la Fiera Letteraria - XII - n. 19 - 12 maggio 1957

Domenica 12 maggio 1957 CRONACHE llEL * PIACERE LA FIERA LETTERARI~ LE PRIME DELCA LIBRERIA * Psi!- 5 Due rrori di I sta1npa I Una contadina inurbata * di Al:..l!Oll'SO GAT1·0 Le cose più sensate su NapoIl le ha scritte Alvaro nel suo diario « Qust una vita " Eccone un esempio: • Il vero· presente per I napoletani è li passato ... Ess! sentono la provvisorietà della moda, lo snob, e in ciò é il lato positivo di ciò che io definivo il Joro spirito commemorativo• E un altro ancora: • Nei settentrio– nali acclimatati a Napoli. c'è una nostalgia del loro paesi e un attaccamento a N'ipolj come a un sortilegio Hanno rinforzato i loro caratteri nativi. ma rimasti a venti anni o più. come ruderi o memorie. E hanno acquistato cautela e rurbena come vivendo sotto una tirannia• • Mi viene alla memoria u:,..3 delle più care Imma– gini d1 settentrionale acchmaLato a Napoli. !J poeta e critico d'arte Sergio Ortolani che fu direttore della Pinacoteca al Museo Nazionale. morto qualche anno fa cQuando si avrè cura di ristampare le sue belle poesie e le prose di •Controcanto,. in un volume che tram.indi dl Lui, con \'arte, ii:i sua gioia di vivere e d'essere?). Venuto a Napoli. Sergio viveva sotto la tirannia delle dolci intemperie quotidiane come un ragazzo. a volte ne era raggiante, e- la sua cautela ·e la sua furberia nel difendersi finivano con t'esporlo a quel tanto di dialetto che gli piaceva assaporare sulla lingua come un forte $Spore Con gli occhi vi– vidi. tutto chiaro e goloso come la sua anima. si la– sciava leggere in volto la fa'tica di quell'ebrietà ~en. sitiva. Ma l'allontanava da sè con la mano Voleva dire - l'ha detto ~ che .. 1~ !piiito era pronto Pigro e -squisito scrittore. arguto per esattezza e triste per arrendevolezza ai tempi che non riescono per altro a metterlo in difficoltà antico e civile tanto da imbroccare. fuor dalla sua lunga pazienza di povero, J favori deUa vita. l'amico Giacomo Natta è venuto da Nizza per dirmi· • Quando non possono più dare cattivi esempi. gli uomini danno buoni con– sigli>. La massima è dì L.:I Rochefoucauld. ma il modo dl dirla, l'opportunità. il riso sono soltanto suoi. di Natta. «naturale)> sempre. come I plebPi della battuta. istruiti alla servitù. mal sanno esserlo. Una volta - ml racconta - ai tempi dell'altra guerra. lui soldatino di scorta a un carro munizioni per una via d! Verona. 'si sentl gr:dare più volte alle spalle • imboscato>, •imboscato» La parola era nell'aria. allora Ma faceva troppo caldo. d'agosto. perchè un uomo stesse alla finestra. A un altro • Imboscato>, Giacomo scoprì un pappagallo. un vero pappagallo con piume e becco Un ;'!P,Pagallo nazionalista Una delle conseguenze della censura? Questa. da leggere sull'avviso pubblicitario di un quotidiano di Roma. Dice testualmente: • Il film più piccante, più piacevole e più vietato ai minori di 16 anni». Senza commento. Ma dove si va ormai a cacciare Il • proi– b:t.o > Nelle parole e nelle s.l!rammaticature Più vecchi di cosi.. In • Campo di Marte• che a Firenze. da Va!lecchl. facemmo Pratolini e lo. cl capitò una brutta avven– tura ,tipografica che val la pena di raccontare. Fu. più che un'avventura. una disdetta. Eravamo .riu– sciti a avere un mottetto Inedito di Montale. uno dei più belli. • 11 saliscendi bianco e nero dei - ba– lestrucci dal palo - ecc.,._ Cercamtno di onorarlo. agghindandolo con una stellina e con un titolo gotico sotto un disegno. (Curavamo l'Impaginazione