la Fiera Letteraria - XII - n. 16 - 21 aprile 1957

Pag. it tA FIERA' LETTERARIA' Domenica 21 aprile 1957 La fuga di Luca R«,cco11to di REl\llrro GIA!lll Alle nove erano rinchiusi Icavallo ebbe paura di qualco- pensò due tre \•olte. insisten– nello spaccio davanti ai tavoli sa. un topo o una biscia forse, temente. avvilito. ing?mb;i di bicchieri. parole le ~ate due ~gr<?pponate, !ug: La galoppata accennava ogni !rJ~r:~~o n~:tt 01 ~cct1 q~t~a~~ !~1 ·~~~iop;~~:;;~i 1~ 1 ~ :~~ ~anl~o: ~~ 5 ~{a~~~ ~~I ~~~~di l~vano delle donne e dei pa~- della. best~a. non. nuscl ~ ve- ritorni ad evocare una ricerca s~ della co~ta. Pace seduto v1- derla. nell ore_cchio però il ga- assillante; il silenzio lo invo– cino alla f.i~est~a guardava la loppa f~Jle gh suo~ava p~r,co- ~liava 8 buttarsi. riposarsi. so- ~o~tcaatft~lass;i~~di ~sci~ 1 ufue~•; ~ 0 : 0 ~0! 1 ~~~e se~dz~~~:;,si~~rrs~ ~~\~tl°ran~i~;~~:o. l~~i at:~~: ~ne~ 5 fid~ 1 eg~~a~a-~~i:r;uJ:i 11 ~•at ~f~a~~~à~~c~d~i~:tn:uòa::d~~iÌ ;~g~i~iu~~\~~ade~nd~~!e!~=~~:: larga_va. A una distanza _nottur- parve di r1conosccre ~a strada, mise i piedi in acqua, si rim- ~! :b:f~~- ~:~sga~s~~:~~ ~t:i= ~~ftacagi~~a~~!taf~~o ~il emtl~:~~ boccò ò i cf1~oni ~ rn3~1o; le nove: e cinque diretto al dnmi, il più possibile di vuo- :; 1~~~ e n!enigi~p~o ~n 10°rna~o f~.d:e ~~~i~;e 8 ~{ 0 ; 0,~:~zde!~i!= l} :;~c~io mf~~:i:it~v: 1 ~!lu~~~z! indietro sì fece con 'una canna lo fischio che rigò il silenzio pensieri: • roba' vecchia > ba- ,laJ!'.liata una s_onda. avai:,izandi come un avviso. emerse dal dava a dire fra sé. ' po1 s~gglar_ido _11 ~ango_pnma d ~a~~~iatl~achgeal~p~~ic~òc:vf1~} An?ò avanti per molt'? tC.;"f?O,~=~~!;e i1 ~:~ ~~Lto~:r;:~ per regolarsi in un trotto rit- mare.1ava sudando. <: 1 umidità passare: non voleva allontanar– mato. Qualcuno usci dal locale della noti~ non 1 a1utav,1: at- si troppo d~lla 1:iva. L'acqu~ a vedere chi arriVava la porta torn? ave\~ quel gr~ve mor- dapprima tepida, diventò fresca. restò spalancata, poi· di scat- mono. quel! orchestrauone d:_:1- fredda. avanzava sempr~. con to si chiuse. e quando entra- sa e.• tot_ale C?e t~a la. P• 0- cautela senza pensare_ p1u al: ~~ilc~nf~~ri~~f~tre~i f:!::i~~ !fU::d7~~nf;t~;o;[~~~o~r.\i~~ ~-~~j- e~! ~~:~~v:~ r~ga~-:u~;,J rono senza avanzare la luce si e nell msleme .si fannC! z~ne abbaiando. ne sentiva verso la proiettò fuori con· una im- vuo~e e zone di bui~ abitabile collina e perfino verso il n:iare. ~oonbil~~àrl!~~~a; più~ll~ ~pa;;~~ ~:~i~~ \q~~~te s~~v~hea;J~~ ~:~ri~~ds 0 en~~P~~e c~a e~;~= darmi guardandosi intorno par- 11 fiato d un claxon a un~ dl· chezza s'univa una sensa~ionE: vr, che vedessero solo nemici. lSlanza che non poteva. gludi- di gelo mentre lo spe~h10 ~ Dario Cecchi: "Autoritratto" t•OESIE di MARINA MARIANl Raccogliersi a iungo dentro una chi~sa fresca, lasciar andare 11pensiero lontano: se non lo fermi, :i.rnva alle stelle. Poi. uscire nel sole, camminc.re sull'ao;falto che bruc:;i. e chiedersi, ancora, il perché. Natale t!ntmnante di p1ccol1. inutili doni Ju~nti; Natale accoccolato vicino al cammo fiammante; . Natale in una chiesina fumosa d·inccnso e un coro di voci glorioo;e: Natale fantoccio di neve netth occhi di un bimbo r1dente: Natale nel sogno. Posa:-e sopTa la tomba un piccolo fiore che odora, bianco e giallo. Sostare. FissaTc uu ncordo. Noi eravamo amici, fratelli, e il tun pensiero cerca;•o iJ tuo sorriso per~he vivesse il mio. Il mio sorriso ora muòre. Poi, salutare il cipresso Che