la Fiera Letteraria - XIII - n. 2 - 12 gennaio 1958

LA FIERA LETTERARIA Domenica 12 gennaio 1958 CENTENARIO DI EICHENDORFF Baaaua~lio sulTauaenichts * di LlJll;I l.lJ\l Tra poesia eJetterat ,li GIOJ/A.1'.l"I I1 1 1!.'CCO astratte, personaggi assillati da una per– petua voglia dt camminare e viafgiare (\.Vanderlust e Reiselu.st). spunti di vita castellana sono motivi sempre ricorrenti in questo fantasioso e. senza dubbio. un po• convenzionale mondo dell'Eichendorff. Lo stesso (atto che « l'ultimo cavaliere del romanticismo )I abbia un'anima molto ricettiva che subisce l'Influsso di altre personalità (Goethe, Tieck, Brentano. ecc.) pone EichendorfT spesso più sul pia– no della letteratura che della poesia, In– tesa la prima parola nel senso positivo che Il Croce le dà nel suo volume « La poesia 1). I profondi motivi del romanti– cismo sono da lui vissuti In modo gioioso e sereno. sen2.a drammatici conflitti e scissioni. e senz.a quasi sub ire il fascin..> della cosiddetta Nacht, ei.te der Natur, vale a dire la suggestione del lato oscuro e misterioso della natura e dell'elemento patologico. morboso e contraddittorio dei· l'anima umana. L'esistenza è per lui una specie di fiaba ed è stato giustamente notalo che l'eroe del suo racconto più celebre, Il Tauge– nichu (fannullone), vive In une realtà fa– volosa. anche se essa rimane pur sempre quella giornaliera e l'autore non evoca geni sovrumani e potenze misteriose. « Tutta In vita - dice l'Ermatlnger - è per •lui un sogno evanlente, e l'uomo un pellegrino che percorre il giardino di Dio 11. Uno degli spunti che lo accomuna ai romantici (la lotta contro i filistei. che ha persino trovato la sua espressione in una fiaba drammatica Intitolata. appunto. KrieQ dcn PhHisteru - Guerra ai fili– stei -) si assomma nell'esaltazione del beato otium, considerato (si veda per esempio il primo capitolo di Aus dem Leben eines Tauaenichti: Dalla vita di un fannullone) quale condizione ideale delPuomo libero dalle cure materiali della vita. retaggio. questo, della gentucola comune. EichcndorfT subiva qui la sug– gestione di Friedrich Schle-Jrl che in « Lucinde )1 esclama: « O ozio, o:-jo, tu sei la gioia vitale dell'lnnocen7.a e dell'entu– siasmo 1>. Anche questo motivo si rivela. dunque, pil) reminiscenza letteraria che profonda esigenza spirHuale. • Tuttavia il romanticismo di Elchendorff - che pur tende a conf\gurarsi in motivi i quali non sono quasi sollecitati dal ga– gliardo pathos del romanticismo primitivo _. non si può pensare fuori dell'atmosfera romantica. anche se l'evasione dello scrit– tore slesiano si compie in un indefinibile mondo irreale che presuppone già una evasione. di natura letteraria. dalla vita. Ciò spiega quel senso di vaa:a armonio– sità - dolce, ma un po' vacua - che distingue tutta la sua opera. Dice fa Huch che « Eichendorff ha espresso più l'ane– lito verso l'inesprimibile, che l'inespri– mibile e l'inespresso stesso ». e aggiunge che « egli si contentò di fermare In note pacate e gradt1se quella qualunque Stlmmunp romantica che glt venisse •. Ed osserva l'Ermatinger che • In ciò vi era sicuramente ancora un alito della origi– naria Sehnsucht dei romantici verso l'infinito». ma che « la Sehnsucht d.; Ei– chendorff non riceveva pil) l'alimento dalla speculazione filosofica soprn l'ele– mento trascendente. benst rimaneva sen– timento lirico e tede cristiana, lnl.uizione immediata dell'eterno e dello stabile nel fluire di ciò che passa 11 Con l'autore del Tauoenichts siamo come si è detto, nella fase finale del grandioso indirizzo letterario che si in· staurò in Germania nell'ultimo lustro del Settecento. Paul Heyse disse, appunto. che Eichendorff fu « ll'ultimo 8,glio del romanticismo declinante •· Del romanticismo egli raccolse, per cos i dire. I tratti più salienti e li 3tili.nò. escludendo di propasito gli elementi pi ù morbosi e scomposti. Ben lontnnl da lui. per esempio, le introspezioni pàurose e l'icastico realismo d'un Hoffmann. il tor– bido dissidio e il patologico <1rgoglio di un KJeist. l'allucinante presunzione del– l1idealismo magico del Novalis. Tempera– mento lirico (fu detto il più grande lirico del romanticismo), musicale. Idillico. con– divide con molti romantici il senso no– stalgico del e Fernweh ,, e del « Helm– weh ». Popola I suol racconti e le sue poesie di sospirose fanciulle sedute al davanzale della finestra o bisbiglianti sotto i pergolati fioriti, di comitive di studenti. commedianti, zingari. soldati. cacciatori, garzoni. musicanti e di amabili sbuccioni che ad un dovere prec:iso ed umile preferiscono le avventurose peri– pezie di lunghe « W.anderungen ,, senza meta e scopi determinati. La sua fanta– sia gentile sente ed esprime soprattutto• la natura armoniosa e amena. i sereni stellati delle notti illuni, le bellezze di un luminoso plenilunio. Le sieste tra– scorse al rezzo delle piante lo fanno fan– tasticare amabilmente senza suggerirgli paure paniche: l'alba e i tramonti ridono ai suoi occ:hi coi colori e cogli aspetti più gioiosi. Un'onda di suoni festevoli coin– volge questa benigna e onnipassente madre. la quale non sa che le carez..:e. Anche Elchendorff inneggia al « seliges Vegetieren 11 (beato vegetare) che con– trappone decisamente alla lab<,riosità gretta e preoccupata dei flllstei irretiti nei loro mediocrissimi affanni. C<in can– dida fiducia si abbandona alla Provvi– denza divina. alla quale i suoi eroi in– nalzano « ùieder » e graziose se.-enate, coll'innocente trasporto degli uccelletti della foresta. Eichendorff tutto attenua. raggentilisce e musicalizza. Di rado si sprofonda in sè. per ascoltare le violente disarmonie del demoniaco: la sua anima conoSC'e le brezze. non le procellose raf– fiche. Persin quando il tema - come nella novella Marmobild (Statua di marmo). in cui sfiora il motivo del Tannh3.user - gli offrirebbe lo spunto a soffermarsi. sullo elemento ambiguo e misterioso, egli cerca di raggiungere la chiarezza e l'euritmia. Tra i romantici germanici è torse Il temperamento più armonioso. Composto e GIOVANNI NECCO (Continua a pas. I)

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