la Fiera Letteraria - XII - n. 19 - 12 maggio 1957
Domenica 12 maggio 1957 LA FIERA LETTERARIA ~FIORI E POETI: OGNI POETA UN FIORE Fiori e poeti. Ogni poeta un fivre: le rose di Saffo, i gigli di Anile, il giacinto di Al– ceo, l'anemone di Asclepiade si intrecciano C?n i rami del mirto di CaGimaco, ·del pino :~o~fi8s;~~~o 3 ! 0 r;ir~/:zi~onnau~~o~~f; r:sà~, r5~~ 1 !io din e~~~:n~!c~t~i,a~l~p~~= ~~;:~~ :~tlf 8 ni~:1~ifel~~10:iac 0 ;ir~~l~~a che. nella lunga vicenda di un genere let~ !erario. documenta ta trasformazione di una società e ~i una ouliura attraverso i secoli. dalla Grec.1a classica alla Grecia di Bisanzio. E' noto infatti il le,:1to costituirsi della A11;tologia, netla quale confluirono, ad opera dei compilatori blzant.ini. le div-erse sillogi ~~~~;1! ~!~1~~\~n;o!ìru~f:CiJ: ~;e 0 ,1~~ ri u.tlli alle imitazioni e alle ri,petfaioni. Cir– ca un secolo dopo Meleagro, che intorno ai suoi raocolse gli epi,grammi plù au'.ic--0i, e. i,:, ma,g,gior numero, quelli degli alestlan– drini. Fili,ppo dJ- Tessa1onioa com•pose w1a seconda corona, più ingenua e arbitraria negli accostamenti floreali. meno •felice nella scelta o per minor ,sicurezza di gusto o ·per minore dh.9ponlbilità del!la materia. Seguiro– no, tra le alterne fortune doel «,ge:iere », che conobbe soste 0.9Curamenti rifiorih1re. numer-ose raccolte minori - delle quali famosa la Moti.Sa Paldiché di Stratone - Uno al Kyclos di Agazia lo Scolastico. il quarre, di contro alll'ordine a1falbeti,co d,ei predecesso,ri, instaurò la di,viisione per ar– gomenti. La divisione fu poi adottata con grande zelo nelle compila"Zioni bizantil1e, da Co– stantino Cefala a1 suo continuatore del ma– noscritto palatino: ma se essa portò a un ragionato ord•inamento della d'llVersi~ima materia - da ultimo distribuita nei quindi– ci Jì,bri del!i'Antologia. accresciuti e insieme a,ppesa,.1titi dalla produzione più recente - dklSfe<::eperò e di'Slperse e impo,v,erì i primi ag,gITl.llp!pame.nti,le prime corone, riducendo a una misura di opaca parità, senza discri– minazione tra l'artigiano il letterato e il poet-a. quella ohe dovette essere la vigilata scelta di un artista ralfinato quale fu il Meleagro. e quale si manlfesla negli impli– citi .giudii.zi d'el suo proemio. E a 1ui e al suo proemio torniamo· per ri– comporre a unità la voce di ciascuno de.!lli · epi,gra.mmisti al-€ssandorini, frao.1tumali d,afla classificazione bi-.zanti:Ja, v•oce che è una, se pur volfa a vo-lta variamente modulata per le descrizioni e per i voti, per le sentenze e per la satira, per le iombe e per l'amore. Epi,g:rammi scrissero anche poeti dell'età c'lat<Sica, e Melea,gro ne riporla d'Ì Arohlloeo. di Safl'o. d•i Simonide. di Platone, perfino. Ma. a prescindere dalJa loro spesso indubbia aute-.1tiçità. è ,certo che la grande stagione dell'e,pigramma si svolge nell'età elle:1istica. di oui esso 'sembra offrire la testimonianza e il documento più significatiwi. Perohè nel– l'epigramma, iscrizione breve, do'lente epi– ced'io, esile boz,ze!to, scena campestre, mot– t.o aI"guto, madTigale amorOt;:o concI,usi nel giro d,i pooh.i versi, distici elegiaci in ispe– cie. un solo distico