la Fiera Letteraria - XII - n. 52 - 29 dicembre 1957

Domenica 29 'dicemlìre 1957 FINISCE IL 1957 all'insegna della gioventù * di GIOIWIO CAPROtl'I Ed eccoci. dài e dài, a dicembre, mese della resa dei conti Al 31, sappiamo bene, il padron nostro ci chiamera, registro alla mano. a test1- moniare sull"amministrauone da noi fatta del suo patrimonio. Che g1i. risponderemo allora, non po– tendo nasconder l'ammanco d1 più che diec1mi:la talenti non nostri? Sperperoni come siamo stati, e pur crio– fidando -già nel condono totale (appunto perchè non tenteremo di prender per la gola il conservo che ci deve cento da· nari), prima di ~adere m gmocch10 ad implorare di non esser venduti con mo– glie e figli ·per sa!dare il debito. cerchia– mo tuttavia di tappare i buchi pill grossi, e in qualche modo di tacitare. sulla pa· raia, almeno uno dei troppissimi cre– ditori. Quest'anno - cominceremo col dire - la fiera fotteraria. anche nel « settore poesia» (quello a mancina. dopo le ban– carelle delle bisagnine o erbaiole), è stata senza alcun dubbio più affollata e lucrosa del solito, si che il padron nostro dovreb– be dopotutto rallegrarsi di non aver per– duto per nostra incuria, in tanta abbon– danza d'offerte, le partite più grosse. Da Rebora a Solmi, da Valen a Barile, da Pierri a Fallacara. da Luzi a Sinisgallt. da Penna a Pasolini e da Pasolini ai molti altri giovani verso i quali non siamo statt avari di parole anche se essi avrebbero meritato di più. i conti, in certo qual modo. quadrano. Con tutto ciò ... Con tutto ciò. ripetiamo, il debito esi– ste (colpa. sì, anche dell'annata o: ecce– dente,,; ma che accadrà l'anno venturo, dal momento che tante altre case editrici - da Longanesi a Rebellato. da Am1cucci a Feltrinelli - promettono nuove collane di poesia?), e noi non siamo disonesti fino al punto di non ammettere il deficiL in prov. di Napoli, nel '29), desta natu– ralmente in noi l'invidia maggiore. Alla prima stazione della sua via crucis poetica. e sfidando con grazia l'infausto numero. egh ci consegna 17 brevi poes,ie che, O\'Unque s'apra la raccoltina. riesco– no in primo luogo a !arei sentir vivo l'odore (fa freschezza e immediatezza del– le sensazioni) appunto della gioventù: Ma ecco ndl'ora di c~tro mezzogiorno che odora dt convoglio e di mare. dt orti e dt campagne, oltre le nere plaghe del Cilento (eppure dolci e brune sottovento). l'altra terra che appare, Calabria ventosa e pura. curva di scheletri e d'acque alla .1votta di un regno dt pa.1coli e di dune. E lui si ferma. Si scende. ( La ragazza timida e bionda .si gara e guarda il mondo con occhi umidi e fondi). Con le campane e il mare che gridano .1ottovento è un torvo paeu di rupi .1taman\ che ci attende. Franco Cavallo. in una gentile lettera di accompagnamento. ci dice di conside– rare queste paginette • soltanto come una premessa: un piccolo punto di partenza. nient"altro ». Che Dio lo benedica. per questo suo saper disegnare • il mondo» cosi di prima mano. senza complicazioni intellettuali– stiche. e con tanta pungenza! ((I' Il mat– tino .si leva - col grido dei carbonai - e il gelo alle fontane ... - Sulle soglie dei bar - gli allegri camerieri - spargono a piene mani - la gialla segatura. - Le donne si avvicendano - ai banchi df verdura - e il fiume si -rincorre - coi bambini e fe torrt ... »). RITORNODI AURELIODE FELICE Aurelio De Felice: • Pielà • (particolare) ORIO \1ERGANI RO~IANZI * <li GIACOJIO AXTO.n.n Orio Ve:ganl narratore, le- me una navità di'l dopoguerra. gani di ..un vt"rO f'l:ime dt ,gati come si era da rappC>rti ~ ,:,rima .intrusione del g'mto icrittura • che •rasc:na d, tut– d'amiciz:e e da Incontri quasi amerlci ,~o in Europe, è però to .=on lè quo~id. li qu ando i.mbo gio- S-""mp:-cvis!o d~ Ve~fflì in Volendo approfondi:" ~•·riali– van1 si ~t.av: :t A _Roma, lo ab--: cbia·vl' malmcoruca. non ma. u di .. Ud:Mlz.a a Por:e Chiuse-.. biamo ~u 1:o fin? da: p:-im: co! ~lori aoces.!, foschi o E n- non sim.•bbe dit!icile i:id:eare c)e('•ead~J~ni.r~~~~~! ~ml a:~. ~ 0 ~0 rn~[ffe; ~omea~ r;~~~O'\ a~·= ~~~ .. Soste del .. ~tro ... Qua:1- nos:a!-zjc-a si può ritrovare In serrata e-..·:tando ?nutUi di– che_anno p:u terd1 _v('nne .. Io. o~.1 suo scritt_o J>C;' q~anto a ~on.i mon,ll e d~.teci•t:-..-e. ~~1cl nei':~~r;.~~~c;~t ~~~~~~;::i~ft~F: l; ~ ~·;J o !n;~~~ ~~to~·~e>s~;! , arte d7l roma::_xo. QU-~t a con _esplorazioni Jn . ambienti d: -2.mn , ... P,ù. •a:di qu.a,.-,<fil ne!– ~re\'e, d:stan~ 1 MO t!aLaltro mso:1_ti.con azz.a:dat1 accosta- ·a ...pc onda pa:-tf!" l'au"..Ote in il vo..urnf' d1 nov.:?lle .. Dome- menti. Lo si è de:to ere~ UH 'u:iigo monologo tn:P!'iOr-1" nlca .al :Mare• cd il ~amo hre per una sua ac,c("ntua . .a IJP :~ co~ d-e.: pcr,S'~'=i di • Levar _dd Sole,.. .ctie c i è s em:- p~~ezione Jette_raria p<.>r ~ A::iton:f:tta. la bella t-d e.neo: bra:o !.no:-a. il libro s.uo p1u um:U. 1 di..cagr.l"Z1.ltl, .: fall1.:1 lg O'\'ane protago:iLrta uc,.isa a rappruent~t!'\-"O, Dopo \'1 è sta- ne1la v;ta. ~a. taoc:Klo una dt- --..-'v'"rJte dal m.a:i"o, ,. è ;~a= ~ 1 ~o 0 dinvi~r,'\ 1 iira~~; ~~~~z:n~ird;~!e~.tl~:r! 1 a~= ·d':o",/1~~1~t! ,:~ 1· ~~;~-i il quale ba dato .a.;.e s~ ~ in auge, 1~ _ch~a:-e..~o, e:':(' ve,r 1'abho."idanu de::e pe– ~ .un romanzo _.,Re;ctta 1~ piuttosto un 1-"l~mis:a. 0'."JO / ro:.. co.. é quill ,~ngorio r-:.p('– Co...eg:o ... Or~ anni p1u ~~: Ver,gani non provie1_1eda G~- •ntament.(' -PI'~ perdono d: ~~ 1TI!~~lr~r,:~~en~ ~?. ~n~~e~/~eJ..f 0 JuT~8E: ~~~~~~f> ~bi~~e 1~~a-r:~: za a ~or.e Chi~ CR:uoh fo~e .. Il suo. è un mondo va i.."lparte almeno a qu~ta ed M,ilanol. ~~ opera embi- p!'O'Vf"'.c1aJ! e ~:m('S...<:0: gen\lln~ l~at;i _ )a po3:zion.e morale ~~~;u·~~t.;fte:~~~- d;; ~mdi Q~•/~n~eD~e~ripc~~ ~0-~l~~rr~ÙI :i~ 0 e!~i~~ me la nos'.ra odierna narr-ahva quindi. u::eto e fe_rito ~ con- ne cht: le vif'n data in ('OOcsto ~~~~~e:~r.·è. dato fin da\- ~a;: 0 t~; ~~~~ICd(>1;= =" 1 0~0 ~ov!~~ gi~,d:2~:'::~ 1 m:z:io.~o scnt.ore fort1,-.~a:o.dopoguerra. dal rom-pere col- luogu aboond.-rio. app~!'e poco ~~~~andi~_::"l_t~:1tc;.~= ~:l;~Ja ~~1!~:02;_,d~~: ~-:,~~}~nào~è i~o::~-en~~ To~, e_Lu1.&1_ P1r:~'C'llo. du.f: tà <'d. u_n c1n;.smo ne ... ~~:e-n-: t:-U!o troppo netto co:1 q:ae::J.1 d~rttg~~mta q~a~: d~::~: ~r:~uoLd~~\~ttà_gl i nb1U.. t• ~~·\,,:.:1~~~/=-tfd~j/~~u! fo~ 0 ~~fi!. '\~ ~o:~~~e~~ ri~~~~e~i:1e ~~: d1~~1i-i ro,,:np:uto. re~fr~~eT:~zx~o~~:e~ : ~:~ a1p~ ~~r! ~"l:'è~°u11:s::·~ d;f ~~re~ci:~ a:ub<"~o 1 il tu~= ~a a..