risponde, cortese. Gettare una monetina in grembo a una monaca nera che prega: lei sa. Dario Cecchi: "Gilles di notte" Uno di loro restò sull'entrata, care_; doveva essere nei pressi acqua s'allargava davanti a lui. l'altro si avvicinò al banco dell autostrada: ma venne da e senza volerlo era indotto .8 della. mescita, accennò un sa- queJI~ parte , il passo ro_no ~ inoltrarsi invece che seguire tl ~~1:ne?;ttili~~- •/i:~ia!!atd~ ~nac~;9_n~~c~~~l!oca~tllg 0 à1~:; ~iJ?cl. di;eess:r1°~~;;-;~ ctn::a11 1 '-------------------------------------------------------------' ~ad~i~! rnadi 1 ;tòPa~~ gi~~~~str~i~:sea/1 rus~~~/c;:p;~ 0 u~r'.mu~ ~:~~ev~ 0 ;~ 1 ~~~az~~1a~~e !~a~} SCHEDA VERDE PER CADORESI LA G RAM MA TIC A DEl FA TT l con gli occhi, fece un gesto seco nd0 - m un piano sepa- tirato dalla disperazione dei anche con la mano ma pen- rato, .e _un t~~o, erano Ire fuggiaschi in fuga. * * tendosi subito ... E' la. vicino caval! 1 d1St_anzi~h. forse gen- DaccaPo gridarono il suo no– alla fi?~stra ... . . . ~::n~\ l~u~e;;J~ s~ ~e:c~~si~t~me: .._Pace_ Rom, fermate\~ Il mil.1.tare si avvicinò: • Voi e chiuso e Pace P/rese a cor- Rom... ., e d1_nuovo lo sgomen sieie Pace Rom?... rere. 0 'piuttosto voleva cor- to della pr~gt0ne e della man- Pat::e rispose di sl: e restò rere, presto s·accone che non canza di lil ~er.tà lo ~r~r·ro~~ a 1,uardarlo alzandosi lenta- poteva farlo, le gambe gli, era- ~anna. n~m incontra nel fango mente. mettendosi tutto contro no diventate dure. e cammi- o, . 5! immergeva; la iuorL la finestra: fra lui e il gen- nava con 'fatica, una stanchez- e faticava .. pe; ti.ra_r tef:a• do– d~rn:ie e_ra. il t~volo in_gom~ro za che trovav~ terr~no fra j} La galoppa.a 5 er9i-di\ici~i al d1 b1cch1er1 e d1 boccal1... Ste- bacino e le gmocchta. Scivolò V(:Van~ es~cre molto . 1 uie– te in arresi?. ho un n:iandato ... due volte; la pista sulla quale !~go, 1 cani uggiolavano io~an– Pace non s1 mosse: r10etté un procedeva diventava pericolo-· '!· Tastò con la canna s· VALLE- D'ERB;\ . . TUHISMO E tETTEBA * * di PIETlfQ CIJIATTI d·i G. Il. 1/ICAIII momento. chiese poi perché lo ia. e se ne allontanò, si portò o.o terren? duro a due Pfsn~ Aprire il libro di versi d'u11 pere del mio paese. dalla bue- un mondo balordo. ma solo Per incarico del Ministe- velle dello Jones non ave. ar:eslavano, chi avesse firma- tutto a sinistra e fu come se e saltò seivo~and~ nclò ~an; _ giovane è .:,empre un'avventura: eia sempre verde e iing,1ea, e quando non ci sara11 piU stis- ro della Letteratura e del- va arriso nessun successo to. il man~ato. Il ge_ndar_rr!eavesse sp~stato da quella parte g_ro~oso; Si sc~acqu a ~t c'.è l'io.noto dopo la pri?71a p~- dentro ~11t1ece sempre piii. dolci sale da tirnre il_ ra11az.wsì sarà le Foreste, sez. V, rep. lll. (rapporto turismo-lettera• s~1egò c~e si tra;tava d1 om1c1- anche le 1dee oltre che il cor- eia, ritro\ ò la hSl~ des~a il g,na. bianc~. Può esserci per!1- e morbide. Ma ques1e seconde /ano uon_10. e l artistu p_oet!}, dott. Cremonini. devo stu. tura); f;;ge~ t\~ò tirt~1i 1 ~:ec~!~'.e., ~~ ft !:~~f~!r1i J~!~~!~! ~ ~= ~~~ !?ap~~:;zg[t· 1a,go_,e sareb- ;~ità 1 . 