talvo'.lta, cesellati in una estenuata perfezio..1e formale. i letteratissi– mi art.isli alesisa..."ldrini, pazienti ricercatori di erudite eleganze, hanno trorvato la mi– sura perfetta per iJ loro m9ndo poetico, in cui, sipentosi ormai il senso corale della «città antica» e delle sue grandi eroiche passioni. si riflette lo sipirito d-e!lla nuova società borghese e cosmo.polita, ohe ha sco– pe.rio il valore dell'individuo nella modesta rea.'ltà della sua· brevie uma1Ja vicend.a. Prim':I, 0 in questo nuovo tempo della let– teratura greca, una donna: Anite di Tegea, ohe con il nome delJla sua patria c•i tra– sporta nell'Areadlia. luogo deil,a terra, ouore del Pelo,ponneso, ricca d!i pascoli e di bo~ schi, sonora di to•rrenti e di canti, e con la a,greste gentilez.za d-ei suoi epigrammi ci fa risalire a11e origini di- quella Aroad'ia idil– lfaca, lu'ClgOdell'al1'ima. dalla 9-ua-le ~ungerà ianla ori:da d•i poesia' pastor-ale in Si-cilia·•e a Rom>à: è oltre, fis.sando per sempre l'imagii-· · ne dd un .rifugio d•i sogno alla lu,nga fatica del VWere'. Stomrire di pioppi e di lauri. sussurro d,i I fonti, acuto suono di flauti. z,umorosi giocihi di fanciu!Hi, dolce pianto di bam(bina sulla tomba d•i un gril!lo animano di gra:z.ia spon– taoea i paesag:gi di questa poelesGa. ohe ha ' in essi la sua voce più cara. andhe se non senza commozione risuoni quella dcl com– pia:ito per le morti acenbe. AÌla cosl detta scuola pelOponnesiaca, della quale ~it~ è la più felice rappresentante, appartiene Mnasa~ca di Sicione. dhe ne ri– pete i caratteristici te.mi bucolici e georgici coa qua!leihe più sfornato arOOcio, mentre . id•ealimente vtl si può ricollegare Leonida dii Taranto, dOO"ico eotto altro delo. ol';te quei temi riprend-e, ma li V'Bria. e li molti,p:lica, con ben diiversa ori,gklalilà, e nuo'V'i ne ag– gi,unge dii. più complessa e u:nana es,peri~n– za. Dura ~rien.za di miseria ohe ne fece il poeta degli umili, di cui amò d'CIS'Cri,v,ere la vita e la morte, traendo d 1 ai riflessi auto– fbiograftoi ora aocoramento cM ma1incot1ia. ora aspreZT.a di satira, oh<?danno un sa,pore singolare perfino ai lungh4 ele:1oh:i. d-egli arnesi dii molt'i mestieri. dell-e modesti$irne offerte di contadini e di art:i,giiani, togliendo peso a que11o ohe più tardi d-ilventcrà arido esercfaio di lin.,,a,uistiohe preziosità; ma. so– pratutto. vWi'fioao.10 la rapp,resentazione di un mondo di povera gente, il pa,store ohe chiedie per la sua tòmlba ill co-n.fort9 d"i fiori e di• .s,uono di zam~o:ne, la veoohia tessi– trice ohe rievoca le sue giornate dii la,voro e dii canto, e pescatori e ca<:ciatori e mari-. nai, realiGticamente ritraiti nel q•u-a.dro d-el– la loro fatioosa e raS6~onata esistenza. Tal– volta le scene, i bozzelli si a,Prono su vi– sioni sere,1e dtl mare e di ciélo, di prati fio– riti. col sorri60 delle dill/'Ìnità aigresti, come i1 Priapo del famoso prima<Verile in.vito a na-viigare: e il rio-Mamo a Virigiflio e agli ele– giaci lati.:li par d·o'bblig-0, come il ri-clhiamo al Pascoli delle Myricae e dei Poemetti, an– dhe per la cu.ra di paro-le scavate e risco– perte nell',wso po,polaresco. Però v,i è pur