la Fiera Letteraria - XII - n. 22 - 2 giugno 1957

Dom_enica 2 giugno 1957 LA FIERA LETTERARIA BISBETICJI E·BtZZARRI nella lettera.tura italiana * O~n, 1an10, fo,se per consolarci delt'1rr1mediab,le immagine seriosa che soesso viene i.n noi sus itata da molli canti rtella nostra letteratura, qualc,ino procede, con tagli e dosai;e:i quasi da r11'lettore clnematogru/1co., ad ilÌuminarc, i luoghi preteriti dorn meg1io si man,;estò l'estro e lo spinto bef.furdo dei/li scr1ttor1 ital ,a.ni * di GIACl1~TQ Sl1'At,;1\·QLETTI Ogni tanto, forse per con- lui non avrebbero mai mi- gamma si estende dalla pie- motivi dichiarati dal criti- persuasiva intonazione psi- Dossi cattivo è una figura ~~!~~~e ~~i;;~~~~h~i~?~~~ js~=H:t~n>~nt5i 5 f:f:t~, 8t ~u~~~~: ~ 1\ e c~f~~~io b fi~ntj ~~~f~ ~~~rr~fa1ts~e~~gt~~~1~!~1~~~ ~~~ 0 /~ 1cg~s:riazr~~ fl i;iisi~ !: ~=~~ ~aqu:~~~ott 0 ; s~h~~ ~~j::/: l~~te~a°i1i~a~ 8 ~~ial~~~~ es~~ndiin~~~zi~~~i:~ip:dà~= : it!rfJ!?a~ta tale e pei-ciò ~:;ne:i~ihede~n p~1ta p~gf~~l~ f):equ;\1;jcl:em~e~~e.a~tt;~: ~etit~.t:tb\\~e~re ~n: ~~d;~ procede, con tagli e dosaggi r)ttura sospetta di ingenui- Un breve scritto. sull'cava· -scavo avrebbe dato risultati biguità di Carlo Dossi>, la la pietà per i bimbi in_fred– quasi da riflettore cinema- ta, quantunque il comico rizia del 'l'asiioni> mette in meglio chiaroscurali e vici- prova meglio riuscita del vo- doliti de1l'Oltocento d1 De tografico, ad illuminarci i nasca dal' furbesco carattere luce i e traumi> psicologici rti alla verità. Non sempre, lume. Qui le capacità di pe- Amicis. Rimane il Dossi sen: luoghi preferiti dove meglio popol-aresco dell'autore. E dell'autore de la .Secchia difatti, gli e esp~ienti del netrazione del nostro critico sibile, bizzarro, dotato di si manifestò l'estro e lo spJ- C;attaneo lo dimostra benis- rapita. e L'interesse perso- Tassoni per ravvivare bur- sono ampiamente dimostra- umorismo, che altera le pro– rito beffardo degli scrittori simo, citando tutti i passi nale - dice di lui Catta- lescamente il poema> sono te. E vediamo. prie qualità guastandole nel– italiani, in quell'inimitabile dove, per convincere il suo neo - è fonte di risentimen- quelli indicati dal critico: Dossi è certamente fra gli l'eccesso e nell'acredine fal: corso degli umori letterari pubblico, l'artista non s'ac- ti; anche quando l'autore è sui q_uali è caduta l'atten- autori che attendono ancora sa. La sua delicatezza . s1 che aspetta ancor:a, si può c'?rge che le sue razionali e mosso da più nobili sdegni zione dei più numerosi let- un esame completo e varia- corrompe dopo le pag1~e dire per ogni secblo, lo sto- pie ~iustific~zioni fanno _a (l'antispagnolismo) è sem- tori della Seccliia. Né ci pa- to sulle tante ques\ioni che dell'adolescenza, .la s~a b1z– rico e il linguista degni di pugni con 11 guazzabuglio pre il rancore a dettargli le re di concordare con il giu· presentano insieme l'uomo e zarria si complica. m u~a tante isoirate creazioni. del s_uo carattel"i"è e con i pagine più riuscite. Ne de· dizio datoci sul Conte .di gli scrittori. Il ritratto of- pericolosa involuzione,. m Quasi contemporaneamen- ~ropP! avvenimenti strani riva una sorta di comic-ità Culagna come di e qualcosa fertoci da Cattaneo può con· giuochi sterili, l'u~or1smo tè hanno visto la stampa, m çu1 egli precipitò. Ben lo greve e aspra. Il Tassoni ha di meno di un personaggio> siderarsi un bell'anticipo in si carica di inutile, msmce- ~~~cohe ;:ies~o~~'re 1 t~ sast,i~ ~i~~ f,~i rflie~~r~~l· c~ra'w::.: ~~:~rra~/~ > 1 .m i~ved~~~~t1:. ~ 11 coi{uaJ~a sice:t~fel~ict:~~= :oab~~ue rl;or1~~:zjo~~al~I~~ ~~/ r~~{~erl~~ttrsc!IJ1C:~1!' 