la Fiera Letteraria - XII - n. 49 - 8 dicembre 1957

Domenica 8 dicemhre 1957 A Flfi'RA LETTERARIA 2-GLISCRITTORI E ILCINEMA 1 * lncliiesta a ct11•t1 cli ELIO FILIPPO ,,. CC ROCCA GATTO • on credo a un cinema italiano» Potrei esimermi. ma non mi -es.imo dal dire chiaramen~ che non ho mai creduto e non credo a un e cinema ita– liano >. allo stesso modo con cui non ho mai creduto e non credo a un e cal– cio italiano>. Vedendo i nostri migliori films. pur fra tanto e realbmo •, non mi sono mai sent.ito prendere da quel tanto di realtà che un qualunque di– screto film giallo amerkano riesce a dare. Sempre ho sentito - s.ino all'of– fesa - l'approssimativo. il e tirato coi denti •· il maldestro tecnico, la scom– messa poet.ica. l'arzigogolo prezioso, il e li faccio vedere io>. l'ambiguità. il doppio gioco, il candore cretino o il cinismo pieto5<>, in una parola l'irreal– tà pavida del nostro cinema, direi la sua mancanz.a di misura atletica. la sua prole-sta di una fede che non ha. Sarò accusato di lesa-patria, ma di un pre– teso capolavoro quale • Ladri di bici– dette,. (cito iuttavia uno dei migliori films nostri ) rico rdo che. fino all'ul– timo. mi sforz.ai d"esserne convinto. anche a costo di perdere qualcosa di me. M'aceorge,-o di perder tutto, la mia identità reale. Potevo esser dJ troppo, io? ::\la c'ero. Come fare? (Uccidetemi). Per quel che sanno fare e hanno mostrato di saper fare, mi pare che registi e scrittori abbiano fatto già trop– po. 1n un paese la cui realtà ~nomica non permette a uno scrittore (e nessu– no tra i buoni. che mi risulti. chiede aiuto o si fa vittima) di restare sei mesi o un anno in casa. a scrivere un lungo racconto o un saggio, credo sia per Jo meno esagerato preoccuparsi che potrà mancare un film quale e Senso ,. di \"isconti o •Guendalina> di Lattua– da. D'altra parte. non so in qual modo, sino a oggi. si sia avvertito il peso degli scrittori nei films. se Carlo Bemari. a nome non soltanto suo, può affermare che questi scrittori sono già coscienti di servirsi d1 un a.ltro mezzo di espres– sione, che non sia il proprio. su quel panfilo degno di Byron e a me. piccolo poeta, la libertà di andare ln bar– ca a foru di braccia e di vedere bel ftlms americanl, in seconda o in tena visione al cinema di pertleria Vorrei poi agg:ungeree, a mò di con– ged o, che I per sonaggi di questo e a solo nel concerti.no della e Fiera,. sono pura• mente im maginari. come è tutto fmma– ginario il nostro Paese che, a deua di VigorelJ.I - parlo dell'on. Ez.io e non del– l'amico Giancarlo - e- persino , socia– lista e non lo sa >. ..\LFOSSO GAttO CECCHl D'AMICO « In comune c'è carta penna e calanwio » Scrittori e soggetustt--scenegglatorl han– no in comune alcuni ferri del mesUere. Carta, penna. calamaio. Possono anche avere i.n comune dei motivi d'ispirazione. J)erchè un ambiente, un momento storico. un tatto di cronaca. un personagg!o. po!=• che il Cinema ha come divulratore di \.'erità letterarie superate o troppo al– lettanti. La forza dello Scrittore sta nella li. bertà di affrontare i suoi temi, col suo stile. Scrivendo per il cinema potrà spiegare questa forza solo quando farà il , suo ,. film. Gli· succederà (orse un paio di volte nel corso di una lunga esperienza e allora gliene resterà l'ama, rezza di at"er ceduto un suo diritto per un piatto di lenticchie. Il Cinema chiede normalmente allo .,Sc~ittore ciò ('h_e la ~tte~~ra non gli chiederà mai: idee comuru in apparen– za geniali e soluzioni drammatiche. Que– ste esercitaz:oni g~!a!!itano o perlomeno offuscano le vere qualità di uno scrit• tore, che 5000 Je cnlma. la costanza, la pene:razione. la sincerità e un pochino di sana imbecillità. In nessun'aJt.ra atti– vità come nel Cinema lo Scrittore sen– tirà mai tanto parlare dl Poesia. Si tratta quasi sempre di sentimentalismo corrente e di derivaz.ione letteraria. Avvjso a chi può interessare: lo scrit– ore