con tanto Bmoz:e da andare a scovare noi stessi nella pol– vere delle casse fuori uso I caratteri del vecchi sil– labari. Per un•« Asia)) di Bigongiari che doveva pa– reggiare In altezza le due righe di titolo di una prosa della Manzinl Incorremmo addirittura nelle ire d! Egisto. tI caro proto. morto qualche anno dopo, che sotto sotto ci vdleva bene Una volta. per ri– valsa. Egisto pescò n nostro nome sul Bollettino del protesti cambiari che stampava lui stesso. • Uhm, ve l'ho sempre detto che siete un poco di buono>. cl disse) Portando alle • Giubbe rosse> il numero fresco di stampa e presentandolo al nostro Eusebio. restammo ad aspettare da lui alme:io una parola buona per quell'altarino tipografico c;;uJquale avevamo esposto alla lettura e alla venerazione il suo •Mottetto». • Ci sono due errori >, rispose freddo. lo e Pratolini trasalimmo Dopo tanta cura. due errori di stampa per nove versi. erano tropp1 Eppure erano Il a smen– tirci. splendevano ingranditi al nostro occhio cf'e prima li aveva lasciati correre .verso un significato che non era quello dei V"."rsi originali. Gli accenti e iJ suono cl avevano traditi Riparammo nel numero seguente, ristampando in– tero Il • Mottetto > con un altare ancora più bello nel cui cielo volava persino una rondine bianca e nera, se non proprio un balestruccio. Di quell'affronto al nostro entusiasmo. Pratolini e io non fummo mai ripagati E pensare che -tutti e due con i fogli di stampa eravamo di casa. per mestiere: 10 in persona ero stato per molti mesi a Milano correttore d~I p,ù · grande quotidiano italiano, sostenendo a pie01 vot~ esami diffic:lt su bozze sbagliate a arte e su corpi cinque e mezzo. quasi illegibili. Una disdetta. M~ e:-a scritto che nella storia nostra e in quella d1 • Campo di Marte,. e del!a poesia di Montale, doves~e accadere ai primi dl ottobre del 1938 questa caccia all'errore che qui ho voluto raccontare non soltanto m memoria di quel tempo letterai:io. ma per pream– bolo alla strapazzatlna che vorrei fare al proto e agli amici Franciosa e Vecchi che curano 11giornale. Nei miei versetti a mo' dt strenna: pubblicati nelle • Cro– nache» del numero scorso. io non avevo scritto: • Sul praticello dell'Aniene - il bambino ignar~ vìe_ne ... >, ma • Sul pratello dell'A:iiene - il bambino ignaro viene. ecc > Purtroppo. dopo tutto quello che vi ho dato In conto. chi vi tratterrà dal rimbeccarmi: • Da quale pulpito viene la predica "· Alzo le braccia e ml arrendo , * di l<'EIU)l1ll1UDO f/lRDIA L'attacco e il primo r:apitolo la Roma tre il 1943-45 è. J;'llr- fu,e:io anche lui su QU'!I .110n- sua violenza un dramma che del nuovo roman7o di Alberto landa Cesira in orima ,_,,.rso- ti lavora evidentemente su un nelle altre parti si delinea e Moravia La Ciochra, apparso na, di Quello che può "'SSere materiale che rientra :n una sfug~e tuttavia ogni volta che in Questi giorni presso l'edito- il linguaggio autentico jf t,na sua diretta esperienza. ma l suoi contrasti sembrano re Bompiani, non hanno un contadina ciociara t:ntrd~a In non sempre tuttavia quel ma. pervenuti al momento del lo– andamento troppo diverso da Quella minuta borghesia 1:10·- teriale riesce ad elevarsi ol- ro acme decisivo, e appunto uno dei suoi ormai innumt:re- tegaia romana che è .o:i:,e !l tre il documento. E non rnnto verso li suo scioglimento. da voli • racconti romani>. quei residuo più rozzo dell'n:1t1ca perché oersona~g 1 e vicende questa narrazione serrata ab– racconti che senza dubbio si Plebe. quel1o che .:ons"?:-vn risultino lrri.e:lditi In dati biettiva crudelmente crona• avviano a formare un grosso ancora anche per I .n:1g~ìorl troppo pedissoqui. quanto chlstlca. gremite di personag– coi:po di documenti narrativi contatti con \a campagn:i., la oerohé essi rimangono nres- gj pglcologicamente distorti ?a1_quali - nonostante talune traccia della prlm'>di"''tità soché al di fuori della ,,iren- sui quali opera l'acido acu- 1ns1stenze tipologiche e c erte d ei oopolanl del B~lll. da di Cesira e di Rosetta. s~l- tlssimo di Moravia. il suo gu- formule • moraviane > c.he • • • va forse il giovane antifasCi- sto della deformazlon~ flsicsi qua e Ili si ripetono. ad at- . . sta Michele eh•? è l'unico nel che diviene deformazior:r :ando a volte come un .calco li ro~anzo di Cesira F- di quale Cesira riponga una c·t-r- morale. il romanzo mostra il una situazione già sfruttata e sua figlia. 1_1 loro •ero 1 0- ta fiducia e eh~ in ~er'~ sen- suo vivo e forte nucleo. 0<' cal'atteri nuovi e talora ope- manzo. si lmzla dunq•.ie dopo so ha una fum~ione ji "I'.)- corre anche a.egiun.eere che randa il. procedimento inver- che ess~ hann_o ~asciato ({.)ma scienza morale che ':>ar!a .ne-I l'unico suo verso personaggio ~ANLIO SARRA: << Paciag~ lo frusinate• ~~l~n~~ la 0 ~it ~~~-~~~ap:s°o~= ~~n~ 0 ~~~~~ca ~~V~~\~~~~ ~r~~~~ suvdcrrt::;,na°'il)punlo co-ne la ;a~~i~ 1 tiit~ic~esd~~i/' ;:~~;~:. ~------------------------------, ~~~~~~~tanf: 1 ~i~~e;ngi ai:~~~ ~\~1:~/o~r~~fe~re~~;~OSl1fo~~i b~~~t~r: s~~~~b'!;~~-1 \~Rrr!~;, ~r s:~:saau:~~iet~~l è ri~~~I~~ ,~ F o RTE" COME L, u OMo ... mezzo secolo: ma a mano a dove le_due donne so~o diret- che quelli di natura ,::;<i•u~•.1:- non Diù di una 1 arva. m".'n– mano che !J romanzo si stAc- te. Cesll"a non sa di Anda!·e gna e viscerale verso •:> fl- tre gli eltrl persona;:gi for– ca del suo inizio e sopratrut- verso la guerra che Jorrebbe g!ia (q: figlia santa•- • 11glia mano un coro spesso tror\po to dono che le sue due oro- ln~enuam~nte fu~gire: :1 ~re- d'oi:o »), a uoco a poco~! 1:prc unito1:me (ad ec<'ezione fr,rse !Agoniste - la ciociar.i Cesi- no le scanca a~sai prima del- verso una ,mmprensiv 1e d~l d! Michele più tardi ucc;so ra, venuta a Roma tanfi an- la lo_ro_meta. che l~ due _don- mvndo che e (atta di ;-iif!tÌl e dai tedeschi In ritirata. ma ni prima degli eventi che ne s1 m~eJ'.?.nano d1 rag;~1~1~- di sincero •rnsporto umano. la cui fl~ura tuttavia avreb, accadnno nel romanzo co: gere a _p1e~1:e cosl ha in_1z10Ma il dramma avrà il suo be mentato un maggio– me sposa di un bottegaio. una serie_ di avvent1:1re. pn~a culmine in una scena o! 11;::r-re approfondimento). Perso– e sua figlia Rosetta - si n~lla l_unda casa di ~ont;:1d1- ribile viole:iza. auando, _r:ti- nap;glo, Questa Cesira. che, allontanano dalla città. per m cui la guerra ha dato ratlsi flnalme:1te ; t-~~sl.'hl come si diceva. partito da un c;follclre. sotto l'incubo deL aualcosa di bri.Rantesco. poi. le due donne ··)rm~I .;rlve dÌ tipico avvio di racconto ro'... la guerra. verso i paesi fuggendo al oerlcolo di r:ssere tutto. sorprese nel ·oro cam- mano. pur conservando il ru– di origine di Cesira stessa. il depredate. tra le mon~agne mino in un r'aese >1.:Jb.i.n.