la Fiera Letteraria - XII - n. 52 - 29 dicembre 1957
Domenica 29 dicembre 1957 AL TER-MI~E DEL LA ~11,,KA Ll,,Jll,,KAKIA Paµ 5 ----------------------------------------------- 250° ANNIVERSARIO DELLA NASCITA segna nn.:.zio della sua mvoluzione. del suo crepacuore emoti.vo . Un riesame critico dell'opera goldoniana che volesse sottrars.i alle tentaz.loni cele– bratorie d'obbligo in questo duecentocin– quantesimo anniversario dalla nascita del grande commediografo. e artlco!arsi invece secondo uno schema più avveduto e pene– trante. potrebbe forse trovare benissimo il suo punto d'avvio in una frase de'l poeta francese Chemer, che &ttondo me ha tutto il valore d'una deHnizione: .. Goldoni ap... tpartenait lui-méme à la revolution ... ». I pos o del o doni Fra l'altro per necessità di corte g:.1 fu imposto di ritornare ai canovacci ed agli scenari della giovinezza. A.nz1 non si capi– sce quasI come in tali condizioni psicolo– g1che. abbia potuto condurre a ter.ni ::ie una 1mprega come • n Vent.ag...io•. che. sCTitto nel 1756. rappresen:a veramente un esem– p..are insigne di abilità. Perchè così scrivendo, Chenier non solo ha dimostrato U.."13compren-sione esatta e :pertìnente delle lin!e nutritizie capaci di alimentare un'opera complessa e 11onderosa. sviluppatasi lungo varie direttrici (l'occhio del Goldoni. infatti. non ha risparmiato amb:ente o classe sociale. eccezion !atta per il clero ed i temi religiosi che ha dovuto scartare per una ragione ben precisa: ..... La commedia si abbevera ad un vasto fonti?. ma alcuni rivoli pjù fecondi non soffrono esser toccati. e alcune volte convien soffri– re .i:astinenza nell'abbondanza ..), ma in mi– sura ben maggiore un'intuizione at:utissima del suo !ilone più profondo, della sua pole– mica più vibrata e sofferta. Olt:-e che poe– ticamente realizzata. D discorso potrà sembrare ovvio. ma il lato curioso è che ia critica militante. a tanti anni di distanza e con possibilità pa– cate di giudizio. rimane ancora legata ad una convenzione interpretati\·a. ,per cui dopo la scoperta d"una ,affinità !.ra l'arte del Me– tastasi~ degli ultimi anni e quella del no– stro. s1 è successivamente sbizzarrita 1n ri– cerche sempre viziate d"appro5Si.mazione. che possono andare dilla trov,ata del- ...la– voro di contrappunto ... inventato da Silvio d'Amico per le ., Baruffe Chiozzotte ...... al realismo umano che si trasfigura nella fia– ba,. di Edmondo Rho. alla ricerca dei .. pe– riodi cesellati. divenuti scalt.ramente mUSl– cali .. di Renato Simoni, fino al:le impacciate e frettolose =itazioni del Natali e del Mo– migliano. Insomma non fosse rper i con– tributi di Giuseppe Ortolani e Manlio Dazzi. e per gli entÙ:siasrni ingenui dello scrHtore americano Obatrield-Taylor (autore di un saggio sul commediografo veneziano meri– tevole ancora di attenzione), bisognerebbe ric<r.1.oscere che. a parte Chenier. era gil>: andato molto più lontano lo stesso VoJtaire, con la sua Je..,.ma e recisa presa di posi– zione: • .... On ne savait a quel titre - On doit juge-r ses éCl'its: - Dans ce procès on a pris - La Nature pour arbitre - Aux critiques. aux rivaux: - La Nature a dit. sans feinte: _ Tout auteur a ses défauts - Mais ce Goldoni m'a peinte ,._ Dipingere la natura infatti non signi!ica e comporta una resa impotente di fronte a certe suggestioni co'Joristicbe. ma al con– trario un impegno che può divenire addi– crittura coUus.ione morale con l'ambiente e la società di un dato tempo storico. Specie se questa società e questo tempo sono quelli della Repubblica veneta ,alla fine del sei– cento. che segna praticamente l'affermarsi delle nuove rpotenz.e commerciali di Francia. Olanda ed Inghilterra. e la fine della sua funzione di mediatrice fra Oriente ed Occi– dente. S'i.ritende poi che questa crisi politico-eco– nomica. codificata dalla pace di Passarowitz. venne a riflettersi con violenta immedia– tezza all'interno delle sue strutture, sociali. dove la classe nobiliare si sosteneva ag– grappandosi alle cariche deflo stato, ed :.1 ceto borgbèse i.n un fervido impulso d'ini– ziative. apriva gradatamente la porta al vento nuovo che scuoteva già mezza Europa. Dico gradatamente, percbè lo stato vene– ziano si reggeva sl sopra una larga base o!iga.rchica. ma ristretta alla sola classe ari– stooratica, che s~pure 1)er opera e i.n.!lusso dei suoi elementi rpiù sensibili e qualificati (si pensi ad un Apostolo Zeno. ad un Maffei o ad un Vallisnieri. ed al ioro Giornale dei letterati italiani. durato dal 1710 al 1740). .