di cinema e soltanto un tale che ha tempo. Regista e produttore non hanno quasi mai tempo ed è questa la rola ragione per cui chiamano in aiuto Pensavamo e continuiamo a pensare che, semmai. a un vero regista dovreb– be interessare il Hnguaggio proprio dello scrittore, del poeta. del pittore. dell'architetto. dell'uomo di scienz.a e cosi via. di tutti gli artisti e gli esperti ch'egli chiama e collaborare per avere nella loro ,·ivente discordia deJ vedere e del rappresentarsi lo stesso , sogget– to ,. l'unità reale e possibile del suo racconto. Credo che non avrebbe nulla da imparare da me un regista che ve– nisse a chiedermi com'io vedo - in un presunto linguaggio obiettivo proprio del cinema. che sia qualcosa di più e di di,·erso del suo stesso • mistero tecni– co,. - non so. mettiamo due innamo.. rati all'alba in n,·a al mare e !e parole ch'essi possono e debbono dirsi in quel momento dopo aver trascorso insieme tutta la notte. Molto gli interesserà in– vece sapere com'io li veda nel mio par– ticolare linguaggio di poeta, se li vedo e come li vedo in relazione al mio modo di pensare per immagini o di dar vita sottile. pudore. all'inespresso, valore al– le pause. ai silenzi, ecc. A interessarlo e a aiutarlo insieme dovrebbero esser? SOitanto la perizia tecwca del mio me– stiere. persino }a mia intima deforma– zione professionale. Ja mia ingenuità di fronte ai suoi problemi. Posso in ul– tima analisi servirgli - e il mio con– tributo sarà ancora più attivo - come punto di riferimento d-i tutto qtiello che non deve fare. Toccherà a. lui sce– gliere, delle mie esperienze e del mio modo di vedere, quello che egli può o non può tra.durre, al limite tecnico, nel suo linguaggio. E' lui a concepire nel suo mezzo. non io: e in quèl tanto che egli riesce a avvalersi del mio contri– buto di scrittore quale scrittore, di poe,.. ta quale po,eta., di pittore quale pittore. ecc. consisterà in effetti il rapporto ope– rante che solo può esserci tra cinema e narrativa. cinema e poesia. cinema e pit– tura. Altrimenti. perché gli scrittori che si servono di un altro mezzo di espres. sione che non sia il proprio, non fanno essi stessi i registi? Non posseggono an– cora abbastanz.a l' e altro mezzo ,. ? Si decidano a tentarlo prima di fare i con. sulenti. Roberto !Uelll: «La rantC!!iCa• (1911} Nel rapporto indicato, infatti, dovreb– bero operare tra loro, al limite della reciproca intransigenza e della comune arrendevolezza ~l'immagine del film. quale si va formando per successive di– scordie e composizioni. sceneggiatori che fossero scelti con criteri precisi. ad per– sonam, ai fini di un'estrazione ultima del loro carattere e anche della loro opposizione al , soggetto"· Da noi. pur– troppo. le consorterie di scrittori-sce– neggiatori si formano indiscriminata– mente tra persone che sono legate agli stessi interessi e sono interessate a ve. dere allo stesso modo, sicchè esse lavo– rano a differenziarsi dopo. nell'attribu– zione delle parti, ne11e battute, nelle trovate dall'esterno, tanto più attivi quanto più disimpegnati a colpi di in– telligenza e di destrezz.a. nel migliore dei casi, e mai di natura, di sentimento. di responsabilità morale. Gli scrittori che hanno lavorato e lavorano nel no– stro cinema vendono • idee ,. e sono sempre avvocati di Dio. mai del dia– volo. Poi. a casa. tornano a essere seri~ tori. non si sa sino a qual punto modi– ficati dal proprio allenamento nell'c altro mezzo,. e per esso portati a dar mag– gior credito alle intenzioni e alle idee. più di quanto non facessero prima. E' affar loro. comunque. Voglio finire con un aneddoto per. sonale. ln un"alba d'estate di due anni fa partii da Alghero su una barca a remj con donna. figlio e due amici sardi alla volta dello strapiombo di Capo Cac– cia. Dal largo vedemmo, lnsenato nella ba:a azzurTa di Porto Conte, una volta caro alle ninfe romane, un panfilo bianco. Un