la Fiera Letteraria - XII - n. 30 - 28 luglio 1957
Dome~ica 28 luglio 1957 LA FIERA LETTERARIA I FONDAMENTI DEL GIUDIZIOESTETIC UKREPERTORIO 061PENSIERO DEL SENTIMENTO * Gli scrltll che, presentali Rodolfo Arl'\ta, allora Olret- esprimere Il loro pensiero to da un'Introduzione di Juln. Camllle Bourniquel, dubaldt, Gabricl i\larccl, da Carlo Bctocchi, pubbll• tore del quotidiano romano intorno ad una conculonc Mario Roberto Clmmarhl, al Marcello Camlluccl, llenrl Françol.s i\laurl~. ~l~illlo chiamo in quuta pagina II Popolo cd ora Direttore estetica sensibile al principi quale si debbono anche le DanJcl - Rops, Alphonse Dc ~!~:f.btr::~e N~fc:iont ~;: ranno parte del volume 1 della Rad1otclcvislonc, Il della fede crlstlann. e me- note biografiche sul col1a- Waclhcns, Giorgio Di Malo, mando RIJobello, Luigi Ro– fondnmcnll del giudizio quale. con un saggio da cui more dcll'impe~no di vita boratorl, è composta di Georgu Duhamel, Edoardo sadonl, Giovanni Sanllnel– cstctico {Edh:ioni Cinque 11 volume prende il titolo, che la sua professione lm- scritti di: Aurelia Aecamc Fcnu, Ennio Francia, Stani- lo, Michele Federico Sciac- LA STOBI FEDELTA' ALLAFEDE i! =====:======I =u=·==lt=t=· ==u•=· =!=I=p=l=lc=•·=========B=o=bb=,l=o·=•=ta=•=lo=,=,p=o=ll=o=nl=•·=•=l•=•=F=u=m=•=t.=R=•n=•=•=G=n=a.c=o=. =·v·=o·~.L~u·=llg~l=S=l=d=•=nl=n=l.=V=•=lc=,=··=:JI del I a cr'1 t ' ca "" ;~un,:::~."t ~1~1~1~'.~,7;:•~~ 1::01~ 1~:lan~•~ :;,.:,.~ ,; li volume.ehc ~ p,cccdu- Pic,o Bugclllnl, Albc,t llé- AugustoGuidi. EgidioGul- Disposizione sacrificale dell'artista * di MARIO APOLL0!\10 * L'articolo di Rodolfo Ara– ta, I fondamenti. dcL giu· zio es-tetico, ha riproposto di assegnare la massima im– portanza al problema della critica. Squillo di un cam- (dalla prefazione di III. R. ClllfNAGHI) * di GA.BllIEL iUA.llCEL Una materia vasllsslmn questa trattata ne I fonda– menti det giudizio estelico. che, pur essendo più spesso enunciata che analizzata e risolta nei suol complessi problemi. tuttavia costituisce una specie di repertorio del pensiero e del sentimento contemporaneo dei cattolici riguardo all'arte e all'artista. Dal colloquio è risultata la esistenza di un accordo sul punti fondamentali. mentre è evidente che, collocate nella loro giusta prospettiva, anche certe opinioni che potrebbero li per lì apparire discordanll non lo sono a!!atto: basta fare attenzione a stabilire una giusta gerarchia di va– lori aUinchè ciò che vale per Il particolare non sia eretto arbllrariamente a principio generale. Quali sono i punti sui qua– li si può dire che ci (u accor– do unanime? Questo Innanzi lutto: che un'arte cristiana, una critica crlstlana, come ogni altra attività, come ogni e lavoro • o opera umana che vogliano dirsi tali. hanno i loro fondamenti nelle verità cristiane nella misura in cui esse sono accolte nella mente e nel cuore degli artefici, nel– la misura in cui essi vivono queste verità. Si comprende quindi la più profonda ragio– ne per cui il nostro colloquio, invece di restar chiuso nel– l"ambito dei problemi Imme– diatamente relativi all'arte ed alla critica, si allargasse ad abbracciare problemi ge– nerali di pensiero e di vita. la cui considerazione, d'altra parte, era già stata indicata nel saggio d'apertura, là dove l'Arata nota che alla prepa– razione morale e culturale dell'artista è affidata la e saldatura • della triplice dl · , mensione della vita che e si proietta in alto verso Dio, si dilata in esten6ione nella società ed è radicata nel profondo della coscienza umana•. Michele Federico Sciacca punta la ,scure alla radice di ogni equivoco e d'ogni ambi– guità quando, nella sua dia· gnosi del male cbe