____ El'a riuscita ad inserirsi. e talora vitalmente, nel mezzo del rinnovamenio cultur~e euro– peo. pure vedeva resistere vecchi istituti oramai inadeguati. che permettevano agli elementi più .retrivi la continuazione di una ,politica superata. Prova ne ·sia l'accezione veneziana del concetto di cultura umanistica. altrove dive– nuta un fatto professionale. e sulla laguna rimasta un puro ornamento dello spirito. Un lusso per cerve:.U raffinati. Tutto questo ~iega, s'intende. come no– nos:ante gli ingegni lucidissimi ed i ten– tativi inquieti. rimanesse per gran parte imProduttiva. Fortuna che l'osmosi fra classe nobiliare e classe borghese era ormai in atto (come d'altronde avrebbe 'Potuto verificarsi l'asse– stamento, quasi un recupero. dei bamaboti. cioè dei nobili decaduti. che in città rag– giungevano già la cifra di duemila?). e pertanto la lezione culturale che se limi– tata a:Ja sola cl.asse dirigente sarebbe ri– masta soffocata. improduttiva. filtrò nei ceti c:ttadinescbi e borghesi. promovendo quella specie di .rivoluzione senza sangue che allar– gando la frattura tra istituti inamovibili e pensiero moderno. condusse all'ondata di rassegnato scetticismo che fu causa dell·ab– dicazione della classe dominante. E quando si accenna ad una efficacia cosi diretta del sapere. non 'si pensi ad una gratuita inter– pretazione. !orse invenzione, iperehè baste– rebbe riandare menta'l.mente al dsorgimento pittorico concluso dai Piazzetta e dal Tie– polo. ,all'am.piezza della tradizione musicale. ricca di un Benedetto Marcello, di un Gal– luppi ed un Vivaldi (per non ricordare un Lotti o un Tartini>. aJJa fioritura di canzoni e composizioni in vernacolo. alle poiemicbe rissose dei Granelleschi .nella divisione che vedeva scontrarsi ae due correnti dell'Ar– cadia e dell'Antiarcadia. capeggiate dal Se– ghezzi e da Carlo Gozzi da una parte, (Gasparo invece. mi si passi l'affermazione. tentò semmai una equi~:brata mediazione). e da Gian Rinaldo Carli. Conti. Bettinelli. Baretti ed A..!garotti dall"altra. Forse bisognerebbe ricordare prima an– cora il frequente e continuo aumento di scambi con la Franc.ia e l'Inghilterra ffan– glomania contag.iava moltissimi salotti>. e. dato che siamo in terha di cose teatrali. la dibattutissima questione della tragedia. che ebbe nel Gravina il suo teorico. ma in un veneto. il Maffei (entrato clamoro– samente in Uzza con la Merope). il suo ispiratore. Questo, non si dimentichi. mentre al po– polo era riservato il repertoao ormai frusto ed esaurito della Commedia deU'Arte. ri– dotta ad una stanca ripetlz.io.ne di motivi e di trovate divenute uno schema quasi fisso. contro il qua-le si cimentava talora. ma assai raramente. Ja forza dirompente di qualche attore più dotato . .:vt:asenza pos– sibiHtà di uscirne fuori con esiti reali. concreti. In fondo l"essenza del gioco si riduceva unicamente a divertire un pubblico distrat:o ed assente. con una sequela di bu!!onerie sapientemente mescolate al3e vo1.garità più grossolane e scurrili. E invano tentarono di •porvi successivamente rimedio. consape– voli del decadimento, precursori come Pier Jacopo Martello. Niccolò Amen:a. G. B. Fa– g:uoli ed a!tri. rimasti con le loro opere entro mar_gini di velleitaria intenzione. For~ se perebè il ,pubblico al quale i loro sforzi era.T"Jodestinati, restava un pubblico impre– parato. viziato dai moduli sentimentali. o forse perchè i tempi non erano ancora maturi per il rinnovamento. Ma un documento ancora più probante e de.lìnitivo. ce lo ipuò offrire 1o splendore dell'arte tipografica. arrivata ,a un~ sta<3:lo cosl elaborato di sviluppo (questo. e ovvio. fino al 1760. perchè negli anni seguenti la conco.,.renza degli stampatori di Bologna. Parma. Milano. Firenze. e. sopratutto di )J"a- f;l~f::u:rc~~r~~i~e~~~o)undato:~~! 120 torchi in o::ttà, di 35 stamperie per un totale di 84 torchi in terraferma. e di 52 legatorie e 44. cartole...ie {Gasparo Gozzi 9erò, nelle sue « Scritture stese per conto dei Riform:.tori dello Studio di Pa– dova ,. ne enumera 48). Anzi se a qualche ze~ante ricercatore di ~~:;:i: 1:~~~~c~d!r: ~~~e;r~ed:tit/~t); dal francese. credo capiterebbe <li realJz.zare un numero superiore di parecchie unità a quello odierno. dato che i famosi magaz– zini del Bag:ionl. del Pasquali, del Lovisa, del Bettinelli. del Colombani e dello Zatta. per l:m1tarmi ai mgggiori, presentavano i risultati dell"intelligenza europea con una celerità d 0 informaz.ione ed una scrupolosità letteraria esemplari. E' naturale che una slmile temperie poh– tica. caratterizz.ata, come dicemmo. dalla crisi della classe aristocratica oramai ·ab– brancata a1le cariche dello stato (perfino la carriera militare stava perdendo ogni fascino. come scrive Gozzl nella .. Marfisa Bizzarra •l, e incapace di opporsi alle nuove correnti illuministe dietro le quali avanzava il ceto medio, impadronitosi de:.le leve eco– nomiche. dovesse tradursi sul piano del costume in modi piuttosto drammatici. Tanto più che il clero esercitava una pura influenza formale, pago e contento di certi privilegi, e che il ceto cittadino prefenva la veste del cliente a quella del produttore (in senso lato). riversandosi nei pubblici uffici. anzichè battere una strada di attiva e feconda emu.Jazione. E l'estensione del dramma pub riassumerla puntua.lm' ente una frase de1J"Algarotti. che parlando della città lagunare ebbe a scrivere giusto in quei giorni: ..... le libre et bien hereux séjour des plaisirs et des gràces ... Questo lascia intuire chiaramente come Venezia fosse una capitale al tramonto, che \'iveva di un ere. dito antico senza più vigore né energia. 