0 ~ui~ e Maccherom::e > del Folen- del Cellini proprio le sfuma- zione ~che ne segue però è grazie a una ostinazione tratto con questi marcati se- ficile da risolvere, anche ;~zi~)re~1°e ~~~ ;.i~~~fer~; i~r~n~ois~iet~z~~g~t~ff1r~1~~~= ~f~~~a c~~visnpci~:r rÌdi~~t s: ~~~ae:to B:! 1 vi~;~ri:;; i~ ;f~~~~ ::~inade~~~sle~~lna;~~ c~"r:i=Fi:\u~r: 1 1: sau~b~i~~i:>.che è . le Qtt;lità critiche di Ettore t~. ~ proprio da tali situa- in atteggiamenti grotteschi. caricaturale del Tassoni, e di plesso? , Da queste e altrettanto Bonora e un libro di scarsa z10111,interoretate e defor- Si ha l'impressione, che nel guizzo ben più potente la e Nel Dossi è un tentativo acute divai;::azioni sul carat- mole, ffia altamente educato mate. che .nasce il contras- quadro analizzato della per- sua vena di ritrattista. continuo'di alterare la pro- tere e gli estri letterari del- e preciso, Bisbetici e bizzar- s~~no com.1co ?el.l'arte cel:, 1 s~m.alità tassoniana, abbiano .sorvolando st!l s~g~i(? de- pria immagine, di non esse- l'autore delle Note azzurre,! ri -neUa letteratura itatia-na •hmana. S1tuaz1om, la cui fm1to per prevalere, senza d1cato al Baretti. di nitida e re mai qùello che era. Il Cattaneo passa a una felice (Fabbri editori, ;Milano, ,----------------------'------------------- descriz_ione. _lingu~stica,. met- 1957) di Giulio Cattaneo. tendo m rilievo .1 tratti ca- Quest'ultima operetta è voi- stitutivi del periodare d~~- Pa~ 3 ;: ~~w~ip:~~i~t~:nt~erci~= Due poes1·e d1· v1·ttoreF1·ore !~tri~g:favnetem:noi~iri:u~\~ ~~f 1{;';;!!cf:;,~~,{~ d r;;;/: . ~1!~ ~ru~i~~o'orf.:'~~l;,°;ctgi Carlo Ca-rrà: "Composizione" - Galleria e La Medusa > Cellini, Tassoni, Baretti, uno stile, intenzionalmente Dossi e Carlo Emilio Gad- irritante e alchimistico. E a ~l~ècols~ a~;~~i~~io~~guos~i marini, di alga e di conchiglie. ~~~!~e~~;to~i q~1i~} 0 ~~~li; 0a~ "DIARIO,, DI FRANCESCO TENTORl Canti XXI e XXII dcll'ln- guarda, quest'acre smania un riuscitissimo paragone ~~Wir: ~e~iienv:i:g~~1f•<5~~ si fa impaziente, ;varia nei tuoi occhi. ~reaga~i~iip~rGl~d~~~r~u'!~!~ lando Innamorato. Rompere. rompere questa solitudine, fra i due. e L'insistere sull-a * br;;fo dsiff:;t~e~1u~~fràu1:n~l= sì, gli echi perduti delie dinastie ~~~ig~nz~ic~i g~~~!~e~~: -~f1e,g~e~it~stfg;;~; Ù10Ì~~j~~ corrono ancora sulle lunghe spiagge, ~:itti~oe;hic!mtJfndt:i\~ ~~~ 0 solo per mancanza di tem- essi forse attraversano tutto ciò tica contemporanea. Le af- fe0'in~~~t/~5;~li~i !ff1i~[ì~h~~ che amiamo: che il dolore canti ~-~nii~a c~~:~tip~~sr~ft~/t~~ci; a cui i Bisbetici n-atura.J.men- dietro al vento della Murgia. di carattere talmente ester- ;resr;gi~~~~n~h~ftia~at_e;J1:e~ Ricordi? Mare, pianure e frammenti ri dr~;;~;~~en:rea~?ri~~~e;~ Dalla cultura alla pmis sta materia e da questi per- di speranze, pciure, una derivazione letteraria sonaggi. E diremmo che non giustificati da una scarsa siano pochi, da noi, a sape- ecco, viviamo, cominciamo. conoscenza del Dossi>. · * ~o~e~tiri~f:1i~~\ d~iletr~o~ che nessuno interamente si perda G!