indeboli– sce la nostra attività attlstlca e critica, dice: e Si crede per proprio conto e poi si vive senza che nella vita la fede in cui si crede entri come coefficiente fondamentale. C'è la fede, ma manca la fe– deltd alla fede ». Quanto fu detto {egiustamente) da par– te di chi s'interessò in ma– niera più diretta all'espres– sione artistica ed al gluaizlo critico di essa a proposito dell:1 necessità d'Impegno to– tale dell'artista e del critico, tungl da ogni compiacimento; e quanto fu detto (ed oppor– tunamente) da parte di chi suggeri la considerazione di dottrine filosofiche ed este– tiche rispondenti alle eslgen· ze della dottrina cristiana. tutto ciò presuppone fedetta alla fede. Senza di essa, ogni cristiana concezione del mondo, ogni convegno. ogni colloquio. ogni provvedimen– to sono vani; il che, natu~al– mente, non 6ignifica. (ma non è ovvio il ripeterlo) che la fedeltà alla fede sia sufficien– te norma epr l'esercizio del– l'arte, o della critica. Mancanza di fedeltà, co– munque scarsa fedeltà dei cristiani alla fede. Di questa deficienza, tuttavia, la re– sponsabilità è, In parte alme– no, da attribuirsi ad una educazione assolta nell'ambi· to di un mondo, di una scuo– la, dJ una cultura dove l'uo– mo non è stato visto come una unità inscindibile. ma definito in senso categoriale, cosicchè i momenti dello spi– rito sono cristallizzati in una autonomia che li astrae dalla realtà dell'uomo. Atto di ac· ousa. quindi, al pensiero cosi come si è venuto configu– rando da Kant a noi. ad una posizione mentale che è stata adottata troppo spesso anche dai cattolici (e questo e pro– cesso», peraltro, senza !nten– zione di misconoscere I con– tributi positivi offerti dal pensiero moderno). Anche a questo proposito, mi pare, lo accordo tra I convenuti si è dimostrato pressocchè una– nime. Per quanto più direttamen– te interessa l'estetica e la critica, pieno accordo si nota in q1Jesti scritti ~ulla que· 1 stlone dei rapporti tra arte e morale: la e saldatura,. non può avvenire che e al– l'interno,; il giudizio reli- ,ioso e morale si verifica nel– l'artista In un momento che precede quello della creazio– ne; precetti religiosi e mora– li non esercitano una osses– siva influenza sull'opera dal– l'esterno, contemporanea al· l'attività creativa. Niente di nuovo per il cristiano consapevole, ma che fu bene ed è bene ricor– dare come testimonianza contro i sempre ricorrenti luoghj comuni di chi vuole ravvisare nella fede cristia– na una sorta d'impedimento nei riguardi dell'esercizio dell'arte e della critica. Non vi sono altre !imitazioni per l'artista e per l'uomo di pen– siero cristiani oltre a quelle salutari che Indicano ad ogni uomo desideroso della pace dell'anima la via della virtù e della carità. Prima di dare la mia OPl• autore. Se lo dico che qual- cisa separi mal le une dalle stcnza. dE!'v~essere ~enunzia- ~i:ne~~ ~tn~~;~ePa~- -~he; nione sulla difficile e d~ilca- cuno ha dei e buoni sentimen• altre. ta come incompatibile con siano tutti addormentati: o ta Questione del rapporti che ti». lo voglia o no. tendo a Un sentimento _ci interessa un'arte degna d1 queS t o svegliarsi ad uno a_d uno ~e::o 0 n°go~o~~ae;te 8 ~ l~or~~~r:~: du~t~f~utpa~;~~C:~fch~~:ir;~ r;r e~~l~~o~:o~;~o~1• ~~~:; 00 Que;ste note presentano. In SOIO qua nd o si (a il loro tura da una parte. la morate so, nel mio pensiero. m un necessariamente verso Il peg- particolare, un slgnifkato ~fs~;;, 0 ° ii~~~~~rl~~"t 0 ~ 0 e1t'! e la religione dall'altra. ere!:• atteggiamento convenz.1ona- glo o per d peggio _L'Inverso molto chiaro nel campo c'.ne- due scienze che si sono qua– do anzitutto che bisogna ar• le: è come se lo trasformas• può anche prodursi. ma .sa• matogroflco. Recentemente è si contemporaneamente ar– rivare a porre Il oroblemc:1. 