1n sede internazionale. magari. poteva an– cora far leva su una solida tradizione di– plomatica. ma in sede iute.ma non poteva sfuggire all'occhio attento e provveduto. Ja imminenza della sua fine. Anche il forma– Hsmo dietro il quale si e_,.ano trincerate le forze al potere. che impedivano ogni ac– cenno di critica. e colpivano inesorabilmente chiunque osasse IJ)arlare di argomenti poli– tico-religiosi. (Carlo Contarini venne addi– rittura ra:egato per la sua proposta di riforme fonnulat-a nella seduta del 3 di– cemb.re 1779) ne è evidente conferma. Con i suoi brulicanti caffè. le innumerevoli bi– sche. 1e case di piacere, i conventi trasfor– mati in luoghi d'mcontro. i veneziani ave– vano fatto giorno della notte. sìccbè erano piovuti un po' da tutte le parti i gaudenti di mezz.a Europa. gli uomini desiderosi di piacere, e lo stesso Casanova. forse in vena di scandalizzato moralismo. poteva senten– ziare: :..On voit la noblesse melée ave<: le pelç)le. le prince avec le sujet. le rare avec 1·ordinaire. le beau avec l"horrible. Il n'y a plus ni magistrats. ni lois en viguer ,._ (Un fenomeno singolare del resto. oserei dire inedito se rapportato all"austera tradi– zione cattolica del passato. che comprova ed illumina dall'interno l"amara ri!lessi.one del grande avventuriero veneziano, può essere !a statistica sottol~ata ripetutamen– te dai vari Cronisti, che nel solo periodo compreso fra il 1782 ed il 1796, reca oltre 284 petizioni jll Consiglio dei Dieci per scioglimento di ma:.rimoni patrizi). Alle follie' c::i.rneva! esc.he dell'inverno. che hanno addirittura alimentato un'intera a."l'E'– dottica lettera.ria. si allternavano poi le amene villeggiature estive nelle stupende ville sul Brenta. e :n questo clima di spensierata e !olle incoscienza i giorru passavano Né la situazio..'le. la !rana morale, era localizz.ata ana sola città lagunare. ma si allargava alle città del retroterra, ed entro certi limiti allo stesso contado. Come del reste stava av\"enendo in terra francese. dove alla folata illuministica che stava aprendo le l)orte alla rivoluzione nessuno badava. oppure aveva tempo per pensare ed eventua.!mente prov– vedere. In verità. nel territorio della Se– renissima - almeno nella prima metà del secolo - a impedi.re una consapevolezza avvertita e risentita. contribuiva uno stato di dir.iuso benessere economico. che si ri– fletteva discreamente persino sul ceto meno abbiente. sulla stessa popolazione rurale. Insomma ferma sull'argine dell'apparenza. la Repubblica Veneta of[riva ancora una cornice di splendore e di fasto. mentre la erosione scavava alle radici. profonda e progressiva. Carlo Goldoni. di tam.:.glia borghese come figlio di medico. si trovò a nascere in tale ambiente. E questo per la sua sottile intui– zione, e per l'acuta capacità di veder den– tro le cose. significò per lul essere com– promesso fin dall'inizio .. Compromesso in una ecce?.ione morale. è ovvio, rperchè al suo spirito riflessivo le componenti di una decadenza generale non poteva.no sfuggire. Anche se la sua formazione non si era nutrita di maoe.razioni estenuate sui libri. di confidenze quotidiane con i messaggi del– l"epoca. ma invece d"u..'la vocazione esem– plare verso il mondo del palcoscenico. Come ci ha confessato apertamente. in modo squadernato. ne!Ja Prefazione ai1e Commedie. uscita nel 1750: • ... Sebben non ho trascurata la lettura de' più venerabili e celebri Autori. da' quali. come da ottim~ Maestri. non possono trarsi che utilissimi documenti ed esempi; contuttocib i libr: su· quali bo 'PtÙ meditato e di cui non mi pentirò mai di essermi servito. furono ··n M001do·· e ··n Teat.ro". Il primo mi mo– stra tanti e poi vari caratteri di persone. me li dipinge cosi al n~turale che paiono fatti apposta per somministrarmi abbondan– tissimi argomenti di graziose ed istruitive commedie ... mi istru!sce dei vizi e dei diletti che son più co.•n-uni del nostro secolo e della nostra Nazione. i qua'.i meritano la disapprovazione dei Saggi. ..... Potrà stupire in un uomo apparentemen~e d'ordine. temperante come !u lui. (c'è addi– rittura chi lo accusa limitato d'idee. an– gusto menta!mente. data la sua maniera i.n– d:retta di partecipare alla volontà di rinno– vamen~o del tempo. al crogiolo delle idee correnti>. almeno nei modi superficiali. negìi stil-emi consacrati da!l'opinlone pubbli– ca. Invece il compito di scrutare dent.ro una spensieratezza divenuta addirittura un cli– ché, di circoscrivere un gusto della vita molle e comoiaciuto. che proprio perchè <fjunto alla fine sembrava ancor più raffinato :d esasperato, toccò alla sua satira. <!11a sua bonomia sorniona. Che so:fo una patina di serena al:eg:ria. rappresa ,r1~·i.nsegna del divertimento. e formalmente rispettosa dei miti tradizionali. lasciò traspanre gli estre– mi utUi per una denuncia coraggiosa e