amico disse che in quel panfilo, pro– tetto dalla nebbia dl perla della mattina mediterranea, dormiva I suoi sonnJ un piccolo regista delJa nostra Repubblica fondata sul lavoro. Credo sia questo - non altro - il vero rapporto tra. i poetl e il cinema, tra gli scrittori e il cinema: un rapporto duramente economico che dà a-I piccolo regista la libertà di fare brutti films • d.! passare l'estate a occhJ chiusi sono fornire materia sia a un romanzo che a un film (e anche a. un quadro, a una commedia, a un'opera lirica 1 a un ba?:!etto, a una storia a fumetti e chissà a quante altre cose). Però lo scrittore s; esprime in parole, soltanto in parole: invece Io sceneggiatore si esprime '!S– s.enzialmente organizzando delle imma– gini .in movimento. Dunque l'arte dello scrittore potrà essere quanto si vuole maggiore. infinitamente maggiore di quella dello sceneggiatore. ma è sen– z'altro di,;-ersa: perchè le arti. maggiori e minori e mirume, si diversificano non per j motivi d'ispirazione. che possono ess~re comuni a tutte. ma per i mezzi d"espressione. E' vero che alcuni· srrittori sono ec. cellenti sceneggiatori. ila si tratta di casi personali. come quelli del pittore che è anche ottimo scrittore, del poeta che è anche grande filosofo e vfa discor. rendo; esistono anche i casi, altrettanto personali, dello scrittore che é sceneg– giatore pessimo. e dello scultore che a tempo perso fa il compositore dilet– tante. Giustamente ha scritto Pratolini nella sua. relazione aJ Convegno scrit– tori e cinema • uno scrittore può diven– tare un asso in questo campo, e ne ab– b:amo esempi illustri. a patto che per quel periodo che farà lo sceneggiatore. rinunzi al suo lavoro letterario. Xon solo, ma lo dimentichi>. I rapparti della letteratura col cine• ma sono semplicemente un capitolo di un generale problema di cultura; che per il cinema si risolve nelle teste degli autori di film oppure. quando queste teste sono deboli. non si risolve affatto. SUSO CECCHI D'AMICO FLAIANO « Ideali separati» I rapporti tra Letteratura e Cinema? Piuttosto eq.iivoci. direi. O di pura. umana cortesia: curiosità reciproca. sim– patia e comprensione. ma ideali sepa– rati. Il Cinema va verso la folla, la sua riuscita e il &JC<"'eSSO immediato. Un film non può aspettare, un libro si. Un regista di genio che, come Stendhal. dicesse: • I miei film saranno capiti tra cent'anni"· non troverebbe produttori. La Letteratura lavora col Tempo e per il Tempo, il Cinema la\·ora per il momento. U buon cinema é puntualità. la buona letteratura non va agli ap– puntamenti. Il Cinema è un'Arte origina.le. talvo). ta lo e. ma di solito é l'ultimo rifugio della. letteratura scad.ita: questo il suc– co dei loro rapporti, ed anche il segreto uno che ha tempo. Se avessero tempo. scriverebbero loro e forse meglfo. C'è di buono che. a film finito. lo scrittore non conta. La Critica lo ignora: e il Pubblico, nella sua innocenza. confon– de lo sceneggiatore con lo scenografo. E:'\'11ao FLAIASO M_!)RETTl « E' necessaria una legge » 1 1 rappo rto fra cinema e letteratura non pot.rà essere più proficuo ed effe~ ti..-o di quanto non lo sia da circa q .ia– rant'anni. Da CabiMa (1913) a Nonna Sabella (1957) il cinema s.i è abbevera– to alla l~tteratura e vice,·ersa. ma sem– pre stizzosamente: il primo chiedendo ~'impossibile (cioè un testo fresco e originale che riesca a conservarsi tale dopo i traviamenti emotivi del regista. le strozzature della. censura. i dilemmi del produttore e le ..