111 si in un semplice e manne- rebbe assurdo e anche scan- stato pro!ettato sugll schermi ticolate nel comune domi– termini più chiari di quanto quin ,._ daloso pretendere che un di Parigi _un film lntlto!a~o nio della filosofia perenne, si faccia di solito. E' fin troppo evidente che sentimento di dubbia n3turo Le Pain Vtvant !1 cui, au:.01e l'estetica e reco~omia, que– La formula volutamente in- con qualcosa di fittizio. di ar- all'origine, ma evolvente riel è Francols Mauriac. L opimo• sta par tendere alla statist.– quietante di And:-è G:de: Uftclale. non si può fare del- senso della ~anità mor::iil~, ne g ener~lc. è state che tale ca quella disintegrarsi: cin– c Non si Ca della buon-1. ;et~ la buona letteratura. come cessi perciò dt interessare 11 fl.lm non e nusclto. Ciò si de~ certezze errori. franamenti. teratura con dei buoni .i-.!O· non può aversi la vita da romonzlere, Il drammaturgo ve 8 cause diverse di cui al• involuziOni, disfunzioni. fra– timenti ,., non ha finito d! 3• qualcosa che non vive. Tutto o il clnea_sta. . cune non lntere_ssano il no- stuono ... una giostra di pa– llmentare le controversie. Ma ciò non vuol dire affatto che La nozione capita~e c~e b1- stro tema. Ma ciò che io co- role e di formule che d!Hi– sl è notato abbastanza che la si debba eccordare un_ mo• sogna Introdurre QU~m1 pare sta~er6 anzitutto è che Il pro• cilrnente superano lo stecca– enunciazione stessa della for- nopollo artistico ai sentimef!• sia Quella di e COf:lp1acenza•· pos1to edificante e anche apo- lo delle brillanti disserta– mula è viziosa? In realtà la li QUaliflcabili CC?me e cattl- SI dovrà ell'?ra dire che u~a logetlco, del film vien~ ad zioni O delle ingegnose tro- espressione « buon sentlmert• vi~- La ,verità è piuttosto che arte autentica esclude ,a avere l effetto contra no a t B d tto to,. è già tendenziosa. essa ha un sentimento non è. in se e compiacenza.,. .In tutt~ le quello voluto dall'autore, e vap:;~ec~ÌÌ la eric~rca, scien– qualcosa di insidiosamente stesso. nè buono nè cat~ivo. sue forme perche esse sia e- ciò secondo lo stesso a~lso tificamente legittima. della peggioratirn. Tutt'al più si potrebbe dire sercl.tata sempre.contro la ve• de~! spe~tator:I catt0Uc1. Il concretezza e dell'autono– l\t. R. Cli\t~AGHI Gabricl Marce! • I buoni sentimenti,. ~tan- che esso può presentarsi ~ot• rità. Da qu_esto punto di vi• personaggio P!mcipale è una mia ha significato per ogni no e.Ila realtà morale euten- to forme normali o sotto !or• sta la compiacenze.: cosi spes• raga.z.z.a la ~t mad:e !1& ab• sci~za recidere ad uno ad tica_ come una brutta rlpro: me ~berra_nti. senza ~he 3lcu- so di~os~r:ata oggi _verso, g~~ bandonato i_l domtclho co- uno i rapporti con una con– duzione sta a un quadro d1 na linea dt demarcazione pre- aspetti p1u morbo st del\ es ~;~ic~l~ 1 ~/~~~~~."~h~ iu:i cezione totale. ~·era ato~i= IL PERCJHE' DI UN LIBRO Raglonando da artigiano della penna e. diciamolo pure, da fiorentino (dove lo spirito d'invenzione - di– co - non s'umilia se si parla d'artigianato), io ho sem– pre presenti due cose: una, la principale, è tutta d'lstin- 1.o,e mi fa sentire che la forza della bellezza ml tra– scende, e che la si conquista per astuzia d'assalti, ma– gistrali e meditati assalti che vogliono cuore e (orza •d'ingegno; assai men conquistabile a chi gli si arrende, quas!mente conquistato da lei, e più che altro da una certa :dea d'esser lui il bello. e lei la cortigiana, mentre Invece è Beatrice, che spesso in panni dl Dulcinea vuole virile operare per