1 ~!: 1 ~· 1~ 01 ;;er~an=;ed;i; ~~n; 0 ~~::e ci~:;:~t~_uno si sogna trJ:;:·tr~1~ 0 :':e»:i~( ;i;~J~~n~el~ dia re i rapporti tra turì· C) La Esso Standard omicidio ... » disse. Il secondo flcile. · be stato n:ieglio _hu!tars~e nuo- da speranza del giovane poeta I11/ì1te: c'è una memoria. e la poesia un loro corpo mas- smo e arte. Italiana bandisce un pre- militare alla porta seguiva i Si fermò per riposarsi un'al- tare. ma 1 .cantieri, gh far~e, diventa nostra. acce11de ii /o- c'è un canto. In altre parole . .siccio che fa ombra. che invad~ Non conosco il fine che mio giornalistico « Lido di movin:ienti del sarto con molta tra volta. i cavalU erano au- erano a sim st ra. Al I? 11 nJr e__ e colar~ d'un·attesa impazien:e c'è una poesia che sa be11e da quella chf' dovrebbe e~sere la ci si propone con questa Jesolo)>, riservato ai gior- attenzione. era pronto a In- mentali sembrava ce ne fos- era valeva _la pena. di t arJ 1· che c1 stamperà nella memoria dove viene, perchè è sorta; e tabv.la rasa della poesia. indagine; per me, il fine, nalisti e agli scrittori ita· tervenire: avev::i pau:3 che F;'a- sero d;ppertutto, udì 11 suo nuotare. Si rpogliò re st ar: ~ alcuni v~rsi da rip_eter~ poi, ce 11'èun·~11ra che se lo scorda. _Tutta_ la. poesia, P?i, ~ amore sono le 30 mila lire che. liani, su! tema dello wi- ce R(?m rovesc1a5:-e 11 tavolo .e nome nella notte· .. Rom .. u _ con la canottiera e in a1"~t?-~ quando. zf loro seguilo li avrà fa11ciulla immemore, quando è da provmc1a; !nemoria d un pas- a lavoro compiuto, mi ver- Iuppo del turismo e della che il collega s1 facesse pt- lavano· "'Pace Rom ~- de; era convinto che . 1 a - compiutame111e svelati. Il libro arrivata sull'uscio. e che sem- saio pTovincia!e. e la stessa g!iare di sorpresa: temeva che s mb ò. h . 1 .., e gl 1 tra parte l'r,VTebbero aiutai~ di veTsi che uale apre, poi, pre nuova e sempre vergine si guerra un od.io corltro ciò che serà la Tesoreria di Stato motorizzazione (rapporto l'altro scappasse. Ma Pace non / 1 r f e 1 suo nome_gr_- tutti. Si" bagnò il petto c_poi 11 n suo dialogo: è questo anz-i getta nel caos della vita ari- spezz-0 la pace deil"nntica pro- (nonchè I~ 500 lire della turismo•letteratura-moto. f~ce nulla, rimase_ assorto .. in f/ ~ cosh ass 1 ~mei55e_un sir;;- tuffatosi fi~o al collo si spinse il segno inco11/ondibìle della, schiare tuuo da capo, che ri- »incia; co1uempluzio11e dall'al- Fiera e. probabilmente. il riz.zazione); ~~r~ ~=c~~;o rce~~:t:zit.;o ;::asre_p;;r~ ~e:cl di \~~~i~ar_e /1 ·t~i::;adoch~ f.a;cqr:: 0 di~~r;;;I ~~:ic~al!~i:~c; 1 :~~ 15 ~md::~~,:u~ ~:ia c~~~t:~ia~:::;~ eco1!e 10 ~~~ ~~elfe~i :CfFa 1 i·,ti!!a v~c~;:tn~l~~ ~~~:f 1 ~u~i~t~~~ef~irat~n~ rio~! E~o~l~ctit\~~l([i~ri~~i ~:n~ile~zfo~n1in;~~~~~~~;~t!~ ~~i: xri:va~~~!g 1 ~ff~;n~ •. !i ~~ani~:òm:~tf~\)~~. i;;~= ~~;::,) all~~:isf~'s!i,lin! 0 ~~1ti~ ~~~~ ~a~1;a 1 :anfa.più male le ~:ttiè e 50 ,!~i ~~~~i~en~:o~ihe°'1,i cui potrò partecipare dopo vengonQ annunciati tutti i chiedevano come lui avesse po- roml?ere de1 cavaJli c~e l ln- va i era:_npi, si spins~ cosi rt- prova di fuoco. · Tutto il nostro discorso 11011 gridano, piccoli eterni opge_tt\. avere pubblicato Ql.li i dati premi e i concorsi lette- tuto ammazzare genJe. chissà seguiv_ano si me~olò I nbbaia- posandoSl facendo 11 morto. Aprendo il secondo libro di è affatto inutile. come sembra la casetta, l'albero. le rondmt, della mia analisi). rari via via banditi in Ita- come aveva fatto. re d? 1 cani lanciati sulle sue Due tre volt<? _quattro volle poesia d'un giovane friulano cosi a cappello della presen- una finestra, è solo quando in Gli elementi di {atto su lia. Ce n'è tanti da con- pa~;'ef~~~;si:i!~~ eP~ci~ ; 0~~ ~i~~f~m~ /nusi~:~tisc(0!a~;g~~~ ~!