spregiudicata. . Anzi se volessimo e~re critici obiettl\'i, dovremmo dire che nei suoi lavori traspaio. no add:rittura numerose anticipazioni dei fermenti e delle nuove esigenze in matu– razione. egplose più \ardi con lace.,.a.nte vio'.enz.a. Aggiungerò che se come ha scritto Be– nedetto Croce in un suo saggio. .. Le ten– denze della vita sociale d'a'llora (moralismo, tenera sensibilità. riformismo) volevano es– sere espresse. I tempi erano maturi per la loro stessa evoluzione storica e file>sofica at!,a commedia di costume e di osservazione sooiale ... il fatto di aver servito da cata– lizzatore. da interprete. significa che pur senza essere uomo d'idee nuove. Goldoni ha saputo essere per lo meno storico di un costume e di uno stile di vita generati dalle nuove idee. E ,proprio in virtù. di questa aderem;a, a * cl i GIA i\' A N'l'OXIO CI B0'1"1'0 dihnire J"interprete di quella setacciante ripresa che il Muratori chiamò .. una gran purga e ri1orma •. La critica recente nell'impe~no di conte– stare e rimettere in d~eusslone i.1 problema forse fino a pochi anni fa scolasticamente accettato della riforma goldoniana, ha pas– sato un po· il segno. relegandolo al solo periodo deUa giovinezza. come frutto d"una tensione polemica continuamente smentita dalla pratica. dall'arte dell'autore <... Ora fu in me questo Genio medesimo. cbe ren– dendomi osservatore at:enLsslmo delì.e Com– medie. che sui vari teatri,d'ltalia. da diciotto a venti anni in qua rappresentavansi. me ne fece conoscere e compiangere il gusto corrotto, comprendendo nel tempo stesso che non poco ut:le ne sarebbe potuto derivare al pubb:ico. e non 1!;Carsa lode a chi vi riuscisse, se qualche talento animato dallo spirito comico tentasse di rialzare l'abbattuto teatro italiano•>. Il che non è affatto vero. Ed a conferma non ci rimane che invitare ad una attenta rilettura delle .. Memorie ... scritte fra i set• ta.ntasei e gli ottant'anni. in uno stile ra– pido. immediato. pieno di ilarbo e di so:tile e sfumata arguzra. De'l resto. a ben osservare. il procedere ed affinarsi della su-a poesia. coincide con l'affermazione sempre più netta di un de– coro teatrale capace di realizzare le aspira– ziom di una poetica più moderna. S"intende poi che questa sua riforma (e non si dia eccessiva importanza alla forma antilette– raria ed anticlassica della sua opera) si inserisce già in un movimento. nella storia dei tentativi fatti fin dagli inizi del secolo per aìberare la commedia dagli schemi arti– ficiosi del teatro minore. dai vari Martelli. Maffei. Gigli. e via di seguito. Solo che la spontaneità nasce di soHto nel Goldoni da un contatto vivo e direttto con la vita. al quale si u.niscono una cono– scenza ed una espe-rienza di palcoscenico davvero uniche. Anzi proprio queste giu– stificano il maturare lento e metodico della sua riforma. il suo oculato gradualismo, e. i • • I ! rottura. goldoniana. per pot(>rne misurare !"arco d"apertura. bisogna rifarsi aL..e con– dizioni del teatro di allora. Magari a quella sera burrascosa nel carnevale del liO'i. quando un giovane attore. Luigi Riccobonl (nato da Antonio Rigobon, veneziano. e passato alla storia dei teatri italiano e francese col nomignolo di Lello. dal pers~ nagglp ch'egli interpretò fra i consensi ge– nerali) mise in sce,na al teatro di San Luca la sua tragedia • Tito Manlio•• deri– vata da un rrielodramma del Noris. Con lo scoperto e dichiarato propos.l~o di rinnovare la scena drammatica italiana. In– fatti se le condizioni della .. Commedia del– l'Arte,. erano pietose. non meno precarie erano quelle de'! teatro vero e proprio. avvillto dall'ignoranza dei comici. ridotti a dei volgari mestieranti senza fantasia né cultura. dalla mancanza di copioni. per cui il repertorio si basava quasi escl.usivamente su rifacimenti dal teatro francese e da quello spagnolo. oppure su squallide riprese dei nostri capolavori. raffazzonati alla meglio senza alcuna pretesa dl serietà. Ora se un attore avvertiva l'improroga– bile esigenza di aggiornare completamente una forma di spettacolo scaduta. vuol dire che la tradizione letteraria e popolaresca del Rinascimento era in sostanz.a oramai tramontata. E fortuna per il Riccobon-1 che il suo ten– tativo sfortunato del .. Tito Manlio .., nau– fragato tra le contumelie e gli sghignazzi degli spettatori. doveva mercè la sua co– stanza porta!'lo al tirionfo della «Merope,. del Maffei. e successivamente a Parigi. su Invito del Duca d'Orleans. dove in breve riportò a!l'antico prestigio il ..Tbéatre des Italiens.. (lo stesso Goldoni feoe in tempo. una vo1ta arrivato neUa capitale francese. a conoscere la moglie del Riccobonl. Elena Balletti - figlia di una celebre Favoletta - ed a tradurre in italiano il • Romanzo di Jenny •>- Certo che per reallzzare e condurre a termine la sua riforma. incentrata sul ri– fiuto degli scherni depauperati e asfittici degli scenari. sulla presa di contatto con Pietro Longhi: • Carlo Goldoni in una bottega di carre » più an'cora. pur riel rifiuto della Commedia d~ll'.