al– tro in Leonida: simpatia per le creature e per le c06e, certo; ma, e più, ironia di fi1o– sQfo cinico siu tanta tristezza e inutilità del– ta vita dell'uomo. che « è un punto, meno Antologia Palatina * Non poteva mancare, nel succedersi degli incontri di Quasimnrlo con la poesia cla,sica, questo con la grecità alessandrina di un pu,1io" tra due in.finiti. Cosi l'epi– gr~m1;1a suo più pro:tondo e più ·amaro, i:1 c-u1 si rLpercuotono accenti biblici e lucre– ziani. Niente a:more nei poeti :!ella scuola pelo– ponnesiaca; tutto amore nei poeti di Co.s. di Samo. Leon:da, o della poesia realistica, Anile, o dcl paesag,glio, Asci!e,piade, o dedl'amo:-e: lr~ maestri, !,re invenzionj dell'età alet."-Sc.•1- drma. &U cui la prctduzio:ie epigrammatica · si modellerà con varia fortuna e sapienza di * C;lrl'ERlll'A perfezio:"Je de1lo stile e del metro. non an– cora v:ziata e ra:gigelata dala'acçademismo, Che spesso vizia e ra~ela. invece, la per– fezione del suo contem.pornneo e aV'Ver.;ario, Ca!llimaco. !"erudito bibliotecario di Ales– sandria, abbo•1dantissimo scrittore in prosa e in versi. ~ Dittatore letterario del suo tempo, egli, che aveva fer.9ccmente combattU'lo con:ro A,;>ollonio Rodio e il tcntatWo di far rina– scere i1 poema eroico. ohe anohe nelle sue opere di maggior ·roopiro aveva affermato Viaggio in Grecia. con Salvatore Quasimodo fino ai secoH bizantini: t,utto nuovo l'inte– resse alla viita dell'ind!Widuo, a'lla int.lmità dei suoi sentim€•1ti, allla limitatezza dei su-oi problemi; non nv.ocva la prese:,za d-el pae– s&&gio, nuO'Vo il. modo d•i consid:erarlo non solo qu-a~e pateti'CO sfondo alla vicenda d-e'l– l'uomo, ma nella a-st50lutez:za dea :Suo valore pitto•ri<X>,.decorativo in una specie di im– pre9Sionismo a,vanli lettera; aon nUO'VO lo amore, Che a<VeVagià conoscil\.lto accenti dii alto lirismo e tra,gica poten.za, nuova la co– loritura bo,r\,,,<>these che .gli viene d.at !l nel– l'arte come ne11a vita, in tutte le sue forme, dalJ1a galanteria alla sensualità, dall. capric– cio alla passione, nuorv-a la moI"blda sensi– bilità de:Jl'analisi !)Gicologioo. it1 cui è facile scongiere l'imminente nascita di un altro genere letterario, il romanzo. Di Aool.epìade, cui si le,g,a i:l nome delle strofe care ad Orazio, ohe e.g-1irinno,vò de– rilvando1e dia.Ua lirica eolica, liri-co di gran fama eg!li stasso, cui Teoorito rende 0;1.ore come a maestro. non ci rimatJJgooo se non gli epigrammi dell'Antologia, qua6i tutti di amore, almeno i più be~i, dove si alter– nano toni somrrne56i nelle confidenz.e. te– neri nella rievocazi():le di un volto, di uno sguardo, d•i un att1mo felice, soherzO'S.i ~elJe sce~1e rea!listiohe, V"eementi nella delusione, quando il vino e l'elb-brezza sono chiamati a sanar1-a. con una frenetica volontà di go– d-ere, ohe ·ha un cre.pllSColare sottofo..,do di stanchezza. di noi :1. di malinconia. Molti gli (>(!lh,ie le rf'miniSCE'nze - da Al.beo, d-a ArCihi.'looo_da Anacreoo.1,te - nel– l'arte dli quesito poeta dotto. ma fatti suoi dalla vWacità del sentimento e de.ile ima– •gini. ohe non si perde neppure nella voluta l'eccellenza de!Lla « piccola vana», cihe