-J.0-de fondo del suo carattere. a romanzo fa oerno attorno a sopra Fondi dove trova:,') ri- nato sono •,iolentate ::la 1 ma- Poco a ooco si libera di quan– un duro mondo paesano e fugio sfollati dai paesi ntl~r- rocchioi ::he .,i,vanzan-> "Prso to è in lei dì paTticulare e confadino e. our ~enza ,·pnir no e dalla stessa Roma. une le orime ,:nee. E' a'Jesto il riesce a identificare la sua meno a quelle che sono le specie di limbo dove ri vive punto del romanzo :,el -:iuale tragedia di donna dalla fu– imnostazioni tipiche di questo nel terrore d,e\la fame ~ delle si 'opera una forte rolt!Jra !Ile orgogliosa maternità tutta scrittore. as~ume un passo e scorrerie e violenze dei nazi- psicologica: un cambia.nento rivolta verso l'esterno nel 11na struttura diversa. auella sti e dei fascisti accampati in profondo avviene :ielle due primo tempo. con quella di di una minuta crona~a in- pianura. nell'attesa d! una ,l- donne: mentre Cesira :-€lg- un'epoca di una folle lnnu– i::critta nella disperata C'on- berazione che ogni .e:iorno giune:e l'amara consapev'.>.ez- merevole. Ma forse la vera fessione. sempre niù dram• sembra vicina e ogni ,e:brno 7 ,a di chi ha molto ,,jst.'>\e protagonista è la 2uerra con malica. della donna condotta si allontana. Questo :nondo Ìnolto sofferto. neqa n 1•e. 1~ sua _carica dei:noniaca. chE; 01·mal dalle trae-!che e av• delle campa.e;ne è anch'~sso rassegnata, candida Ros~tta, nsvee;ha un antico fondo d1 venh1rose vicende di cui è un mondo iniscattabìle di \a virginea smarrita ne::orei- incubi nel.l'anjma popolare testimone e orotae:onista a avidi sfrut-tatori della svcntu- la della 1u·1~a avventurM. ii Inorridita e sbigottita. Di un;:i lucida rri..,....,O(>volezza. ra propria e altrui: 11 roman- scatenano ;:i:li Istinti -è-:ire,;si auella carica demoniaca Ce- • • • zo si svolge attraver:.o una di una violeota cinica $P'1!:.-U3- sira ha la più tragica testi- Nel corso de!l ltltima '.:!Uer- cronaca minuta. che e anche Jità. « In auei oochi ~st':l.1tidi monianza nello stupro di Ra– ra. come si sa. la città di ~o- una cronaca di orrori auoti- strazio la mia povera tf)set- setta. nell'uccisione di Mi– ma e i romani hanno subito diani piccoli e grandi, con ta,, dirà più tardi Cesir.i. .i C'r-'llchele. di Quella infine dell'u\– una delle ricorrenti esPerien- personag,e:i ·che appena s: sai- diventata bruscamente J•m- timo amante di Rosetta stes– ze tra.l:!iche che si ripetono vano dall'anonime1o rlen tran- ne. così nel corno c-o,1'\enel- sa. Rosario. sulla via di R?· forse- rlRIJ'i"v:i<:'one dei r..alli· do tuttavia in Quella t.he è l'animo. donna 1 nd·1r\ 1 ..a. ma. E_appunto oer Questo 11 se nello spirito onooJ;irP rf)- la tipologia di cui fu ricca la e~nert:i amara <:enz;i ...ù ql- suo animo ormai consapevole mano c'è un fondo di demo- cronaca di oueg'Ji anni 'l:na- cun;i illusione nè alcuna spe- SI apre alla pietà. alla pie~à · niaco. una zona osic0log1ca rissimi Moravia :issai più rnnza». Ella passerà 'ii q nan- d1 se stessa e degli altri : carica di orrore e di crude\- che soffermarsi sulle .:>,ngo!e te in amante· pressocné t.'.l·to • ...grazie al dolore. eravamo, là. forse molta parte di essa oersone e su avventure .;Jdi- e:li occhi della madre, nm.1- alla fine. uscite dalla _guerra ha oriJ?ine dai latti •ragici viduali ci offre un ,n1adro rissimo simbolo rli aue\lo che che ci chiudeva nella sua ~~~1 !!u;~e c~~r! 1 ns~t~~!s~~~~ ~~al~~ti~~o~~~-e av~r~~o 1! fi~; t s~a~ao~aes;ai~e-~d~:o c~nd;~~~ :::~:::gi?