àJ~traJ~ 0vr~ib;:r1~i:;.r~t~ stre lettere ci siano quelli nel suo or.dine, ~ella sua morte, poi, a chiare tinte, nel sai;::- di t,;IORGIO CAPRONI ~~ ;i~ila;~r~=s~~~~=• ~s~t:~ per quanto dolorosa. per quanto oscura. ~~~ò, 6 1:.~ce~~~o.prr~;tr~~~~~ Siamo rimasti male quando, messe in- lunque modo. cammini di che nessw 1o dimentichi ,mol-to ben delineata, non fa sieme queste colonnine sul Dia.rio di Fran- ~aJ,i passo e.on l'en~rme. g;u- yriscontro uno .sviluppo al- cesco TentorL (Edizioni. de[la Meridia.na, sfo ~ 1 spogl~are dei su,01. m- questa esiziale incrinatura. trettant~ ~mp10 e acuto, Milano) abbiamo dovuto rifondere le pri- ca_nt1 la lmgua ufficiale: l'aver pietà. la mediocre provincia, quale ci ~1 attende'!'a· .Po- me righe, dove ci eravamo spellati le mani ~!~d1~\~!di~~:1;- a1a ~ngdoo la dolcezza della vigna battuta, i~~wmgt ~ì~':ne~~f qc~a s~~~ ~e":'applaudire .n?i stessi per l'ecceziona- umoroso di quel nostro con- di un esame rigoroso, mi hssi~a P~.._ntuaht.à.. . . ~~~~raç:~lo chimflio,ch}~;e~ della terra di uve nere. i!nz;iuist 1 Ìfi~~~~~~ie lef~ti~a n: ce~~~f 1 t\\tfr!~tio;~~t°;i~~~• d:ea;;~~a~; :i:~~ :i~~ie:~~ei~n~~:~o b!i Vittore Fiore Andi•ia, Piazza Catu1na ~~~ 1 Y·~i~;om'!:nt~e~1~hi1!~~~z~'. ~~n;~ 0 a~:;~~ teel~~:;~~r :~~onr~n del ~~7) ~iacc 0 :!-tuni~nfin ~!/ed~~do~ ~Da ca11ta illusione ~~~e~ia P~~!~Jd?sf:~\~n~os~~ ~~~ il :uS:s~~~~acr,~1~:0~ !;{~ton:~~;~~~~ strare verità che per _dir Piazza Catuma, me ad u_n fatto p~rsonale o voso, del '56. Come dire che, ancora una menz_ogna, si~ .per. mamfe- Confesso. infine, sogni ho collocato anch'io ti saluto, accademicç,. Sappi~mo. ben1: volta, il· nostro orologio di precisione è n- stars1 quale s1.e oppure che il cuore consuma eh~. poc,hi .. fra. 1 giovam masto indietro - nientemeno - di 24 ore ~~ra s~~~~~ca~;i{a~~tolrt P~~} nelle .tue case. se penso, per tuttE: g;[~~:le~, 0 1:f~{o:i!~aoÙ ~~~}'~~ su 365 giorni. Pazienz~ .. E pazienza anche grande giuoco dell'estro. batte il mio cuore le antiche forme al nuovo venuto. sperienza dell'uomo e dello ~r _la vergogna che c_1 1mporl?ora_le gote Il comico involontario, co- ed oggi ancora di nuovo c'è questo. Diciotto mila scrittore milanese a trattare di fronte al n~ov? mfo~tu~io, 1 1 quale me risulta nella Vita del l'argomento, a parlarne con b~sta ?d av:vertir~ l lettor~ d1 quanto poco Cellini, costituisce la prima che da tutti i nostri anni che terra non hanno profonda conoScenza di cau- c1 e l~ teniamo. m.format1, dal momento analisi di C~ttaneo. Eili os- tocca· a noi scegliere una cauta illusione. serra la fila. sa. E' una condizione di ri- che. di questo Dtano.' qualcuno. deve aver serv~:. e Il nso s~lla vita del vilegio di •cui cordialme~t pur parlato (che no1 non abbiamo letto) Cellm1 non. ~eriva ~oltanto la speranza è nell"indugio sotto il go1fo. guardano e stanno. non vorremm~ che gli sfu:~ nel frattempo. ~ i;N:re dedfn;}~~;i 1~.as~~~\j che roare nel petto dei gabbiaPi