~~e ~~-;ra;,~=r l~~e~~ ~;edtl ;:.;. ma drl tempC>.attirato da :\136- let:ori. di no:1 mai ebbando-1 nari-ate çbe .ass1em,e lonn..:lO s:ino Bct· :empe...:1. Paul ~1orand DaTSi in !~e e pu:ntig.lio<ie u::ia spec:e dt mosatt'.'0 .c~ a e Ramon Gomex de ~...a Serna analisi rc~rensib;'i per : lf'ttur.11 •ù~mata ro:1t~ n. .si è _a s~~.volta I.anelato in oon-iniLi"ati. a volCr rima- iramm.t. n<'i suoi "~;'1_ aspe:::. ~U.m~~t~ d e:;125~ 1 r~:ii ~a~\-~?i~:mee:~ ;I 11 ~::..~~~sff~f~ 0 ~;~i~~ d1 alcune novelle del volume lume ...Italiani i' Stra'Dieri .. _ p,:.-.. p:-c$C'~lare. ~-e11tt., J>f':--SO– « Fantocci del Carosello lm- C'h,e 1'€<:litore Mondadori ha nag;zi _e s1tua2.:on1 O:.o Ver– mobile .. 1o indicano abbastanza: avuto il merito di pubblicaN>lg3n, r.("Sce .i mante:i.4:rr a·.t,n·– ..Morte del Suonatore di Sas- pochi mesi !a, Vergani ha pOr- f'IO al ci:-u.-:to con!l~'.t.l qu,('} sofo~o .... « C0!11essl . _degli tato durante più di un lustro cl ma mt:.m:st_a ~he g:1 è ~a."'O Uomm.t Vol9Jlt.i...... 11 plu bc1 questo appellaiivo que,s; "'""'~ Ni a-1qu~ ~1 alludl'\.3 pnma... nudo di M_on~artre ... '"'Sonno un peso L'e1E"m<"n"o ~ns1.U!<" ed il fat:o del Vecchi o Boxe ur .... Si po- La su3 vero. strada l'ha tro- dl ""an,::\Je pU!" eSk"ndo e! cc-n- treòbr- pro !unga.re la lista \'ab pn). tardi. quandq nnun- 'lt:o della , ·cenea so:i.o in m~~~~~~u~°:l!1~a d fo~f~· ~~ ~~~ °rs{ ~~ 1 -~~~; .... ~ ~ d~d~~t ~ ~~;; Cf .~;;s; 1oz: allora :anta in voza co- in.ve- ce naCC06'G:o .::ili.a tradi- porta a.1rove su!!e ougt.."ti mo- Le occasioni perdute pesano al1a rin– fusa sul nostro tavolo (e sulla nostra co– scienza), altrettante quante sono le voci rimaste senza nemmeno un cenno di ri– cevuta; e visto che elecarle tutte è im– possibile (anche se dovremmo farlo sol– tanto per non dar modo al padron nostro - al nostro lettore - di PWltar lUi per primo l'mdice corrucciato). limitiamoci a segnare gli • ultimissimi arrivi 11, e a chie– dere con umiltà. come il personaggio del– la nostra parabola. appena un poco di pazienza e una piccola giunta di tempo. Coi sensi desti, e non soltanto con la mente informata. certo Franco Cavallo pu- aver imparato non poco, oltre che dalla grazia di Valeri e dall'asciuttezza di Betocchi, dalla magia di Alfonso Gatto, e cioè dalla sua unica (soltanto sua) ca– pacità di fondere e di rendere in colore e musica sensibili gli aspetti del reale, nonchè le reazioni del sentimento e della coscienza. Ma con questo? z.::on e del romanx.o ottocente- ralt det dramma :-salendo f.– ,----------------------------------------- sco italiano pur S('flZa d,mm- no ar~ p.:1ma ,;itar.z.a d~~a :~~o;?r~~l~~tdo~~= ~~iA?lai:~:~tu er ~~- L'anno. dunque. ha voluto finire jn bel– lezza con un altro Neri Pozza (il 111 in questo ricco '57, dopo Barile e Luzi), e precisamente con L'isola assediata. di Ugo Fasolo (del quale discorreremo con agio). di poco preceduto nel tempo da una rac– colta antologica delle poesie di Biagia Marniti (Più. forte è la vita, Mondadori), nonchè da