-essazioni del no– leggio): la seconda reclamando un com• penso adeguato all'entità dell'opera. cioè un rapporto equo tra la prestazio– ne dello scrittore e le altre voci in bi– lancio. Per chiarire: lo scrittore trova immorale e ingiusto che un suo sogget– to letterario. la cui elaborazione in li– bro o comunque in forma narrativa gli è costata anni di fatica, di esperienza culturale, di gusto e di spirito, gli ven. ga valutato UD prezz.o aV\-·ilente in con· franto a quello che prende. con uno sforzo evidentemente minore, l'attrice tuttacurve, il regista. lo scenografo e, in certi casi. l'operatore. Al creatore di una storia. di personaggi originali e carichi che determinano la fortuna di un film, si rivolta il sistema nervoso a vedere che dai suoi 2 o 3 milioni. scaturiscono i 30-40 per la formosa ere. tina incapace di esprimersi altro che con l'ondulare dell'anca. i 15-20 del re– gista che arrangia a furia di mestiere un testo funzionante e meditato con compet<:ma cinematografica. e 1 90 e più di margine netto che il produttore in– cassa al termine della programmazio– ne. Oltre tutto. nella produzione media e minore. le cifre dei compensi agli scrittori sono ancora più basse, e diffi. cilmente arrivano al milione. mentre quelle degli attori ecc. non scendono sotto i 10. per cui quando uno ha fatto mezza dozzina di sceneggiature, ha im– parato quello che si richiede. cioè un linguaggio cinematografico e letterario insieme. è dh·entato l'uomo-idea, il ri– solutore dì situazioni disperate. il buon tecnico della commozione e della risata.. si sent~. per dirla con Bernari, un pom– piere che dopo aver salvato la vita. a una famigl.a di miliardari si veda gra– t:ftcato con un pacchetto di sigarette. E' necessula una legge, fortemente sppo&clata dal Sindacato Scrittori, che determtnl Il preuo equo del d.Jrilti ci– nematografie-i (non dlment.lch.!amo che spesso l'Editore part.ecipa a questi di– ritti per il SO per cento) e che pro"..egga lo scrittore dal &opruso economico. dal– lo sfruttamento, dal plagio, dall'irri– sione della sua opera. Le leggi che ci sono non sono osservate e non sono note. Il mondo del cinema _pullula d: sgrammaticati e di arraffoni pronti al più basso crumiragiio, al sacchecgio delle opere altrui. La produzione è fio-– rita di individui dall'ana protettiva che attirano gli intellettu.ali con promHse mirabolanti, li fanno lavorare alle fa. mose • qu.lttro paginette,., che diven~ tano subito quaranta, e pai alla sca– letta, e poi al trattamento che serve per iJ noleagio, compensando con ac– conti irrisori tutta la fatica dello seri~ tore che, nella migliore delle ipotesi. sarà pacato per ultimo, a pezzetti, a e.ambiali. sari maledett-0 e trattato com~ un ea>SO scocciatore da chJ deve, a lui. la base di una grossa impresa finanzia– ria e indu5trlale. Dalle • quattro pa– cinette,. sorge vertiginosamente una pi– ramide di milioni. la fama dJ un re– gista, la fortuna di una ragazza kti– nata dalia natura al la riproduzione della specie e div:izz.a ta invece nel panni di un'eroina, il c onto in banca degli esercenti, la potenza del produttori. Che ognuno di quelli che lavorano alla fattura di un film dia il meglio di sè, con bra\'ura e con sacrificio, è pacifico, ma l'abilità cli un regis1a, n capitale di un produttore. l'attrezza.tura dell'e– sercente, la venustà di una attrice non farebbe un aocidente senu ?e « quaitro paginette > che sono il seme, il cuore, lo spirito del film. E allora pagateci meglio, se non volete che dall'amarezza nasca (come abbiamo visto accadere troppe volte) il cinismo professionisti– co. B disprezzo per quello che si fa. la cialtroneria e l'affarismo che hanno portato la produzione italiana al livello banale e pseudo popolare in cui si tro– va per il 90 per cento. Date allo scrit. tore una quali.fioazione maggiore, non so}o eoonom1ea ma eonsultiva. Inseri– telo nella fabbricazione del film non solo fino alra.pprovazione formale d-illa sceneggiatura. ma fino al mont.aggio, al missaggio. alla copia campione perehè egli condh'ida le responsahHità e il ls– \"Oro degli altri. Ascoltatelo. almeno alla pari con gli agenti di noleggio, suBa scelta degli attori che dovranno dare un volto alle creazioni della sua fan– tasia. vincolatelo al regista affinché il rirultato della sua collaborazione