~tl .. ~~~e~~~;~~v;~~: ~!:ol~. d~S,:in~a1i1:,:i~-~rt~~e:t~'. !n°f~°c::e,~;:;frof!as:c~e 71 J!c: 0 f;~ :~~~J~.P~~i:~i;e~~~~ •c:e s~:ted:~ cui fondo il mio lavoro so- sentire una ampia pubblì· tanto vecchia,. e fece un gesto d~UabòC?ttura e~ co:re nd0 Egli inv~e gu~rdava iJ cielo ai confini ,u me, ,,Eccolo: c'è dal 5110 Fri11U roccioso e brullo stinzione provincia - mondo• no !/el,~~;1\~ è un paese ~=~~f~eìl p::~~r~~= r:~~r~o~ ;i!ft .... l-r~g~~ 0 .. ;: gi~; ~~= ~:~:. (? 1 ~o~:e c;:n ~·:1~id:!~ =dd}~ 0 ~r:~ ~~ne?ci~~ ~oe~fa~si~i d~~~c~t~tesi e scc~~p~~ ~=rt~~~~~i a ,: 0 ,~~c~i8t~~i !1r"ei~ ~:~~:[~\~~sf:n~l!a q!e!~a v~;!~ a scarse precipitazioni at• rio (rapporto propaganda. mento abbassando la fronte: meno; il geJo dell acql!a· 1a si levò . in piedi t~cando. ~ C'è il poeta che '"Cl mostra co• ·,nìo "Ly-rica•· 56,. - /l1telisano razione pu-rificat'Tice avviene mos1eriche. dove la siccj. letteratura); ..di almeno trent'anni fà .. spie• sorpresa ghelo ~~pediron~. freddo 1ndusse a un.mergers1 me ci si comporta davanti alle Editore. Milano . ..-Valle d'erba,. solo dal di dentro, quando la tà impedisce non soltanto e) E' in corso una pri- gò· ~ Non me lo ricordavo Dovevai:1o essere ~•1cmo a lm, daccapo. Sentiva per tutto il occasioni pii) allettanti della di Domenico Cadoresi mi ha memoria sparisce e s'annebbia: lo sviluppo di una rigo· mavera piovosa, che dan- .nemmeno. parola mia .. e al- n~ ~ntlva le voci. gli parev~ corpo un. vivo bruciore: spe- vita, e c"è chi ci si presenta fatto dialogare di occasioni, il paesaggio vislo dii fuori è gliosa agricoltura, ma an- neggia il turismo e favorì- larcrt\ IP bra-·éi11· ., Mi dovPte ~ 1 ncon~cerne. qualcuna. Si C'ie alle gambe, le sangwsughe nudo. con una sua poesia ruo- in/atti. proprio perchè troppo provincia. Solo chi e quando che la C'ostituzione di un sce l'agricoltura. negativa p.ronrio .arrestare, davvero? ... hrò fuon dall acqt_ia. cadde lo pi2:zJcavano, gli si attacca- fante su sè stessa, svolfa fer- spesso essa mostra la s11nderi- lo veda da dentro, con occhi vnsto patrimonio forestale per la motorizzazione e fe- • ::-iete dichiarato In arresto .. nella meJma dell_a r!va. e ce:- vano addosso con le lor<.>ven- -reamente dentro. solo coi cenni vazione occasionale, non dige- fuori del tempo, solo colui e che venga via via a so- conda per la letteratura, d:r,·p evasivo il gl'!nderme: .. C-è cando .d1 cavarsi d1 là lasciò t~s~. non riu~iv~ a. togh~~le di ciò che _le ~ccasioni _hanno rita. non saput~ uccidere . nei allora ha descritto e cantato il stltuire i terreni agricoli dato che gli scrittori. sem• un mandato M I uno stJ vale. nel f~ndo dove ~- d) dosso, ~reo di a1utars1 fug7 provocato. tn rwolta o rn ab- fondi della poesia. Cadoresl ha mondo. N . f II veva rischiato d1 resta•e n- gendo precipitoso. andò avanti bandono. fatto la guerra e 11011 gli di- Cacioresi cmua: in mondo di più deficitari, nonchè le pre in cerca di ospitalità · ?j ci f 0 S:::a::{a"do ~ 1'" ;e~: s~cchiato dalla fanghiglia. Sen- cercando vegetazion~ dove Seguitando: c'è una µrovin- spiace farlo sapere. Hn soffer- stitici finalmente uno stomaci? aree destinate a stazioni presso gli enti di cura e dlSP I sar 1~ ò I nmani ver t va freddo dappertutto. non stropicciarsi, tornò indietro ma eia e c'è un mondo. C'è una to. e le sue piaghe vogliono es- buono. sano. A d!re fl vero I di servizio automobilistico soggiorno, sono costretti al ad_e.le\ a ln~ e• • • i, riusciva a orizzontarsi e stri- non serviva. e aveva l'impres- poesia che come t1Llto ciò che sere