Piazza Catuma. gisse la responsa};)ilità... E ?opo la, quale apostrofe, che non è ipo- viplenÙ. ma da motivi più dove oscilla esilmente il mio paese. scura, infanghita. per ciò, accettiamo ,il suo at- cn~. veniamo al fatto. nostro.. . . seri e più gelosi come me- tuale studio su Gadda come D1 Francesco Tentori, che vive: o e v1s- dJtazioni r~ligiose. ~a sen- E' in un grigio inverno come questo il cuore frantuma, un augurio che il suo inge- sut~ fino a qualche temi>? fa. qui a .1! 0 m: tenze morali a proprio favo- le case, una vita. gno saprà dirci presto mag- dov è nat_onel ~924, sappiamo eh~ s1 ~ oc re. da argomentazioni sul che il germe si svolge, giori e migliori cose sull'au- cupato d1 poesia .spagnola (sua E: un_A~- ~g1~fi~im~uo~ltr1iri{~~/ c~! nella sosta nei tuoi fondi VITTORE F10RE tore del Pasticciaccio. ~o~g~r~:s~a ~~~da~'. ~uaa:c~:mi;p;i~r:~ Benvenuto e tanti altri con l__________ _:_ _ __:_ __________________________ _1 GIACINTO SPAGNOLETI'I che, presso Argo di Roma. nel '49 pubblicò GLI SCltlT'.l'ORI * E SOCI~;TA' quella che forse è la sua prima raccolta di versi (e non la conosciamo), intitolata l destini. Ma non sappiamo altro di meno vago, e invero siamo piuttosto soli con queste sue pagine. le quali in compenso, oltre ogni altro appiglio esteriore, ci di– NON SCONTENTEZZA LAMIA MA DISINTERESSE cono la serietà d'Un lUf'/.gO lavoro (d'una lunga amorosa e intelligente fede), abbrac-– ciando un itinerario che, senza troppe scosse o sorprese. dal '47 giunge al '55. con un totale di 36 componimenti in 8 an– ni, e cioè con una media (tutta a favore E' vero che, quasi per intero, le note che va~o seri: vendo su queste colonne sono soHanto negative n~1 confronti della categoria d1 cui, tutto sommato .. 10 stesso faccio parte; ha voluto farmelo notare un gio– vane lettore mettendomi a parte della sua perples– sità sul mio comportament0: non occorreva che qual– cuno venisse a dirmelo, so bene che è cosi e lo è con tutta la consapev~lezza di cui posso essere capa• ce. Quel giovane lettore desiderava poi ch'io dissi– passi in qualche modo la sua perplessità, ma me ne guarderei bene; non solo ha diritto di essere inter• detto, di avere dei dubbi, ma se lo avessi trovato pronto a calcare la ,mano su quanto di negativo spes– so vado dicendo sulla nostra società letteraria, repu– terei giunto il momento d! attenuare certo linguag– gio o, per lo meno, di tacere; se non altro perchè le sue perplessità indicano una partecipazione attiva, un atteggiamento critico, di fronte alle cose che ab– biamo avuto occasione di esaminare e dire, mentre i consensi assoluti e magari entusiastici cosi frequen– ti da noi, purtroppo non sono altro che manifestazio– ni di uno scontento personale che Sj sente sollecitato, 0 d> una accettazione del giudizio altrui senz.a quel . tanto di intervento proprio, çritico, che è utile ed è l'unicd atteggiamento esistente per la ricerca dèlla ragione' e per l'approfondimento di tutti gli argo– menti. Infine il giovane lettore mi chiede di dargli qual– che spiegazione: qui la cosa si fa più difficoltosa; una spiegazione del genere, se pur possibile, si p~ò por– gere con un lungo scambio di idee che non sia pro– grammatico