a.ve – va chiamato .g.rosso malanno Wl grosso liibro, doveva vedere nell'ep,i,gramana il compo,pi– mento più ad-atto a €$J)rime.rv.i il suo ideile poeti'C(l ·ct•i ariguta brevità. di l~ta ele– gsore, dii cono1usa arunonia metrica. E bre– •Vi, e-1~anti, s,pesso Clniusi in un solo d'iistico, comunq,u-e metricamente impeccaJbili sono i suoi epi:g,rammi, :fiunebr.i. dedi,catod, desorit– tivi. pollemfoi, letterari, ohe sacno però. qua– si sempre, d·i scolastico artificio, a.bile e im– personale, intellig,ente e freddo, ta1volta bi•z– zarro e oocu,ro per od'i0 del cons-ueto e de1 com:une, così d-a dare l'av,v;io aU.e stra:v-a– ,ganze de.i Licofron-i e degli Euiforioni; .sE:iiza cadute m.i; senza veli, come 1u detto in un giudizio famoso. Altri nomi, poco più Clhe nomi, delJ.a pri– ma corona - Posidippo, forse .scolaro d~ Asclepiade, Alceo d!i M-essooe: eh-e .fa vi– brare ancora qualohe nota di passione po– litica e guerriera, Antiipa-lro Sidonio. a;bile ndl'improvvisare - prima di ghmgere al– l'autore della raceolt.a, pò1cipe d•elllJ..a lette– ratura epiigirammatica, Meleagro di Gadoara. Certo i fiori più bei'li della corona, le « bianche viole della Musa», li offre que~ sto greco d'Oriente, che nacque e tra-scorse gli anni gioivanilli nell'« Attfoa degli A-ssiri », patria d•i Menippo, e ne trasse ispirazione ed e.9emP.io per la prima sua opera, perduta. tempra•:1do forse con la natin,,•a levità la a.sprezza mord.rente dell'iro1ti,a cinica; che • visse la s,ua maturità a Tiro, la oittà fervida di traffici e d•i rl'CChem;a, fa,stosa e llll3su– riosa. e vi trovò 1'ambi11,,1te ideale per la sua natura avida di piaceri, tU"tti i piaceri, del senso del cuore de'll'intell-i,ge,nza; eh.e pa~sò gli ult.imi anni a Coo, l'tsola degli er.uditi e dei poeti. di Fileta e di Teoerito, e ne ebbe serenità alla vecchiaia pacificata ~!~i~r~rudi, se pur non v,ri-va d,i amorosi E amore è i1 motill/-0 dom.ina:"Jt,e della vita e dell'arte d•i MelJ.eagro: moti"l'O cantato e ri– cant-ato in variazio1.1i infl.nite, c,he ci dise– gnano innanru fl.gwre splend~nti di efebi, dolci figure di donne, in u:1 ra&giare di co– lorate imagini. se intorno a E!iodora si in– treccia,.io i,erti prodrumati, se illtorno a Ze– nofl.ia r:de la prim.wera fenicia. ma essa vince Oio""lli fiore; in un rinmoviarsi dei temi .p:ù sta:nc1M, quando ,l'arguta ci-cala e i~ gril– lo, Mtua d-ei so,lchi. sono c,hia:m-ati a plu– care un'ansia di innamorato. Spasimi di gelosia, esulltanza di ore voJuttuose, lnca,1- to d•i ricordi - ant:i-ca poesia d•ella memo– ria - sc,herzose rnppresenta2lio,:1i d•i Amori faretrati, riso e canto di donne belle, eb– bre- .z.za d·i con,vHi, an,sia di attese, tutto ri– v:-ve in una sincerità che iiglnora l'ardore della passilone. non h1 111,1r.rezza d-eil senti– mento. se pe°r la molto amata, per 1a molto piant~ Eliodora egili scrWerà w:io dei p'.ù cari e commossi dei suoi ep~gra'ln/llli. VASSALIJ\11 De MuS6ei del Bignone. Lunga 'romantica du– rata c-he testimfJnia u,.1a presenz,a aut.e:1tka di poesia. Dopo la corona di Meleagro. la corono di Filippo. A!ltro il raccog:litore, altra la rac– colta, altri i tempi: i prim:i tempi dell'lm- F,!