una nuova opera di Maria Luisa Belleli (Se mai rinascerò., Vallec– chi). e infine. a tener alto l'onore dei gio– vani, e a testimoniare una volta di più .:..)me il '58 sia stato soprattutto il lor<> anno (il che conforta chi comincia a sen– tirsi anziano), da Franco Cavallo. nella Collana « Zecchini d'oro» di Rebellato. col suo Paesaggio ftcgno. Tanto quanto basta (abbiamo nmesso le opere non pervenuteci. o quelle di cui altri ha parlato qui su.Ila Fiera) perchè giovani e meno giovani. giunti orma1 'll trecentossentacinquesimo giorno, possano dirsi fle;i d'aver onorato l'annata. che grazie a loro vien cosi a concludersi non soltanto con una bella sparata di fuochi artificiali. Te{IlpO, chiediamo: ;;oltanto un poco di tempo. prima di « esser consegnati ai ma– nigoldi li, in modo che. nei limiti del pos– sibile, a ciascuno possiamo restituire il suo. E in attesa che la nostra promessa si compia, perdonateci se vogliamo arrivare alla meuanotte dell'anno volgente par– lando saltanto di Franco Cavallo. il quale. per esser molto giovane (è nato a Marana. In nome di Al!onso Gatto (che significa in nome della gio ventù i n poesia). Ca– vallo sa del resto avanz.ar già proposte sue proprie. non ult ima del le quali (e ne avevamo perduto perfino il ricordo) i1 suo riconoscersi giovane e nuovo nella nostra città. con una grazia che n0n di– venta mai vezzo. nonchè la sua ritrovata fiducia nelle cose visibili e «reali», colte. come abbiamo visto. con la maggiore tre· schezza. E• un dono che Panno vecchio. p1'ima di dirci addio, par abbia voluto lasciarci proprio aU'insegna degli anni verdi, e quasi a ricompensarci di tanta buona vo– lontà e di (più altrui che nostre) « ama– re=>» Accettiamolo con gratitudine. come l'ultimo grappolo della vigna. e terminia– mo augurando a Cavallo (augurando a noi stessi) di non perdere strada facendo (e progredendo com'egli dovrà certamen– te progredire) questa sua iniziale (di buon auspicio) felicitlt. (1) GIORGIO CAPRONI UNA POESIA DI LDO ACCATTATIS * Cappello di carta Le rughe del volto, signori, finalmente sorridono perchè il tempo tra poco diviene un'eterna domenica. Un muratore che cade da un alto grovi&lio. di ferro, da un lembo d1 cielo distrutto, ecco sorride. Fu una vita mUT2ta alla gioia, decisa alla sventu1'a. Or-a, cavalcherà bianchi muri nel cielo, innalzerà pareti dl azzurro interminabili tra lui e il mondo. Lo eda&iano su un camion che ttaballa muovendosi e d!etro a sé lascia una striscia di sabbia EiOttile, quasi un sentiero di !orm.iche: una piccola vla che non resiste al vento sbucato dai crocicchi. E' caduto Michele. Aveva quattro figU e trent'anni. Nell'ar!a un cappello di carta coglie un fanciullo, lo calza sugli occhi avvolgendosi In g,,idi di gioia. ALDO ACCATTA'MS ~to o;.i~~e~~~io':t;et{:: ~o~~~~~e·n:u~~ta ':~:i~ telliigfftte ai quale d·a aicu'ni al!am(-nte drammatica r:.ve:e. 1·-. deccnn• nulla fdu;gge di quant" 1 a fona di SE"!lt me:1:J a :u: si 1)1.lbblice~ialm~~e a Pa- cnrnp_ressi ed a !ui Hé"9&0 rig:i quando sono nO\•ità di U"ia "' 1 .ola certa importanza. n suo inte-1 ).tarco Faedis. orza,"l!S-"e.e resse per ,·opera d.:?