ostentate ai dimentichi giovani attorno al grumo della (rapporto turismo·motoriz- domicilio, quindi al lavoro so o:U \:as e~taroas/ 1 ::~ 1 ~ 1 ; 1 I !'ciò stù terreno a bngo, in un sione di un gran languore. For- nasce. nasCe in proòincia ma Una larva di intenzione. eh~ t.rentina. oggi, stanno ri.sco- z.azione); (serie dei rapporti invo- J <' ~l. P I vil ta olo sal= d.isagio completo. alzando e.on- se era solo l'impres.;ione di si impone immediatainente co- 11ogliamo chìamaTe ,..sociale ... prendo il canto. Li avevano b) Nello scorso mese di lontari tra A, T. M. L, e t~gnl a ~i;'o; a~i rove~ciò ad- tmua~ent': la testa pe: as:ol- !;Chifo, sbatteva l'aequ-':I.attorno me cittadina dell'universo: e distrugge spesso dentro il boz-- dis1ratti da esso come dal pe_- do<:.s~af oliziotto. S in endosi tare 1 cani che la vashtà oel- e_si mise a gridare,. m:i.ora non c"è !'altra poe_sia che. al _co~- zolo la più bella .ispirazione. ricolo: D'An!'unzi!'· Card.ucc.1, marzo si è suicidato coi delle relazioni impondera- inèictro, PPace >pala~còg la fi- la plaga par:vn r.u~entare di più cavalli nè can~. e ne~e- tra7:10, !tasce rn una p;ot11ncrn Inoltre, checchè d1~ano certe oh eh.e grossa pericoli da ev!- barbiturici. a Bordighera, bili di causa ed eHetto tra nes'ra e si buttò ruor: chiuden- nu~ero e di guait1. ~ace si no la voce .che P:1~ lo ch1a- e. via t>ta n :iu.ta veste: s1 fa na-: t'"?mbe del. 1~ode.rmsmo• ., ca- t~7:e. ~~revano/ Ora che _i crt- il colornello-scrittore ame- fenomeni tanto diversi e do subito. sentiva nella loro cerchia, st.a-: mava. Gli tnseJuttor; doveva- z-10_11ale. 001 rnt~rna21onale. poi m1on.,. .,sp1r11ua~1 .... .,sassofo- ttc.1 p1~1- _nefas_tl sono t11vec- ricano Green Burr Jones. macchinosamente conca te. G . ti . . vano. pensava. per buttargllSl no essere restati daU altra par- universale. Cos1cchè la seconda no"', sono opgettt e se11timenti chtatt. 1 g1ovam posl'lono torna- nato a Portland, residente nati a cura degli uffici g_ar~~-f~r::;~n~~~t e~: ~u:~oc~: :~}~ ::~::;d~o~vala;~r.ggJ~t~ ~i d~~~=~~d~ Af:t~i~~i~ Èrr~ ~~ie., ~ti~~1t:\ PJtfb:!~~Ìa~~~~ ~::iicfo!::n,~on c;:~~o ~~:b;~:~ reC~mcean~~fii. e senz'altro i a Washington. dimorante di pubblicità, fme st ra d c~id verso)a ~orta; si sarebbe rifugiato fra I can- poca distanza dalla riva. là del suo dil,enire. e sembra che sia. Per Cadores! e per la sua pi!Ì. promettenti. Domenico Ca- sulla riviera ligure da tre gli~ 0 feft~~a~~~:v: J:tou~h~ 0 i di artistico. potrei utiliz• zare i su riferiti dati di fatto architettandoli a!la guisa di un calligramme di Apollinaire (Les pro!on– deurs: - Cadence Cirque - Tout un monde neuf parait dans Punive-rs - un pen plus animai mais p:us pur - La glace .,e feu - Ame jadis Amour tou– jours - ecc,). cosi: che sarebbe come dire: Piove. poeta. piove ed è grigia l'aria, fenna è l'utilitaria: è sterile la letteratura per le stazioni di cura? Moto --rizziamo il verso; versi -fichiarno il moto. Chi arriva. chi parte: agricoltura. arte . Fu ognor rnristo la nostra liri'ca. All'autore depresso dia nuova for=a l'Esso Un premio in buoni [benzina al poema S'U. CoTtina e gTati-s tre viaggi ai. poemi su Jesolo e [Paraggi. Ode scaccia chiodo. Scriver per l'E.P.T. di Rimini e Forlì. e ritiTare a tergo dodici buoni-albergo: G. B. VICARI tra1tenÌT 0 _ ue _mi d, 1-~0 -dP 01 ,eti per dormire n lungo. ore a\l'rebbe potÙto liberarsi but- tutti possano aiutarla ed noP- anima montanara. essi possono PIETRO CIMATTI anni. L'insano gesto è st a- léttori hanno spéSOqueste venn~ ~i.:morr ~can 1 ~, un e ore. un sonno in pTOfondi- tandosl per terra, rotolandosi 1'0larla ne/I.o sviluppo: mentre servire da contrasto. da satirn. lo determinato dal !atto cava O -~ j g~or1;vJe 1 \e~onr:J.