e predisposto, ma metta reciprocamente a contatto di quelle situazioni e di quei costumi, de– gli errori degli altri e di quelli propri, in modo che intendere non sia più soltanto questione di argomen• ti ma anche di conoscenza diretta, di diretta espe– ri~nza. Se avessimo ora sotto gli occhi, dico a quel giovane, i vari argomenti che mi è accaduto di irat- * cli GIJt~LU'LIIO PETROJIII tare in tante tr3scorse settimaQe• potremmo trovare in essi una specie di punto di partenza ed una possi– bilità di cominciare a spiegarci tranquillamente ma, pur è tutt"altro che 'impossibile, non può essere im– mediato, mentre, in conseguenza delle sue osserva– zioni, vorrei ora dire qualche altra cosa che potrà essere utile, non a me per:sonalmente che non ha troppa importanza e non. sènto affatto la necessità che si pensi di me quello che desidererei si pensasse, ma in generale, per la discussione stessa, per la necessi– tà di evitare equivoci nella maggior misura possibile. Ecco cosa debbo dire a questo proposito: Non è af– fatto in errÒre, it giovane amico,, nel considerare mol– to negativo il mio atteggiamento nei confronti di mol– ta parte della vita letteraria come si svolge oggi; non è affatto in errore nel pensare che molta parte degli intellettuali italiani, per me, accetta e fomenta un comportamento generale in cui sembra escluso ogni controllo del gusto e della morale, che sono sempre più accoppiati di quanto non Si creda (per morale prego non intendere qualche canone filisteo e troppo tradizionale, ma intendo invece quello spirito di in– sofferenza e di non conformismo che allignò sempre dove l'intelligenza fu operante e innovatrice). E' vero anche che lo scarso rapporto tra vita intellettuale, !'arte e le sollecitudini doverose nella organizzazione di uno Stato moderno e progredito, è fin'ora quasi esclusivament.e basato su un costume di acquiescenze e sfumature che mettono a disagio tutte le coscienze indipendenti; ·basti const-atare che, per ogni picco1o arrivista, cercare il più conveniente partito a cui iscriversi per facilitare il proprio interesse, è una preoccupazione che esclude assolutamente ciò che egli di istinto o per raziocinio può pensare (diamo in questo caso più colpa alla morale del politicantesimo nostrano che ai poveri diavoli in genere). Tutto ciò è vero, ma sarebbe errato il pensiero del giovane lettore se, nella sua perplessità contemplasse la pos- di Tentori: della sua delicatezza verso la poesia) di 4 o 5 prove l'anno. Apprezziamo molto, intanto e pon disin– teressatamente, tale parcità. E ancor più la apprezziamo. notando come lo spirito sibilità che questo modo di parlare• sia dettato da autocritico, che ce~o 'Fen!ori deve posse– scontentezza: scontento è colui che desidera avere dere acuto. lo abbia 1mp1etosamente de– ciò che altri hanno e non può; ma non· può essere ciso a scorcic\re alcune annate (.compr~se scontento chi non vù.ole quellv a cui altri corrono quelle della. precedente taccolta. c~e v1e;1 dietro, passando allegramente sulle esigenze della loro annullata) m una sola o du~ poesie. Evi– coscienza, barcamenandosi per salvare la faccia su denten:iente ?"nche questa e. una prova dialettiche interiori ed esterne insidiose, ma facili a (cerchiamo .d1 entrare. nella cittadella, do: svelarsi per quello che sono, quando si conosra a P? averle gironz~lato mtorno) che Te~tori fondo il mondo in cui avvengono. lo posso aSSicu- giunge alla poesia dalla cultura (((L arte rare questo lettore che, malgrado tutto, malgrado la sta più nel cav~re. c~e nel mettere >i) ~:~e impressione sconcertante che lui ha giustamente ri• c~e dal propri? 