-'\.rw. l'accettazione di tutto ciò che in tema òi recitazione, estro. inventività ba– :enante. abilità tecnica. ave"Va significato per l'arte drammabca un autentico passo in avanti A tal punto, che dell'opera goldoniana si può dire abbia praticamente continuato il lavoro della Commedia dell'Arte. libe– randola dagli elementi meccanici e bana:i. e po.,.tandola su un piano di nobiltà e di validità !etteraria. (Per la verità i,I falso concetto d'una rerre.a contrapposizione. presso molti studiosi ed uomini di teatro. specie frances.L resiste osti.nata. E la ten– denza comune - l'ultimo esempio risonante ci viene da J ou.vet - è di ìpostatizz.are il fenomeno ..Commedia deU-arte • a grande spettacolo popolare. innervato sulle compo– nenti d'una società che cosl si sarebbe espressa totalmente, ricca d"una turgida ed 3.rmonizz.ata pienezza. che entrando poi in crisi. avrebbe pennesso la contrapposizione goldoniana. Ment.re invece è avvenuto giusto il contrario. dato che la nascita di Zuan Polo. di Cimador. del Bu.rcbiella. e delle loro fantasiose creazioni. viaggia sincroni camente con i rigori della Controriforma intenta a so!!oca_,.e ogni libertà spirituale del teatro. e liberale solo con quel!e forme di spettacolo che non potevano sperare di articolarsi in un discorso organico e pro– fO.Ildo. capace di risultare corrosivo. sovver. titore. Uno spettacolo insomma che poteva unicamente svilupparsi latera~mente rispetto ai problemi d'una società. shmolante e ma– gari vivace solo su un piano epidermico di bu!!oneria giocosa. di battuta irridente. di scherzo irritante. di polemica graffiante ma occasionale, senu però mai divenire inte.,.pretazione legittima d'una società e dei suoi miti). Gom'è risaputo, quand"egli inizib a scri– vere per il teatro. dominava ancora 1a Commedia aU-improvviso. nella quale gli attori in veste di maschere improvvisavano inventando il dialogo. Allo scrittore non rimaneva che buttar giù lo scenario. cioè una trama scene-ggiata dell'azione. li Gol– doni. al contrario. impose a pubb:ico e co– mici ls commedia tutta scritta. di carattere. con tipi presi dalla vita di ogni giorno. e non fissi e stereotipati come Je maschere. A questo scopo magari l'aiutò pure il dialetto (usato per undici lavori. Gli 2Jtri inveoe sono in lirJ€ua italiana. perline1 in versi martelliani. oppure per metà in lin• gua italiana e per metà in dia:etto) e la conoscenza pratica e sorvegliata d'una so. cietà. Certo che per capire la portata de!la la realtà, e sul nuovo ritm 0 di lavoro im– posto agli attori. il primo sforzo e maggiore. anche se a coprirlo c·erano le solide spalle del Medebac. s'indirizzò verso la recitazione degli interpreti. e il gusto del pubblico. I primi poco disposti, se non addirittu– ra contrari. a rinunciare alle facili so!uz.wni Mdanciane fino allora di moda, e costretti a piegarsi entro le linee di un dialogo inte– ramente definito e precisato, sop.rattutto neUa delL'leazione dei ca.ra :teri, con sacri– ficio evidente della propria personalità. Il secondo p:gramente abituato e cullato .:fai ripieghi più bassamente istrioneschi. Fortuna che la compattezza morale dei ve– neziani quasi subito s'incrinò. perchè la parte migliore reagendo contro la d1ffidenza di sparute minoranze. si diede ad incorag– ~iare a!fettuosan1ente la prova de.lo S"crittore e dei due Medebac, marito e moglie. S'intende che il Goldoni a sua vo!ta. in drtù di un fine intuito psicologico. riusciva iempre a rendersi conto di quel:lo che il pubblico desiderava, cercando di acconten– ta.,.lo il più possibile. Basti pensare a quanto ci racconta del ~ondolieri nella .. Pt:tta onorata•. divenuti ferventi ammiratori da detrattori soliti ad esprimere il loro dissenso rumo.,.osamente al fondo della platea. dove una vecchia con– suetudine finiva seralmente pe.r ammuc– chiarli. Anzi proprio da quest"ansia di co– municare con gli spettatori. da una esigenza avvertita di dialogo cordiale e collaborante, nacque la celebre scommessa delle .. sedie-i --ommedie nuove in un anno,._ Sfida coraggiosa se non temeraria alle provoca.!.!oni del Chiari. alla diffidenza del pubblico dopo il fiasco dell'Erede fortunata. ed alle mcertezze della compagnia, 5QUili– brata fra l'altro da:Ia partenza per Varsa– via di uno degli elementi più validi: il Pantalon d'Arbes. ...Seccato. e avendo la coscienza di valere per me stesso. scnssi il Complimento di chiusura .. destinato alla prima attrice. e le feci dire in cattivi versi. ma nettissima– mente. che l'autore si obbligava per !ei e per i suoi compagni a dare nell'anno co.. mico prossimo. sedici commedie. nuove. La compagnia e il pubblico mi diedero una p_,.ova molto lusinghiera de!la loro fiducia. I comici fidandc su!la mia parola. nnno– varono le scritture e in otto giorni tutti i palchi !uronc affittati anche per ranno nuovo. Quandc sti.pulai questo accordo non avevo neppure u:::i soggetto in testa. I miei amici tremarono. i miei nemici risero. Con– fortai gli