sia concreto e non fittizio; mantenetelo. in– somma. autore e non liquidatelo come un rompiscatole fanatico degli aggetti. ,-i con la scusa che non è un tecnico. La tecnica del cinema non si impara a scuola. ma nei teatri e alla mo,--iola. Fino a che l'autore di una storia non sarà •dentro,. il film fino alla fine non pot.ete pretendere che realizzi dalla sua scrivania altro che un seme da affidare, con tristezza. a.d altri che gli restitui. ranno poi un fiore assolutamenie dif– forme e sconosciuto del quale, il più delle volte. si vergognerà non riuscendo più a sen t.i rne il profumo. UG-0 MOREITI PURIFICATO « Il contributo dello scrittore può essere determinante » Sono pessimista nei riguardi della col– laborazione tra scrittori e cinema. Agli speranzooi non dirò che è inu– tile indire convegni, perchè certi pro– blemi è sempre bene discuterli; dirò, invece, più semplicemente: - Conosce-– te i produttori? (Avete notato che er:a.– no proprio essi i grandi assenti al con– vegno indetto dall'Ai~ICA ?). E poi dirò ancora: - Conoscete i re– gisti? (Anch'essi, salvo eccezioni. bril– lavano per la loro assenz.a.). Ho avuto lunghi contatti con il cine– ma e riassumo qualche dato della mia esperienza. Quanto ai produttori. credo di non aver mai incontrato in vita mia gente più sicura di sè, più convinta di essere dritta, e di saperla lunga su qualsivo– glia argomento; da quello logistico, da quello amminfatrativo, a quello tecnico a quello artistico e da ultimo a quello letterario. Non invidierei, perciò, lo scrittore costretto a far valere i propri diritti (diritti artistici, bene inteso) al cospetto di produttori di tal fatta. E che dire dei registi? (salvo, s-'in– tende, quei quattro o cinque di essi che hanno dimostrato di avere in stima gli scrittori). Conosco quasi tutti i registi della generazione intorno ai quarant'anni e conosco la presunzione di molti di essi. Mostrano di saper fare tutto da sè: hanno solo bisogno di gente acquiescen– te e non di artisti al loro fianco. Cosi iJ cinema nostro continua ad andare come ,·a. Non che la presenza dello scrittore sia la panacea per i mali, ma il suo contributo di gm;to, di serietà. di fan– tasia. d1 paesia, può essere determinante. Sarò pessimista fino a che non s'im– ponga per legge ai molti e superuomi– ni,. del cinema (produttori e registi) la collaborazione di buoni scrittori. DOMENICO PURIFICATO ASTALDI « Ripartire i compiti secondo le competen:-;e > Se non si v-..iole che il cinematografo scada nello smorto artigianato, per for– za bisogna reclamare l'aiuto degli sc..,;t– tori. Anzitutto cl vorrà un narratore che immagini e stenda la vicenda la quale dovrà assere adattata. per lo schermo. La fase veramente creativa ai fini cinematografici è l'adattamento del– la vicenda. e molto si è scritto e tuo. nato contro la intrusione, gli arbltri e in genere le libertà che gli sceneggiato- I T A L I A N•O RD • SUD E CENTRO AMERICA PACIFICO NORD E SUD Pa~ 7 Le[!gete e diffondete "La Fiera LPttrraria, f ,,,11111111111111101111111111111111111 AUTORI OJM:re, opl te.odeon e se• nere. pratkbiamo fa•ore•o– U cor;.d doni di edidone • ddfa_,tone, Edlzio.nt per COD• to o,. e per conto Aoktri. TIP. ED • 1..'lTALIA D'OG– GI • . (.A.SELLA POSTA- LE. Ml CllElfO"A LlDYD TRIESTINO Dal nuovo libro di G. B. SOLARO INDIA- PAKISTAN -ESTREMO ORIENTE -AUSTRALIA SUD AFRICA - FRICA ORIENTALE EOCCIDEKTALE "I liEPLE~ICI ADRIATICA • Quut.a. •olt& Du nrna La propria U mJdau e tnuolu• tnu ba t.a.no un.a -rlwma: z.et& . U protea.o,..__ o denJ– ,-ratore. T1l.a.o d6 CM la um.l~ d.euadlDeanoaafa.n.,lo fari. Zeta per dtmOltrU'l1l che Jli i nperlor._ zeta Ari. preso d.a1k smaA1a dJ ta.re. qae.Uo e.be DM, ttm.ldo e. 5UC– cubo, aect'Dlla a,vpeaa e. ma– L&m.enu ,._ EGITTO· LIBANO· GRECIA- CIPRO TURCHIA - ISRAELE - SIRIA- MARNERO TIRRENIA SICILIA - SARDEGNA - CORSICA - MALTA· LIBIA TUNISI - MARSIGLIA - SPAGNA - NORD EUROPA ri si prendono sull'opera originale. An– che io mi scandalizzai un Po· quando vidi in America un film musica.le tratto dalla Traviata, in cui la risan ata. Vio– letta andava sposa ad Alfredo e in uno stuolo di amlci, libava nei lieti calici. !