amor suo. L'altra. delle due cose, è che l'avventura si svolge oggi su una pianura eguale, insidiosa, seminata di paludi e di passaggi ob– bligati e nascosti, ardul da scegliere, lontani i picchi splendenti, tra confuse e spente colline, e insomma fra tutto ciò che è la cultura cultura (o la cultura cultu– rale?). paziente come i castori rtet costruir dighe e travasare acque, nell'inverdire qua e là zone di finto e di vero verde, e che ciò che più conta è ora forse il progresso lento, metodico, affidato a Infiniti sondag– gi, il progresso che può offrire appunto la cultura se– guita con la prudenza chiesta dal suol pericoli: e che la bellezza Insomma è. oggi, spesso Il premio pet"5ino insperato di questo travagllo. e più che la mèta Il tracciato di un tale viaggio. tutti di coscienza, di pru– denza. e di &olerte patire. Inoltre lo so, o credo di sapere altre due cose: il ge– nio artistico Italiano è propenso al primo sistema (Leo– nardo, che problt!ma!); e la cultura italiana non ha di solito la filigrana, la meticolosità, la preparazione marginale che occorre al secondo: la cultura italiana, nazionalmente, costituzionalmente, quella grande, è una specie di controcanto della Impresa per la con– quista della bellezza, e non tanto la creazione quanto il magglordomato dell'Olimpo, che descrive l'Olimpo ... tli CAlfLO IJETOCCHI dov·ena è ascesa e sta. Tende, la cultura italiana, a la– sciare intattl i misteri, a rispettarli, magari a imbro– gliarli: difetta di struttura analitica, dal salutare em– pirismo inglese alla splendida articolazione del pen– siero francese. Davanti al mistero dell'estetica la cultura italiana m1 sembra non sia stata d!versa: e quando è saltato fuori che esisteva la chiave. anzi, cbe una era stata trovata da noi (di conio bensl più lontano), un ogget· to finemente cesellato come quello è andato per le mani dl tutti, che si son dati a maneggiarlo con !spa– vento persino del suo creatore, nelle cui tasche anche i catto.iicl, cioè la cultura cattolica, arrivata più tardi di tutti, ha cominciato a andare furtivamente taslan– dola: e se vogll.amo tacere, della cultura cattolica, quel che c·era di pudicamente Impudico In quel gesto, di– ciamo pure, prendendola In generale, che la chiave detrestetlca crociana e sue derivate, proprio davanti al granaio italiano, ha sostituito persino l'idea del– l'arte, Il senso del grano, era la chiave che contava, era tutto 11, l'amuleto, chi aveva la chiave era in pa– radiso! Poi s'è cominciato a capire che non era questione di chiave, ma semmai di porte, e di !es.sure di porte (l'estetica tende a star sempre sugli arzigogoli): e che Intanto t ladri, e finanche i topi, guidati dall'astuzia e spinti dal bisogno, anticipavano sul professori: che li granalo è aperto a chi sa entrarci, e che la sua descri– zione Il suo gusto e il suo bello non sta nell'Ingegno della chiave: forse ce ne sta più !lnanche nell'appetito! Dio mlo, tutto è cosi evangelico nella violenza della vita spirituale, che nulla è più esatto del miracolo degli ultimi arrivali primi, e più vero della pazienza del samaritano che Interrompe Il viaggio per soccor– rere li ferito! Quel prendere la chiave per il tutto, quell'idolo, è presso a poco ciò che Rodolfo Arata chiama e la sepa· razione del mondo etico dal mondo estetico,. operata nll'arte dal e processo di snaturamento della perso– na umana maturatosi da Kant ad Hegel •: parole con le quali Rodolfo Arata chiamando i cattolici a pren– dere atto di ciò che significano per la cultura e per l'arte, li ha invitati a un colloquio sull'argomento, che ha dato la via al ben riuscito volume dell'Edizionl 5 Lune Intitolato appunto I fondamenti. del giudizio estetico. Non si è forse (Immaginosamente, ne convengo), fi– gurata fin qui la situazione di confusione e di babilo– nia in cui, sopratutto tra i cattolici, s'è venuta trovan– do lmpegnata e imbrogliata la cultura davanti al pro– blema dell'arte? E questo librettò può pretendere dl risolverla? No, ma nella sua qualità ben definita di e invito al colloquio • ha il merito Intanto di scoprire il paesaggio, le lnfi?