uni e mi beffai deg!i altri•. E il primo atto di questa Impresa unica nella storia del palcoscenico, si chiamerà • n Teatro comi<'o ... che o:tre ad es.sere una presa d pos1z..io:1e programmatica. si riveib un vero trattato di arte tea~rale. contenente i principi ai quali l'autore sl iSpi.rava Ce giustama"Ite lo si paragonò a~a • Crit.ique de J'Ecole de! !emmes • e al.i"Im– prom,ptu de Versailles di Mollere). La trale~toria. ovviamente. non si ma~– tenne sempre tesa e sul filo di una maturità espreulva. perchè dal Bugiardo a:ta Bot– tega del CaHè. dal Poeta fanatico a Pamela e a.J.'Avvocato onorato, tanto per limitarmi alle più rlusc:te. li livel!o di felicità espres.. siva è assai diverso. incostante. Ma cer.o che nonosta."Ite le cadute di alcuni lavo.,.:. e la frettolosa e grezza impalcatura di altri. la conc1usjone fu l'epilogo trio:1fale e fe– Jtoso dei Pettegoleu.i delle donne. per I quali nella serata inaugurai.e tu prelevato a braccia dal palco e por:ato b trionfo nel Ridotto. dove una folla enorme si ac• ca!cb a gridargli la sua ammirazione. Ma non solo per l"explo:t miracoloso di una shglone, la produzione letteraria del Goldoni può esse_,.e ascritta tra le magll,ori anche quantitativamente della nostra sto• ria letteraria. col marchio d'una vltali:à e d'una forza creativa inesauribili. La sua schedina bibiiogra!ica. infatti. van• :.a un reperto:-io ro1tissi010 fin dalla gio– vinezza. Iniz.ia con una tragedia per musica. l'Ama.. lasW1ta. ch.iusa i.n valigia ne:Ja sua fuga milanese del '32. e data alle fiamme nella primavera successiva. al.la quale ne! periodo compreso !ra il 1734 ed il 1747 fecero se– guito tragicommed'e. melod: -arn.mi e Inter– mezzi. Delle prime rico~e.remo - Be..;.sario •• - Rosamunda• ... Don Giovanni ..... Rinaldo ... .. Enrico .., e degli altri. ... Pisistrato• ... Oron– te •· .. Statira ... .. Germondo,. e .. La pe:a– rina ..... Il gondoliere veneziano ..... La bir– ba-. eccetera. La commedia vera e propria però, scatta solo più tardi. dopo il 1738. sebbene in tonna ancora embriona!e. non organica. cioè riecheggiante g:; schemi det:o scenario. Con il .. Momolo cortesan •. con .. Il pr!> digo,. e .. La bancarotta,._ Per cui si è indotti quasi a ritenerla attività marg:..nale nei con!rO':lti della rproduzione tragica. Certo comunque ohe per qua.'lto codesta non cl abbia offerto che un Goldoni secondario. pUre nell'eco:iomia del suo itinerario arti– stico. della sua esperienza. ha avuto una importanza notevole. Sig:ni!icante e palese. Si badi. ad esempio. alle due costanti intorno alle quali si svi!.upperà e maturerà successivamente la· sua arte: lo spirito rea– listico ed il moralismo. Inoltre non si può fare a me.no di notare la. vivacità e la sicurezza del dialogo, ed il n11evo dei caratteri che già in molti casi appalooo definiti. costruiti. pieni d'una loro conc.retezza. Il momento del balzo qualita– tivo che. segna per lui la t.iç >pa di attivo, coincide con il 1748. Fra la primavera di quest·anno infatti. ed il 1750, nascono fu– riosamente .. La vedova scaltra... • La fa– miglia dell'antiquario•. « La bottega del ca!.– fè ... .. 11 bug.iarda"'· Opere tutte perfette e ,per tessitura e per abilità, che oltre a confermare la continuità con il mondo della commedia dell'arte. partecipano la piena ca– pacità dì re:.titulre un'atmosfera. tm am– biente. ed uno spLrito di osservazione ena– ltico. penetrante. Peccato che non. le soccorra anche un impegno più totale su di un ipi,.ano umano, e che il suo rigore moralistico sembri a momenti come in ombra. Ecco percbè s1 vono forse preferire a questi lavori. pure degnissimi. altri come .. La putta onorata,. e « La buona moglie•. entrambi dello stesso peri.odo. che seppure appaiono me.no felici co.rne concatenazione e compiutezza struttu– rale. fanno sentire in lui non più un gusto tipicamente esterno. quasi pittoresco. ma i.nvece una carica di sentimento che colora ed accende qua e là i tratti dei perso– naggi congeniali. delle figure che sente mag- giormente in profondità. , Figure e personaggi. non dimentichiamolo. che appartengono sempre 31 mondo borgbe-– se. e che rifuggono dai gesti estremi. pre– ferendo generalmente i toni medi. registri più morbidi e attenuati. Più o meno entro questi limiti. accen– tuando una componente oppure un'altra. ri– man,gono i lavori irhmed.ia.tame:nte succes– sivi. come .. Padre di !ami.glia• del 1750, « I Pettegolezzi delle donne,. del 1751. .. Le Massere,. del 1755. e i'aggraziato e festoso ..campiello•. scritto nel 1756 e soccOTSo dal– la de1icatissima e gentile leggiadria del dia– le o. Ai quali per amor di completezza biso– gnerebbe aggiunge.re anche • Le morbino-– se ..... I morbinosi ...... Donna di maneggio .... .._Apatista,. ed altre ancora. Qui per la ve– ntà. il suo moralismo a volte fa sentire la corda e pesa gravemente sull'economia dell'insieme. suonando piuttosto rettorico, mentre il suo sentimentalismo appare falso. Ma già è intuibile nei momenti migliori. la sua forza di