\fa ormai questi guai si verificano me– no. I narratori inventano sempre meno. e sempre più interpretano la cronaca. e la riduzione cinematografica essendo assai proficua. hanno ormai l'abitudine di scri..-ere con un occhio alla. sceneg– giat'..ira. ossia di costruire la ,,;cenda con un criterio esclusi,,o.mente visivo. rifiutando il cosiddetto monologo inte– riore. Da Hemingway, Bromheld ai francesi più recenti come Roger Vailland e ita– liani come Moravia, il proposito di ser– vire al fine cinematografico si fa sempre più palese. E non solo il narratore, ma lo stori– co, lo storico dell'arte e della lettera– tura, lo storico del costume, lo scrittore d'argomenti scientifici sembrano indi. spensabili alla collaborazione. Di que– sto pare si siano convinti anche gli americani, dopo che urla di sdegno accolsero i filmon.i di Ceci} De Mille dove si vedeva partire per le crociate uno strano King of Monserrat.o, o do,-e Mosè rice~va dall'angelo, le tavole del– la legge incise in inglese. per non par. lare degli orologi da polso e del conti– nuo masticare gomma delle comparse. Insomma per migliorare le condir:ioni della produzione cinematografica e con– sentirle l'ingresso nell'arte mi sembra che bisognerebbe prescindere dalla per– sona del cosi detto cineasta. quando questo, in,,-ece di un esperto della sce– neggiatura o della ripresa. è un buono a tutto fare. un maneggione senza. scuo– la. un improvvisatore arrogante in ge– nere licenz::iato da qaalche giornale. E ripartire ragionevolmente i compiti se– condo le competenze. )JARlA LUISA ASTALDI ANDREASSI « La voce del padrone > Il produttore è. senza alcun dubbio, il perno intorno al quale girano tutti i problemi che riguardano il nostro ci– nema. Registi e direttori di produzione sarebbero ben lieti di collaborare con gli scrittori di valore. Le manovre che portano alla prepa– razione di una pellicola, sono ben note. Fattori imponderabili governano la scel– ta del soggetto. I soggetti nascono da umori e da simpatie. Qualche volta. dieci film sono il frutto della elaborazione dei resti di un primo film che ha avuto successo. Finchè c'è un filone si sca va. Cir co– stanze curiosissime, invece. porta.no il loro peso nella scelta. degli inte rpreti. Chi può impedire al produttore (i soldi li metto io) di pescare i suoi colla.be) . ratori nella rosa degli amici o dei pa– renti? Cosi tutto é casuale e provvisorio. Chi può impedire al produttore di • rea– liuare,. il film? Questo è il punto. Lo equivoco nasce sulle attribuzioni. Il pro– duttore dovrebbe essere sempre un t~ nico, e invece. quasi sempre, non lo è. Per fare un palazz.o ci vuole un finan• ziatore (uomo con lire), ma anche un ingegnere, un architetto (uomo con in– gegno e mestiere). Perché nel cinema si esula da questa realtà? Se il produttore riuscirà finalmente a diventare una fi– gura tecnica anche il cinema potrà es· sere, prima o dopa. un'industria. Molti produttori presumono, in virtù dei loro milioni o dei loro miliardi (fe– licissima ipotesi), di saper scegliere un soggetto, e di poter imporre il loro punto di vista agli scrittori, ai registi, agli sceneggiatori. agli operatori e ai mac– chinisti U parere del produttore Tizio (i soldi li metto io) e determinante per la scelta del soggetto di :Moravia. 11 sog· getto e la sceneggiatura del cugino del produttore Caio si impongono sul sogget· to e sulla sceneggiatura di Pratolini. Abbiamo. naturalmente. anche qualche eccezione. Diciamo un dieci per cento. E gli altri? E' proprio su di loro, che bisognerebbe influire per ristabilire cer– te proporzioni. Qual'è quel regista che Gruppo ac:ttto.