc ca,ua in quanto vorremmo che i De deremo che la presenza di w1a l'uomo più solo na poetica fossero moltissimi (vatta sulla poe.,ia; e allora compren. e fa cantare Giovanni, i popolani daJla ve-1 Un giorno si metterà la cra- vocazione può trovare condi- fì.no ad etern~ spazi, e non mosche bianche. Ci limi- frettoloso ~~ 0 n~~ :r:~~;s~el ese~;~!~ 1 ~l~gi~~ ~elf:i;~~oe~::~ opaca. !~~c~c~e~1t~~~ir: /.t rf:os:à 1 aà 1i~ I ~i:~t;;;d~ 1 f~ 0 ;~~~/utti - co delle vecchie città di pro- E' in me una forza tanamente la Dicklnson, il pri- vlncla, lontano da ogni 5enti- che salva i frutti marci mo Soffici e Rcbora, con una Nella Ji,iea di un legame dia- mento di ribellione. sulla scia e libera la Tosa religiosità del tutto personale, logico con Dio. in cui si rac- della moraHtà più rettilinea e dalle spine verdi rapportata saggiamlè•1te-alla vi- chiude il significato della vita comune. fra dolcezze e soffe- e odora e parla visioni im- I.a quotidiana, inevitabile ter- umana, il De Giòvannl rag- renze lievi e raccolte. (-mense. mine di paragone: giunge una Intensità anche mc. Lo stesso rcalismn misurato Libero l'occhio d'ogni pianto, Iodica veramente suggestiva e che ora pare eliminare ogni bianco si pecchia Trascino il peso delle amari- drammatica. Il tessuto lirico colore e lmmagi•le. ora popo- nel tuo mare a sera, (tudini avrà !"apparenza della sponta- larsi di evaneficenze (costituen- libero H cuore se ne fugge net tremotio delle pozzangh.eTe. ncità; ma il pensiero, con i do l'appoggio per una detenni- o si sofferma calmo Mi regge Gesù il Signore suol limili, ne sarà il fondo nata cadenza della voce e per aUa parola amica. mio fratello maggiore. esplicito. La conceziol1e dello una intensità particolare).dirà esilio in terra (vera. e unica che per Balduino Io scrivere è Si tratta di un linguaggio In- Ogni problema dell'esistenza forse, espre56ione unitaria di quasi un atto di meditazione e dubblamente felice, ad aJto li- viene trasferito dal De Giovan- una poesia •!ristiana) di una preghiera, e che la sua cspres- vello e di rara efficacia pro- ni In un_a sfera di valori ul- realtà quotidiana fatta poesia, slone h.3 bi60gno deUa sempli- prio per la semplicità e la mo- traterrem: la sua dipendenza avrà espressioni profonde e ac- cltà più sommessa e meno ri- destla che lo domina: dall'Eterno è u,i'esperienza, è centl dolorosi: ma dal dolore levata. Le figure della vita e un rapporto continuo dell'in- si svilupperanno valori univer- i fatti che accadono intorno. Quando questa ignota voce telligenza e del sentimento che sali, sentitl in modo addirit- naturalmente. lascir•10 il segno che i1i me sommcua piange, traluce vivacissimo nella pa- tura panico. e perfino parados. anche nel discorso dl. questo a poco a poco si sard. Quetata, rola: una parola - visione, una sale: ~iovane vicentino; ma con la di te non Testerà che un sogno, parola - confronto che si spie- tendenza a tra6formars! in dol- un mito, una stagione caTa ga semplice, affettuosa e scer- ei e sofferte mi?morie. in alti e rimarrà nelt'alba na, ma trasfigurata e illumina- e insollli sogni. Del resto. il tuo volto di sole ta da un'lnquietudine umana quando noi pronunciamo la pa- . . . . che è a,1sla di cielo: rola «poesia.. neUa nosira Io rwedrò net tuot occht .. routi,1e» quotidiana. non pen- la luce d'un tempo chiaro, Io mi trascino .,iamo a una carica d'affetto. a ma non avrò tristezza veTSo i miei peccati. di ieri. Di te ci. hai solo svelato una furiosa vita. E la morte, desolata speranza un sentimento armonioso, con- più profonda. e il mio avvenire di peccato Ma ciò che più colpisce nel dizionato da un gesto di ,e:en- mi segue. De ,Giovanni è la tensione del !~~esz:.aa:au~; ft,~is~!g~t~s~1~: 1-a~::~fo~~et~ji b~~~ruas~!iaJi ~~mp~;~a~co 0 rto ~!~~~~~izzi~ r~ui:~iatf~ 0 .. è ~~ nlanza d'amore? ietteratura questo vicentino figlio di terra mondo delle idee della ..cosa ce;tl 1 \::~~tcij~ ~~OBa~~r~dgrsi ~~ 1 ~ierv~ed:1 ~~ti i~~;r:tdae z!~ /ratell-0. . . ~:~u!~ -~~:i~::~~o i~J.m::n~t nel silenzio. il suo gusto delle nella a Fogazzaro, giù giù fino N~l linguaggio di De Giovan- to che sappia realizzarsi poeti– tinte smorte, !a prese,1za di al contemporaneo Nogara e nl e è però anche un aspetto camente partecipando della ~i~t~~~lasu~~I: t~:;~ldi ~~ ~~~~ ~rl~ a~màc~~goannoera~•lo la splen- ~oel J~N: fr~~~~~~=~z~ s~~ s~~= cultura del proprio tempo. &...--------------------' do migliore, i suoi acco~ Sulla stessa linea di Arman- siste affatto sulle illuminazio- GlULlO ALESSl Armando Buratti: Casa

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