smted, che, fra i òue poli della bonarietà ironica e della tenerezza accorata. riesce ad equilibrare le varie parti e ad armonizzare le varie component!. In questa luce, ad esempio. è nata la fi.gura di Mirandollna. e si è liberata .. La locan– diera,.. (composta nell'anno 1753) unani– memente ritenuta una delle sue più ceJebri e felici commedie. Certo perb che le opere più orchestrate, appaiono quelle scritte fra il 1760 ed il 1762. dopo la breve pare.ntesi romana. .. I rusteghi •. .. La c~a nova ... • Sio_,. Todaro bronto!on ,. e ... Le ba.ruUe chiozzotte ... sono i capolavori di questo periodo che potrebbe essere definito il suo periodo di graz.ia . Perchè mai come in queste commedie la sua abilità psicologica ba saputo escogitare soluzioni. accennare sfumature sottili e sa– pientemente dosate. accentuare 1 toni dei contrasti e delle situazion-i. Aggiungasi il ritmo impresso specie da tm linguaggio tutto i.oventato. che al chiog. gioito deve appena una doratura apparen– te. mentre invece fluisce vivace e gesti– colato a comporre una cadenza musicale lontana da pretese filologiche e preoccupata unicamente di aderire a un mondo pop0- lare, ad una autenticita d1 fondo. Raggiungendo effetti di fresca immedia– tezza e di sanguigna violenza. che dal pU– dore del sent\mento amoroso al senso vivo della giustizia. dall.a polemica sociale alla bontà dell'animo. ci o!!rono un quadro am– pio e armonioso della storia d'un paese e di una gente. fino a divenire un g_...ande e insuperato affresco corale. E questo senza mai indulgere al buffo– nesco. senza ricorrere a soluzioni meccani– che o rugginose. anzi arrivando semmai al:.a caricatura proprio per un eccesso di serietà. E cosl. fO'!'Se per la prima volta nella cronaca -del nostro teatro drammatico, a~ biamo finalmente uno spettacolo che celebra una società. un teatro che la riflette • da specchio che canta .. Peccato che la sua .. stagione maggiore ... sia durata solo ut' paio d'anni, e con la partenza alla volta della capita.le francese. che lo proiettò in tutt'altro ambiente. Sia scemata bruscamente a pallida eco. avver– tibile solo a momenti discontiilui. a inter-– mit':enze. L'aria parigina infatti, con il suo alta– le.::iare di malinconie, di incertezze e ricordi. Ma fu l'ultimo sprazzo. Nel 1771 per vi:i– ce::e certe te::iaci resi5tenze di co:te. 06ti– nate nel ritener:o pur sempre un #'Pigono de:ila. Commedia dell'Ane. si ~enta ne:!:a Commedia di caratte-re con .. Le bourru b~n– r.usant •, e, successivamente con ..,L'Ava.re fasteux ... Due opere che sebbene accol:e con successo e vivis&imi co,nsensi. trad~rono in lui unicamente il proposito. (intenzione. al d1 fuori di ogru rag.o.ne poetica. Ma !orse ques•a si era g1à esaurita da tempo. airepoca del suo amaro diStacco daLa 6ttà lagunare e dal:e .. sue arie ... cbe ave– vano fL'l0 ailora sol:.ec.tato .a sua ispira– z:o::ie. a.rrlcch.to la 9Ua :avolozz.a creat.i.va . Certo che SU:la quii.:tà e :a valid;tà del!a poesia goldonian.a. regnano anco:a dubbi e perp;~ ss.tà. addi:-: .ttu.ra riServe. Perchè non pochi sono s:.at! i c:-;:,;ci te qua:cuno es.5t.e tuttora) eccess1vame?.te se– veri nei riii:uardi del suo amore a: ve:-o. al reale. Cioè fistati nel titenere mancbevo,L.e e di.SeUt:bi:e il suo rea;.ismo. che si pre– sen:erebbe quanto ma.1 intriso di sentimen– taJ1smo e di convenzional.tà . E ne::J:affe:niare questo dimentica.no che il suo propOSito di .. non guastare la na– :ura ... am:!ava e non va interpretato ln chiave ri.gorosa.mente realistica, ma in una accez.;.one p:ù lata. E che l°insufflcenza de! suo ov-::.Iare t.ra un ast:-atto ideall.91Ilo ed u::i piat:o attacca~ento all.P cose, per'...no volgare in taluni mome!::t,. oa5ee prop.."io da questo equivoco. :\lent_,.e per a.:.Iora non poteva significare che liberazione da ce_,.....i schemi :eatrali a:nch:.:osat; da una conve:i– zione o=-amai priva. di \."'Jta In questo se:lSO. infatti. va l.Dterpretato iJ ~o richi.ano al– l 'ord.ne :.atura.:~ . ..a. sua es·genza di L.-nme– dia:ez:za. :be :ega og:it figura nata dalla sua fantas~a ad un gruppo sociale ben de– terminato. del. quale l! chiaro l'inLusso. o!– fce:i.do :ieLo stesso tempo il cr..iadro di trna società e de:Ja condizio:ie in questa ,jel person;r.zgio. E s'in:ende poi che en:ro questi l;.mitt va a.nauzzata pure :a sua tip:zzaziooe del reale. lo scarto che contraddistin;ue i suoi lavori nel!'assunz..one del dato ob:et""..ivoalla c.~ione teatrale. b~og:n.05a ,empre. com'è ri.saputo. d'u.:la carat"".e;- ;zz.az' .one ma:cat.a per co:pire l'attenzione del pubb!ico. Insomma 2a ricerca del tipico nel ::iatu– ra:e, che lo por.a in molti casi ad es;:.! caricaturali. ~timo stadio appunto d! un processo deformante. lo vede st al:ont:ana:-si daJ.l'it:.nerario realis:ico. ma solo ap.pa. :eo– teme:1te. per anda:e Incontro a:Je es'.gen.z.e della teatra:.it.à. E a:Ia fi::.e L. suo gusto antiretorico. :a sua natura:.e vocaz:one alla semplici:à. lo d:fendono dai pericoli d'u::i cedimento bter:ore. e gli i.mped ;sco.oo di staccarsi da posizioni di verosimig.:.a::z.a. Né si deve prestare troppo ascolto a!:'a...