~ altri, mae5~ro d1 banda a Ou .... a._ del 1>i_ù rtr3:mbi altl"O'\·~ " dei Ull c--.nquan~nnc ~recocemento? ~ta~~~-..·~ni~~~L \~ :~:~ ~h iJ;'{ja u:itat ~.mv\!~:~~ cl@azic dena tecnica roman- 1 :m-;,ro.. .v.so chiama:o _a liila:."lo zesca rh-elatas.i già 1ne1 Jibrildoude.ma nea de m.olt1 ~ .! d~ del primo ,periodo 6( nota an- ur, en!.iJnatico telegramnll d~ che in ., Udienza a Porte Ohiu- UJ\3 nipote. Egli il puro. r~ a– se ... il romanzo della maturità ·ro. rit:.ratosi a vita qua.sì mn– ctove Ti assumendo tuttf' l(' pas~ I nastie.a dop,;, la . morte '1ella sate eE:pcneaze ha da.:o iJ ..... ';.mpruvvL-.., t"'hc r.:.-po ."'1: .. gLio di ,e st~. Jtonietta avuta bimba e =::i.– Giomalista fra 1 più: no:i ed ragga spe550• tn casa pe: attivi dcll'u1timo trentennio ~ le vacante e~tive ma pot ~!~ec:t! ~isc~:: sf% rf:~~; 1:1~~~ 3 d! 1 mici~!3ta s:penf1~!~ attività di Vel'g::d. ).lcn'rc al-lno dove !a la . modista, tti venuti dopo st son o vi!;ti sposata con un rned:.ocre .ap– asoo:-b!.re to~nte dal C.or - prMe-ntante di commcrC:.:.odal n.allsmo al punto di di men~i- quale ha a-..-u~o un figl!o è care di essere o di es.sere sta- c:.a ta a...ass inata a re'\-O:v~:-:'.!tf!" li scrittori Orio Ver,gan.i CO""I(> dal mar.to abn.izxue !n u:1a Paolo l!one.lU, malgrado i vi: l~:ta di )letna t:U: L.11go tT!onti ottenuti nel W,oma.11-M6S:Kiore dO\·e si tto,-ava con smo. ha ~re s:"1)Utoman- un amiinte ~o~o ti.cito ::.el:a tenere intatta ed indipendente not\e P:etro Guer., i :'u.."'to~- 13 6Ua figura di ,;crittore. Tut- c!da, lrova_ndosl i~ ca:-.:-t.':-eIn tavia in contrMto con Pie~TO att~ di iPKliz .;o tl buon ll3:– Pancrazi ohe v!'d,eva le due co FM'dis deve accoglie.re nd– atttvllà come del tutto Sf"P3- la ma umile d imora di O li<>g– rate ed estranee l'una dall'al- gia il piccolo Le0o che oecu– tra slamo inclnil a trovarci perà 1a ,tanza dove fanciU:la d'accordo con Emilio Cecchl dorml ~e madre nella speranza che scrivendo da par- suo del che possa per qualche tempo romanzo .. Udienza a Porte ignorare il ~err.::b~ dr-aroma (l) Chiediamo fiCUsaper i nuovi infortuni capitatici. la fiettimana scorsa, in tlpogra– fla. Pur essendo abituati a legger Cristo do– ve è scritto critico. e a sconsiderati sedici Quando non volevamo apparire sadici. cl dispiace che dal nostro precedente articolo sia caduta una delle tre prime righi:? e che, a un certo punto, si sia volatizzata l'intera citazion-e d'una poesia. sulla quale poggia– vamo il nostro discorsetto. Chiuse• ha invece parlato a dcl gooltorL ,_ ____ =----------------------------------..J proposito dl!Ua ~rMa d.i Ver- 'L'anziano e mite o:- ls'a. Portonaccio nella nostra • alllICIZia • • di ELIO Anche Portonaccio, i.n questi ullimi dieci anni, s'è andato trasformando, S1 stentano o riconoscere te vecchie =one di verde, di piccole fabbriche. di raccolta, d'imnwndizia. E' quasi del tutto scomparso il 1t mate– riale» dei disegni e dei quadri dei. miei amici pittori Tutti noi abbiamo cambiato quartiere. Ma Portonaccio rimane a vivere nella nostra ami. cizia, come un segno degli anni di giovinezza minai • fino al midollo. Portonaccio ora vive nella nostra memoria. Ricordo che una domenica