-: d'av~-cL&) rifiuterebbe il soggetto e la sceneggia– tura di un autentico scrittore? E quanti registi vorrebbero pater lavorare con a.rtist.i di loro fiducia? Migliaia di soe– getti invecchiano negli sca.ffali delle so– cietà cinema togra.fiche e nei cassetti degli autori Chi li ha letti? Nessuno. O produttore non legge, non vuole leg– gere. I films si preparano intorno al ta– volo della trattoria preferita. O per telefono. Cè l'attrice tale disponibile, l'orchestrina di Zeta che costa poco, la Tizia pettoruta e il regis!a che si ac– contenta delle cambiali. Lo sforzo produttivo c·e. L'operatore fa il provino all'attrice e il regista cerca un soggetto sulle misure fisse stabilite dal produttore. Ci vuole un soggetto bellissimo, artistico. nuovo. Gli sceneg– giatori se la caveranno in quindici se– dute. Il produttore si getta nell'avçen– tura. Nessun soggetto resisterebbe alla prova. Nascono cosi films segnati. anz..i. :as– segnati. RAFFAELE A.,"DREASSI ANGELI « Individuare fanello che non tiene• Lo scrittore che pubblica un romanz:, o rappresenta una comm~a é un au– tore. Lo scrittore che partecipa a una sceneggiatura è un collaboratore. uno dei tanti, del film, autore del quaie è il regista. All'editore che stampa il ro– manzo non passa nemmeno per la mente di far rielaborare il testo. Wlll volta ac– cettato. Il regista che mette in scena e gli attori che recitano la commedia noiJ. osano mutare o sopprire una sola battuta senza il consenso di eh.i l'ha scritta. Nel primo e nel secondo caso lo scrittore ere.i liberamente. e le parole che arrivano al pubblico sono incontestabilmente le sue. Xel cinema la situazione si presenta mol– to diversa. Lo scrittore scrive su ordi– nazione. insieme con altri; e nel com– promesso della collaborazione e delie successive rielaborazioni dov--ute a :nani diverse il suo contributo rischia di per– dersi per la strada o di giungere agli spettatori snaturato e stravolto. Xe. per contratto. egli ha diritto di protestare: può chiedere tutt'al più che il suo nom@ venga cancellato dai titoli di testa. E se la pellicola ottiene il favore del pub– blico e della critica, il merito va so– prattutto, e giustamente, al regista. A tale inevitabile mortificazione della pro– pria personalità lo scrittore dovrebbe trovare almeno una rivalsa nella retri– buzione relativamente elevata delle sue prestazioni, tanto più che il compenso è stabilito a forfait, una tantum, senza la minima partecipa.z.ione agli incassi. Si può affermare che ciò avvenga? l!olte sceneggiature non arrivano alla realizza– zione. e in tal caso il compenso pat– tuito si riduce alla prima rata. Per quel– le tradotte in film. di rado la somma fissata nel contratto viene versata alla scadenza. Talvolta il saldo avviene a distanza di mesi o di anni. talvoh.a bisogna rinunziare a una parte conside– revole della cifra. spesso il tempo tra– scorso nell'anticamera del produttore p~t riuscire a carpirgli l'assegno è supenore al tempa impiegato per stendere la sce– neggiatura. Inoltre, in quali condizioni si svolge il lavoro dello sceneggiatore? Dal soggetto (se esiste, perché di fre– quente si tratta solo di una vaga id'!a, nemmeno fissata sulla pagina) al ~.;,– pione definitivo bisogna arrivare bru– ciando le tappe, in due mesi: in llllO, anche in quindici giorni. lnterminao1h ore di discussioni. nelle quali ci si se.n-:.e ~ o~bligo, per non fare brutta fig.i:ra. di dire qualche cosa anche se in quel momento non si ha niente da dire, si alternano a interminabili ore a. t.avolin<l. giaahé per il giorno tale è assoluta– mente necessario aver riempito quel ds– to numero di pagine. ln quanto suesposto sono implicite. al– meno in parte, le ragioni della scarsa partecipazione degli scrittori qualifica!i all'attività cinematografica. Personal– mente, ritengo che tale situazione di fatto non sia imputabile esclusivamente

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