~~iciu~r;g: ;1f.er; uta;r~f1~~ll•a:i~re:~~:~= gono a Roma, i_n una ristretta cerohia di pa– troni e di mecenati, l:i una ohi-usa cultura di bbb!ioteca, sempre più staccata dalla v!– ta; qua 1 1do a1la rMflnata e controllata arte Lucano. dei quali però è dubbia l'autentici– tà -: in fine. più fam06o di tutti. S1ra– tone di Sardi nella Mousa Paidiché - che costituisce Il XII libro de-11'Antologia - u,11 ai suoi, numerosi, &li epigrammi di Melea– gro e di altri sullo stesso argomento, l'a."T10re pald1oo. che già In età classica aveva avuto filoso·tica giustilicazlon:! :1ella lode di u•1a s11periore intellettuale bel.lez.za . e ohe ora, rimesso in onore dalla nuova sofistico. de– genera in sensuale licenziosità. E 'licenzio. sissimo è Slratone, con la sua nota unica, VERSIONI DISAtVATORE QUASIMODO lllELEAGRO x,11 - ,,2,,, A mezzogiorno vidi per la via Atessi, quando L'estate finiva di tagliàre la chioma delle messi Ed una duplice fonte di, ra;gi m'acc~se: raggi ii Eros risplend€ri7i dagh occhi deL ragazzo e altri dal fsC'IF. Spi:.nse la notte poi i raggi d~t siJ/P mcr,tre la beHa immagine, nel so1,-nv accese ancora di, più quelli di Eros. E cosi il sonno che dà quiete agli faltri a me po'rtò dolore, - raffigurandomi in un fuoco a vampa viva ta bella immagine nell'anima. STRA'l'ONEl Xli. 180 Ques!o ca.Lare mi soffoca! E tu non agitare quel panno, ragazzo, vicino a me. Ho già un altro fuoco [acceso èatLe ta..=ze, e più s1.1ampa se fai [vento. STRATONE Xli - 21.:; Sei primavera ora,"1:>0i\Sarai estate. E dopo che sarai, mio Citi? Pensaci! Paglia sarai. I•ALLADA Xl· 3-1., Come puoi misurare L'uni.verso ed i Umìti detta terra, tu t:on un piccolo corpo fatto di poca terra.? Prima misura e conosci te stesso. Potrai cosi misurare la terra f~~~an~!~tt,:.u~~ 1: dl~ape~ f.°~ra~= ma, quando alla grazia fragile e preziosa de'.Ha sua età più felice, ohe Melerug:ro a ,ve.va d-ooumentato e concluso;succedonol'arti!flcio ~e~i =a~~~~ ~~c~~f:-1~ J~; sand-ria, o nei disti.ci anaciclici di Nfoode– mo d•i Eraclea; quamdo la schi,ettea;a del .se..rtirnento amoroso si corrOt'll!perà nella la– sciiv'ia e nella pornografi.a, Ja realliistica v-Wa– cltà de,gli ex.......oto, de.lle desori.zioni si spe– gnerà nel!le e:,--asperanti ri'Petizioni, e perfino gli epitaUi perderanno il brivido della verità nella convenzJ.onale freddezza de-lile , imita– zioni e d-elle lscriz,ioni su c<>m'lllissioue. pe~~Jo~.~~~o d\u~:f~h-~ 1 ,:ou;:n:; ;:u;;~~ Bt~fo. Filodemo di Gad•ara. ad es8mpio, il « Grae– cus faciilis et vailde veoust,us » d<i Cicerone, ..,,fssu,to oel oircolo dei Pisoni, autore d-i al– cuni tratta.ti di v.ari.a flllosofia. Amico d•i VirgiMo. di Vario, di Orazio, a Orazio d1!