pomeriggio, quando on· cora si abitava tutti a Sant'lppolito, con Ren.:o s'ando aH" A.rleccbino. un locale a Santo Stefano del Cocco che di li a qualche mese diventò un punto di. ntrovo per gli artisti romani. Vespignani ed io non avevamo addosso il vestito della festa come si usa tra pe-rsone che hanno possibilità di di.stinguere la domenica dat giorni di lavoro. Lui portava una giacca che faceva 5coprire il mestiere del pittore, io avevo un cappotto che mi era stato regalato all'ECA di piazza Santa Chiara, di provenienza americana, e-redo. (Me l'aveva fatto avere Flora Santucci, funzionaria di quell'uffi– cio. assieme a un paio di scarpe usate e con due nu– meri in abbondanza). Ci eravamo seduti a ùn tavolo e guardavamo attorno le poche persone in completi grigi. e scuri., alcune con scarpe 'ucide. Ma 'ien.20 invidia Il nostre era u 11 de– siderio semplicissimo di passar€ mez.:'ora a sedere e prendere un caffè. Quando s'avvicina a noi un stgnore che assai compitamente. ed era chiaro che fu coman dato di farlo., ci avverte che bisognava uscire. Non era un locale pubbliC'O. disse vergognandosi della evi– dente menzogna. Ce ne andammo senza avere nemme– no il coraggio di contraddirlo. Da quando mai un cat fè si doveva considero.re un locale per pubblico sele– :?ionato dai vestiti e dalle scarpe? Ritornammo verso t palazzi del nostro quartiere: era stata la prima volta che ci ~ravamo messi in testa di sedere in un caffè del centro. I.A periferia non si può lasciare. specie dt domenica, se non si ha il vestito della festa. Usciti fuori da Santo Stefano del Cacco e aura– versato il Corso., proprio al centro di piazza Venezta libera di macchine e quasi vuota, Vespignani e io c, mettemmo a gridare i versi di Campana. Quelli di a Notturno teppista». PeT reazione. * FILIPPO ACCROCCA Rito,·110 a Porto11accio a Vespignani., Buratti. e Muccini Mutato ponte e più mutate cose dell'inesausto vivere negli afoni mattini. Si fa monte il ricordo degli anni quando ancora intatta era l'immagine dei pmi densi di fumo e l'isola di verde m'accoglieva ogni giorno al passaggio contemplato di treni amici e delle amiche grida. Oggi mutata è pure la mia vita e i desideri, e il senso delle parole s'è trasfigurato: tanta merce è passata e tanto fiato ... Solo intatto mi resta l'inlramontato innesto (amore? odio?) per il mio Portonaccio !atto mesto e i1are. sconvolto e avvolto a un tempo da memoria che rende l'ora desta Da « Vita inizierai» Sul tuo tenero cuore a goccia o goccia cadrd il mio cuore: per nempirlo forse non ba.steranno gli anni di una vtta. Dal grido di tua madre uscito sei. o sperato vagito. e già di sguardi avvolto. (Anche la lJna in un momento in te s'è riversata a illuminare il dono del t.uo fiato). L'a:lba vegl:ata schiude la tua incerta pupilla. sguardo nuovo sulle cose di sempre... La tua mano libera un dito stretto tutta notte. Scopri le cose: luce. ombra. Resta sopra il colore l'occhio già turbato. Vasta la superficie del tuo sguardo ... Anche se il giorno è tenebra e sul ponte del mio già lento palpito non transita rapida un 1 i11usione. il tuo sorriso basta a darmi luce. La prima tua parola è