\lte vie nascoste, le infinite vie proposte, l'Intersecarsi degli interessi che vi men.ano, indicando almeno la realtà e complessità del problema che ag:Ha, e la buona volontà degli indlriz.z.i della cul– tura cattolica che intendono ormai prenderlo In esa– me, e indicare le direttrici del cammino fra tanti pe– ricoli. Anche per i pericoli, vedete: la cultura cattolica deve temerli, ma non può nasconderli; e l'Importanza e la finalità dc I fondamenti del giudizio estetico sta anche in questo: vi si sentono quantità di voci. di de– nunzie e di proposte: vi si sente l'aria gravida di fer– menti: la necessità di procedere a contatto di gomito, contro nessuno, insieme con tutti. La necessità di ar– rivare a capire e orientarci, e attraverso un colloquio sincero: perchè non c'è che un modo di sperare sal– vezza, sperarla per tutti, lasciando che sia il cielo che sceglie i necessari al suo regno. CARLO BETOCCHI I una fervente pietà, decide di ca ha _segnato 11 punt<? 1~ ~~ri~ltsg;J~~~r:i Y;n:~~;; ~eg~~z;e~~~esf~ et; , di lei, ma la ragazza non ac• aggregarsi o u,t~gr~re. E celta di incontrarlo che per scusat~ s_enon evito 11 t_ono parlargli di religione e poco apocal!tt1co D!ppure io. t_l a poco Io converte. campanello d allarme puo Riflettendo sul soggetto, si essere una campana a mar– è portati e.d ammettere che telJo. esso è assai controvertibile., Dunque : o aggregars:. precisamente perchè l'inten- <;:en~1FJan?osl a~ uno. ad uno zlone dell'autore vi aopare in 1 1:'ihard.1 di v1yenh terre– maniera troppo evidente. Si stn ad un organismo _astrat– produce allora il singolare to che ha capavolto 11 rap: fenomeno che lo spettatore porto per cm la persona s1 anche se credente !nsorge serve _della coposcenza per ~rnt~~et!;~io;~r:~~ro:o Q~~ g~~fntfa!ft/~o~~i: ~o~~= stl prova le stesse reazioni di scttlVJ:I: 11 corpo Vamma_: o...-– un bambino che cessa d'lnte- vero integrare 11 part1cola– ressarsi e.I recconto cbe gli è re neu·unive1:5ale, l'indivi– narrato se Si accorge l'he es• duo nella società_. la perso– so è in realtà una predica ca• na nella comunità cJ:le la mu!Iata. esalta. ritrovare la d;gnita no~ud!v~i~en~~ò p~ie a~~refi: f: 1 ~ic~mc~nE~~~rae\;~at~~~ cuna portata morale? Non e la tnpllce dimensione del– credo a!l'atto che sia cos\. Ciò la vita. proiettata in alto che si deve affermare è che verso Dio, dilatata in esten- ~~ °H~~ l~z~o:~::vc~~;~:1:~ ~i:rep~{~~d~d!U1~ ~~ttf:~: ~iei~ee.~~a1ic~òm~~e i~~~~: za ~~~;rÌa · della critica. dentemente dalla volontà del- perché di questo si vuol l'autore il Quale non deve in• parlare, chiarisce con asso– terven1re. ma è tenuto al con- Iuta evidenza il processo trarlo a mettersi al servizio medesimo. Per secoli. nella della realtà. nostra civiltà d'Occidente. Questo significa che :i.on durando la sistemazione può e55erci opera d'arte s en- unitaria della filosofia clas– za una disposizione autenti- sica. il critico era e peritus camente e sacrificale• dello additus artifici•: un uomo autore che Immola in certo di buon gusto mecenate che modo la sua personalità d'm- Cosse od acquirente. o sem– nonzi a$Zli esseri che r.i pre• plicemente intenditore d:– senta. Ma va do sè che tale sinteressato che pote\·a da– osservazione