~,e l'esemtp'lo d•i ut1 epi'C'Urei– smo tradotto in te-rm.ini d,i pratica nonna del vifv-ere, senza turiba,menti, nena misura breve d'el giorno ch:e flu,gge, ed espresso in ep!,graanmi dove l'amore - a,m-ore dii etère sopra tll'tto - ha il toooo lC§ge:ro del ca– priccio che sfiora e non tortura, dove il pensiero della morte, tu,n,go so:ino senza risv.eigllio, no.n è c'he :1.1oi1amento a più presto godere. · Ancora nel circofo ",dei Pisoni, Antilpatro di '::I'~a1onica. · a·bile come il suo omonimo nell'a·rte diella iimprOIV'v:isazione, pungente nclla sabhra e :ieg!li Sdherzi. n011 senza note di gentilezza amorosa e di fonda ma– linconia. E, sempre del tem;po di Awgrusto, Antifilo d,i Bi.sanzio. ohe tra mo'lte imita– zioni rinnova qua1clle fresca im,pre&;ione 1paesi.stica d!i aroadi-ca memorià: e Crina– g-0ra di Mitileue, leg.ato alla !a.milgllia im– periale come· attestano i suoi ep~rammj ad,ùatori fino al grott(~~. ohe Ga modu!lare con orig,L:ial,i\à veoohi motilvii, i più ct11pi, Ge i8 teschio d•i una iscrizione f.unebre su– pera i1.1ma-caJbra evideniZa quello di Leo– nid_a, i più commo'Sl3i. se perf,ino la lwna si in\eneti,sce e si vela per la morte di ~~~ ~~~tt!~idr~ 1 afio~ii,~~~ ~=~loa!~ ~os!~ gthirlanda dli nome; e Marco A:r,ge,:itario, poco per,sonale. 9PWSO scu'l"rile, ohe si com– pia-e-e d4 osou'l"i gioahli dii parole. Un ,poco più tard•i. nel.l',età dai Tilberio e d•i Cabgo'la, Antftrane di Macedc1.1-ia. e l'au– tore d,2Jla corona, Fili,ppo, « pittore dii na– tura morta», cifre imitò s,pecialmente Leo– nida nei repertori di oflferte agresti, di arn~i cU ca,ccia, di pcst:a. di vari mestieri, con un inutile srorzo d,i lessieale preci– sio:"Je lontana dalla bI1ue,,,ct.eliana c,a,pa"C"ità evocatiiv.a del model!lo. :•,.finita. Se non sai misurare nemmeno il poco fango del tuo corpo, come puoi conoscere la misura deUe cose che non hanno misura? PAOl,O MI,1<,NZIARIO ,,. - 2t;o E' dolce, amici, il sorriso di Laide, aolce il pianto che scende daite ciglia • lievemente mosse. I eri, µer nulla, pianse a lungo con il capo piegato sulla mia spalla. Piangeva e io la baciavo: e come da una fonte di rugiada cadevano le lacTime t.-ulle nostre bocche unite. Le dissi: 1 erchè piangi?». « Ho sempre fpaura - rispose - l'he tu mi lasci! Siete tutti falsi,._ PAOLO SILENZLUllO ,,, . ~, l'er te miUe briciole di foglie f trappa te dalle ghirlcmde, per te ~e coppe spezzate n.eU'ubriachezza, perduta la ragione, per te i ric- f cioli profumati, Si, per te, tutto è qui neUa polvere - spoglie di Anas– [sagora vinto da ~ros. Per te, tutto è qui, [Laide! ~ Quante volte davanti a.Ua tua porta ha passato la notte l'infelice con i compagni! E mai senti da te parola o tieta promessa o un insulto ,pieno di dolce speranzq! Ahimè, stanco lasda qui i simboli di gioia Trad. ·di Salvatore Quasimodo L'edizione deU'Antologia Palatina a cura di Caterina Vassalini, versioni di Salvatore Quasimodo, uscirà prossima– mente presso l'EdUore G1tanda. 905\e.nuta ta1v-0lta con fine:zzà. ·,u anguzia. co:1 prontezza d•i comic'i1à, spef;So con ele- ganz.a di stile. . Intanto il genere va speginendosi in squal– lid'a mediocrità: nè v:arranno a rianimarlo. nel terzo secolo, le ma,J:m::oniclh.,e esercita– ziioni funebri sugli antidh.i filosofi del Pammetros di Diogene Laerzio. nè, nel quar– to, l'l.spira7Ji.one ~li®iosa del libro di Gre– gorio- Nazia<Dzeno. il Teologo, ben diversa– mente presente ed efficace ne1Ua sua ora- toria. i . iLo rianimerà, inlV'ece. la risorta i.spi.razione paga,.1a durante la rinascita classica del se– sto secolo, ohe ebbe il suo centro alla