~ là. Non devono e:::ser lontani fra l'erba. Aveva un terrore la prima matura come certe da sassata contro l'avventura di (Continua ln e'. pagina) che ai romanzi e alle no- 50 lire per ·avere qualcosa (Continua Ln 6. pagina) ~~~~ 1 (i 1 ~heePa~~ si tirava die- PC'nsava. mescoland<;> il .Perì: folle di _mori.re _di~sanguato: ,---------------------------------------------~----------------, tro fuggendo. I primi a uscire colo ~ la salv,..7za. 1 cam e 1 erano storte ma s1 diceva che con furono i due gendarmi ma cavalh e i_ lag~1. ~r~ come s~ la padro11;a del fondo avesse alcuni terrazzieri che urlando fosse f_ugg1todi_nr1gione._certe fatto mo~1re COJi _due paston indicavano in tre quattro dire- cosr 1 avPva vtste_ n1 C'mema: bu~andoh nel v1va10delle san– zio:1i dietro al sarto: ~ E' là un _forzato. [uj:!g~ m.<:egu!lodai g~usughe. Pace n?n voleva mo~ in fondo lo vedo .. cani e dat fan P dall ombra nre cosi, cercò d1 a ndare a van- Pace n~n sapev~ ..a~dare più del. proprio .sgomento. ~iaa~~~r~,::i~i ~ ~t.rf e~e:~ 1cc:nr: a cavano, ma riusc!va a sta- . Si frugò in tasc.a cercando affondava nella fang'.hig!ia.' Era r~ in. sel!a. Da ~nn_t mancava sigarette tabac_co .. s1 trattenne. orribile morire cosl. lui un uo– d apphcazmne. d1 riprese. ia- era del resto mutile. era tutto mo civile come un pastore loP.:'_avaperò e. da~a sotto alla bagnato, e si levò anche Il se- gridò fort'e due volte tre vol– b:''stla per allon,arsi ~allo sJ_>ac.: condo stivale buttandolo in te, e restò con l'orecchio teso ~iogu:~:~~ ~~;i~t!elsic!~~\1~~ acqua. Andò ~vanti a piedi nudi D<?vevano ave_rio sent-ito. in ~~irf:~ 1 ~e ~~~ ~=~i~~l~~~~lid~~ ie~r~ac:~ :~~:~~a:a p~::re~argl~ ~~a ~le:ft~o: 1 ~oo;~~~n~: la baracca. illuminando I poc-hi venne in mente che se riusciva mo...""'· alberi intorno: gli pareva di ad arrivare al cantiere strada- ""Sono qua .. gridò per farsi ;i~~:_r~ ~~t_tl~{~fi 1 stc:a~cit:::t~; !~·li 1 !pe~:;,e~b1or~h\7:!.~e:~~;~ ~~d~~~~1:~v~;~ ~~<?~~i16,r~~: ~~~p~~r~~~~a;~~~ Jfe/~:O r::li aiut~to: ~ cantiere ~ra fra i ~~r~• s;j ar~~~~ Q:a~\!~~~~ò co!Qi suonavano fio<'hi. nessun laghi e il mare, chmdeva Il a muoversi lentamente. sof– fischio rammonl che stessero comprensorio di bonifica. Sta- frendo per tutto il corpo. era m:rando a lui Si !irava. d:etro vano facendo un ponte. l'avreb- sempre rigettato da radici. da taltro cavapo ~l!r 1mped1re che bero certamente aiutato. La fa- pietre d.'.lUe canne che spor– :rJpe;:a;~1s1!hal!s; ~:g:~s~~ tica era u~ gran .peso che il gevan~ dall'acqua, il piede non dopo qualche chilometro l'ab- galop90 tie1 cavalh sempre al- trovava conforto. e si sentiva bandonò. Per qualchP tempo si 1~ lo~tana ancora. au~entava venire meno. f1 galoppo dei stimav~ al sicuro. non aveva di un eco to~e.ntosa. ~ 1 butt? cavalli era prossimo, poi i cani avuto ancora 11 tempo di .ri- -per1erra e strlsClò {ra gh sterpi; si misero ad abbaiare. Pace eb– Oettere a chi aveva ammazza- non se la sentiva più: alzando be paura della prigione bru- ~~ioe~~a1~i;~~omaavr;de~mdrart ~aa~:t: ;;~~~~~- ge~~: 0 !