1st mto. E se fn P os~ cevuto da certe cons_ iderazioni apparse su queste pa-1 r~mprovero .. ms1em7 con ques_ta ode, P . gine, esistono in Italia non pochi scrittori giacchè siamo fargli. forse e qu_ello.d1 c~ntrollars1 par!iamo per la maggi.or parte di ess_i, i ~~ali non fanrstrf:o 0 sc~~rerfa~~~t~ 1 rdeaido~fnqt~~;i de~idera~o :o~for':1~rsi. a q~ant~ puo facilitar~ le l'impression di temere il rischio dell'av- 1010 aspiraz1on.1 utilitari~: essi, _minoranza. che siano, ventllra. pa:o (ma in realtà non è così) ~on sono degh s.content1 perche,.non vogllo~o, e tra di tener sempre un occhio fisso a certi il non volere_ e _11non potere ce grande .differenza: modelli di civiltà poetica facilmente iden– ~fn volere significa esse:e _sempre pronh a p~gar~ tificabili (l'area tra Bertolucci e Sereni. persona, se que.sto s1gmflca ~ualche cosa. COSl con qualche lieve impennata fiorentina) e f~c~ndo, qu_est~ mmoranza acquista c?munque il l'altro (quello che ci interessa di più) alla dmtto di ~1U~1care s~ver~m_ente. magari anc~e con sua propria identità di poeta « successivo li: q~alche eriore, .ma chi non e soggetto a errori? Sap- alla necessità che egli mostra di conosce– p1am_o bene ch1 era c~e av~va sempre ragione, e re, piena la inutile ripetizione d'un 1 aura. sappiamo. -anche q:1ale tipo d'uomo. anche nel mondo di disubbidire con tutte le proprie forze de)la cos1dd~tta mtelllgenza: era sempre pronto a alla poetica già instaurate. dai poeti più gridare: te lui ha sempre ragione l'>. . • amati. e proprio secondo gli interessi di D'altra parte voglio concludere a'ssicurando que- quei medesimi poeti e suoi. ?to gi.ovan~ .ar:,:i.ico. eh.e sanò b~~ convint_o.che esistono Ma è un rimprovero che si tramuta an- 1dent1flc~b1h 1solE: d1 ,pace <:!Vile e ~pmtuale e che ch'esso in dato positivo. visto che forse anche di. quelle ~1 puo par~are; meglio però parlarne il sapore più strano di Tentori (la sua qu~ndo si è convt.ntl che esista. nel costume più gene- carta d'identità) deriva proprio da tale ralizzato e ufflc1alme~te protetto, qualche breccia continua disputa. come di chi. non del attraverso 1~ ~uale sia possibil~ .che penetri una tutto convinto che il linguaggio pre-nove· parola spreg1ud1cata e del tutto d1smteressata, libera, centesco sia per forza scaduto. sul suo priva di preconcetti e di cupidige o di modesti, hana- dominante fondo riesca in più d'l1n ca!'