~ eiddaifee;;~~ ri~r~2 chio lo splendore profano del romanzo si tin~e ,Ji colori stato. Jn questi ultimi ~ar,i- S(! e camminare nella nostra dell'impero sul mondo. que]- sempre più foschi: lo scate- tali il romanzo ·esce :;.la èel Vlta. la quale_ era f<;>rseu11;a lo sacro della Cattedra ponti- narsi degli appetiti ùel oae- e-ioco osicoloe-ico ~ dalla \m- novera cosa 01ena d1 oscuri– flcale. la confluenza di .:ante sani. le ladrerie del fiscisti oostazinne sae:e-istica dei ori- tà e di erMri. ma purtroppo ricchezze e tracce di diverse e dei tedeschi. I contrasti tra mi caoitoli sia dalla cronaca la sola che dovessimo vi- ~;~i~tàà1t~~-~at~s~j~e~~~~~o~} 1 ~~e:i~ 0 ! 1~~\- f:e 0 :!Yt~~v;~; r\~ - tç,\;f ~a:;l~~/a,~te t~~:1atr~; ~er}E;-DINANOO VIRDIA f~. ~~~~~!f~e 8 ~:n 1 ti~l:i:iii!=. ---------· ------------- SI un riverbe- atroci leg– stessà. della rl. -fratricidio e un ratto colleu1vo. e quel tanto di protervo. di sessual– mente crude;e. di disb~lico che così spesso erompe dalle manifestazioni della vita po– polare e di cuj Giuseppe Gioacchino Belli ci reca la testimonianza poetica. è l'e-, satto risvolto della leggenda aulica e Imperiale, e in certo senso il rovescio della meda– glia. il rovescio demoniaco della Roma cristiana. il suo polo negativo. La Ròma popolana che Ce– sira fugge, Quasi per ritrova– re nelle campagne ciociare la pace e l'innocenza della sua adolescenza. è proprio 1 a Ro– ma che sotto lo stimolo della invasione ritrova una sua tra– dizione n'e'2at.iva di orrore leggendario. Ma Cesira è fl.n– che orofondamente inserita :n quella Roma: il suo nvido amore per la « roba ... ,1 ~uo cinismo di bottegaia ora de– dita alle speculazioni di Xlrsa nera. fanno corpo con l'anti– ca paura - che rivela sempre un sottofondo sensuale - di SERGIO AGOSTINI: «Fichi' C-.. li L LE Il I A DI * ALVABO AUTOHE VICIN * Il tu.o consiglio dura: e mi trova tra i libri tuoi, ancora più vicini * L'intima plaStica della figura wnana individua, ma soprattutto del gruppo e fino alla società. parlava il più diretta– mente possibile al suo spirito e anche, senza disdegno. alla sua vista. Già volta a volta opinato, alla prime prove, un calligrafo alla Savarese o alla Linati, o un realista magico o un « no– vecentista )>. in un suo tempo di mezzo. alh'.t Bontempelli. e un cerebrale. più tardi, dei più antichi per una sua sim– patia per l'erosione dal na~osto solilo– quio. per quel contrapnasso (quel passo avanti nella determinazione all'azione sia speculativa che narrativa. e quel passo indietro sul proprio passo ...) da tanto tempo ormai di moda, fu invece e sempre un solitario eccellente. E se fu disputabile, si. da varie poetiche. mai da alcuna fu efficacemente sostenuto. Non appartenne che a se stesso. Fu molto si– curo di sé nel suo lavoro; del pari, nella -sua vita privata. Alvaro è forte come «L'uomo>) perscrutato in quella sua ope– ra esemplare. E così, di tal sorta essen– do, fortunatamente riuscì tra gli evasi dalle catalogazioni a mandre sia lettera_ Tie che politiche; e, già vivente, :fosse piaciuto, o non. se ne riconosceva da tutti il vigoroso risalto. E non vorrà dire se, d'altra parte. il capitolo suo così personale e pregnante ~i ::te° s~~li 1~~ i;;~lapij}er~~tiJ:a;~~j~~ essere un'altra notazione, e di ben più coronata ambizione, e più lata: e. cioè. che la storia letteraria d'Italia - si ha questo presagio e senza alcun cauteloso « forse mai>> - non potrà dimenticarlo. e non dico soltanto nelle Cronache a de– cadi o a altri lassi di tempo, rrta nelle sue Tavole. Eppure. d'ora in poi, sarà sempre un duro pensiero doversi dire: non è più. non lo vedrò più. Il primo incontro è oramai molto lontano, e si rifà alle tor-– nate per il comferimento, alla ,sua se– conda assegnazione se non erro, di un antico premio letterario (il (e Medi terra_ neo )l). Di poi, anche se qualche volta ci si rivide, mai più capitò, tuttavia, di potere ancora godere di lui, da un suo discorso impegnato. Nell'argomentare era scabro e breve, eloquente con molto giu– dizio: ma s'avvertiva che. sotto sotto, Eiappassionava assai. Dicevo, che. gli incontri di poi, furono rapidi e scarsi: furono, infatti, semplici sottintesi, vo- gliansi di una reciproca reale amicizia. vogliansi di una comprensione altrettan. to reale .e reeiproca. Ma non furono più approfondimenti sµfflcienti o almeno così incisi come se, meno taciti, li avrem_ mo voluti, in quella intesa di gusti e di esigenze, che tanto connaturalmente s'era saldata, e che teneva. si. E in modo tale che, nella mia bibli0- teca Alvaro. o meglio « tutto Alvaro » sempre più cresceva, e tra gli autori vi– cini. E tu., Corrado, che sapevi ancora meglio di me come noi molta gente co– noscendo poca gente si amava. gradisti tanto quella mia elezione, allorcbè mi trovasti tra i miei libri, con i tuoi voglio dire. capitato nel 1948 improvvisamente nel J"QioSanremo insieme a Piccone Stel– la, in occasione di un de' primi Congressi nazionali della Stampa, del secondo. Sul quale poi, pur• io scrissi qualcosa («Di– fendere la libertà ». nel Tempo di Roma del 2 ottobre 1948). E tutto sommato anche in casa mia furono poche le parole. Ma ora che sei morto, capirai che quel nostro carattere, :b~~a v:r~c~~~a:~· del poco discorso, mi E almeno, ora, si JX)trà dirlo che tu creasti vivi fantasmi, sensibilmente sago– mati e spiritualmente significanti. Non è vero? E per la qual cosa, una architet– tura ben occorse, tanto una che varia. E per la quale ancora, insieme ci volle ciò che una volta s'intitolava « la visio_ ne n. e proprio con quelle leggi di ne– cessità che a suo luogo vi si studia 1ano. ma che soprattutto dalla ispirazione ci sono suggerite o meglio, Corrado. alla quale dall'ispirazione se ne è indotti. .Nella tua arte dunque. dove tanto è lo scrutinio e tanta la sintesi,· mai mancò giustappunto, anche l'energia che susci~ l'idea e la compendia, e anche l'idea me– ra. quella saetta che, nella vic enda ta– lora a turbine, del tuo mondo senti.to e visto con poesia, colpiva prima an cora di essere notata, perchè pure avevi quel na_ turale bellissimo di neppure annunciarla. E questa saetta. che è anche la freccia del Parto che coglie il lettore in quel punto che potrebbe allontanarsi dai tuoi domìni, è la ferma, e atemporale e non locale. suggestione della tua pagina. Dal. la quale ti sei ora tongedato. Ma il con– ~ig~io _ e co? amore dura; e mi trova tra 1 llbn tuoi. ancora più vicini. RENZO LAUR.4.NO GIOVANI POETI morire di fame di una plebe negletta e rozza come quella che popola i sonetti del Bel– li. • un Inferno - come scri– ve Giorgio Vigolo nd suo saggio belliano che Precede la monumentale ed!zione èei Sonetti da lui curat9. - sul– la terra e nelle cittA. i•ero inferno oerché comico infer– no nello sconcio e tut'pe tn– guaggio. nella sua involu1a nrimordia\ità di spro'X)siti e di parolacce ... »: e proprio Questa rozza primord!alità, questo terrore d~lla fame, il * Motivi di ~ • nei versi ruslica~o paesaggio di Paolo 11 enchieredo Caro Mario dell'Arco. aver letto tardi le tue poesie tarlo demoniaco che spinge di • Torma rancio,., dopo i saggi che ne dettero An- Cesira a fuggire da Roma * ceschi e Antonelli sulla loro • Antologia >, è un torto proprio quando ella ritiene per me che m1 appresto a dirli guanto esse siano f~Jei~hfoemi~;~isft!