corte di GlustinLano, quando A,gazia lo Scolastico compose il suo Kyclos, raccogliendo nume– rosi e,p1gramml suoi, e dei predecessori e dei contemporanei. Da ricordare, tra i predecessori - ma !orse estraneo nl Clclo -, Pal:lada di A!e.s– sandria, un grammatico. che nella sua co– piosa produzione. di caratt-ere p~evalente– mente morale e satirico, lasciò testimonianza di u,ia vita umbratile, poveris9ima, !orse auteniica. !orse di letteraria invenzione, tanto ne sono ripetuti i triii motitvi; ma auten• tico ne appare il pessimismo, d·i e-olore teognidieo e leooideo. delle sentenze, che nel'l'asprezza dei giudizi fanno tremare ta– lora la nota del com,pial1<to sulla triste sorte degli uon'lini, eu1la sorte amaris.s:ma degli Eileni e w1 loro orgog1io d!sfatto. Tra i contemporanei, notevoli Macedonio di Tessa!lonica. che alla nota erotica, spesso gentile e affettuosa. unisce la s1mpo,s1aca, e non disdegna. da uomo di corte qual era. scherzi, motti di spirito. giochi di paro-1e! Giuliano d'Egitto. che compone so– pra tutto epigrammi funebri ed ep!.grammi descrittivi, •.Jei quali mostra una c;ingolare a•bilità di variaz,oni su un unico tema; e lo stesso autore della raccolta, A.ga -zia, che. ipreciso e pcd-ante, l<zioso e prol!sso. tal– volta voLgare e sguaiato, ha pregi di com– posizione e di s1ile. e qualche :"Jovità di dialogo e di situaz:oni. Ma poeta vero, il solo che nel bizantino tramonto dell'arte greca rinnova la grazia delle origini, è Paolo Silenziario: e ~onde ,.1ei suoi molti epigrammi d'amore, tra l'in– sorigere di dotte reminiscenze alessandri:ie. una calda verità di sentimento. che si ri– vela ora in un disteso racconto, ora nella luce di un'immagine, ora nell'incanto di un ricordo. sempre i1.1u·:1a sçhietta sponta- neità dii scrittura. , E con Paolo Silenziario - anche se non finisce con lui la storia d-ella lettera:ura ep:gra.mmatica, che si prolunga fino al se– colo decimo. il secolo del manoscritto pala– tino - si conclude questa piccola amo!ogia intesa a cogliere della A:1tologia gra•1de, Ie voci più espressive. Espressive della poesia: e i poeti sono tutti prese."1ti, inconfondi– bili tra i letterati e i grammatici. che non possono neppur essi mancare. quando !o rioh-i-eda l'autorità di un nome altrimenti famoso. Espressiive del genere: e tutti gli aI"gome1.1ti di maggior rilievo e di p.ù a.fter.mata. trad:izio:ie vi sono rappresenta:i nella misura della lqro importanza di do– cwnenti, e di arte e di costume. Scarsa misura, là doive il gusto pedantesco della imitazione è evidentemente esasperato, come nei cata:logihi e nelle desc-ri.zioni; più lat"ga, là dove nel ri.g"::dosclhema di una traman– data consuetud.ne f&cilmen1e si .nsit::rnano vLbrazioni di umana commozione, ,:ome ne– gli epicedi; ancora più larga. là dove neces– sariamente e sohetni e nnrme e 1uoghi co– ml.l:Ili sono superati dall"U~enza di un sen– time:"Jto, dalla tenerez..za di un a:Uetto. dal cruccio dli t11.1a gelosia, dall'ammirazione della bellezza. come negli epi,_grammi d'amo– re. Ohe sono il fiore d-ell'Antolagia. quand-0 a trasmettersi di secolo in secolo il se-grè-10 delle brevi stro'fe petietle