=f' li e perciò volgani intendimenti, dei doveri dell'arte a riportare la sensibilità nuova. Col risul- e dell'intelligenza. tato, anch'esso abbastanza strm-10 e inte- GUGLIELMO PETRONI ressante, di suggerir quasi l'idea - in- vero piuttosto assurda - non tanto d'un ritorno, ma piuttosto d'un impossibile e pur accaduto -ri.fi.esso a priori, quasi d'un Sereni o d'un Bertolucci o d'un Luzi (o forse meglio ancora d'un Parronchi) ~n– titi e seguiti prima della lbro nascita. co– me in un terreno da « poeti minori del- 1'800 » riaperto al gusto (al peso specifico della parola) d'oggi: L'acqua del tf;mpo. se ne rim,001amo la superficie, ci dd: di noi. solo queste immagini. vaghe, dove il cuore soffre, e non riconosce i volti. amati. Dal fon.cfo della memoria un lamento affiora. Si.amo dunque tanto mutati? Smarrito lo sguardo misura ta di.stanza.. conta i giorni. Tutto è altro. lontano. NeHo potver'! si confondono appena tracciati i. nostri. nomi. che il vento trasforma in segni ignobi e dof.orosi. Guarda anche ttL netto .specchio ottenebrato e contemplo l'effige da cui sgorga remota una domanda. Ma bisogna subito convenire che in que– sta «irreale,,> sospensione tra parola an– cora ottocentescat'l'iènte descrittiva, e pa– rola già novecentescamente significativa nella sua plurivalenza di suggestioni (due poli opposti che qui si attraggono a vicen– da. in un immobile equilibrio: come di due epoche che si annullino l'una con l'altra in un tempo inesistente. un poco come accade in una traduzione da lingua a lingua. il cui frutto è sempre un origi– nale che ·non esiste che H), Tentori non permane (nè potrebbe) oltre i limiti della nostra, forse gratuita, impressione. E basta infatti leggerlo con animo meno tentato dall'idea che ci eravamo fat.ti della sua poesia, perchè egli riesca a sorprenderci - e sul nostro suolo attuale, e con tutte le sue radici nel nostro suolo attuale - con versi come i seguenti, « validi )1 anche a dimostrare come quella sua operazione altro non fosse che Pelementare humus per la sua propri~ invenzione: Basta dunque un giardino che si 1spogtia per fa:ti i.n ~uore la staQione o.fftLScatq, per rtpeterv, dentro l'immagine di sè. come net fondo di quest'onda? Col peso di tante foglie. tu temi quando la nebbia crescendo tra i muri nasconde la cima del campanile. muta la piazza in isola -con fuochi. Nel pozzo del silenzio il S'!(Ono amico della campana non raggì1rnge il tuo !orecchio: l'ora si perde. e anche tn ti perdi ~n questa strada. Certo. la chiusa può sembrare ancora tutta lombarda o emiliana. come tlpica- :Ì:~i~~o~0~itis~%~~aieu~fici!tr~;te;s~;;s~ bicalzante (e sia pure. qui. stemperato) degli interrogativi: Fiammeggia il nero asfalto neUa notte dell.a ci.ttà e del cuore... Tempo. {specchiati in questo fuoco e ricon,asci te memorie escmgui, le immagini meste: dectina senza un grido. Che si cela. invero. nel tuo grembo. che prepara t incertezza dei giorni? Fantasmi qtti trascorrono. e un gesto iniziato nell'a-ria o-ra tramontn Ma bisogna pure dire che Tentori (esemplare invero non isolato. tra i gio– vani della cosiddetta Quarta generazione nel suo tentativo di partenza da una "'ri~ conci.liazione generosa. ma illuminata)\) non lo si può ,;:onsiderare per questo sol– tanto un ricercatore fortunato. ma già. nel suo difeso podere. un abitante; con tuùa la promessa. e IJrobabilità. che. un eserci– zio raccolto come il suo. comporta d'un futuro svolgiment-0 verso una totalmen– te propria - avanzante - scoperta. GIORGIO CAPRONI

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