~l/~~;r~t! beUe e fondate su una pietà che sempre si trattieni.' nire. ma di una fame :1on Del giova 'le Vencbiereòo A un Sinisgalli del nord, ~Gallo,. trattoria. - ci por- respirata dal poeta :n questo to conduce primaver:i.. - Nel terreni arati con qu:U-:he paz- da'. d:r d1 più oltre il seJ;!no che lascia Non trovavo soltanto immediata, d; ..:tue!la (nato nel '33 n Venezia ma da friulano, taceva appmi:o pen- tana lo stesso tov ag!to~o. - i paesaggio, il quale finisce per secchio fondo tl cielo si divi- zia di stagio~e. 11 tuo raro libretto. m'è bastato esprimerti il 0110 futura. piuttosto. II suo elise- famiglia friulana) ri:ordavo i sare il Venchieredo chè alla sognt st cam bia.no come tl vt· cUventargh luogo di af~etto, dJ de, - ma non nmarn fenna La coltivazione del tabacco desiderio di averlo per riceverlo in dono. in questa gno di sfollare in Ciociana è pochi versi racchlus1 ne-Jle due pr~cedente raccolta L tt/ba spac- no - b ian co o -r osso nel litro ricordo· Il carro d1 fieno tor- e di te perdo - la grazia, ha dato il via a un poeml!'tto mia nuova casa romana oye spero Ci incontreremo legato infatti anche di suo paginette ?he Falqm ~li dedi: ca la coUma del ·54 (Fmmara, misurato na - per la sera. C:cco ta. ma !"ombra di. collina. . di rusticana bellezza: Amicti. qualche volta. Hai avuto critici. illustri. d~ _Pancrazi, sp1rito di bottegaia. :1.lla sua cava in Giovan e P oesia: bre". 1 Milano) aggiungeva ora le Solo elle qm a sostituir!'! 1a figura - con te la luce ripa- o diventa 1'.logo di .avaro, anche se non sei agricoltore - a Baldini. a Trompeo. a Bocelh. a Pasolini, a Spa- avarizia di contadina: ella ::.a composlz\onl , fa.ll' aglle i:iovt- poesie dal '54 al ·57 riunite provincia dell'Agn e ,1 Taglla- ra, - il Tesµ1ro sepue l a tua di vita. e di allegria: col grap- come Gianni, il lm,go Pietro gnoletti: si parla e si parlerà del tuo dialetto colto. che nelle ricche cam:Jalrie mento del verso. con le ..m- sotto il titolo Dalla pianu-ra mento, o Codroipo e San Vito via ... Mi tocchi come /.a bri.na. polo maturo Mlle vigne e le o ClaTot, - ti scrivo del ta- e dsetlrot,u~e~f:lif:o, r:f~lin~~~z::_vo~~~7!ar:os~.u~~~s~!'. !~~ h~~ad~f s~~tr~f~~~i d\c~?;v:~~ ~a~~n!:ri~tir~':foor~a;~~~- b:-- CB~:°rm~:i~ei:t~,a/t~::i:a~ co- ti fr~:e/i~-u~as~~s\;ina viene ~i.o3:d~11;- ijo~~- il_sel~tif;im~~~ ~eilvefi~~:ree nl~~~r}:• J;~ed.~1 ~~cc:ll.~~~~~a.a o:~ a.li; ;a I~tteo: tù) potrà trovare quelle der- st ava poter cogliere. me si vede - propri di un ______________________ - con Meni e òev! amo il vi• spettate. accennate. ben det_te Io semph~eme~te. da rate che alimenteranno ia !'-ua E PaQlo Venchleredo r1Jlw1- paesaggio, ma di un paesaggio no fri.ull."no. - La notte racco- ~~taha~ ro~~a, d~~ ~iù1)~ò11d 1 t~oco~~-m~~~~~Ia~;:~~~arl~ e~~~~i;e~~-~a1 81 re~~~~a t>~~~ r::t~el: n:i~no b~~~ s%;!~~~f ~te~ 0 ~~;}1ic~e;:t/l'~~!~sr.1\~~~ ~!e d 1 ef~~:~~c~~t i;n~~T~~ 0 ;1 mani per perderlo ogni volta che. ti sembrerà di trat- lega. E sino alla partenza dc-!- spesso c~gl!cmcio mafiJ:-e hgu- quello che affiora dal veri.! scrivo del tabacco ·pianta. btto- Lenerlo. lo lo vedo accanto a Lelio. il bambino d'una la vedova Cesira e della flgl;a r_azlonl, su,ccose cd obbv n <l,in- seguenti: Il cuore dove giunge, na. ecc., con tutti i rischi di mia poesia che c'è cara. intorno al verde melograno il romanzo lascia -::iiù ,vite ti di popolana fresch.