equivale a <'t>n• re suggerimenti utili; q dannare radicalmente un'ar- quale si disponeva accanto te qualificabile come tmmo• all'artista doppiando cd an– role e che perciò stesso, nel che consigliandolo. senso -oiù forte della parola, Con il Romanticismo il non potrebbe essere che per• critico è diventato Cl" phllo– verslone sophus additus artifici,: ma OABRIEL l\1ARCF.L Borjl:esc diceva e oppositus ih============================================================="- -----------I artifici,. E il filosofo troopo L' aui1na e la sua parola L'arte è un'industria? spesso ha soverchiato l'uo– mo di buon busto. il perito. l'intenditore. troppe volte ha rincorso le astrazioni del– la scienza, del costume. del– la storia, e ha !atto servir l'arte a un compito estra– neo. Siamo giunti, ormai, * * cli LIJIGI STEF,.111'"111'1 di STANISLA.S FU1UIH' rl~i 0c'l,".~u:pr~~~\~[/•iib~ . , . Se ci si trova oggi dinanzi piano sopra-elevato. La pu- In conseguenza del peccato ~~to~ t~~~~~f! 0 ~~ll~i ::~i~; Molti sono i motivi. e i. pro- andata acquistando tanto va.• caro di elaborare .sistematica- Dai vuoto dell anima. non vt- ad un faLto assurdo, è certa• rez.za metafisica dell'arte esl• originale, sussiste tra l'uomo e sono semplicemente. no- ~~et:1ilcr;,en;~i;~~~t;~\ 0 gJiàl~ :~~~e.n~l!ap~~:t~i~~:i~~:lu~t ,~e~::~ ~ri:1~~~0 c:edtf~1;:~: ~in!;:f~t:u~ ;:r~~!t~etf; ~m~~: 1 iose:~~~t~eW~~e c~~: ~~ò ~i'!1~~~d!en~~s!tb1a~~ ~no~~a~:~ari::r~. s~~~~e seo~~ ~;;:~at:Si ~~n t~rilos~fi~"~~ zio estetico di Rodolfo lirata va nel confronto con ogni al• sato dato che la. sua origma- arte che pretend~ da so.stenr- tuale, con tutta l'impurità d1 voluto dire che tutti gli ar- solito chiamarlo da tempo, lo cui si tende ad identificare ?oQin~: ~:uq::w: 1 ~~toa/noco~i :;~b~; 00 d':g~~o r1,~a~~t~e. c~~ ~~rd c!~at;;~~i:ta ri~:~j~:t et'; !' gee~: ~;:~fi 1 dce~1! 0 ;~c:: ;~i:asad~ ~!~rf~t~o 11 d~isr1fr"o~ ~~~~ t1T~;t~ ~!::'ne;i~!~ 0 cio~i ~ li~~":i~ 1~ èa~~ra:ne~t~e~~~: ~~c:i~Ìre~gn già n:i~\ 00 ~1~~~: quale gli altri si adunano e spetto alL'autonomia formale appartiene alla nostra mlglto• blfla de hneis et colorlb~~ vare una ragione di vivere falsare I termini dei proble- ceto dalla persona umana ed almeno nel senso vichiano ~;~~re::.~ i;ig~~~~~ ?! ~~:~i~'t i:::;:_rte. j nd ' 8 erente od ~~,~~~~,1~~e c1~~~~a~~bl1~n'"!~ !' 1 :t;r:tft~e s,~u:n:us~n~1t~:~~e ~?be:~s~~e::n-;;-/ c~f 1 ~ t~~~~ ~~tic~~ ~~ss~:t°atftt~er;o~~ 1 ~i ~ls~~~c~toc~~I 1 :i~~s~aov~~ \l~ ft 11 fri~~~~~~i i: ~~~ p:~rt~: litd per l'estetica e, ronse- Non mi è possibile _porta.re Initiwn omnis opeds verbum. c~~,.n~n ha nullad 1 d 1 eUa .sehn- la volta di tela di un circo - presente. Una volte. gli ama• mani. e lo Stato e la Chiesa dra dove essi soli si ascol– guentemente, per la critica un contributo alla. d1scus~10- Nessuna opera è umana che s!b 1 tta acuta. e e cata c e un mondo moralmente aftlo- tori d'arte compravano ciò hanno quindi qui perfe~ta- tano. di stabilire un'integrazione ne quale il problema m~ri~e- non sia Parola. S. Agostino si s accen~e su un fondo uma- sciato. Quando parlo di im· che piaceva loro. Anche st mente il diritto d1 mfledre Alla svolta ·del nostro tra il significato umano del- rebbe. e non posso che riclua- appropriava H concetto, com• no fertile e denso. purità a proposito dell'arte, Incompetenti, essi si commuo- contro di lui se è un satiro o tempo. non resta che di– l'arte e la sua dignità forma- marmi frettolosamente al mentando: Nulla opere ho• Se lo spazio dell'arte è intendo ri.ferirml al miscu- vevano dinanz.i al quadro che un ladro o un traditore. Ma struggere ogni aut<?ntica cri· le. dato che quest"ultima è concetto che altrove ho cer- minis