~ ~~= eiava per. tutto il c_orpo,.cere~ r~;~/n Jo~gi~~~sci!! s~at:ic~~~ que del primo lago dove cti:I ~c;i:~id~~~;:~~t: 1 d;~;:p::::~ darsi di che cosa si tra.lava. cevan~ che ia padrona _dei eia, di schiacciarJe, ma erano forse aveva ucciso o ferito sua ~errem. _la !allona: sepl?e_llisse scivolose, resistevano. andò moglie. qualcosa del genere, t provv1Son mariti uccisi nel avanti ancora di un metro. fe– avrebbe dovuto fare unn sfor- sonno. ce un altro metro tentando di zo per venirne a capo. er~ Piuttosto che laghi, erano arrivare s~ bordo pr~sto pri_– passato tanto tempo. Cose di bassi acquitrini dove Ja gente ma che arnvassero COI cavalli più. dì venti o venticinquannl di Al!ondi e Sparloge andava- Scivolò re~ando nel fango, gri– add1Ptro. anche lrE"nla no a caccia: ora non si caccia- dò allora amto ma senza ·avere Galoppava, non c·era luna va più. la Fallona l'aveva proi- nessuna risposta, gli pareva che ma per miglia conoscpva la bilo. qua affluiva l'acqua dei i•ple,di gli _si sciogliesser~ n~!– zona. sapeva andarci al buio: canali di drenaggio che attra- la d1speraz.tone. nella solLtuo1- 1rnloppò verso i la)!hi pensando verso i grossi collettori a si- ne: aveva grumi dì fango nE"l– di lasciare il cavallo prima di fone passando pei tre quattro le orecchie e anche le voci dei arrivarP alla strada maestra e laghi finiva al mare. Era sul cani alla luna cosi nemiche gli di tornare indietro oer un sen- bordo dell'acquitrino. attraver- sarebbero state di conforto. co– tiero che risaliva alla collina. sare il lago era la via più minciò a piangere cercando piu Rallentò e mise il cavallo al breve. Fra poco sarebbe stato con le mani che col corpo una passo: ma sotto si sentiva fiac- g!or~o. pe:ò non riusciva a strada per uscire di là, ma non cato, gli bruciavan le cosce. grndicare I ora dalle :telle. _il arrivava a piglia:-e terra ... Pa– non era nemmeno staffato be- fango sul vetro deU orolog10 ce,. gridavano: ..DovE" siE"te ne. s'accorse: e per riposarsi' impediva di leggere il quadran- Pace?.,_ un po' scese. ormai sumava te. Segui l'acqua tene nd osi suJ li sarto si chiese se era stato d'essere al sicuro. La gran bordo imp~ito ogni tant!' dalle davvero lui ad ammazzare. quiete attorno l'incoraggiò per- canne: sentiva. la mancanza del- eran passati tanti anni. Nel fino a sdraiarsi. e tentato di le scarpe c?m~ u~ grosso dan- buio viscido si senti diventa– ristorarsi. cedette e lasciò che no.. aveva I p1_editroppo edu- re pallido e freddo, sempre di la cavalcatura pascolassE" lì ac- cali per. fare Iuomo che fugg~ più come se fosse s••onfiato canto, nel buio se la sentiva nel deserto; erano i momenti • .. -.,icina, un po' accaldata; ma il più difficili della sua esistenza, RE..~ATO G!AJ.~1 'CARLO BETOCCDI prese,ita: poesie di Giovanni Raboni Non ho nulla, proprio nulla da spart.ire con le poesie del giovane Giovanni Raboni. Eppure la sua poesia mi ha sempre sorpreso, e mi interessa pizi di tante altre. La cosa dura da ·quattro o cinque anni; da quando lo conobbi. vincitore del primo premio di poesia ai primissimi Incontri deUa Gio– oe11tù. Allora la grande inteLligenza d.et suo ma11i– polo di versi fu ammirata e premiata anche da Ungaretti. Non era anco·ra dottore in legge: oggi esercita la sua professione in una industria lom– barda: e pare benissimo. Non 11a m{li stampato i ~uoi versi: allora li conoscevano pochissimi. Dico. secondo una nozione i:nterna del cuore. e 110n 110altri appigU critici, che questa poesia campa nel costruito. come l'edera nei pozzi: e d'u.n'edera. appunro, lia le radici prodighe di uncini, e vien m dall'ombra a non più di tanto di luce: qu.ant.a. ~embra, glie ne consente la consumata esperienza del pozzo. e l'inu.tilità dì -uscirne fuori. Manda. sullo :.pecchio dell'anima i,n fondo al pozzo, incertt ri– flessi: è mza poesia che non è fatta per consolarlo, •nsomma. E' difficile da capire. ll suo maestro. lo si vede e lo so da motto tem– po. è Pound: la sua stagione non sembra davvero La giovinezza (che invece Raboni ha freschissima e di una cara bontà ed in:nocenza). ma maturata molto al di là. dove le età no11 contano più nuUa. Una ferila. o che altro 110n so. gii ha iniettato 1iel cuore un senso sacro deUa storia che a voitd -;embra trad1irsi altrimenti: i11 un'alta e ironica •rialinco·nia. CARLO BETOCCHI .-\11t1ìnno in Nl,UtJta;,;-na hnerno in dttà, Siamo stati fra gh ultimi a tornare: anche il giorno dei morti si sta bene in campagna se non attacca a piovere. E l'autunno è sembrato cosi dolce quest'anno, nella casa coperta d'ipateche e già venduta al fornaio di buon cuore. La ghiaia che sprofonda nel viale - la campa·na suonerà quattl'o volte ancòra, cinque? Quel che importa è .lpaTtire a stagione finita, con la nebbia. rimandando il dolore a primavera. E' il mio sogno più cupo: sparire dei peccatori. fitta e silenziosa come una migrazione di sardine. E so che doµo più nessuno potrà tirarmi fuori, ne sapere QU?l'è il mio nome. nella folla Signore. il è la parola della Maddalena mio nome in San Giovanni 20,16. Se vuoi ricordalo, per poco che lo meriti il cuore. 'l'f"stimoni Qui il duca iu pugnalato e questo è il pozzo dove si sbarazzarono del corpo fino all'alba. M'immagino la scena. Ma fra tante finestre, sottoporteghi, scale chissà quante parole della rissa trovarono orecchi avidi e timorati. cuori pronti a soffrire quest'altro segreto per carità di patria. O bisbigliarlo più tardi, in fin di vita. nell'orecchio peloso del confessore. Circolazione di notizie nel buio delle viscere. Hequiem lomba1•clo Tu sai conl'e gennaio qui da noi: ricordi che cerfe volte ogni cosa diventa più stretta di un grumo di terra. d'una pietra. più stretto d'una croce. Cosi, credo, non serve che ti dica di pregare per i morti. Nessuno più di loro è preso senza scampa in questa trappola di corda grossa e corteccia che le mani gelate non riescono a slegare. A tavola A che serve parlar~ con gli amici? Solo qualcuno cred~ei fantasmi. gli altri s'arrabbiano o ridendo si turano gli orecchi. Chi parla di galera, di cantanti invecchiate o dimagrite. Fuori la notte si gonfia come un gufo. E siamo pbchi, troppo pochi a patire tanti capi d'accusa: l'uovo. il pane, il bicchiere posati sulla mensa come parchi strumenti di tortura. Alba· Ormai fa giomo. Non basta sedere gravemente sulla sedia di pagha vestito di canna e di sangue ascoltando le ingiurie dei soldati, ospitando nel fianco l'orma sintetica della lancia. L'alba vera sarà avere il ·braccio lontano dalla spalla, l'unghia sparsa dal dito., una mano di calce sopra il cuore. Porta.le Difficile dire quante spade quante lance, quanti elmi di cuoio su profili romani. quanti fabbri e pescatori col cappelluccio a cono e le orecchie puntute, quante lacce di porco o di drago, quanti piedi con cinque dita e ruote e focacce sbilenche e proiezioni di tavole imbandite nella ressa, nel fuoco, nella gioia della neve che approssima. del vino bevuto in gioventù. della folla irta e viva, di un'intera nazione che pesca caccia ecc. e prepara l'acre festa sul legno. GIOVANNI RABONI

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