<!zza. Pa- esule appena, - al!a guerra «cadute» che il poemetto d'un poeta che fu detto•maggiore per le uscite e che scoprire questo ed altri as- revano. inu;naglnl <? frulli> afta pace sui confinl? -- Que- comporta: non sempre la ma- ora. dopo tanto spreco. va _ rientrando - nel • muto sunti di una sua :1n1a !'"l.1g- colte di pruno ma t ! 11~ 0 •. forse sta è la seTa che batte sui vin- teria si presta a diventar Orto solingo,. della sua v,e,rit,à e:istica. molto spfsso .~ve:-wte perché erano !mmagml ~ 1 prl- ti - è come un lampo del poesia. con quella che è l'impoit, 1- ~a mano: In mezzo a :7oi •ne~- giorni perduti: oppu~e: La gio• Dovrà. Venchieredo, nun !a- zione in tal senso di molti ttamo le_ Tlsate. - il movt- vinezza resta questa pace: _ sciarsi andare al .. 1ro;ipo fa- • La fidanzata postuma> d1 Apollinaire. una bella racconti romani: persino ccr- mento ~t . fmc~t~e spalanca- quando a ritroso volge la !rl- cile», al «didascalico .... come novella quasi cantata nella sua eccezionale natura- te ~crudezze d1 lingua~i;io. e 'E:·- 11 gmtsoh i~tPnsi pren- stezza - e H futu-ro balena nel --~· con qualche abbo~danza si Jezza. non la ncordo a caso Sembra nascere da una soprattutto certe escatr,lo~ie. dtam~ ti_ canto. - Con illt stTu- fragore. _ Olt amiosa guerra scorge nel poemetto La. c-olti- grossolanità beffarda e si risolve ~r trasparenza 1 11 certi oarticolarj scabrosi t·he menu si ballti la _furlana - e sui ponti d'Eu-ropa _ costTiii1,li vazione del tabacco, dove pe- un idillio che il solo parlarne puo appannare Una II lettore riscontrerà l'l!lche le donne son? mu. calde della i figli in fuga e ritrovate _ rò si possono Isolare. tTa gli bambina morta. cresce lungo gli anni per i suoi ge- nelle pagine successive del l<!-na. - Ogp1 ~evrnmo. d,·ma- paure nella voce cosl chiusa. ,! altri. versi come questi. invi- nitori come se fosse viva. da fidanzare volta a volta romanzo vi sono inse:-!ti <e<l m avremo ti pianto. Ma è più nell'affettuoso 10- diabili. :forse, da qualcuno: ai giovani ospiti della casa. sino a~l'ultimo eh~- In- è inutile aggiun_gere <·he vi <?ppure questi altri ,. fr;:tl .. no rusticano di certi vocaboli. d f Cu 3 arsa {alzano !e allo- consapevole. rompe l'incanto La finzione dell amor sono inseriti a freddo <> lPCS- cui g~arderebbe b_enlg:10 t..n- di certi modi. che si rinviene P° ,e - perch umano il canto. paterno si fa naturale per assurdo e indolente ormai so con un certo freòdo "-"m- che Smisga!ll: Vlcrno al can- nella voce di Paolo Vcnchiere- / 1 ble co\ine J fTG; i sassiLe p~r tutto dolore La flagranza _sentimentale_ di Apoi- o!aclmento1 Con un•:nt~!lZIO- ~eti°. p_enso ~I lem~o - , che do l'accento sln!sgallhn1: nel ,;;li: ~rT~:cc: _,~~~iùa~. -=- Ima ire non riconosce altri hm1t1 che quelli del suo ne funzionale. sociolo-!ka e . o ci,ç.~imevo a:i,,nno ~ api. - e tradurre una confidenza roetl- formano qua.,i. rustica collana; ritmo, della sua distensione allentata sino alla lene- fì)oloe:ica nel tei:npo Sle.:>S;). :n ~ pi°etl eimto i ruom_ ,~ancr~- ca di colma amicizia: .41!-aSC· §~@i~-- - e sotto te tettai.e nei gTa- rezza, • tanto calma da esser deliziosa•. ~~st~~z;u!f1?r~~!a s~in~rfor~~~-- v~~(!zz;_ ~a s:~ a s:l:~11 ~~ ~o~ ra ~ arlia.mo degU am_ici - l?1~- ~ noi - ai travi miti s"appendo- ALFONSO GATTO menti dellP- nue prot~~on,sle aspetto moTt.e - verchè l'eTba t~m, n oi, d ue _clie srn1~0 vtct- no fitte ... l---------------------1 con la situazione sociale <!cl- pos~o ançora vedere. ni - d aHoogw, Andiamo a.l ALFREDO CATARSINI: «Paesaggio» , ELIO F. ACCROCCA di fJJLIO F 11, I PPO A.t:C:ROC:C:A

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