sunt quae non dicentu~ quello compreso tra l'anhna gllo di ingredienti estrane.i veniva staccato dinanzi e lo• d'altro canto esso è uno dei tica. accontentandosi di tor– Luigi Slefaninl In corde. ~ _el_abora.z:ionedt e la .ma_Parola, la critica. n!'n ~lla suo na~ura,. quale ~i. e ro nel negozio o che essi com• due componenti di GUesto nire app~simativi reperti Que.sto prtnctpto - . appro- può avviar~ alla comprensto- imposto da m.fehci condiz10- pravano per un boccone di « dr6le de mbiage,. _ come al lavoro d1 schedatura e di fondlto da S. Agosuno con ne e al godimento se non, per- oi economiche. pane da qualche pittore che diceva Rimbaud _ nel quale pseudosintesi delle macchi– un intere.sse che n<:>n era pre- corre, con moto contt_nuo, L'arte. al nostrj giorni. ~ batteva i denti dal freddo in Claude]. nella sua parabola ne elettroniche, o ripercor– valentemente estetico, ma che questo spazio. W nota2 1 one, un'in dustria come le altre, una soCfitt.a. C'era ancora un di e Animus e Anima• ha rere da capo il cammino aveva rlfles .si anche in que_.stoper quanto delicata ed ~sp_e~ -c.he non esiste se non per fa. po' di libertà umana 1n que• così bene svelato il misterio- dell'incontro con ·rarte. pro– campo - g11;mse fin.o 'lt V1~0. t~ •. su ogni ~!~mento dl VISI• re q uattrini. Non la si consl• sto scambio discreto, in que• so antagonismo che oppone ponendo la figura deLrc ho– Il Rom!lnticm_no, ~I ,cui sia- b1htd e udlb1lttd.. su to~i, ac• dera, in definitiva, che sotto sto singolare baratto senti• l'uno all'altro i due elementi, mo additus artifici•· Tocc:1 mo flgh, ne r1.sent1 l lnftuen- centl . .sfumature. volumi, oro• questo aspetto. La sfortuna mentale. Oggi invece l'opera legati nello stesso tempo da all'uomo, nella sua ìntegri– ~a. _ ma_ spesso, ~e d~formò la spettive e via di~endo_. re.sta ha voluto che dei commer• d'arte non si acquista p~r se un vincolo indissolubile. tà di immaginazione. di co- 1sp1razione onginar1a. . una nota s~sp~sa m aria qua• cianti abbiano scoperto, allo stessa: essa è divenuta un bi• L'« animale-artista» dun- noscenza. di presenza. sco– Anche l'arte. come OQnl lora non SI nc~iaml. ~(?Sfan- inizio di questo secolo, che glletto di banca od un asse• ue colui eh ere ' soml- prir nell'opera d'arte la ,·e· opera che abbia pregio uma• time!lte al ~otlvi° f P}"tua!t si poteva trarre profitto cial gno. E' Il credito che le si ilia'nza del sio di:ln: Crea• rità celata. liberarla dall'in– no, è pa,:ola: parola in un m~- c_ e m ques I va. or orma I le.voro di questi uomini si- fa a darle il suo prezzo. Lo tore non è libero d obbedir- volucro del contingente p'?r– do parttcolare che co.stltu1- St esegue, 1;4 cri~~a !710dzr- tuati un po' a margine della artista che conta è valutato . ' hè i tt bb chè splenda nella sua peren– sce la s~ec!ficltà. deU'espres- ~a ha. .r1g ow t 1 I ritenerie società che hanno per ob1et- al centimetro quadrato. Tut- ~~'ntr~e[; sua ~~~"à~i ~:cca~ nità. autenticare in lei, quel ~~eneP:;:i!~cfo m:ar~l: J: ; ~ne;~~~~!1:ed!i_ a.; ceonfe;i;?.~ ;~~~n~ge~epals;;~n~s!lr~~~: ~~~~~;ePf!et:h~i:,d1rgr!!u~\c~~i ti analoghi a quelli per i q~a- ~:~d~ ~rt~~ ~e~:i2zcaor~\~~~~~ lingua non ha un significato non pot rd mat •. senza. pe rd ~- oggetti che possono fissarsi o o i vostri appartamenti. Se 1111 governo e ,la Santa Chie- verità. se quanto s-uona esteriormen- re se S!essa, diment•ca.