coltivata perla che appendo al filo del mio labbro. ti nome non t'affiora che per gesti: indecifrato suono. All'inconsueta àncora s'afferra l'anima che all'ignara tua pupilla mi si fa chiara se di te risplende. .1·e1 nun·e del tuo vivere Quali paesi mal alla tua luce offrire? Quali nomi delle antiche favole a te? Non ne conservo alcuno dell'infanzia. incantato millennio, nell'incauto tempa che assottiglia la grama fantasia. sepolto. Mare d'eventl l'isola sommerse ove ant"orata l'anima. attendeva nella rada spera"lza ad echi umani ... Oh mitica memoria che riemerge dall'infuocato cielo. dalla terra con"trita. dal marino sepalcro. umile foglia nell'incerta mano del fanciullo che Ignaro passo muove tra schelitrW mostri, è ~ià ventura e grazia. intatta forma. aIle favole nuove, a te che andrai nel mare del tuo vivere a spiegate vele col radar n.:?ll'aperta mente. ELIO. F. ACCROCCA eh~ pure n<"gli ~,:n: di gio– \-"\'"lltùa MD.ano e llonaco di 63"\'iera ha conosctuto la ,i:a e la P-"S!one. e l'undicenne Lello. ., il ragano,.. assai p:ù scnsih::le e eca1trito di quanto p('llsano e vorrebbero g:i adu!– ti che lo atto:nla:10. so:10 due peI'8C' par~iC0:aI'!Il4"rl~ \"i.- c:ni a1 cuore di Orio Ver;:·mi. Quando si tro,·an 0 al centro de!l'i.ntrecclo U romanzo rag- z1ung~ una persuasiva e com– moven•e int~sità. Parlando ci:! loro Ver-gant è !i:etnp~ ne! ~iu...<:to ne,gll eecenU. Ile sfu– mature, nel modo di intona':"El attorno a loro ambien!i e pae– saegl. Antonietta invece non è sempre raggiunta e persua– siva sebbene 8'.!cuni del capi– toli a lei ded.lca:i ,;!ano da .'llO'\-e.rarsl tra i m:e!iori del libro. Me ntre a Milano &:. svo.1- ite.rà dina.n:ti al:e Corte di AS– slse il processo per uxoricidio contro Pie~ro GuetT d, indi– v:duo me,chi"no. :>ttu~. calco– latore che riesce a fa.-si as– solvere invocando mot.vi di ~~t~~ef1'en~"alre~:à 1fU t ~:'~ defun:i che tutto sair.10 e tra di loro parlano si svok:e d:e– tre Je por.e chiuse deI'..a me– mor~a un altro processo dove la povere Antonfetta appaN!! col suo peccato :c:i altra luce. Questo è il dato essenziS:e di ...Udi~2.a a Porte Ch.!.u~ ... un romlillzo italiano notevolissimo. N'on soltanto perehè è dall'ini– zio alla !ine scritto in buon italiano e non in dialetto od o un preteso gergo di gente povera ed. incolta come è oggi troppo &peS'SO il veno. me an– che perehè dopo Baechelli e Palaz:zcscbl. Cieognani. So!da~. Pratolini ed il primo ~foravia - per citare a caso alcun.i nomi - viene a sfa~are il tuo– ~ comune secondo il qua!e in Italia non vi potrebbe ess-ere . romanzo pe.rchè noc es'.s:e .. a società i taliana.., Diver– ,c;a da quella france.se od in– glese. 1a situaz :ooe di tut:.e le elassi sociali in !talla è tale da nttirare di continuo eu!"O– pei ed americani per- ambien– tarvi racconti e romanzi. Scrivendo con • Udienza a Porte Chiuse,. uo .romsruo ti– p!canwn:e italiano oell'impo– staz!one e l'elaborazione Orio Verganl accolto festosamente dalla critica e laureato col Premio M..arzo!to ba vinto la sue m:gllore battaglia.. Aure!Jo De Felice: • Pie ti 1 (1956) GIACOl\10 A..i.~TO~'L~l

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