– tra tesi. sempre negati...-a. su.L..a ma!lca.nza d'una educaz:one letteraria e l'imp:-oprietà de!..'._asua :i::igua. che ba sp:nto qua:.che por.sta a se::itenziare additi:tu.:-a di man– canza di sti.:e. Va osserva:o b.nanzitutto che Goldoni scrisse in due lingue: la venez!ana. che era l'ufficiale de:la sua naz:one ed a lui con– ge::iia1e( rag.i.on pe: cui g:i perm.:.se di ottenere effetti di rara potenza espressiva). e l'italiana. estratta da quel coacervo di linguaggi sostanz::a:mente dia.:etta1i che cor– rispondevano all"Italia set'..ecen:esca Studia– ta e ricavata i.:l modo da poter L-as!o::ma.."Si. in dialogo v.a!ido per tte le pla:ee de:le varie regioni nelle quali i cOlil.:.ci a:.zavano a sera i loro nomadi e ~bal:a;iti palco-– scen..:c:.. In secondo luogo che Jo stile del suo parlato doveva essere !unzio:na:.e. agile e sciolto. perchè destinato ad a:J.acciare U!la comunione idea!e di sen~enti e di pas– sione. in u::i·aura calda e traboccante d':..!l– CSlltesimo evocativo. E se talora la cura dell'elaboraziO!le .et– teraria, pare appartenga ad tCJ:a raffinatezza mentale e ad una sottigliezza cultura:e che non lo sfiorano. la ve!"ità invece è che b lui a~anto a:.l:esigenza pratica di fa=e prt:– sto. d1 consegnare i copio:ti bdispe:isab:li al ciclo vastissimo di reci:p che. la sta;.one teatrale alJora ri~iedeva. c:·:.m.pone l'esi– g~ di _sveltir-e u:na lingua au.Eca. ç'-.z.iata di formal.:smo. e non più adatta a r>.spondere ai gusti nuO\.i del -pubb!.ico. (.. E' vero che bisognava sc..'ivere in buoo i :alia.no . ma & a!tresl necessario di scrive.re in modo da essere intesi in tutte le regioni d'I'::alia ... Il stJo concetto er~ insom.ma quello del!a lingua parlata. che ribadisce punil.lalmente discorrendo della lingua !ra::,eese in una sua lettera da Parigi a Giambattista Rober– ti, cbe il ;:\fasi ba dat;:i•... vprsn iJ !!ennaio o il febbraio de! Ii65). Ma se scandagliamo con sorvegJata a'ç'Ve– dutezza i testi scritti in ve:::ieziano. le crea– zioni cioè nelle quai.i )a sua vena s"abba::i– dona e d:.Stende i.n pienezza. ci si accorge subito come nell'aderenza costante a ceti sociali e luoghi definiti. lui costantemente assimili e :reinventi. fii:ri e poi rielabort i.n un crogiul.o ini-~::i::ne di maturata espe– rien.za linguistica. E questo senza mai abusare del dato pro– vinciale. del cosidetto ..colore !oc.Le ... ma badando se.mp. :-e invece ad ottenere il pieno dell'~ssiv:tà teatrale con un gioco ca– libratissimo di sfwnati accorgimenti e di elaborati impas:i. Né la cosa può sorprendere. o tanto meno rivelarsi im.p:-evista. peccbè in lui la ne– cessità del dia!etto (ma do...-Tei µ:ù giusta.. mente e motivatamente parlare di lingua. dato che la veneziana è tna lin.gua ve:a e 'PI'OPI"ia). la sua strati!icata dens.:tà e pie– ghevolezza. nasre non tanto da una g:-ande tradizione che appena qualche decen.nio prima vide in lizza cordia...e e scambievo~e. autori come l'anonimo della Venez:ana (!orse ).faffeo Venier P,:ù che il F:racsstoro. sta:1do al suggerimento recente di Yanlio Dazzi ). Andrea ca.:mo. Artemio Giancar.L Angelo Beolco ed altri ancora che non sto tutti a nomi::lare. qua:ito p.iuttos:o da un s~ntire b:eriore. dal b:sog:no di appro– fond,re la realtà che lo circon.da e di !on– de:"Si con !e componenti genuine, popoìare– scbe. che fanno da !orza di propulsione. da nuclei raggrumati di sensibiEtà nella Ve .. nezia settecentesca. E se.nza :ifa.rmi al giudizio scontroso e puntiglioso di un letterato te.rribL.mente conformista come N.iccoib Tommaseo. che sulle orme del Carrer (primo studioso de-– gno di tale nome del Goldoni), ammise a denti stretti l'autenc1tà de.I linguaggio gol– doniano. mi affiderò al De Sanctis. che pure fra rise.r-ve ed incomprensioni. ebbe a scri– vere: ..... vide chiaramente che a rist2urare la parola bisognava non la1;ora.:-e intorno a::a parola. ma intorno al suo co."!te:::iuto. rifare il mondo orga.."Iico o interiore della espressione ... ).la più avanti criticame.T"Jte. e assai me– _glio dello scrittore napoletano. si potrebbe ag!!:iungere una ulteriore osservazione for– mulata già da alcuni studiosi. E cioè che es.lminando ~-i~er dell'opera goldoniana. si può \·edere come a poco a .poco. per linee tutte i:1ter:ne, avvenga una decisa matura– zione. l1:l progressh·o affinamento. Sincrono fra !"altro al sempre maggiore impossessamento di una tecnica tea:rale raf– finata e sensibi~zzata. :\fa sul Goldoni pesa pure un'altra incom– p:-e::isione. be:1 maggiore !orse delle prece– denti. ribadita da:~·autorità di letterati de– g:::i.idi st!ma e di considerazione: che il suo mondo poetico si sviluppi entro limiti di compostezza e di ordinarie:à mai turbati da un urgere prepote:::ite dì passioni. da un ?mpito trascinante ed impetuoso di grandi ideali:à umane. Per cui si potrebbe avvicinarlo se:J.Za ti-
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