-e tl un muro O posarsi su un mo• '(li piace lavorare sulle "ran- 58 . sono autonzzal( 6 perse- E notate (J?Oiché le fon– te no1,1-s,i avviva al contatto e _contenent~( ~na µu,° co17- bile e che varranno ciò che di superfici. accetterà I; vo• g':ure od ammonire un citta• damentali attitudini umane con l'tnuma .sorgent~: la pa- ~•arenza_ . stl 1St1Cbb0 or7ta t la nuova banca deciderà. La slre proposte. Ma se si vuole dmo o un (~ele. Egli è te- possono essere meglio accer· raia de_ll'arte non St esegue el a critica sa._re i e. par n • nuova banca è la borsa dei ricordargli che egli ha una nuto come artlS ta, a non ten• tate e potenziate dal pro– nella linea, nel colore, nel !a _cura d!! nia rd mere che valori artistici, di cui una e responsabilità,. in quanto der~ che alla sola Integrità gresso della scienza ma non verso, nel marmo, nella nota msi st e ~eU tnaffiare 1 1 a. pianta ma.ffla bene JnCormata si ·n- artista intendendosi con ciò dell oggetto delta sua erte e mutano la loro sostanza) che musicalé, se questa tior,itur!'.t df~o dt averne ree se le ra- carica di dirigere le !lutt~a- che cgÌi ha una responsablll- non c'è ni~nt~ che _t>OSsa (• nelle operazioni del vecchio sensibile non resta co~g1unta de· . . zioni. n nostro tempo ha vi- tà di uomo. di cittadino. di Cascinare 1 artiste. p1u di que- e uomo di buon gusto> c'era - per i•aut~re e per tt_letto• . La. queSt1one saQgtamznte sto la Inaugurazione di questo cristiano (cosa che non è pre- st <'! purezza: non la sua pro• proprio la premessa ancor r!!, per l'artis,ta ,e. per 11,cri• impostata. da Ro~olfo Arata regno del mercante di quadri. clsamente una responsabili- pna. ma quella della sua ar• confusa. dell'« homo addi– !lco - al pr~nc1p10 ."':pi_rttua• ~.uò avere un avv1p alla solu: Allora slamo entrati in un tà di artista, poichè questa è te. Questa arte ha la sua mo- tus ,_: era uomo, cd era co– le che la sostiene ,e la rnner- ;-ione, a ?·uanto rtt~~tgo, ~'ll periodo stot'ico In cui l'ope- di ordine sociale). lo non con- raie ed è cert'? che se suppo- nosc1tore: la conoscenza in- ~:eki ;tt~~z:i ~!~~;r~~e~~~l~ c1e i~!~~ 1c~a~ira~ss~~~~i:~~~~ ra d'arte è dive~uta un e Vét: s_iglio_a ness_uno di toccare le. ~~~o u~nuo%~sà~bt~~~~ q~~: ;t;~~:a u~a~~.alità della so- mana, si misurano dalle pro• suna pretesa dt eser~ttare .''!l- lore • commerctale un po ltberta intrmseca della sua sto non SI servirà dei suoi po• Dalla premessa d .. fondità. l_'arte_ un potere trtbunalmo, miracqloso e che, e causa di arte, perché questo tom:sta teri contro il bene degli altri alcuni corollari che e~~t"c~ Un4; pienezza di vita ~ma- e lecito richiamare .l'arte al- ciò. ha acquistato dinanzi a• - e l'artl~ta è naturalme~- uomini. Poichè. se l'arte non limitiamo ad elencare. na~ dtlatata nelle espene~e la. ~ua ~tura. e chiddf{' 1 ,°l gli agnostici più inveteratl te un tomista - .avrebbe 11 è nè cristiana nè pagana per Il critico è responsabile plu .a_lte e racc~lta nell'rn,i ~~ 1 \'% 0 e d~i~~~rft~n~on \: 1 ~i un certo caratte~e s~cro. . dirit~o di dirvi: e ~iù le essenza, l'~ol!'o invee.e è pa• verso ra~tista; ~eve dunque tens 1 ! 0 • del se~t~re. non , volta in volta. con tutta ta. In queste cond1z.iom non Cl mam •. gano o cnshano ed è l'uno essere d1sponib1le verso le condi::-aoned iumrente. ; 1 :,e- inesauribile va.rielà e n.ovl- sembra più possibile trattare Così. a proposito dell'arte e roltro col suo temperamen- invenzio_ni di. quello. La nhergaebbi ~r:gio 0 ~~~te· em~' 1à. di cui t'nrte dispone. la :ma pubblicamente dell'èrte mo• plastica odierna si è portati STANISLAS FUMET gretta intransigenza ver::.o ~il che !on è sufficienie re~ natura è eser::,ui!a. derna come vorremmo Carlo, a riconsiderare la profonda l\1ARI~OLLONIO sta, in ognl caso, necessario. LUJGI STEFANINI ponendoci e a priori• su un divisione che. senza dubbio (Continua a par. 8) (Continua a. pa1. 8)
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