siano poeti quali Asclepiade, Meleagro. Paolo Silenziar:o. Tale la scelta degli 6p~rammi: duecento– irenta sui circa quattromila dell'Antol.og1a palatina. Una scelta che ci pare essenziale, di nom-:i, di temi, di 1empi. E la trad.uzione? No,:1 poteva mancare, ael succedersi de~ gli incontri di Quasimodo con la poes!a classi,ca, questo. con la grecità alessandrina, -. in parte già a,v,venuto attraverso Catullo: ohè cer:to gli epLgrammi.sti ci riportano piu:– tosto alla studfa,ta sprezzatura del dotto Ca– tul1o che al feI"Ino dgore dei grandi lirici -. ~'Eolia. · Com-e sempre, Quasimodo prende d'im– peto il suo testo: e non importa se. sotto. c'è una 1eth.ua attentùb"ima, ohe llOn si è lasciata sfruggire :iessun valore !onico o lessicale. ohe ha scaN"ato le parole f.ìno alle radici. per strin,gerne da p!'esso il più vero siig:n. .i.ei .,cato,e le ha risillalbate nel gioco preciiso di lunghi eohi ritmici e 60nori. L·impeto dura nella conquist-a def:nit~va. E. ne nasce quel suo tradurre ioimita~oile, libero e iedele, dove la fedeltà non e cauto e mortilicato ricalco, e la li:bertà non è dfabrvolfa e sv·a-gala e generica dispe.rsi-0ne: ma la voce originaria si prolunga veramente nella nuov-a senza sopraif:fazioni. e la nuO'Va l1e conserva la vsilbraz:ione senza rinunce ai modi necessari della sua .. contempo– raneità». Esemp].are, kl tal se.niso, la soluzi.on ~ mè– trica per la resa del cl!i6iieo elegiaco. Non sior~ate equirv-al,enze di monotone serie da:– tili-dh.e e .spondia.iclle- pascoliane, non equirva- 1lenze vorremmo quasi d-ire visi<ve di me– trica bar,bara; ma ende,casilla'bi e se~tenari e qui1JarL Sono così i versi de1la nostra tradizione lirica a restituire il movimento della stro1e antica, ohe trO'v·a la -rua U•:"Ji:à non nella 861:rattez:za di Clhiuse misure e.>tra– nee alla nostra sens~'bil-ità. ma in un disteso discorso so11ecito d'i. altre rispondenze di poesia, d(l!\,·e ogni parola ha la sua cadenza insootituibile, ~1.1i pausa la sua durata im– muta:bile. ' CATERINA VASSALINI Paesaggio con pecore (Éiennale della fotografia a VenEtzia}• Anohe per Me1eagro è d'.:,ibbligo il richia– mo alla lirica latina: e, in verità, l',ele,gia, che si era addensata e contratta nell'epi– gramma. proprio attrari;·-erso ì'ep!•gramrna di· amore rinasce a Roma con Catullo. con Ti– bul~o. con Pro ,perr.io , ohe 1a vollero confi– dE'•1le e interprete dclla 1oro vita sen!i– meutale. E sponta:1eo vdene il richiia:mo a tanti « dolcedolenti » poeti d,i età più vici– ne: pensiamo ad Andrea Oh:énier, a1 La– martine del .ritratto d'el Sa,i.nte--Bewve, al E in quesÙ primi secoli de'll'lm:pero è un cc,1ti.n,uo seg;uirsi di sillogi anche indi– v:d,ua:J.i. Ne1 secondo, Rudiino, di orilg'ine lion:,c,a, racco1se L suoi e.p~gramm:i., tiu1tU d'amore, oon rii1lesei mela,g.rei, che non esoludono la immedi-atezza d:i reali erotiche a'\,,,,·enture; Diogeniano di Eraclea cd.Uezio– nò, invece nell' Anthol6ghion, solo epigrammi d·allri, con una aperta predileziiooe per i satirici - e in parte risalgono a lui quelli ~i Londra 1955 (Biennale della fotografia a ·venezia)
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